BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA Sped. in abbonamento postale - 70% - DCB Forlì Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88 Redazione e Amm.: v.le Della Cooperazione, 400 - Pievesestina, Cesena (FC) Tel. 0547 414111 - Fax 0547 414166 Stampa: Ramberti Arti Grafiche, Rimini Tel. 0541 738111 Direttore: Enzo Treossi - Direttore Responsabile: Maurizio Magni Editing e progetto grafico: PrimaPagina - Cesena Comitato di Redazione: Gianluca Balzani, Giancarlo Battistini, Giuseppe Bubani, Antonio Bucella, Gianluca Casadio, Gianni Ceredi, Curzio Firenzuola, Franco Girotti, Renzo Malatesta, Roberta Montaguti, Paolo Pari, Nicola Serio, Flavio Mancini, Piero Turroni, Fabbio Marocchi, Mirco Zanotti, Maurizio Magni, Carlotta Benini notizie sommario Al via le istruttorie per i progetti di filiera per l’Emilia-Romagna 4 Progetti di filiera per la Regione Puglia 5 Anno XVIII n°1 - Gennaio/Febbraio Duemila10 Apofruit vince due lotti del progetto FRUTTA nelle scuole I due lotti del bando europeo hanno una dotazione di 9 milioni e 300 mila euro; l’iniziativa prevede il contatto con 325 mila studenti di 1.700 scuole elementari italiane PAGINE TECNICHE Sharka o vaiolatura delle drupacee 6-9 SPECIALE FIERE: Fruitlogistica a Berlino e Biofach a Norimberga 10 DALL’EMILIA Indicazioni produttive 2010 per patate, cipolle e pomodoro 11 DAL LAZIO Danni da neve nei frutteti del Lazio 12 partito nei paesi dell'Unione Europa il progetto “School Fruit Scheme” (Frutta nelle scuole, nella versione nazionale), sostenuto da fondi comunitari per distribuire gratuitamente frutta fresca agli studenti delle scuole elementari. In Italia il progetto vede tra i principali protagonisti Apofruit Italia, che si è aggiudicata due dei cinque lotti assegnati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per incentivare il consumo di frutta fresca fra i giovani e i giovanissimi. In ambito europeo si tratta della più ampia ed organica iniziativa indiriz- È zata ad una corretta educazione alimentare per i ragazzi, notoriamente più attratti da ipercalorici cibi snack più che dall’ottima e salutare frutta. Il progetto è stato finanziato per 25 milioni di euro, di cui i due lotti vinti da Apofruit Italia costituiscono insieme una dotazione di 9 milioni e 300 mila euro. A partire da marzo fino a maggio 2010 la cooperativa che a Cesena ha il suo quartier generale è impegnata nella distribuzione di 976 mila chilogrammi di frutta fresca a produzione biologica ed integrata, forniti gratuitamente a 1.700 scuole elementari di 9 regioni italiane (Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna). L’operazione vede coinvolti 325 mila bambini tra i 6 e i 10 segue a pagina 2 2 notizie continua da pagina 1 Rinnovo della Commissione Elettorale di Apofruit Italia E’ in scadenza il mandato della Commissione Elettorale di Apofruit Italia, l’organo istituito per proporre ai soci una lista di soggetti che si candideranno alle elezioni del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’azienda, attualmente in carica fino a giugno. “Si tratta di un organo che ha un ruolo molto importante, in quanto andrà a formare il nuovo Consiglio di Amministrazione”, sottolinea il Presidente di Apofruit Italia, Enzo Treossi. La Commissione sarà rinnovata in occasione dell’assemblea di bilancio e di liquidazione delle produzioni invernali che si terrà i primi di giugno 2010. Pertanto si invitano i soci interessati a candidarsi a comunicarlo ai propri rappresentanti di area o al proprio stabilimento di riferimento. I nominativi dovranno pervenire entro il 15 maggio 2010 per consentire al Consiglio di Amministrazione di formare la lista da sottoporre alle assemblee. Zona di Cesena Zoffoli Sauro Evangelisti Tiziano Zona di Longiano Drudi Selvino Biguzzi Renzo Zona di Forlì Ulivi Francesco Casanova Mauro Zona di Ravenna Fariselli Roberto Capacci Romano Zona di Bologna Zucchini Giancarlo Bonora Giancarlo Zona di Modena Sabatini Franco Rancaglia Luisa Zona di Latina Parise Ettore Campoli Renato Zona del Metaponto Mastronardi Pietro Corrado Damiano anni che, per 20 giorni, per ogni somministrazione potranno usufruire ognuno di almeno 150 grammi di frutta fresca, intera o già sbucciata, tagliata e pronta al consumo in confezioni monodose. Mele, kiwi e arance intere, tutti a produzione biologica, mele tagliate e pronte al consumo in vaschetta, fragole e pere a produzione integrata: quella proposta da Apofruit Italia è una merenda sana e a basso contenuto calorico, che viene comunque consegnata ai bambini lontano dai pasti poiché non è considerata sostitutiva del pranzo. Si tratta piuttosto di un momento educativo specifico in cui i ragazzi possono imparare a conoscere le diverse caratteristiche di ciascun frutto, i relativi contenuti nutrizionali e salutistici, la stagionalità delle produzioni e il relativo valore. La distribuzione è infatti accompagnata e supportata da eventi e materiali informativi pensati appositamente per dare maggiore efficacia all’azione educativa. “E’ con profonda soddisfazione che abbiamo accolto l’aggiudicazione dei due lotti di questa importantissima iniziativa - commenta il direttore generale di Apofruit Italia, Renzo Piraccini - Il progetto, infatti, ci consente di prendere parte ad un grande progetto educativo, di valorizzare i prodotti dei nostri soci e, contestualmente, di sviluppare la notorietà del Gruppo Apofruit e dei prodotti biologici a marchio Almaverde Bio”. 3 Una task force alla guida del progetto La logistica della distribuzione, molto complessa e impegnativa, è coordinata da una vera e propria ‘task force’ che si occupa di prendere accordi con le 1700 scuole coinvolte per fissare i giorni della distribuzione, coordinando gli oltre 500 promoter che consegnano la frutta, e i 26 automezzi refrigerati che portano la frutta dagli stabilimenti di lavorazione di Cesena e di Longiano nelle 7 piattaforme regionali individuate. Tutte le iniziative e i materiali informativi-educativi di accompagnamento all’iniziativa sono invece messi a punto e gestiti da Alimos Soc. Coop., organismo cesenate che già da anni tiene le fila di un intenso programma, condotto nelle scuole italiane, di promozione di un maggior consumo di frutta e verdura tra i giovani. Gli operatori di Alimos si occupano della distribuzione del materiale e, al momento della consegna, forniscono agli insegnanti moduli formativi e gadget ai bambini, organizzano iniziative didattiche accompagnate da attività pratiche e dimostrative e sistemi di promozione interattivi multilingua per la promozione del territorio e dei suoi prodotti tipici e giornate a tema che vedono coinvolte anche le famiglie e i rappresentanti istituzionali. Riflessi positivi anche sul sistema occupazionale Oltre alle importanti finalità educa- APOFRUIT ITALIA IN 1.700 SCUOLE D’ITALIA CON IL PROGETTO FRUTTA NELLE SCUOLE Nella pagina accanto gli automezzi refrigerati in partenza dagli stabilimenti di lavorazione di Cesena e di Longiano. Qui sopra, da sinistra, Ernesto Fornari, direttore di Canova, Renzo Piraccini, direttore generale di Apofruit Italia e Mario Tamanti, direttore Finanziamenti e Progetti di Apofruit Italia tive del progetto, che mira a promuovere l’importanza di una dieta sana e corretta fin dalla giovane età, vanno sottolineate anche i rilevanti riflessi positivi che ciò comporta in termini di occupazione. Nello stabilimento Apofruit di Cesena, infatti, sono oltre 100 le persone impegnate in questi mesi nel confezionamento dei prodotti di prima gamma (ogni frutto deve essere confezionato singolarmente), organizzate su due turni di lavoro. Nello stabilimento Apofruit di Longiano sono invece operative altre circa 60 persone, impiegate per la produzione della frutta tagliata (quarta gamma). I numeri in dettaglio I due lotti vinti da Apofruit Italia coinvolgono 9 regioni italiane. Il lotto numero 2 comprende la provincia di Bolzano (8.900 ragazzi coinvolti), e la provincia di Trento (11.576) in Trentino Alto Adige, il Veneto (66.569), il Friuli Venezia Giulia (9.831) e l’Emilia Romagna (55.318) per un totale di 152.194 ragazzi presenti in circa 800 scuole. Il lotto 2 ha un budget di 4.363.000 euro. Il lotto numero 3 comprende la Liguria (22.206 ragazzi coinvolti), la Toscana (58.962), l’Umbria (9.226), il Lazio ( 64.714), la Sardegna (18.017) per un totale di 173.125 ragazzi presenti in circa 900 scuole. Ha una dotazione di 4.963.000 euro. 4 notizie COME GESTIRE I PIANI DI INVESTIMENTO Al via le istruttorie per i PROGETTI di FILIERA per l’Emilia-Romagna Le graduatorie finali saranno emanate entro il 30 luglio 2010 e definiranno quali investimenti verranno messi a contributo ualità, efficienza, specializzazione e innovazione: sono queste le parole chiave del progetto di filiera di Apofruit Italia. Uno strumento che ha come obiettivo fondamentale quello di migliorare il reddito e le prospettive ai soci della cooperativa, sostenendo le aziende agricole nel processo di crescita e riorganizzazione. Sono disponibili, da una prima verifica effettuata dalla Regione, risorse sufficienti per finanziare il progetto di filiera: a breve partirà dunque un insieme coordinato ed organico di operazioni e interventi mirati a favorire e rafforzare l’integrazione fra i diversi soggetti operanti nell’ambito della filiera, rafforzare l’aggregazione fra i produttori di base e migliorare concretamente le relazioni di mercato. Dalla Regione e dalla Provincia sarà emessa un’istruttoria di ammissibilità alle singole operazioni e/o interventi compresi nei progetti di filiera: le amministrazioni provinciali dell’Emilia Romagna hanno avviato dei controlli e stanno ora esaminando le domande Misura 121 delle singole aziende agricole, per quantificare le spese ammissibili e il relativo contributo concedibile. Q Per quanto riguarda le coperture finanziarie per i progetti di filiera, entro il 30 luglio 2010 saranno emesse le graduatorie definitive che stabiliscono quali spese inserite dai soci nei piani di investimento presentati possono rientrare a contributo. Si ricorda dunque ai soci che per potere beneficiare di tali contributi il piano di investimento non va completato prima dell’approvazione della graduatoria finale. In attesa dell’uscita della graduatoria il socio può realizzare parte degli investimenti, che in questa fase saranno naturalmente a proprio carico, non avendo la certezza del contributo. Si ricorda che per poter accedere ai contributi è necessario non terminare tutti gli investimenti previsti: per fare ciò è sufficiente non fatturare almeno una voce di spesa del piano presentato. Le graduatorie definitive che stabiliscono quanti e quali investimenti previsti dai soci saranno messi a contributo saranno pubblicate entro il termine previsto del 30 luglio 2010. “La sfida non è facile – dichiara Mario Tamanti, Direttore Finanziamenti e Progetti di Apofruit Italia – la campagna 2009 conferma le criticità del mercato dovute alla stagnazione dei consumi, non certo favoriti dalla crisi finanziaria in atto e dalle forti competizioni sui prezzi, sia a livello internazionale, sia con i nostri partner comunitari in particolare spagnoli. Gli squilibri derivanti dal mercato stanno provocando una perdita di redditività in un numero sempre maggiore di imprese. Occorre, pertanto, operare in modo efficace, dinamico e propositivo per organizzare l’offerta, fare economie di scala, innovare prodotti e processi produttivi, attuare sinergie nella filiera e commercializzare direttamente sui mercati al fine di provare a ottenere il migliore reddito possibile ai produttori associati. Dal momento che il settore ortofrutta ha delle difficoltà ad essere competitivo, deve necessariamente essere innovativo”. 5 PROGETTI DI FILIERA per la Regione Puglia Con la costituzione dell’ATS Puglia Fruit, Apofruit Italia come soggetto capofila partecipa al bando relativo ai progetti integrati di filiera per la Regione Puglia i è costituita il 12 marzo scorso l’ATS (Associazione Temporanea di Scopo) Puglia Fruit, un organismo che nasce con lo scopo di valorizzare le produzioni ortofrutticole di qualità di questa regione. In Puglia Apofruit Italia ha avviato un progetto integrato di filiera che prevede il coinvolgimento di una pluralità di soggetti con cui attivare investimenti singoli, distinti ma coordinati tra loro, che prevedono l’attivazione di diverse misure. La Misura 111, che definisce le ‘Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione’, la Misura 114 (Utilizzo dei servizi di consulenza), la Misura 121 (Ammodernamento delle aziende agricole), la Misura 124 (Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, pro- S cessi e tecnologie nei settori agricolo, alimentare e forestale) e la Misura 132 (Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare). “L’interesse manifestato dalle aziende socie in Puglia a realizzare un progetto integrato di filiera, ha portato alla costituzione di questa nuova associazione Puglia Fruit, che vede Apofruit Italia come soggetto capofila - spiega il Direttore Finanziamenti e Progetti di Apofruit Italia, Mario Tamanti - Ora, insieme ad altre cooperative del territorio, possiamo partecipare al bando relativo ai progetti integrati di filiera, che impone l’aggregazione di più imprese per poter accedere ai contributi”. Alla Misura 121, che, come sopra citato, definisce gli interventi per l’ammodernamento delle aziende agricole, in Puglia partecipano una ventina di aziende agricole, per un investimento previsto di circa 2 milioni di euro. Il progetto di filiera di Apofruit Italia in quest’area è stato presentato il 19 marzo. In tutte le regioni in cui sono localizzati i soci produttori di Apofruit Italia vengono esaminati i bandi dei PSR per verificare le opportunità di finanziamento in favore delle aziende agricole. Per quanto riguarda la Basilicata, in quest’area si sta esaminando il bando e a breve verranno contattate le aziende agricole per illustrare direttamente a ciascun produttore le possibilità offerte dal PSR. 6 PAGINE TECNICHE notizie SHARKA o VAIOLATURA delle drupacee Come riconoscere e combattere la malattia più grave che infesta le drupacee a Sharka, più comunemente nota come vaiolatura delle drupacee, rappresenta una delle malattie che su queste specie arreca maggiori danni a livello mondiale. La prima segnalazione del virus in Italia risale agli anni Settanta, su piante di susino e albicocco in Trentino. Nel 1982 viene segnalato in Emilia Romagna, sempre su susino e albicocco, e dalla fine degli anni Ottanta i focolai di sharka sono presenti pressoché su tutto il territorio nazionale. Le prime segnalazioni del ceppo PPVM su pescheti Romagnoli e Veneti risalgono infine alla metà degli anni L LA MALATTIA CHE COLPISCE LE DRUPACEE In alto a destra sintomi di sharka su frutti di pesco caratterizzati da areole tondeggianti dal contorno scolorito isolate o confluenti. Qui sopra sintomi tipici di PPV su fiori di pesco Novanta. Attualmente possiamo considerarci, per quanto riguarda la coltura del pesco ed il ceppo PPV-M, in fase epidemica di diffusione generalizzata, difficilmente eradicabile, nelle province di Verona e Forlì-Cesena. Il problema è in espansione in Lombardia, Veneto e altre aree della Romagna, mentre diversi focolai sono segnalati in Piemonte, Lazio, Basilicata, Marche e Trentino. Per quanto riguarda susino e albicocco, il ceppo “D” e raramente quello “M” sono presenti nel territorio di Vignola, con focolai in diverse altre zone di Italia. Le principali specie interessate da sharka sono albicocco, pesco, nettarine, percoche, susino europeo e cinogiapponese e portainnesti di drupacee. Sono colpiti secondariamente mandorlo, ciliegio acido e dolce. I sintomi della sharka su pesco, sono evidenti su foglie, frutti, fiori e rametti di un anno, mentre su albicocco si mostrano con maggiore chiarezza nel nocciolo del frutto (vedi foto). L’intensità di tali sintomi dipende dalla sensibilità varietale, dal ceppo di virus, dalle condizioni ambientali e da quelle di crescita delle piante (età e stato vegetativo), ma anche dalla posizione delle foglie o dei frutti sintomatici. In genere i sintomi non compaiono in maniera generalizzata, bensì su una parte limitata di foglie o frutti di un ramo e possono essere di breve durata e debole intensità. Non esiste inoltre alcuna relazione di intensità dei sintomi tra i diversi organi interessati (foglie, fiori e frutti). L’agente eziologico della malattia è il Plum pox virus (PPV) ed è noto sotto forma di sei differenti ceppi di cui due sono diffusi nelle nostre zone (PPV-M e PPV-D). I ceppi del virus si differenziano per alcune importanti caratteristiche biologiche quali la virulenza, il tipo di piante ospiti e la trasmissibilità da parte degli afidi. Gli isolati di PPVM (Marcus) prevalgono negli impianti di pesco, dove sono diffusi molto rapidamente da afidi, ma possono infettare anche susino e albicocco e rappresentano la forma epidemica di PPV. Gli isolati di PPV-D (Dideron) sono presenti quasi esclusivamente in impianti di susino e albicocco nei quali sono diffusi efficacemente da afidi i quali, tuttavia, raramente trasmettono il ceppo ad impianti di pesco anche se contigui. In generale PPV-D evidenzia una scarsa predisposizione ad infettare il pesco. PAGINE TECNICHE 7 La trasmissione del virus della sharka tra piante infette e sane, non avviene per seme, polline o ferite da taglio, bensì attraverso la moltiplicazione vegetativa di piante infette o per mezzo delle punture di afidi. La trasmissione operata da tali insetti fitomizi non è tuttavia di tipo persistente, ovvero, le particelle virali sono acquisite dagli afidi vettori durante le punture dette di “assaggio” sui tessuti infetti (punture della durata di pochi secondi, 15-20). Tali particelle sono trattenute dagli stiletti dell’apparato boccale dell’afide, per essere successivamente inoculate su piante sane durante la ripetizione di altre punture di “assaggio”. La persistenza dell’infettività del vettore (afide) è limitata ad un tempo di 1-3 ore. Conseguentemente a ciò si comportano da vettori del virus sia specie di afidi che colonizzano abitualmente le drupacee, sia specie che frequentano occasionalmente queste piante. In tale contesto i trattamenti aficidi possono contribuire al conteni- mento del problema, ma non ne prevengono la diffusione in campo. La prevalente attività di volo degli afidi vettori si verifica nei mesi da aprile a giugno, a cui corrisponde il periodo di maggiore diffusione dell’infezione in campo. Gli afidi infetti da virus della sharka sono proporzionali alla quantità di sorgenti di inoculo (piante infette) presenti in una determinata area. Con elevati livelli di infestazione di PPV-M L’INFEZIONE SI MANIFESTA PRIMA SUI RAMI In alto tipiche areolature da sharka su foglie di pesco infetto; qui sopra sintomi di sharka su rammetti di un anno con evidenti areole più chiare contornate da un alone rossastro su pesco (diversi focolai di sharka disseminati nel territorio), la percentuale di afidi infetti può arrivare al 50%. Le misure di lotta approntabili contro il virus della sharka sono esclusivamente di carattere preventivo e vanno condotte secondo tre direttrici: Messa a dimora di materiale vegetale sicuramente sano, rapida distruzione degli alberi infetti non appena viene riscontrata lo stato di malattia, impiego, ove disponibili, di varietà resistenti. Qualora venga riscontrata in un pescheto la presenza della malattia (PPV-M), in caso di mancata asportazione delle piante infette, il tempo che intercorre per la sua totale diffusione all’intero impianto, è valutato in 5-6 anni. Questo periodo, nel caso di un albicoccheto (PPV-D o M) si dilata a 15-16 anni. Questa differente evoluzione epidemiologica è imputabile sia alla maggiore efficienza degli isolati di PPV-M nell’infettare il pesco dopo l’inoculazione mediante afidi, sia alla diversa durata del periodo di fornitura dell’inoculo agli afidi da parte rispettivamente di pesco e albicocco. Nel 8 PAGINE TECNICHE notizie primo caso infatti PPV-M su pesco viene diffuso dalla foglia inoculata a tutta la pianta in 4-5 anni, mentre PPV-D o M su albicocco tende a rimanere localizzato nella branca inoculata dagli afidi. Nel secondo caso la disponibilità di inoculo per gli afidi và dalla ripresa vegetativa fino ad agosto nel caso del pesco, e dalla ripresa vegetativa fino a giugno nel caso dell’albicocco. Sulla base di alcune esperienze condotte in Francia, partendo da pescheti con modesti livelli di infestazione (1%), la diffusione del virus della sharka (PPV-M), qualora si proceda tempestivamente all’asportazione ed eliminazione delle piante interessate dal virus (attraverso 2-3 scrupolosi sopralluoghi annuali), avviene ad un ritmo del 2-4% annuo, per una decina di anni. In tali contesti le nuove infezioni sono imputabili sia ad afidi infettati da piante presenti nel frutteto con VIOLATURA DELLE DRUPACEE SULLE FOGLIE Sopra sintomi di sharka su foglie di albicocco IN EVIDENZA Possiamo quindi sintetizzare la situazione sottolineando l’elevato potenziale epidemico degli isolati di PPV-M in impianti di pesco, rimarcando il fatto che il principale vettore del virus è rappresentato dagli afidi, che le principali fonti di inoculo sono costituite da piante di pesco infette e che la diffusione del virus attraverso gli afidi si realizza essenzialmente a breve distanza da un pesco infetto, ma sono possibili anche disseminazioni a lunga distanza. Nella profilassi l’unica pratica in grado di limitare i danni da sharka nei frutteti colpiti è rappresentata dalla rimozione dei peschi infetti: rimozione che deve essere fatta in maniera tempestiva, ripetuta nell’anno e continuativa negli anni. In tal modo la diffusione del virus viene attivamente contrastata senza tuttavia arrivare all’eradicazione. Una buona profilassi preventiva richiede un attento, scrupoloso e continuativo monitoraggio dei frutteti a rischio, pertanto è assolutamente necessaria la collaborazione dei singoli agricoltori che debbono assumere la totale consapevolezza che il problema sharka, qualora presente, và denunciato e contenuto come precedentemente detto. A supporto del monitoraggio che ciascun produttore dovrebbe fare nei propri frutteti, inseriamo una serie di foto identificative dei sintomi della sharka, sottolineando che la fioritura e la raccolta dei frutti rappresentano, per maggiore evidenza dei sintomi, i due momenti più importanti per individuare la malattia. infezioni latenti non individuate durante i sopralluoghi, sia ad afidi con virus provenienti dall’esterno dell’impianto. La diffusione spaziale della sharka nell’ambito di un frutteto infetto, indica chiaramente come siano le piante ammalate non prontamente sradicate a costituire l’epicentro delle successive infezioni. Le indagini condotte invece sulla dinamica di diffusione del virus tra diversi pescheti, segnalano che il 90% di nuove piante infette vengono ritrovate nel raggio di 200 metri da frutteti previamente interessati dalla malattia. Aspetti normativi La normativa che regolamenta la gestione della lotta e della prevenzione al virus della sharka si è recentemente aggiornata con il decreto di lotta obbligatoria del 28 luglio 2009. Questo modifica in maniera sostanziale il precedente dispositivo di legge, colmandone alcune lacune. Uno dei punti più importanti ed innovativi della nuova normativa è rappresentato dalla suddivisione del territorio in aree con differenti rischi fitosanitari. Tale suddivisione spetterà ai servizi fitosanitari regionali i quali dovranno inoltre regolamentare l’attività di prelievo e produzione di materiale di moltiplicazione vegetale in funzione dello stato fitosanitario del territorio di competenza e nelle modalità stabilite dal decreto. 1) Zona indenne: territorio dove non è stato riscontrato il virus PPV o dove lo stesso è stato eradicato ufficialmente 2) Area contaminata: campo di produzione o vivaio in cui è stata accertata ufficialmente con analisi di laboratorio la presenza del virus PPV 3) Zona di insediamento: territorio dove il virus PPV è in grado di perpetuarsi nel tempo e la sua diffusione è tale da rendere tecnicamente non più PAGINE TECNICHE possibile l’eradicazione. 4) Zona tampone: zona di almeno 1 km di larghezza di separazione tra una zona indenne e un’area contaminata o un’area di insediamento. I servizi fitosanitari regionali avranno inoltre il compito di intensificare i controlli nelle aree ritenute indenni e tampone per arginare la diffusione dell’infezione, oltre a quello di definire lo stato fitosanitario del territorio (attraverso mappature) e di definire adeguate misure fitosanitarie per ciascun tipo di zona indicato nel decreto. Nelle aree contaminate le piante sintomatiche vanno estirpate capitozzate entro 15 gg dalla data di notifica ufficiale e sradicate per evitare l’emissione di polloni entro l’inizio della stagione vegetativa successiva. Il servizio fitosanitario regionale dispone l’estirpazione di tutto il frutteto qualora la percentuale di piante sintomatiche sia superiore al 10%. Il vincolo dell’estirpazione può essere esercitato a discrezione dall’autorità regionale anche con percentuali più basse di piante infette. Ovviamente da tali zone come in quelle di insediamento della malattia, è fatto assoluto divieto di prelevare materiale vegetale di moltiplicazione per le drupacee sensibili al virus. Nelle zone di insediamento sono previste interessanti forme di coinvolgimento dei frutticoltori nella vigilanza della malattia, attraverso le loro strutture produttive e professionali, così come avviene già da anni in alcuni paesi europei con frutticoltura avanzata e di eccellenza. Infine nelle zone tampone il servizio fitosanitario regionale provvederà annualmente a monitorare gli appezzamenti di drupacee 9 FUTTI COMPROMESSI Nella foto sintomi di sharka su frutti di albicocco sensibili siti in esse. La normativa dispone inoltre precise limitazioni all’autoproduzione di piante a livello aziendale ed è piuttosto meticolosa nel regolamentare la produzione di drupacee nei vivai, nel definire le fonti di approvvigionamento del materiale di moltiplicazione e le misure da adottare in caso di comparsa del virus in vivaio. Questi ultimi aspetti costituiscono punti estremamente sensibili della normativa e sono il risultato di un serrato confronto con il comparto vivaisti- co. D’altra parte, tra il timore dei vivaisti che temono vincoli eccessivi all’esercizio della loro attività, e il diritto degli agricoltori ad essere tutelati e garantiti sulla disponibilità di un materiale vegetale esente dal virus della sharka, non era facile muoversi. Ringraziamenti Si ringraziano vivamente il prof. Luciano Giunchedi e la dott.ssa Annarosa Babini dalle cui esperienze e lavori sono state tratte le informazioni riportate nell’articolo. AREOLE TONDEGGIANTI SULLA BUCCIA DEI FRUTTI Nella foto a sinistra sintomi di sharka su frutti di susino. A destra areolature scolorite su nocciolo di albicocca colpita da sharka 10 notizie FRUITLOGISTICA Berlino 2010 i tratta della più grande manifestazione di settore a livello europeo, e a confermarlo sono anche quest’anno i numeri da record registrati nelle tre giornate di durata della fiera. 53.000 partecipanti da 130 paesi di tutto il mondo: è stato questo il volume di affluenze a Fruitlogistica, il grande salone ortofrutticolo che si è tenuto a Berlino dal 3 al 5 febbraio scorso. Ogni anno propone una vasta panoramica del mercato mondiale, dalla produzione al commercio dei prodotti ortofrutticoli freschi. Anche l'area espositiva ha visto dati molto significativi: i padiglioni espositivi erano occupati da 2.302 stand provenienti da 71 paesi, con un'ampia rappresentatività di tutti i segmenti della filiera ortofrutticola. La presenza estera più nutrita è stata quella degli espositori italiani (413), i più numerosi rispetto S ai colleghi spagnoli (311), tedeschi (244), francesi (239) e olandesi (217). Anche nell’edizione 2010 è tornato protagonista lo stand collettivo di Piazza Italia, coordinato da CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli), che ha visto riunite in oltre 800 metri quadri di superficie 30 imprese italiane leader di settore. Fra queste naturalmente Apofruit Italia, che ha partecipato al salone insieme ad Almaverde Bio. Fruit Logistica costituisce infatti un prodotto di punta, una vetrina di rilievo internazionale a cui sono presenti ogni anno tutte le aziende leader nel panorama ortofrutticolo. Difficilmente altri settori produttivi del mondo possono vantare un appuntamento di tale rilevanza, nel quale tutti i principali attori della filiera si incontrano tutti insieme. LE ULTIME FRONTIERE DEL BIOLOGICO A BIOFACH 2010 Si è tenuto dal 17 al 20 febbraio scorso in Germania, a Norimberga, BioFach 2010, la fiera internazionale del biologico dedicata quest’anno al commercio equosolidale e alla gestione sostenibile delle risorse. “Si tratta del più importante salone mondiale dei prodotti biologici, che si conferma ogni anno come una vetrina interessante e soddisfacente, a cui una realtà leader del settore come la nostra non può assolutamente mancare”, commenta il direttore di Almaverde Bio, Paolo Pari. Come nelle passate edizioni, Almaverde Bio era presente nei padiglioni fieristici di Norimberga nello spazio del Consorzio “Il Biologico” di Bologna: qui erano riunite tutte insieme alcune realtà leader del settore. Canova, che ha presentato i nuovi prodotti di IV e V gamma, Besana per la frutta secca, Fruttagel per gli ortaggi surgelati, i nettari di frutta e le passate di pomodoro e Fileni con l’assortimento completo delle carni. Anche quest'anno, nonostante la crisi e le difficoltà che il mercato si trova ad affrontare, il biologico ha dimostrato di essere un settore che non si arrende e continua ad affermarsi facendo sfoggio di nuovi prodotti che si presentano sempre meglio e con una gamma sempre più ampia. Si tratta infatti di un mercato che risponde a problematiche molto sentite del nostro tempo, che esprime valori che costituiscono soluzioni essenziali ad un’economia sostenibile, alla sicurezza alimentare, in definitiva ad una migliore qualità della vita. “Da sottolineare – conclude il direttore di Almaverde Bio – la grande presenza di espositori italiani, che come numero erano secondi solo ai colleghi tedeschi, che in questa occasione giocavano in casa”. DALL’EMILIA 11 Indicazioni PRODUTTIVE 2010 per patate cipolle e pomodoro di Franco Girotti causa di un inverno che possiamo definire inclemente, a quest’oggi (prima decade di marzo) non sono ancora state eseguite le semine di alcuni fondamentali ortaggi, anche se naturalmente le programmazioni degli investimenti sono state da tempo definite. Per quanto riguarda la patata, l’ettarato della base sociale della cooperativa per il 2010 rispecchia quello dell’anno precedente: gli ettari totali (circa 330) sono suddivisi principalmente tra le varietà consolidate e cioè Primura, Agata, Vivaldi, ma sono comprensivi anche di alcune conferme come Ambra e novità come Elfe. Il seme acquistato è per la maggior parte di provenienza olandese, tuttavia per quanto concerne Primura è stato acquistato anche da Francia e Scozia; per quet’ultima origine nutriamo una A certa aspettativa dal momento che si tratta di seme migliorato qualitativamente. La qualità del seme è fondamentalmente buona, anche se in alcuni lotti è assai presente scabbia argentea ma anche profonda. Il calibro è mediamente piccolo. Pur mantenendo le superfici, è opportuno evidenziare una flessione in provincia di Bologna, con uno spostamento in Romagna e in Veneto. Per la cipolla, dove si prevede a livello nazionale un incremento delle superfici del 10-20% nei confronti del 2009, Apofruit Italia in controtendenza ha invece ridotto, anche se di poco, le superfici per motivi di programmazione commerciale: questo principalmente per mantenere lo stoccaggio del prodotto all’interno della cooperativa, in quanto affittare celle esterne comporta inevitabilmente un aggravio di costi che pesano sul bilancio della coltura. E’ prevista una produzione di circa 72.000 q.li. con un 26% di cipolla bianca, un 54% di cipolla gialla e un 20% di cipolla rossa. La programmazione del pomodoro da industria è inevitabilmente diversa e più complessa poiché deve essere concertata con le industrie di trasformazione che ritirano il prodotto. Gli ettari programmati da Apofruit Italia che hanno rispettato gli obiettivi fissati sono circa 500 di prodotto convenzionale e 70 di prodotto biologico. Con le altre O.P. e con le industrie si è concordata una diminuzione degli ettari rispetto al 2009, per non dare origine a scorte di prodotto trasformato. Il prezzo concordato è di 70 euro/tons. mantenendo la cosiddetta “scaletta qualitativa” che premia principalmente l’elevato grado brix del pomodoro. Sono da sommare i contributi per il disaccoppiamento. Giunti a questo punto ci si augura che l’andamento stagionale rientri nella norma consentendo le semine dei prodotti. 12 DAL LAZIO notizie Danni da NEVE nei frutteti del Lazio di Fabio Marocchi el mese di febbraio 2010 ci sono state delle nevicate nell’area di Latina. In particolare nel territorio dei comuni di Velletri, Lariano e Cori se ne è verificata una molto abbondante che ha raggiunto i 30 cm in poche ore e che ha creato diversi danni ad alcuni impianti di produttori coperti da reti antigrandine. Purtroppo si registrano danni seri in quanto le reti erano “aperte”, e, anche se le strutture portanti sono state costruite con criteri di sicurezza piuttosto elevati, alcune di esse sono collassate sotto il peso della neve. Da considerare che l’evento è stato molto violento per intensità e, oltre che per la quantità di neve caduta, per essere stato accompagnato da forti venti. Si deve però fare un’analisi delle strutture che hanno subito danni. Quelle maggiormente colpite sono le classiche a tettino, dove non c’era un filo portante ortogonale alle file di sostegno della rete, mentre in un altro caso sono fuoriuscite le “ancore” (basette) dal terreno. Gli impianti fatti a “rete piana” hanno resistito meglio perché la struttura, per la sua tipologia costruttiva, scarica il peso su tutte le ancore ed è distribuito N omogeneamente su tutta la superficie della rete. Questo tipo migliore di resistenza si è dimostrata anche durante le forti grandinate del periodo estivo. C’è da sottolineare, però, che gli ancoraggi e il dimensionamento dei cordini diviene fondamentale per la sicurezza, anche in caso di vento. Nella nostra zona non siamo certo preparati a questi eventi, ma comunque possiamo dire che le strutture fino ad oggi installate dai soci dietro le esperienze dei primi impianti sono piuttosto sicure, come dimostrato dagli eventi grandinigeni degli anni scorsi. Alcune aziende hanno comunque attuato un sistema a corde per le reti piane, dove si possono aprire e chiudere le reti da terra con 2-3 giornate ettaro di manodopera. Probabilmente sono sistemi che le zone delle nostre colline a rischio neve devono adottare. Il mese di febbraio, oltre che per la neve, sarà ricordato anche per le prolungate basse temperature, situazione che è stata benefica ai fini dell’accumulo delle ore di freddo. Infatti alla fine di gennaio eravamo intorno alle 600 ore sotto i 7°, mentre con il mese di febbraio siamo arrivati a quasi a 900 ore. Questo è un buon preludio per avere un buon germogliamento del kiwi verde. A proposito di danni da freddo si vuole fare un appunto sulle voci che corrono circa i danni da gelo nel Nord Italia. Ad oggi segnaliamo danni su piante e gemme in alcuni impianti, ma dobbiamo ricordare che non è possibile fare stime di mancanza di produzione finchè non ci sarà il germogliamento delle piante per verificare i reali danni. Pertanto si raccomanda di proseguire con le regole della Buona Pratica Agricola che prevede una buona potatura con il giusto carico di rami, buona impollinazione e buon diradamento, non lasciandosi prendere dal desiderio di produrre in modo eccessivo tralasciando la qualità finale. Vi ricordiamo che, comunque, a prescindere dalle annate, il prodotto più ricercato dal mercato è sempre il frutto di medie dimensioni e precisamente quello di 100 gr.