GESTIONE DEI
DRENAGGI
I DRENAGGI
Definizione: Sistema temporaneo che
permette di drenare (convogliare) all’esterno
le secrezioni (siero, sangue, pus, ecc…), o
depositi gassosi patologiche o fisiologiche;
16/11/2013
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Autore Massimo
Spalluto
I DRENAGGI
Scopi:
•drenare all’esterno secrezioni o sacche di gas (aria)
patologiche e/o fisiologiche;
• evitare la formazione di ematomi o raccolte di
secrezioni nelle cavità naturali o nei piani di scollamento;
• favorire l’emostasi, ridurre gli spazi morti in cavità
neoformate;
• ristabilire la pressione negativa nel cavo pleurico;
• proteggere le suture delle anastomosi;
•Evidenziare precocemente eventuali fistole o deiscenze
anastomosi
•Introdurre localmente farmaci o liquidi di lavaggio.
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I DRENAGGI - Tipologia
Drenaggio semplice: Tubolare, a caduta, sfrutta
prevalentemente la forza di gravità;
Drenaggio emostatico: Nastriforme, zaffato all’interno
della camera di raccolta, facilità l’emostasi di questa;
Drenaggio in aspirazione: Tubolare, collegato ad una
camera di raccolta dove viene creata una pressione
negativa.
Caratteristiche comuni:
•Presenza di uno o più fori di ingresso nell’estremità
posta nel punto di drenaggio;
•Calibro uniforme del lume, senza restringimenti;
•Flessibilità per adattare il drenaggio lungo il percorso;
•Presenza nel lume di un pellicola (silicone) per impedire
formazione di tappi occlusivi
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I DRENAGGI –
Caratteristiche accessorie
Ancoraggio: Interno, per assicurare la
permanenza nella sede di drenaggio
(Petzer), evitando fuoriuscita
accidentale;
Canali separati: La presenza di più canali
permette di eseguire lavaggi ed
aspirazioni (medicamenti) nella zona da
drenare;
Radiopacità: la presenza di un materiale
radiopaco lungo la parete del drenaggio,
permette di rilevare il suo decorso.
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I DRENAGGI – Sedi
Il posizionamento di un drenaggio deve
rispondere alle seguenti esigenze:
•Raggiungere l’apice di una cavità in caso di
raccolta gassosa (vedi drenaggio toracico);
•Raggiungere il punto più declive di una
cavità in caso di raccolta liquida (cavo del
Douglas – peritoneo);
•Dislocazione lungo le logge anatomiche;
•Fuoriuscita laterale o anterolaterale
(torace e addome), posteriormente si
occluderebbe, anteriormente non
sfrutterebbe il sistema di caduta in
posizione supina;
Drenaggio sec.
Jackson-Pratt
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I DRENAGGI – Sedi
Il posizionamento di un drenaggio può
distinguere:
•Drenaggio Parietale: posto nei tessuti molli più
superficiali;
•Drenaggio endocavitario: posto in cavità
fisiologiche (cavo pleurico, peritoneale), o
patologici;
•Drenaggio endoluminale: posto all’interno di un
viscere cavo (vie biliari, ecc…) con funzione di
decompressione interno o di tutore del processo
cicatriziale.
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Principali tipi di drenaggio
Il posizionamento di un drenaggio in relazione
alla sede:
•Drenaggio cervicale: ;
•Drenaggio toracico: ;
•Drenaggio addominale: ;
•Drenaggio arti:
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IL DRENAGGO TORACICO
Il drenaggio toracico: Ha lo scopo di assicurare
l’evacuazione di materiale (sangue, pus, aria, ecc…)
che si accumula nella cavità pleurica in seguito a
processi patologici o dopo interventi chirurgici.
Materiale che può essere:
•Gassoso: aria;
•Liquido: sangue, linfa, essudato o trasudato;
Così da:
•Impedire la formazione di raccolte che ostacolano
l’espansione del polmone;
•Impedire che l’aria possa penetrare nel cavo pleurico.
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IL DRENAGGIO TORACICO
Il drenaggio toracico ha un funzionamento
cosiddetto “a valvola”, cioè in un solo senso.
Un normale drenaggio aperto, durante ogni
inspirazione favorirebbe la penetrazione di
paziente
aria nel torace con conseguente
pneumotorace (pnx).
Il drenaggio che fuoriesce dal torace
pesca
in uno strato di acqua (fisiologica o acqua
sterili) di qualche cm contenuto in una
bottiglia di vetro (Bulau)
esterno
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IL DRENAGGIO TORACICO
La pressione che l’aria
fuoriuscita dal torace del
paziente deve superare è pari
alla lunghezza in cm (2 – 3 cm)
del segmento di tubo immerso
nell’acqua sterile.
•Se troppo corto una inclinazione
della bottiglia causerebbe
ingresso
di aria nel cavo pleurico;
•Se troppo lungo, lo sforzo
richiesto al paziente
sarebbe eccessivo;
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IL DRENAGGIO TORACICO
Durante l’inspirazione l’acqua sterile risale lungo il tubo
di drenaggio per un tratto che corrisponde alla
pressione endotoracica (normalmente circa 10/12 cm);
uno sforzo inspiratorio violento può raggiungere i 40
cm d’acqua.
Per ovviare a questo, la bottiglia viene posizionata a
circa 40 cm in altezza dal torace del paziente, al suolo,
protetta da urti e rovesciamenti
La tosse è uno sforzo che può portare ad una pressione
endotoracica di 30/40 cm.
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IL DRENAGGIO TORACICO
Raccordare in modo errato i tubi del drenaggio
toracico, provoca l’ingresso di aria nel cavo pleurico
durante la fase di inspirazione, e la fuoriuscita di acqua
dalla Bottiglia durante la fase di espirazione.
•Man mano che si elimina
L’aria dal cavo pleurico
Il polmone si espande e
Torna “a parete”, le bolle
D’aria non compaiono
Più nella bottiglia perché
Tutta l’aria è stata tolta. Il
Drenaggio si può rimuovere
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IL DRENAGGIO TORACICO
Per assicurare una più efficace
rimozione dei versamenti pleurici e
l’espansione polmonare, si può
Creare mediante aspirazione una
pressione negativa nel cavo pleurico,
simile a quella fisiologica.
Il meccanismo (valvola di jeanneret)
Consiste nel interporre tra il
drenaggio toracico e l’aspiratore
un ulteriore valvola ad acqua per
evitare
l’eccessiva aspirazione che
danneggerebbe il tessuto polmonare
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Controllo dei drenaggi
Le complicanze connesse ad un drenaggio sono:
•Ostruzione drenaggio: Il drenaggio si può ostruire,
mantenere la sua pervietà con manovre manuali
(centrifughe) o con apposite pinze a rulli;
•inginocchiamenti drenaggio: controllare la lunghezza del
drenaggio, più è lungo più si può piegare, controllare il
percorso (compressioni);
•Disinserzione drenaggio: controllare periodicamente le
connessioni del drenaggio, ed il punto di inserzione;
•Mancata capacità raccolta drenaggio: le sacche o
bottiglie di raccolta si possono riempire, o perdere
l’effetto di aspirazione, procedere come descritto di
seguito:
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Rimozione del drenaggio
Quando:
•Non c’è più raccolta dal drenaggio;
•Passati 6/7 giorni dal posizionamento del drenaggio;
Come:
•Disinfezione del punto di inserzione e del drenaggio
stesso (tutto materiale sterile e tecnica asettica);
•Verificare se il drenaggio è ancorato alla cute;
•Tagliare i fili che fissano il drenaggio;
•Sfilare rapidamente il tubo (dispersione liquidi);
•Chiudere la breccia che risulta (fili sutura o garze e
cerotti);
•Disinfettare e proteggere con garze e cerotto.
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Complicanze nella Rimozione del drenaggio
Collaborazione del paziente:
•Avvisare sempre il paziente che la rimozione comporta un
momento di dolore (a volte anche intenso);
•Di regola non si usa l’anestesia per la rimozione dei
drenaggi
Rischi:
•Rottura del filo della borsa di tabacco: predisporre
portaghi e fili di sutura;
•Rottura del tubo di drenaggio: se una parte del drenaggio
rimane all’interno va rimosso con un intervento chirurgico;
•Ingresso di aria nella cavità drenata: pericolo di
pneumotorace nel caso di cavità pleurica..
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(Microsoft PowerPoint - 5a lezione