ILTEMPO - 01_NAZIONALE - 10 - 29/06/00 - FRASTO - 28/06/2000, 23:07 - Black 10 10 CRONACHE DAL MONDO GIOVEDÌ 29 GIUGNO 2000 I REPORTAGE DE IL TEMPO IL TEMPO La regione del Caucaso più vicina all’Occidente e ai valori cristiani La Repubblica di Georgia è situata nel sud del Caucaso, confina con la Russia a nord, l’Azerbaijan a sud est e la Turchia a sud ovest. Capitale dello stato è Tiblisi dove abitano circa un milione e mezzo di georgiani dei circa cinque milioni censiti. La nazione è divisa amministrativamente in 12 regioni, 63 distretti e otto città principali. Dal 1991, dopo il dominio sovietico, è una repubblica indipendente confederata alla Csi. Per quasi mille anni è stata governata dalla dinastia Bagrationi, i re che hanno unificato al nazione. Ricca di acqua, sono oltre 25 mila i corsi d’acqua e 870 laghi. Presenti giacimenti di gas e petrolio. In tutto il Paese sono presenti numerose testimonianze cristiane di epoca medioevale e alcune risalenti già al I secolo d.C. dall’inviato TIBLISI — «Tutto ciò che possiedo è quanto ho donato». Sciota Rustaveli, il maggior scrittore georgiano sintetizza così nel suo romanzo «Il cavaliere dalla pelle di pantera», lo spirito di questa nazione incastonata nella penisola caucasica. Un popolo ospitale e generoso che nonostante settant’anni di dominio sovietico non ha perso la sua identità. Anno duemila e tremila anni di vita per questo Paese che a fatica cerca di affacciarsi all’Europa verso la quale ha sempre volto lo sguardo e a cui è vicina da antichi legami. La mitica Colchide del «vello d’oro», patria di Medea e meta degli Argonauti, la patria di Stalin, oggi è un nazione che afflitta da difficoltà economiche, dai postumi di una guerra civile per la secessione dell’Abkhazia, affronta con coraggio la sfida che il suo presidente Eduard Shevardnadze ha imposto. Quella di combattere la corruzione, privatizzare le imprese e stringere legami sempre più forti con l’Occidente. E così la Georgia è entrata a far parte del Consiglio d’Europa e ha iniziato i contatti per aderire all’Alleanza atlantica. Georgia terra cristiana, meta dell’evangelizzazione degli apostoli Andrea e Simone, è stata sempre un baluardo contro le invasioni islamiche. La gloria georgiana trova la sua esaltazione a Didigori, impervia località a ovest di Tiblisi, dove uno sparuto esercito alla guida di Re David sbaragliò 600mila persiani. Una moumentale scenografia è stata costruita nel periodo bresneviano, quasi un contentino al patriottismo dei georgiani. Una battaglia in difesa della cristianità. E sono tantissi- La mitica Colchide afflitta dai mali provocati da settant’anni di comunismo dall’inviato MAURIZIO PICCIRILLI TIBLISI — È l’uomo della perestrojka. Il politico che insieme a Gorbaciov ha contribuito al cambiamento in Unione sovietica, a quello che in Occidente è stato definito il crollo del comunismo. Oggi, Eduard Shevardnadze è presidente della Georgia. Lasciato il ruolo di primo piano nella nomenklatura sovietica è tornato a guidare il suo Paese. Tra mille difficoltà. Ha subito due attentati e dovuto affrontare una guerra fratricida nella provincia della Abkhazia. Il suo partito, l’Unione dei cittadini, ha ottenuto nele ultime elezione una vittoria schiacciante. Shevardnadze chiede l’ingresso della Georgia nella Nato e lo smantellamento delle basi che Mosca mantiene nella repubblica ex sovietica. Il 20 giugno scorso è stato tra i firmatari dell’accordo anti terrorismo siglato tra i rappresentanti della Csi a Mosca. Un piano contro i tentativi di destabilizzazione nelle repubbliche dell’ex impero sovietico. Il secolo appena trascorso è stato contraddistinto da guerre. La pulizia etnica è stata attuata in molti paesi del mondo. Lei, signor Presidente è stato da sempre un propugnatore della pace. Quando era ministro degli esteri dell’Urss è stato tra i protagonisti del processo di distensione internazionale. Si è sempre detto contrario all’uso della forza, a meno che questa non sia necessaria per eliminare altre tragedie. Cosa dovrebbero fare le nazioni, l’Occidente per ridurre i rischi di nuovi conflitti. «Ritengo questo uno dei più gravi problemi del mondo odierno. Con il cuore pesante mi duole dire che purtroppo, la fine della guerra fredda non distrusse tutti i muri che separano le persone e le nazioni. I muri dell’odio e della xenofobia separano ancora i cuori delle persone. Noi tutti credevamo e io tra gli altri che il crollo del muro di Berlino era l’auspicio di un’epoca senza guerra. Purtroppo abbiamo sbagliato. Insieme alla fine della guerra fredda alcuni credettero che la missione del- la nuova idea era esaurita. Forse proprio in questo abbiamo commesso fatali errori. Ribadisco che non dobbiamo rinunciare alla nuova mentalità, dobbiamo svilupparla perchè solo grazie ad essa possiamo rispondere alle sfide crudeli di oggi. Il genocidio dei Giorgiani in Abkhazia e la pulizia etnica è uno degli esempi più tragici che ci avverte su cosa può accadere ignorando i conflitti locali. Tali conflitti covano terribili trappole. Rischi globali catastrofici (appena 10 anni dopo il crollod el Muro) siamo stati sull’orlo di un conflitto mondiale in Kosovo quando la pulizia etnica divenne il confronto tra potenze atomiche. Come prima sono contro l’uso della forza per risolvere problemi politici. È molto più importante non arrivare a momenti tragici e per questo dobbiamo essere rigorosi nello spegnere il fuoco in ogni apparizione di odio etnico che potrebbe avere dimensioni mondiali. Molto importante è punire i criminali di guerra, estirpare i motivi di questa xenofobia. Garantire il ritorno dei profughi e la ricostruzione della giustizia altrimenti nei vari angoli del mondo, compreso il Caucaso, queste fiamme accese prima o poi si trasformeranno in un grande incendio. Occorre uno sforzo comune delle grandi potenze nel mettere ordine nei conflitti locali per non usarli come argomento di confronto e pressione. Credo che la giustiza vincerà. Il XXI secolo e III millennio diventi per tutte le persone di buona volontà, con lo sforzo di piccole e grandi nazioni, un’epoca di convivenza pacifica». Si devono rivedere ruolo e impegni degli organismi internazionali. «Il sistema attuale della sicureza internazionale venne creata nel XX secolo con le condizioni della guerra fredda. Quel sistema porta i segni dell’epoca, dunque ritengo che oggi che il mondo non è divi- GEORGIA Una nazione antica in cerca di riscossa me le chiese e i monasteri che nel periodo del rinascimento georgiano, tra il mille e il milleseicento i re della dinastia dei Bagrationi hanno innalzato. Ancora oggi il popolo, i nuovi governanti rendono onore a questa famiglia reale che ha costruito l’unità e difeso l’indipendenza della Georgia. Ma le ferite aperte dal post comunismo rischiano di infettarsi. La guerra fratricidia in Abkhazia ha prodotto migliaia di profughi che dalla regione a nord si sono riversati nel paese. Rifugiati al limite della sopravvivenza, ospitati in alloggi di fortuna e in qualche caso in alberghi fatiscenti, da tre mesi non ricevono il sussidio statale di 11 lari, pari a undici mila lire. Ma sono ben sette i mesi che gli statali non prendono lo stipendio corrispondente a circa sessantamila lire italiane. Così l’apparato dello Stato rischia il collasso. Ministeri senza telefono e luce e intanto la libera impresa cerca sbocchi. La distilleria di birra «Kazbeghi» lavora a pieno ritmo. Il vino della regione di Kakheti è venduto persino negli Usa. Ma il Disertire Bazaar si riempe ogni giorno di povera gente che vende cianfrusaglie per poter acquistare poi un pezzo di pane. E al mercato del Ponte secco nella Capitale, si vendono i gioielli di famiglia, argenteria e ceramiche per sopravvivere. Nelle campagne, nonostante un’agricoltura fiorente, il clima di insofferrenza non è minore. «Se incontro Shevardnadze gli dico io quello che penso», si lamenta Manana, un’anziana contadina che aspetta la pensione da non si sa quanto tempo. E tutti guardano all’Occidente come l’unica speranza di rinascita. Mau.Pic. La democrazia è minacciata da una grave crisi economica. L’Abkhazia resta una ferita aperta basi della democrazia. Il rispetto verso la Chiesa ortodossa georgiana non esclude lo stesso rispetto verso le altre chiese. Nel III millennio che è ritenuto il secolo di computer e internet la religione mantiene la sua importanza perchè essa è intrisa di comprensione e fedeltà agli ideali del bene». Balcani, Cecenia, Tagikistan e anche Abkhazia. Tanti conflitti locali che minano la sicurezza e la pace. Shevardnadze, uomo di pace, cosa pensa si possa fare per porre fine a queste situazioni. «Il virus del separatismo aggressivo e dell’odio etnico si sviluppa molto rapidamente. Ripeto non siamo riusciti a estirpare quell’ambiente dove esso nasce. Non siano riusciti acreare i sistemi di difesa. L’impunità dei delinquenti colpevoli della pulizia etnica è un fatto grave come il quello di non dare giustizia ai profughi. Tutto ciò crea i precedenti che rafforzano la possibilità di ripetere le tragedie in varie parti del mondo. Tutti questi conflitti non siamo riusciti a evitarli. Occorreva adottare decisioni immediate. Ue, Onu, Consiglio di sicurezza debbono elaborare un meccanismo adeguato e laddove è necessario anche l’uso della forza perchè sia evitato il conflitto etnico e venga spento l’incendio del separatismo agressivo. È sempre più facile prevenire l’incendio che spegnerlo». Putin ha aperto un nuovo corso nella storia della Russia. Vuole riportarla agli antichi splendori. Come sono i rapporti con Mosca. La rivincita comunista, come ebbe modo di chiamarla tempo addietro, è veramente un pericolo per la pace mondiale. «La minaccia della rivincita comunista di cui ho parlato alcuni anni fa non ha niente a che fare con Vladimir Putin. Egli è un politico intelligente e ponderato ed è impossibile Intervista con il presidente Eduard Shevardnadze, uno degli artefici della perestrojka «Cambiare l’Onu secondo il nuovo ordine mondiale» so in due blocchi ha bisogno di sistemi globali con nuove mete e pronto alle nuove sfide. Dalla tribuna della Ue ho dichiarato che persino la più universale delle organizzazioni necessita di serie modifiche. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu deve rispecchiare le realtà attuali e ampliare i membri permanenti. Per esempio al Giappone e alla Germania. È indispensabile rivedere il diritto di veto. Di modernizzare tutte le organizzazioni internazionale. La globalizzazione non è solo un problema economico. Si deve innanzitutto creare un nuovo sistema di coordinamento che tenga presente la realtà della epoca post guerra fredda». Figura importante di questi ultimi vent’anni è stata quella di Giovanni Paolo II. Il suo impegno per la Pace è stato determinante. Anche nella caduta del regime comunista dei paesi del blocco sovietico. «Quando Sua Santità Giovanni Paolo II è venuto in Georgia ci siamo ricordati del nostro primo incontro quando il contrasto Il Presidente della Georgia, Eduard Shevardnadze ritratto in un momento di relax con la famiglia. Sotto, mentre giura fedeltà alla Chiesa e alla Patria al cospetto del Patriarca ortodosso Ilias II. In alto una veduta aerea di Svetiskoveli la cattedrale di Mtskheta, l’antica capitale, dove sono sepolti i re della dinastia Bagrationi. (Foto di Maurizio Piccirilli e Sak Inform) globale era una minaccia. Ora ribadisco che il Papa con il suo eroismo, la sua generosità, la sua fedeltà ai valori umani contribuì enormemente nel distruggere il regime bolscevico antiumano e aggressivo e alla vittoria degli ideali di libertà». Dopo la rivelazione del terzo segreto di Fatima, cosa pensa di questo uomo venuto dall’Est così impor- tante nella storia del XX secolo. «Ogni uomo, nonostante le diversità religiose, seguiva con grande interesse la rivelazione del III segreto di Fatima. Ricordo come fummo colpiti nel maggio dell’81 dal crudele attentato al Papa e, per uno che più volte ha sentito cosa vuol dire essere nel mirino degli attentatori, immagino bene cosa ha provato quando si rivelò il segreto di Fatima e grazie alla volontà del Signore non morì. Anch’io credo che di essermi salvato per volontà di Dio il 29 agosto dell’95 e il 9 febbraio ’98 perchè non ho ancora easurito la missione verso il mio Popolo e la mia Patria. Così anche Giovanni Paolo II è incaricato da Dio per compiere una missione». La Religione e la Chiesa cristiana hanno sempre svolto un ruolo importante nella vita della Georgia. Dopo la visita del Papa e nell’anno del Giubileo cosa rappresnta la Chiesa in Georgia e nel Mondo. «La Costituzione della Georgia afferma e riconosce il ruolo particolare che ebbe la Chiesa Ortodossa Apostolica nella plurisecolare storia del nostro Paese. Si potrebbe dire che la Chiesa salvò il nostro Stato e proprio essa era l’ultimo rifugio. La Chiesa esortava la nazione nella lotta per la salvaguardia della sua identità. Nell’epoca attuale la Chiesa ortodossa georgiana rafforza le idee umanitarie e i valori di tolleranza che sono le che lui non capisca che la Russia ha bisogno nel Caucaso di una Georgia stabile e amica. Che il buon vicinato corrisponde non solo agli interessi della Georgia ma anche della Russia. Putin sa perfettamente che la Russia ha interesse nell’integrarsi nel mondo democratico.Una Russia democratica e forte è uno dei pilastri dell’architettura mondiale. Purtroppo certi circoli potenti a Mosca cercano come prima non la gloria della Russia democratica ma di far rivivere il fantasma dell’imperialismo. Il loro sforzo è destinato alla sconfitta. Perchè girare indietro la ruota della storia è impossibile». I frutti della perestrojka sono ormai appassiti? «I risultati della perestrojaja non perderanno il loro significato perchè grazie a essa l’umanità ha potuto evitare la minaccia termoatomica. Quegli ideali entusiasmano ancora milioni di persone in tutto il mondo per salvaguardare gli ideali della democrazia e della pace». La crisi politica, sintomo di una democrazia in crescita, sta forse impedendo lo sviluppo economico della Georgia. «Durante gli ultimi otto anni abbiamo creato lo Stato democratico e libero della Georgia. Ma non è stata una trasformazione semplice. Dopo la riforma economica radicale, la maggior parte del prodotto interno è realizzato nel settore privato. La libertà delle imprese ci diedero risultati positivi. E parallamente la partecipazione ai progetti globali ci creano condizioni stabili. Oltre il passaggio di oleodotti e gasdotti nella stessa Georgia è stato trovato il petrolio che presto porterà introiti notevoli al bilancio dello Stato. Dopo aver risolto i problemi in Abkhazia e Ossezia il rinnovamento avrà una nuova spinta. La Georgia ha ritrovato il suo ruolo nella Regione e questo accelererà le trasformazioni economiche. Per il nostro paese ha una grandissima importanza risolvere i problemi sociali ai cittadini e rendere meno gravosa la situazaione. La battaglia contro la corruzione in breve tempo contribuirà al miglioramento della qualità della vita».