SERVIZIO FITOSANITARIO REGIONALE Plum Pox Virus Vaiolatura delle Drupacee o Sharka La Sharka o vaiolatura delle drupacee è una grave malattia provocata da un virus, Plum Pox Virus (PPV, Famiglia Potyviridae, Genere 'Potyvirus'), che colpisce i principali fruttiferi appartenenti al genere Prunus; in particolare sono suscettibili a questa virosi l’albicocco (P.armenica), il pesco (P. persica), il susino (P. domestica e P. salicina), il mandorlo (P. amygdalus), il ciliegio dolce (P. avium) ed amaro (P. cerasus). Questa malattia può inoltre manifestarsi su numerose prunoidee ornamentali spontanee e coltivate. I danni provocati da questa malattia consistono in una minore produzione ma soprattutto in un notevole peggioramento delle caratteristiche organolettiche dei frutti, che ne impedisce la loro commercializzazione. SINTOMI I sintomi generalmente si manifestano sulle foglie e sui frutti: sulle foglie iniziano a comparire a partire da maggio- giugno per poi ridursi o scomparire del tutto in estate, con l’aumento delle temperature; sui frutti sono evidenti in prossimità della maturazione. La crescita delle piante non viene modificata dall’infezione per cui esse conservano un aspetto regolare, senza presentare alterazioni nello sviluppo delle branche e della chioma. Pertanto il riconoscimento di questa malattia richiede un attento controllo della vegetazione in quanto i sintomi si distribuiscono sulla vegetazione in maniera irregolare, inizialmente solo su uno o pochi rami, e non su tutte le foglie del ramo colpito, ma solo su alcune di esse. I sintomi sono variabili in funzione di diversi fattori quali la specie, la cultivar, le condizioni climatiche e colturali, il ceppo virale che ha provocato la malattia. Sintomi di Sharka su foglia di pesco Tipiche anulature su frutto di pesco PESCO Sulle foglie i sintomi consistono in malformazioni, distorsioni ed accrescimento irregolare della 1 lamina. Soprattutto sulle giovani piantine le nervature secondarie e terziarie possono risultare più chiare. Tali aree decolorate sono spesso delimitate da linee gialle ad andamento sinuoso. Sulle drupe compaiono anulature di colore biancastro sulle cultivar a polpa bianca, gialloverde nelle varietà a polpa gialla, in prossimità della maturazione. La zona sottostante l’anulatura va incontro a marcescenza. I sintomi risultano più intensi sulle nettarine. Sui fiori delle cultivar a fiore rosa, la malattia può manifestarsi con la presenza di striature allungate, prevalentemente nel senso delle nervature, di colore rosa acceso Rottura di colore sui petali nei fiori di pesco (foto agrintesa.it) SUSINO Sulla foglie la malattia si manifesta con la comparsa di anulature e bandature clorotiche, che si sviluppano tra le nervature e risultano più evidenti nella stagione fresca. Queste aree clorotiche possono circondarsi di un alone necrotico con l'aumentare delle temperature. Le bandature possono inoltre confluire in anelli irregolari delle dimensioni di qualche centimetro Sui frutti i sintomi iniziano a comparire in prossimità della maturazione: sulle varietà a polpa chiara si ha la comparsa di macchie ed anelli rossastri; sulle cultivar a polpa scura. Successivamente in prossimità di queste aree si originano piccole depressioni che tendono ad approfondirsi man mano che il frutto si matura deformandolo completamente . Anche la polpa subisce processi degenerativi, con riduzione del tenore zuccherino ed aumento dell'acidità. Si può avere la caduta precoce dei frutti. Aree clorotiche su foglia di susino Frutto di susino deformato (foto: provincia.bz.it) 2 ALBICOCCO I sintomi fogliari sono evidenti soprattutto alla ripresa vegetativa, quando la stagione è più fresca, e tendono a ridursi durante il periodo estivo ( generalmente sono più marcati nelle zone interne della chioma, più ombreggiata). Sulle foglie si osservano anulature e macchie giallastre talvolta più chiare sulle nervature secondarie e terziarie. I frutti presentano sintomi molto simili a quelli sul susino: anulature di colore rossastro, deformazioni superficiali in corrispondenza delle quali la polpa risulta spugnosa ed imbrunita. Sulle varietà più suscettibili i frutti risultano fortemente deformati e butterati. Sul nòcciolo è possibile osservare inoltre le tipiche tacche rotondeggianti a contorno ben definito di colore chiaro. Tipici sintomi su foglia di albicocco Sintomi su nòcciolo di albicocca TRASMISSIONE E DIFFUSIONE Il virus della Sharka si trasmette mediante l'impiego di materiale di moltiplicazione infetto ed attraverso numerose specie di afidi vettori quali ad esempio il Myzus persicae, il Brachicaudus helicrysi, il Brachicaudus cardui e il Phorodon humuli. La possibilità di trasmissione del virus attraverso il polline ed il seme non è ancora chiara; sperimentalmente si è visto che da semi infetti di albicocco non si originano semenzali infetti, pur essendo stata segnalata la presenza del PPV su piante provenienti da semi virosati. Myzus persicae (foto: wikipedia.org) DIFESA Trattandosi di una malattia di origine virale le misure di lotta sono esclusivamente di tipo preventivo, ossia hanno come obiettivo quello di impedire l’ingresso della malattia in una determinata zona oppure di limitarne la sua diffusione, una volta riscontrata. Tali misure 3 prevedono principalmente: - l’impiego di materiale di moltiplicazione sano; - l’immediata estirpazione delle piante infette non appena accertata la malattia nella zona; - l’utilizzo di varietà tolleranti. Il Ministero per le Politiche Agricole Alimentarie e Forestali, con Decreto Ministeriale 28 luglio 2009, rende obbligatoria la lotta contro il virus della Sharka. Tale decreto prevede lo svolgimento di controlli fitosanitari annuali negli impianti e nei vivai di specie suscettibili al PPV (albicocco, susino, pesco, ciliegio e tutti i portinnesti di pesco, piante spontanee). I controlli sono di tipo visivo sulla vegetazione e di tipo analitico per i casi sospetti. Ogni anno il Servizi Fitosanitari regionali, sulla base del risultato dei controlli, definiscono ufficialmente lo stato fitosanitario del territori di competenza rispetto alla presenza del PPV, delimitando ai sensi del DM, le “aree contaminate”, le “zone tampone” e le “zone di insediamento”. La produzione vivaistica di piante e materiale di moltiplicazione di drupacee e' autorizzata solo nelle zone indenni da PPV, salvo specifiche autorizzazioni del Servizio Fitosanitario regionale competente. Per la produzione di piante di drupacee in vivaio deve essere impiegato materiale certificato ai sensi del decreto ministeriale 20 novembre 2006 o portainnesti ottenuti da seme. i costitutori di nuove varietà di drupacee sono soggetti alle disposizioni di cui all’art. 10 del DM 28 luglio 2009. I vivaisti e gli agricoltori che utilizzano materiale di moltiplicazione di drupacee proveniente da altri Paesi, devono darne comunicazione al Servizio Fitosanitario regionale competente; Negli impianti di produzione in cui sia stata riscontrata la presenza del PPV, tutte le piante con sintomi devono essere estirpate e distrutte per intero a cura e a spese dei proprietari, sotto il controllo del personale del Servizio Fitosanitario, in modo da impedire anche l’eventuale emissione dei polloni. Nei vivai in cui sia stato riscontrata la presenza di PPV, tutte le piante appartenenti al lotto risultato infetto devono essere distrutte. Per il restante materiale di propagazione di drupacee presente nel vivaio e' sospesa l'autorizzazione all'uso del passaporto delle piante CE fino alla dichiarazione ufficiale di eradicazione dell'area contaminata ai sensi dell'art. 6 comma 5 del DM. Nelle aree contaminate e' vietato il prelievo di materiale di moltiplicazione dalle piante di drupacee suscettibili ivi presenti. Tutti hanno l’obbligo di denunciare ogni sospetto di infezione da PPV al Servizio Fitosanitario regionale, che avvia i controlli previsti per legge. La diagnosi precoce della malattia e l’immediata distruzione delle piante infette consentono di circoscrivere il l’area contaminata, limitando il rischio di diffusione attraverso gli afidi. Anche le ditte che commercializzano frutti di drupacee e le industrie di trasformazione, hanno l’obbligo di segnalare al Servizio Fitosanitario regionale la presenza di frutta con sintomi sospetti, nonché la loro provenienza, per consentire i necessari controlli. 4