UNIONE EUROPEA
Fondo Europeo di Sviluppo
Regionale
LO SVILUPPO
URBANO
IN CHIAVE
DI GENERE
NELLE REGIONI
OBIETTIVO
CONVERGENZA
Presidenza
del Consiglio dei Ministri
Dipartimento
per le Pari Opportunità
Studio sul tema dell’integrazione della prospettiva di genere
nelle politiche di sviluppo urbano
PON GAT Governance e
Assistenza Tecnica FESR 2007-2013 Obiettivo Convergenza
Asse II - Obiettivo Operativo II.4
S.&T. società cooperativa
Si ringraziano le Autorità di Gestione e i Referenti
Regionali della Programmazione FESR 2007-2013 delle
Regioni Obiettivo Convergenza che hanno fattivamente
contribuito alla realizzazione di questo Studio.
Si ringraziano inoltre per la collaborazione e la
partecipazione al lavoro le esperte dei Gruppi di Lavoro
POAT delle Regioni Obiettivo Convergenza.
INDICE GENERALE
Premessa
Percorso ed esiti dello studio
1. Il metodo
3
2. I contenuti
5
3. Gli incontri con i referenti regionali
9
4. I quadri sintetici regionali
12
Vademecum
1. Le attività di accompagnamento degli Enti Locali
19
2. I contenuti progettuali
20
2.1 Contenuti progettuali e pari opportunità negli interventi
20
dei programmi integrati
2.2 Sviluppo urbano integrato, sicurezza urbana e pari opportunità
37
3. Il partenariato come strumento di “presidio delle pari opportunità”
51
Base dati documentaria
PREMESSA
Il Dipartimento Pari Opportunità presso la
• disegnare un quadro comparato delle stra-
Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ambito
tegie e delle modalità operative adottate
delle attività svolte a supporto dell’inclusione e
dalle Regioni.
applicazione del principio di pari opportunità e
non discriminazione nella programmazione nazio-
Il presente studio si è in qualche misura proposto di
nale e regionale dei Fondi Strutturali1 ha elaborato
approfondire questi temi con riferimento agli assi
nel 2009 uno studio approfondito dei Programmi
relativi allo sviluppo urbano dei POR FESR 2007-
Operativi FESR 2007-2013 delle quattro Regioni
2013 delle Regioni Obiettivo Convergenza ed alle
Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia
rispettive disposizioni attuative.
e Sicilia) sui criteri di selezione degli interventi e
azioni nell’ambito della loro attuazione (2009). Il
L’insieme delle attività del DPO sono conflui-
documento aveva l’obiettivo di contribuire all’in-
te nelle azioni previste dal Progetto Operativo
dividuazione di un percorso comune e condiviso
di Assistenza Tecnica alle Regioni dell’Obiettivo
per l’attuazione dei Programmi e alla creazione di
Convergenza (POAT) del Dipartimento e che ac-
uno scambio di idee e di approcci tra le quattro
compagnerà l’attuazione dei quattro Programmi
Regioni e in questo senso, era orientato a definire
operativi FESR per tutto il periodo di programma-
una base comparativa indispensabile sulla quale
zione 2007-2013.
innestare i percorsi di valutazione dei program-
Le attività promosse dal Dipartimento e dalle Task
mi, ai fini della verifica finale del raggiungimento
force regionali e i documenti a queste riferibili
degli obiettivi di pari opportunità individuati. In
hanno costituito la cornice indispensabile per lo
particolare, si intendeva:
svolgimento dello studio sia a livello di analisi che
• verificare l’attenzione rivolta dai program-
di proposta.
mi al principio di pari opportunità e non
discriminazione;
• esaminare tecnicamente le modalità con cui
tale principio è stato affrontato;
• individuare gli obiettivi prioritari, che saranno
oggetto di valutazione per tutto il periodo di
riferimento;
Il lavoro condotto nell’ambito del presente studio
e i suoi risultati sono principalmente indirizzati ad
utenza di “addetti ai lavori” formata dai funzionari
del Dipartimento Pari Opportunità, le Task Force
regionali sulle Pari opportunità, i componenti
delle Autorità di Gestione regionali e dei Nuclei di
Valutazione regionali, i responsabili regionali degli
Assi, Obiettivi specifici, Misure e Linee di intervento relative allo sviluppo urbano e alle Unità di
1) Il Dipartimento Pari Opportunità ha attivamente contributo
alla definizione del principio di pari opportunità e non discriminazione all’interno del QSN attraverso la partecipazione ai tavoli
tecnici e attraverso la stesura del documento “Le politiche di
pari opportunità nella programmazione 2007/2013: contributo
del Dipartimento per le pari opportunità al Documento Strategico Nazionale” (giugno, 2005). Nel luglio 2006 il Dipartimento
ha fornito il documento “Indicazioni operative per la valutazione
ex–ante dei PO regionali”, finalizzato a fornire indicazioni operative (sia a livello teorico-metodologico che a livello di strumentazione) per integrare la prospettiva di genere nella valutazione
ex ante dei Piani Operativi, anche sulla scorta dell’esperienza
maturata nella programmazione 2000-2006. Le indicazioni
del DPO si ponevano in stretta coerenza con le indicazioni del
documento “The new programming period 2007-2013: Methodological Working Papers”, elaborato a livello comunitario dalla
DG Regio che esplicitava che per tutti i Programmi, il valutatore
avrebbe dovuto verificare se i principi di pari opportunità e di
gender mainstreaming fossero presi in considerazione, in linea
con quanto disposto dall’Art 16 del Regolamento recante disposizioni generali sul FESR, FSE e Fondo di Coesione.
Assistenza Tecnica impegnate.
In aggiunta a questi si può comunque pensare ad
una categoria di fruitori più ampia formata da tecnici ed esperti in sviluppo urbano, pari opportunità, programmazione concertata e partecipata, ecc.
L’elaborazione della documentazione relativa
all’implementazione del principio di pari opportunità e non discriminazione nei programmi e progetti di sviluppo urbano integrato ha perseguito in
PREMESSA
I
particolare tre finalità:
• diffondere e scambiare informazioni sulle pratiche di programmazione regionale e
progettazione locale nelle quattro Regioni
Obiettivo Convergenza;
• proporre strumenti ed elementi di supporto e
stimolo all’implementazione del principio di
pari opportunità e non discriminazione attraverso la progettualità locale relativa ai programmi di sviluppo urbano integrato;
• definire una base dati documentaria relativa
alla programmazione e progettazione dello
sviluppo urbano e territoriale nei diversi contesti regionali.
Queste finalità sono riprese nella strutturazione del presente documento, che si divide
in tre sezioni:
• il fascicolo “Percorso e degli esiti dello
Studio”, che, ripercorrendo i metodi, i contenuti, i risultati dell’azione di ricerca condotta,
presenta una sintesi sulle pratiche di programmazione e progettazione locale nelle quattro
Regioni Obiettivo Convergenza;
• il “Vademecum”, che esprime raccomandazioni che possano guidare le Regioni ad applicare
il principio di pari opportunità e non discriminazione nella loro attività di programmazione
e implementazione delle linee di intervento
relative allo sviluppo urbano e di attuazione
dei programmi integrati di sviluppo urbano di
concerto con gli Enti Locali;
• la “Base Dati Documentaria Ragionata”, che
raccoglie i documenti e gli elaborati di programmazione e progettazione dello sviluppo
urbano e territoriale reperiti nelle quattro
Regioni Obiettivo Convergenza.
PREMESSA
II
PERCORSO
ED ESITI
DELLO STUDIO
INDICE
Percorso ed esiti dello studio
1. Il metodo
3
2. I contenuti
5
3. Gli incontri con i referenti regionali
9
4. I quadri sintetici regionali
12
Premessa
Percorso ed esiti dello studio
Vademecum
Base dati documentaria
2
1
Il metodo
Secondo il Capitolato d’Oneri previsto dall’incarico la
prevedesse un’asse strategico relativo allo svi-
finalità dello studio in oggetto era quella di “analiz-
luppo urbano integrato3 i cui contenuti rispec-
zare gli ambiti di intervento e le modalità per un’effica-
chiano i diversi approcci regionali al tema della
ce integrazione della prospettiva di genere negli inter-
programmazione integrata;
vento di sviluppo urbano con particolare riferimento
a strumenti e modalità di governance degli interventi
nonché a presentare proposte operative ed esperienze
positive riproducibili nei territori Convergenza.”
Il concreto svolgersi dello studio ha determinato,
per gradi successivi, l’affinamento e precisazione:
dell’oggetto di ricerca, dell’ambito di analisi e raccolta delle informazioni, del carattere delle proposte
operative ed esperienze elaborate e descritte dallo
• il fatto che le Autorità di Gestione dei POR e/o i
responsabili degli “Obiettivi specifici”, “Attività”,
“Obiettivi operativi”, “Strumenti attuativi” di
detti Assi4 sono attualmente impegnati nella
loro attuazione attraverso strumenti di programmazione integrata di sviluppo urbano elaborate
dalle realtà urbane e territoriali beneficiarie
secondo le indicazioni regionali;
studio.
• la conseguente necessità di un’immediata trasfe-
Gli elementi che hanno determinato il processo di
• la necessità di accompagnare le realtà urbane e
rielaborazione dei contenuti dello studio sono stati:
• le azioni di supporto e collaborazione fornita dal
DPO - con forme ed elaborati molto articolati1 -
alla definizione del Quadro Strategico Nazionale
(QSN) e dei Programmi Operativi Regionali (POR)
delle Regioni Convergenza, su indirizzi strategici,
metodo, procedure attuative2;
• l’approccio inclusivo delle autorità di gestio-
ribilità dei prodotti dello studio;
territoriali a una elaborazione dei programmi integrati di sviluppo urbano coerenti da un punto
di vista tecnico con gli approcci progettuali e con
il complesso degli obiettivi dei POR;
• il carattere e la natura degli interventi o delle
operazioni cofinaziate dal FESR nell’ambito dei
programmi integrati;
• i tempi limitati dello studio.
ne dei Programmi Operativi regionali (POR) e
delle Task force regionali nello svolgimento
Per quanto riguarda l’oggetto della ricerca la pro-
dello studio;
spettiva di genere è stata allargata al principio di
• il fatto che ogni POR FESR 2007–2013
pari opportunità e non discriminazione in ragione
del carattere e la natura degli interventi o operazioni cofinaziate dal FESR nell’ambito dei programmi
integrati di sviluppo urbano.
1) Workshop tematici sulle pari opportunità (2005), Contributi
programmatici al DSN–QSN (2005), Contributi di lettura analitica dei PO FESR regionali (2009), Indicazioni operative per la
valutazione ex–ante dei PO regionali (2006), Vademecum per la
programmazione dei FS (2008)
2) Vedi il Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Progetto Operativo di Assistenza Tecnica alle Regioni dell’Obiettivo Convergenza (POAT). Il
progetto nell’ambito del PON Governance ed Assistenza Tecnica
2007-2013 - Asse II Azioni per il rafforzamento delle Pubbliche
Amministrazioni - Obiettivo Operativo II.4 Rafforzamento delle
strutture operative e delle competenze nella Pubblica Amministrazione, accompagnerà l’attuazione dei quattro Programmi
operativi FESR per tutto il periodo di programmazione 20072013.
L’oggetto di analisi è stato quindi riferito al principio
3) «Asse 6: Sviluppo urbano sostenibile» (PO Regione Sicilia),
«Asse 6 - Sviluppo urbano e qualità della vita» (PO Regione
Campania), «Asse VII “Competitività e attrattività delle città e
dei sistemi urbani”» (PO Regione Puglia, ), «Asse VII – Città, Aree
Urbane e Sistemi Territoriali» (PO Regione Calabria)
4) Le diverse definizioni dipendono dalle diverse strutture
logiche dei PO a sua volta determinate dai diversi approcci e tradizioni regionali di programmazione. Ci riferirà ad essi in seguito
per brevitàcome “obiettivi specifici”.
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO
3
di pari opportunità e non discriminazione attraver-
Inoltre, in terzo luogo si stabilito di analizzare -
so lo sviluppo ed il rafforzamento delle condizioni
qualora fossero già disponibili - i primi schemi di
che favoriscono la conciliazione tra vita familiare
programmi integrati di sviluppo urbano in forma
e lavorativa, l’accesso ai servizi per le categorie
aggregata e/o singola per identificare i tipici con-
svantaggiate e la partecipazione culturale, sociale
tenuti degli interventi, delle operazioni o azioni
ed economica delle fasce deboli (disabili, immigrati,
candidate al cofinanziamento FESR.
minoranze etniche e religiose, ecc.). La ridefinizione
è in parte richiamata nelle premesse del Capitolato
La ridefinizione dell’ambito di ricerca ha permes-
d’Oneri del DPO, coerente con il principio strategico
so l’identificazione delle pratiche trasferibili in
del QSN relativo alla competitività e attrattività dei
merito all’accompagnamento delle realtà urbane e
sistemi urbani. Di seguito per brevità la definizione
territoriali titolate all’elaborazione dei programmi
del principio adottata verrà richiamata come “pari
e beneficiarie dei cofinanziamenti da parte delle
opportunità e non discriminazione”.
strutture regionali responsabili, ai contenuti tecnici
degli interventi dei programmi integrati confron-
Per quanto riguarda l’impostazione dello studio,
tati con i criteri delle pari opportunità (come sopra
in primo luogo si è scelto di concentrare l’analisi
ridefinite), alle caratteristiche della governance dei
sullo sviluppo della programmazione FESR in
programmi a livello locale.
corso sia da un punto di vista generale - i POR e le
varie disposizioni attuative - per cogliere l’approc-
Ciò ha comportato la possibilità del trasferimento
cio e lo stile di programmazione di ogni contesto
e messa a disposizione delle esperienze regio-
regionale, sia dal punto di vista dell’attuazione
nali di sviluppo urbano integrato alla platea di
degli obiettivi specifici attraverso gli strumenti
addetti ai lavori coinvolti - come già accennato
di programmazione di sviluppo urbano integrato.
si tratta soprattutto di amministratori coinvolti
Questo ambito di analisi sarà definito in seguito
nella definizione e concertazione e negoziazione
ambito della “programmazione regionale”.
dei programmi integrati, dirigenti e tecnici degli
enti regionali e degli altri enti territoriali coinvolti,
In secondo luogo si è deciso di analizzare i con-
assistenze tecniche a livello regionale e locale - in
testi di progettazione locale per delineare le
primo luogo attraverso la stessa organizzazione
caratteristiche dell’approccio locale - “dal basso”
e stesura degli elaborati prodotti dallo studio, in
- ai temi della programmazione urbana integrata.
secondo luogo attraverso la messa a disposizione
Questa analisi è stato condotta sui “Piani stra-
di una base documentaria ragionata relativa alla
tegici” promossi dalle delibere CIPE 20/2004 e
documentazione delle varie esperienze regionali
35/2005 di concerto con le Regioni dei territori
(e locali) dei programmazione e attuazione dello
Convergenza. Tale analisi è sembrata tanto più
sviluppo urbano integrato contenuta tra gli elabo-
appropriata in primo luogo perché secondo il
rati dello studio.
Governo centrale e le Regioni i Piani strategici
avrebbero dovuto essere propedeutici all’attua-
L’intento ultimo di queste scelte è stato quello di
zione degli obiettivi di rigenerazione e sviluppo
contribuire e facilitare la creazione di una rete tra
urbano integrato attraverso i programmi elaborati
i soggetti, volta alla condivisione di analisi, espe-
dalle città beneficiarie. In secondo luogo perché i
rienze e approcci metodologici, alla diffusione e
piani strategici permettono di cogliere nel loro au-
approfondimenti di buone pratiche prodotte in
tonomo formarsi, le caratteristiche ed i contenuti
ambito “Convergenza” o riferibili a contesti più
della progettualità locale in ogni contesto regiona-
ampi (italiano, europeo).
le. Questo ambito di analisi sarà definito in seguito
ambito della “progettazione locale”.
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO
4
2
I contenuti
La parte analitica dello studio è stata svolta in pri-
L’attività del DPO con il POAT FESR è stata molto
mo luogo attraverso la raccolta - con il contributo
efficace nel determinare ed assicurare l’attuazione
fondamentale delle Task force regionali - e la let-
del principio orizzontale di pari opportunità e non
tura della documentazione di riferimento attraver-
discriminazione almeno in termini procedurali e di
so griglie (“schede”) precedentemente predispo-
contenuti tecnici generali nei POR FESR.
ste e concordate con i referenti del DPO, riferite
Positiva è stata anche la costituzione dei partena-
a metodologie consolidate e largamente diffuse,
riati regionali che hanno accompagnato le con-
almeno a livello teorico, come l’analisi VISPO, allo
sultazioni per la stesura dei PO regionali. In alcuni
schema logico degli obiettivi di servizio, a linee
casi si prevede la costituzione di una Autorità
guida e vademecum appositamente predisposte
per le Politiche di Genere o dell’Uguaglianza per
dal DPO e dalle Task force regionali.
sopravvedere alle scelte in materia di pari opportunità e non discriminazione.
La lettura è stata finalizzata a comprendere i meccanismi e le scelte di programmazione e di attua-
Per quanto riguarda gli obiettivi specifici legati
zione regionali così come i caratteri delle proget-
allo sviluppo urbano integrato e gli aspetti proce-
tualità locali ed in particolare ad evidenziare gli
durali e di governance ad essi collegati, il principio
elementi afferenti al tema delle pari opportunità e
pari opportunità e non discriminazione è stato in-
non discriminazione come prima definito.
cluso nei provvedimenti attuativi per la redazione
dei programmi integrati di sviluppo urbano (Linee
In secondo luogo sono stati condotti degli incontri
guida, Vademecum, ecc.) in termini generali. In
con i referenti regionali ivi inclusi, in alcuni casi,
particolare il rispetto dei criteri di pari opportunità
i nuclei di valutazione regionali. Gli incontri sono
e non discriminazione è indicato tra i contenuti ed
serviti a colmare i vuoti di documentazione, a con-
i criteri di valutazione dei progetti senza essere
testualizzare e comprendere le scelte di program-
riferiti, anche a titolo esemplificativo, a contenuti
mazione e le scelte operative decise dai referenti
tecnici specifici.
regionali, a definire i casi e le modalità di analisi
delle progettualità locali.
In generale i contesti di programmazione regionale
forniscono, per quanto riguarda l’integrazione con
La sintesi dei due percorsi complementari di anali-
le politiche regionali ordinarie inerenti in qualche
si ha portato alla costruzione di quadri sintetici re-
misura le pari opportunità e la non discriminazio-
gionali che rappresentano e contribuiscono a com-
ne, un quadro molto diversificato relativamente
prendere le scelte di programmazione e attuative
all’attuazione dei programmi integrati. Quasi tutte
regionali e quelle riferite alle progettualità locali.
le disposizioni attuative regionali fanno esplicito
riferimento alla programmazione dei Piani Sociali
Per quanto riguarda il livello regionale, gli esiti
di Zona. In alcuni casi il POR FESR prevede speci-
sono riassumibili come segue.
fiche misure per cofinanziare le infrastrutture a
sostegno delle previsione dei Piani di Zona. In altri
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO
5
si fa esplicito riferimento ai Piani Territoriali di
Coordinamento degli Tempi.
In particolare, anche per evidenti limiti normativi, per quanto attiene alla disciplina degli avvisi
pubblici e di opportunità, nonché per specifiche
valutazioni dei referenti regionali rispetto alle
risorse organizzative, conoscitive e le competenze
tecniche specifiche che i soggetti locali possono
mettere in campo per la progettazione di programmi integrati di sviluppo urbano, le Linee guida,
Vademecum ed altri elaborati di supporto alla
progettazione locale:
• contengono di norma solo un richiamo generico ai seguenti elementi:
di genere espresse dal territorio e disarticolato
• previsione del coinvolgimento, nelle fasi di
nelle specifiche azioni dell’intervento;
definizione del ciclo di vita del progetto, di
soggetti che ricoprono ruoli significativi nel
campo delle pari opportunità e non discriminazione e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di rappresentanza delle pari
opportunità;
• raccomandazione sull’equa partecipazione
dei generi e delle categorie discriminate
nella scelta degli esperti da coinvolgere nel
ciclo di vita del progetto
• indicazione su di una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere
e di categorie svantaggiate e le fasce deboli
(portatori di interessi di genere nell’ATS ecc.
rilevanti rispetto alla strategia di progetto)
• previsione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento orientato al genere e alla non discriminazione;
•
• i criteri di selezione lasciano un largo spazio
alla “libera interpretazione” del principio di
pari opportunità e non discriminazione;
• anche per motivi normativi, non sono previsti
criteri preliminari di ammissibilità dei progetti
sensibili al genere o riferibili al tema della non
discriminazione.
Nonostante queste criticità, è importante segnalare che tutte le procedure attuative predisposte
dalle Regioni prevedono una fase negoziale con i
soggetti locali.
I programmi integrati presentati alla data della redazione della presente relazione sono progetti di
massima, molti degli interventi, azioni e operazioni
contenute sono formulate come idee progettuali.
In teoria questa attività di negoziazione e concertazione permetterebbe di inserire - anche attraverso una appropriata azione di accompagnamento
gli obiettivi e le finalità dei programmi integra-
dei soggetti locali - opportuni elementi concreti di
ti non sono articolati secondo una logica che
pari opportunità e non discriminazione in parti-
incorpori in maniera esplicita le aree di impat-
colare quelli riferiti:
to della metodologia VISPO e altre riferibili
• all’inserimento nel ciclo di vita del progetto,
alla non discriminazione;
• il contributo richiesto ai progetti in termini di
pari opportunità e non discriminazione, perché
di soggetti che ricoprono ruoli significativi nel campo delle pari opportunità e della
cultura di genere e di istituzioni/organismi di
generico, non è posto in relazione alle criticità
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO
6
rappresentanza delle pari opportunità e non
discriminazione;
• all’equa partecipazione dei generi e delle categorie discriminate nella scelta degli esperti da
coinvolgere nel ciclo di vita del progetto;
• alla composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere nella governance dei
progetti;
• alla costruzione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento gender
oriented;
• all’orientamento delle scelte progettuali e
tecniche dei singoli interventi, azioni e operazioni, a livello di Studi di Fattibilità (SdF) e/o di
progettazione preliminare, attraverso un’analisi comparata degli impatti che esse possono
avere rispetto alle quattro tipologie di impatto
individuate dalla metodologia VISPO e ad altri
impatti riferibili alla non discriminazione;
• investire le assistenze tecniche dei soggetti locali di una attività di sensibilizzazione volta ad
una corretta declinazione delle idee–progettuali contenute nei programmi integrati in termini di pari opportunità e non discriminazione;
Infine è da rilevare che è stata riscontrata una
domanda di informazioni da parte dei referenti regionali sulle scelte effettuata dai soggetti omologhi nelle Regioni Obiettivo Convergenza in merito
alle attività di programmazione e attuazione e
almeno esplicitamente, le scelte strategiche e le
scelte progettuali riferite agli interventi, azioni
e operazioni nei piani strategici e nei programmi
integrati di sviluppo urbano, non determina i punti
di vista di analisi del contesto e di diagnosi, non
contribuisce a definire criteri di monitoraggio, non
influenza la governance dei progetti.
Per quanto riguarda i piani strategici posso essere
evidenziate le seguenti criticità:
• le tematiche di genere e delle pari opportunità
sono debolmente presenti nell’analisi del contesto, nell’ascolto del territorio e nella diagnosi propedeutica alla definizione delle strategie;
• sono mediamente presenti a livello di defini-
sulla loro contestualizzazione che motiva le scelte
zione della visione del piano, dei principi pro-
medesime nel quadro e nella tradizione program-
grammatici e di articolazione della strategia. In
matoria propria di ogni regione.
particolare la presenza di tematiche di genere
e di pari opportunità e non discriminazione è
A livello locale i rilievi sono “speculari” rispetto
debole a questo livello;
a quelli regionali limitatamente all’ambito attua-
• le tematiche di genere e pari opportunità è
tivo: le indicazioni sopra riportate non informano
mediamente presente a livello del sistema
in modo autonomo le scelte progettuali dei sog-
degli obiettivi e del processo di implementa-
getti locali.
zione (progetti bandiera). Sono presenti azioni
La prospettiva di pari opportunità e non discrimi-
positive rivolte ad una maggior presenza fem-
nazione, così come quella di genere, non informa,
minile sul mercato del lavoro e di accessibilità
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO
7
ai servizi (Obiettivo di servizio 2) mentre non
azioni e operazioni che impattano in tale
viene in genere adottato l’approccio proprio
ambito di policy;
del mainstreaming di genere;
• la presenza di soggetti portatori di interes-
• la capacità complessiva dei programmi integrati di promuovere il principio di pari opportuni-
se nell’ambito delle pari opportunità e non
tà e non discriminazione attraverso lo svilup-
discriminazione e della parità di genere non
po ed il rafforzamento delle condizioni che
è rilevabile in quanto il partenariato non è
favoriscono la conciliazione tra vita familiare e
formalizzato . La loro presenza nella fase di
lavorativa, l’accesso ai servizi per le categorie
ascolto del territorio è bassa;
svantaggiate e la partecipazione culturale, so-
5
• la coerenza con le politiche ordinarie relative
ciale ed economica delle fasce deboli (anziani,
al welfare è medio/alta. L’integrazione con
disabili, immigrati, etc.) risulta spesso generica
il processo di elaborazione e attuazione del
e non emergono gli interventi che impattano
Piano di Zona appare media. In particolare a li-
in tale ambito di policy;
vello analitico non viene presa in considerazio-
• la capacità del programmi integrati di espli-
ne la “Relazione sociale” e dal punto di vista
citare la sinergia dei medesimi con i Piani
attuativo il rapporto con le azioni del Piano di
di Zona dei distretti sociosanitari di cui alla
Zona è limitato a particolari tipologie di azioni
Legge 328/2000 risulta spesso generica e non
e target di intervento.
emergono gli interventi che impattano in tale
ambito di policy.
Per quanto riguarda gli schemi di piani integrati
finora presentati (PISU–PIST in Sicilia e PISU in
Valgono in questi casi i rilievi già segnalati rispetto
Calabria) possono essere sinteticamente indicate:
al ruolo che può svolgere un’azione di accompa-
• è molto spesso chiara la coerenza e integra-
gnamento da parte dei referenti regionali e delle
zione tra la strategia dei programmi integrati
loro assistenze tecniche.
PISU (PIST nel caso della Sicilia) con i Piani
Strategici di riferimento;
• nel caso siciliano il rapporto tra PISU e PIST
emerge come il ruolo svolto dalla/e città di
maggiori dimensioni non sia servente all’area
vasta di riferimento per la progettazione;
• la capacità complessiva dei programmi integrati di contribuire all’attuazione del Piani di
Azione regionali degli Obiettivi di Servizio
ed al conseguimento dei target Mezzogiorno
per aree di policy comune risulta spesso
generica e non emergono gli interventi,
5) Ciò è dovuto al fatto che i Piani strategici promossi dal CIPE e
dalle regioni non hanno il carattere strettamente volontario che
lo connota nelle più diffuse esperienze internazionali. In termini
molto schematici i Piani strategici “volontari” si presentano
come agende di lavoro di coalizioni di decisori strategici, che
orientano le loro scelte di investimento.
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO
8
3
Gli incontri con i
referenti regionali
Sono state incontrate le Autorità di Gestione,
accomunano i diversi processi di attuazio-
in particolare i referenti regionali che hanno in
ne delle azioni di sviluppo urbano, come di
carico gli obiettivi specifici e operativi il cui rag-
seguito sintetizzati.
giungimento prevede come strumento attuativo i
programmi integrati di sviluppo urbano, i tecnici
delle assistenze tecniche regionali coinvolti, i
tecnici dei nuclei di valutazione coinvolti nella
valutazione dei programmi.
Gli incontri hanno permesso di definire il quadro
di programmazione e di attuazione anche per
quanto attiene il principio di pari opportunità e
non discriminazione e di raccogliere una base
documentaria completa e articolata relativa ai
documenti di programmazione (POR, indicazioni
•
Un primo elemento comune è il fatto che
gli assi strategici che in ogni POR raggruppano le
azioni relative allo sviluppo urbano e territoriale
si attuano per quanto riguarda le realtà urbane
più significative attraverso programmi integrati di
sviluppo urbano.
•
Un altro elemento comune è quello di
avere privilegiato un approccio sostanzialmente
negoziale nei confronti delle Città beneficiarie
proponenti dei programmi di sviluppo urbano.
attuative di tipo politico per le scelte di pro-
•
grammazione, linee guida per la redazione degli
Regioni, in maggior o minor misura, hanno pro-
strumenti attuative, vademecum e manuali per
mosso la redazione da parte delle realtà urbane
l’attuazione, presentazioni e sintesi delle poli-
di piani strategici che rappresentano il quadro di
tiche regionali pertinenti) e, laddove presenti e
riferimento per l’elaborazione delle proposte di
accessibili, alle proposte dei programmi integrati
programmi di sviluppo urbano. A loro volta que-
di sviluppo urbano elaborate dalle città, ai piani
sti ultimi sono strumenti attuativi di alcune delle
strategici delle città.
azioni previste dal processo di pianificazione stra-
Tale base documentaria è stata utilizzata solo per
tegica. La maggior parte delle realtà urbane più si-
la parte relativa alle indicazioni di approfondimen-
gnificative di Calabria, Puglia e Sicilia hanno svolto
to concordate con le Regioni.
un processo di pianificazione strategico, quasi con-
Un terzo elemento rilevante e che tutte le
temporaneo all’elaborazione dei PO regionali, che
Ognuna delle quattro Regioni Obiettivo
ha tenuto conto della coerenza con i medesimi. Un
Convergenza ha sviluppato strategie attuative
approccio in parte diverso è stato seguito dalle
articolate e integrate, congruenti con la program-
realtà urbane della Regione Campania dove i piani
mazione nazionale e comunitaria, ma allo stesso
strategici sono meno numerosi: in questo caso
tempo, coerenti con le peculiarità del percorso
tutte le città individuate per l’elaborazione dei
seguito da ciascuna Regione nella progettazione e
programmi integrati urbani non precedentemente
attuazione delle proprie politiche di sviluppo.
coinvolte in un processo di pianificazione strategica, sono tenute all’elaborazione di un “Dossier
Sono stati identificati alcuni caratteri che
di orientamento strategico” (DOS) che tende ad
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO
9
della presente ricerca. La Regione Campania e la
Regione Puglia hanno adottato un atteggiamento
più riservato ma ampliamente collaborativo.
Per quanto riguarda le esperienze di progettazione dello sviluppo urbano, tutte le Regioni incontrate hanno invitato nell’ambito dello studio ad
approfondire le attività svolte da alcuni contesti
locali nella direzione della definizione delle proprie strategie di sviluppo.
La Regione Siciliana ha indicato l’area vasta
dell’Agro ericino e la città di Gela (Piani Strategici
ex del. CIPE 20/2004 attenti ai temi delle pari
opportunità e non discriminazione) e la città di
Messina (Piano Strategico ex del. CIPE 35/2005,
esplicitare il quadro di riferimento strategico
all’interno del quale sono state operate le scelte
contenute nei programmi integrati.
•
In ultimo, al momento attuale, pur con
unico finora concluso dopo l’elaborazione da parte
della Task Force regionale delle linee guida per le
pari opportunità nella pianificazione strategica).
La Regione Calabria ha indicato le realtà urbane
di Cosenza–Rende (Piano strategico ex del CIPE
tempistiche leggermente diverse, si apre per tutte
20/2004 e PISU) e Catanzaro (Piano strategico ex
le Regioni la fase di implementazione degli obiet-
del CIPE 20/2004 e PISU).
tivi specifici dei POR che riguardano lo sviluppo
La Regione Campania ha indicato la realtà urbana
urbano. La sfida che le Regioni si trovano ora ad
di Salerno (PIC URBAN 1, Piano strategico ex del
affrontare è quella di accompagnare gli Enti Locali
CIPE 20/2004, PIU–DOS).
con strategie e strumenti diversificati regione per
La Regione Puglia ha indicato i processi di piani-
regione, per la parte più propriamente attuativa,
ficazione strategica per l’area vasta che fa riferi-
per garantire, non tanto e non solo la qualità degli
mento a Bari (Piano strategico Ba2015) e quello
interventi dei programmi si sviluppo urbano, quan-
per l’area vasta Sud Salento (Piano strategico
to l’integrazione dei primi e la qualità complessiva
Salento 2020). Inoltre ha raccomandato di colle-
dei secondi.
gare questi processi oltre che all’implementazione
dell’attuale programmazione ai Piani territoriali
Tutte le Regioni negli incontri svolti hanno rite-
dei Tempi e degli Spazi presentati da alcune zone
nuto che l’attività di ricerca promossa dal DPO
socio–assistenziale riferibili a quei processi - in
nell’ambito del POAT FESR, possa fornire un con-
particolare Bari e Casarano
tributo efficace: utile al processo di attuazione che
ogni Regione ha avviato; adeguato ai vari contesti
Per quanto attiene all’elemento specifico della
procedurali di intervento.
ricerca possono essere delineati due quadri gene-
I referenti della Regione Calabria e della Regione
rali - a livello regionale e a livello locale - derivati
Siciliana hanno esplicitamente formulato una ri-
dalla lettura dei documenti di programmazione
chiesta in tal senso alla Task Force Pari Opportunità
a livello regionale e locale, degli incontri con le
supportata in questo caso dai contenuti e gli esiti
autorità di gestione dei POR, dei referenti per
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 10
l’attuazione degli obiettivi specifici e operativi,
identificare buone pratiche locali di progettazione
dei componenti dei nuclei di valutazione regionali
quale concreta dimostrazione della fattibilità di
coinvolti, dei tecnici di riferimento delle assisten-
una approccio coerente con il principio di pari
ze tecniche.
opportunità e non discriminazione anche nell’ambito dei vincoli posti dall’attuale contesto di
In generale si può concludere che a livello regio-
programmazione.
nale al di là della differente interpretazione data
in ogni POR, la presenza e lo sviluppo del principio
La lettura di come le Regioni hanno differente-
delle pari opportunità è in genere ampio e coe-
mente operato e la lettura delle diverse situazioni
rente dal livello strategico fino al livello attuativo:
regionali e locali ha portato alla individuazione di
nelle linee guida e nei bandi per l’attuazione degli
“raccomandazioni”, definite sulla base di quello
obiettivi specifici relativi allo sviluppo urbano il
che accade, suggerendo modi di intervento possi-
principio è declinato, talvolta anche in forma det-
bili affinché gli investimenti attivati possano avere
tagliata per la valutazione dei singoli interventi.
una maggiore efficacia.
A livello locale l’approccio al tema delle pari
opportunità e non discriminazione è meno rigoroso e più frammentario. Ne risulta, quindi, una
integrazione del principio delle pari opportunità
in forma episodica, con una scarsa declinazione
di mainstreaming di genere e con una presenza di
indicazioni perlopiù al livello dei principi di riferimento di tipo programmatorio per l’articolazione
delle azioni dei piani e programmi. Viene reso
conto di aspetto particolare che attiene alla natura
peculiare dei processi di pianificazione strategica
sviluppati a partire delle delibere CIPE 20/2004 e
35/2005 (processo non “volontario” ma sollecitato
dall’ “alto”)
Emerge, allora, come punto importante capire
come affrontare la fase di implementazione,
ovvero come introdurre le pari opportunità e non
discriminazione nella progettazione e nell’attuazione degli interventi e le azioni dei programmi di
sviluppo urbano. Da un lato è importante valorizzare il più possibile quanto, per l’attuazione, può
essere orientato da parte della programmazione
regionale, ovvero quanto dalle Regioni è stato fatto anche con approcci metodologicamente differenti e che può risultare efficace nella fase attuativa in ambito locale. Dall’altro risulta importante
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 11
4
I quadri sintetici
regionali
È stato analizzato il sistema della programmazione
regionale di cui sono evidenziati i caratteri interni
in rapporto alle caratteristiche di un sistema esterno individuato nel sistema della progettazione
locale. I documenti regionale di programmazione
sono stati quindi assunti come oggetto dell’analisi
con riferimento ad un ambiente operativo “esterno” costituito dai sistemi locali di progettazione.
Il processo analizzato è il rapporto sviluppo
urbano integrato e principio di pari opportunità
nella programmazione FESR peculiare di ogni
I quadri di analisi vanno eletti come quadri interpretativi differenziali rispetto ad una situazione
media dove, rispetto al un problema rappresentato
dal rapporto sviluppo urbano integrato e principio
di pari opportunità nella programmazione FESR,
si collocano le diverse scelte di programmazione
e attuazione operante dei referenti regionali nel
quadro delle diverse politiche regionali autonome
rispetto al FESR.
Queste scelte sono difficilmente collocabili in un
rapporto virtuoso o PARTENARIATO
critico rispetto al problema
analizzato ma semplicemente descritte come il
risultato di un processo estremamente complesso
che ha origine con la cosidetta “Nuova programmazione” che con riferimento al Mezzogiorno viene elaborata e varata
a partire dalla fine degli anni
Principio
’90 dal Dipartimento
Politiche di Sviluppo.7
di di
pari
opportunità
organizzazione
Coerentemente con quanto deciso in rapporto al
criterio di non produrre nell’ambito dello studio “valutazioni” sulle attività delle Autorità di
LEADERSHIP
Cornice
PUBBLICA
PARTECIPAZIONE
concettuale per l’analisi del
rapporto tra sviluppo urbano e principio di pari opportunità
Gestione e dei referenti regionali per gli obiettivi
specifiche, è stato applicato lo strumento della
SWOT Analisys declinandola innovativamente
come “Equality SWOT”6 e, a questo scopo, si è deciso di non utilizzare le categorie classiche (Forza,
Debolezza, Minaccia e Opportunità) ma di far riferimento nelle colonne della tabella ad elementi
additivi (colonna a sinistra) o sottrattivi (colonna
a destra) rispetto ad una situazione media sia del
sistema di programmazione (ed attuazione) regio-
Contesto
o ambiente
esterno
Organizzazione
sistemi di
progettazione
locale
sistema di
programmazione
e attuazione
regionale
nale (organizzazione analizzata) che dei sistemi locali di progettazione (ambiente o contesto esterno
nel quale opera l’organizzazione analizzata).
6) La lettura della programmazione regionale FESR sullo sviluppo urbano secondo una logica di “Equality SWOT Analysis” si
pone integra e relaziona con l’applicazione della “Gender SWOT
Analysis” per la progettazione sul FSE.
7) Vedi: Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica, “La nuova programmazione e il Mezzogiorno. Orientamenti
per l’azione di Governo”, Roma, Donzelli, 1998
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 12
4.1
Analisi riferita al sistema
di programmazione della
Regione Campania
CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI REGIONALI DI PROGRAMMAZIONE
• Sub–deleghe ai soggetti beneficiari (le Città) delle competenze dell’Autorità di Gestione per l’attuazione dei
programmi PIU
• Alta Integrazione dell’attività Task force e nuclei di
valutazione
• Procedure di attuazione svolte in tempi sufficienti a
garantire una buona qualità della progettazione dei PIU
Europa
• Presenza del criterio di pari opportunità tra i criteri di
valutazione delle proposte degli enti beneficiari (PIU
Europa DOS)
• Alta intensità di integrazione con i Piani sociali di Zona
• Alta integrazione con il PO FSE
• Presenza di programmi regionali di riqualificazione
urbana integrata
• Ampio ricorso alla verifica di sostenibilità finanziaria dei
programmi PIU
• Presenza del criterio di pari opportunità tra i criteri di
valutazione delle proposte degli enti beneficiari
• Presenza di politiche regionali specifiche come le poli-
tiche di coordinamento dei tempi o per la conciliazione
(Città di Napoli)
• Autorità per le Politiche di Genere prevista in sede di PO e
non istituita.
• Autorità di gestione FESR non coincide con i referenti per
l’attuazione degli obiettivi specifici relativi allo sviluppo
urbano integrato
• Bassa integrazione con il programma FAS
• Le disposizioni attuative non contengono:
• la previsione del coinvolgimento, nelle fasi di definizione del
ciclo di vita del progetto, di soggetti che ricoprono ruoli significativi nel campo delle pari opportunità e non discriminazione
e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di rappresentanza delle pari opportunità;
• la raccomandazione sull’equa partecipazione dei generi e delle
categorie discriminate nella scelta degli esperti da coinvolgere
nel ciclo di vita del progetto;
• l’indicazione su di una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere e di categorie svantaggiate e le fasce
deboli
• la previsione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento orientato al genere e alla non discriminazione
• i criteri di valutazione lasciano un largo spazio alla “libera
interpretazione” del principio di pari opportunità e non discriminazione
CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI LOCALI DI PROGETTAZIONE
• Media capitalizzazione delle esperienze PIC URBAN
• Le città sono sub–delegate come Autorità di gestione
per l’attuazione dei programmi PIU
• Presenza di Dossier di Orientamento Strategico tra gli
elaborati dei programmi PIU
• Assenza di una estesa esperienza di pianificazione strategica pregressa negli ambiti di progetto PIU
• Scarse competenze degli enti nell’ambito della progettazione dello sviluppo urbani integrato
• Nei programmi integrati (Dosssier di Orientamento
Strategico):
• gli obiettivi e le finalità dei programmi integrati non sono
articolati secondo una logica che incorpori in maniera esplicita
le aree di impatto della metodologia VISPO e altre riferibili alla
non discriminazione
• il contributo richiesto ai progetti in termini di pari opportunità
e non discriminazione proprio perché generico non è posto
in relazione alle criticità di genere espresse dal territorio e
disarticolato nelle specifiche azioni dell’intervento
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 13
4.2
Analisi riferita al sistema
di programmazione della
Regione Calabria
CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI REGIONALI DI PROGRAMMAZIONE
• Autorità per le Politiche dell’Uguaglianza prevista dal PO
ed istituita
• Media Integrazione dell’attività Task force e nuclei di
• Autorità di gestione FESR non coincide con i referenti per
l’attuazione degli obiettivi specifici relativi allo sviluppo
urbano integrato
• Presenza del criterio di pari opportunità tra i contenuti
• Media intensità di integrazione con i Piani sociali di Zona
• Bassa integrazione con il PO FSE
• Assenza di programmi regionali di riqualificazione urbana
• Procedura di valutazione negoziata e concertata con gli
• Presenza di politiche regionali specifiche come le politi-
valutazione
• Alta integrazione con il programma FAS
obbligatori delle proposte degli enti beneficiari (PISU)
enti beneficiari
integrata
che di coordinamento dei tempi non integrata con i PISU
• Procedure di attuazione svolte in tempi brevissimi per
garantire una buona qualità della progettazione dei PISU
• Le disposizioni attuative non contengono:
• la previsione del coinvolgimento, nelle fasi di definizione
del ciclo di vita del progetto, di soggetti che ricoprono ruoli
significativi nel campo delle pari opportunità e non discriminazione e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di
rappresentanza delle pari opportunità;
• la raccomandazione sull’equa partecipazione dei generi e
delle categorie discriminate nella scelta degli esperti da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto
• l’indicazione su di una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere e di categorie svantaggiate e
le fasce deboli (portatori di interessi di genere nell’ATS ecc.
rilevanti rispetto alla strategia di progetto)
• la previsione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento orientato al genere e alla non discriminazione
• I criteri di valutazione lasciano un largo spazio alla “libera
interpretazione” del principio di pari opportunità e non discriminazione
CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI LOCALI DI PROGETTAZIONE
• Media capitalizzazione delle esperienze PIC URBAN
• Esistono espliciti collegamenti ex–ante tra Pianificazione
strategica e PISU
• Assenza di una estesa esperienza di pianificazione strategica pregressa negli ambiti di progetto PISU
• Scarse competenze degli enti nell’ambito della progettazione dello sviluppo urbani integrato
• Nei programmi integrati PISU:
• gli obiettivi e le finalità dei programmi integrati non sono articolati secondo una logica che incorpori in maniera esplicita le
aree di impatto della metodologia VISPO e altre riferibili alla
non discriminazione
• il contributo richiesto ai progetti in termini di pari opportunità
e non discriminazione proprio perché generico non è posto
in relazione alle criticità di genere espresse dal territorio e
disarticolato nelle specifiche azioni dell’intervento
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 14
4.3
Analisi riferita al sistema
di programmazione della
Regione Puglia
CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI REGIONALI DI PROGRAMMAZIONE
• Alta intensità di integrazione con i Piani sociali di Zona
• Alta integrazione con il PO FSE
• Presenza di politiche regionali specifiche come le poli-
tiche di coordinamento dei tempi o per la conciliazione
(Studi di Fattibilità PTTS delle zone sociale)
• Presenza di programmi regionali di riqualificazione
urbana integrata (PIRP)
• Integrazione della Pianificazione strategica di Area Vasta
con la Pianificazione della mobilità
• Procedura di valutazione negoziata e concertata con gli
enti beneficiari
• Autorità di gestione FESR non coincide con i referenti per
l’attuazione degli obiettivi specifici relativi allo sviluppo
urbano integrato
• Bassa integrazione con il programma FAS
• Assenza del criterio di pari opportunità tra i criteri di
valutazione o contenuti delle proposte degli enti beneficiari (PISU)
• Procedure di attuazione non sono state ancora avviate se
non nelle aree vaste della Pianificazione strategica come
interventi stralcio del PO FESR
• Le disposizioni attuative non contengono:
• la previsione del coinvolgimento, nelle fasi di definizione
del ciclo di vita del progetto, di soggetti che ricoprono ruoli
significativi nel campo delle pari opportunità e non discriminazione e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di
rappresentanza delle pari opportunità;
• la raccomandazione sull’equa partecipazione dei generi e
delle categorie discriminate nella scelta degli esperti da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto;
• l’indicazione su di una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere e di categorie svantaggiate e le fasce
deboli (portatori di interessi di genere nell’ATS ecc. rilevanti
rispetto alla strategia di progetto)
• la previsione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento orientato al genere e alla non discriminazione
CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI LOCALI DI PROGETTAZIONE
• Media capitalizzazione delle esperienze PIC URBAN
• Presenza di una estesa esperienza di pianificazione
• Medie competenze degli enti nell’ambito della progettazione dello sviluppo urbani integrato
strategica per aree vaste
• Esistono espliciti collegamenti ex–ante tra Pianificazione
strategica di Area Vasta e PISU e interventi stralcio (Piani
Integrati Plurifondo) negli ambiti di integrazione territoriale (Aree vaste)
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 15
4.4
Analisi riferita al sistema
di programmazione della
Regione Siciliana
CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI REGIONALI DI PROGRAMMAZIONE
• Autorità di gestione FESR coincide con i referenti per
l’attuazione degli obiettivi specifici relativi allo sviluppo urbano integrato
• Alta Integrazione dell’attività Task force e nuclei di
valutazione
• Quantità e qualità dei contributi relativi all’integrazione
del principio di pari opportunità nella programmazione,
nella progettazione e nella pianificazione strategica
• Buona intensità di assistenza tecnica agli enti sociali
• Media intensità di integrazione con i Piani sociali di Zona
• Bassa integrazione con il PO FSE
• Bassa integrazione con il programma FAS
• Assenza di politiche regionali specifiche come le politiche
di coordinamento dei tempi o per la conciliazione
• Assenza di programmi regionali di riqualificazione urbana
integrata
• Le disposizioni attuative non contengono:
• Buona quantità di documentazione di supporto
• Procedure di attuazione svolte in tempi sufficienti a
• la previsione del coinvolgimento, nelle fasi di definizione
del ciclo di vita del progetto, di soggetti che ricoprono ruoli
significativi nel campo delle pari opportunità e non discriminazione e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di
rappresentanza delle pari opportunità;
• Presenza del criterio di pari opportunità tra i criteri
• la raccomandazione sull’equa partecipazione dei generi e
delle categorie discriminate nella scelta degli esperti da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto;
beneficiari
garantire una buona qualità della progettazione dei PIST
PISU
di valutazione delle proposte degli enti beneficiari
(PIST–PISU)
• Procedura di valutazione negoziata e concertata con gli
enti beneficiari
• l’indicazione su di una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere e di categorie svantaggiate e le fasce
deboli (portatori di interessi di genere nell’ATS ecc. rilevanti
rispetto alla strategia di progetto)
• la previsione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento orientato al genere e alla non discriminazione
• I criteri di valutazione lasciano un largo spazio alla “libera
interpretazione” del principio di pari opportunità e non discriminazione
CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI LOCALI DI PROGETTAZIONE
• Presenza di una estesa esperienza di pianificazione stra- • Scarsa capitalizzazione delle esperienze PIC URBAN
tegica nei 26 ambiti di progetto PIST – PISU
• Non esistono espliciti collegamenti ex–ante tra
Pianificazione strategica e PIST PISU
• Scarse competenze degli enti nell’ambito della progettazione dello sviluppo urbani integrato
• Nei programmi integrati PIST–PISU:
• gli obiettivi e le finalità dei programmi integrati non
sono articolati secondo una logica che incorpori in
maniera esplicita le aree di impatto della metodologia
VISPO e altre riferibili alla non discriminazione
• il contributo richiesto ai progetti in termini di pari
opportunità e non discriminazione proprio perché
generico non è posto in relazione alle criticità di genere
espresse dal territorio e disarticolato nelle specifiche
azioni dell’intervento
PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 16
VADEMECUM
Raccomandazioni e buone pratiche per
l’attuazione degli obiettivi di sviluppo
urbano con riferimento ai principi di Pari
opportunità e non discriminazione
INDICE
Vademecum
1. Le attività di accompagnamento degli Enti Locali
19
2. I contenuti progettuali
20
2.1 Contenuti progettuali e pari opportunità negli interventi
20
dei programmi integrati
2.2 Sviluppo urbano integrato, sicurezza urbana e pari opportunità
37
3. Il partenariato come strumento di “presidio delle pari opportunità”
51
Premessa
Percorso ed esiti dello studio
Vademecum
Base dati documentaria
Il documento presenta i suggerimenti e le propo-
e operazioni sono formulate come idee proget-
ste in particolare con riferimento a tre ambiti:
tuali. In teoria questa attività di negoziazione e
• le attività di accompagnamento;
• i contenuti progettuali a partire delle concrete
concertazione permetterebbe di inserire, anche
tipologie progettuali riscontrabili tra gli interventi e le azioni dei programmi di sviluppo
urbano;
• il partenariato (inteso anche come strumento di “presidio” delle pari opportunità) che
accompagna l’attuazione dei programmi di
sviluppo urbano
Il paragrafo relativo ai contenuti progettuali contiene un approfondimento che propone di utilizzare il tema della sicurezza urbana come filo condut-
attraverso una appropriata azione di accompagnamento dei soggetti locali, opportuni elementi di
pari opportunità e non discriminazione in particolare quelli riferiti:
• all’inserimento nel ciclo di vita del progetto,
di soggetti che ricoprono ruoli significativi nel campo delle pari opportunità e della
cultura di genere e di istituzioni/organismi di
rappresentanza delle pari opportunità e non
discriminazione;
• all’equa partecipazione dei generi e delle ca-
tore per collegare da un punto di vista tecnico il
tegorie discriminate nella scelta degli esperti
principio di pari opportunità e non discriminazione
da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto;
con lo sviluppo o la riqualificazione urbana inte-
• alla composizione partenariale rappresenta-
grata, per quanto riguarda gli interventi e le azioni
tiva in chiave di genere nella governance del
nello spazio pubblico.
progetto;
1
Le attività di
accompagnamento
degli Enti Locali
• alla costruzione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento gender
oriented;
• all’orientamento delle scelte progettuali e
tecniche dei singoli interventi, azioni e operazioni, a livello di studio di fattibilità e/o
di progettazione preliminare, attraverso un
analisi comparata degli impatti che esse possono avere rispetto alle tipologie di impatto
individuate dalla metodologia VISPO e ad altri
Come già segnalato le procedure attuative predisposte dalle Regioni per la progettazione e valuta-
impatti riferibili alla non discriminazione;
• al fatto di investire le assistenze tecniche dei
zione dei programmi integrati di sviluppo urbano
soggetti locali di una attività di sensibilizza-
prevedono una fase negoziale con i soggetti
zione volta ad una corretta declinazione delle
locali. I programmi integrati presentati alla data
idee–progettuali contenute nei programmi
della redazione della presente relazione sono
integrati in termini di pari opportunità e non
progetti di massima, molti degli interventi, azioni
discriminazione.
VADEMECUM 19
2
I contenuti
progettuali
2.1
Contenuti progettuali e
pari opportunità
negli interventi dei
programmi integrati
In base ad un esame delle indicazioni attuative
Il risultato di questa elaborazione viene riportato
per la progettazione e valutazione dei programmi
nelle tabelle che seguono. Dal momento che gli
integrati di sviluppo urbano sono state individuate
interventi di sviluppo urbano integrato ripropon-
una serie di tipologie di interventi, azioni e ope-
gono cluster di temi progettuali ricorrenti per
razioni ricorrenti nell’elaborazione dei programmi
le regioni convergenza, le tipologie proposte in
integrati. A queste tipologie sono state affiancate
neretto definiscono in modo sintetico tipologie
indicazioni in base alle quali, in sede di elabo-
complesse per contesti urbani e contesti non urba-
razione di studi di fattibilità o di progetti (preli-
ni di interventi attraverso esempi che non hanno
minari e/o definitivi), inserire contenuti tecnici
la pretesa di essere esaustivi. Nelle tabelle, le
orientati alle pari opportunità di genere e alla non
colonne evidenziano contenuti tecnici e procedure
discriminazione. Nello stesso modo sono fornite
progettuali e gestionali orientate verso il principio
indicazioni che permettono, in sede di gestione
di pari opportunità e non discriminazione.1
del progetto e/o dell’intervento, di adottare procedure orientate alle pari opportunità di genere e
non discriminazione.
Le categorie di interventi sono riferite ai
temi prioritari contenuti nell’ALLEGATO II CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI DEI FONDI
(1) PER IL PERIODO 2007-2013 - Parte A:
Codificazione per dimensione - TABELLA 1: CODICI
RELATIVI ALLA DIMENSIONE «TEMI PRIORITARI»
del REGOLAMENTO (CE) N. 1828/2006 DELLA
COMMISSIONE (FESR) in modo da facilitare la
generalizzazione delle indicazioni nell’ambito
della classificazione proposta dal regolamento dei
fondi FESR.
1) Alcuni degli esempi sono tratti dal documento Task Force P.O.
Sicilia PON ATAS Mis. I.2 Ob. 1 e APQ, Contributi della Task Force
al Programma Operativo regionale del FESR – Indirizzi utili per una
programmazione rispondente al principio di pari opportunità e
non discriminazione, novembre 2007
VADEMECUM 20
Figura 1 – Contenuti tecnici interventi, azioni e operazioni
CONTESTI URBANI
Interventi esemplificativi
Riurbanizzazione plurifunzionale ed ecocompatibile degli spazi
urbani attraverso la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale
• Qualificazione tutela e conservazione del Patrimonio storico-culturale, favo-
rendone la messa a sistema e l’integrazione con i servizi turistici, anche al fine
di aumentare l’attrattività dei territori
• Azioni di restauro, recupero e promozione dei siti di maggiore valore storico, archeologico, monumentale presenti sul territorio regionale (catg. nn. 58, 59, 60)
• Interventi di sostegno al recupero e all’adeguamento strutturale e funzionale
dell’eredità storico – culturale, quali biblioteche, musei, archivi, teatri e altre
tipologie di beni di interesse culturale e architettonico, anche attraverso l’attivazione di partenariati pubblico–privati (catg. nn. 58, 59, 60)
• Azioni di restauro, valorizzazione, fruizione e gestione innovativa del patrimonio culturale nell'ambito di sistemi culturali regionali (catg. nn. 58, 59, 60)
Contenuti tecnici orientati alle
pari opportunità di genere e non
discriminazione
1. Percorsi specifici privi di barriere architettoniche per l’utenza portatrice di specifiche esigenze (persone diversamente abili - soprattutto
con ridotte potenzialità motorie - soggetti ipo/
non vedenti, anziani, donne in stato avanzato di
gravidanza)
2. Servizi alle famiglie (es. aree bambini, fasciatoii
nei bagni)
3. Percorsi didattici per bambini
4. Percorsi didattici per immigrati (didascalie nella
lingua madre della comunità di immigrati maggiormente presente nel territorio)
Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e
non discriminazione
1. Presenza, nel partenariato di associazioni femminili o di gruppi rappresentativi di interessi di
genere
Categorie
58
59
60
2. Presenza, tra i soggetti attuatori del progetto, di
esperti/e nella progettazione e realizzazione di
politiche e interventi per le pari opportunità
3. Previsione di specifiche azioni rivolte all’utenza
femminile ed elaborazione di indicatori volti a
rilevare, in fase di monitoraggio e valutazione,
l’impatto dell’iniziativa sull’utenza femminile
VADEMECUM 21
CONTESTI URBANI
Interventi esemplificativi
Promozione dell’imprenditorialità e l’occupazione attraverso la tutela e diffusione della cultura e attraverso la promozione dell’arte
contemporanea
• Azioni volte alla produzione, divulgazione e fruizione delle nuove forme artistiche legate all’arte contemporanea
• Azioni di promozione e realizzazione di reti di centri e laboratori per la produzione
artistica e per la promozione della creatività e della qualità della produzione architettonica e urbanistica (catg. n. 59)
• Valorizzazione di contesti architettonici, urbanistici e paesaggistici, connessi alle
attività artistiche contemporanee (catg. n. 58, 59)
• Sviluppo di servizi culturali per il territorio e per la produzione artistica e artigianale (documentazione, comunicazione e promozione, ecc.) che opera nel campo
dell’arte e dell’architettura contemporanea (catg. n. 60)
Contenuti tecnici orientati alle
pari opportunità di genere e non
discriminazione
1. Azioni specifiche per l’infanzia e
l’adolescenza
Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non
discriminazione
1. Promozione di reti di laboratori di prodotti che recuperano la tradizione femminile
2. Coinvolgimento delle comunità locali nelle scelte
strategiche e che traggano spunto dall’analisi del
contesto attento alle differenze di genere ed ai reali
bisogni dei soggetti in condizioni di disagio
Categorie
58
59
60
3. Forme di divulgazione e coinvolgimento degli immigrati (es. uso della lingua madre della comunità di
immigrati maggiormente presente nel territorio)
VADEMECUM 22
CONTESTI URBANI
Ristrutturazione sostenibile ed ecocompatibile di edifici per
l’insediamento, l’incubazione ed il rafforzamento di funzioni e
servizi urbani e metropolitani
Interventi esemplificativi
• Strutture ed interventi a scala urbana per l’insediamento e lo sviluppo di attività e servizi , anche a supporto del sistema imprenditoriale
• Interventi di riqualificazione integrata, con criteri di qualità architettonica ed
edilizia sostenibile, per l’insediamento, l’incubazione ed il rafforzamento di funzioni e servizi urbani e metropolitani, anche tramite riuso di strutture esistenti o
forme di comodato del patrimonio immobiliare pubblico in disuso (catg. n. 61)
• Interventi di riqualificazione e/o completamento di strutture per l’educazione
pre-scolare, la formazione scolastica o universitaria finalizzati alla offerta di
servizi territoriali (sociali, sociosanitari, culturali, sportivi ecc.) e per la conciliazione tra vita lavorativa e familiare (catg. nn. 61, 75, 77, 79)
• Infrastrutturazione informatica ed implementazione di sistemi informativi urbani e territoriali (catg. nn. 61, 75, 77, 79)
Contenuti tecnici orientati alle
pari opportunità di genere e non
discriminazione
1. Inserimento di aree verdi attrezzate e servizi per
l’accoglienza alle famiglie (es. aree bambini)
2. Riuso e la riqualificazione di strutture esistenti
per servizi all’infanzia e/o popolazione in età scolare 0-14 localizzate nelle aree urbane periferiche
Procedure progettuali e gestionali
orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione
1. progettazione di interventi privi di barriere
architettoniche per l’utenza portatrice di specifiche esigenze (persone diversamente abili
soprattutto con ridotte potenzialità motorie
soggetti ipo/non vedenti, anziani, donne in stato
avanzato di gravidanza)
Categorie
61
75
77
79
2. progettazione di interventi che considerino tutti
quegli accorgimenti, arredi ed elementi che
aumentino la percezione di sicurezza (vedi paragrafo 2.2) negli spazi pubblici anche mediante
il ricorso a tecnologie dell’informazione e della
comunicazione
VADEMECUM 23
CONTESTI URBANI
Interventi esemplificativi
Promozione dei trasporti pubblici integrati attraverso mezzi di
trasporto pubblici ad alto rendimento energetico, la creazione di
sistemi di trasporto integrati di tipo innovativo, la creazione di
itinerari ciclabili e pedestri sicuri e piacevoli, corridoi ambientali
• Riqualificazione ambientale e sociale della mobilità urbana
• Potenziamento e rinnovo delle flotte del trasporto pubblico con veicoli a basso
impatto ambientale
• Incentivi alla redazione di piani per la mobilità e lo sviluppo del car sharing
• Incremento della dotazione di piste ciclabili
• Potenziamento dei sistemi di mobilità pedonale per persone con disabilità
sensoriali
Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione
1. realizzazione di sistemi di trasporto pubblico destinati alla utenza
scolastica primaria (scuolabus di quartiere), alla utenza disabile e
anziana
2. promozione di sistemi di sicurezza sui mezzi pubblici (segnalatori
acustici di pericolo alle fermate, sistemi di video sorveglianza alle
fermate e sui mezzi pubblici, obbligo dei conducenti di far salire, a
richiesta, donne sole negli orari notturni anche fuori dalle fermate
prestabilite
3. promozione e la sperimentazione di forme di trasporto pubblicoprivato che rispondano ai bisogni dell’utenza, differenziata per
genere, età e condizione socio-economica (car sharing, car pooling,
taxi rosa, pedibus, ecc.)
Procedure progettuali
e gestionali orientate
alle pari opportunità di genere e non
discriminazione
1. progettazione di percorsi
sicuri per bambini e famiglie
(anche attraverso il miglioramento delle piste ciclabili).
2. promozione di azioni tese a
rendere conciliabili gli orari
di inizio e fine delle principali attività che si svolgono
nella città (lavoro, studio,
ecc.) con le esigenze di cittadini e cittadine
Categorie
11
23
26
47
52
54
VADEMECUM 24
Promozione dei trasporti pubblici integrati attraverso
la riorganizzazione del sistema dei trasporti, compresa
l'introduzione di pedaggi per l'accesso a determinate
zone, creazione di isole pedonali, sistemi di controllo
intelligente del traffico, parcheggi in prossimità di una
fermata dei mezzi pubblici («park and ride»)
CONTESTI URBANI
Interventi esemplificativi
• Realizzare e potenziare i parcheggi di interscambio modale connessi
alla rete di trasporto pubblico locale
• Costruzione di parcheggi di interscambio modale aventi come obiet-
tivo quello di incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici sia su rotaia
che su gomma, di ridurre la mobilità interurbana privata ed espletare
nei confronti di essa una funzione di “filtro” alla penetrazione nei
centri abitati
Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione
Parcheggi progettati con un’attenzione verso:
Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità
di genere e non discriminazione
Categorie
26
1. la previsione di aree di manovra ampie e posti
riservati per donne in avanzato stato di gravidanza;
2. la previsione di misure di sicurezza (vedi il paragrafo 2.2), quali una buona illuminazione, l’installazione di video camere e segnalatori acustici di
pericolo;
3. la previsione di servizi igienici adeguati alle esigenze delle persone diversamente abili- separati
per genere- e delle madri con bambini.
VADEMECUM 25
CONTESTI URBANI
Interventi esemplificativi
Integrazione degli emarginati e offerta di servizi di base economicamente accessibili nelle aree di maggiore disagio nelle aree
urbane
• Rete dei servizi di prevenzione e delle attività orientate alle situazioni di maggiore disagio nelle aree urbane
• Centri unificati di informazione e accesso ai servizi (catg. nn. 61, 79)
• Adozione di TIC per collegamento e dialogo tra amministrazioni e cittadini (vedi
sopra) (catg. n. 11)
• Interventi per l’accoglienza per situazioni di grave disagio (catg. nn. 61, 79)
• Reti integrate per prevenzione rischio di marginalità sociale e miglioramento
qualità della vita (catg. nn. 61, 79, 80)
Contenuti tecnici orientati alle
pari opportunità di genere e non
discriminazione
Procedure progettuali e gestionali
orientate alle pari opportunità di
genere e non discriminazione
1. l’implementazione dell’ accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione da parte delle famiglie, soprattutto per
particolari fasce sociali e generazionali, al
fine di superare forme di digital divide.
Categorie
11
61
79
80
2. interventi che attuino forme di sensibilizzazione delle forze dell’ordine alla tematica della violenza sulle donne e minori,
anche attraverso la costituzione di reti
con l’associazionismo di settore (mappe
partecipate sulla percezione della sicurezza, azioni di sicurezza partecipata, ecc.)
(vedi paragrafo 2.2)
3. Promozione di un concetto di sicurezza inteso come safety complementare al concetto
di security (vedi pargarafo 2.2)
VADEMECUM 26
CONTESTI URBANI
Interventi esemplificativi
Promozione dell’imprenditorialità e l’occupazione attraverso
l’insediamento, l’incubazione ed il rafforzamento di funzioni e
servizi urbani e metropolitani
• Poli di sviluppo e servizio a scala urbana:
• interventi di riqualificazione urbana integrata per l’insediamento e/o la valorizzazione di centri di servizi (per le imprese, sociali, culturali, sportivi, sociosanitari, la prima infanzia, ecc.) quali attrattori di rango sovra –locale (catg. nn. 77,
78, 79)
• interventi di riqualificazione infrastrutturale e/o completamento delle strutture
della formazione e dell’educazione pre-scolare, per rafforzare l’offerta di servizi territoriali (sociali, sociosanitari, culturali, sportivi ecc.) (catg. nn. 75, 77, 79)
Contenuti tecnici orientati alle
pari opportunità di genere e non
discriminazione
Procedure progettuali e gestionali
orientate alle pari opportunità di
genere e non discriminazione
2. Creazione/riqualificazione di spazi verdi accessibili e fruibili da parte di tutti, in sicurezza
(vedi paragrafo 2.2), con particolare riferimento all’infanzia, agli anziani, alle donne
1. Forme di recupero/riqualificazione urbana
intesa quale rigenerazione sociale. Ad esempio, attraverso gli interventi proposti di valorizzazione o insediamento di centri di servizi
si potranno sviluppare forme di integrazione
di diverse culture presenti nel territorio
3. Riqualificazione infrastrutturale e/o completamento delle strutture della formazione e
dell’educazione pre-scolare ove prevedano
aree verdi e spazi adibiti alle attività sportive
e ricreative, laboratori musicali, teatrali ed
artistici , sale multimediali
2. coinvolgimento delle comunità locali nelle
scelte di destinazione ed uso di spazi e
immobili pubblici e che traggano spunto
dall’analisi del contesto attento alle differenze di genere ed ai reali bisogni dei soggetti in
condizioni di disagio
1. Recupero di aree urbane degradate o in stato
di abbandono;
Categorie
75
77
78
79
VADEMECUM 27
CONTESTI URBANI
Interventi esemplificativi
Riurbanizzazione plurifunzionale ed ecocompatibile degli spazi
urbani attraverso il risanamento di siti urbani degradati, il recupero di spazi pubblici, compreso il verde pubblico, la promozione e
sviluppo di reti integrate dei servizi
• Riqualificazione e rigenerazione di aree e quartieri in condizioni di criticità o
sottoutilizzazione
• Interventi di valorizzazione del ruolo della comunità locale, anche attraverso la
riqualificazione e il riorientamento nella destinazione e nell’uso degli spazi immobili pubblici (catg. nn. 78, 80)
• Interventi di promozione e sviluppo di reti integrate dei servizi in coerenza con la
normativa nazionale L. 328/2000 (catg. nn. 79, 80).
Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di
genere e non discriminazione
1. Creazione/riqualificazione di spazi verdi accessibili
e fruibili da parte di tutti, in sicurezza (vedi paragrafo 2.2), con particolare riferimento all’infanzia, agli
anziani, alle donne
Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non
discriminazione
1. Coinvolgimento delle comunità locali
nella scelte di destinazione ed uso di
spazi e immobili pubblici
Categorie
78
79
80
VADEMECUM 28
Progetti integrati di riqualificazione delle aree marginali in contesti
non urbani anche attraverso lo sviluppo di infrastrutture culturali e
la promozione di attività economiche nel settore culturale
CONTESTI
NON URBANI
Interventi esemplificativi
• Favorire la valorizzazione culturale e la fruizione delle aree marginali e rurali
• Realizzazione di infrastrutture culturali per il miglioramento della qualità della vita
dei residenti e la valorizzazione delle identità locali (catg. n. 59);
• Interventi integrati di riqualificazione di contesti architettonici e urbanistici di pregio
storico in aree marginali (catg. nn. 8, 61);
• Interventi integrati per la promozione e valorizzazione di un sistema di ospitalità
diffusa nelle aree interne e montane della regione (catg. n. 61);
• Interventi di riqualificazione di contesti rurali di pregio storico culturale (catg. n. 61);
• Attivazione di piani integrati per la valorizzazione e la gestione di beni culturali im-
mobili, per l'erogazione di servizi e la produzione artistica e culturale anche al fine di
produrre effetti positivi e durevoli in termini di sviluppo e di nuova imprenditorialità
(catg .n 61).
Contenuti tecnici orientati alle
pari opportunità di genere e non
discriminazione
1. Percorsi specifici privi di barriere architettoniche per l’utenza portatrice di specifiche esigenze (persone diversamente abili
soprattutto con ridotte potenzialità motoriesoggetti ipo/non vedenti, anziani, donne in
stato avanzato di gravidanza)
2. Servizi alle famiglie
3. Azioni specifiche per l’infanzia e
l’adolescenza
Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e
non discriminazione
1. Recupero di arti e mestieri della tradizione
femminile
2. Coinvolgimento delle comunità locali nelle scelte strategiche e che traggano spunto dall’analisi
del contesto attento alle differenze di genere
ed ai reali bisogni dei soggetti in condizioni di
disagio.
Categorie
8
59
61
3. Forme di divulgazione e coinvolgimento degli
immigrati (es. uso della lingua madre della
comunità di immigrati maggiormente presente
nel territorio)
4. Premialità per l’imprenditoria femminile e
giovanile
VADEMECUM 29
CONTESTI
NON URBANI
Interventi esemplificativi
Promozione dell’imprenditorialità e l’occupazione attraverso il
sostegno alle attività economiche, commerciali, cooperative, consortili e di servizi per le PMI, creazione di centri di promozione
aziendale per la conservazione e valorizzazione del patrimonio
ambientale e naturalistico anche attraverso lo sviluppo di infrastrutture per la fruizione ambientale e la promozione di attività
economiche nel settore ambientale
• Incentivare lo sviluppo imprenditoriale che opera nel settore della valorizzazione dei beni ambientali e naturalistici
• Azioni di rafforzamento della competitività delle produzioni locali e delle filiere
produttive dei parchi e riserve (catg. n. 6);
• Azioni eco-innovative di supporto alle PMI che operano in parchi e riserve e azioni
di marketing territoriale e promozione di marchi d’area
• Interventi di valorizzazione ambientale e di incentivazione alle imprese ubicate
nei comuni di montagna in un’ottica di complementarietà con la politica di sviluppo rurale (catg. n. 61).
• Adeguamento delle strutture pubbliche esistenti nei parchi e nelle riserve realizzate secondo criteri di edilizia sostenibile
Contenuti tecnici orientati alle
pari opportunità di genere e non
discriminazione
Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e
non discriminazione
1. Favorire l’imprenditoria femminile e giovanile , in particolare per la creazione, il consolidamento e lo sviluppo imprenditoriale
ovvero per programmi imprenditoriali con
ricadute occupazionali a favore delle donne
1. Sostegno all’imprenditoria anche mediante
animazione territoriale ed accompagnamento allo
start up di impresa
Categorie
6
61
2. Promozione di programmi di investimento
per servizi family friendly e per l’attuazione
delle politiche di pari opportunità all’interno
dell’impresa
VADEMECUM 30
CONTESTI
NON URBANI
Interventi esemplificativi
Promozione dell’imprenditorialità e dell’occupazione attraverso il sostegno alle attività economiche, commerciali, cooperative, consortili e di servizi per le PMI, creazione di centri di
promozione aziendale per la conservazione e valorizzazione
del patrimonio culturale e ed enogastronomico in contesti non
urbani anche attraverso lo sviluppo e la promozione di attività
economiche nel settore culturale ed enogastronimico
• Promozione delle identità culturali e delle risorse paesaggistico-ambientali
• Azioni volte ad aumentare l’attrattività territoriale dell’offerta turistica regionale, mediante la realizzazione e/o il cofinanziamento di eventi di grande
richiamo turistico, di natura culturale, folkloristica, sportiva, volti all’incremento della fruizione di siti/beni paesaggistici, culturali e ambientali (catg n.
57)
• Azioni di comunicazione e di promozione dell’immagine turistica della
Regione ed interventi a sostegno della commercializzazione di prodotti
turistici territoriali (quali Borse, Fiere, Educational Tour, materiali divulgativi)
(catg n. 57)
• Azioni a sostegno della creazione e promozione di marchi d’area, di certifica-
zione ambientale, di qualità e di club prodotto con riguardo alla loro diffusione nei mercati a livello nazionale e internazionale (catg. nn. 55, 56, 57)
Contenuti tecnici orientati alle
pari opportunità di genere e non
discriminazione
1. Iniziative di attrattività a favore di bambini di
età prescolare e scolare per la maggiore conoscenza e fruizione dei siti/beni paesaggistici
culturali ed ambientali
2. Iniziative attente al tema dell’interculturalità
3. azioni di comunicazione e promozione dell’immagine delle donne imprenditrici (es. fiere rosa)
Procedure progettuali e gestionali
orientate alle pari opportunità di
genere e non discriminazione
1. Elaborazione di indicatori volti a rilevare, in
fase di monitoraggio e valutazione, l’impatto
dell’iniziativa sull’utenza femminile
2. Adozioni di sistemi di certificazione che tengano conto dell’attuazione delle politiche di
pari opportunità da parte degli imprenditori
Categorie
55
56
57
VADEMECUM 31
CONTESTI URBANI
E NON URBANI
Interventi esemplificativi
Promozione dell’imprenditorialità e dell’occupazione attraverso il
sostegno alle attività economiche, commerciali, cooperative, consortili e di servizi per le PMI, creazione di centri di promozione aziendale con iniziative di diversificazione e destagionalizzazione della
competitività dell’offerta turistica
• Iniziative di diversificazione e destagionalizzazione della competitività dell’offerta regionale nei mercati turistici rilevanti
• Azioni per l’attivazione, la riqualificazione e l’ampliamento di iniziative sostenibili,
volte alla diversificazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica, inerenti in
particolare allo sviluppo delle filiere dell’offerta termale, congressuale, sportiva,
della pesca-turismo, dell’ittiturismo, del diportismo nautico, e del turismo “non
tradizionale”, rispondenti il più possibile ai segmenti di domanda sempre più emergenti, (catg. nn. 8, 55, 56, 57);
• Interventi di realizzazione e/o riqualificazione e/o completamento di strutture
congressuali, di impianti sportivi, ed altre infrastrutture pubbliche funzionali allo
sviluppo turistico, da attuarsi con il concorso di risorse private (catg. nn. 57, 61, 78)
• Interventi per la creazione di poli di eccellenza a sostegno del coordinamento
dell’offerta turistica diversificata (nautica, crocieristica, sportiva) (catg. nn. 57, 78 );
• Attivazione di iniziative di valorizzazione turistica attraverso forme di mobilità
• dolce e/o non motorizzata (ferrovie storiche, greenways) (catg. nn. 24, 55, 56, 57)
Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di
genere e non discriminazione
Procedure progettuali e
gestionali orientate alle pari
opportunità di genere e non
discriminazione
1. Favorire l’imprenditoria femminile e giovanile , in particolare
per la creazione, il consolidamento e lo sviluppo imprenditoriale
ovvero per programmi imprenditoriali con ricadute occupazionali
a favore delle donne
1. Sostegno all’imprenditoria anche
mediante animazione territoriale
ed accompagnamento allo start
up di impresa
2. Promozione di programmi di investimento per servizi family
friendly e per l’attuazione delle politiche di pari opportunità
all’interno dell’impresa
2. Presenza nei poli di eccellenza
per il coordinamento dell’offerta
turistica di esperti in politiche di
pari opportunità
3. Per gli interventi relativi alla mobilità l’accessibilità dei
mezzi per l’utenza portatrice di specifiche esigenze (persone
diversamente abili soprattutto con ridotte potenzialità motorie
- soggetti ipo/non vedenti, anziani, donne in stato avanzato di
gravidanza) per favorire un turismo di tipo sociale
Categorie
8
24
55
56
57
61
78
VADEMECUM 32
CONTESTI URBANI
E NON URBANI
Interventi esemplificativi
Sviluppo delle potenzialità tecnologiche della società dell'informazione attraverso la messa a punto di servizi d'interesse pubblico,
in particolare nei campi dell'istruzione e della formazione, della
sanità, dell'informazione ambientale, nel settore dei beni culturali
(centro restauro, accesso, interoperabilità, prevenzione rischi, innovazione, contenuti digitali, ecc.), dei servizi di prossimità e attraverso la promozione dell'accessibilità e dell'uso dei servizi telematici
da parte dei cittadini
• Accesso e diffusione di servizi connessi all’uso delle TIC per il superamento dei
fenomeni di digital divide e dei divari territoriali tra aree urbane ed aree interne
rurali
• Azioni volte a incrementare la diffusione di servizi di e-government avanzati per
cittadini e imprese, incluse quelle mirate ad innalzare la partecipazione del cittadino all’azione di governo (e-democracy) (catg. nn. 10, 11, 13)
• Azioni volte a incrementare la diffusione di servizi di e-health (teleprenotazione e
telepagamento, telediagnosi, governo clinico remoto attraverso la realizzazione del
fascicolo sanitario elettronico) (catg. nn. 11, 13)
• Azioni di potenziamento e diffusione di infrastrutture e servizi finalizzati all’e–
inclusion, con particolare attenzione alle famiglie e ai soggetti che versano in stato
di disagio, finalizzate a: l'erogazione a domicilio di servizi informativi, l’erogazione
di servizi socioassistenziali e sociosanitari in modalità
• teleassistenza, la realizzazione di sistemi tecnologici finalizzati ad innalzare il grado
di autonomia nella vita domestica per le persone diversamente abili
• azioni di ricerca e di diffusione delle tecnologie della informazione e della comunicazione nel settore dei beni culturali (centro restauro, accesso, interoperabilità,
prevenzione rischi, innovazione, contenuti digitali, ecc.) (catg. n. 11).
Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità
di genere e non discriminazione
1. Interventi volti alla riduzione del digital divide di categorie
deboli o marginali;
2. Interventi volti a realizzare integrazione e sinergie con le
istituzioni scolastiche;
3. Interventi volti al raggiungimento di utenti/target nelle
aree marginali e periferiche del territorio di riferimento;
Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari
opportunità di genere e non
discriminazione
1. Presenza di analisi costi/benefici che
internalizzi ed espliciti il principio di
pari opportunità
2. Processi partenariali allargati e coinvolgimento dei portatori di interessi di
pari opportunità.
Categorie
10
11
12
13
VADEMECUM 33
CONTESTI URBANI
E NON URBANI
Interventi esemplificativi
Supporto alle amministrazioni locali per migliorare la qualità
della programmazione e progettazione per l’attuazione delle
operazioni cofinanziate dal FESR nell’ambito dei programmi
integrati
• Supportare le amministrazioni locali per migliorare la qualità della programmazione e progettazione per l’attuazione delle operazioni cofinanziate dal FESR
nell’ambito dei programmi integrati
• Assistenza tecnica, affiancamento, supporto tecnico finalizzato alla progettazione, con particolare riguardo alla progettazione esecutiva (catg. n. 81)
• Analisi e studi di fattibilità, valutazione relativi all’attività di programmazione e
progettazione (catg. nn. 81, 86)
• Studi/meccanismi di monitoraggio e valutazione degli effetti delle politiche
pubbliche sulla salute sulla base di linee guida appositamente definite (catg. nn.
81, 86)
• Azioni di informazione, educazione e sensibilizzazione dei cittadini
Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità
di genere e non discriminazione
1. Azioni di sensibilizzazione-informazione specificamente
rivolte alle cittadine e che sappiano adottare un linguaggio
non discriminatorio e rispettoso delle differenze
2. Azioni di sensibilizzazione-informazione programmate ed
attuate attraverso il coinvolgimento attivo della cittadinanza femminile e dei soggetti portatori di interessi di genere/
di pari opportunità
Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari
opportunità di genere e non
discriminazione
1. Monitoraggio e valutazione degli effetti delle politiche pubbliche sulla salute
che tengano esplicitamente conto del
diverso impatto sulle cittadine e sui
cittadini - differenziati per classi di
età - anche nell’impostazione metodologica delle linee guida
Categorie
81
86
2. Presenza nelle equipe di progettazione, comitati scientifici o steering
groups di esperti con competenze in
politiche di pari opportunità
3. Presenza nelle equipe dell’attuazione
delle azioni di esperti con competenze
in politiche di pari opportunità
4. Presenza nelle equipe di valutazione,
di esperti con competenze in politiche
di pari opportunità
VADEMECUM 34
CONTESTI URBANI
E NON URBANI
Interventi esemplificativi
Prevenzione delle infiltrazioni della criminalità nella Pubblica
Amministrazione e negli appalti pubblici
• Interventi per favorire la trasparenza dell’azione amministrativa, la partecipazione dei cittadini e l’informazione volti a prevenire infiltrazioni della criminalità
nella Pubblica Amministrazione e negli appalti pubblici (cat.n.81)
Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità
di genere e non discriminazione
1. Interventi programmati ed attuati attraverso il coinvolgimento attivo della cittadinanza femminile e dei soggetti
portatori di interessi di genere/di pari opportunità
Procedure progettuali e
gestionali orientate alle pari
opportunità di genere e non
discriminazione
Categorie
81
2. Interventi che prevedano forme di partecipazione della
cittadinanza femminile e dei soggetti portatori di interessi
di genere/di pari opportunità
VADEMECUM 35
Figura 2 – Temi relativi allo sviluppo urbano integrato, la riqualificazione e la rigenerazione urbana2
CODICE
TEMI PRIORITARI
6
Sostegno alle PMI per la promozione di prodotti e processi produttivi rispettosi dell’ambiente (introduzione di sistemi efficaci di gestione dell’ ambiente, adozione e utilizzo di tecnologie per la prevenzione
dell’inquinamento, integrazione delle tecnologie pulite nella produzione aziendale)
8
Altri investimenti in imprese
10
Infrastrutture telefoniche (comprese le reti a banda larga)
11
Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (accesso, sicurezza, interoperabilità, prevenzione dei
rischi, ricerca, innovazione, contenuti digitali, ecc.)
12
Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (RTE-TIC)
13
Servizi ed applicazioni per i cittadini (servizi sanitari on line, e-government, e-learning, e-partecipazione,
ecc.)
24
Piste ciclabili
26
Trasporti multimodali
47
Qualità dell’aria
52
Promozione di trasporti urbani puliti
54
Altri provvedimenti intesi a preservare l’ambiente e a prevenire i rischi
55
Promozione delle risorse naturali
56
Protezione e valorizzazione del patrimonio naturale
57
Altri aiuti per il miglioramento dei servizi turistici
58
Protezione e conservazione del patrimonio culturale
59
Sviluppo di infrastrutture culturali
60
Altri aiuti per il miglioramento dei servizi culturali
61
Progetti integrati di rinnovamento urbano e rurale
75
Infrastrutture per l’istruzione
77
Infrastrutture per la sanità
78
Infrastrutture edilizie
79
Infrastrutture per l’infanzia
80
Promozione di partenariati, patti e iniziative attraverso il collegamento in rete delle parti interessate
81
Meccanismi volti a migliorare l'elaborazione di politiche e programmi efficaci, il controllo e la valutazione
a livello nazionale, regionale e locale, e potenziamento delle capacità di attuazione delle politiche e dei
programmi
86
Valutazione e studi; informazione e comunicazione
2) ALLEGATO II - CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI DEI FONDI
(1) PER IL PERIODO 2007-2013 - Parte A: Codificazione per dimensione - CODICI RELATIVI ALLA DIMENSIONE «TEMI PRIORITARI» del REGOLAMENTO (CE) N. 1828/2006 DELLA COMMISSIONE
(FESR)
VADEMECUM 36
2.2
Sviluppo urbano
integrato, sicurezza
urbana e pari
opportunità
Le questioni legate alla partecipazione femminile
aspettano comunque che la loro sicurezza perso-
e alla presa in carico delle ineguaglianze di genere
nale venga garantita dalla loro città e dagli ammi-
e dei soggetti vulnerabili nello sviluppo urbano
nistratori che conoscono più da vicino. Rafforzare
costituiscono una condizione essenziale per realiz-
il senso di sicurezza diventa quindi un compito
zare “città inclusive”.
primario delle istituzioni, a partire dalle ammini-
Il clima di incertezza e di insicurezza che inve-
strazioni locali.
ste le città e l’intera società e la crescente paura
Per un problema così complesso e articolato non
della criminalità, sono determinati solo in parte
possono esserci risposte semplici e unidireziona-
da dalla situazione oggettiva di aumento di fatti
li.3 La questione della sicurezza coinvolge quindi
delittuosi che, pure sono più visibili e percepi-
l’insieme dei programmi e delle strategie politico-
bili nello spazio pubblico. La crisi dei sistemi di
amministrative delle città e con l’obiettivo di
sicurezza e protezione sociale, il diffondersi di
produrre e rafforzare la comunicazione tra i cittadi-
una disoccupazione strutturale e di un mercato
ni, promuovere la convivenza pacifica tra persone
del lavoro sempre meno garantito, la caduta dei
incerte, impaurite, sempre più spesso diverse per
modelli valoriali, il riemergere e moltiplicarsi di
lingua e costumi, in un contesto storico in cui le
povertà, vecchie e nuove, e il rischio che ciascuno
risorse economiche e sociali diminuiscono e le
di noi, a causa di un licenziamento, una malattia,
modalità tradizionali di aggregazione e di riferi-
o semplicemente l’avanzare della vecchiaia, entri
mento (sindacati, partiti politici e spesso anche le
nella cosiddetta “zona grigia” influiscono in modo
parrocchie, o più semplicemente l’aggregazione
determinate sulla sensazione di sicurezza di ampie
spontanea negli spazi pubblici) vengono meno.
fasce di popolazione. La crescente distanza tra la
Le azioni positive che si sono sviluppate in
povertà o quasi povertà e la ricchezza e gli effetti
quest’ultimo decennio nelle nostre città attraverso
della globalizzazione, che con le grandi migrazioni
il recupero di molte periferie, il risanamento dei
hanno portato nelle nostre città gli immigrati e i
centri storici, l’attivazione di progetti di quartiere
“diversi” per cultura, abitudini e status, contribu-
per l’inclusione sociale, la promozione di attività
iscono a destabilizzare il quadro sociale, creano
collettive nei parchi e nelle strade, le decine di
ansie e paure profonde che spesso si esprimono
piccoli e grandi interventi, finalizzati a diminui-
con una richiesta di sicurezza dal “nemico” esterno
re il rischio e ad ampliare le opportunità che la
e dalla città ostile.
città offre, sono il frutto di programmi e progetti
La domanda di sicurezza viene posta in modo forte
alle istituzioni, a partire dalle più vicine, e cioè ai
Comuni e ai sindaci, anche quando le decisioni
e le responsabilità di politiche e di azioni sono
collocate ad altri livelli istituzionali. I cittadini si
3) Per una rassegna delle politiche adottate e per i contributi
tecnici mirati di seguito riportati si veda il volume Regione
Piemonte – Melting LAB 2008, La città si*cura – L’approccio di
genere alla sicurezza urbana: manuale di interventi sulla città per
la sicurezza delle donne e delle persone più vulnerabili (a cura di:
Marita Peroglio, Luisella Dughera, Giulia Melis), 2009
VADEMECUM 37
complessi nati dall’impegno congiunto dello Stato,
la Sicurezza Urbana con sede a Parigi, presente in
delle Regioni e dei Comuni. L’aspetto e la cura del-
qualità di organo esperto presso le Nazioni Unite
la città, la pianificazione e la gestione degli spazi
e il Consiglio d’Europa. Si tratta di una organizza-
per la sicurezza ne fanno parte.
zione internazionale non governativa di Comuni
La complessa problematica della sicurezza urbana
e di altre collettività territoriali (città, Province,
può essere una linea argomentativa e progettuale
Regioni o loro associazioni) impegnate a dialogare,
per introdurre il tema delle pari opportunità e non
riflettere e cooperare sulle politiche e pratiche
discriminazione nei programmi e nelle pratiche di
di sicurezza urbana, con la finalità di stimolare e
sviluppo urbano integrato per quanto riguarda gli
orientare le politiche locali, nazionali e comunita-
interventi e le azioni nello spazio pubblico.
rie in questo settore.
Si tratta di una pratica diffusa in alcuni contesti
Nel 1996, si crea in Italia il Forum Italiano per la
urbani italiani soprattutto per quanto attiene
Sicurezza Urbana (FISU), sezione nazionale del
all’approccio partecipato al problema della riqua-
Forum europeo, a cui partecipano città, province e
lificazione e della sicurezza urbana. Un approccio
regioni con l’obiettivo di promuovere nuove politi-
integrato volto a combattere il degrado fisico e
che di sicurezza urbana nel nostro Paese. Il Forum
sociale di aree periferiche e centrali contrastando i
italiano riconosce il ruolo centrale delle città nello
problemi di insicurezza alla radice.
sviluppo di queste nuove politiche e opera per
Nei Programmi di Recupero Urbano, che hanno in-
promuovere una moderna legislazione nazionale
teressato negli ultimi decenni le periferie e i centri
in materia di sicurezza urbana, politiche integrate
storici di molte città in Italia, la riqualificazione dei
di sicurezza e qualificazione della polizia locale.
quartieri, attuata con risorse pubbliche e private,
Nel 2001, l’Unione Europea raccomanda la predi-
si è svolta attraverso un processo di progettazione
sposizione di strategie comuni per la sicurezza del-
partecipata che ha coinvolto in modo importante
le città e il Comitato Europeo di Standardizzazione
gli abitanti e che è stato accompagnato da azioni
avvia un gruppo di lavoro internazionale per
di inserimento sociale e opportunità formative
stabilire i criteri di “prevenzione della criminalità
e lavorative.
attraverso la pianificazione urbana e la progetta-
Lentamente in Europa vanno sviluppandosi ap-
zione degli edifici”. Il risultato di questo lavoro è
procci più specifici ai problemi della sicurezza
costituito da un insieme di norme e linee guida
urbana, autonomi rispetto al tema della riqualifi-
sulla progettazione delle città per la sicurezza. Il
cazione con il quale si confrontano a partire da un
Technical Report TC 14383-2, adottato dal CEN nel
punto di vista tecnico pratico e non sociologico.
2007, in fase di pubblicazione in Italia, si configura
Alla fine degli anni ‘80, anche in Europa comincia
come un manuale di buone pratiche, non vincolan-
a farsi sentire il fenomeno della violenza urbana
te ma in grado di fornire gli strumenti di analisi,
e del conseguente diffuso senso di insicurezza
programmazione e progettazione di interventi
nelle città, e si riconosce la validità della strategia
sulla città per la sicurezza urbana. Il Technical
di Prevenzione del Crimine Attraverso il Design
Report analizza le aree esistenti e le nuove edifi-
Urbano (CPTED), fino ad allora poco praticato in
cazioni in funzione della sicurezza; tratta la paura
Europa, salvo che in Gran Bretagna.
della criminalità e il senso di insicurezza; fornisce
Si dovrà tuttavia arrivare all’inizio del nuovo se-
linee guida per la diagnosi di sicurezza dei progetti
colo perché l’Unione Europea adotti delle risolu-
urbani, sintetizzate in una “carta di principi fonda-
zioni concrete per affrontare in modo sistematico
mentali” e in un “modello di processo tipo”.
il problema. Nel 1987 nasce il Forum Europeo per
I lavori preparatori, svolti dal Gruppo di
VADEMECUM 38
approfondimento su Urbanistica e Sicurezza del
Forum Italiano Sicurezza Urbana (FISU), accogliendo le raccomandazioni del Consiglio d’Europa e
dell’Unione Europea, hanno esaminato le interrelazioni tra l’ambiente fisico e il comportamento
umano nella convinzione che la pianificazione urbanistica e l’architettura influiscono sulla condotta
e sulle scelte delle
persone con un impatto sul crimine e sulla paura
del crimine.
Il risultato del lavoro è stata una prima scrittura
della norma sperimentale che combina “contenuti” e “processo”, dove per “contenuti” si intendono
le strategie e le misure per prevenire e ridurre i
problemi di criminalità in un dato ambiente, e il
chi:
“processo” individua i procedimenti attraverso
identificazione degli interessati.
cui scegliere e applicare le strategie. Sono state
prese in esame aree urbane e sub-urbane (quar-
Entrando nel dettaglio delle singole aree e del-
tieri, parchi,…) suddivise nelle diverse destina-
le destinazioni, il Gruppo di Lavoro del FISU ha
zioni d’uso: quartieri residenziali; insediamenti
proposto un insieme di buone pratiche finaliz-
commerciali, industriali e terziari; scuole, parchi
zate a diminuire il rischio e a rafforzare la sensa-
e giardini pubblici; luoghi per il tempo libero,
zione di sicurezza. A seguire, se ne sintetizzano
parcheggi, stazioni, fermate d’autobus, ecc. Le aree
alcune, riprese dal sito web del FISU, a titolo
sono state considerate come nuove o già esistenti,
esemplificativo.
con diverse modalità di valutazione e di proposta
• La paura del crimine è ridotta quando si raf-
di strategie.
forza o si ricostruisce il senso di appartenenza
Sono stati identificati gli interlocutori indispen-
e di identificazione con il quartiere e quando
sabili nei legislatori e amministratori, progetti-
le reti sociali e gli ambienti familiari sono
sti e pianificatori, costruttori, forze dell’ordine,
conservati.
professionisti della sicurezza, gestori dei servizi,
operatori sociali, operatori dell’istruzione, ope-
• L’utilizzo misto dell’area, con diverse destinazioni d’uso, crea animazione e riduce la
ratori commerciali, popolazione (individui e
paura del crimine. I locali pubblici e di ritrovo,
organizzazioni).
spesso fonte di disturbo, per altri versi hanno
È stato infine individuato il metodo di approccio
una funzione rassicurante rispetto alla paura
basato sulla preventiva risposta alle tre domande:
del crimine. L’occupazione del piano terreno
dove:
degli edifici con attività induce movimento,
identificazione dell’area;
presenza di persone e quindi maggiore senso
cosa:
identificazione del problema di criminalità in
generale;
di sicurezza.
• La creazione di ampie aree di sola edilizia
pubblica per fasce di popolazione a basso reddito crea segregazione e aumenta il rischio di
crimine e la paura del crimine; la mescolanza
VADEMECUM 39
di gruppi socio-economici crea conoscenza,
del quartiere e una buona segnaletica aumenta
condivisione e maggiore senso di fiducia.
il senso di appartenenza e il controllo, e con-
• L’integrazione degli insediamenti residenziali
sente di individuare facilmente i percorsi da
nel sistema urbano, senza aree abbandonate o
barriere strutturali induce un senso di vicinan-
seguire e le vie di fuga.
• Evitare gli accessi posteriori e installare serra-
za e riduce sia la paura che il rischio di violen-
menti robusti riduce il rischio di effrazione e
za sulle strade.
vandalismo.
• Una buona visibilità sugli spazi pubblici e una
• Riparare rapidamente i danni, sia agli edifici
corretta illuminazione riducono la paura del
che all’arredo urbano, riduce gli ulteriori danni
crimine e il rischio di effrazione, vandalismo,
dovuti ad attacchi successivi. La strategia di
violenza. I percorsi per i pedoni e le auto
manutenzione è più efficace se combinata
dovrebbero preferibilmente essere affiancati e
con chiare regole per l’utilizzo dello spazio
gli ingressi agli edifici dovrebbero essere colle-
pubblico.
gati il più direttamente possibile ai percorsi
pedonali.
• Nel quartiere, la presenza di traffico, ancorché
• La sorveglianza riduce il rischio di violenza
e può essere garantita oltre che dalle forze
dell’ordine e dai servizi di sicurezza, anche da
limitato, e di una rete di sentieri e piste ci-
portinai o custodi, coadiuvati da eventuali tele-
clabili, ben individuate e illuminate, serve ad
camere per monitorare l’ingresso, gli ascensori,
evitare l’isolamento.
le scale, i garage e i depositi delle biciclette.
• Gli edifici costruiti su scala umana creano un
• I garage accessibili solo per i residenti e le aree
senso di proprietà dei residenti nei confronti
di parcheggio provviste di barriera riducono il
degli spazi pubblici, e di identificazione con il
rischio di furti e aggressioni. I piccoli parcheggi
quartiere.
davanti alle case aumentano il senso di pro-
• Una buona progettazione degli edifici, del paesaggio, dell’arredo urbano aumenta il senso di
prietà e di controllo.
• L’uso di materiali robusti, lavabili e non infiam-
proprietà e di appartenenza e riduce il rischio
mabili per l’arredo urbano riducono il rischio
di vandalismo.
di incendio doloso e di vandalismo.
• Una buona manutenzione, la pulizia regolare,
la rimozione immediata dei rifiuti sono ele-
Tutte le indicazioni tendono a promuovere tra pro-
menti fondamentali per garantire il senso di
gettisti e amministratori una cultura della sicurez-
appartenenza e coinvolgere i residenti nella
za intesa come safety (prevenzione di tipo passivo
cura del quartiere.
e/o attivo4) piuttosto che come security (interven-
• La presenza delle forze dell’ordine, specie del
to repressivo o risarcitorio5 ex-post).
vigile di quartiere, aumenta il senso di sicurezza dei residenti.
• La presenza di luoghi di incontro per i giovani
nonché di strutture per i tossicodipendenti
e i senzatetto riduce la presenza incontrollata di gruppi che causano paura nello spazio
pubblico.
• Una cartellonistica accurata con la planimetria
4) L’approccio attivo alla safety va inteso come la partecipazione degli abitanti alla progettazione di interventi di riqualificazione di spazi pubblici e strutture ed alla presa incarico degli
spazi pubblici attraverso, per esempio, tecniche come la mappatura partecipata della sicurezza urbana anche in collaborazione
con la polizia locale.
5) Per esempio attraverso il modello di intervento “broken
windows”. La famosa teoria delle “broken windows” si basa
sull’assunto che il disordine e il crimine siano strettamente collegati in sequenza di tipo causale e usa la metafora della finestra
rotta, che se non viene riparata, produrrà altre finestre rotte, il
VADEMECUM 40
L’approccio di genere in materia di sicurezza urbana pone attraverso l’equivalenza Città sicure per
le donne = Città sicure per tutti, un utile benchmark per gli interventi di riqualificazione urbana
che collega la qualità ed efficacia degli interventi
al fatto di creare condizioni di maggiore sicurezza
per le donne e le persone più vulnerabili.
L’ONU si occupa del problema, promuovendo il
programma Città più sicure, fondato su cinque
principi di base: (1) situare le azioni delle città
nel quadro della promozione dell’uguaglianza di
genere; (2) coinvolgere gli uomini nella soluzione
dei problemi; (3) fare delle analisi a partire da dati
differenziati in base al sesso, e da indagini esplorative per meglio rappresentare il punto di vista
luogo a città neutre ma a città “maschili”, pianifica-
delle donne; (4) sviluppare partenariati con gli
te e costruite in modo funzionale a uomini media-
attori significativi nel campo della violenza, come
mente giovani, sani, benestanti, lavoratori e con
le Forze dell’ordine, e indirizzarli all’approccio di
poche responsabilità familiari.
genere; (5) mettere in comune le pratiche, le espe-
L’analisi dei modelli di attività delle diverse tipolo-
rienze e le valutazioni riconoscendo l’importanza
gie di residenti delle città rivela invece stili di vita,
del fenomeno della violenza sulle donne a livello
attività quotidiane e bisogni differenziati, che si
internazionale.
traducono in un diverso uso dei servizi e delle infrastrutture urbane e in diverse esigenze di tempi.
In Italia la questione della sicurezza delle donne
Ad esempio, le donne, in particolare quelle a basso
nella città si sviluppa prevalentemente all’interno
reddito, sono le maggiori fruitrici dei trasporti
del tema più generale della sicurezza urbana.
pubblici e la politica dei trasporti e del traffico ha
L’approccio di genere raccomandato dall’ONU è, a
quindi un forte impatto di genere, come pure gli
tutt’oggi, molto poco praticato nei programmi di
interventi atti a garantire la fruibilità in sicurezza
prevenzione del crimine e per la sicurezza urbana.
degli spazi pubblici come parchi, piazze, centri
Si rende quindi necessario applicare in modo
commerciali e luoghi di ritrovo, di giorno e di not-
sistematico l’analisi del contesto e il rilevamento
te. In particolare, in materia di sicurezza urbana, le
del rischio differenziati secondo i sessi e tara-
politiche non sono neutre, perché alla paura di es-
re di conseguenza le strategie di prevenzione.
sere vittime di reati, che tocca tutti i cittadini, nelle
Applicare un’ottica di genere all’ambiente urbano
donne si aggiunge la paura della violenza specifica
significa innanzitutto chiedersi se le città sono
di genere - molestie e violenze sessuali.
progettate per donne e uomini di ogni età, reddito
Il problema della violenza contro le donne e i sog-
e razza. Nella maggior parte dei casi si rileverà che
getti più esposti a episodi di sopraffazione all’in-
l’assenza di attenzione al problema non ha dato
terno della città può essere posto come un problema collettivo che le istituzioni devono e possono
affrontare con una serie di misure e di interventi di
progressivo degrado, abbandono e frequentazione criminale
dell’area
contrasto di tipo immateriale e materiale.
VADEMECUM 41
Gli interventi concreti sulla città, che verranno
esemplificati sinteticamente di seguito, rappresentano un tassello che si inserisce all’interno di
programmi di sicurezza integrata con la finalità di
creare condizioni anche fisiche (tipo di marciapiedi, di illuminazione, di segnaletica, di accessibilità,
ecc.) che possano indurre sensazioni di maggiore
benessere e confidenza con il proprio quartiere e
la propria città. Spesso non si tratta di fare interventi onerosi quanto piuttosto di programmare e
progettare i lavori pubblici, l’arredo urbano, l’organizzazione degli spazi e dei tempi della città con
una particolare sensibilità alla percezione della
sicurezza e a un’ottica di genere, nella convinzione
che mettere le donne al centro dell’attenzione per
ciò che riguarda la sicurezza nelle città e sviluppa-
e delle espressioni socio-culturali del territorio
re strategie coerenti per la loro sicurezza nell’am-
permette l’apporto di esperienze, competenze
biente urbano, aumenta la possibilità di tutti di
ed elaborazioni culturali importanti, garantisce la
vivere meglio.
condivisione e l’appoggio del progetto nelle sedi
Operare in un’ottica di genere comporta quindi la
decisionali opportune e ne tutela la continuità nel
capacità di instaurare un dialogo intenso e conti-
tempo.
nuativo con le donne sia nella fase di rilevazione
Le vere protagoniste devono però essere le donne
dei problemi e dei bisogni, attraverso una indagi-
dei quartieri in tutte le loro espressioni. Partendo
ne a tutto campo sulla sicurezza che coinvolga le
da una indagine socio-economica dell’area, si
donne, sia in quella di individuazione di soluzioni,
potranno individuare le diverse tipologie di pre-
con la progettazione partecipata.
senza femminile e di conseguenza prefigurare i
Il metodo dell’indagine e della progettazione
macro problemi che dovranno essere affrontati e
partecipata va adottato con la consapevolezza che
organizzare correttamente i tempi e i luoghi degli
al centro dell’attenzione e dell’azione vanno poste
incontri. Ad esempio, se la prevalenza delle donne
le donne e i loro problemi, senza tuttavia ghettiz-
lavora fuori casa, si affronteranno prioritariamente
zare il progetto in un ambito solo femminile, ma
i problemi riconducibili ai trasporti, agli orari e
ricercando invece il coinvolgimento degli uomini e
all’accessibilità in sicurezza degli asili nido e delle
operando per la loro sensibilizzazione sul tema. In
scuole, ai percorsi e ai parcheggi degli esercizi
fase di avvio del lavoro è particolarmente impor-
commerciali anche col buio. Per le casalinghe,
tante definire con precisione i target primari e se-
poter camminare per le strade e fruire dei giardini
condari, i momenti e i luoghi della partecipazione,
e parchi gioco in sicurezza saranno probabilmente
la composizione dei gruppi nei diversi momenti,
le priorità. Per tutte, poter utilizzare senza paura
gli obiettivi da raggiungere per ogni singolo incon-
il tempo libero sarà un obiettivo da perseguire. I
tro. Il coinvolgimento, fin dalla fase iniziale, delle
momenti degli incontri andranno organizzati in
amministratrici, delle progettiste, delle rappresen-
modo che, almeno nelle prime riunioni generali, la
tanti sindacali e del mondo economico–produttivo,
maggior parte delle donne possa partecipare. Le
delle forze dell’ordine, delle associazioni di donne
sedi dovranno esser ricercate nel quartiere: centro
VADEMECUM 42
sociale, scuola o centro religioso; d’estate, spazi
per le fermate a richiesta di notte e così via.
aperti o terrazze di esercizi pubblici prenotate per
I temi principali su cui si sviluppa un progetto di
l’occasione.
sicurezza urbana adeguato a diminuire i rischi più
La prima fase del lavoro dovrà indagare le cause
presenti per le donne, i bambini e, in generale
dell’insicurezza, rendendone consapevoli le donne
le persone con meno capacità di contrasto della
stesse. Si potrà quindi delineare un quadro di
violenza sono stati evidenziati negli studi e nei
paure soggettive e di rischi oggettivi, collocando
progetti internazionali e vanno arricchendosi, man
le proposte di soluzione sui corretti piani. Con
mano, di azioni di accompagnamento e di facili-
sopralluoghi sul campo, si potranno individuare
tazioni all’uso della città in sicurezza, che singole
puntualmente le situazioni considerate a rischio
realtà locali sperimentano, fornendo esempi di
e raccogliere le prime proposte di intervento
buone pratiche. Le condizioni di base della sicu-
dalle stesse fruitrici dei luoghi e dei servizi.6
rezza urbana possono essere così riassunte:
L’elaborazione progettuale degli interventi sarà
• Vedere ed essere visti; sentire ed essere sentiti
successivamente illustrata e messa in discussione.
La scelta degli arredi, dei colori, del tipo di piantumazione, e quella tra diverse opzioni progettuali
coinvolgerà sempre le partecipanti. Si potrà creare,
in questo modo, un senso di identificazione importante delle donne con il progetto e con il quartiere
che hanno contribuito a ristrutturare e che hanno già imparato a conoscere sulla carta. Poiché,
come si è detto, l’insicurezza non nasce solo dalle
situazioni effettive di rischio, ma da una serie di
concause economiche, sociali e culturali, la pro-
(illuminazione, visibilità, campi aperti);
• Sapere dove si è e dove si va (segnaletica);
• Poter scappare e chiedere aiuto (paline SOS, numeri utili, fermate a richiesta,
rete di soccorso) ;
• Poter usare percorsi e luoghi protetti (percorsi pedonali, ciclabili, parchi gioco, attività di
gruppo, vigilanza, telecamere);
• Vivere in un ambiente curato e accogliente
(riqualificazione urbana e manutenzione).
gettazione partecipata dovrà coinvolgere anche gli
Gli interventi che in seguito verrano richimati
altri settori dell’amministrazione che hanno com-
sinteticamente possono essere attuati dove si
petenze su questi ultimi aspetti, riuscendo così a
individuino situazioni particolarmente negative,
instaurare un rapporto continuativo tra le donne
o dove si intenda creare un “percorso sicuro”, che
e il Comune che verrà recepito come un interlo-
potrà essere scelto da chi ne senta la necessità:
cutore presente e attento. Molti degli interventi
non si può pensare che una città sia riprogettata
previsti per la sicurezza del quartiere, peraltro,
interamente con questi criteri di sicurezza, poi-
non sono di tipo urbanistico ma prevedono azioni
ché sicuramente si perderebbe il fascino di alcuni
congiunte con gli esercizi pubblici e commerciali
vicoli, della città storica che si è stratificata e della
per garantire alcune aperture prolungate anche di
curiosità che è in grado di suscitare, ma bisogna
sera, manifestazioni e iniziative che invitino a po-
comunque tenerne conto e valutarne l’applicazio-
polare le strade, reti di presidio e soccorso gestite
ne caso per caso, in modo adeguato alle esigenze
con il volontariato, adozione di spazi pubblici da
che si riscontrano. Occorre tuttavia che i Comuni
parte dei cittadini, sport all’aperto organizzato in
si diano una strategia mirata alla sicurezza delle
gruppo, accordi con il trasporto pubblico e i taxi
persone più vulnerabili e adottino un metodo da
applicare nella progettazione ordinaria di opere e
servizi e da far applicare per tutti i nuovi insedia-
6) Ci si riferisce alla tecnica della mappatura sintetica della
insicurezza (o sicurezzaurbana) percepita
menti. Dovranno essere coerentemente adeguati
VADEMECUM 43
gli strumenti urbanistici, i regolamenti edilizi e i
piani settoriali che regolano gli interventi pubblici
d) Servizio di accompagnamento per persone sole
e privati sulla città, in modo da evitare di dover
rincorrere, anche nel futuro, le situazioni critiche.
Gli interventi a cui porre attenzione per la costruzione di spazi sicuri nell’ottica delle pari opportunità vengono qui richiamati e saranno successivamente brevemente illustrati.
1) ILLUMINAZIONE
a) Percorsi pedonali
b) Percorsi ciclabili
c) Fermate autobus
d) Parcheggi in superficie
e) Portoni/accessi
f) Luoghi di aggregazione
2) VISIBILITÀ/CAMPO VISIVO
a) Visuali nascoste dal verde: pista ciclabile
b) Visuali nascoste dal verde: fermata
autobus
c) Visulali nascoste dal verde: parcheggio
d) Luoghi nascosti
e) Posizione fermate mezzi pubblici
3) BARRIERE PROTETTIVE
a) Riparo marciapiede/strada
b) Percorsi ciclabili
c) Recinzione giochi bimbi
4) FACILITAZIONI
a) Parcheggi rosa
b) Monitoraggio dell’accesso ai parcheggi
6) RICHIESTA DI SOCCORSO
a) Segnalazione numeri utili
b) Paline SOS
c) Segnalatori di pericolo
d) Sportello sicurezza
7) MANUTENZIONE E RIQUALIFICAZIONE
a) Arredo urbano: panchine e sedute
b) Arredo urbano: tipologie di verde per
arredo
c) Arredo urbano: tipologie di recinzioni/
barriere
8) VISIVE - PROTEZIONE
a) Arredo urbano: tipologie di
illuminazione
b) Interventi di riqualificazione urbana
c) L’ esperienza dei Programmi di Recupero
Urbano
9) AZIONI DI ACCOMPAGNAMENTO
- PRIVATI
d) Bollino amico e punti disponibili per
soccorso
e) Bancomat con protezione
f) Servizio di sorveglianza/ accompagnamento nei luoghi di lavoro notturni
g) Sorveglianza con telecamere (TVCC) nei
punti sensibili
c) Fermata a richiesta mezzi pubblici
5) RICHIESTA TEMPISTICHE CON SMS
a) Taxi rosa
b) Orientamento/segnaletica,
c) Attività sportive di gruppo con
accompagnatore
VADEMECUM 44
ILLUMINAZIONE
L’illuminazione è un
fattore importantissimo
per la sicurezza urbana
poiché riduce il senso di
insicurezza e l’oggettivo
rischio di essere vittime
di aggressioni o altri atti
criminali. Un adeguato
livello di illuminazione
permette di vedere ed essere visti, offre la possibilità di valutare le persone
che si incontrano, di avere chiari gli spostamenti
di chi ci circonda ed
eventualmente di rendere
subito riconoscibile ad
altri passanti una situazione in cui sia richiesto
un intervento. È necessario quindi progettare una
illuminazione omogenea
evitando zone d’ombra
o effetti abbaglianti e,
per quanto possibile,
illuminare maggiormente
i marciapiedi e le piste
ciclabili rispetto alla
carreggiata
Percorsi pedonali
Le zone buie costituiscono delle ottime occasioni per le
aggressioni. È necessario evitare tali situazioni dotando le
città di illuminazione il più possibile diffusa, eventualmente
anche molto bassa, ma con la possibilità di essere implementata al passaggio di persone tramite accensioni regolate
da rilevatori di presenze. Importantissima è anche l’illuminazione degli attraversamenti pedonali che, nelle zone poco
frequentate, potrebbero anch’essi essere illuminati con
pulsante a richiesta
Percorsi ciclabili
Spesso le piste ciclabili nelle città, anche dove sono presenti
con una rete vasta e capillare, risultano difficilmente praticabili in sicurezza - nelle ore notturne e, nella stagione invernale, anche pomeridiane - a causa della quasi totale assenza
di illuminazione. Sarebbe invece fondamentale poter fruire
di percorsi ben illuminati al fine di rendere visibili i ciclisti
stessi ed evidenziare la presenza di elementi sospetti.
Fermate autobus
Le fermate dell’autobus sono in cima alla classifica dei luoghi a rischio per quanto riguarda la sicurezza, a maggior ragione se si considera che i mezzi pubblici vengono per lo più
usati da fasce deboli della popolazione che non usano l’auto
propria, quali anziani, giovani in età scolastica e donne.
Parcheggi in
superficie
I parcheggi sia pubblici che privati realizzati a raso, come
per esempio quelli dei supermercati o quelli in aree
riservate a pagamento nel centro delle città, sono spesso
poco illuminati e costituiscono situazioni ad alto rischio di
aggressioni. È evidente come una buona illuminazione in
questi casi possa aumentare il senso di sicurezza e costituire
un deterrente per gli eventuali aggressori.
Portoni/accessi
Il rientro a casa in ore serali e notturne è sempre un momento potenzialmente pericoloso: la ricerca delle chiavi e il gesto fisico di aprire il portone di ingresso rendono le persone
più vulnerabili in quanto riducono la capacità di percezione
del rischio.
Luoghi di
aggregazione
Per quanto riguarda i luoghi di aggregazione serale e notturna, essi vengono scelti proprio per l’interesse insito nel
luogo - un posto bello con locali e bar è più frequentato di
altri - e per il grado di fruibilità dello stesso, di cui la percorribilità in sicurezza e il livello di illuminazione fanno parte.
In generale comunque, oltre agli interventi su illuminazione
e visibilità, la migliore garanzia di sicurezza degli spazi pubblici è data dal mix funzionale, ovvero dalla compresenza di
attività di genere diverso con orari diversi, e dalla presenza
di flussi di traffico di diverso tipo, soprattutto quello lento
e moderato (pedoni, biciclette, linee di trasporto pubblico,
strade a percorrenza mista), che possono svolgere una funzione di sorveglianza spontanea.
VADEMECUM 45
VISIBILITÀ/CAMPO VISIVO
La permeabilità visuale
permette di avere il controllo
sull’ambiente circostante
e la percezione di possibili
pericoli. Con un campo visivo
ampio è possibile scegliere
un percorso piuttosto che un
altro a seconda del senso di
sicurezza che esso ci comunica,
nonché essere visibili per chi ci
circonda attivando i meccanismi
di controllo spontaneo che
risultano fondamentali per la
sicurezza urbana. Si possono
suggerire alcuni accorgimenti
generali, ad esempio scegliere
barriere protettive e ringhiere
che non impediscano la visuale,
evitare angoli pronunciati o, se
ciò non è possibile, provvedere
a installare specchi convessi che
favoriscano la visibilità, evitare
di collocare accessi rientranti tra
due muri, eliminare le barriere
visuali (muretti ecc.). I luoghi più
a rischio, a cui quindi bisogna
prestare maggiore attenzione,
risultano essere le scale, i
parcheggi, gli atri di ingresso,
passaggi e corridoi, luoghi
nascosti da siepi e cespugli
Visuali nascoste dal
verde: pista ciclabile
La presenza dei ciclisti sulla pista ciclabile è bene
che sia sempre ben chiara a chi sta intorno, cioè
pedoni e automobilisti. Certamente la presenza
del verde è una componente importante nelle
stagioni calde grazie all’ombra che questo produce,
tuttavia occorre porre molta attenzione al tipo di
alberi o siepi da impiegare affinché la vegetazione
non risulti troppo fitta e tale da nascondere ciò che
succede sulla pista.
Visuali nascoste
dal verde: fermata
autobus
Il verde costituisce un importantissimo elemento di
arredo urbano e di sicuro impatto positivo, tuttavia non deve costituire una pericolosa limitazione
visiva.
Visulali nascoste dal
verde: parcheggio
Il parcheggio è uno dei luoghi più “sensibili” a
possibili aggressioni: è importante quindi che goda
di una buona visibilità, da e verso l’esterno.
Luoghi nascosti
Le barriere visive costituite dalla conformazione architettonica degli edifici o esito di un poco attento
disegno urbano, favoriscono le aggressioni offrendo
occasione di facili nascondigli ai malintenzionati,
specie se il luogo è isolato o poco frequentato.
La posizione della fermata del mezzo pubblico
rispetto a determinati siti quali scuole, ospedali,
centri commerciali, e in generale servizi pubblici e
di prima necessità, diventa fondamentale dal punto
di vista della sicurezza sia per gli utenti sia per le
persone che vi lavorano e che spesso svolgono
turni serali
Posizione fermate
mezzi pubblici
VADEMECUM 46
BARRIERE PROTETTIVE
Le barriere protettive possono
costituire un elemento dell’arredo urbano molto importante
per la sicurezza del cittadino.
Spesso la commistione fra pedoni e ciclisti, piuttosto che fra
pedoni, ciclisti e automobilisti,
espone a rischi non solo dovuti
ad accidentali urti reciproci, ma
anche a scippi e aggressioni
Riparo marciapiede/
strada
Molto spesso nelle zone centrali storiche delle città i
marciapiedi vengono realizzati allo stesso livello stradale, senza elementi di protezione verso la carreggiata
veicolare, barriere o fasce a parcheggio. Il pedone si ritrova quindi direttamente esposto alla corsia di marcia,
con rischi per l’incolumità personale e per la sicurezza
rispetto a scippi e aggressioni.
Percorsi ciclabili
Spesso la rete di piste ciclabili nel centro urbano presenta vari problemi di sicurezza. L’incolumità del ciclista
viene messa a repentaglio a causa di un’inadeguata protezione rispetto al traffico veicolare, che oltre a esporlo
ai rischi di incidenti stradali offre anche una facile
possibilità di aggressione da parte di auto e motocicli.
Recinzione giochi
bimbi
Le aree attrezzate a gioco bimbi spesso non sono dotate
di recinzione, che rappresenta invece un elemento
fondamentale sia per la sicurezza dei bambini sia per
facilitare il compito di sorveglianza da parte degli
accompagnatori, spesso nonni o mamme con più di un
bambino. La recinzione oltre a impedire ai bambini di
allontanarsi o correre verso zone pericolose, è utile anche per evidenziare immediatamente agli accompagnatori la presenza di persone sospette che niente hanno a
che fare con i giochi bimbi.
VADEMECUM 47
FACILITAZIONI
Con il termine
“facilitazioni” si
individuano azioni o
iniziative di vario tipo,
finalizzate a ridurre le
occasioni di rischio e ad
aumentare il senso di
sicurezza delle persone
e, in particolare, delle
donne
Parcheggi rosa
In molti parcheggi pubblici sotterranei sono stati istituiti i così
detti “parcheggi rosa”, cioè posti auto riservati alle donne, posti
in prossimità dell’ingresso/uscita del parcheggio e normalmente controllati da telecamere. Tali posti auto dovrebbero essere
istituiti anche nei parcheggi a raso in prossimità delle guardiole o
delle macchinette per il pagamento del pedaggio.
Monitoraggio
dell’accesso ai
parcheggi
Il parcheggio interrato pubblico o privato resta un luogo potenzialmente pericoloso per le donne, nonostante molto si stia
facendo per aumentarne la sicurezza.
Fermata a
richiesta mezzi
pubblici/ richiesta
tempistiche con
SMS
Durante le ore serali il passaggio dei mezzi pubblici è necessariamente meno frequente che di giorno. Molto importante sarebbe
dunque per le donne l’istituzione della fermata notturna “a
richiesta”, che permetterebbe di usufruire dei mezzi senza dover
necessariamente raggiungere la fermata, eliminando così i rischi
rappresentati dal percorso a piedi e dall’attesa.
Taxi rosa
L’istituzione dei così detti “taxi rosa” è una buona pratica, già
attiva in alcune città italiane ed estere, che permette maggiore libertà e sicurezza di movimento anche nelle ore serali e notturne.
In alcuni casi sono semplicemente taxi guidati solo da donne, che
quindi garantiscono alle donne una maggiore tranquillità di non
essere importunate. In altri casi si tratta invece di convenzioni o
di iniziative delle società di taxi, che danno diritto a uno sconto
sulla corsa notturna alle donne sole o accompagnate da minori, o
in particolari fasce orarie allargate anche agli over 65. È evidente
che l’adozione di tariffe speciali, scontate per le donne di sera
e di notte, è condizione indispensabile per incentivare l’uso e
l’efficacia del taxi rosa, che può davvero diventare la misura di
sicurezza per eccellenza e consentire alle donne di muoversi
anche nei momenti della giornata più a rischio, lasciando a casa la
propria auto.
Orientamento/
segnaletica,
Avere chiara la geografia di un posto, e cioè avere sempre dei
punti di riferimento e di orientamento, è fondamentale in caso di
situazioni potenzialmente pericolose. Un soggetto che fatichi a
individuare il proprio percorso è più facilmente preda dell’ansia
e del senso di insicurezza: la soglia di attenzione verso potenziali
rischi si abbassa poiché è concentrato nell’atto di orientarsi e, in
caso di fuga, potrebbe prendere un percorso cieco o sbagliato.
Attività sportive
di gruppo con
accompagnatore
L’attività fisica è una componente essenziale per il benessere
psicofisico delle persone, tanto più se esercitata all’aperto a
contatto con il verde, ancorché in città, utilizzando i parchi urbani.
I parchi possono però rappresentare luoghi non sicuri in quanto è
impossibile effettuare un controllo totale e continuo.
Servizio di
accompagnamento
per persone sole
Il Comune di Bologna ha istituito un servizio comunale di accompagnamento a richiesta per persone sole, svolto da assistenti
civici e animatori. Il servizio si chiama Angeli alle fermate e può
essere prenotato o anche richiesto all’ultimo minuto al Last
minute Angelo o all’Angelo Taxi. Gli assistenti civici presidiano regolarmente il territorio e segnalano situazioni di emergenza e di
disagio, in coordinamento con la Polizia municipale. Gli assistenti
civici comunali fanno parte delle associazioni di volontariato
che ricevono i contributi previsti per le Libere Forme Associative
iscritte all’elenco ufficiale del Comune di Bologna.
VADEMECUM 48
RICHIESTA DI SOCCORSO
È molto importante
garantire sempre la
possibilità di scappare ed
essere aiutati rapidamente,
in caso di pericolo. Per
evitare senso di panico e
smarrimento per la vittima
devono essere molto chiare
indicazioni e segnaletica
di orientamento e
informazioni utili per
chiamare soccorsi
Segnalazione
numeri utili
Segnaletica e mappe di orientamento ben progettate e
poste in luoghi strategici possono aumentare il senso di
sicurezza comunicando la sensazione di sapere sempre dove
ci si trova. I segnali dovrebbero essere standard, per dare un
messaggio chiaro conciso e sempre leggibile da tutti, anche
dalla strada. Le targhe con i nomi delle vie dovrebbero essere illuminate e quindi più leggibili da maggiore distanza.
Paline SOS
I pulsanti SOS, che devono essere presenti nei luoghi non
sorvegliati o comunque a rischio, hanno un’utilità solo se
sono ben localizzati e permettono un aiuto concreto, ovvero
il pronto intervento di soccorso. Le paline devono essere
sempre illuminate e ben visibili, e la loro posizione deve
essere indicata su apposite planimetrie di facile lettura.
L’aspetto più importante rimane comunque la buona manutenzione e la garanzia del corretto funzionamento, essendo
esse un facile obbiettivo per atti vandalici.
Segnalatori di
pericolo
Alcuni progetti prevedono già la dotazione di segnalatori
salvavita, da distribuire alle donne che ne fanno richiesta,
per svolgere in sicurezza attività fisica nei parchi, visite nei
cimiteri, passeggiate solitarie ecc. Laddove già vengono
utilizzati, occorrerebbe prioritariamente tenere in considerazione i percorsi casa-lavoro nelle ore notturne, con particolare riferimento al personale ospedaliero. Esistono molti
sistemi di segnalazione di pericolo, offerti da società private
di sicurezza, che attraverso un segnalatore satellitare individuano la posizione di chi invia il segnale di allarme e attivano un pronto intervento di soccorso. Sarebbe importante
tuttavia approfondire e regolare gli aspetti che riguardano la
privacy e il controllo della persona per poterne promuovere
un più ampio utilizzo a servizio delle donne.
Sportello sicurezza
Si sta sperimentando da più parti l’istituzione di punti di
raccolta di segnalazioni dei cittadini in merito a luoghi a
rischio, episodi di degrado, atti vandalici, presenze indesiderate, e così via. È un modo efficace per coinvolgere i cittadini
nella sorveglianza del loro quartiere e per individuare i reali
problemi e poter dare risposte puntuali.
VADEMECUM 49
AZIONI DI ACCOMPAGNAMENTO - PRIVATI
Le così dette “azioni di
accompagnamento” sono
iniziative che potrebbero
essere intraprese anche
in collaborazione con
soggetti privati; del resto
rendere i luoghi più sicuri, e quindi accoglienti, è
un fine che interessa la
collettività in generale,
ma porta sicuramente
dei benefici anche a tutti
gli operatori presenti nel
territorio
Bollino amico
e punti
disponibili per
soccorso
L’istituzione di una rete di locali “amici”, vale a dire esercizi di vario
genere, che espongono un apposito tagliando di riconoscimento,
disposti a dare ospitalità temporanea a chi si sente in pericolo, senza
l’obbligo di consumazione o di acquisto, già illustrato in una precedente scheda, rappresenta un bel modo di qualificare una città, verso
le sue e i suoi cittadini più vulnerabili, in primo luogo, ma anche verso
chi la frequenta per lavoro, affari o turismo. Anche la collaborazione
degli esercizi commerciali e la partecipazione, in termini economici, alla sorveglianza dei luoghi ove questi sono ubicati, nel caso per
esempio di centri commerciali, centri commerciali naturali (come lo
sono certe vie pedonali), o luoghi di incontro serali, può contribuire in
maniera sostanziale a trasmettere un senso di sicurezza e di gradevolezza della città. Iniziative di questo genere, oltre ad attirare in
modo naturale la clientela, permetterebbero ai gestori di sfruttare un
ritorno di immagine mediante l’apposizione di particolari adesivi che
li qualifichino come partecipi del progetto per una città più gradevole
e sicura.
Il momento del prelievo di denaro contante è molto delicato e l’utente che in quel momento agisce sulla tastiera per eseguire le operazioni ha una capacità di controllo dell’intorno assai limitata.
Bancomat con
protezione
Per questo motivo oggi gli istituti di credito realizzano, per quanto
possibile, locali con apertura regolata dall’inserimento della carta
bancomat e con chiusura automatica.
Per i casi in cui questo non fosse stato realizzato, ove la conformazione dello spazio antistante lo permetta, sarebbe utile pensare a delle
strutture protettive, magari in materiali trasparenti in modo da non
avere - soprattutto nei centri storici - sgradevoli impatti ambientali.
In questo modo si realizzerebbe una protezione analoga a quelle dei
locali predisposti con apertura regolata da carta bancomat e chiusura
automatica.
Servizio di
sorveglianza/
accompagnamento nei luoghi di lavoro
notturni
Le lavoratrici con turni notturni si trovano in una situazione particolarmente vulnerabile: pensiamo ad esempio al personale ospedaliero
con turni di guardia o reperibilità notturne. In questi casi il percorso
dal posto di lavoro al proprio mezzo di trasporto e viceversa dovrebbe
poter essere effettuato in sicurezza mediante la sensibilizzazione dei
colleghi, per poter “fare gruppo” o, meglio ancora, mediante l’accompagnamento di personale addetto messo a disposizione dall’azienda,
sensibilizzandone anche la responsabilità sociale circa la tutela della
sicurezza dei propri lavoratori e lavoratrici. Nella progettazione di
nuove strutture ospedaliere e di servizi pubblici vari, di centri commerciali e direzionali dovrebbe essere sempre imposto il reperimento
dei parcheggi per i dipendenti all’interno della struttura.
Sorveglianza
con telecamere
(TVCC) nei
punti sensibili
Il sistema di telecamere a circuito chiuso è più che mai in uso oggi:
si tratta infatti del sistema di sicurezza più facile da installare e i cui
costi risultano ultimamente abbastanza ridotti. Esso costituisce un
buon fattore di scoraggiamento per quanto riguarda gli atti vandalici
e offre al cittadino un maggiore senso di sicurezza. Tuttavia l’esperienza ha dimostrato che la sola presenza di telecamere può avere
una funzione deterrente, ma in alcuni casi essa si rivela molto limitata
e deve, per quanto possibile in relazione ai luoghi, essere sempre
implementata dalla sorveglianza naturale, cioè spontanea e derivante dalle caratteristiche e dalla vitalità dello spazio. L’utilizzo e la
dislocazione delle telecamere di sorveglianza devono essere attentamente studiati e progettati: esse possono essere utili nel controllo di
obbiettivi “sensibili”, ovvero se posizionate in luoghi non altrimenti
controllabili, nascosti e con scarso passaggio di persone, oppure in
luoghi che possono attirare potenziali malintenzionati, ma bisogna
sempre tenere conto del possibile effetto “Grande fratello” quando se
ne faccia un uso estensivo, diffuso e indiscriminato nelle vie cittadine, anche quelle che normalmente godono di una buona sorveglianza
spontanea e quindi ove non ve ne sia la reale necessità.
VADEMECUM 50
3
Il partenariato
come strumento
di “presidio” delle
pari opportunità
Uno dei compiti che i processi di pianificazione
rispetto agli stakeholders.
strategica promossi dal CIPE - Delibere 20/2004
In senso stretto al di là delle varie definizioni di
e 35/2005 - e dalle Regioni per accompagnare
pianificazione strategica essa è un processo di na-
la progettualità delle realtà urbane e territoria-
tura volontaria promossa da un iniziativa su base
li nell’ambito della programmazione dei Fondi
locale.
Strutturali nel periodo 2007–2013 era quello di
La pianificazione strategica ha avuto una conside-
costituire dei partenariati attraverso i quali gli
revole diffusione a partire dalla fine degli anni 90
stakeholders nelle aree di progetto si impegnas-
perché a fronte della crescente complessità del
sero nella costruzione, attuazione e messa a punto
governo territoriale, conseguente all’analoga com-
di una agenda strategica per lo sviluppo locale.
plessità del contesto globale e alla moltiplicazione
L’apporto dovrebbe essere stato misurato non solo
e alla frammentazione degli attori, istituzionali e
in termini di contributi progettuali e di indirizzo
non, sulla scena decisionale, il metodo della piani-
ma anche delle risorse necessarie all’attuazione di
ficazione strategica si è imposto come modello di
parte degli interventi, fatta salva la natura privata
riferimento per sperimentare una nuova forma di
dei medesimi.
governance territoriale.7
Questi partenariati avrebbero dovuto fornire la
Il miglioramento della governance urbana e
cornice per la definizione ed attuazione degli
metropolitana non riguarda solo la riforma del-
interventi di natura pubblica riferibili alla suddetta
le istituzioni e della finanza locale, ma anche il
agenda, attraverso programmi integrati di sviluppo
cambiamento di sensibilità e di culture di governo,
urbano. Non a caso le procedure attuative degli
nonché l’apertura del processo a nuovi attori e ai
obiettivi specifici relativi allo sviluppo urbano dei
diversi stakeholder locali. La pianificazione stra-
POR richiamano o presuppongono il processo di
tegica richiede in questo senso anche un lungo
pianificazione strategica, o in sua assenza promuo-
processo di cambiamento culturale e politico, di
vono dossier o piani di orientamento strategico,
crescita di coscienza civica e di identificazione di
richiamano le coalizioni territoriali o i patti per lo
nuove forme organizzative e decisionali.
sviluppo.
È questo il tipo di processo che le delibere CIPE ci-
Quindi al di là della forma e del percorso seguito
tate hanno voluto innescare in vista del periodo di
da ciascun ambito territoriale, ogni program-
programmazione dei Fondi Strutturali 2007–2013.
ma integrato di sviluppo urbano presuppone
una cornice di riferimento di tipo strategico che
allude ad un processo piuttosto che a un prodotto e che sottolinea la dimensione inclusiva
7) Si veda il volume Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, La pianificazione strategica
per lo sviluppo, Rubettino, 2006
VADEMECUM 51
Analizziamo brevemente gli elementi caratterizzanti il processo di pianificazione strategica:
• leadership
• partenariato
• partecipazione
Per avviare e per portare a buon fine i processi
• la scelta oculata e trasparente dei partner;
• l’utilizzo di strumenti di competizione fra
partner potenziali, al fine di limitare i rischi di
pratiche monopolistiche o clientelari;
• la formulazione ex ante di poche ma chiare
regole del gioco, non soggette a negoziazione;
• la distribuzione trasparente dei compiti e delle
di pianificazione strategica è richiesta una for-
responsabilità fra partner, ma anche chiarezza
te leadership da parte dei leader politici locali,
nella distribuzione dei vantaggi fra pubblico e
ma anche una rinnovata autorevolezza da parte
privato;
delle amministrazioni pubbliche. Tra gli elementi
salienti che connotano leadership pubblica, oltre
• l’assunzione di responsabilità da parte della
leadership pubblica sui progetti di maggior
una forte legittimazione politica da parte dei
rilievo, in modo da garantire l’interesse pub-
cittadini e del sistema degli attori, si segnalano in
blico allorché le negoziazioni con portatori di
primo luogo la tensione a costruire visioni real-
interessi forti si svolgono al di fuori del con-
mente condivise e consensuali, il riconoscimento
trollo delle assemblee elettive;
esplicito, e non l’occultamento, dell’esistenza di
conflitti di interesse, allorché si cerca il consenso
sulle scelte e la ricerca delle modalità per dare
voce agli interessi non organizzati e più deboli.
Inoltre il leader pubblico del processo deve essere
consapevole che i processi di partenariato vanno
non solo avviati ma mantenuti: questo perché, per
la loro molteplicità e complessità, essi generano
alla lunga una partnership fatigue, e perciò richiedono adeguati strumenti di management pubblico
e capacità di mediazione politica
Questo porta all’analisi del partenariato che la
leadership pubblica deve attentamente considerare per superare questi ostacoli. Partenariato,
negoziazione e accordi pubblico-privato sono
divenuti la regola nei nuovi modelli di governance.
Le condizioni affinché tali strumenti contribuiscano effettivamente al miglioramento del benessere
collettivo, sembrano essere le seguenti:
• la presenza di mutuo rispetto e fiducia fra i
partner;
• la presenza di una sufficiente capacità di
management e di negoziazione da parte della
pubblica amministrazione;
• il mantenimento in capo alla amministrazione
pubblica di un forte potere di valutazione ex
ante dei progetti e di monitoraggio ex post
della loro realizzazione, comparando impegni
e risultati.
Infine quella della partecipazione dei cittadini
alle decisioni nel processo costituisce insieme una
sfida, un obiettivo e una condizione di successo
della pianificazione strategica stessa. Gli approcci
sperimentati in altri paesi da molti anni, almeno al
livello di grandi progetti di riqualificazione urbana,
e oggi perseguiti anche all’interno delle pratiche
italiane di pianificazione strategica, dimostra che
l’efficacia dei processi dipende dalla capacità degli
attori di potenziare la partecipazione e l’inclusione.
Sono chiari però alcuni limiti dei processi partecipativi. Guardando le esperienze maturate in questo
ambito da parte di diverse amministrazioni sembra
lecito affermare che i processi partecipativi:
• sono più efficaci quando trattano di problemi
specifici e locali, quando i conflitti di interesse sono minori, e quando la controparte è
pubblica;
• tendono a sottovalutare gli interessi collettivi
VADEMECUM 52
di livello superiore o più ampio (nelle fasi ini-
confluire tematiche e obiettivi afferenti alle pari
ziali di un processo inclusivo possono innesca-
opportunità all’interno dei diversi momenti di
re la ben nota sindrome Nimby, non sempre
programmazione, valutazione e attuazione dei
e non del tutto superabile). Il superamento
piani strategici attraverso i programmi integrati
di questi limiti nei processi di pianificazione
di sviluppo urbano dipende, oltre che da scelte di
strategica richiede cultura e civismo diffusi,
metodo, da una corretta integrazione della proble-
opportuni metodi di gestione del dibattito e
matica nei tre elementi descritti.
dell’ascolto, e sensibilità nelle operazioni di
In linea con la definizione e il modello di pianifica-
interpretazione, sintesi, risposta e interazione.
zione strategica adottata, appare evidente il ruolo
centrale che assume l’amministrazione pubblica
Come si vede questi tre fattori sono fortemente
all’interno del processo.
interrelati anche se non devono essere confusi.
Il ruolo dell’ente pubblico non è più quello tra-
Nei processi analizzati attraverso la documenta-
dizionale di costruttore del piano ma al tempo
zione reperita di pianificazione strategica vera o
stesso di promotore, facilitatore, coordinatore, di
propria o nei processi di governance che presiede
valutatore delle compatibilità e di parziale realiz-
all’elaborazione dei programmi integrati di svi-
zatore. Ne derivano due importanti conseguenze:
luppo urbano , si rilevano alcune caratteristiche
innanzitutto le risorse su cui si fonda il piano non
peculiari che si discostano dal modello brevemen-
sono quelle del bilancio dell’amministrazione, ma
te richiamato sopra.
derivano dalla convergenza di risorse pubbliche,
In primo luogo il processo di pianificazione strate-
non solo locali, e di risorse private – le risorse di
gica non è volontario. Lo strumento piano strate-
tutti i soggetti coinvolti e impegnati nella costru-
gico viene considerato come un prodotto, tra gli
zione del piano. In secondo luogo, l’amministra-
altri, che i beneficiari devono elaborare per acce-
zione locale vede crescere i suoi compiti nei campi
dere alle risorse FESR.
dell’animazione e della comunicazione sociale,
In secondo luogo, ed anche per il motivo appena
compiti che comunque non sostituiscono, né tanto
richiamato, nella maggior parte dei casi la leader-
meno eliminano, i suoi tradizionali ruoli di garante
ship non è del tutto consapevole delle sue funzio-
dell’interesse collettivo.
ni e responsabilità rispetto al processo.
L’ente locale, in tale processo, decide volontaria-
Infine leadership, partenariato e partecipazione
mente di giocare un ruolo attivo nella rigenerazio-
si sovrappongono e “sostituiscono” le une alle
ne economica e sociale del territorio, assumendo il
altre, anziché integrarsi. Ciò è particolarmente
ruolo di leadership del processo di mobilitazione e
chiaro per il partenariato e la partecipazione. Nella
coordinamento degli attori locali, nella costruzione
maggior parte dei casi, nella documentazione
e realizzazione di una visione di sviluppo condivi-
esaminata le forme di ascolto del territorio (forum,
so. L’amministrazione locale ha dunque il compito
commissioni tematiche, ecc.) vengono confuse con
di regia del sistema locale, in altri termini garan-
un partenariato che in realtà non è effettivamente
tisce l’attuazione di un diverso modello di gover-
formalizzato nel processo di pianificazione strate-
nance del territorio. Spetta, infatti, all’amministra-
gica almeno nei termini sopra esplicitati.
zione locale la necessaria verifica di compatibilità,
Delineato questo quadro pare evidente che far
non tanto finanziaria quanto urbanistica e tecnico-
8
funzionale, delle diverse proposte che emergono
dal processo partenariale, nonché la definizione
8) Di seguito ci riferiremo a questi due processi come al “processo di pianificazione strategica” per brevità.
delle priorità. Essa deve, contemporaneamente,
VADEMECUM 53
valutare quali dei differenti progetti possono agire
a una sintesi delle esigenze e degli obiettivi da
da detonatori e catalizzatori di processi autososte-
perseguire sul territorio. Tuttavia, a causa delle
nuti, e dunque, risultare cruciali per la realizzazio-
specificità riscontrabili nei singoli ambiti territo-
ne della strategia complessiva.
riali e soprattutto per le peculiarità delle temati-
Per quanto riguarda i contenuti del processo di
che affrontate, non è possibile individuare a priori
pianificazione sono le condizioni specifiche di con-
assetti partecipativi predefiniti: il successo risiede
testo storico e politico a indicare le priorità, non le
nella capacità di individuare il sentiero di sviluppo
caratteristiche dello strumento impiegato. Da que-
dell’area a partire dal patrimonio socio-economico
sto punto di vista si è potuta verificare una chiara
esistente e di mobilitare un insieme di fattori eco-
evoluzione nelle priorità perseguite nei processi
nomici e sociali, di intervento pubblico e di azioni
di pianificazione strategica: dalla prevalenza di
private.
obiettivi a carattere economico, caratteristici delle
In altre parole l’efficacia degli approcci parteci-
prime esperienze degli anni ’80 e degli inizi degli
pativi risiede in una corretta integrazione - e non
anni ’90, alla prevalenza di obiettivi di qualità ur-
nella semplice “sostituzione” - tra partenariato e
bana fino all’emersione, più recente, di obiettivi di
partecipazione.
coesione, integrazione e solidarietà sociale.
Per garantire che tale integrazione trovi effettiva
In questo processo di costruzione di una visio-
collocazione all’interno del processo di pianifica-
ne condivisa del territorio e di definizione degli
zione strategica è necessario che siano i portatori
obiettivi prioritari, l’amministrazione pubblica
di interessi a partecipare al medesimo.
recupera il proprio ruolo di garante dell’interesse
In altre parole, il partenariato deve promuove la
collettivo e introduce nuove modalità di pianifica-
partecipazione attiva di tutti gli organismi locali,
zione diverse da quelle tradizionali.
istituzionali e non, rappresentativi di interessi in
Per questi motivi la leadership pubblica dovreb-
qualche modo legati al benessere della collettività
be farsi portatrice di una visione dello sviluppo
e alla qualità della vita. Si tratta, quindi, di coinvol-
basata sulle pari opportunità di genere e non di-
gere tutte quelle istituzioni e quei gruppi che sono
scriminazione anche come elemento di vantaggio
portatori di punti di vista rilevanti sulla questione
competitivo. Solo un partenariato forte e rappre-
pari opportunità e che possono essere definiti
sentativo anche di questi principi può influenza-
genericamente stakeholders. Il primo passaggio
re in modo adeguato la leadership pubblica del
consiste nell’individuare quali siano effettivamen-
processo. Nella considerazione del principio di
te tali soggetti. Innanzitutto, sono da prendere in
pari opportunità allargato alla non discriminazione
considerazione quei soggetti istituzionalmente
e nell’ambito delle funzioni tecniche di leadership,
preposti alla definizione e attuazione delle politi-
occorrerà inoltre prevedere da parte della leader-
che specifiche (Istituzioni e Organismi di Parità a
ship pubblica, fortemente sollecitata dal parte-
livello provinciale e comunale, quali gli Assessorati
nariato, il coinvolgimento di organismi ed uffici
per le Pari Opportunità e per le Politiche sociali, i
preposti alla programmazione e al coordinamento
Comitati Pari Opportunità, le Consigliere di Parità,
delle politiche sociali ed all’attuazione degli altri
le Commissioni Consiliari permanenti sugli speci-
strumenti di pianificazione territoriale (es. referen-
fici tematismi (Pari opportunità, sociale, ecc..), Reti
ti dei gruppi di coordinamento dei Piani di zona).
dei Referenti di Parità presso i Centri per l’Impie-
La “partecipazione” coinvolge a diverso titolo
go, distretti socio-sanitari, , ecc.) nonché servizi
decisori pubblici e decisori “strategici” nei pro-
specifici (quali le Banche del Tempo, pediatria e
cessi all’interno dei quali si lavora per giungere
medicina di base, consultori,…) A questi vanno
VADEMECUM 54
poi aggiunti i diversi attori del sistema educativo
monitoraggio e valutazione dell’intervento
locale (quali Università, istituti scolastici, agenzie
gender oriented
di formazione professionale e Centri di Ricerca), le
parti sociali ed economiche (Rappresentanze sin-
• la sensibilizzazione degli enti beneficiari e
delle eventuali assistenze tecniche che li sup-
dacali, Camere di Commercio, Associazioni dato-
portano sul carattere strategico del principio di
riali, singole imprese), la società civile – settore no
pari opportunità nell’attuazione dei program-
profit (Associazioni femminili, Forum Terzo Settore,
mi integrati
Associazioni di volontariato, ecc.).
Si suggerisce quindi che, a partire degli strumen-
• l’aiuto a strutturare maggiormente i processi
ti di programmazione disponibili a livello locale
strategici di governance come qui individuati
- piani strategici, schemi strategici, programmi
integrati -, i referenti regionali e le assistenze
tecniche regionali lavorino con gli enti beneficiari
per esplicitare i fattori di governance qui descritti
e per verificare in seguito la presenza sia a livello
di contenuti che di partner la presenza ed efficacia
Il processo di governance della pianificazione o progettazione strategica
del principio di pari opportunità e non discriminazione nei processi “strategici” di progettazione ed attuazione degli interventi e
azioni.
PARTENARIATO
Tale operazione di mappatura e mobilitazione degli stakeholders presenti
sul territorio costituisce il presupposto
per la costituzione di una stabile rete di
parità nello sviluppo locale.
È chiaro che le criticità qui segnalate in-
Principio
di pari
opportunità
cludono e travalicano il principio di pari
opportunità. Nondimeno il suo carattere
trasversale può essere utile come filo
conduttore per introdurre elementi di
efficacia nell’attuazione dei programmi
LEADERSHIP
PUBBLICA
PARTECIPAZIONE
integrati di sviluppo urbano.
Da un punto di vista strettamente tecnico i referenti regionali nella attuale fasi
di attuazione delle previsioni dei POR
potrebbe operare per:
• una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere nella governance del
progetto
• la costruzione di un sistema interno di
Contesto
o ambiente
esterno
Organizzazione
sistemi di
progettazione
locale
sistema di
VADEMECUM 55
programmazione
BASE DATI
DOCUMENTARIA
Di seguito viene presentato un indice ragionato di
tutta la documentazione raccolta durante lo svolgimento dello studio organizzata per fonti generali
e documentazione delle esperienze di programmazione, pianificazione e progettazione regionali
riferite alle Regioni Obiettivo Convergenza.
Solo una parte di questi documenti sono stati usati per
gli approfondimenti indicati dai referenti regionali.
REGIONE CAMPANIA
1.1 Programmazione fondi
FESR 2007–2013
1.1.1 Programmazione Regionale
Programma Operativo Regionale Regione
Campania – FESR 2007-2013
Giunta Regionale - Seduta del 11 gennaio
Per ogni Regione vengono indicati i documenti
strategici di programmazione, i documenti attuativi relativi agli Assi riferiti allo sviluppo urbano,
la documentazione della pianificazione strategica
dei soggetti locali, quella relativa agli schemi di
PISU (se presentati), quella relativa alle politiche
regionali collegate all’attuazione degli Assi relativi
allo sviluppo urbano.
2008 - Deliberazione N. 2 - Area Generale di
Coordinamento N. 3 - Programmazione, Piani e
Programmi - Presa d’atto della decisione della Commissione Europea di approvazione del
Programma Operativo Regionale Campania FSE
2007-2013.
REGIONE CAMPANIA – Giunta Regionale – Seduta
del 11 gennaio 2008 – Deliberazione N. 26 – Area
Generale di Coordinamento N. 9 – Rapporti con
gli Organi Nazionali ed Internazionali in Materia
FONTI GENERALI
di Interesse Regionale – PO FESR 2007-2013.
Approvazione piano finanziario per obiettivo
operativo.
Regolamento dei Fondi Strutturali 1083/2006 e
Regolamento del FESR 1082/2006
POR FESR 2007-2013 delle 4 Regioni Convergenza
Stralci dei POR FESR 2007-2013 delle 4 Regioni
Convergenza relativi alle pari opportunità e documenti di approfondimento
1.2 Attuazione del PO FESR
Giunta Regionale - Seduta del 15 febbraio
2008 - Deliberazione N. 282 - Area Generale di
Coordinamento N. 16 - Governo del Territorio,
Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali -
Schedatura del POR FESR sui temi che interessano
FESR 2007/2013 Programmi Integrati Urbani PIU’
l’edilizia pubblica, a cura di Federcasa http://www.
Europa. Adempimenti.
federcasa.it/news/FESR_2007-2013/index.htm
DECRETO DIRIGENZIALE 92 del 31/03/2008
Informazioni relative alla programmazione
A.G.C.16 Governo del territorio, Beni Ambientali
URBAN e URBACT
e Paesistici – Attuazione D.G.R. n.282 del
Informazioni relative alla programmazione dei Piani
degli Orari (Legge 53/2000)
Informazioni relative alle attuazioni nelle Regioni
Convergenza
15.02.2008: Approvazione Linee Guida PIU’
EUROPA – Linee Guida Programmi Integrati Urbani
“PIÙ EUROPA nelle nostre città”
Giunta Regionale - Seduta del 1 ottobre 2008
BASE DATI DOCUMENTARIA 57
- Deliberazione N. 1558 - Area Generale di
3 marzo 2010 – POR FESR 2007/2013 – Obiettivo
Coordinamento N. 16 - Governo del Territorio,
Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma Integrato
Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali
Urbano PIU Europa del Comune di Ercolano.
– N. 9 - Rapporti con gli Organi Nazionali ed
Accordo di programma. Provvedimento di delega.
Internazionali in Materia di Interesse Regionale
Approvazione
– N. 8 - Bilancio, Ragioneria e Tributi – FESR
2007/2013 Programmi Integrati Urbani PIU’
Europa - Asse 6 - Obiettivo Operativo 6.1.
– Adempimenti – Allegato A –Sintesi degli
Orientamenti Strategici regionali – Allegato B –
Risorse per l’assistenza tecnica alle città medie –
Allegato 1 – Individuazione degli elementi costitutivi del Documento di Orientamento Strategico
(DOS) – Allegato 3 – Metodologia adottata per
l’individuazione delle città medie
A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni,
Paesistico-Ambientali e Culturali – Deliberazione
n. 1026 del 28 maggio 2009 – Assegnazione delle
risorse dell’Obiettivo operativo 6.1 non destinate
al finanziamento del Piu’ Europa
A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni,
Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia
Pubblica Abitativa – Decreto dirigenziale n. 7
del 14 gennaio 2010 – POR FESR 2007-2013 Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Media - Programma
Integrato Urbano PIU Europa del Comune di Cava
de’ Tirreni Accordo di programma. Provvedimento
di delega. Approvazione
A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni,
Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia
Pubblica Abitativa – Decreto dirigenziale n. 8
del 19 gennaio 2010 – POR FESR 2007/2013 –
Programma Integrato Urbano (PIU EUROPA) - Asse
6 - Obiettivo Operativo 6.1 - Citta’ di Cava de’
Tirreni - Anticipazione in seguito alla firma dell’Atto di Delega e dell’Accordo di Programma tra
1.2.1 Programmi di sviluppo urbano
Regione Campania e Comune di Cava de’Tirreni.
integrati delle città
A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni,
1.2.2 Salerno
Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia
A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni,
Pubblica Abitativa – Decreto dirigenziale n. 37
Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia
del 19 febbraio 2010 – POR FESR 2007/2013 –
Pubblica Abitativa - Decreto dirigenziale n. 377
Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma
del 15 ottobre 2009 – POR FESR 2007-2013 –
Integrato Urbano PIU’ Europa del Comune di
Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma
Benevento. Accordo di programma. Provvedimento
Integrato Urbano PIU Europa del Comune di
di delega. Approvazione – Programma PIU’ Europa
Salerno. Accordo di programma. Provvedimento
COMUNE DI BENEVENTO
di delega. Approvazione. Allegato B – Programma
A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni,
Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia
Pubblica Abitativa - Decreto dirigenziale n. 377
del 15 ottobre 2009 – POR FESR 2007-2013 Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma
Integrato Urbano PIU Europa del Comune di
Salerno. Accordo di programma. Provvedimento
di delega. Approvazione. Programma Integrato
Urbano PIU’ EUROPA PER LA CITTÀ DI SALERNO
PIU’ Europa della Città di Salerno – Sistema di
Gestione e Controllo - Allegato C – Relazione
del Responsabile dell’Obiettivo Operativo
6.1 – Programma Integrato PIU’ Europa Città
di Salerno – Asse 6 – PO FESR 2007-13 – Ob.
Operativo 6.1 – Ottobre 2009 - Allegato D – Asse
6 – Obiettivo Operativo 6.1 – Programma Più
Europa – ACCORDO DI PROGRAMMA TRA REGIONE
CAMPANIA E AUTORITÀ CITTADINA DEL COMUNE
DI SALERNO -Allegato E – Programma Integrato
A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni,
Urbano PIU’ EUROPA PER LA CITTÀ DI SALERNO
Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia
- Allegato F – Asse 6 – Obiettivo Operativo 6.1
Pubblica Abitativa – Decreto dirigenziale n. 81 del
Programma PIU Europa – PROVVEDIMENTO DI
BASE DATI DOCUMENTARIA 58
DELEGA ALL’AUTORITÀ CITTADINA DEL COMUNE DI
SALERNO – DI FUNZIONI E COMPITI NELL’AMBITO
DELL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA PIU EUROPA
ASSE 6 – OBIETTIVO OPERATIVO 6.1
Asse 6 – Obiettivo Operativo 6.1 Programma PIU
Europa – COMUNE DI SALERNO – DOCUMENTO
DI ORIENTAMENTO STRATEGICO PER LA CITTÀ DI
SALERNO – TESTO COORDINATO – Salerno, 27
febbraio 2009
A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni,
Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia
Pubblica Abitativa - Decreto dirigenziale n. 377
del 15 ottobre 2009 – POR FESR 2007-2013 –
Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma
Integrato Urbano PIU Europa del Comune di
Salerno. Accordo di programma. Provvedimento di
delega. Approvazione
Città di Salerno – Documento preliminare per il
Piano Strategico della Città di Salerno e l’Area
Vasta – Dicembre 2006
1.3 Altre politiche e
programmi regionali
coerenti con lo sviluppo
urbano integrato e con
le pari opportunità e non
discriminazione
REGIONE CAMPANIA - Giunta Regionale - Seduta
del 27 luglio 2007 - Deliberazione N. 1403 - Area
Generale di Coordinamento N. 18 - Assistenza
Sociale, Attività Sociali, Sport, Tempo Libero,
Spettacolo - Legge 8 novembre 2000 n.328
- Approvazione indirizzi strategici triennali
2007/2009. Istituzione commissione tecnica valutazione piani sociali di zona triennali. Con allegati.
A.G.C. 18 - Assistenza Sociale, Attività Sociali,
Sport, Tempo Libero, Spettacolo – Deliberazione n.
694 del 16 aprile 2009 - Piano Sociale Regionale
2009-2011. (legge regionale n. 11/2007)
DECRETO DIRIGENZIALE 871 del 28/10/2009
1.2.3 Benevento
A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni,
Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia
Pubblica Abitativa – Decreto dirigenziale n. 37 del
19 febbraio 2010 – POR FESR 2007/2013 – Obiettivo
Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma Integrato
Urbano PIU’ Europa del Comune di Benevento.
Accordo di programma. Provvedimento di delega.
Approvazione - Allegato B – Programma Integrato
Urbano PIU’ Europa – Benevento – RELAZIONE SUI
SISTEMI DI GESTIONE E CONTROLLO - Allegato C –
Relazione del Responsabile dell’Obiettivo Operativo
6.1 – Programma Integrato PIU’ Europa Comune
di Benevento – Asse 6 – PO FESR 2007-13 – Ob.
Operativo 6.1 – Febbraio 2010 - Allegato D – Asse 6
– Obiettivo Operativo 6.1 – Programma Più Europa –
ACCORDO DI PROGRAMMA TRA REGIONE CAMPANIA
E AUTORITÀ CITTADINA DEL COMUNE DI BENEVENTO
- Allegato E – Programma Integrato Urbano PIU’
EUROPA PER LA COMUNE DI BENEVENTO - Allegato
F – PROVVEDIMENTO DI DELEGA ALL’AUTORITÀ
CITTADINA DEL COMUNE DI BENEVENTO DI FUNZIONI
E COMPITI NELL’AMBITO DELL’ATTUAZIONE DEL
PROGRAMMA PIU’ EUROPA ASSE 6 - OBIETTIVO
OPERATIVO 6.1 - POR FESR 2007/2013
A.G.C. 18 Assistenza Sociale, Att. Sociali, Sport,
Tempo Libero, Spettacolo – Approvazione
Indicazioni operative per la presentazione dei
Piani di Zona triennali in applicazione del I Piano
Sociale Regionale. Con allegati.
REGIONE CALABRIA
2.1 Programmazione fondi
FESR 2007–2013 e
programmazione unitaria
2.1.1 Programmazione Regionale
PROGRAMMAZIONE REGIONALE UNITARIA 2007
-2013 - Documento di riferimento per la programmazione territoriale e la progettazione integrata
- 26/02/2008
Protocollo di intesa tra Regione Calabria, Province
di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia,
Reggio Calabria, ANCI, UNCEM e LEGAUTONOMIE
BASE DATI DOCUMENTARIA 59
per l’avvio e l’attuazione in Calabria del processo
di Programmazione Territoriale e Progettazione
Integrata per il Periodo di Programmazione 20072013 (26/02/2008)
2.2 Pianificazione strategica
(Del. CIPE 20/04/2004)
Regione Calabria – Dipartimento Urbanistica e
Programmazione Regionale Unitaria 2007/2013
Governo del Territorio – Fondazione FIELD – Piani
– Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di
Strategici Urbani – Analisi e valutazione prelimina-
Valenza Strategica “Sistema delle Aree Urbane
re – Giugno 2009
Regionali”. Istituzione del Tavolo di Partenariato
Regionale, Definizione del Quadro delle Risorse
Finanziarie e delle Azioni per l’Avvio del Progetto
(DGR 181 del 20/04/2009)
Deliberazione di Giunta regionale n. 181 del 20
Aprile 2009. Programmazione Regionale Unitaria
2007/2013 – Progetto integrato di Svilupo
Regionale di Valenza Strategica “Sistema delle
Aree Urbane Regionali”: Istituzione del Tavolo di
Partenariato Regionale, Definizione del Quadro
delle Risorse Finanziarie e delle azioni per l’Avvio
del Progetto.
REGIONE CALABRIA – DIPARTIMENTO N. 8
URBANISTICA E GOVERNO DEL TERRITORIO,
Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di
2.2.1 Area Urbana Cosenza-Rende
Piano Strategico di Cosenza–Rende e area urbana
2008–2020 - Documento finale - Marzo 2009
Piano Strategico di Cosenza–Rende e area urbana 2008–2020 - Documento finale -ALLEGATO
A – RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE E TABELLARI
RELATIVE ALL’ANALISI DELL’OFFERTA DEI SERVIZI
SOCIALI DEL PIT SERRE COSENTINE - Marzo 2009
Piano Strategico di Cosenza–Rende e area urbana
2008–2020 - Documento finale - ALLEGATO B –
INDAGINE SULLA RAPPRESENTAZIONE DEI BISOGNI
DELL’AREA URBANA
Valenza Strategica “Sistema delle Aree Urbane
Piano Strategico di Cosenza–Rende e area urba-
Regionali” – Punto a) - D.G.R. n. 181 - 20 apri-
na 2008–2020 - Documento finale - ALLEGATO
le 2009 – Quadro di Riferimento Strategico del
C – IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE PER LA
Sistema delle Aree Urbane Regionali
DEFINIZIONE DI SCENARI E PROGETTUALITÀ
REGIONE CALABRIA – DIPARTIMENTO N. 8
Piano Strategico di Cosenza–Rende e area urbana
URBANISTICA E GOVERNO DEL TERRITORIO,
2008–2020 - Piano d’Azione del Piano Strategico
Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di
Cosenza - Rende e Area Urbana 2008 - 2020 e
Valenza Strategica “Sistema delle Aree Urbane
relativo Piano di Comunicazione- Marzo 2009
Regionali” – Punto b) - D.G.R. n. 181 - 20 aprile 2009 – Relazione relativa alle strategie e ai
Progetti Integrati di Sviluppo Urbano dei Piani
Strategici Urbani
2.2.2 Città di Reggio Calabria
Città di Reggio Calabria – Piano Strategico 2007–
REGIONE CALABRIA – DIPARTIMENTO N. 8
2013 “Reggio Calabria Città del Mediterraneo –
URBANISTICA E GOVERNO DEL TERRITORIO,
Ottobre 2008
Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di
Valenza Strategica “Sistema delle Aree Urbane
Regionali” – Punto c) - D.G.R. n. 181 - 20 aprile
Piano Strategico di Reggio Calabria –
Presentazione 30/10/2008
2009 – Articolazione territoriale e composizione
dei Sistemi Urbani Metropolitani e dei Sistemi
Urbani Intermedi della Calabria
2.2.3 Città di Catanzaro
Città di Catanzaro – Piano Strategico di Catanzaro
“Catanzaro – Città dell’Accoglienza” – II Bozza
intermedia – Novembre 2008
BASE DATI DOCUMENTARIA 60
2.2.4 Città di Lamezia Terme
Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO
Comune di Lamezia Terme – Lamezia Terme Città
– VOLUME 4 – Scenari – Vision – Quadro Strategico
aperta e del Mediterraneo – Piano Strategico –
- Ottobre 2008
Approvato con Delibera del Consiglio Comunale n°
11 del18 febbraio 2009
2.2.5 Città di Crotone
Città di Crotone – 2007-2017 CROTONE CITTÀ
DEL MEDITERRANEO – 10 miglia di storia – Piano
Strategico della Città di Crotone - Volume 1
– PIANO STRATEGICO DI CROTONE 2007-2017 Giugno 2008
Città di Crotone – 2007-2017 CROTONE CITTÀ
DEL MEDITERRANEO – 10 miglia di storia – Piano
Strategico della Città di Crotone - Volume 2
– VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ – Rapporto
Ambientale- Giugno 2008
Città di Crotone – 2007-2017 CROTONE CITTÀ
DEL MEDITERRANEO – 10 miglia di storia – Piano
Strategico della Città di Crotone - Volume 3 –
DOCUMENTO DI SINTESI DELLE LINEE STRATEGICHE
E DELLE COERENZE CON LA PROGRAMMAZIONE –
Rapporto Ambientale- Giugno 2008
2.2.6 Città di Vibo Valentia
Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il
Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” -
Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il
Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO
– VOLUME 5 – Quadro Programmatico - Ottobre
2008
Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il
Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO
– VOLUME 6 – ALLEGATO 1: Rapporto sulla
Partecipazione - Ottobre 2008
Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il
Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO –
VOLUME 7 – ALLEGATO 2: Piano di ComunicazioneOttobre 2008
Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il
Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO
– VOLUME 8 – ALLEGATO 3: Sintesi Del Documento
Definitivo del Piano Strategico “Vibo Futura 2015”
- Ottobre 2008
Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il
Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO –
VOLUME 9 – ALLEGATO 4: Schede Progetto presentate dagli Stakeholders - Ottobre 2008
DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO
– VOLUME 1 – Premessa al Documento Definitivo –
Quadro Conoscitivo – parte I - Ottobre 2008
Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il
Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO
2.2.7 Città di Corigliano Calabro
Comune di Corigliano Calabro – Piano Startegico
di Corigliano “Città della qualità e porto del
Mediterraneo” – Relazione – 02/06/2009
– VOLUME 2 – Quadro Conoscitivo – parte II -
Comune di Corigliano Calabro – Piano Startegico
Ottobre 2008
di Corigliano “Città della qualità e porto
Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il
Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” -
del Mediterraneo” – ALLEGATO N. 1: LINEE
STRATEGICHE E RISORSE ATTIVABILI – 02/06/2009
DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO
Comune di Corigliano Calabro – Piano Startegico
– VOLUME 3 – Schede sintetiche degli Strumenti di
di Corigliano “Città della qualità e porto del
Pianificazione e Programmazione- Ottobre 2008
Mediterraneo” – ALLEGATO N. 2: VAS – RAPPORTO
Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il
AMBIENTALE – 02/06/2009
BASE DATI DOCUMENTARIA 61
2.2.8 Città di Rossano Calabro
Comune di Rossano - Piano strategico Rossano
DI REGGIO CALABRIA ai sensi e per gli effetti della
LR 19/2001 – Catanzaro, 22 Marzo 2010
“La Bizantina” - 1 Quadro conoscitivo - 23 ottobre
REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA
2008
E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE CON
Comune di Rossano - Piano strategico Rossano “La
Bizantina” - 2 Il progetto - 23 ottobre 2008
Comune di Rossano - Piano strategico Rossano “La
Bizantina” - 3 Ricognizione della Progettualità - 23
ottobre 2008
IL COMUNE DI REGGIO CALABRIA REGOLANTE
IL FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI
P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO
PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013
ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. –
OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010
Soggetto proponente Comune di Reggio Calabria:
2.3 Attuazione del PO FESR
PISU – RELAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO DEI
LINEE GUIDA PER L’ ATTUAZIONE DELL’ASSE VIII.-
8.1.1.3, 8.1.2.1, 8.1.2.2
Obiettivo Specifico 8.1 CITTÀ E AREE URBANE –
Soggetto proponente Comune di Reggio Calabria
Gennaio 2010
DIPARTIMENTO URBANISTICA E GOVERNO DEL
TERRITORIO. Schema di Convenzione regolante
il finanziamento per la realizzazione dei P.I.S.U.
PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO previsti dal POR CALABRIA FESR 2007/2013. ASSE
VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. -OBIETTIVI
PROGETTI PISU Linee di intervento 8.1.1.1, 8.1.1.2,
: FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree Urbane;
Linea di intervento 8.1.1.2 – Potenziamento delle
funzioni e dei servizi per la ricerca scientifica, l’in-
OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. Def. 8/2/2010
novazione tecnologica, i servizi innovativi per le
REGIONE CALABRIA. ACCORDI DI PROGRAMMA
realizzazione e il potenziamento delle funzioni e
ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 e
CONVENZIONE regolante il finanziamento siglati a Catanzaro il 22 Marzo 2010 tra la Regione
Calabria ed i seguenti Comuni di: Corigliano C.
– Rossano ( Area urbana Corigliano – Rossano);
Cosenza e rende (Area Urbana Cosenza- Rende);
Catanzaro (Area Urbana Catanzaro); Crotone (Area
urbana di Crotone); Lamezia Terme (Area Urbana
Lamezia Terme); Reggio Calabria (Area Urbana
Reggio Calabria); Vibo Valentia (Area Urbana Vibo
Valentia)
imprese; Linea di intervento 8.1.1.3 – Azioni per la
dei servizi per le filiere della creatività, dell’intrattenimento, della produzione artistica e culturale
nelle Città e nelle Aree Urbane; Linea di intervento
8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale
e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri
Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle
Città e delle Aree Urbane; – Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni per potenziare i sistemi di mobilità sostenibile nelle Città e nelle Aree Urbane
Soggetto proponente Comune di Reggio Calabria:
QUADRO DEFINITIVO DEGLI INTERVENTI DEI
PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO
2.3.1 PISR Aree Urbane – PISU
2.3.1.1 Città di Reggio Calabria
ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO
SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI REGGIO
CALABRIA” tra REGIONE CALABRIA ED IL COMUNE
(P.I.S.U.)
2.3.1.2 Area Urbana Cosenza Rende,
costituita dalla Città di Cosenza e dalla
Città di Rende
ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO
SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI DI COSENZA-
BASE DATI DOCUMENTARIA 62
RENDE” tra REGIONE CALABRIA ED I COMUNI DI
COSENZA E RENDE ai sensi e per gli effetti della LR
19/2001 – Catanzaro, 22 Marzo 2010
REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA
E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE
CON I COMUNI DI COSENZA E RENDE REGOLANTE
IL FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI
2.3.1.3 Città di Catanzaro
ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO
SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI CATANZARO” tra
REGIONE CALABRIA ED IL COMUNE DI CATANZARO
ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 –
Catanzaro, 22 Marzo 2010
P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO
REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA
PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013
E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE
ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. –
CON IL COMUNE DI CATANZARO REGOLANTE IL
OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010
FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI
Soggetto proponente Comune di Cosenza:
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
8.1.1.3 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per le filiere
P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO
PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013
ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. –
OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010
della creatività, dell’intrattenimento, della produ-
Soggetto proponente Comune di Catanzaro:
zione artistica e culturale nelle Città e nelle Aree
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
Urbane
8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenzia-
Soggetto proponente Comune di Rende :
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il poten-
mento delle funzioni e dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree Urbane
ziamento delle funzioni e dei servizi per la va-
Soggetto proponente Comune di Catanzaro:
lorizzazione turistica del patrimonio culturale,
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree
8.1.1.2 – Potenziamento delle funzioni e dei servi-
Urbane; Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per
zi per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnolo-
la riqualificazione ambientale e la rigenerazio-
gica, i servizi innovativi per le imprese
ne sociale ed economica dei Centri Storici e dei
Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle
Aree Urbane; Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni
per potenziare i sistemi di mobilità sostenibile
nelle Città e nelle Aree Urbane
Soggetto proponente Comune di Catanzaro:
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
8.1.1.3 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per le filiere
della creatività, dell’intrattenimento, della produ-
Soggetto proponente Comune di Rende :
zione artistica e culturale nelle Città e nelle Aree
FORMULARIO DI PROGETTO – FORMULARIO DI
Urbane
PROGETTO –Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni
per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei
Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle
Aree Urbane; Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni
per potenziare i sistemi di mobilità sostenibile
nelle Città e nelle Aree Urbane con integrazione
Soggetto proponente Comune di Catanzaro:
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale
e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri
Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle
Città e delle Aree Urbane.
sull’impostazione strategica relativa alla linea di
Soggetto proponente Comune di Catanzaro:
intervento 8.1.2.2
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni per potenziare i sistemi di mobilità sostenibile nelle Città e nelle Aree Urbane
BASE DATI DOCUMENTARIA 63
2.3.1.4 Città di Lamezia Terme
FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI
P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO
ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO
PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013
SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI LAMEZIA TERME”
ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. –
tra REGIONE CALABRIA ED IL COMUNE DI LAMEZIA
OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010
TERME ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 –
Catanzaro, 22 Marzo 2010
Soggetto proponente Comune di Crotone: PISU –
RELAZIONE STRATEGICA PROGETTI PISU D.G.C n. 48
REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA
del 01.03.2010 – ASSE PRIORITARIO 8– OBIETTIVO
E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE
SPECIFICO 8.1 – OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1 – 8.1.2
CON IL COMUNE DI LAMEZIA TERME REGOLANTE
IL FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI
P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO
PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013
ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. –
OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010
Soggetto proponente Comune di Lamezia Terme:
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale,
ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree
Soggetto proponente Comune di Crotone:
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree Urbane
Soggetto proponente Comune di Crotone:
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
8.1.1.2 – Potenziamento delle funzioni e dei servizi per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, i servizi innovativi per le imprese
Urbane; Linea di intervento 8.1.1.3 – Azioni per la
Soggetto proponente Comune di Crotone:
realizzazione e il potenziamento delle funzioni e
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
dei servizi per le filiere della creatività, dell’intrat-
8.1.1.3 – Azioni per la realizzazione e il potenzia-
tenimento, della produzione artistica e culturale
mento delle funzioni e dei servizi per le filiere
nelle Città e nelle Aree Urbane; Linea di intervento
della creatività, dell’intrattenimento, della produ-
8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale
zione artistica e culturale nelle Città e nelle Aree
e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri
Urbane
Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle
Città e delle Aree Urbane; – Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni per potenziare i sistemi di mobilità sostenibile nelle Città e nelle Aree Urbane
Soggetto proponente Comune di Crotone:
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale
e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri
Soggetto proponente Comune di Lamezia Terme:
Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle
PISU – TABELLA RIASSUNTIVA PROGETTI PISU
Città e delle Aree Urbane.
Soggetto proponente Comune di Crotone:
2.3.1.5 Città di Crotone
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di interven-
ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO
bilità sostenibile nelle Città e nelle Aree Urbane
SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI CROTONE” tra
REGIONE CALABRIA ED IL COMUNE DI CROTONE
ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 –
Catanzaro, 22 Marzo 2010
REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA
to:8.1.2.2 – Azioni per potenziare i sistemi di mo-
Soggetto proponente Comune di Crotone: PISU –
TABELLA RIASSUNTIVA PROGETTI PISU D.G.C n. 48
del 01.03.2010 – ASSE PRIORITARIO 8– OBIETTIVO
SPECIFICO 8.1 – OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1 – 8.1.2+
E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE
CON IL COMUNE DI CROTONE REGOLANTE IL
BASE DATI DOCUMENTARIA 64
2.3.1.6 Città di Vibo Valentia
riqualificazione ambientale e la rigenerazione
sociale ed economica dei Centri Storici e dei
ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO
Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle
SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI VIBO VALENTIA”
Aree Urbane – Intervento “Sistemazione della
tra REGIONE CALABRIA ED IL COMUNE DI VIBO
Piazza S. Leoluca”
VALENTIA ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001
– Catanzaro, 22 Marzo 2010
Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale
REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA
ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri
E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE
Marginali e Degradati delle Città e delle Aree
CON IL COMUNE DI VIBO VALENTIA REGOLANTE
Urbane – Intervento “Completamento S. Chiara”
IL FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI
P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO
PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013
ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. –
OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010
Soggetto proponente Comune di Reggio Calabria:
Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale
ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri
Marginali e Degradati delle Città e delle Aree
Urbane – Intervento “Riqualificazione urbana del
quartiere Pennello e sistemazione del waterfront”
FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento
8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree Urbane
– Intervento “Sistemazione area archeologica
Municipio”
Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale
ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri
Marginali e Degradati delle Città e delle Aree
Urbane – Intervento “Riqualificazione strade centro storico”
Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale
ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri
Marginali e Degradati delle Città e delle Aree
Urbane – Intervento “Riqualificazione dell’area di
pertinenza e recupero della scala di collegamento
tra Villa Gagliardi e Palazzo Gagliardi”
Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale
ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri
Marginali e Degradati delle Città e delle Aree
2.3.1.7 Area Urbana Corigliano –
Rossano, costituita dalla Città di
Corigliano e dalla Città di Rossano
Calabro
ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO
SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI CORIGLIANO C. –
ROSSANO” tra REGIONE CALABRIA ED I COMUNI DI
CORIGLIANO C. E ROSSANO ai sensi e per gli effetti
della LR 19/2001 – Catanzaro, 22 Marzo 2010
REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA
E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE
CON I COMUNI DI CORIGLIANO C. E ROSSANO
REGOLANTE IL FINANZIAMENTO PER LA
REALIZZAZIONE DEI P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI
SVILUPPO URBANO PREVISTI DAL POR CALABRIA
FESR 2007/2013 ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO
SPECIFICO 8.1. – OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2.
- 22 Marzo 2010
Soggetto proponente AREA URBANA CORIGLIANOROSSANO costituita dalle Città di Corigliano
Calabro e di Rossano: PISU – Relazione Generale
Urbane – Intervento “Ristrutturazione dell’ex
Soggetto proponente AREA URBANA CORIGLIANO-
convento dei Padri Minori Osservanti, già Caserma
ROSSANO costituita dalle Città di Corigliano
Garibaldi, da destinare a ‘Palazzo dei Musei’”
Calabro e di Rossano : FORMULARIO DI PROGETTO
Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la
– Linea di intervento 8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei
BASE DATI DOCUMENTARIA 65
servizi per la valorizzazione turistica del patrimo-
di contributi regionali per la predisposizione dei
nio culturale, ambientale e paesaggistico delle
Piani Territoriali degli Orari, ai sensi dell’art. 28
Città e delle Aree Urbane; Linea di intervento
della Legge 8 marzo 2000, n. 53 e dell’art. 35,
8.1.1.2 – Potenziamento delle funzioni e dei ser-
comma 5, della Legge Regionale n° 9/2007
vizi per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, i servizi innovativi per le imprese; Linea di
intervento 8.1.1.3 – Azioni per la realizzazione e il
potenziamento delle funzioni e dei servizi per le
filiere della creatività, dell’intrattenimento, della
REGIONE PUGLIA
produzione artistica e culturale nelle Città e nelle
Aree Urbane; Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni
per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei
3.1 Programmazione fondi
FESR 2007–2013
Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle
Aree Urbane
Soggetto proponente AREA URBANA CORIGLIANOROSSANO costituita dalle Città di Corigliano
Calabro e di Rossano: FORMULARIO DI PROGETTO –
Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni per potenziare
3.1.1 Pianificazione degli Enti Locali
Deliberazione Giunta Regionale del 4 luglio 2007,
n. 1072. Approvazione Linee guida per la pianificazione strategica territoriale di Area Vasta (BURP
i sistemi di mobilità sostenibile nelle Città e nelle
n.104 del 20/07/2007)
Aree Urbane
Deliberazione Giunta Regionale del 26 maggio 2009, n. 917. Pianificazione strategica di
2.4 Altre politiche e
programmi regionali
coerenti con lo sviluppo
urbano integrato e con
le pari opportunità e non
discriminAzione
Area Vasta. Adempimenti per la definizione del
Deliberazione di Giunta Regionale n. 444 del 24
Area Vasta. Adempimenti per la definizione del
luglio 2007. Approvazione criteri per la concessione ai Comuni di contributi regionali per la
predisposizione dei Piani Territoriali degli Orari
e per permettere lo svolgimento delle relative
attività di animazione ed assistenza tecnica, ai
sensi dell’art. 28 della Legge 8 marzo 2000, n.
53 e dell’art. 35, comma 5 Legge Regionale n°
9/2007 - Accantonamento Euro 318.574,81 (CAP.
62010206/07)
Programma Stralcio di Interventi di Area Vasta
(BURP n.95 del 26/06/2009)
Regione Puglia. Assessorato Programmazione. Il
processo di attuazione della pianificazione strategica di area vasta - Documento per riunione del
13/02/2009
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 26
maggio 2009, n. 917, Pianificazione strategica di
Programma Stralcio di Interventi di Area Vasta
(Contiene le procedure per la definizione del
Programma Stralcio di Interventi di Area Vasta,
fissando tra l’altro sia la dotazione delle risorse
allocate su ciascuna delle Linee di Intervento del
P.O. FESR 2007-2013 che concorrono alla predisposizione del Programma sia la ripartizione di tali
risorse per ciascuna delle dieci Aree Vaste)
Regione Calabria, Giunta Regionale. Dipartimento
N. 8 Urbanistica e Governo del Territorio. Decreto
del Dirigente Generale del n. 612 del 3 FEB. 2009.
Approvazione bando per la concessione ai Comuni
BASE DATI DOCUMENTARIA 66
3.2 Piani Strategici
Rimodulazione della dotazione finanziaria dell’Asse VII del PO FESR 2007-2013
3.2.1 Piano Strategico di Area Vasta
“Metropoli Terra di Bari”
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28
dicembre 2009, n. 2683, Deliberazione G.R. n.
917/2009. Approvazione Programma stralcio di
interventi di Area Vasta Brindisina.
Piano strategico di Area Vasta a sua volta così
composto:
• Relazione generale descrittiva del Piano Strategico;
• Quadro analitico degli interventi, schede progetto;
• Modello di governance del Piano Strategico;
• Cronoprogramma delle attività e piano finanziario del
Piano Strategico;
• Monitoraggio del piano strategico e del relativo parco
progetti;
• Piano di informazione e comunicazione;
• Studio di analisi organizzativa per l’attribuzione delle
funzioni di organismo intermedio dell’Area Vasta;
• Valutazione ex-ante del Piano Strategico di Area Vasta
• Piano Urbano della Mobilità.
Parere NVVIP N. 237 del 15/03/2010 Registro
NVVIP - Piano Strategico di Area Vasta “Metropoli
Terra di Bari” Il Nucleo di Valutazione e verifica
degli investimenti pubblici della Regione Puglia
3.2.2 Piano Strategico del Sud Salento
“Salento 2020”
Comune di Casarano- Settore attività produttive,
Piano Strategico Area Vasta Sud Salento, “Salento
2020” – Città diffusa tra welfare e nuova economia, Aprile 2009, Relazione generale descrittiva
del Piano Strategico
3.3 Attuazione del PO FESR
Programma Pluriennale di attuazione 2007-2010,
luglio 2009 (DGR 1445 del 04/08/2009)
Deliberazione della Giunta Regionale del 17 febbraio 2009, n. 165 P.O. FESR 2007-2013 - Presa
d’atto dei criteri di selezione delle operazioni definite in sede di Comitato di Sorveglianza e Direttive
concernente le procedure di gestione. (BURP n.34
del 04/03/2009)
Determinazione del Dirigente Servizio assetto del Territorio del 15 febbraio 2010 n.13.
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28
dicembre 2009, n. 2684 Deliberazione G.R. n.
917/2009. Approvazione Programma stralcio di
interventi di Area Vasta “Capitanata 2020”
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28
dicembre 2009, n. 2685, Deliberazione G.R. n.
917/2009. Approvazione Programma stralcio di
interventi di Area Vasta Lecce.
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28
dicembre 2009, n. 2686, Deliberazione G.R. n.
917/2009. Approvazione Programma stralcio di
interventi di Area Vasta “Metropoli - Terra di Bari”
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28
dicembre 2009, n. 2687, Deliberazione G.R. n.
917/2009. Approvazione Programma stralcio di
interventi di Area Vasta “Monti Dauni”.
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28
dicembre 2009, n. 2688, Deliberazione G.R. n.
917/2009. Approvazione Programma stralcio di
interventi di Area Vasta “Murgia”.
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28
dicembre 2009, n. 2689, Deliberazione G.R. n.
917/2009. Approvazione Programma stralcio di
interventi di Area Vasta “Salento 2020”
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28
dicembre 2009, n. 2690, Deliberazione G.R. n.
917/2009. Approvazione Programma stralcio di
interventi di Area Vasta “Taranto”
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28
dicembre 2009, n. 2691, Deliberazione G.R. n.
917/2009. Approvazione Programma stralcio di
interventi di Area Vasta “Valle d’Itria”
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28
dicembre 2009, n. 2692, Deliberazione G.R. n.
917/2009. Approvazione Programma stralcio di
interventi di Area Vasta “Vision 2020”
BASE DATI DOCUMENTARIA 67
3.4 Altre politiche e
programmi regionali
coerenti con lo sviluppo
urbano integrato e con
le pari opportunità e non
discriminzione
REGIONE SICILIANA
Legge Regionale per le pari opportunità “Norme
Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013
per le politiche di genere e i servizi di conciliazio-
Decisione N. C(2007) 4249 del 7 settembre 2007
ne vita-lavoro in Puglia” LR 21 marzo 2007 n. 7,
contenente indicazioni sull’attuazione del coordinamento dei tempi delle città
Regolamento per la predisposizione e l’attuazione
dei Piani Territoriale dei Tempi e degli Spazi e per
la costituzione, la promozione e il sostegno delle
banche dei tempi, per la concessione ai Comuni ed
4.1 Programmazione fondi
FESR 2007–2013
4.1.1 Pianificazione Regionale
Protocollo d’Intesa sulla politica di concertazione
Contributi della Task Force al Programma
Operativo regionale del FESR –Indirizzi utili per
una programmazione rispondente al principio di
pari opportunità e non discriminazione
agli Ambiti territoriali di contributi regionali (BURP
4.1.2 Pianificazione strategica degli enti
n. 177 del 17/11/2008)
locali
Linee guida regionale per la predisposizione degli
studi di fattibilità per le progettazione dei Piani
Territoriali dei Tempi e degli Spazi (BURP n. 132
del 26/08/2009)
Pianificazione strategica e pari opportunità – Linee
guida per l’internalizzazione del principio di Pari
Opportunità – Documento di supporto alla pianificazione strategica in chiave di pari opportunità per
Avviso pubblico per il finanziamento di studi di
tutti – Piani strategici ex Delibera CIPE n.35/2005
fattibilità per le progettazione dei Piani dei Tempi
- Novembre 2007
e degli Spazi nelle città pugliesi (BURP n. 194 del
13/12/2009)
4.1.3 Piani Strategici
Consiglio Regionale della Puglia. Legge Regionale
21/2008 “Norme per la rigenerazione urbana”
Regione Puglia. Assessorato Assetto del Territorio.
Settore Edilizia residenziale Pubblica. Bando di
4.1.3.1 Agro Ericino
Il Piano Strategico dell’Agro Ericino - s.d.
gara Programmi Integrati di Riqualificazione delle
Periferie “PIRP”. (BURP n. 81 del 29/06/2006)
Deliberazione Giunta Regionale del 14/10/2008,
n. 1896. Programmi integrati di Riqualificazione
delle Periferie – “P.I.R.P.”. Approvazione
graduatoria.
Deliberazione Giunta Regionale del 23 aprile
2009, n. 641. Programmi integrati di riqualificazione delle periferie - “P.I.R.P.”. Approvazione graduatoria. (BURP n. n. 71 del 14/05/2009)
4.1.3.2 Gela
Progettazione e redazione del Piano Strategico
per il Comune di Gela denominato “Pianificazione
strategica della città: Gela 2020” - Luglio 2007
4.1.3.3 Messina 2020
Supporto alla redazione del piano strategico –
“Documento preliminare di piano” –“Messina
2020- Verso il piano strategico” – ALLEGATO A
BASE DATI DOCUMENTARIA 68
“Documento di diagnosi” - 23/04/2009
Supporto alla redazione del piano strategico –
“Documento preliminare di piano” –“Messina
RIFERIMENTI
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2020- Verso il piano strategico” – ALLEGATO B “Il
report degli incontri” - 23/04/2009
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Scarica

Report - Rete Pari Opportunita