Il mercato dei capitali per le imprese italiane: una risorsa per il rilancio e per il bene del paese Stefano Caselli – Stefano Gatti Milano, 21 novembre 2013 1 Agenda della presentazione 1. L’antefatto su mercati finanziari, banche e imprese: una catena del valore incompleta 2. L’offerta di strumenti finanziari: sfide e responsabilità delle imprese 3. Ripensare l’infrastruttura del mercato dei capitali 4. La domanda: situazione attuale e indicazioni programmatiche 5. Lo stato dell’arte dell’intermediazione mobiliare in Italia 2 1. L’antefatto: una catena del valore incompleta La catena del valore che definisce un buon sistema di intermediazione delle risorse deve assicurare il perseguimento congiunto di tre forme diverse di efficienza (allocativa, operativa, funzionale). Il sistema finanziario italiano appare caratterizzato da elementi specifici che hanno caratterizzato la via italiana allo sviluppo ma che oggi pongono con forza il tema del convegno: - incompletezza della catena del valore dominanza dei titoli di stato nel mercato delle securities ruolo centrale delle banche nei circuiti di intermediazione prevalenza del modello di banca universale legacy fiscale compiacente ai meccanismi di scambio “risparmio vs titoli di stato” e “liabilities corporate vs banche” 3 1. L’antefatto: una catena del valore incompleta Il sistema “incompleto” appare negli ultimi anni messo in discussione e destabilizzato all’origine per effetto di alcune cause specifiche: - evoluzione della normativa bancaria secondo la sequenza B2 –B3 (che comprende: deleveraging, corsa al capitale, AQR) crisi di identità delle grandi banche universali alla ricerca di capitale divergenza dei tassi di riferimento dei singoli paesi europei in presenza di tassi di riferimento rivolti verso il basso esigenze di ristrutturazione delle imprese esigenze di sviluppo e di risposte alla recessione La via italiana allo sviluppo è ancora in grado di assicurare efficienza del sistema finanziario di fronte a queste sfide? 4 1. L’antefatto: una catena del valore incompleta L’esigenza di definire una catena del valore completa diviene un tema centrale, non solo di natura finanziaria ma di politica economica e di rilevanza per l’intero sistema produttivo. Ciò passa attraverso: - - pieno sfruttamento delle potenzialità del mercato dei capitali, come strumento complementare alle banche nell’assicurare il raggiungimento dell’efficienza complessiva dei circuiti di interemdiazione valorizzazione delle forme di banca/intermediazione specializzata sfide e responsabilità per per le imprese ridisegno della legacy fiscale (pur in un contesto di scarsità delle risorse disponibili) 5 2. L’offerta di strumenti finanziari: sfide e responsabilità La corsa al capitale delle banche induce la corsa al capitale e ad una “buona struttura finanziaria” delle imprese. Ciò peraltro è portatore di grandi benefici in quanto il ricorso ad emissioni di equity e bond nelle imprese contribuisce a: – mitigare l’impatto sulla capitalizzazione delle banche, – coordinare con maggiore efficacia il rapporto PD-LGD-garanzie e patrimonio dell’imprenditore, – definire assetti di pricing del credito più coerenti e sostenibili per banca e impresa, – aprire la strada alla crescita dell’impresa e al sistema delle operazioni di corporate finance, – contribuire ad una crescita della cultura finanziaria e di governo dell’impresa stessa. 6 2. L’offerta di strumenti finanziari: sfide e responsabilità Anche per l’impresa si pone quindi un dovere e una sfida di un utilizzo efficace e saggio della finanza di mercato come strumento per lo sviluppo . Ciò passa attraverso: – una netta distinzione fra finanza dell’impresa e finanza della famiglia e dei familiari – la nitidezza del progetto imprenditoriale e della sua manifestazione – la capacità di accoglierne (e sfruttarne) l’effetto “disciplina” Ciò appare particolarmente sfidante in un mercato dove hanno prevalso i sistemi di “circolazione chiusa delle risorse” (ossia: fra proprietà e impresa; fra impresa e banche) 7 2. L’offerta di strumenti finanziari: sfide e responsabilità La crescita del rapporto banca-impresa deve essere quindi giocata non solo su scelte responsabili a cui le banche sono chiamate e di cui dovranno dare prova ma anche su scelte specifiche da parte delle imprese, declinate ovviamente in funzione della loro dimensione. Tali scelte fanno riferimento alla sfida generazionale, alla sfida manageriale, alla sfida del buon governo. Insieme tali sfide costituiscono la “sfida della proprietà responsabile” su cui imprenditori (come attori primari) e banche (come advisor) devono lavorare assiduamente. Senza “proprietà responsabile” appare difficile immaginare un utilizzo rilevante della finanza e l’affermazione di un ruolo delle imprese nell’offerta di strumenti finanziari. 8 2. L’offerta di strumenti finanziari: sfide e responsabilità La sfida della proprietà responsabile Proprietari non responsabili Proprietari responsabili BENE PRIVATO Natura dell’impresa BENE PRIVATO A UTILITA’ PUBBLICA DIRITTO EREDITARIO Natura della proprietà DOVERE DI TRASMISSIONE DIRITTI E PRIVILEGI Contenuti della proprietà DOVERI E RISCHI PROFITTO A BREVE Finalismo aziendale PROFITTO A BREVE E A LUNGO SCONTATA Unità della proprietà CONSEGUENZA DI UN LAVORO DURO NEPOTISTICO E PROTETTIVO Processo successorio MERITOCRATICO E RISPETTOSO 9 3. L’infrastruttura del mercato dei capitali 1. 2. 3. 4. L’offerta di strumenti finanziari di debito ed equity La domanda degli stessi strumenti La struttura di intermediazione per l’incontro di domanda e offerta Gli assetti istituzionali e la normativa civilistica, fiscale e di settore 10 4. La domanda di strumenti di debito ed equity 1. In Italia, solo il 30% del 5% dei soggetti più ricchi investe in strumenti di Borsa (contro l’80% della Svezia e il 70% degli USA) 2. A marzo 2013, il volume complessivo di risorse dei fondi pensione e Casse Private in Italia è pari a circa 160 mdi. 20% investito in titoli di capitale, meno dell’1% in private equity. Del totale del patrimonio dei fondi pensione, solo il 30% è investito in carta domestica, solo il 3% in azioni domestiche. 3. Nel 2012, l’80% dei bonds emessi da imprese italiane è stato acquistato da investitori non domestici. 4. Cresce l’interesse per Private Placement di aziende unrated nei confronti di mercati internazionali (specie US) 11 4. La domanda di strumenti di debito ed equity 1. Aumentata consapevolezza della necessità di rilancio 2. Decreto Sviluppo e Destinazione Italia: riforma della normativa sull’emissione di bonds, nascita dei mini bonds. Meno incisiva sul fronte del potenziamento degli investitori 3. Apertura di IVASS e ANIA alla possibilità per le assicurazioni di investire maggiormente in strumenti finanziari di PMI. 4. Proposta di Assogestioni di consentire ai Fondi di utilizzare fino al 10% del patrimonio in gestione per investire in strumenti più illiquidi emessi dalle PMI 5. Necessità di un nuovo piano concordato tra settore privato e sistema politico 12 5. L’intermediazione mobiliare in Italia 1. Ad oggi, l’Italia conta per meno dell’1% della capitalizzazione globale dei mercati azionari (23° posto; 9° a fine 2002) 2. Capitalizzazione/PIL: 28%, era 57% nel 2007 3. Buon rapporto controvalore scambi/capitalizzazione ma cronica mancanza di IPOs 4. Riduzione progressiva del volume intermediato e trend riflessivo dell’industria di asset management determinano assottigliamento dei margini 5. Uscita dall’attività di intermediazione di intermediari domestici, concentrazione su Londra da parte degli stranieri, concentrazione degli intermediari. 6. La rappresentanza italiana nel Board del London Stock Exchange è oggi intorno al 2% 13 5. L’intermediazione mobiliare in Italia Operazioni di IPO: numero e importi 14 5. L’intermediazione mobiliare in Italia Operazioni di IPO: attività di global coordinator 15 …per concludere 1. Progressiva marginalizzazione dei circuiti di mercato 2. Situazione perdurante di mancanza di credito e prossimo avvio della Asset Quality Review a livello EU 3. Necessità di “riprogettare” il sistema del finanziamento dell’apparato produttivo nazionale. Equa dignità dei circuiti di mercato rispetto ai circuiti creditizi. E’ una questione di definizione di priorità, anche e soprattutto a livello di policy. 4. Sforzo congiunto dei soggetti coinvolti: policymakers, imprenditori, industria del risparmio gestito, assicurazioni e previdenza. 16