IL CARISMA NEL TEMPO Laico associato e Diacono permanente Roberto, che vive in Argentina, ci racconta la sua storia. È sposato con Maria Teresa ed ha cinque figli. Il lavoro quotidiano ed il suo impegno come laico associato e come Diacono. L’incontro con le suore domenicane quando era ancora un bambino. L’importante esempio di suo padre nella sua formazione. L’attività nell’Associazione Domenicana Veritas. Come l’amore di Dio si è manifestato nella sua vita e nelle sue scelte. Il carisma di Madre Gérine è per lui un punto di riferimento. Roberto Furlán (Testo originale in spagnolo) C iao! Sono Roberto Furlán, vivo in una piccola città della Repubblica Argentina chiamata La Consulta, Distretto di San Carlos, Regione di Mendoza, ho 52 anni, sono sposato da 26 anni con Maria Teresa Aranda e abbiamo 5 figli maschi; Paulo Emanuel di 24 anni, Eduardo Andrés di 23 anni, Luciano Mario di 21 anni, Juan José di 20 e Lucas Santiago di 16 anni. Due future nuore Mahive e Romina. Lavoro con mansioni tecniche nell’Ispettorato di Controllo dipendente dal Ministero Generale dell’Irrigazione, questa impresa ha il compito di amministrare le acque per l’irrigazione. Da molti anni sono coinvolto insieme a mia moglie (attualmente direttrice della scuola S. Rosa di Lima), in differenti attività e compiti con le Suore Domenicane di S. Caterina da Siena, che hanno una casa qui a La Consulta, sono laico associato dal 23 gennaio 2007. Nell’anno 2008 dopo nove anni di preparazione, sono stato ordinato Diacono Permanente nella Diocesi di Mendoza, con destinazione e servizio nella Parrocchia Immacolata di La Consulta. Relativamente alla mia vita di laico associato alla comunità delle suore è stata ed è una grande esperienza di incontro con Dio ed i miei fratelli, ho imparato a riconoscere e vivere il carisma di Madre Gérine, nel riconoscere che sono meno di niente davanti all’Amore e alla Misericordia di Dio. Man mano che conoscevo la vita di S. Domenico, di S. Caterina da Siena e di Madre Gérine, mi sono innamorato sempre più di Gesù e tramite Lui di Dio, ciò mi dà un valido aiuto per la predicazione delle omelie, non soltanto per come predicare, ma anche e prima di tutto per come vivere la predicazione. In questa comunità siamo in varie persone che seguiamo il carisma di Madre Gérine, fino adesso soltanto io mi sono associato, ma nel gruppo siamo circa 10/12, lavoriamo con molto imRoberto Furlán, laico associato e Diacono permanente, con Sr. Mercedes. 31 Roberto mentre esercita il suo ministero. pegno e amore con e per le suore. Uno dei frutti ottenuti da questo gruppo è l’Associazione Domenicana Veritas, una organizzazione senza scopi di lucro, che ricerca il bene comune. Lavoriamo già con un gruppo di 158 persone per un progetto del Ministero Sociale della Nazione; consiste in un prestito di una piccola somma che si concede a piccole imprese familiari. Partecipiamo anche al Consiglio per il bene pubblico per la gestione del denaro ricevuto dal comune a questo scopo e al Consiglio di Entità dedicato alla costruzione di alloggi nella regione. In sintesi, ciò che cerchiamo è di dare delle soluzioni a diversi temi e problematiche che si presentano nella zona, soprattutto ai più poveri, famiglie senza dimora, che non hanno i mezzi per far valere i loro diritti, ecc. Si cerca di essere voce di quelli che non parlano e di quelli che non si lamentano perché non hanno questa possibilità. Come diacono il mio lavoro è 32 molto, ma è proprio questa vocazione che mi rende felice e riempie il mio cuore. La missione che mi è stata chiesta è benedire le case e visitare gli ammalati, compito che svolgo nella settimana dopo il mio lavoro. E il fine settimana amministro battesimi nelle comunità rurali e accompagno il sacerdote in alcune celebrazioni della Messa. Sono queste le tre vie nelle qua- li Dio mi ha posto e che sono una dimostrazione del suo amore, che fin da piccolo ha aperto il mio cuore. Da un lato il diaconato: credo che fin da bambino Dio ha posto il Suo sguardo su di me, prima sono stato chierichetto nella parrocchia e questo mi è sempre piaciuto, in seguito e per molti anni sono stato membro del gruppo giovanile della parrocchia e del movimento Mallin di San Carlo. Ogni volta che bisognava fare una rappresentazione dove ci fosse la figura di Gesù mi chiedevano di rappresentarlo e sempre mi sono sentito come se fossi invitato da Dio e mi domandavo ogni volta di più e più insistentemente cosa il Signore volesse da me. Quando avevo 18 anni ed ero fidanzato con Teresina, sono stato sul punto di entrare in seminario, dopo avere passato un certo periodo di tempo a piangere insieme a lei, ho capito che non era lì che il Signore mi voleva. Poco tempo dopo mio padre Edoardo ricevette l’invito ad entrare nei corsi dei ministeri mi- Furlán mentre anima un incontro con alcuni laici impegnati (Mendoza). Due foto di gruppo, a destra la scuola di La Consulta. nori. E da quel momento cominciai a osservarlo e a seguirlo nella sua vocazione di diacono e nella sua vita. Poco a poco divenne il mio “idolo” e testimone. Con lui ho imparato ad amare il diaconato permanente come un servizio alla comunità e attraverso di essa a Dio. Cosciente che non è Dio che ha bisogno del mio servizio, ma che servendo Lui sono io stesso che finisco per essere servito! Anche la via dell’associato alla Congregazione è un cammino che ho cominciato da bambino e per il quale devo molto a mio padre, ricordo sempre quando raccoglievamo le verdure dell’orto per portarle al convento, mi ricordo con quanto affetto faceva la raccolta e le metteva nel cesto scegliendo le migliori, come faceva quando le portava a casa. Mi diceva per esempio: questi pomodori sono avvizziti, non devi metterli nel cesto, perché dopo si fa fatica per sbucciarli, ecc., ecc. Così, vedendo anche la gioia delle suore Benilde, Nerina, Pia, mi innamoravo della Congregazione sebbene a quell’epoca non potevamo en- trare come ora che siamo parte della Famiglia. C’è stata tutta una preparazione per diventare ciò che sono ora. E per ultimo la via della vocazione al matrimonio, che non è la meno importante, ma essa nasce dalle altre due vie percorse, perché non è facile vivere la vita matrimoniale, ha cose molto belle, ma anche momenti difficili, credo che se Dio non mi avesse indicato questi altri due cammini, sarebbe stato molto più difficile vivere la fedeltà, l’amore e il rispetto. Sono molto riconoscente a Dio per la famiglia che abbiamo formato con Teresita, con i suoi successi ed i suoi sbagli, ma i nostri figli ci riempiono di orgoglio, per il loro modo di essere e di guardare la vita, di valorizzare quello che hanno ricevuto e saper chiedere con moderazione ciò che ci manca e manca loro da raggiungere. La strada che porta a La Consulta, dove Roberto Furlán vive con i suoi familiari. 33