Sinossi del romanzo Il Capriccio della Dea di Riccardo de Sangro, ed. Guida, Napoli Gli avvenimenti che vedono coinvolti i protagonisti sono situati nel primo decennio di questo secolo, concentrando il tal modo l’acme narrativo tra l’agosto del 2005 e quello del 2006; ma le storie di oggi affondano le loro radici in un passato remoto e si rispecchiano in un futuro prossimo. La scelta di Costanza e di Sveva e dei rispettivi compagni di non avere figli fa da contraltare al suicidio di un avo. In tutti e due i casi – violenza contro se stesso e mancata maternità – pur trattandosi di scelte libere e consapevoli, trionfa la cultura della morte. Nemesi, la dea che sovrintende al rispetto delle leggi naturali punisce per suo capriccio ciò che eccede la giusta misura abbattendosi sui discendenti anche a distanza di più generazioni per ristabilire l’ordine sconvolto da un atto contro natura. Ma Ruggero, padre di Costanza, e la sua compagna Nora non si arrendono al destino e al capriccio della dea, e studiano il modo per sopperire alla mancata discendenza. Nora desidererebbe lei ora, dall’uomo che ama, un figlio, ma per età solo l’inseminazione artificiale glielo potrebbe consentire. Con coraggio affronta la prova degli accertamenti preliminari, ma è costretta a rinunciare, non tanto per impossibilità quanto per coerenza: come è innaturale per una coppia non sterile rinunciare a dare la vita, come è innaturale dare a se stessi la morte, può essere innaturale sovvertire con mezzi meccanici il normale flusso della natura. A fronte di questo tema centrale: la necessità della nascita, la bellezza di dare la vita, altri ad esso connesso si sviluppano nelle storie dei numerosi personaggi. L’azione si sposta dall’Italia alla Francia, al Marocco, alla Siria, dove le vicende di Ruggero e Nora intersecano quelle di altri giovani, chi dedito al teatro, chi agli studi. Tra questi ultimi Viola e Giordano, che si conoscono sulle spiagge del Conero e si innamorano, e sono costretti dalle esigenze delle loro scelte lavorative ad emigrare a Pechino con il piccolo Leonardo appena nato nella disapprovazione generale, in particolare dei rispettivi genitori che vedono sfumare, per la nascita considerata prematura del nipote, le brillanti carriere cui sia l’uno che l’altro parevano destinati. Ma il tempo darà ragione ai giovani. L’elemento connettivo delle storie è il primato del corpo, vissuto nella semplicità e nell’armonia con la natura, e l’amore nelle sue molteplici forme, da quello parentale, che spinge per la sua realizzazione fino all’esperienza traumatica dell’inseminazione artificiale, a quello che unisce gli adulti, etero o omosessuali. Travalicare l’esile confine che separa l’incontro fondato sulla parola dall’incontro fisico può essere vissuto da sensibilità straordinarie ed essere un atto d’amore. Il figlio di Ruggero e Susanne, Raimondo, segnerà la sconfitta della Dea. Biografia dell'autore Di antica famiglia napoletana Riccardo de Sangro vive a Firenze. Formazione classica e laurea in Giurisprudenza. Studi di linguistica applicata e didattica delle lingue. Titolare di cattedra di letteratura francese ha svolto attività di docenza e di formazione in Italia e in Università estere, su incarico del MAE. Pubblicazioni in Atti di Congressi e articoli specialistici. Nel 2006 esce il suo primo romanzo Ma di decembre ma di brumaio, ed. Maremmi, Firenze.