UNIONE EUROPEA Fondo Europeo di Sviluppo Regionale LO SVILUPPO URBANO IN CHIAVE DI GENERE NELLE REGIONI OBIETTIVO CONVERGENZA Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità Studio sul tema dell’integrazione della prospettiva di genere nelle politiche di sviluppo urbano PON GAT Governance e Assistenza Tecnica FESR 2007-2013 Obiettivo Convergenza Asse II - Obiettivo Operativo II.4 S.&T. società cooperativa Si ringraziano le Autorità di Gestione e i Referenti Regionali della Programmazione FESR 2007-2013 delle Regioni Obiettivo Convergenza che hanno fattivamente contribuito alla realizzazione di questo Studio. Si ringraziano inoltre per la collaborazione e la partecipazione al lavoro le esperte dei Gruppi di Lavoro POAT delle Regioni Obiettivo Convergenza. INDICE GENERALE Premessa Percorso ed esiti dello studio 1. Il metodo 3 2. I contenuti 5 3. Gli incontri con i referenti regionali 9 4. I quadri sintetici regionali 12 Vademecum 1. Le attività di accompagnamento degli Enti Locali 19 2. I contenuti progettuali 20 2.1 Contenuti progettuali e pari opportunità negli interventi 20 dei programmi integrati 2.2 Sviluppo urbano integrato, sicurezza urbana e pari opportunità 37 3. Il partenariato come strumento di “presidio delle pari opportunità” 51 Base dati documentaria PREMESSA Il Dipartimento Pari Opportunità presso la • disegnare un quadro comparato delle stra- Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ambito tegie e delle modalità operative adottate delle attività svolte a supporto dell’inclusione e dalle Regioni. applicazione del principio di pari opportunità e non discriminazione nella programmazione nazio- Il presente studio si è in qualche misura proposto di nale e regionale dei Fondi Strutturali1 ha elaborato approfondire questi temi con riferimento agli assi nel 2009 uno studio approfondito dei Programmi relativi allo sviluppo urbano dei POR FESR 2007- Operativi FESR 2007-2013 delle quattro Regioni 2013 delle Regioni Obiettivo Convergenza ed alle Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia rispettive disposizioni attuative. e Sicilia) sui criteri di selezione degli interventi e azioni nell’ambito della loro attuazione (2009). Il L’insieme delle attività del DPO sono conflui- documento aveva l’obiettivo di contribuire all’in- te nelle azioni previste dal Progetto Operativo dividuazione di un percorso comune e condiviso di Assistenza Tecnica alle Regioni dell’Obiettivo per l’attuazione dei Programmi e alla creazione di Convergenza (POAT) del Dipartimento e che ac- uno scambio di idee e di approcci tra le quattro compagnerà l’attuazione dei quattro Programmi Regioni e in questo senso, era orientato a definire operativi FESR per tutto il periodo di programma- una base comparativa indispensabile sulla quale zione 2007-2013. innestare i percorsi di valutazione dei program- Le attività promosse dal Dipartimento e dalle Task mi, ai fini della verifica finale del raggiungimento force regionali e i documenti a queste riferibili degli obiettivi di pari opportunità individuati. In hanno costituito la cornice indispensabile per lo particolare, si intendeva: svolgimento dello studio sia a livello di analisi che • verificare l’attenzione rivolta dai program- di proposta. mi al principio di pari opportunità e non discriminazione; • esaminare tecnicamente le modalità con cui tale principio è stato affrontato; • individuare gli obiettivi prioritari, che saranno oggetto di valutazione per tutto il periodo di riferimento; Il lavoro condotto nell’ambito del presente studio e i suoi risultati sono principalmente indirizzati ad utenza di “addetti ai lavori” formata dai funzionari del Dipartimento Pari Opportunità, le Task Force regionali sulle Pari opportunità, i componenti delle Autorità di Gestione regionali e dei Nuclei di Valutazione regionali, i responsabili regionali degli Assi, Obiettivi specifici, Misure e Linee di intervento relative allo sviluppo urbano e alle Unità di 1) Il Dipartimento Pari Opportunità ha attivamente contributo alla definizione del principio di pari opportunità e non discriminazione all’interno del QSN attraverso la partecipazione ai tavoli tecnici e attraverso la stesura del documento “Le politiche di pari opportunità nella programmazione 2007/2013: contributo del Dipartimento per le pari opportunità al Documento Strategico Nazionale” (giugno, 2005). Nel luglio 2006 il Dipartimento ha fornito il documento “Indicazioni operative per la valutazione ex–ante dei PO regionali”, finalizzato a fornire indicazioni operative (sia a livello teorico-metodologico che a livello di strumentazione) per integrare la prospettiva di genere nella valutazione ex ante dei Piani Operativi, anche sulla scorta dell’esperienza maturata nella programmazione 2000-2006. Le indicazioni del DPO si ponevano in stretta coerenza con le indicazioni del documento “The new programming period 2007-2013: Methodological Working Papers”, elaborato a livello comunitario dalla DG Regio che esplicitava che per tutti i Programmi, il valutatore avrebbe dovuto verificare se i principi di pari opportunità e di gender mainstreaming fossero presi in considerazione, in linea con quanto disposto dall’Art 16 del Regolamento recante disposizioni generali sul FESR, FSE e Fondo di Coesione. Assistenza Tecnica impegnate. In aggiunta a questi si può comunque pensare ad una categoria di fruitori più ampia formata da tecnici ed esperti in sviluppo urbano, pari opportunità, programmazione concertata e partecipata, ecc. L’elaborazione della documentazione relativa all’implementazione del principio di pari opportunità e non discriminazione nei programmi e progetti di sviluppo urbano integrato ha perseguito in PREMESSA I particolare tre finalità: • diffondere e scambiare informazioni sulle pratiche di programmazione regionale e progettazione locale nelle quattro Regioni Obiettivo Convergenza; • proporre strumenti ed elementi di supporto e stimolo all’implementazione del principio di pari opportunità e non discriminazione attraverso la progettualità locale relativa ai programmi di sviluppo urbano integrato; • definire una base dati documentaria relativa alla programmazione e progettazione dello sviluppo urbano e territoriale nei diversi contesti regionali. Queste finalità sono riprese nella strutturazione del presente documento, che si divide in tre sezioni: • il fascicolo “Percorso e degli esiti dello Studio”, che, ripercorrendo i metodi, i contenuti, i risultati dell’azione di ricerca condotta, presenta una sintesi sulle pratiche di programmazione e progettazione locale nelle quattro Regioni Obiettivo Convergenza; • il “Vademecum”, che esprime raccomandazioni che possano guidare le Regioni ad applicare il principio di pari opportunità e non discriminazione nella loro attività di programmazione e implementazione delle linee di intervento relative allo sviluppo urbano e di attuazione dei programmi integrati di sviluppo urbano di concerto con gli Enti Locali; • la “Base Dati Documentaria Ragionata”, che raccoglie i documenti e gli elaborati di programmazione e progettazione dello sviluppo urbano e territoriale reperiti nelle quattro Regioni Obiettivo Convergenza. PREMESSA II PERCORSO ED ESITI DELLO STUDIO INDICE Percorso ed esiti dello studio 1. Il metodo 3 2. I contenuti 5 3. Gli incontri con i referenti regionali 9 4. I quadri sintetici regionali 12 Premessa Percorso ed esiti dello studio Vademecum Base dati documentaria 2 1 Il metodo Secondo il Capitolato d’Oneri previsto dall’incarico la prevedesse un’asse strategico relativo allo svi- finalità dello studio in oggetto era quella di “analiz- luppo urbano integrato3 i cui contenuti rispec- zare gli ambiti di intervento e le modalità per un’effica- chiano i diversi approcci regionali al tema della ce integrazione della prospettiva di genere negli inter- programmazione integrata; vento di sviluppo urbano con particolare riferimento a strumenti e modalità di governance degli interventi nonché a presentare proposte operative ed esperienze positive riproducibili nei territori Convergenza.” Il concreto svolgersi dello studio ha determinato, per gradi successivi, l’affinamento e precisazione: dell’oggetto di ricerca, dell’ambito di analisi e raccolta delle informazioni, del carattere delle proposte operative ed esperienze elaborate e descritte dallo • il fatto che le Autorità di Gestione dei POR e/o i responsabili degli “Obiettivi specifici”, “Attività”, “Obiettivi operativi”, “Strumenti attuativi” di detti Assi4 sono attualmente impegnati nella loro attuazione attraverso strumenti di programmazione integrata di sviluppo urbano elaborate dalle realtà urbane e territoriali beneficiarie secondo le indicazioni regionali; studio. • la conseguente necessità di un’immediata trasfe- Gli elementi che hanno determinato il processo di • la necessità di accompagnare le realtà urbane e rielaborazione dei contenuti dello studio sono stati: • le azioni di supporto e collaborazione fornita dal DPO - con forme ed elaborati molto articolati1 - alla definizione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) e dei Programmi Operativi Regionali (POR) delle Regioni Convergenza, su indirizzi strategici, metodo, procedure attuative2; • l’approccio inclusivo delle autorità di gestio- ribilità dei prodotti dello studio; territoriali a una elaborazione dei programmi integrati di sviluppo urbano coerenti da un punto di vista tecnico con gli approcci progettuali e con il complesso degli obiettivi dei POR; • il carattere e la natura degli interventi o delle operazioni cofinaziate dal FESR nell’ambito dei programmi integrati; • i tempi limitati dello studio. ne dei Programmi Operativi regionali (POR) e delle Task force regionali nello svolgimento Per quanto riguarda l’oggetto della ricerca la pro- dello studio; spettiva di genere è stata allargata al principio di • il fatto che ogni POR FESR 2007–2013 pari opportunità e non discriminazione in ragione del carattere e la natura degli interventi o operazioni cofinaziate dal FESR nell’ambito dei programmi integrati di sviluppo urbano. 1) Workshop tematici sulle pari opportunità (2005), Contributi programmatici al DSN–QSN (2005), Contributi di lettura analitica dei PO FESR regionali (2009), Indicazioni operative per la valutazione ex–ante dei PO regionali (2006), Vademecum per la programmazione dei FS (2008) 2) Vedi il Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Progetto Operativo di Assistenza Tecnica alle Regioni dell’Obiettivo Convergenza (POAT). Il progetto nell’ambito del PON Governance ed Assistenza Tecnica 2007-2013 - Asse II Azioni per il rafforzamento delle Pubbliche Amministrazioni - Obiettivo Operativo II.4 Rafforzamento delle strutture operative e delle competenze nella Pubblica Amministrazione, accompagnerà l’attuazione dei quattro Programmi operativi FESR per tutto il periodo di programmazione 20072013. L’oggetto di analisi è stato quindi riferito al principio 3) «Asse 6: Sviluppo urbano sostenibile» (PO Regione Sicilia), «Asse 6 - Sviluppo urbano e qualità della vita» (PO Regione Campania), «Asse VII “Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani”» (PO Regione Puglia, ), «Asse VII – Città, Aree Urbane e Sistemi Territoriali» (PO Regione Calabria) 4) Le diverse definizioni dipendono dalle diverse strutture logiche dei PO a sua volta determinate dai diversi approcci e tradizioni regionali di programmazione. Ci riferirà ad essi in seguito per brevitàcome “obiettivi specifici”. PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 3 di pari opportunità e non discriminazione attraver- Inoltre, in terzo luogo si stabilito di analizzare - so lo sviluppo ed il rafforzamento delle condizioni qualora fossero già disponibili - i primi schemi di che favoriscono la conciliazione tra vita familiare programmi integrati di sviluppo urbano in forma e lavorativa, l’accesso ai servizi per le categorie aggregata e/o singola per identificare i tipici con- svantaggiate e la partecipazione culturale, sociale tenuti degli interventi, delle operazioni o azioni ed economica delle fasce deboli (disabili, immigrati, candidate al cofinanziamento FESR. minoranze etniche e religiose, ecc.). La ridefinizione è in parte richiamata nelle premesse del Capitolato La ridefinizione dell’ambito di ricerca ha permes- d’Oneri del DPO, coerente con il principio strategico so l’identificazione delle pratiche trasferibili in del QSN relativo alla competitività e attrattività dei merito all’accompagnamento delle realtà urbane e sistemi urbani. Di seguito per brevità la definizione territoriali titolate all’elaborazione dei programmi del principio adottata verrà richiamata come “pari e beneficiarie dei cofinanziamenti da parte delle opportunità e non discriminazione”. strutture regionali responsabili, ai contenuti tecnici degli interventi dei programmi integrati confron- Per quanto riguarda l’impostazione dello studio, tati con i criteri delle pari opportunità (come sopra in primo luogo si è scelto di concentrare l’analisi ridefinite), alle caratteristiche della governance dei sullo sviluppo della programmazione FESR in programmi a livello locale. corso sia da un punto di vista generale - i POR e le varie disposizioni attuative - per cogliere l’approc- Ciò ha comportato la possibilità del trasferimento cio e lo stile di programmazione di ogni contesto e messa a disposizione delle esperienze regio- regionale, sia dal punto di vista dell’attuazione nali di sviluppo urbano integrato alla platea di degli obiettivi specifici attraverso gli strumenti addetti ai lavori coinvolti - come già accennato di programmazione di sviluppo urbano integrato. si tratta soprattutto di amministratori coinvolti Questo ambito di analisi sarà definito in seguito nella definizione e concertazione e negoziazione ambito della “programmazione regionale”. dei programmi integrati, dirigenti e tecnici degli enti regionali e degli altri enti territoriali coinvolti, In secondo luogo si è deciso di analizzare i con- assistenze tecniche a livello regionale e locale - in testi di progettazione locale per delineare le primo luogo attraverso la stessa organizzazione caratteristiche dell’approccio locale - “dal basso” e stesura degli elaborati prodotti dallo studio, in - ai temi della programmazione urbana integrata. secondo luogo attraverso la messa a disposizione Questa analisi è stato condotta sui “Piani stra- di una base documentaria ragionata relativa alla tegici” promossi dalle delibere CIPE 20/2004 e documentazione delle varie esperienze regionali 35/2005 di concerto con le Regioni dei territori (e locali) dei programmazione e attuazione dello Convergenza. Tale analisi è sembrata tanto più sviluppo urbano integrato contenuta tra gli elabo- appropriata in primo luogo perché secondo il rati dello studio. Governo centrale e le Regioni i Piani strategici avrebbero dovuto essere propedeutici all’attua- L’intento ultimo di queste scelte è stato quello di zione degli obiettivi di rigenerazione e sviluppo contribuire e facilitare la creazione di una rete tra urbano integrato attraverso i programmi elaborati i soggetti, volta alla condivisione di analisi, espe- dalle città beneficiarie. In secondo luogo perché i rienze e approcci metodologici, alla diffusione e piani strategici permettono di cogliere nel loro au- approfondimenti di buone pratiche prodotte in tonomo formarsi, le caratteristiche ed i contenuti ambito “Convergenza” o riferibili a contesti più della progettualità locale in ogni contesto regiona- ampi (italiano, europeo). le. Questo ambito di analisi sarà definito in seguito ambito della “progettazione locale”. PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 4 2 I contenuti La parte analitica dello studio è stata svolta in pri- L’attività del DPO con il POAT FESR è stata molto mo luogo attraverso la raccolta - con il contributo efficace nel determinare ed assicurare l’attuazione fondamentale delle Task force regionali - e la let- del principio orizzontale di pari opportunità e non tura della documentazione di riferimento attraver- discriminazione almeno in termini procedurali e di so griglie (“schede”) precedentemente predispo- contenuti tecnici generali nei POR FESR. ste e concordate con i referenti del DPO, riferite Positiva è stata anche la costituzione dei partena- a metodologie consolidate e largamente diffuse, riati regionali che hanno accompagnato le con- almeno a livello teorico, come l’analisi VISPO, allo sultazioni per la stesura dei PO regionali. In alcuni schema logico degli obiettivi di servizio, a linee casi si prevede la costituzione di una Autorità guida e vademecum appositamente predisposte per le Politiche di Genere o dell’Uguaglianza per dal DPO e dalle Task force regionali. sopravvedere alle scelte in materia di pari opportunità e non discriminazione. La lettura è stata finalizzata a comprendere i meccanismi e le scelte di programmazione e di attua- Per quanto riguarda gli obiettivi specifici legati zione regionali così come i caratteri delle proget- allo sviluppo urbano integrato e gli aspetti proce- tualità locali ed in particolare ad evidenziare gli durali e di governance ad essi collegati, il principio elementi afferenti al tema delle pari opportunità e pari opportunità e non discriminazione è stato in- non discriminazione come prima definito. cluso nei provvedimenti attuativi per la redazione dei programmi integrati di sviluppo urbano (Linee In secondo luogo sono stati condotti degli incontri guida, Vademecum, ecc.) in termini generali. In con i referenti regionali ivi inclusi, in alcuni casi, particolare il rispetto dei criteri di pari opportunità i nuclei di valutazione regionali. Gli incontri sono e non discriminazione è indicato tra i contenuti ed serviti a colmare i vuoti di documentazione, a con- i criteri di valutazione dei progetti senza essere testualizzare e comprendere le scelte di program- riferiti, anche a titolo esemplificativo, a contenuti mazione e le scelte operative decise dai referenti tecnici specifici. regionali, a definire i casi e le modalità di analisi delle progettualità locali. In generale i contesti di programmazione regionale forniscono, per quanto riguarda l’integrazione con La sintesi dei due percorsi complementari di anali- le politiche regionali ordinarie inerenti in qualche si ha portato alla costruzione di quadri sintetici re- misura le pari opportunità e la non discriminazio- gionali che rappresentano e contribuiscono a com- ne, un quadro molto diversificato relativamente prendere le scelte di programmazione e attuative all’attuazione dei programmi integrati. Quasi tutte regionali e quelle riferite alle progettualità locali. le disposizioni attuative regionali fanno esplicito riferimento alla programmazione dei Piani Sociali Per quanto riguarda il livello regionale, gli esiti di Zona. In alcuni casi il POR FESR prevede speci- sono riassumibili come segue. fiche misure per cofinanziare le infrastrutture a sostegno delle previsione dei Piani di Zona. In altri PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 5 si fa esplicito riferimento ai Piani Territoriali di Coordinamento degli Tempi. In particolare, anche per evidenti limiti normativi, per quanto attiene alla disciplina degli avvisi pubblici e di opportunità, nonché per specifiche valutazioni dei referenti regionali rispetto alle risorse organizzative, conoscitive e le competenze tecniche specifiche che i soggetti locali possono mettere in campo per la progettazione di programmi integrati di sviluppo urbano, le Linee guida, Vademecum ed altri elaborati di supporto alla progettazione locale: • contengono di norma solo un richiamo generico ai seguenti elementi: di genere espresse dal territorio e disarticolato • previsione del coinvolgimento, nelle fasi di nelle specifiche azioni dell’intervento; definizione del ciclo di vita del progetto, di soggetti che ricoprono ruoli significativi nel campo delle pari opportunità e non discriminazione e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di rappresentanza delle pari opportunità; • raccomandazione sull’equa partecipazione dei generi e delle categorie discriminate nella scelta degli esperti da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto • indicazione su di una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere e di categorie svantaggiate e le fasce deboli (portatori di interessi di genere nell’ATS ecc. rilevanti rispetto alla strategia di progetto) • previsione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento orientato al genere e alla non discriminazione; • • i criteri di selezione lasciano un largo spazio alla “libera interpretazione” del principio di pari opportunità e non discriminazione; • anche per motivi normativi, non sono previsti criteri preliminari di ammissibilità dei progetti sensibili al genere o riferibili al tema della non discriminazione. Nonostante queste criticità, è importante segnalare che tutte le procedure attuative predisposte dalle Regioni prevedono una fase negoziale con i soggetti locali. I programmi integrati presentati alla data della redazione della presente relazione sono progetti di massima, molti degli interventi, azioni e operazioni contenute sono formulate come idee progettuali. In teoria questa attività di negoziazione e concertazione permetterebbe di inserire - anche attraverso una appropriata azione di accompagnamento gli obiettivi e le finalità dei programmi integra- dei soggetti locali - opportuni elementi concreti di ti non sono articolati secondo una logica che pari opportunità e non discriminazione in parti- incorpori in maniera esplicita le aree di impat- colare quelli riferiti: to della metodologia VISPO e altre riferibili • all’inserimento nel ciclo di vita del progetto, alla non discriminazione; • il contributo richiesto ai progetti in termini di pari opportunità e non discriminazione, perché di soggetti che ricoprono ruoli significativi nel campo delle pari opportunità e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di generico, non è posto in relazione alle criticità PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 6 rappresentanza delle pari opportunità e non discriminazione; • all’equa partecipazione dei generi e delle categorie discriminate nella scelta degli esperti da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto; • alla composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere nella governance dei progetti; • alla costruzione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento gender oriented; • all’orientamento delle scelte progettuali e tecniche dei singoli interventi, azioni e operazioni, a livello di Studi di Fattibilità (SdF) e/o di progettazione preliminare, attraverso un’analisi comparata degli impatti che esse possono avere rispetto alle quattro tipologie di impatto individuate dalla metodologia VISPO e ad altri impatti riferibili alla non discriminazione; • investire le assistenze tecniche dei soggetti locali di una attività di sensibilizzazione volta ad una corretta declinazione delle idee–progettuali contenute nei programmi integrati in termini di pari opportunità e non discriminazione; Infine è da rilevare che è stata riscontrata una domanda di informazioni da parte dei referenti regionali sulle scelte effettuata dai soggetti omologhi nelle Regioni Obiettivo Convergenza in merito alle attività di programmazione e attuazione e almeno esplicitamente, le scelte strategiche e le scelte progettuali riferite agli interventi, azioni e operazioni nei piani strategici e nei programmi integrati di sviluppo urbano, non determina i punti di vista di analisi del contesto e di diagnosi, non contribuisce a definire criteri di monitoraggio, non influenza la governance dei progetti. Per quanto riguarda i piani strategici posso essere evidenziate le seguenti criticità: • le tematiche di genere e delle pari opportunità sono debolmente presenti nell’analisi del contesto, nell’ascolto del territorio e nella diagnosi propedeutica alla definizione delle strategie; • sono mediamente presenti a livello di defini- sulla loro contestualizzazione che motiva le scelte zione della visione del piano, dei principi pro- medesime nel quadro e nella tradizione program- grammatici e di articolazione della strategia. In matoria propria di ogni regione. particolare la presenza di tematiche di genere e di pari opportunità e non discriminazione è A livello locale i rilievi sono “speculari” rispetto debole a questo livello; a quelli regionali limitatamente all’ambito attua- • le tematiche di genere e pari opportunità è tivo: le indicazioni sopra riportate non informano mediamente presente a livello del sistema in modo autonomo le scelte progettuali dei sog- degli obiettivi e del processo di implementa- getti locali. zione (progetti bandiera). Sono presenti azioni La prospettiva di pari opportunità e non discrimi- positive rivolte ad una maggior presenza fem- nazione, così come quella di genere, non informa, minile sul mercato del lavoro e di accessibilità PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 7 ai servizi (Obiettivo di servizio 2) mentre non azioni e operazioni che impattano in tale viene in genere adottato l’approccio proprio ambito di policy; del mainstreaming di genere; • la presenza di soggetti portatori di interes- • la capacità complessiva dei programmi integrati di promuovere il principio di pari opportuni- se nell’ambito delle pari opportunità e non tà e non discriminazione attraverso lo svilup- discriminazione e della parità di genere non po ed il rafforzamento delle condizioni che è rilevabile in quanto il partenariato non è favoriscono la conciliazione tra vita familiare e formalizzato . La loro presenza nella fase di lavorativa, l’accesso ai servizi per le categorie ascolto del territorio è bassa; svantaggiate e la partecipazione culturale, so- 5 • la coerenza con le politiche ordinarie relative ciale ed economica delle fasce deboli (anziani, al welfare è medio/alta. L’integrazione con disabili, immigrati, etc.) risulta spesso generica il processo di elaborazione e attuazione del e non emergono gli interventi che impattano Piano di Zona appare media. In particolare a li- in tale ambito di policy; vello analitico non viene presa in considerazio- • la capacità del programmi integrati di espli- ne la “Relazione sociale” e dal punto di vista citare la sinergia dei medesimi con i Piani attuativo il rapporto con le azioni del Piano di di Zona dei distretti sociosanitari di cui alla Zona è limitato a particolari tipologie di azioni Legge 328/2000 risulta spesso generica e non e target di intervento. emergono gli interventi che impattano in tale ambito di policy. Per quanto riguarda gli schemi di piani integrati finora presentati (PISU–PIST in Sicilia e PISU in Valgono in questi casi i rilievi già segnalati rispetto Calabria) possono essere sinteticamente indicate: al ruolo che può svolgere un’azione di accompa- • è molto spesso chiara la coerenza e integra- gnamento da parte dei referenti regionali e delle zione tra la strategia dei programmi integrati loro assistenze tecniche. PISU (PIST nel caso della Sicilia) con i Piani Strategici di riferimento; • nel caso siciliano il rapporto tra PISU e PIST emerge come il ruolo svolto dalla/e città di maggiori dimensioni non sia servente all’area vasta di riferimento per la progettazione; • la capacità complessiva dei programmi integrati di contribuire all’attuazione del Piani di Azione regionali degli Obiettivi di Servizio ed al conseguimento dei target Mezzogiorno per aree di policy comune risulta spesso generica e non emergono gli interventi, 5) Ciò è dovuto al fatto che i Piani strategici promossi dal CIPE e dalle regioni non hanno il carattere strettamente volontario che lo connota nelle più diffuse esperienze internazionali. In termini molto schematici i Piani strategici “volontari” si presentano come agende di lavoro di coalizioni di decisori strategici, che orientano le loro scelte di investimento. PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 8 3 Gli incontri con i referenti regionali Sono state incontrate le Autorità di Gestione, accomunano i diversi processi di attuazio- in particolare i referenti regionali che hanno in ne delle azioni di sviluppo urbano, come di carico gli obiettivi specifici e operativi il cui rag- seguito sintetizzati. giungimento prevede come strumento attuativo i programmi integrati di sviluppo urbano, i tecnici delle assistenze tecniche regionali coinvolti, i tecnici dei nuclei di valutazione coinvolti nella valutazione dei programmi. Gli incontri hanno permesso di definire il quadro di programmazione e di attuazione anche per quanto attiene il principio di pari opportunità e non discriminazione e di raccogliere una base documentaria completa e articolata relativa ai documenti di programmazione (POR, indicazioni • Un primo elemento comune è il fatto che gli assi strategici che in ogni POR raggruppano le azioni relative allo sviluppo urbano e territoriale si attuano per quanto riguarda le realtà urbane più significative attraverso programmi integrati di sviluppo urbano. • Un altro elemento comune è quello di avere privilegiato un approccio sostanzialmente negoziale nei confronti delle Città beneficiarie proponenti dei programmi di sviluppo urbano. attuative di tipo politico per le scelte di pro- • grammazione, linee guida per la redazione degli Regioni, in maggior o minor misura, hanno pro- strumenti attuative, vademecum e manuali per mosso la redazione da parte delle realtà urbane l’attuazione, presentazioni e sintesi delle poli- di piani strategici che rappresentano il quadro di tiche regionali pertinenti) e, laddove presenti e riferimento per l’elaborazione delle proposte di accessibili, alle proposte dei programmi integrati programmi di sviluppo urbano. A loro volta que- di sviluppo urbano elaborate dalle città, ai piani sti ultimi sono strumenti attuativi di alcune delle strategici delle città. azioni previste dal processo di pianificazione stra- Tale base documentaria è stata utilizzata solo per tegica. La maggior parte delle realtà urbane più si- la parte relativa alle indicazioni di approfondimen- gnificative di Calabria, Puglia e Sicilia hanno svolto to concordate con le Regioni. un processo di pianificazione strategico, quasi con- Un terzo elemento rilevante e che tutte le temporaneo all’elaborazione dei PO regionali, che Ognuna delle quattro Regioni Obiettivo ha tenuto conto della coerenza con i medesimi. Un Convergenza ha sviluppato strategie attuative approccio in parte diverso è stato seguito dalle articolate e integrate, congruenti con la program- realtà urbane della Regione Campania dove i piani mazione nazionale e comunitaria, ma allo stesso strategici sono meno numerosi: in questo caso tempo, coerenti con le peculiarità del percorso tutte le città individuate per l’elaborazione dei seguito da ciascuna Regione nella progettazione e programmi integrati urbani non precedentemente attuazione delle proprie politiche di sviluppo. coinvolte in un processo di pianificazione strategica, sono tenute all’elaborazione di un “Dossier Sono stati identificati alcuni caratteri che di orientamento strategico” (DOS) che tende ad PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 9 della presente ricerca. La Regione Campania e la Regione Puglia hanno adottato un atteggiamento più riservato ma ampliamente collaborativo. Per quanto riguarda le esperienze di progettazione dello sviluppo urbano, tutte le Regioni incontrate hanno invitato nell’ambito dello studio ad approfondire le attività svolte da alcuni contesti locali nella direzione della definizione delle proprie strategie di sviluppo. La Regione Siciliana ha indicato l’area vasta dell’Agro ericino e la città di Gela (Piani Strategici ex del. CIPE 20/2004 attenti ai temi delle pari opportunità e non discriminazione) e la città di Messina (Piano Strategico ex del. CIPE 35/2005, esplicitare il quadro di riferimento strategico all’interno del quale sono state operate le scelte contenute nei programmi integrati. • In ultimo, al momento attuale, pur con unico finora concluso dopo l’elaborazione da parte della Task Force regionale delle linee guida per le pari opportunità nella pianificazione strategica). La Regione Calabria ha indicato le realtà urbane di Cosenza–Rende (Piano strategico ex del CIPE tempistiche leggermente diverse, si apre per tutte 20/2004 e PISU) e Catanzaro (Piano strategico ex le Regioni la fase di implementazione degli obiet- del CIPE 20/2004 e PISU). tivi specifici dei POR che riguardano lo sviluppo La Regione Campania ha indicato la realtà urbana urbano. La sfida che le Regioni si trovano ora ad di Salerno (PIC URBAN 1, Piano strategico ex del affrontare è quella di accompagnare gli Enti Locali CIPE 20/2004, PIU–DOS). con strategie e strumenti diversificati regione per La Regione Puglia ha indicato i processi di piani- regione, per la parte più propriamente attuativa, ficazione strategica per l’area vasta che fa riferi- per garantire, non tanto e non solo la qualità degli mento a Bari (Piano strategico Ba2015) e quello interventi dei programmi si sviluppo urbano, quan- per l’area vasta Sud Salento (Piano strategico to l’integrazione dei primi e la qualità complessiva Salento 2020). Inoltre ha raccomandato di colle- dei secondi. gare questi processi oltre che all’implementazione dell’attuale programmazione ai Piani territoriali Tutte le Regioni negli incontri svolti hanno rite- dei Tempi e degli Spazi presentati da alcune zone nuto che l’attività di ricerca promossa dal DPO socio–assistenziale riferibili a quei processi - in nell’ambito del POAT FESR, possa fornire un con- particolare Bari e Casarano tributo efficace: utile al processo di attuazione che ogni Regione ha avviato; adeguato ai vari contesti Per quanto attiene all’elemento specifico della procedurali di intervento. ricerca possono essere delineati due quadri gene- I referenti della Regione Calabria e della Regione rali - a livello regionale e a livello locale - derivati Siciliana hanno esplicitamente formulato una ri- dalla lettura dei documenti di programmazione chiesta in tal senso alla Task Force Pari Opportunità a livello regionale e locale, degli incontri con le supportata in questo caso dai contenuti e gli esiti autorità di gestione dei POR, dei referenti per PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 10 l’attuazione degli obiettivi specifici e operativi, identificare buone pratiche locali di progettazione dei componenti dei nuclei di valutazione regionali quale concreta dimostrazione della fattibilità di coinvolti, dei tecnici di riferimento delle assisten- una approccio coerente con il principio di pari ze tecniche. opportunità e non discriminazione anche nell’ambito dei vincoli posti dall’attuale contesto di In generale si può concludere che a livello regio- programmazione. nale al di là della differente interpretazione data in ogni POR, la presenza e lo sviluppo del principio La lettura di come le Regioni hanno differente- delle pari opportunità è in genere ampio e coe- mente operato e la lettura delle diverse situazioni rente dal livello strategico fino al livello attuativo: regionali e locali ha portato alla individuazione di nelle linee guida e nei bandi per l’attuazione degli “raccomandazioni”, definite sulla base di quello obiettivi specifici relativi allo sviluppo urbano il che accade, suggerendo modi di intervento possi- principio è declinato, talvolta anche in forma det- bili affinché gli investimenti attivati possano avere tagliata per la valutazione dei singoli interventi. una maggiore efficacia. A livello locale l’approccio al tema delle pari opportunità e non discriminazione è meno rigoroso e più frammentario. Ne risulta, quindi, una integrazione del principio delle pari opportunità in forma episodica, con una scarsa declinazione di mainstreaming di genere e con una presenza di indicazioni perlopiù al livello dei principi di riferimento di tipo programmatorio per l’articolazione delle azioni dei piani e programmi. Viene reso conto di aspetto particolare che attiene alla natura peculiare dei processi di pianificazione strategica sviluppati a partire delle delibere CIPE 20/2004 e 35/2005 (processo non “volontario” ma sollecitato dall’ “alto”) Emerge, allora, come punto importante capire come affrontare la fase di implementazione, ovvero come introdurre le pari opportunità e non discriminazione nella progettazione e nell’attuazione degli interventi e le azioni dei programmi di sviluppo urbano. Da un lato è importante valorizzare il più possibile quanto, per l’attuazione, può essere orientato da parte della programmazione regionale, ovvero quanto dalle Regioni è stato fatto anche con approcci metodologicamente differenti e che può risultare efficace nella fase attuativa in ambito locale. Dall’altro risulta importante PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 11 4 I quadri sintetici regionali È stato analizzato il sistema della programmazione regionale di cui sono evidenziati i caratteri interni in rapporto alle caratteristiche di un sistema esterno individuato nel sistema della progettazione locale. I documenti regionale di programmazione sono stati quindi assunti come oggetto dell’analisi con riferimento ad un ambiente operativo “esterno” costituito dai sistemi locali di progettazione. Il processo analizzato è il rapporto sviluppo urbano integrato e principio di pari opportunità nella programmazione FESR peculiare di ogni I quadri di analisi vanno eletti come quadri interpretativi differenziali rispetto ad una situazione media dove, rispetto al un problema rappresentato dal rapporto sviluppo urbano integrato e principio di pari opportunità nella programmazione FESR, si collocano le diverse scelte di programmazione e attuazione operante dei referenti regionali nel quadro delle diverse politiche regionali autonome rispetto al FESR. Queste scelte sono difficilmente collocabili in un rapporto virtuoso o PARTENARIATO critico rispetto al problema analizzato ma semplicemente descritte come il risultato di un processo estremamente complesso che ha origine con la cosidetta “Nuova programmazione” che con riferimento al Mezzogiorno viene elaborata e varata a partire dalla fine degli anni Principio ’90 dal Dipartimento Politiche di Sviluppo.7 di di pari opportunità organizzazione Coerentemente con quanto deciso in rapporto al criterio di non produrre nell’ambito dello studio “valutazioni” sulle attività delle Autorità di LEADERSHIP Cornice PUBBLICA PARTECIPAZIONE concettuale per l’analisi del rapporto tra sviluppo urbano e principio di pari opportunità Gestione e dei referenti regionali per gli obiettivi specifiche, è stato applicato lo strumento della SWOT Analisys declinandola innovativamente come “Equality SWOT”6 e, a questo scopo, si è deciso di non utilizzare le categorie classiche (Forza, Debolezza, Minaccia e Opportunità) ma di far riferimento nelle colonne della tabella ad elementi additivi (colonna a sinistra) o sottrattivi (colonna a destra) rispetto ad una situazione media sia del sistema di programmazione (ed attuazione) regio- Contesto o ambiente esterno Organizzazione sistemi di progettazione locale sistema di programmazione e attuazione regionale nale (organizzazione analizzata) che dei sistemi locali di progettazione (ambiente o contesto esterno nel quale opera l’organizzazione analizzata). 6) La lettura della programmazione regionale FESR sullo sviluppo urbano secondo una logica di “Equality SWOT Analysis” si pone integra e relaziona con l’applicazione della “Gender SWOT Analysis” per la progettazione sul FSE. 7) Vedi: Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica, “La nuova programmazione e il Mezzogiorno. Orientamenti per l’azione di Governo”, Roma, Donzelli, 1998 PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 12 4.1 Analisi riferita al sistema di programmazione della Regione Campania CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI REGIONALI DI PROGRAMMAZIONE • Sub–deleghe ai soggetti beneficiari (le Città) delle competenze dell’Autorità di Gestione per l’attuazione dei programmi PIU • Alta Integrazione dell’attività Task force e nuclei di valutazione • Procedure di attuazione svolte in tempi sufficienti a garantire una buona qualità della progettazione dei PIU Europa • Presenza del criterio di pari opportunità tra i criteri di valutazione delle proposte degli enti beneficiari (PIU Europa DOS) • Alta intensità di integrazione con i Piani sociali di Zona • Alta integrazione con il PO FSE • Presenza di programmi regionali di riqualificazione urbana integrata • Ampio ricorso alla verifica di sostenibilità finanziaria dei programmi PIU • Presenza del criterio di pari opportunità tra i criteri di valutazione delle proposte degli enti beneficiari • Presenza di politiche regionali specifiche come le poli- tiche di coordinamento dei tempi o per la conciliazione (Città di Napoli) • Autorità per le Politiche di Genere prevista in sede di PO e non istituita. • Autorità di gestione FESR non coincide con i referenti per l’attuazione degli obiettivi specifici relativi allo sviluppo urbano integrato • Bassa integrazione con il programma FAS • Le disposizioni attuative non contengono: • la previsione del coinvolgimento, nelle fasi di definizione del ciclo di vita del progetto, di soggetti che ricoprono ruoli significativi nel campo delle pari opportunità e non discriminazione e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di rappresentanza delle pari opportunità; • la raccomandazione sull’equa partecipazione dei generi e delle categorie discriminate nella scelta degli esperti da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto; • l’indicazione su di una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere e di categorie svantaggiate e le fasce deboli • la previsione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento orientato al genere e alla non discriminazione • i criteri di valutazione lasciano un largo spazio alla “libera interpretazione” del principio di pari opportunità e non discriminazione CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI LOCALI DI PROGETTAZIONE • Media capitalizzazione delle esperienze PIC URBAN • Le città sono sub–delegate come Autorità di gestione per l’attuazione dei programmi PIU • Presenza di Dossier di Orientamento Strategico tra gli elaborati dei programmi PIU • Assenza di una estesa esperienza di pianificazione strategica pregressa negli ambiti di progetto PIU • Scarse competenze degli enti nell’ambito della progettazione dello sviluppo urbani integrato • Nei programmi integrati (Dosssier di Orientamento Strategico): • gli obiettivi e le finalità dei programmi integrati non sono articolati secondo una logica che incorpori in maniera esplicita le aree di impatto della metodologia VISPO e altre riferibili alla non discriminazione • il contributo richiesto ai progetti in termini di pari opportunità e non discriminazione proprio perché generico non è posto in relazione alle criticità di genere espresse dal territorio e disarticolato nelle specifiche azioni dell’intervento PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 13 4.2 Analisi riferita al sistema di programmazione della Regione Calabria CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI REGIONALI DI PROGRAMMAZIONE • Autorità per le Politiche dell’Uguaglianza prevista dal PO ed istituita • Media Integrazione dell’attività Task force e nuclei di • Autorità di gestione FESR non coincide con i referenti per l’attuazione degli obiettivi specifici relativi allo sviluppo urbano integrato • Presenza del criterio di pari opportunità tra i contenuti • Media intensità di integrazione con i Piani sociali di Zona • Bassa integrazione con il PO FSE • Assenza di programmi regionali di riqualificazione urbana • Procedura di valutazione negoziata e concertata con gli • Presenza di politiche regionali specifiche come le politi- valutazione • Alta integrazione con il programma FAS obbligatori delle proposte degli enti beneficiari (PISU) enti beneficiari integrata che di coordinamento dei tempi non integrata con i PISU • Procedure di attuazione svolte in tempi brevissimi per garantire una buona qualità della progettazione dei PISU • Le disposizioni attuative non contengono: • la previsione del coinvolgimento, nelle fasi di definizione del ciclo di vita del progetto, di soggetti che ricoprono ruoli significativi nel campo delle pari opportunità e non discriminazione e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di rappresentanza delle pari opportunità; • la raccomandazione sull’equa partecipazione dei generi e delle categorie discriminate nella scelta degli esperti da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto • l’indicazione su di una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere e di categorie svantaggiate e le fasce deboli (portatori di interessi di genere nell’ATS ecc. rilevanti rispetto alla strategia di progetto) • la previsione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento orientato al genere e alla non discriminazione • I criteri di valutazione lasciano un largo spazio alla “libera interpretazione” del principio di pari opportunità e non discriminazione CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI LOCALI DI PROGETTAZIONE • Media capitalizzazione delle esperienze PIC URBAN • Esistono espliciti collegamenti ex–ante tra Pianificazione strategica e PISU • Assenza di una estesa esperienza di pianificazione strategica pregressa negli ambiti di progetto PISU • Scarse competenze degli enti nell’ambito della progettazione dello sviluppo urbani integrato • Nei programmi integrati PISU: • gli obiettivi e le finalità dei programmi integrati non sono articolati secondo una logica che incorpori in maniera esplicita le aree di impatto della metodologia VISPO e altre riferibili alla non discriminazione • il contributo richiesto ai progetti in termini di pari opportunità e non discriminazione proprio perché generico non è posto in relazione alle criticità di genere espresse dal territorio e disarticolato nelle specifiche azioni dell’intervento PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 14 4.3 Analisi riferita al sistema di programmazione della Regione Puglia CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI REGIONALI DI PROGRAMMAZIONE • Alta intensità di integrazione con i Piani sociali di Zona • Alta integrazione con il PO FSE • Presenza di politiche regionali specifiche come le poli- tiche di coordinamento dei tempi o per la conciliazione (Studi di Fattibilità PTTS delle zone sociale) • Presenza di programmi regionali di riqualificazione urbana integrata (PIRP) • Integrazione della Pianificazione strategica di Area Vasta con la Pianificazione della mobilità • Procedura di valutazione negoziata e concertata con gli enti beneficiari • Autorità di gestione FESR non coincide con i referenti per l’attuazione degli obiettivi specifici relativi allo sviluppo urbano integrato • Bassa integrazione con il programma FAS • Assenza del criterio di pari opportunità tra i criteri di valutazione o contenuti delle proposte degli enti beneficiari (PISU) • Procedure di attuazione non sono state ancora avviate se non nelle aree vaste della Pianificazione strategica come interventi stralcio del PO FESR • Le disposizioni attuative non contengono: • la previsione del coinvolgimento, nelle fasi di definizione del ciclo di vita del progetto, di soggetti che ricoprono ruoli significativi nel campo delle pari opportunità e non discriminazione e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di rappresentanza delle pari opportunità; • la raccomandazione sull’equa partecipazione dei generi e delle categorie discriminate nella scelta degli esperti da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto; • l’indicazione su di una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere e di categorie svantaggiate e le fasce deboli (portatori di interessi di genere nell’ATS ecc. rilevanti rispetto alla strategia di progetto) • la previsione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento orientato al genere e alla non discriminazione CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI LOCALI DI PROGETTAZIONE • Media capitalizzazione delle esperienze PIC URBAN • Presenza di una estesa esperienza di pianificazione • Medie competenze degli enti nell’ambito della progettazione dello sviluppo urbani integrato strategica per aree vaste • Esistono espliciti collegamenti ex–ante tra Pianificazione strategica di Area Vasta e PISU e interventi stralcio (Piani Integrati Plurifondo) negli ambiti di integrazione territoriale (Aree vaste) PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 15 4.4 Analisi riferita al sistema di programmazione della Regione Siciliana CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI REGIONALI DI PROGRAMMAZIONE • Autorità di gestione FESR coincide con i referenti per l’attuazione degli obiettivi specifici relativi allo sviluppo urbano integrato • Alta Integrazione dell’attività Task force e nuclei di valutazione • Quantità e qualità dei contributi relativi all’integrazione del principio di pari opportunità nella programmazione, nella progettazione e nella pianificazione strategica • Buona intensità di assistenza tecnica agli enti sociali • Media intensità di integrazione con i Piani sociali di Zona • Bassa integrazione con il PO FSE • Bassa integrazione con il programma FAS • Assenza di politiche regionali specifiche come le politiche di coordinamento dei tempi o per la conciliazione • Assenza di programmi regionali di riqualificazione urbana integrata • Le disposizioni attuative non contengono: • Buona quantità di documentazione di supporto • Procedure di attuazione svolte in tempi sufficienti a • la previsione del coinvolgimento, nelle fasi di definizione del ciclo di vita del progetto, di soggetti che ricoprono ruoli significativi nel campo delle pari opportunità e non discriminazione e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di rappresentanza delle pari opportunità; • Presenza del criterio di pari opportunità tra i criteri • la raccomandazione sull’equa partecipazione dei generi e delle categorie discriminate nella scelta degli esperti da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto; beneficiari garantire una buona qualità della progettazione dei PIST PISU di valutazione delle proposte degli enti beneficiari (PIST–PISU) • Procedura di valutazione negoziata e concertata con gli enti beneficiari • l’indicazione su di una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere e di categorie svantaggiate e le fasce deboli (portatori di interessi di genere nell’ATS ecc. rilevanti rispetto alla strategia di progetto) • la previsione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento orientato al genere e alla non discriminazione • I criteri di valutazione lasciano un largo spazio alla “libera interpretazione” del principio di pari opportunità e non discriminazione CARATTERI SALIENTI DEI SISTEMI LOCALI DI PROGETTAZIONE • Presenza di una estesa esperienza di pianificazione stra- • Scarsa capitalizzazione delle esperienze PIC URBAN tegica nei 26 ambiti di progetto PIST – PISU • Non esistono espliciti collegamenti ex–ante tra Pianificazione strategica e PIST PISU • Scarse competenze degli enti nell’ambito della progettazione dello sviluppo urbani integrato • Nei programmi integrati PIST–PISU: • gli obiettivi e le finalità dei programmi integrati non sono articolati secondo una logica che incorpori in maniera esplicita le aree di impatto della metodologia VISPO e altre riferibili alla non discriminazione • il contributo richiesto ai progetti in termini di pari opportunità e non discriminazione proprio perché generico non è posto in relazione alle criticità di genere espresse dal territorio e disarticolato nelle specifiche azioni dell’intervento PERCORSI ED ESITI DELLO STUDIO 16 VADEMECUM Raccomandazioni e buone pratiche per l’attuazione degli obiettivi di sviluppo urbano con riferimento ai principi di Pari opportunità e non discriminazione INDICE Vademecum 1. Le attività di accompagnamento degli Enti Locali 19 2. I contenuti progettuali 20 2.1 Contenuti progettuali e pari opportunità negli interventi 20 dei programmi integrati 2.2 Sviluppo urbano integrato, sicurezza urbana e pari opportunità 37 3. Il partenariato come strumento di “presidio delle pari opportunità” 51 Premessa Percorso ed esiti dello studio Vademecum Base dati documentaria Il documento presenta i suggerimenti e le propo- e operazioni sono formulate come idee proget- ste in particolare con riferimento a tre ambiti: tuali. In teoria questa attività di negoziazione e • le attività di accompagnamento; • i contenuti progettuali a partire delle concrete concertazione permetterebbe di inserire, anche tipologie progettuali riscontrabili tra gli interventi e le azioni dei programmi di sviluppo urbano; • il partenariato (inteso anche come strumento di “presidio” delle pari opportunità) che accompagna l’attuazione dei programmi di sviluppo urbano Il paragrafo relativo ai contenuti progettuali contiene un approfondimento che propone di utilizzare il tema della sicurezza urbana come filo condut- attraverso una appropriata azione di accompagnamento dei soggetti locali, opportuni elementi di pari opportunità e non discriminazione in particolare quelli riferiti: • all’inserimento nel ciclo di vita del progetto, di soggetti che ricoprono ruoli significativi nel campo delle pari opportunità e della cultura di genere e di istituzioni/organismi di rappresentanza delle pari opportunità e non discriminazione; • all’equa partecipazione dei generi e delle ca- tore per collegare da un punto di vista tecnico il tegorie discriminate nella scelta degli esperti principio di pari opportunità e non discriminazione da coinvolgere nel ciclo di vita del progetto; con lo sviluppo o la riqualificazione urbana inte- • alla composizione partenariale rappresenta- grata, per quanto riguarda gli interventi e le azioni tiva in chiave di genere nella governance del nello spazio pubblico. progetto; 1 Le attività di accompagnamento degli Enti Locali • alla costruzione di un sistema interno di monitoraggio e valutazione dell’intervento gender oriented; • all’orientamento delle scelte progettuali e tecniche dei singoli interventi, azioni e operazioni, a livello di studio di fattibilità e/o di progettazione preliminare, attraverso un analisi comparata degli impatti che esse possono avere rispetto alle tipologie di impatto individuate dalla metodologia VISPO e ad altri Come già segnalato le procedure attuative predisposte dalle Regioni per la progettazione e valuta- impatti riferibili alla non discriminazione; • al fatto di investire le assistenze tecniche dei zione dei programmi integrati di sviluppo urbano soggetti locali di una attività di sensibilizza- prevedono una fase negoziale con i soggetti zione volta ad una corretta declinazione delle locali. I programmi integrati presentati alla data idee–progettuali contenute nei programmi della redazione della presente relazione sono integrati in termini di pari opportunità e non progetti di massima, molti degli interventi, azioni discriminazione. VADEMECUM 19 2 I contenuti progettuali 2.1 Contenuti progettuali e pari opportunità negli interventi dei programmi integrati In base ad un esame delle indicazioni attuative Il risultato di questa elaborazione viene riportato per la progettazione e valutazione dei programmi nelle tabelle che seguono. Dal momento che gli integrati di sviluppo urbano sono state individuate interventi di sviluppo urbano integrato ripropon- una serie di tipologie di interventi, azioni e ope- gono cluster di temi progettuali ricorrenti per razioni ricorrenti nell’elaborazione dei programmi le regioni convergenza, le tipologie proposte in integrati. A queste tipologie sono state affiancate neretto definiscono in modo sintetico tipologie indicazioni in base alle quali, in sede di elabo- complesse per contesti urbani e contesti non urba- razione di studi di fattibilità o di progetti (preli- ni di interventi attraverso esempi che non hanno minari e/o definitivi), inserire contenuti tecnici la pretesa di essere esaustivi. Nelle tabelle, le orientati alle pari opportunità di genere e alla non colonne evidenziano contenuti tecnici e procedure discriminazione. Nello stesso modo sono fornite progettuali e gestionali orientate verso il principio indicazioni che permettono, in sede di gestione di pari opportunità e non discriminazione.1 del progetto e/o dell’intervento, di adottare procedure orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione. Le categorie di interventi sono riferite ai temi prioritari contenuti nell’ALLEGATO II CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI DEI FONDI (1) PER IL PERIODO 2007-2013 - Parte A: Codificazione per dimensione - TABELLA 1: CODICI RELATIVI ALLA DIMENSIONE «TEMI PRIORITARI» del REGOLAMENTO (CE) N. 1828/2006 DELLA COMMISSIONE (FESR) in modo da facilitare la generalizzazione delle indicazioni nell’ambito della classificazione proposta dal regolamento dei fondi FESR. 1) Alcuni degli esempi sono tratti dal documento Task Force P.O. Sicilia PON ATAS Mis. I.2 Ob. 1 e APQ, Contributi della Task Force al Programma Operativo regionale del FESR – Indirizzi utili per una programmazione rispondente al principio di pari opportunità e non discriminazione, novembre 2007 VADEMECUM 20 Figura 1 – Contenuti tecnici interventi, azioni e operazioni CONTESTI URBANI Interventi esemplificativi Riurbanizzazione plurifunzionale ed ecocompatibile degli spazi urbani attraverso la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale • Qualificazione tutela e conservazione del Patrimonio storico-culturale, favo- rendone la messa a sistema e l’integrazione con i servizi turistici, anche al fine di aumentare l’attrattività dei territori • Azioni di restauro, recupero e promozione dei siti di maggiore valore storico, archeologico, monumentale presenti sul territorio regionale (catg. nn. 58, 59, 60) • Interventi di sostegno al recupero e all’adeguamento strutturale e funzionale dell’eredità storico – culturale, quali biblioteche, musei, archivi, teatri e altre tipologie di beni di interesse culturale e architettonico, anche attraverso l’attivazione di partenariati pubblico–privati (catg. nn. 58, 59, 60) • Azioni di restauro, valorizzazione, fruizione e gestione innovativa del patrimonio culturale nell'ambito di sistemi culturali regionali (catg. nn. 58, 59, 60) Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Percorsi specifici privi di barriere architettoniche per l’utenza portatrice di specifiche esigenze (persone diversamente abili - soprattutto con ridotte potenzialità motorie - soggetti ipo/ non vedenti, anziani, donne in stato avanzato di gravidanza) 2. Servizi alle famiglie (es. aree bambini, fasciatoii nei bagni) 3. Percorsi didattici per bambini 4. Percorsi didattici per immigrati (didascalie nella lingua madre della comunità di immigrati maggiormente presente nel territorio) Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Presenza, nel partenariato di associazioni femminili o di gruppi rappresentativi di interessi di genere Categorie 58 59 60 2. Presenza, tra i soggetti attuatori del progetto, di esperti/e nella progettazione e realizzazione di politiche e interventi per le pari opportunità 3. Previsione di specifiche azioni rivolte all’utenza femminile ed elaborazione di indicatori volti a rilevare, in fase di monitoraggio e valutazione, l’impatto dell’iniziativa sull’utenza femminile VADEMECUM 21 CONTESTI URBANI Interventi esemplificativi Promozione dell’imprenditorialità e l’occupazione attraverso la tutela e diffusione della cultura e attraverso la promozione dell’arte contemporanea • Azioni volte alla produzione, divulgazione e fruizione delle nuove forme artistiche legate all’arte contemporanea • Azioni di promozione e realizzazione di reti di centri e laboratori per la produzione artistica e per la promozione della creatività e della qualità della produzione architettonica e urbanistica (catg. n. 59) • Valorizzazione di contesti architettonici, urbanistici e paesaggistici, connessi alle attività artistiche contemporanee (catg. n. 58, 59) • Sviluppo di servizi culturali per il territorio e per la produzione artistica e artigianale (documentazione, comunicazione e promozione, ecc.) che opera nel campo dell’arte e dell’architettura contemporanea (catg. n. 60) Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Azioni specifiche per l’infanzia e l’adolescenza Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Promozione di reti di laboratori di prodotti che recuperano la tradizione femminile 2. Coinvolgimento delle comunità locali nelle scelte strategiche e che traggano spunto dall’analisi del contesto attento alle differenze di genere ed ai reali bisogni dei soggetti in condizioni di disagio Categorie 58 59 60 3. Forme di divulgazione e coinvolgimento degli immigrati (es. uso della lingua madre della comunità di immigrati maggiormente presente nel territorio) VADEMECUM 22 CONTESTI URBANI Ristrutturazione sostenibile ed ecocompatibile di edifici per l’insediamento, l’incubazione ed il rafforzamento di funzioni e servizi urbani e metropolitani Interventi esemplificativi • Strutture ed interventi a scala urbana per l’insediamento e lo sviluppo di attività e servizi , anche a supporto del sistema imprenditoriale • Interventi di riqualificazione integrata, con criteri di qualità architettonica ed edilizia sostenibile, per l’insediamento, l’incubazione ed il rafforzamento di funzioni e servizi urbani e metropolitani, anche tramite riuso di strutture esistenti o forme di comodato del patrimonio immobiliare pubblico in disuso (catg. n. 61) • Interventi di riqualificazione e/o completamento di strutture per l’educazione pre-scolare, la formazione scolastica o universitaria finalizzati alla offerta di servizi territoriali (sociali, sociosanitari, culturali, sportivi ecc.) e per la conciliazione tra vita lavorativa e familiare (catg. nn. 61, 75, 77, 79) • Infrastrutturazione informatica ed implementazione di sistemi informativi urbani e territoriali (catg. nn. 61, 75, 77, 79) Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Inserimento di aree verdi attrezzate e servizi per l’accoglienza alle famiglie (es. aree bambini) 2. Riuso e la riqualificazione di strutture esistenti per servizi all’infanzia e/o popolazione in età scolare 0-14 localizzate nelle aree urbane periferiche Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. progettazione di interventi privi di barriere architettoniche per l’utenza portatrice di specifiche esigenze (persone diversamente abili soprattutto con ridotte potenzialità motorie soggetti ipo/non vedenti, anziani, donne in stato avanzato di gravidanza) Categorie 61 75 77 79 2. progettazione di interventi che considerino tutti quegli accorgimenti, arredi ed elementi che aumentino la percezione di sicurezza (vedi paragrafo 2.2) negli spazi pubblici anche mediante il ricorso a tecnologie dell’informazione e della comunicazione VADEMECUM 23 CONTESTI URBANI Interventi esemplificativi Promozione dei trasporti pubblici integrati attraverso mezzi di trasporto pubblici ad alto rendimento energetico, la creazione di sistemi di trasporto integrati di tipo innovativo, la creazione di itinerari ciclabili e pedestri sicuri e piacevoli, corridoi ambientali • Riqualificazione ambientale e sociale della mobilità urbana • Potenziamento e rinnovo delle flotte del trasporto pubblico con veicoli a basso impatto ambientale • Incentivi alla redazione di piani per la mobilità e lo sviluppo del car sharing • Incremento della dotazione di piste ciclabili • Potenziamento dei sistemi di mobilità pedonale per persone con disabilità sensoriali Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. realizzazione di sistemi di trasporto pubblico destinati alla utenza scolastica primaria (scuolabus di quartiere), alla utenza disabile e anziana 2. promozione di sistemi di sicurezza sui mezzi pubblici (segnalatori acustici di pericolo alle fermate, sistemi di video sorveglianza alle fermate e sui mezzi pubblici, obbligo dei conducenti di far salire, a richiesta, donne sole negli orari notturni anche fuori dalle fermate prestabilite 3. promozione e la sperimentazione di forme di trasporto pubblicoprivato che rispondano ai bisogni dell’utenza, differenziata per genere, età e condizione socio-economica (car sharing, car pooling, taxi rosa, pedibus, ecc.) Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. progettazione di percorsi sicuri per bambini e famiglie (anche attraverso il miglioramento delle piste ciclabili). 2. promozione di azioni tese a rendere conciliabili gli orari di inizio e fine delle principali attività che si svolgono nella città (lavoro, studio, ecc.) con le esigenze di cittadini e cittadine Categorie 11 23 26 47 52 54 VADEMECUM 24 Promozione dei trasporti pubblici integrati attraverso la riorganizzazione del sistema dei trasporti, compresa l'introduzione di pedaggi per l'accesso a determinate zone, creazione di isole pedonali, sistemi di controllo intelligente del traffico, parcheggi in prossimità di una fermata dei mezzi pubblici («park and ride») CONTESTI URBANI Interventi esemplificativi • Realizzare e potenziare i parcheggi di interscambio modale connessi alla rete di trasporto pubblico locale • Costruzione di parcheggi di interscambio modale aventi come obiet- tivo quello di incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici sia su rotaia che su gomma, di ridurre la mobilità interurbana privata ed espletare nei confronti di essa una funzione di “filtro” alla penetrazione nei centri abitati Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione Parcheggi progettati con un’attenzione verso: Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione Categorie 26 1. la previsione di aree di manovra ampie e posti riservati per donne in avanzato stato di gravidanza; 2. la previsione di misure di sicurezza (vedi il paragrafo 2.2), quali una buona illuminazione, l’installazione di video camere e segnalatori acustici di pericolo; 3. la previsione di servizi igienici adeguati alle esigenze delle persone diversamente abili- separati per genere- e delle madri con bambini. VADEMECUM 25 CONTESTI URBANI Interventi esemplificativi Integrazione degli emarginati e offerta di servizi di base economicamente accessibili nelle aree di maggiore disagio nelle aree urbane • Rete dei servizi di prevenzione e delle attività orientate alle situazioni di maggiore disagio nelle aree urbane • Centri unificati di informazione e accesso ai servizi (catg. nn. 61, 79) • Adozione di TIC per collegamento e dialogo tra amministrazioni e cittadini (vedi sopra) (catg. n. 11) • Interventi per l’accoglienza per situazioni di grave disagio (catg. nn. 61, 79) • Reti integrate per prevenzione rischio di marginalità sociale e miglioramento qualità della vita (catg. nn. 61, 79, 80) Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. l’implementazione dell’ accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione da parte delle famiglie, soprattutto per particolari fasce sociali e generazionali, al fine di superare forme di digital divide. Categorie 11 61 79 80 2. interventi che attuino forme di sensibilizzazione delle forze dell’ordine alla tematica della violenza sulle donne e minori, anche attraverso la costituzione di reti con l’associazionismo di settore (mappe partecipate sulla percezione della sicurezza, azioni di sicurezza partecipata, ecc.) (vedi paragrafo 2.2) 3. Promozione di un concetto di sicurezza inteso come safety complementare al concetto di security (vedi pargarafo 2.2) VADEMECUM 26 CONTESTI URBANI Interventi esemplificativi Promozione dell’imprenditorialità e l’occupazione attraverso l’insediamento, l’incubazione ed il rafforzamento di funzioni e servizi urbani e metropolitani • Poli di sviluppo e servizio a scala urbana: • interventi di riqualificazione urbana integrata per l’insediamento e/o la valorizzazione di centri di servizi (per le imprese, sociali, culturali, sportivi, sociosanitari, la prima infanzia, ecc.) quali attrattori di rango sovra –locale (catg. nn. 77, 78, 79) • interventi di riqualificazione infrastrutturale e/o completamento delle strutture della formazione e dell’educazione pre-scolare, per rafforzare l’offerta di servizi territoriali (sociali, sociosanitari, culturali, sportivi ecc.) (catg. nn. 75, 77, 79) Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 2. Creazione/riqualificazione di spazi verdi accessibili e fruibili da parte di tutti, in sicurezza (vedi paragrafo 2.2), con particolare riferimento all’infanzia, agli anziani, alle donne 1. Forme di recupero/riqualificazione urbana intesa quale rigenerazione sociale. Ad esempio, attraverso gli interventi proposti di valorizzazione o insediamento di centri di servizi si potranno sviluppare forme di integrazione di diverse culture presenti nel territorio 3. Riqualificazione infrastrutturale e/o completamento delle strutture della formazione e dell’educazione pre-scolare ove prevedano aree verdi e spazi adibiti alle attività sportive e ricreative, laboratori musicali, teatrali ed artistici , sale multimediali 2. coinvolgimento delle comunità locali nelle scelte di destinazione ed uso di spazi e immobili pubblici e che traggano spunto dall’analisi del contesto attento alle differenze di genere ed ai reali bisogni dei soggetti in condizioni di disagio 1. Recupero di aree urbane degradate o in stato di abbandono; Categorie 75 77 78 79 VADEMECUM 27 CONTESTI URBANI Interventi esemplificativi Riurbanizzazione plurifunzionale ed ecocompatibile degli spazi urbani attraverso il risanamento di siti urbani degradati, il recupero di spazi pubblici, compreso il verde pubblico, la promozione e sviluppo di reti integrate dei servizi • Riqualificazione e rigenerazione di aree e quartieri in condizioni di criticità o sottoutilizzazione • Interventi di valorizzazione del ruolo della comunità locale, anche attraverso la riqualificazione e il riorientamento nella destinazione e nell’uso degli spazi immobili pubblici (catg. nn. 78, 80) • Interventi di promozione e sviluppo di reti integrate dei servizi in coerenza con la normativa nazionale L. 328/2000 (catg. nn. 79, 80). Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Creazione/riqualificazione di spazi verdi accessibili e fruibili da parte di tutti, in sicurezza (vedi paragrafo 2.2), con particolare riferimento all’infanzia, agli anziani, alle donne Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Coinvolgimento delle comunità locali nella scelte di destinazione ed uso di spazi e immobili pubblici Categorie 78 79 80 VADEMECUM 28 Progetti integrati di riqualificazione delle aree marginali in contesti non urbani anche attraverso lo sviluppo di infrastrutture culturali e la promozione di attività economiche nel settore culturale CONTESTI NON URBANI Interventi esemplificativi • Favorire la valorizzazione culturale e la fruizione delle aree marginali e rurali • Realizzazione di infrastrutture culturali per il miglioramento della qualità della vita dei residenti e la valorizzazione delle identità locali (catg. n. 59); • Interventi integrati di riqualificazione di contesti architettonici e urbanistici di pregio storico in aree marginali (catg. nn. 8, 61); • Interventi integrati per la promozione e valorizzazione di un sistema di ospitalità diffusa nelle aree interne e montane della regione (catg. n. 61); • Interventi di riqualificazione di contesti rurali di pregio storico culturale (catg. n. 61); • Attivazione di piani integrati per la valorizzazione e la gestione di beni culturali im- mobili, per l'erogazione di servizi e la produzione artistica e culturale anche al fine di produrre effetti positivi e durevoli in termini di sviluppo e di nuova imprenditorialità (catg .n 61). Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Percorsi specifici privi di barriere architettoniche per l’utenza portatrice di specifiche esigenze (persone diversamente abili soprattutto con ridotte potenzialità motoriesoggetti ipo/non vedenti, anziani, donne in stato avanzato di gravidanza) 2. Servizi alle famiglie 3. Azioni specifiche per l’infanzia e l’adolescenza Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Recupero di arti e mestieri della tradizione femminile 2. Coinvolgimento delle comunità locali nelle scelte strategiche e che traggano spunto dall’analisi del contesto attento alle differenze di genere ed ai reali bisogni dei soggetti in condizioni di disagio. Categorie 8 59 61 3. Forme di divulgazione e coinvolgimento degli immigrati (es. uso della lingua madre della comunità di immigrati maggiormente presente nel territorio) 4. Premialità per l’imprenditoria femminile e giovanile VADEMECUM 29 CONTESTI NON URBANI Interventi esemplificativi Promozione dell’imprenditorialità e l’occupazione attraverso il sostegno alle attività economiche, commerciali, cooperative, consortili e di servizi per le PMI, creazione di centri di promozione aziendale per la conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale e naturalistico anche attraverso lo sviluppo di infrastrutture per la fruizione ambientale e la promozione di attività economiche nel settore ambientale • Incentivare lo sviluppo imprenditoriale che opera nel settore della valorizzazione dei beni ambientali e naturalistici • Azioni di rafforzamento della competitività delle produzioni locali e delle filiere produttive dei parchi e riserve (catg. n. 6); • Azioni eco-innovative di supporto alle PMI che operano in parchi e riserve e azioni di marketing territoriale e promozione di marchi d’area • Interventi di valorizzazione ambientale e di incentivazione alle imprese ubicate nei comuni di montagna in un’ottica di complementarietà con la politica di sviluppo rurale (catg. n. 61). • Adeguamento delle strutture pubbliche esistenti nei parchi e nelle riserve realizzate secondo criteri di edilizia sostenibile Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Favorire l’imprenditoria femminile e giovanile , in particolare per la creazione, il consolidamento e lo sviluppo imprenditoriale ovvero per programmi imprenditoriali con ricadute occupazionali a favore delle donne 1. Sostegno all’imprenditoria anche mediante animazione territoriale ed accompagnamento allo start up di impresa Categorie 6 61 2. Promozione di programmi di investimento per servizi family friendly e per l’attuazione delle politiche di pari opportunità all’interno dell’impresa VADEMECUM 30 CONTESTI NON URBANI Interventi esemplificativi Promozione dell’imprenditorialità e dell’occupazione attraverso il sostegno alle attività economiche, commerciali, cooperative, consortili e di servizi per le PMI, creazione di centri di promozione aziendale per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e ed enogastronomico in contesti non urbani anche attraverso lo sviluppo e la promozione di attività economiche nel settore culturale ed enogastronimico • Promozione delle identità culturali e delle risorse paesaggistico-ambientali • Azioni volte ad aumentare l’attrattività territoriale dell’offerta turistica regionale, mediante la realizzazione e/o il cofinanziamento di eventi di grande richiamo turistico, di natura culturale, folkloristica, sportiva, volti all’incremento della fruizione di siti/beni paesaggistici, culturali e ambientali (catg n. 57) • Azioni di comunicazione e di promozione dell’immagine turistica della Regione ed interventi a sostegno della commercializzazione di prodotti turistici territoriali (quali Borse, Fiere, Educational Tour, materiali divulgativi) (catg n. 57) • Azioni a sostegno della creazione e promozione di marchi d’area, di certifica- zione ambientale, di qualità e di club prodotto con riguardo alla loro diffusione nei mercati a livello nazionale e internazionale (catg. nn. 55, 56, 57) Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Iniziative di attrattività a favore di bambini di età prescolare e scolare per la maggiore conoscenza e fruizione dei siti/beni paesaggistici culturali ed ambientali 2. Iniziative attente al tema dell’interculturalità 3. azioni di comunicazione e promozione dell’immagine delle donne imprenditrici (es. fiere rosa) Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Elaborazione di indicatori volti a rilevare, in fase di monitoraggio e valutazione, l’impatto dell’iniziativa sull’utenza femminile 2. Adozioni di sistemi di certificazione che tengano conto dell’attuazione delle politiche di pari opportunità da parte degli imprenditori Categorie 55 56 57 VADEMECUM 31 CONTESTI URBANI E NON URBANI Interventi esemplificativi Promozione dell’imprenditorialità e dell’occupazione attraverso il sostegno alle attività economiche, commerciali, cooperative, consortili e di servizi per le PMI, creazione di centri di promozione aziendale con iniziative di diversificazione e destagionalizzazione della competitività dell’offerta turistica • Iniziative di diversificazione e destagionalizzazione della competitività dell’offerta regionale nei mercati turistici rilevanti • Azioni per l’attivazione, la riqualificazione e l’ampliamento di iniziative sostenibili, volte alla diversificazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica, inerenti in particolare allo sviluppo delle filiere dell’offerta termale, congressuale, sportiva, della pesca-turismo, dell’ittiturismo, del diportismo nautico, e del turismo “non tradizionale”, rispondenti il più possibile ai segmenti di domanda sempre più emergenti, (catg. nn. 8, 55, 56, 57); • Interventi di realizzazione e/o riqualificazione e/o completamento di strutture congressuali, di impianti sportivi, ed altre infrastrutture pubbliche funzionali allo sviluppo turistico, da attuarsi con il concorso di risorse private (catg. nn. 57, 61, 78) • Interventi per la creazione di poli di eccellenza a sostegno del coordinamento dell’offerta turistica diversificata (nautica, crocieristica, sportiva) (catg. nn. 57, 78 ); • Attivazione di iniziative di valorizzazione turistica attraverso forme di mobilità • dolce e/o non motorizzata (ferrovie storiche, greenways) (catg. nn. 24, 55, 56, 57) Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Favorire l’imprenditoria femminile e giovanile , in particolare per la creazione, il consolidamento e lo sviluppo imprenditoriale ovvero per programmi imprenditoriali con ricadute occupazionali a favore delle donne 1. Sostegno all’imprenditoria anche mediante animazione territoriale ed accompagnamento allo start up di impresa 2. Promozione di programmi di investimento per servizi family friendly e per l’attuazione delle politiche di pari opportunità all’interno dell’impresa 2. Presenza nei poli di eccellenza per il coordinamento dell’offerta turistica di esperti in politiche di pari opportunità 3. Per gli interventi relativi alla mobilità l’accessibilità dei mezzi per l’utenza portatrice di specifiche esigenze (persone diversamente abili soprattutto con ridotte potenzialità motorie - soggetti ipo/non vedenti, anziani, donne in stato avanzato di gravidanza) per favorire un turismo di tipo sociale Categorie 8 24 55 56 57 61 78 VADEMECUM 32 CONTESTI URBANI E NON URBANI Interventi esemplificativi Sviluppo delle potenzialità tecnologiche della società dell'informazione attraverso la messa a punto di servizi d'interesse pubblico, in particolare nei campi dell'istruzione e della formazione, della sanità, dell'informazione ambientale, nel settore dei beni culturali (centro restauro, accesso, interoperabilità, prevenzione rischi, innovazione, contenuti digitali, ecc.), dei servizi di prossimità e attraverso la promozione dell'accessibilità e dell'uso dei servizi telematici da parte dei cittadini • Accesso e diffusione di servizi connessi all’uso delle TIC per il superamento dei fenomeni di digital divide e dei divari territoriali tra aree urbane ed aree interne rurali • Azioni volte a incrementare la diffusione di servizi di e-government avanzati per cittadini e imprese, incluse quelle mirate ad innalzare la partecipazione del cittadino all’azione di governo (e-democracy) (catg. nn. 10, 11, 13) • Azioni volte a incrementare la diffusione di servizi di e-health (teleprenotazione e telepagamento, telediagnosi, governo clinico remoto attraverso la realizzazione del fascicolo sanitario elettronico) (catg. nn. 11, 13) • Azioni di potenziamento e diffusione di infrastrutture e servizi finalizzati all’e– inclusion, con particolare attenzione alle famiglie e ai soggetti che versano in stato di disagio, finalizzate a: l'erogazione a domicilio di servizi informativi, l’erogazione di servizi socioassistenziali e sociosanitari in modalità • teleassistenza, la realizzazione di sistemi tecnologici finalizzati ad innalzare il grado di autonomia nella vita domestica per le persone diversamente abili • azioni di ricerca e di diffusione delle tecnologie della informazione e della comunicazione nel settore dei beni culturali (centro restauro, accesso, interoperabilità, prevenzione rischi, innovazione, contenuti digitali, ecc.) (catg. n. 11). Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Interventi volti alla riduzione del digital divide di categorie deboli o marginali; 2. Interventi volti a realizzare integrazione e sinergie con le istituzioni scolastiche; 3. Interventi volti al raggiungimento di utenti/target nelle aree marginali e periferiche del territorio di riferimento; Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Presenza di analisi costi/benefici che internalizzi ed espliciti il principio di pari opportunità 2. Processi partenariali allargati e coinvolgimento dei portatori di interessi di pari opportunità. Categorie 10 11 12 13 VADEMECUM 33 CONTESTI URBANI E NON URBANI Interventi esemplificativi Supporto alle amministrazioni locali per migliorare la qualità della programmazione e progettazione per l’attuazione delle operazioni cofinanziate dal FESR nell’ambito dei programmi integrati • Supportare le amministrazioni locali per migliorare la qualità della programmazione e progettazione per l’attuazione delle operazioni cofinanziate dal FESR nell’ambito dei programmi integrati • Assistenza tecnica, affiancamento, supporto tecnico finalizzato alla progettazione, con particolare riguardo alla progettazione esecutiva (catg. n. 81) • Analisi e studi di fattibilità, valutazione relativi all’attività di programmazione e progettazione (catg. nn. 81, 86) • Studi/meccanismi di monitoraggio e valutazione degli effetti delle politiche pubbliche sulla salute sulla base di linee guida appositamente definite (catg. nn. 81, 86) • Azioni di informazione, educazione e sensibilizzazione dei cittadini Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Azioni di sensibilizzazione-informazione specificamente rivolte alle cittadine e che sappiano adottare un linguaggio non discriminatorio e rispettoso delle differenze 2. Azioni di sensibilizzazione-informazione programmate ed attuate attraverso il coinvolgimento attivo della cittadinanza femminile e dei soggetti portatori di interessi di genere/ di pari opportunità Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Monitoraggio e valutazione degli effetti delle politiche pubbliche sulla salute che tengano esplicitamente conto del diverso impatto sulle cittadine e sui cittadini - differenziati per classi di età - anche nell’impostazione metodologica delle linee guida Categorie 81 86 2. Presenza nelle equipe di progettazione, comitati scientifici o steering groups di esperti con competenze in politiche di pari opportunità 3. Presenza nelle equipe dell’attuazione delle azioni di esperti con competenze in politiche di pari opportunità 4. Presenza nelle equipe di valutazione, di esperti con competenze in politiche di pari opportunità VADEMECUM 34 CONTESTI URBANI E NON URBANI Interventi esemplificativi Prevenzione delle infiltrazioni della criminalità nella Pubblica Amministrazione e negli appalti pubblici • Interventi per favorire la trasparenza dell’azione amministrativa, la partecipazione dei cittadini e l’informazione volti a prevenire infiltrazioni della criminalità nella Pubblica Amministrazione e negli appalti pubblici (cat.n.81) Contenuti tecnici orientati alle pari opportunità di genere e non discriminazione 1. Interventi programmati ed attuati attraverso il coinvolgimento attivo della cittadinanza femminile e dei soggetti portatori di interessi di genere/di pari opportunità Procedure progettuali e gestionali orientate alle pari opportunità di genere e non discriminazione Categorie 81 2. Interventi che prevedano forme di partecipazione della cittadinanza femminile e dei soggetti portatori di interessi di genere/di pari opportunità VADEMECUM 35 Figura 2 – Temi relativi allo sviluppo urbano integrato, la riqualificazione e la rigenerazione urbana2 CODICE TEMI PRIORITARI 6 Sostegno alle PMI per la promozione di prodotti e processi produttivi rispettosi dell’ambiente (introduzione di sistemi efficaci di gestione dell’ ambiente, adozione e utilizzo di tecnologie per la prevenzione dell’inquinamento, integrazione delle tecnologie pulite nella produzione aziendale) 8 Altri investimenti in imprese 10 Infrastrutture telefoniche (comprese le reti a banda larga) 11 Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (accesso, sicurezza, interoperabilità, prevenzione dei rischi, ricerca, innovazione, contenuti digitali, ecc.) 12 Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (RTE-TIC) 13 Servizi ed applicazioni per i cittadini (servizi sanitari on line, e-government, e-learning, e-partecipazione, ecc.) 24 Piste ciclabili 26 Trasporti multimodali 47 Qualità dell’aria 52 Promozione di trasporti urbani puliti 54 Altri provvedimenti intesi a preservare l’ambiente e a prevenire i rischi 55 Promozione delle risorse naturali 56 Protezione e valorizzazione del patrimonio naturale 57 Altri aiuti per il miglioramento dei servizi turistici 58 Protezione e conservazione del patrimonio culturale 59 Sviluppo di infrastrutture culturali 60 Altri aiuti per il miglioramento dei servizi culturali 61 Progetti integrati di rinnovamento urbano e rurale 75 Infrastrutture per l’istruzione 77 Infrastrutture per la sanità 78 Infrastrutture edilizie 79 Infrastrutture per l’infanzia 80 Promozione di partenariati, patti e iniziative attraverso il collegamento in rete delle parti interessate 81 Meccanismi volti a migliorare l'elaborazione di politiche e programmi efficaci, il controllo e la valutazione a livello nazionale, regionale e locale, e potenziamento delle capacità di attuazione delle politiche e dei programmi 86 Valutazione e studi; informazione e comunicazione 2) ALLEGATO II - CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI DEI FONDI (1) PER IL PERIODO 2007-2013 - Parte A: Codificazione per dimensione - CODICI RELATIVI ALLA DIMENSIONE «TEMI PRIORITARI» del REGOLAMENTO (CE) N. 1828/2006 DELLA COMMISSIONE (FESR) VADEMECUM 36 2.2 Sviluppo urbano integrato, sicurezza urbana e pari opportunità Le questioni legate alla partecipazione femminile aspettano comunque che la loro sicurezza perso- e alla presa in carico delle ineguaglianze di genere nale venga garantita dalla loro città e dagli ammi- e dei soggetti vulnerabili nello sviluppo urbano nistratori che conoscono più da vicino. Rafforzare costituiscono una condizione essenziale per realiz- il senso di sicurezza diventa quindi un compito zare “città inclusive”. primario delle istituzioni, a partire dalle ammini- Il clima di incertezza e di insicurezza che inve- strazioni locali. ste le città e l’intera società e la crescente paura Per un problema così complesso e articolato non della criminalità, sono determinati solo in parte possono esserci risposte semplici e unidireziona- da dalla situazione oggettiva di aumento di fatti li.3 La questione della sicurezza coinvolge quindi delittuosi che, pure sono più visibili e percepi- l’insieme dei programmi e delle strategie politico- bili nello spazio pubblico. La crisi dei sistemi di amministrative delle città e con l’obiettivo di sicurezza e protezione sociale, il diffondersi di produrre e rafforzare la comunicazione tra i cittadi- una disoccupazione strutturale e di un mercato ni, promuovere la convivenza pacifica tra persone del lavoro sempre meno garantito, la caduta dei incerte, impaurite, sempre più spesso diverse per modelli valoriali, il riemergere e moltiplicarsi di lingua e costumi, in un contesto storico in cui le povertà, vecchie e nuove, e il rischio che ciascuno risorse economiche e sociali diminuiscono e le di noi, a causa di un licenziamento, una malattia, modalità tradizionali di aggregazione e di riferi- o semplicemente l’avanzare della vecchiaia, entri mento (sindacati, partiti politici e spesso anche le nella cosiddetta “zona grigia” influiscono in modo parrocchie, o più semplicemente l’aggregazione determinate sulla sensazione di sicurezza di ampie spontanea negli spazi pubblici) vengono meno. fasce di popolazione. La crescente distanza tra la Le azioni positive che si sono sviluppate in povertà o quasi povertà e la ricchezza e gli effetti quest’ultimo decennio nelle nostre città attraverso della globalizzazione, che con le grandi migrazioni il recupero di molte periferie, il risanamento dei hanno portato nelle nostre città gli immigrati e i centri storici, l’attivazione di progetti di quartiere “diversi” per cultura, abitudini e status, contribu- per l’inclusione sociale, la promozione di attività iscono a destabilizzare il quadro sociale, creano collettive nei parchi e nelle strade, le decine di ansie e paure profonde che spesso si esprimono piccoli e grandi interventi, finalizzati a diminui- con una richiesta di sicurezza dal “nemico” esterno re il rischio e ad ampliare le opportunità che la e dalla città ostile. città offre, sono il frutto di programmi e progetti La domanda di sicurezza viene posta in modo forte alle istituzioni, a partire dalle più vicine, e cioè ai Comuni e ai sindaci, anche quando le decisioni e le responsabilità di politiche e di azioni sono collocate ad altri livelli istituzionali. I cittadini si 3) Per una rassegna delle politiche adottate e per i contributi tecnici mirati di seguito riportati si veda il volume Regione Piemonte – Melting LAB 2008, La città si*cura – L’approccio di genere alla sicurezza urbana: manuale di interventi sulla città per la sicurezza delle donne e delle persone più vulnerabili (a cura di: Marita Peroglio, Luisella Dughera, Giulia Melis), 2009 VADEMECUM 37 complessi nati dall’impegno congiunto dello Stato, la Sicurezza Urbana con sede a Parigi, presente in delle Regioni e dei Comuni. L’aspetto e la cura del- qualità di organo esperto presso le Nazioni Unite la città, la pianificazione e la gestione degli spazi e il Consiglio d’Europa. Si tratta di una organizza- per la sicurezza ne fanno parte. zione internazionale non governativa di Comuni La complessa problematica della sicurezza urbana e di altre collettività territoriali (città, Province, può essere una linea argomentativa e progettuale Regioni o loro associazioni) impegnate a dialogare, per introdurre il tema delle pari opportunità e non riflettere e cooperare sulle politiche e pratiche discriminazione nei programmi e nelle pratiche di di sicurezza urbana, con la finalità di stimolare e sviluppo urbano integrato per quanto riguarda gli orientare le politiche locali, nazionali e comunita- interventi e le azioni nello spazio pubblico. rie in questo settore. Si tratta di una pratica diffusa in alcuni contesti Nel 1996, si crea in Italia il Forum Italiano per la urbani italiani soprattutto per quanto attiene Sicurezza Urbana (FISU), sezione nazionale del all’approccio partecipato al problema della riqua- Forum europeo, a cui partecipano città, province e lificazione e della sicurezza urbana. Un approccio regioni con l’obiettivo di promuovere nuove politi- integrato volto a combattere il degrado fisico e che di sicurezza urbana nel nostro Paese. Il Forum sociale di aree periferiche e centrali contrastando i italiano riconosce il ruolo centrale delle città nello problemi di insicurezza alla radice. sviluppo di queste nuove politiche e opera per Nei Programmi di Recupero Urbano, che hanno in- promuovere una moderna legislazione nazionale teressato negli ultimi decenni le periferie e i centri in materia di sicurezza urbana, politiche integrate storici di molte città in Italia, la riqualificazione dei di sicurezza e qualificazione della polizia locale. quartieri, attuata con risorse pubbliche e private, Nel 2001, l’Unione Europea raccomanda la predi- si è svolta attraverso un processo di progettazione sposizione di strategie comuni per la sicurezza del- partecipata che ha coinvolto in modo importante le città e il Comitato Europeo di Standardizzazione gli abitanti e che è stato accompagnato da azioni avvia un gruppo di lavoro internazionale per di inserimento sociale e opportunità formative stabilire i criteri di “prevenzione della criminalità e lavorative. attraverso la pianificazione urbana e la progetta- Lentamente in Europa vanno sviluppandosi ap- zione degli edifici”. Il risultato di questo lavoro è procci più specifici ai problemi della sicurezza costituito da un insieme di norme e linee guida urbana, autonomi rispetto al tema della riqualifi- sulla progettazione delle città per la sicurezza. Il cazione con il quale si confrontano a partire da un Technical Report TC 14383-2, adottato dal CEN nel punto di vista tecnico pratico e non sociologico. 2007, in fase di pubblicazione in Italia, si configura Alla fine degli anni ‘80, anche in Europa comincia come un manuale di buone pratiche, non vincolan- a farsi sentire il fenomeno della violenza urbana te ma in grado di fornire gli strumenti di analisi, e del conseguente diffuso senso di insicurezza programmazione e progettazione di interventi nelle città, e si riconosce la validità della strategia sulla città per la sicurezza urbana. Il Technical di Prevenzione del Crimine Attraverso il Design Report analizza le aree esistenti e le nuove edifi- Urbano (CPTED), fino ad allora poco praticato in cazioni in funzione della sicurezza; tratta la paura Europa, salvo che in Gran Bretagna. della criminalità e il senso di insicurezza; fornisce Si dovrà tuttavia arrivare all’inizio del nuovo se- linee guida per la diagnosi di sicurezza dei progetti colo perché l’Unione Europea adotti delle risolu- urbani, sintetizzate in una “carta di principi fonda- zioni concrete per affrontare in modo sistematico mentali” e in un “modello di processo tipo”. il problema. Nel 1987 nasce il Forum Europeo per I lavori preparatori, svolti dal Gruppo di VADEMECUM 38 approfondimento su Urbanistica e Sicurezza del Forum Italiano Sicurezza Urbana (FISU), accogliendo le raccomandazioni del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea, hanno esaminato le interrelazioni tra l’ambiente fisico e il comportamento umano nella convinzione che la pianificazione urbanistica e l’architettura influiscono sulla condotta e sulle scelte delle persone con un impatto sul crimine e sulla paura del crimine. Il risultato del lavoro è stata una prima scrittura della norma sperimentale che combina “contenuti” e “processo”, dove per “contenuti” si intendono le strategie e le misure per prevenire e ridurre i problemi di criminalità in un dato ambiente, e il chi: “processo” individua i procedimenti attraverso identificazione degli interessati. cui scegliere e applicare le strategie. Sono state prese in esame aree urbane e sub-urbane (quar- Entrando nel dettaglio delle singole aree e del- tieri, parchi,…) suddivise nelle diverse destina- le destinazioni, il Gruppo di Lavoro del FISU ha zioni d’uso: quartieri residenziali; insediamenti proposto un insieme di buone pratiche finaliz- commerciali, industriali e terziari; scuole, parchi zate a diminuire il rischio e a rafforzare la sensa- e giardini pubblici; luoghi per il tempo libero, zione di sicurezza. A seguire, se ne sintetizzano parcheggi, stazioni, fermate d’autobus, ecc. Le aree alcune, riprese dal sito web del FISU, a titolo sono state considerate come nuove o già esistenti, esemplificativo. con diverse modalità di valutazione e di proposta • La paura del crimine è ridotta quando si raf- di strategie. forza o si ricostruisce il senso di appartenenza Sono stati identificati gli interlocutori indispen- e di identificazione con il quartiere e quando sabili nei legislatori e amministratori, progetti- le reti sociali e gli ambienti familiari sono sti e pianificatori, costruttori, forze dell’ordine, conservati. professionisti della sicurezza, gestori dei servizi, operatori sociali, operatori dell’istruzione, ope- • L’utilizzo misto dell’area, con diverse destinazioni d’uso, crea animazione e riduce la ratori commerciali, popolazione (individui e paura del crimine. I locali pubblici e di ritrovo, organizzazioni). spesso fonte di disturbo, per altri versi hanno È stato infine individuato il metodo di approccio una funzione rassicurante rispetto alla paura basato sulla preventiva risposta alle tre domande: del crimine. L’occupazione del piano terreno dove: degli edifici con attività induce movimento, identificazione dell’area; presenza di persone e quindi maggiore senso cosa: identificazione del problema di criminalità in generale; di sicurezza. • La creazione di ampie aree di sola edilizia pubblica per fasce di popolazione a basso reddito crea segregazione e aumenta il rischio di crimine e la paura del crimine; la mescolanza VADEMECUM 39 di gruppi socio-economici crea conoscenza, del quartiere e una buona segnaletica aumenta condivisione e maggiore senso di fiducia. il senso di appartenenza e il controllo, e con- • L’integrazione degli insediamenti residenziali sente di individuare facilmente i percorsi da nel sistema urbano, senza aree abbandonate o barriere strutturali induce un senso di vicinan- seguire e le vie di fuga. • Evitare gli accessi posteriori e installare serra- za e riduce sia la paura che il rischio di violen- menti robusti riduce il rischio di effrazione e za sulle strade. vandalismo. • Una buona visibilità sugli spazi pubblici e una • Riparare rapidamente i danni, sia agli edifici corretta illuminazione riducono la paura del che all’arredo urbano, riduce gli ulteriori danni crimine e il rischio di effrazione, vandalismo, dovuti ad attacchi successivi. La strategia di violenza. I percorsi per i pedoni e le auto manutenzione è più efficace se combinata dovrebbero preferibilmente essere affiancati e con chiare regole per l’utilizzo dello spazio gli ingressi agli edifici dovrebbero essere colle- pubblico. gati il più direttamente possibile ai percorsi pedonali. • Nel quartiere, la presenza di traffico, ancorché • La sorveglianza riduce il rischio di violenza e può essere garantita oltre che dalle forze dell’ordine e dai servizi di sicurezza, anche da limitato, e di una rete di sentieri e piste ci- portinai o custodi, coadiuvati da eventuali tele- clabili, ben individuate e illuminate, serve ad camere per monitorare l’ingresso, gli ascensori, evitare l’isolamento. le scale, i garage e i depositi delle biciclette. • Gli edifici costruiti su scala umana creano un • I garage accessibili solo per i residenti e le aree senso di proprietà dei residenti nei confronti di parcheggio provviste di barriera riducono il degli spazi pubblici, e di identificazione con il rischio di furti e aggressioni. I piccoli parcheggi quartiere. davanti alle case aumentano il senso di pro- • Una buona progettazione degli edifici, del paesaggio, dell’arredo urbano aumenta il senso di prietà e di controllo. • L’uso di materiali robusti, lavabili e non infiam- proprietà e di appartenenza e riduce il rischio mabili per l’arredo urbano riducono il rischio di vandalismo. di incendio doloso e di vandalismo. • Una buona manutenzione, la pulizia regolare, la rimozione immediata dei rifiuti sono ele- Tutte le indicazioni tendono a promuovere tra pro- menti fondamentali per garantire il senso di gettisti e amministratori una cultura della sicurez- appartenenza e coinvolgere i residenti nella za intesa come safety (prevenzione di tipo passivo cura del quartiere. e/o attivo4) piuttosto che come security (interven- • La presenza delle forze dell’ordine, specie del to repressivo o risarcitorio5 ex-post). vigile di quartiere, aumenta il senso di sicurezza dei residenti. • La presenza di luoghi di incontro per i giovani nonché di strutture per i tossicodipendenti e i senzatetto riduce la presenza incontrollata di gruppi che causano paura nello spazio pubblico. • Una cartellonistica accurata con la planimetria 4) L’approccio attivo alla safety va inteso come la partecipazione degli abitanti alla progettazione di interventi di riqualificazione di spazi pubblici e strutture ed alla presa incarico degli spazi pubblici attraverso, per esempio, tecniche come la mappatura partecipata della sicurezza urbana anche in collaborazione con la polizia locale. 5) Per esempio attraverso il modello di intervento “broken windows”. La famosa teoria delle “broken windows” si basa sull’assunto che il disordine e il crimine siano strettamente collegati in sequenza di tipo causale e usa la metafora della finestra rotta, che se non viene riparata, produrrà altre finestre rotte, il VADEMECUM 40 L’approccio di genere in materia di sicurezza urbana pone attraverso l’equivalenza Città sicure per le donne = Città sicure per tutti, un utile benchmark per gli interventi di riqualificazione urbana che collega la qualità ed efficacia degli interventi al fatto di creare condizioni di maggiore sicurezza per le donne e le persone più vulnerabili. L’ONU si occupa del problema, promuovendo il programma Città più sicure, fondato su cinque principi di base: (1) situare le azioni delle città nel quadro della promozione dell’uguaglianza di genere; (2) coinvolgere gli uomini nella soluzione dei problemi; (3) fare delle analisi a partire da dati differenziati in base al sesso, e da indagini esplorative per meglio rappresentare il punto di vista luogo a città neutre ma a città “maschili”, pianifica- delle donne; (4) sviluppare partenariati con gli te e costruite in modo funzionale a uomini media- attori significativi nel campo della violenza, come mente giovani, sani, benestanti, lavoratori e con le Forze dell’ordine, e indirizzarli all’approccio di poche responsabilità familiari. genere; (5) mettere in comune le pratiche, le espe- L’analisi dei modelli di attività delle diverse tipolo- rienze e le valutazioni riconoscendo l’importanza gie di residenti delle città rivela invece stili di vita, del fenomeno della violenza sulle donne a livello attività quotidiane e bisogni differenziati, che si internazionale. traducono in un diverso uso dei servizi e delle infrastrutture urbane e in diverse esigenze di tempi. In Italia la questione della sicurezza delle donne Ad esempio, le donne, in particolare quelle a basso nella città si sviluppa prevalentemente all’interno reddito, sono le maggiori fruitrici dei trasporti del tema più generale della sicurezza urbana. pubblici e la politica dei trasporti e del traffico ha L’approccio di genere raccomandato dall’ONU è, a quindi un forte impatto di genere, come pure gli tutt’oggi, molto poco praticato nei programmi di interventi atti a garantire la fruibilità in sicurezza prevenzione del crimine e per la sicurezza urbana. degli spazi pubblici come parchi, piazze, centri Si rende quindi necessario applicare in modo commerciali e luoghi di ritrovo, di giorno e di not- sistematico l’analisi del contesto e il rilevamento te. In particolare, in materia di sicurezza urbana, le del rischio differenziati secondo i sessi e tara- politiche non sono neutre, perché alla paura di es- re di conseguenza le strategie di prevenzione. sere vittime di reati, che tocca tutti i cittadini, nelle Applicare un’ottica di genere all’ambiente urbano donne si aggiunge la paura della violenza specifica significa innanzitutto chiedersi se le città sono di genere - molestie e violenze sessuali. progettate per donne e uomini di ogni età, reddito Il problema della violenza contro le donne e i sog- e razza. Nella maggior parte dei casi si rileverà che getti più esposti a episodi di sopraffazione all’in- l’assenza di attenzione al problema non ha dato terno della città può essere posto come un problema collettivo che le istituzioni devono e possono affrontare con una serie di misure e di interventi di progressivo degrado, abbandono e frequentazione criminale dell’area contrasto di tipo immateriale e materiale. VADEMECUM 41 Gli interventi concreti sulla città, che verranno esemplificati sinteticamente di seguito, rappresentano un tassello che si inserisce all’interno di programmi di sicurezza integrata con la finalità di creare condizioni anche fisiche (tipo di marciapiedi, di illuminazione, di segnaletica, di accessibilità, ecc.) che possano indurre sensazioni di maggiore benessere e confidenza con il proprio quartiere e la propria città. Spesso non si tratta di fare interventi onerosi quanto piuttosto di programmare e progettare i lavori pubblici, l’arredo urbano, l’organizzazione degli spazi e dei tempi della città con una particolare sensibilità alla percezione della sicurezza e a un’ottica di genere, nella convinzione che mettere le donne al centro dell’attenzione per ciò che riguarda la sicurezza nelle città e sviluppa- e delle espressioni socio-culturali del territorio re strategie coerenti per la loro sicurezza nell’am- permette l’apporto di esperienze, competenze biente urbano, aumenta la possibilità di tutti di ed elaborazioni culturali importanti, garantisce la vivere meglio. condivisione e l’appoggio del progetto nelle sedi Operare in un’ottica di genere comporta quindi la decisionali opportune e ne tutela la continuità nel capacità di instaurare un dialogo intenso e conti- tempo. nuativo con le donne sia nella fase di rilevazione Le vere protagoniste devono però essere le donne dei problemi e dei bisogni, attraverso una indagi- dei quartieri in tutte le loro espressioni. Partendo ne a tutto campo sulla sicurezza che coinvolga le da una indagine socio-economica dell’area, si donne, sia in quella di individuazione di soluzioni, potranno individuare le diverse tipologie di pre- con la progettazione partecipata. senza femminile e di conseguenza prefigurare i Il metodo dell’indagine e della progettazione macro problemi che dovranno essere affrontati e partecipata va adottato con la consapevolezza che organizzare correttamente i tempi e i luoghi degli al centro dell’attenzione e dell’azione vanno poste incontri. Ad esempio, se la prevalenza delle donne le donne e i loro problemi, senza tuttavia ghettiz- lavora fuori casa, si affronteranno prioritariamente zare il progetto in un ambito solo femminile, ma i problemi riconducibili ai trasporti, agli orari e ricercando invece il coinvolgimento degli uomini e all’accessibilità in sicurezza degli asili nido e delle operando per la loro sensibilizzazione sul tema. In scuole, ai percorsi e ai parcheggi degli esercizi fase di avvio del lavoro è particolarmente impor- commerciali anche col buio. Per le casalinghe, tante definire con precisione i target primari e se- poter camminare per le strade e fruire dei giardini condari, i momenti e i luoghi della partecipazione, e parchi gioco in sicurezza saranno probabilmente la composizione dei gruppi nei diversi momenti, le priorità. Per tutte, poter utilizzare senza paura gli obiettivi da raggiungere per ogni singolo incon- il tempo libero sarà un obiettivo da perseguire. I tro. Il coinvolgimento, fin dalla fase iniziale, delle momenti degli incontri andranno organizzati in amministratrici, delle progettiste, delle rappresen- modo che, almeno nelle prime riunioni generali, la tanti sindacali e del mondo economico–produttivo, maggior parte delle donne possa partecipare. Le delle forze dell’ordine, delle associazioni di donne sedi dovranno esser ricercate nel quartiere: centro VADEMECUM 42 sociale, scuola o centro religioso; d’estate, spazi per le fermate a richiesta di notte e così via. aperti o terrazze di esercizi pubblici prenotate per I temi principali su cui si sviluppa un progetto di l’occasione. sicurezza urbana adeguato a diminuire i rischi più La prima fase del lavoro dovrà indagare le cause presenti per le donne, i bambini e, in generale dell’insicurezza, rendendone consapevoli le donne le persone con meno capacità di contrasto della stesse. Si potrà quindi delineare un quadro di violenza sono stati evidenziati negli studi e nei paure soggettive e di rischi oggettivi, collocando progetti internazionali e vanno arricchendosi, man le proposte di soluzione sui corretti piani. Con mano, di azioni di accompagnamento e di facili- sopralluoghi sul campo, si potranno individuare tazioni all’uso della città in sicurezza, che singole puntualmente le situazioni considerate a rischio realtà locali sperimentano, fornendo esempi di e raccogliere le prime proposte di intervento buone pratiche. Le condizioni di base della sicu- dalle stesse fruitrici dei luoghi e dei servizi.6 rezza urbana possono essere così riassunte: L’elaborazione progettuale degli interventi sarà • Vedere ed essere visti; sentire ed essere sentiti successivamente illustrata e messa in discussione. La scelta degli arredi, dei colori, del tipo di piantumazione, e quella tra diverse opzioni progettuali coinvolgerà sempre le partecipanti. Si potrà creare, in questo modo, un senso di identificazione importante delle donne con il progetto e con il quartiere che hanno contribuito a ristrutturare e che hanno già imparato a conoscere sulla carta. Poiché, come si è detto, l’insicurezza non nasce solo dalle situazioni effettive di rischio, ma da una serie di concause economiche, sociali e culturali, la pro- (illuminazione, visibilità, campi aperti); • Sapere dove si è e dove si va (segnaletica); • Poter scappare e chiedere aiuto (paline SOS, numeri utili, fermate a richiesta, rete di soccorso) ; • Poter usare percorsi e luoghi protetti (percorsi pedonali, ciclabili, parchi gioco, attività di gruppo, vigilanza, telecamere); • Vivere in un ambiente curato e accogliente (riqualificazione urbana e manutenzione). gettazione partecipata dovrà coinvolgere anche gli Gli interventi che in seguito verrano richimati altri settori dell’amministrazione che hanno com- sinteticamente possono essere attuati dove si petenze su questi ultimi aspetti, riuscendo così a individuino situazioni particolarmente negative, instaurare un rapporto continuativo tra le donne o dove si intenda creare un “percorso sicuro”, che e il Comune che verrà recepito come un interlo- potrà essere scelto da chi ne senta la necessità: cutore presente e attento. Molti degli interventi non si può pensare che una città sia riprogettata previsti per la sicurezza del quartiere, peraltro, interamente con questi criteri di sicurezza, poi- non sono di tipo urbanistico ma prevedono azioni ché sicuramente si perderebbe il fascino di alcuni congiunte con gli esercizi pubblici e commerciali vicoli, della città storica che si è stratificata e della per garantire alcune aperture prolungate anche di curiosità che è in grado di suscitare, ma bisogna sera, manifestazioni e iniziative che invitino a po- comunque tenerne conto e valutarne l’applicazio- polare le strade, reti di presidio e soccorso gestite ne caso per caso, in modo adeguato alle esigenze con il volontariato, adozione di spazi pubblici da che si riscontrano. Occorre tuttavia che i Comuni parte dei cittadini, sport all’aperto organizzato in si diano una strategia mirata alla sicurezza delle gruppo, accordi con il trasporto pubblico e i taxi persone più vulnerabili e adottino un metodo da applicare nella progettazione ordinaria di opere e servizi e da far applicare per tutti i nuovi insedia- 6) Ci si riferisce alla tecnica della mappatura sintetica della insicurezza (o sicurezzaurbana) percepita menti. Dovranno essere coerentemente adeguati VADEMECUM 43 gli strumenti urbanistici, i regolamenti edilizi e i piani settoriali che regolano gli interventi pubblici d) Servizio di accompagnamento per persone sole e privati sulla città, in modo da evitare di dover rincorrere, anche nel futuro, le situazioni critiche. Gli interventi a cui porre attenzione per la costruzione di spazi sicuri nell’ottica delle pari opportunità vengono qui richiamati e saranno successivamente brevemente illustrati. 1) ILLUMINAZIONE a) Percorsi pedonali b) Percorsi ciclabili c) Fermate autobus d) Parcheggi in superficie e) Portoni/accessi f) Luoghi di aggregazione 2) VISIBILITÀ/CAMPO VISIVO a) Visuali nascoste dal verde: pista ciclabile b) Visuali nascoste dal verde: fermata autobus c) Visulali nascoste dal verde: parcheggio d) Luoghi nascosti e) Posizione fermate mezzi pubblici 3) BARRIERE PROTETTIVE a) Riparo marciapiede/strada b) Percorsi ciclabili c) Recinzione giochi bimbi 4) FACILITAZIONI a) Parcheggi rosa b) Monitoraggio dell’accesso ai parcheggi 6) RICHIESTA DI SOCCORSO a) Segnalazione numeri utili b) Paline SOS c) Segnalatori di pericolo d) Sportello sicurezza 7) MANUTENZIONE E RIQUALIFICAZIONE a) Arredo urbano: panchine e sedute b) Arredo urbano: tipologie di verde per arredo c) Arredo urbano: tipologie di recinzioni/ barriere 8) VISIVE - PROTEZIONE a) Arredo urbano: tipologie di illuminazione b) Interventi di riqualificazione urbana c) L’ esperienza dei Programmi di Recupero Urbano 9) AZIONI DI ACCOMPAGNAMENTO - PRIVATI d) Bollino amico e punti disponibili per soccorso e) Bancomat con protezione f) Servizio di sorveglianza/ accompagnamento nei luoghi di lavoro notturni g) Sorveglianza con telecamere (TVCC) nei punti sensibili c) Fermata a richiesta mezzi pubblici 5) RICHIESTA TEMPISTICHE CON SMS a) Taxi rosa b) Orientamento/segnaletica, c) Attività sportive di gruppo con accompagnatore VADEMECUM 44 ILLUMINAZIONE L’illuminazione è un fattore importantissimo per la sicurezza urbana poiché riduce il senso di insicurezza e l’oggettivo rischio di essere vittime di aggressioni o altri atti criminali. Un adeguato livello di illuminazione permette di vedere ed essere visti, offre la possibilità di valutare le persone che si incontrano, di avere chiari gli spostamenti di chi ci circonda ed eventualmente di rendere subito riconoscibile ad altri passanti una situazione in cui sia richiesto un intervento. È necessario quindi progettare una illuminazione omogenea evitando zone d’ombra o effetti abbaglianti e, per quanto possibile, illuminare maggiormente i marciapiedi e le piste ciclabili rispetto alla carreggiata Percorsi pedonali Le zone buie costituiscono delle ottime occasioni per le aggressioni. È necessario evitare tali situazioni dotando le città di illuminazione il più possibile diffusa, eventualmente anche molto bassa, ma con la possibilità di essere implementata al passaggio di persone tramite accensioni regolate da rilevatori di presenze. Importantissima è anche l’illuminazione degli attraversamenti pedonali che, nelle zone poco frequentate, potrebbero anch’essi essere illuminati con pulsante a richiesta Percorsi ciclabili Spesso le piste ciclabili nelle città, anche dove sono presenti con una rete vasta e capillare, risultano difficilmente praticabili in sicurezza - nelle ore notturne e, nella stagione invernale, anche pomeridiane - a causa della quasi totale assenza di illuminazione. Sarebbe invece fondamentale poter fruire di percorsi ben illuminati al fine di rendere visibili i ciclisti stessi ed evidenziare la presenza di elementi sospetti. Fermate autobus Le fermate dell’autobus sono in cima alla classifica dei luoghi a rischio per quanto riguarda la sicurezza, a maggior ragione se si considera che i mezzi pubblici vengono per lo più usati da fasce deboli della popolazione che non usano l’auto propria, quali anziani, giovani in età scolastica e donne. Parcheggi in superficie I parcheggi sia pubblici che privati realizzati a raso, come per esempio quelli dei supermercati o quelli in aree riservate a pagamento nel centro delle città, sono spesso poco illuminati e costituiscono situazioni ad alto rischio di aggressioni. È evidente come una buona illuminazione in questi casi possa aumentare il senso di sicurezza e costituire un deterrente per gli eventuali aggressori. Portoni/accessi Il rientro a casa in ore serali e notturne è sempre un momento potenzialmente pericoloso: la ricerca delle chiavi e il gesto fisico di aprire il portone di ingresso rendono le persone più vulnerabili in quanto riducono la capacità di percezione del rischio. Luoghi di aggregazione Per quanto riguarda i luoghi di aggregazione serale e notturna, essi vengono scelti proprio per l’interesse insito nel luogo - un posto bello con locali e bar è più frequentato di altri - e per il grado di fruibilità dello stesso, di cui la percorribilità in sicurezza e il livello di illuminazione fanno parte. In generale comunque, oltre agli interventi su illuminazione e visibilità, la migliore garanzia di sicurezza degli spazi pubblici è data dal mix funzionale, ovvero dalla compresenza di attività di genere diverso con orari diversi, e dalla presenza di flussi di traffico di diverso tipo, soprattutto quello lento e moderato (pedoni, biciclette, linee di trasporto pubblico, strade a percorrenza mista), che possono svolgere una funzione di sorveglianza spontanea. VADEMECUM 45 VISIBILITÀ/CAMPO VISIVO La permeabilità visuale permette di avere il controllo sull’ambiente circostante e la percezione di possibili pericoli. Con un campo visivo ampio è possibile scegliere un percorso piuttosto che un altro a seconda del senso di sicurezza che esso ci comunica, nonché essere visibili per chi ci circonda attivando i meccanismi di controllo spontaneo che risultano fondamentali per la sicurezza urbana. Si possono suggerire alcuni accorgimenti generali, ad esempio scegliere barriere protettive e ringhiere che non impediscano la visuale, evitare angoli pronunciati o, se ciò non è possibile, provvedere a installare specchi convessi che favoriscano la visibilità, evitare di collocare accessi rientranti tra due muri, eliminare le barriere visuali (muretti ecc.). I luoghi più a rischio, a cui quindi bisogna prestare maggiore attenzione, risultano essere le scale, i parcheggi, gli atri di ingresso, passaggi e corridoi, luoghi nascosti da siepi e cespugli Visuali nascoste dal verde: pista ciclabile La presenza dei ciclisti sulla pista ciclabile è bene che sia sempre ben chiara a chi sta intorno, cioè pedoni e automobilisti. Certamente la presenza del verde è una componente importante nelle stagioni calde grazie all’ombra che questo produce, tuttavia occorre porre molta attenzione al tipo di alberi o siepi da impiegare affinché la vegetazione non risulti troppo fitta e tale da nascondere ciò che succede sulla pista. Visuali nascoste dal verde: fermata autobus Il verde costituisce un importantissimo elemento di arredo urbano e di sicuro impatto positivo, tuttavia non deve costituire una pericolosa limitazione visiva. Visulali nascoste dal verde: parcheggio Il parcheggio è uno dei luoghi più “sensibili” a possibili aggressioni: è importante quindi che goda di una buona visibilità, da e verso l’esterno. Luoghi nascosti Le barriere visive costituite dalla conformazione architettonica degli edifici o esito di un poco attento disegno urbano, favoriscono le aggressioni offrendo occasione di facili nascondigli ai malintenzionati, specie se il luogo è isolato o poco frequentato. La posizione della fermata del mezzo pubblico rispetto a determinati siti quali scuole, ospedali, centri commerciali, e in generale servizi pubblici e di prima necessità, diventa fondamentale dal punto di vista della sicurezza sia per gli utenti sia per le persone che vi lavorano e che spesso svolgono turni serali Posizione fermate mezzi pubblici VADEMECUM 46 BARRIERE PROTETTIVE Le barriere protettive possono costituire un elemento dell’arredo urbano molto importante per la sicurezza del cittadino. Spesso la commistione fra pedoni e ciclisti, piuttosto che fra pedoni, ciclisti e automobilisti, espone a rischi non solo dovuti ad accidentali urti reciproci, ma anche a scippi e aggressioni Riparo marciapiede/ strada Molto spesso nelle zone centrali storiche delle città i marciapiedi vengono realizzati allo stesso livello stradale, senza elementi di protezione verso la carreggiata veicolare, barriere o fasce a parcheggio. Il pedone si ritrova quindi direttamente esposto alla corsia di marcia, con rischi per l’incolumità personale e per la sicurezza rispetto a scippi e aggressioni. Percorsi ciclabili Spesso la rete di piste ciclabili nel centro urbano presenta vari problemi di sicurezza. L’incolumità del ciclista viene messa a repentaglio a causa di un’inadeguata protezione rispetto al traffico veicolare, che oltre a esporlo ai rischi di incidenti stradali offre anche una facile possibilità di aggressione da parte di auto e motocicli. Recinzione giochi bimbi Le aree attrezzate a gioco bimbi spesso non sono dotate di recinzione, che rappresenta invece un elemento fondamentale sia per la sicurezza dei bambini sia per facilitare il compito di sorveglianza da parte degli accompagnatori, spesso nonni o mamme con più di un bambino. La recinzione oltre a impedire ai bambini di allontanarsi o correre verso zone pericolose, è utile anche per evidenziare immediatamente agli accompagnatori la presenza di persone sospette che niente hanno a che fare con i giochi bimbi. VADEMECUM 47 FACILITAZIONI Con il termine “facilitazioni” si individuano azioni o iniziative di vario tipo, finalizzate a ridurre le occasioni di rischio e ad aumentare il senso di sicurezza delle persone e, in particolare, delle donne Parcheggi rosa In molti parcheggi pubblici sotterranei sono stati istituiti i così detti “parcheggi rosa”, cioè posti auto riservati alle donne, posti in prossimità dell’ingresso/uscita del parcheggio e normalmente controllati da telecamere. Tali posti auto dovrebbero essere istituiti anche nei parcheggi a raso in prossimità delle guardiole o delle macchinette per il pagamento del pedaggio. Monitoraggio dell’accesso ai parcheggi Il parcheggio interrato pubblico o privato resta un luogo potenzialmente pericoloso per le donne, nonostante molto si stia facendo per aumentarne la sicurezza. Fermata a richiesta mezzi pubblici/ richiesta tempistiche con SMS Durante le ore serali il passaggio dei mezzi pubblici è necessariamente meno frequente che di giorno. Molto importante sarebbe dunque per le donne l’istituzione della fermata notturna “a richiesta”, che permetterebbe di usufruire dei mezzi senza dover necessariamente raggiungere la fermata, eliminando così i rischi rappresentati dal percorso a piedi e dall’attesa. Taxi rosa L’istituzione dei così detti “taxi rosa” è una buona pratica, già attiva in alcune città italiane ed estere, che permette maggiore libertà e sicurezza di movimento anche nelle ore serali e notturne. In alcuni casi sono semplicemente taxi guidati solo da donne, che quindi garantiscono alle donne una maggiore tranquillità di non essere importunate. In altri casi si tratta invece di convenzioni o di iniziative delle società di taxi, che danno diritto a uno sconto sulla corsa notturna alle donne sole o accompagnate da minori, o in particolari fasce orarie allargate anche agli over 65. È evidente che l’adozione di tariffe speciali, scontate per le donne di sera e di notte, è condizione indispensabile per incentivare l’uso e l’efficacia del taxi rosa, che può davvero diventare la misura di sicurezza per eccellenza e consentire alle donne di muoversi anche nei momenti della giornata più a rischio, lasciando a casa la propria auto. Orientamento/ segnaletica, Avere chiara la geografia di un posto, e cioè avere sempre dei punti di riferimento e di orientamento, è fondamentale in caso di situazioni potenzialmente pericolose. Un soggetto che fatichi a individuare il proprio percorso è più facilmente preda dell’ansia e del senso di insicurezza: la soglia di attenzione verso potenziali rischi si abbassa poiché è concentrato nell’atto di orientarsi e, in caso di fuga, potrebbe prendere un percorso cieco o sbagliato. Attività sportive di gruppo con accompagnatore L’attività fisica è una componente essenziale per il benessere psicofisico delle persone, tanto più se esercitata all’aperto a contatto con il verde, ancorché in città, utilizzando i parchi urbani. I parchi possono però rappresentare luoghi non sicuri in quanto è impossibile effettuare un controllo totale e continuo. Servizio di accompagnamento per persone sole Il Comune di Bologna ha istituito un servizio comunale di accompagnamento a richiesta per persone sole, svolto da assistenti civici e animatori. Il servizio si chiama Angeli alle fermate e può essere prenotato o anche richiesto all’ultimo minuto al Last minute Angelo o all’Angelo Taxi. Gli assistenti civici presidiano regolarmente il territorio e segnalano situazioni di emergenza e di disagio, in coordinamento con la Polizia municipale. Gli assistenti civici comunali fanno parte delle associazioni di volontariato che ricevono i contributi previsti per le Libere Forme Associative iscritte all’elenco ufficiale del Comune di Bologna. VADEMECUM 48 RICHIESTA DI SOCCORSO È molto importante garantire sempre la possibilità di scappare ed essere aiutati rapidamente, in caso di pericolo. Per evitare senso di panico e smarrimento per la vittima devono essere molto chiare indicazioni e segnaletica di orientamento e informazioni utili per chiamare soccorsi Segnalazione numeri utili Segnaletica e mappe di orientamento ben progettate e poste in luoghi strategici possono aumentare il senso di sicurezza comunicando la sensazione di sapere sempre dove ci si trova. I segnali dovrebbero essere standard, per dare un messaggio chiaro conciso e sempre leggibile da tutti, anche dalla strada. Le targhe con i nomi delle vie dovrebbero essere illuminate e quindi più leggibili da maggiore distanza. Paline SOS I pulsanti SOS, che devono essere presenti nei luoghi non sorvegliati o comunque a rischio, hanno un’utilità solo se sono ben localizzati e permettono un aiuto concreto, ovvero il pronto intervento di soccorso. Le paline devono essere sempre illuminate e ben visibili, e la loro posizione deve essere indicata su apposite planimetrie di facile lettura. L’aspetto più importante rimane comunque la buona manutenzione e la garanzia del corretto funzionamento, essendo esse un facile obbiettivo per atti vandalici. Segnalatori di pericolo Alcuni progetti prevedono già la dotazione di segnalatori salvavita, da distribuire alle donne che ne fanno richiesta, per svolgere in sicurezza attività fisica nei parchi, visite nei cimiteri, passeggiate solitarie ecc. Laddove già vengono utilizzati, occorrerebbe prioritariamente tenere in considerazione i percorsi casa-lavoro nelle ore notturne, con particolare riferimento al personale ospedaliero. Esistono molti sistemi di segnalazione di pericolo, offerti da società private di sicurezza, che attraverso un segnalatore satellitare individuano la posizione di chi invia il segnale di allarme e attivano un pronto intervento di soccorso. Sarebbe importante tuttavia approfondire e regolare gli aspetti che riguardano la privacy e il controllo della persona per poterne promuovere un più ampio utilizzo a servizio delle donne. Sportello sicurezza Si sta sperimentando da più parti l’istituzione di punti di raccolta di segnalazioni dei cittadini in merito a luoghi a rischio, episodi di degrado, atti vandalici, presenze indesiderate, e così via. È un modo efficace per coinvolgere i cittadini nella sorveglianza del loro quartiere e per individuare i reali problemi e poter dare risposte puntuali. VADEMECUM 49 AZIONI DI ACCOMPAGNAMENTO - PRIVATI Le così dette “azioni di accompagnamento” sono iniziative che potrebbero essere intraprese anche in collaborazione con soggetti privati; del resto rendere i luoghi più sicuri, e quindi accoglienti, è un fine che interessa la collettività in generale, ma porta sicuramente dei benefici anche a tutti gli operatori presenti nel territorio Bollino amico e punti disponibili per soccorso L’istituzione di una rete di locali “amici”, vale a dire esercizi di vario genere, che espongono un apposito tagliando di riconoscimento, disposti a dare ospitalità temporanea a chi si sente in pericolo, senza l’obbligo di consumazione o di acquisto, già illustrato in una precedente scheda, rappresenta un bel modo di qualificare una città, verso le sue e i suoi cittadini più vulnerabili, in primo luogo, ma anche verso chi la frequenta per lavoro, affari o turismo. Anche la collaborazione degli esercizi commerciali e la partecipazione, in termini economici, alla sorveglianza dei luoghi ove questi sono ubicati, nel caso per esempio di centri commerciali, centri commerciali naturali (come lo sono certe vie pedonali), o luoghi di incontro serali, può contribuire in maniera sostanziale a trasmettere un senso di sicurezza e di gradevolezza della città. Iniziative di questo genere, oltre ad attirare in modo naturale la clientela, permetterebbero ai gestori di sfruttare un ritorno di immagine mediante l’apposizione di particolari adesivi che li qualifichino come partecipi del progetto per una città più gradevole e sicura. Il momento del prelievo di denaro contante è molto delicato e l’utente che in quel momento agisce sulla tastiera per eseguire le operazioni ha una capacità di controllo dell’intorno assai limitata. Bancomat con protezione Per questo motivo oggi gli istituti di credito realizzano, per quanto possibile, locali con apertura regolata dall’inserimento della carta bancomat e con chiusura automatica. Per i casi in cui questo non fosse stato realizzato, ove la conformazione dello spazio antistante lo permetta, sarebbe utile pensare a delle strutture protettive, magari in materiali trasparenti in modo da non avere - soprattutto nei centri storici - sgradevoli impatti ambientali. In questo modo si realizzerebbe una protezione analoga a quelle dei locali predisposti con apertura regolata da carta bancomat e chiusura automatica. Servizio di sorveglianza/ accompagnamento nei luoghi di lavoro notturni Le lavoratrici con turni notturni si trovano in una situazione particolarmente vulnerabile: pensiamo ad esempio al personale ospedaliero con turni di guardia o reperibilità notturne. In questi casi il percorso dal posto di lavoro al proprio mezzo di trasporto e viceversa dovrebbe poter essere effettuato in sicurezza mediante la sensibilizzazione dei colleghi, per poter “fare gruppo” o, meglio ancora, mediante l’accompagnamento di personale addetto messo a disposizione dall’azienda, sensibilizzandone anche la responsabilità sociale circa la tutela della sicurezza dei propri lavoratori e lavoratrici. Nella progettazione di nuove strutture ospedaliere e di servizi pubblici vari, di centri commerciali e direzionali dovrebbe essere sempre imposto il reperimento dei parcheggi per i dipendenti all’interno della struttura. Sorveglianza con telecamere (TVCC) nei punti sensibili Il sistema di telecamere a circuito chiuso è più che mai in uso oggi: si tratta infatti del sistema di sicurezza più facile da installare e i cui costi risultano ultimamente abbastanza ridotti. Esso costituisce un buon fattore di scoraggiamento per quanto riguarda gli atti vandalici e offre al cittadino un maggiore senso di sicurezza. Tuttavia l’esperienza ha dimostrato che la sola presenza di telecamere può avere una funzione deterrente, ma in alcuni casi essa si rivela molto limitata e deve, per quanto possibile in relazione ai luoghi, essere sempre implementata dalla sorveglianza naturale, cioè spontanea e derivante dalle caratteristiche e dalla vitalità dello spazio. L’utilizzo e la dislocazione delle telecamere di sorveglianza devono essere attentamente studiati e progettati: esse possono essere utili nel controllo di obbiettivi “sensibili”, ovvero se posizionate in luoghi non altrimenti controllabili, nascosti e con scarso passaggio di persone, oppure in luoghi che possono attirare potenziali malintenzionati, ma bisogna sempre tenere conto del possibile effetto “Grande fratello” quando se ne faccia un uso estensivo, diffuso e indiscriminato nelle vie cittadine, anche quelle che normalmente godono di una buona sorveglianza spontanea e quindi ove non ve ne sia la reale necessità. VADEMECUM 50 3 Il partenariato come strumento di “presidio” delle pari opportunità Uno dei compiti che i processi di pianificazione rispetto agli stakeholders. strategica promossi dal CIPE - Delibere 20/2004 In senso stretto al di là delle varie definizioni di e 35/2005 - e dalle Regioni per accompagnare pianificazione strategica essa è un processo di na- la progettualità delle realtà urbane e territoria- tura volontaria promossa da un iniziativa su base li nell’ambito della programmazione dei Fondi locale. Strutturali nel periodo 2007–2013 era quello di La pianificazione strategica ha avuto una conside- costituire dei partenariati attraverso i quali gli revole diffusione a partire dalla fine degli anni 90 stakeholders nelle aree di progetto si impegnas- perché a fronte della crescente complessità del sero nella costruzione, attuazione e messa a punto governo territoriale, conseguente all’analoga com- di una agenda strategica per lo sviluppo locale. plessità del contesto globale e alla moltiplicazione L’apporto dovrebbe essere stato misurato non solo e alla frammentazione degli attori, istituzionali e in termini di contributi progettuali e di indirizzo non, sulla scena decisionale, il metodo della piani- ma anche delle risorse necessarie all’attuazione di ficazione strategica si è imposto come modello di parte degli interventi, fatta salva la natura privata riferimento per sperimentare una nuova forma di dei medesimi. governance territoriale.7 Questi partenariati avrebbero dovuto fornire la Il miglioramento della governance urbana e cornice per la definizione ed attuazione degli metropolitana non riguarda solo la riforma del- interventi di natura pubblica riferibili alla suddetta le istituzioni e della finanza locale, ma anche il agenda, attraverso programmi integrati di sviluppo cambiamento di sensibilità e di culture di governo, urbano. Non a caso le procedure attuative degli nonché l’apertura del processo a nuovi attori e ai obiettivi specifici relativi allo sviluppo urbano dei diversi stakeholder locali. La pianificazione stra- POR richiamano o presuppongono il processo di tegica richiede in questo senso anche un lungo pianificazione strategica, o in sua assenza promuo- processo di cambiamento culturale e politico, di vono dossier o piani di orientamento strategico, crescita di coscienza civica e di identificazione di richiamano le coalizioni territoriali o i patti per lo nuove forme organizzative e decisionali. sviluppo. È questo il tipo di processo che le delibere CIPE ci- Quindi al di là della forma e del percorso seguito tate hanno voluto innescare in vista del periodo di da ciascun ambito territoriale, ogni program- programmazione dei Fondi Strutturali 2007–2013. ma integrato di sviluppo urbano presuppone una cornice di riferimento di tipo strategico che allude ad un processo piuttosto che a un prodotto e che sottolinea la dimensione inclusiva 7) Si veda il volume Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, La pianificazione strategica per lo sviluppo, Rubettino, 2006 VADEMECUM 51 Analizziamo brevemente gli elementi caratterizzanti il processo di pianificazione strategica: • leadership • partenariato • partecipazione Per avviare e per portare a buon fine i processi • la scelta oculata e trasparente dei partner; • l’utilizzo di strumenti di competizione fra partner potenziali, al fine di limitare i rischi di pratiche monopolistiche o clientelari; • la formulazione ex ante di poche ma chiare regole del gioco, non soggette a negoziazione; • la distribuzione trasparente dei compiti e delle di pianificazione strategica è richiesta una for- responsabilità fra partner, ma anche chiarezza te leadership da parte dei leader politici locali, nella distribuzione dei vantaggi fra pubblico e ma anche una rinnovata autorevolezza da parte privato; delle amministrazioni pubbliche. Tra gli elementi salienti che connotano leadership pubblica, oltre • l’assunzione di responsabilità da parte della leadership pubblica sui progetti di maggior una forte legittimazione politica da parte dei rilievo, in modo da garantire l’interesse pub- cittadini e del sistema degli attori, si segnalano in blico allorché le negoziazioni con portatori di primo luogo la tensione a costruire visioni real- interessi forti si svolgono al di fuori del con- mente condivise e consensuali, il riconoscimento trollo delle assemblee elettive; esplicito, e non l’occultamento, dell’esistenza di conflitti di interesse, allorché si cerca il consenso sulle scelte e la ricerca delle modalità per dare voce agli interessi non organizzati e più deboli. Inoltre il leader pubblico del processo deve essere consapevole che i processi di partenariato vanno non solo avviati ma mantenuti: questo perché, per la loro molteplicità e complessità, essi generano alla lunga una partnership fatigue, e perciò richiedono adeguati strumenti di management pubblico e capacità di mediazione politica Questo porta all’analisi del partenariato che la leadership pubblica deve attentamente considerare per superare questi ostacoli. Partenariato, negoziazione e accordi pubblico-privato sono divenuti la regola nei nuovi modelli di governance. Le condizioni affinché tali strumenti contribuiscano effettivamente al miglioramento del benessere collettivo, sembrano essere le seguenti: • la presenza di mutuo rispetto e fiducia fra i partner; • la presenza di una sufficiente capacità di management e di negoziazione da parte della pubblica amministrazione; • il mantenimento in capo alla amministrazione pubblica di un forte potere di valutazione ex ante dei progetti e di monitoraggio ex post della loro realizzazione, comparando impegni e risultati. Infine quella della partecipazione dei cittadini alle decisioni nel processo costituisce insieme una sfida, un obiettivo e una condizione di successo della pianificazione strategica stessa. Gli approcci sperimentati in altri paesi da molti anni, almeno al livello di grandi progetti di riqualificazione urbana, e oggi perseguiti anche all’interno delle pratiche italiane di pianificazione strategica, dimostra che l’efficacia dei processi dipende dalla capacità degli attori di potenziare la partecipazione e l’inclusione. Sono chiari però alcuni limiti dei processi partecipativi. Guardando le esperienze maturate in questo ambito da parte di diverse amministrazioni sembra lecito affermare che i processi partecipativi: • sono più efficaci quando trattano di problemi specifici e locali, quando i conflitti di interesse sono minori, e quando la controparte è pubblica; • tendono a sottovalutare gli interessi collettivi VADEMECUM 52 di livello superiore o più ampio (nelle fasi ini- confluire tematiche e obiettivi afferenti alle pari ziali di un processo inclusivo possono innesca- opportunità all’interno dei diversi momenti di re la ben nota sindrome Nimby, non sempre programmazione, valutazione e attuazione dei e non del tutto superabile). Il superamento piani strategici attraverso i programmi integrati di questi limiti nei processi di pianificazione di sviluppo urbano dipende, oltre che da scelte di strategica richiede cultura e civismo diffusi, metodo, da una corretta integrazione della proble- opportuni metodi di gestione del dibattito e matica nei tre elementi descritti. dell’ascolto, e sensibilità nelle operazioni di In linea con la definizione e il modello di pianifica- interpretazione, sintesi, risposta e interazione. zione strategica adottata, appare evidente il ruolo centrale che assume l’amministrazione pubblica Come si vede questi tre fattori sono fortemente all’interno del processo. interrelati anche se non devono essere confusi. Il ruolo dell’ente pubblico non è più quello tra- Nei processi analizzati attraverso la documenta- dizionale di costruttore del piano ma al tempo zione reperita di pianificazione strategica vera o stesso di promotore, facilitatore, coordinatore, di propria o nei processi di governance che presiede valutatore delle compatibilità e di parziale realiz- all’elaborazione dei programmi integrati di svi- zatore. Ne derivano due importanti conseguenze: luppo urbano , si rilevano alcune caratteristiche innanzitutto le risorse su cui si fonda il piano non peculiari che si discostano dal modello brevemen- sono quelle del bilancio dell’amministrazione, ma te richiamato sopra. derivano dalla convergenza di risorse pubbliche, In primo luogo il processo di pianificazione strate- non solo locali, e di risorse private – le risorse di gica non è volontario. Lo strumento piano strate- tutti i soggetti coinvolti e impegnati nella costru- gico viene considerato come un prodotto, tra gli zione del piano. In secondo luogo, l’amministra- altri, che i beneficiari devono elaborare per acce- zione locale vede crescere i suoi compiti nei campi dere alle risorse FESR. dell’animazione e della comunicazione sociale, In secondo luogo, ed anche per il motivo appena compiti che comunque non sostituiscono, né tanto richiamato, nella maggior parte dei casi la leader- meno eliminano, i suoi tradizionali ruoli di garante ship non è del tutto consapevole delle sue funzio- dell’interesse collettivo. ni e responsabilità rispetto al processo. L’ente locale, in tale processo, decide volontaria- Infine leadership, partenariato e partecipazione mente di giocare un ruolo attivo nella rigenerazio- si sovrappongono e “sostituiscono” le une alle ne economica e sociale del territorio, assumendo il altre, anziché integrarsi. Ciò è particolarmente ruolo di leadership del processo di mobilitazione e chiaro per il partenariato e la partecipazione. Nella coordinamento degli attori locali, nella costruzione maggior parte dei casi, nella documentazione e realizzazione di una visione di sviluppo condivi- esaminata le forme di ascolto del territorio (forum, so. L’amministrazione locale ha dunque il compito commissioni tematiche, ecc.) vengono confuse con di regia del sistema locale, in altri termini garan- un partenariato che in realtà non è effettivamente tisce l’attuazione di un diverso modello di gover- formalizzato nel processo di pianificazione strate- nance del territorio. Spetta, infatti, all’amministra- gica almeno nei termini sopra esplicitati. zione locale la necessaria verifica di compatibilità, Delineato questo quadro pare evidente che far non tanto finanziaria quanto urbanistica e tecnico- 8 funzionale, delle diverse proposte che emergono dal processo partenariale, nonché la definizione 8) Di seguito ci riferiremo a questi due processi come al “processo di pianificazione strategica” per brevità. delle priorità. Essa deve, contemporaneamente, VADEMECUM 53 valutare quali dei differenti progetti possono agire a una sintesi delle esigenze e degli obiettivi da da detonatori e catalizzatori di processi autososte- perseguire sul territorio. Tuttavia, a causa delle nuti, e dunque, risultare cruciali per la realizzazio- specificità riscontrabili nei singoli ambiti territo- ne della strategia complessiva. riali e soprattutto per le peculiarità delle temati- Per quanto riguarda i contenuti del processo di che affrontate, non è possibile individuare a priori pianificazione sono le condizioni specifiche di con- assetti partecipativi predefiniti: il successo risiede testo storico e politico a indicare le priorità, non le nella capacità di individuare il sentiero di sviluppo caratteristiche dello strumento impiegato. Da que- dell’area a partire dal patrimonio socio-economico sto punto di vista si è potuta verificare una chiara esistente e di mobilitare un insieme di fattori eco- evoluzione nelle priorità perseguite nei processi nomici e sociali, di intervento pubblico e di azioni di pianificazione strategica: dalla prevalenza di private. obiettivi a carattere economico, caratteristici delle In altre parole l’efficacia degli approcci parteci- prime esperienze degli anni ’80 e degli inizi degli pativi risiede in una corretta integrazione - e non anni ’90, alla prevalenza di obiettivi di qualità ur- nella semplice “sostituzione” - tra partenariato e bana fino all’emersione, più recente, di obiettivi di partecipazione. coesione, integrazione e solidarietà sociale. Per garantire che tale integrazione trovi effettiva In questo processo di costruzione di una visio- collocazione all’interno del processo di pianifica- ne condivisa del territorio e di definizione degli zione strategica è necessario che siano i portatori obiettivi prioritari, l’amministrazione pubblica di interessi a partecipare al medesimo. recupera il proprio ruolo di garante dell’interesse In altre parole, il partenariato deve promuove la collettivo e introduce nuove modalità di pianifica- partecipazione attiva di tutti gli organismi locali, zione diverse da quelle tradizionali. istituzionali e non, rappresentativi di interessi in Per questi motivi la leadership pubblica dovreb- qualche modo legati al benessere della collettività be farsi portatrice di una visione dello sviluppo e alla qualità della vita. Si tratta, quindi, di coinvol- basata sulle pari opportunità di genere e non di- gere tutte quelle istituzioni e quei gruppi che sono scriminazione anche come elemento di vantaggio portatori di punti di vista rilevanti sulla questione competitivo. Solo un partenariato forte e rappre- pari opportunità e che possono essere definiti sentativo anche di questi principi può influenza- genericamente stakeholders. Il primo passaggio re in modo adeguato la leadership pubblica del consiste nell’individuare quali siano effettivamen- processo. Nella considerazione del principio di te tali soggetti. Innanzitutto, sono da prendere in pari opportunità allargato alla non discriminazione considerazione quei soggetti istituzionalmente e nell’ambito delle funzioni tecniche di leadership, preposti alla definizione e attuazione delle politi- occorrerà inoltre prevedere da parte della leader- che specifiche (Istituzioni e Organismi di Parità a ship pubblica, fortemente sollecitata dal parte- livello provinciale e comunale, quali gli Assessorati nariato, il coinvolgimento di organismi ed uffici per le Pari Opportunità e per le Politiche sociali, i preposti alla programmazione e al coordinamento Comitati Pari Opportunità, le Consigliere di Parità, delle politiche sociali ed all’attuazione degli altri le Commissioni Consiliari permanenti sugli speci- strumenti di pianificazione territoriale (es. referen- fici tematismi (Pari opportunità, sociale, ecc..), Reti ti dei gruppi di coordinamento dei Piani di zona). dei Referenti di Parità presso i Centri per l’Impie- La “partecipazione” coinvolge a diverso titolo go, distretti socio-sanitari, , ecc.) nonché servizi decisori pubblici e decisori “strategici” nei pro- specifici (quali le Banche del Tempo, pediatria e cessi all’interno dei quali si lavora per giungere medicina di base, consultori,…) A questi vanno VADEMECUM 54 poi aggiunti i diversi attori del sistema educativo monitoraggio e valutazione dell’intervento locale (quali Università, istituti scolastici, agenzie gender oriented di formazione professionale e Centri di Ricerca), le parti sociali ed economiche (Rappresentanze sin- • la sensibilizzazione degli enti beneficiari e delle eventuali assistenze tecniche che li sup- dacali, Camere di Commercio, Associazioni dato- portano sul carattere strategico del principio di riali, singole imprese), la società civile – settore no pari opportunità nell’attuazione dei program- profit (Associazioni femminili, Forum Terzo Settore, mi integrati Associazioni di volontariato, ecc.). Si suggerisce quindi che, a partire degli strumen- • l’aiuto a strutturare maggiormente i processi ti di programmazione disponibili a livello locale strategici di governance come qui individuati - piani strategici, schemi strategici, programmi integrati -, i referenti regionali e le assistenze tecniche regionali lavorino con gli enti beneficiari per esplicitare i fattori di governance qui descritti e per verificare in seguito la presenza sia a livello di contenuti che di partner la presenza ed efficacia Il processo di governance della pianificazione o progettazione strategica del principio di pari opportunità e non discriminazione nei processi “strategici” di progettazione ed attuazione degli interventi e azioni. PARTENARIATO Tale operazione di mappatura e mobilitazione degli stakeholders presenti sul territorio costituisce il presupposto per la costituzione di una stabile rete di parità nello sviluppo locale. È chiaro che le criticità qui segnalate in- Principio di pari opportunità cludono e travalicano il principio di pari opportunità. Nondimeno il suo carattere trasversale può essere utile come filo conduttore per introdurre elementi di efficacia nell’attuazione dei programmi LEADERSHIP PUBBLICA PARTECIPAZIONE integrati di sviluppo urbano. Da un punto di vista strettamente tecnico i referenti regionali nella attuale fasi di attuazione delle previsioni dei POR potrebbe operare per: • una composizione partenariale rappresentativa in chiave di genere nella governance del progetto • la costruzione di un sistema interno di Contesto o ambiente esterno Organizzazione sistemi di progettazione locale sistema di VADEMECUM 55 programmazione BASE DATI DOCUMENTARIA Di seguito viene presentato un indice ragionato di tutta la documentazione raccolta durante lo svolgimento dello studio organizzata per fonti generali e documentazione delle esperienze di programmazione, pianificazione e progettazione regionali riferite alle Regioni Obiettivo Convergenza. Solo una parte di questi documenti sono stati usati per gli approfondimenti indicati dai referenti regionali. REGIONE CAMPANIA 1.1 Programmazione fondi FESR 2007–2013 1.1.1 Programmazione Regionale Programma Operativo Regionale Regione Campania – FESR 2007-2013 Giunta Regionale - Seduta del 11 gennaio Per ogni Regione vengono indicati i documenti strategici di programmazione, i documenti attuativi relativi agli Assi riferiti allo sviluppo urbano, la documentazione della pianificazione strategica dei soggetti locali, quella relativa agli schemi di PISU (se presentati), quella relativa alle politiche regionali collegate all’attuazione degli Assi relativi allo sviluppo urbano. 2008 - Deliberazione N. 2 - Area Generale di Coordinamento N. 3 - Programmazione, Piani e Programmi - Presa d’atto della decisione della Commissione Europea di approvazione del Programma Operativo Regionale Campania FSE 2007-2013. REGIONE CAMPANIA – Giunta Regionale – Seduta del 11 gennaio 2008 – Deliberazione N. 26 – Area Generale di Coordinamento N. 9 – Rapporti con gli Organi Nazionali ed Internazionali in Materia FONTI GENERALI di Interesse Regionale – PO FESR 2007-2013. Approvazione piano finanziario per obiettivo operativo. Regolamento dei Fondi Strutturali 1083/2006 e Regolamento del FESR 1082/2006 POR FESR 2007-2013 delle 4 Regioni Convergenza Stralci dei POR FESR 2007-2013 delle 4 Regioni Convergenza relativi alle pari opportunità e documenti di approfondimento 1.2 Attuazione del PO FESR Giunta Regionale - Seduta del 15 febbraio 2008 - Deliberazione N. 282 - Area Generale di Coordinamento N. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali - Schedatura del POR FESR sui temi che interessano FESR 2007/2013 Programmi Integrati Urbani PIU’ l’edilizia pubblica, a cura di Federcasa http://www. Europa. Adempimenti. federcasa.it/news/FESR_2007-2013/index.htm DECRETO DIRIGENZIALE 92 del 31/03/2008 Informazioni relative alla programmazione A.G.C.16 Governo del territorio, Beni Ambientali URBAN e URBACT e Paesistici – Attuazione D.G.R. n.282 del Informazioni relative alla programmazione dei Piani degli Orari (Legge 53/2000) Informazioni relative alle attuazioni nelle Regioni Convergenza 15.02.2008: Approvazione Linee Guida PIU’ EUROPA – Linee Guida Programmi Integrati Urbani “PIÙ EUROPA nelle nostre città” Giunta Regionale - Seduta del 1 ottobre 2008 BASE DATI DOCUMENTARIA 57 - Deliberazione N. 1558 - Area Generale di 3 marzo 2010 – POR FESR 2007/2013 – Obiettivo Coordinamento N. 16 - Governo del Territorio, Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma Integrato Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali Urbano PIU Europa del Comune di Ercolano. – N. 9 - Rapporti con gli Organi Nazionali ed Accordo di programma. Provvedimento di delega. Internazionali in Materia di Interesse Regionale Approvazione – N. 8 - Bilancio, Ragioneria e Tributi – FESR 2007/2013 Programmi Integrati Urbani PIU’ Europa - Asse 6 - Obiettivo Operativo 6.1. – Adempimenti – Allegato A –Sintesi degli Orientamenti Strategici regionali – Allegato B – Risorse per l’assistenza tecnica alle città medie – Allegato 1 – Individuazione degli elementi costitutivi del Documento di Orientamento Strategico (DOS) – Allegato 3 – Metodologia adottata per l’individuazione delle città medie A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali – Deliberazione n. 1026 del 28 maggio 2009 – Assegnazione delle risorse dell’Obiettivo operativo 6.1 non destinate al finanziamento del Piu’ Europa A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia Pubblica Abitativa – Decreto dirigenziale n. 7 del 14 gennaio 2010 – POR FESR 2007-2013 Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Media - Programma Integrato Urbano PIU Europa del Comune di Cava de’ Tirreni Accordo di programma. Provvedimento di delega. Approvazione A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia Pubblica Abitativa – Decreto dirigenziale n. 8 del 19 gennaio 2010 – POR FESR 2007/2013 – Programma Integrato Urbano (PIU EUROPA) - Asse 6 - Obiettivo Operativo 6.1 - Citta’ di Cava de’ Tirreni - Anticipazione in seguito alla firma dell’Atto di Delega e dell’Accordo di Programma tra 1.2.1 Programmi di sviluppo urbano Regione Campania e Comune di Cava de’Tirreni. integrati delle città A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, 1.2.2 Salerno Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Pubblica Abitativa – Decreto dirigenziale n. 37 Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia del 19 febbraio 2010 – POR FESR 2007/2013 – Pubblica Abitativa - Decreto dirigenziale n. 377 Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma del 15 ottobre 2009 – POR FESR 2007-2013 – Integrato Urbano PIU’ Europa del Comune di Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma Benevento. Accordo di programma. Provvedimento Integrato Urbano PIU Europa del Comune di di delega. Approvazione – Programma PIU’ Europa Salerno. Accordo di programma. Provvedimento COMUNE DI BENEVENTO di delega. Approvazione. Allegato B – Programma A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia Pubblica Abitativa - Decreto dirigenziale n. 377 del 15 ottobre 2009 – POR FESR 2007-2013 Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma Integrato Urbano PIU Europa del Comune di Salerno. Accordo di programma. Provvedimento di delega. Approvazione. Programma Integrato Urbano PIU’ EUROPA PER LA CITTÀ DI SALERNO PIU’ Europa della Città di Salerno – Sistema di Gestione e Controllo - Allegato C – Relazione del Responsabile dell’Obiettivo Operativo 6.1 – Programma Integrato PIU’ Europa Città di Salerno – Asse 6 – PO FESR 2007-13 – Ob. Operativo 6.1 – Ottobre 2009 - Allegato D – Asse 6 – Obiettivo Operativo 6.1 – Programma Più Europa – ACCORDO DI PROGRAMMA TRA REGIONE CAMPANIA E AUTORITÀ CITTADINA DEL COMUNE DI SALERNO -Allegato E – Programma Integrato A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Urbano PIU’ EUROPA PER LA CITTÀ DI SALERNO Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia - Allegato F – Asse 6 – Obiettivo Operativo 6.1 Pubblica Abitativa – Decreto dirigenziale n. 81 del Programma PIU Europa – PROVVEDIMENTO DI BASE DATI DOCUMENTARIA 58 DELEGA ALL’AUTORITÀ CITTADINA DEL COMUNE DI SALERNO – DI FUNZIONI E COMPITI NELL’AMBITO DELL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA PIU EUROPA ASSE 6 – OBIETTIVO OPERATIVO 6.1 Asse 6 – Obiettivo Operativo 6.1 Programma PIU Europa – COMUNE DI SALERNO – DOCUMENTO DI ORIENTAMENTO STRATEGICO PER LA CITTÀ DI SALERNO – TESTO COORDINATO – Salerno, 27 febbraio 2009 A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia Pubblica Abitativa - Decreto dirigenziale n. 377 del 15 ottobre 2009 – POR FESR 2007-2013 – Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma Integrato Urbano PIU Europa del Comune di Salerno. Accordo di programma. Provvedimento di delega. Approvazione Città di Salerno – Documento preliminare per il Piano Strategico della Città di Salerno e l’Area Vasta – Dicembre 2006 1.3 Altre politiche e programmi regionali coerenti con lo sviluppo urbano integrato e con le pari opportunità e non discriminazione REGIONE CAMPANIA - Giunta Regionale - Seduta del 27 luglio 2007 - Deliberazione N. 1403 - Area Generale di Coordinamento N. 18 - Assistenza Sociale, Attività Sociali, Sport, Tempo Libero, Spettacolo - Legge 8 novembre 2000 n.328 - Approvazione indirizzi strategici triennali 2007/2009. Istituzione commissione tecnica valutazione piani sociali di zona triennali. Con allegati. A.G.C. 18 - Assistenza Sociale, Attività Sociali, Sport, Tempo Libero, Spettacolo – Deliberazione n. 694 del 16 aprile 2009 - Piano Sociale Regionale 2009-2011. (legge regionale n. 11/2007) DECRETO DIRIGENZIALE 871 del 28/10/2009 1.2.3 Benevento A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali - Settore Edilizia Pubblica Abitativa – Decreto dirigenziale n. 37 del 19 febbraio 2010 – POR FESR 2007/2013 – Obiettivo Operativo 6.1 Citta’ Medie - Programma Integrato Urbano PIU’ Europa del Comune di Benevento. Accordo di programma. Provvedimento di delega. Approvazione - Allegato B – Programma Integrato Urbano PIU’ Europa – Benevento – RELAZIONE SUI SISTEMI DI GESTIONE E CONTROLLO - Allegato C – Relazione del Responsabile dell’Obiettivo Operativo 6.1 – Programma Integrato PIU’ Europa Comune di Benevento – Asse 6 – PO FESR 2007-13 – Ob. Operativo 6.1 – Febbraio 2010 - Allegato D – Asse 6 – Obiettivo Operativo 6.1 – Programma Più Europa – ACCORDO DI PROGRAMMA TRA REGIONE CAMPANIA E AUTORITÀ CITTADINA DEL COMUNE DI BENEVENTO - Allegato E – Programma Integrato Urbano PIU’ EUROPA PER LA COMUNE DI BENEVENTO - Allegato F – PROVVEDIMENTO DI DELEGA ALL’AUTORITÀ CITTADINA DEL COMUNE DI BENEVENTO DI FUNZIONI E COMPITI NELL’AMBITO DELL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA PIU’ EUROPA ASSE 6 - OBIETTIVO OPERATIVO 6.1 - POR FESR 2007/2013 A.G.C. 18 Assistenza Sociale, Att. Sociali, Sport, Tempo Libero, Spettacolo – Approvazione Indicazioni operative per la presentazione dei Piani di Zona triennali in applicazione del I Piano Sociale Regionale. Con allegati. REGIONE CALABRIA 2.1 Programmazione fondi FESR 2007–2013 e programmazione unitaria 2.1.1 Programmazione Regionale PROGRAMMAZIONE REGIONALE UNITARIA 2007 -2013 - Documento di riferimento per la programmazione territoriale e la progettazione integrata - 26/02/2008 Protocollo di intesa tra Regione Calabria, Province di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria, ANCI, UNCEM e LEGAUTONOMIE BASE DATI DOCUMENTARIA 59 per l’avvio e l’attuazione in Calabria del processo di Programmazione Territoriale e Progettazione Integrata per il Periodo di Programmazione 20072013 (26/02/2008) 2.2 Pianificazione strategica (Del. CIPE 20/04/2004) Regione Calabria – Dipartimento Urbanistica e Programmazione Regionale Unitaria 2007/2013 Governo del Territorio – Fondazione FIELD – Piani – Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di Strategici Urbani – Analisi e valutazione prelimina- Valenza Strategica “Sistema delle Aree Urbane re – Giugno 2009 Regionali”. Istituzione del Tavolo di Partenariato Regionale, Definizione del Quadro delle Risorse Finanziarie e delle Azioni per l’Avvio del Progetto (DGR 181 del 20/04/2009) Deliberazione di Giunta regionale n. 181 del 20 Aprile 2009. Programmazione Regionale Unitaria 2007/2013 – Progetto integrato di Svilupo Regionale di Valenza Strategica “Sistema delle Aree Urbane Regionali”: Istituzione del Tavolo di Partenariato Regionale, Definizione del Quadro delle Risorse Finanziarie e delle azioni per l’Avvio del Progetto. REGIONE CALABRIA – DIPARTIMENTO N. 8 URBANISTICA E GOVERNO DEL TERRITORIO, Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di 2.2.1 Area Urbana Cosenza-Rende Piano Strategico di Cosenza–Rende e area urbana 2008–2020 - Documento finale - Marzo 2009 Piano Strategico di Cosenza–Rende e area urbana 2008–2020 - Documento finale -ALLEGATO A – RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE E TABELLARI RELATIVE ALL’ANALISI DELL’OFFERTA DEI SERVIZI SOCIALI DEL PIT SERRE COSENTINE - Marzo 2009 Piano Strategico di Cosenza–Rende e area urbana 2008–2020 - Documento finale - ALLEGATO B – INDAGINE SULLA RAPPRESENTAZIONE DEI BISOGNI DELL’AREA URBANA Valenza Strategica “Sistema delle Aree Urbane Piano Strategico di Cosenza–Rende e area urba- Regionali” – Punto a) - D.G.R. n. 181 - 20 apri- na 2008–2020 - Documento finale - ALLEGATO le 2009 – Quadro di Riferimento Strategico del C – IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE PER LA Sistema delle Aree Urbane Regionali DEFINIZIONE DI SCENARI E PROGETTUALITÀ REGIONE CALABRIA – DIPARTIMENTO N. 8 Piano Strategico di Cosenza–Rende e area urbana URBANISTICA E GOVERNO DEL TERRITORIO, 2008–2020 - Piano d’Azione del Piano Strategico Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di Cosenza - Rende e Area Urbana 2008 - 2020 e Valenza Strategica “Sistema delle Aree Urbane relativo Piano di Comunicazione- Marzo 2009 Regionali” – Punto b) - D.G.R. n. 181 - 20 aprile 2009 – Relazione relativa alle strategie e ai Progetti Integrati di Sviluppo Urbano dei Piani Strategici Urbani 2.2.2 Città di Reggio Calabria Città di Reggio Calabria – Piano Strategico 2007– REGIONE CALABRIA – DIPARTIMENTO N. 8 2013 “Reggio Calabria Città del Mediterraneo – URBANISTICA E GOVERNO DEL TERRITORIO, Ottobre 2008 Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di Valenza Strategica “Sistema delle Aree Urbane Regionali” – Punto c) - D.G.R. n. 181 - 20 aprile Piano Strategico di Reggio Calabria – Presentazione 30/10/2008 2009 – Articolazione territoriale e composizione dei Sistemi Urbani Metropolitani e dei Sistemi Urbani Intermedi della Calabria 2.2.3 Città di Catanzaro Città di Catanzaro – Piano Strategico di Catanzaro “Catanzaro – Città dell’Accoglienza” – II Bozza intermedia – Novembre 2008 BASE DATI DOCUMENTARIA 60 2.2.4 Città di Lamezia Terme Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO Comune di Lamezia Terme – Lamezia Terme Città – VOLUME 4 – Scenari – Vision – Quadro Strategico aperta e del Mediterraneo – Piano Strategico – - Ottobre 2008 Approvato con Delibera del Consiglio Comunale n° 11 del18 febbraio 2009 2.2.5 Città di Crotone Città di Crotone – 2007-2017 CROTONE CITTÀ DEL MEDITERRANEO – 10 miglia di storia – Piano Strategico della Città di Crotone - Volume 1 – PIANO STRATEGICO DI CROTONE 2007-2017 Giugno 2008 Città di Crotone – 2007-2017 CROTONE CITTÀ DEL MEDITERRANEO – 10 miglia di storia – Piano Strategico della Città di Crotone - Volume 2 – VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ – Rapporto Ambientale- Giugno 2008 Città di Crotone – 2007-2017 CROTONE CITTÀ DEL MEDITERRANEO – 10 miglia di storia – Piano Strategico della Città di Crotone - Volume 3 – DOCUMENTO DI SINTESI DELLE LINEE STRATEGICHE E DELLE COERENZE CON LA PROGRAMMAZIONE – Rapporto Ambientale- Giugno 2008 2.2.6 Città di Vibo Valentia Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” - Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO – VOLUME 5 – Quadro Programmatico - Ottobre 2008 Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO – VOLUME 6 – ALLEGATO 1: Rapporto sulla Partecipazione - Ottobre 2008 Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO – VOLUME 7 – ALLEGATO 2: Piano di ComunicazioneOttobre 2008 Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO – VOLUME 8 – ALLEGATO 3: Sintesi Del Documento Definitivo del Piano Strategico “Vibo Futura 2015” - Ottobre 2008 Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO – VOLUME 9 – ALLEGATO 4: Schede Progetto presentate dagli Stakeholders - Ottobre 2008 DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO – VOLUME 1 – Premessa al Documento Definitivo – Quadro Conoscitivo – parte I - Ottobre 2008 Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO 2.2.7 Città di Corigliano Calabro Comune di Corigliano Calabro – Piano Startegico di Corigliano “Città della qualità e porto del Mediterraneo” – Relazione – 02/06/2009 – VOLUME 2 – Quadro Conoscitivo – parte II - Comune di Corigliano Calabro – Piano Startegico Ottobre 2008 di Corigliano “Città della qualità e porto Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il Piano Strategico della Città di Vibo Valentia” - del Mediterraneo” – ALLEGATO N. 1: LINEE STRATEGICHE E RISORSE ATTIVABILI – 02/06/2009 DOCUMENTO DEFINITIVO DI PIANO STRATEGICO Comune di Corigliano Calabro – Piano Startegico – VOLUME 3 – Schede sintetiche degli Strumenti di di Corigliano “Città della qualità e porto del Pianificazione e Programmazione- Ottobre 2008 Mediterraneo” – ALLEGATO N. 2: VAS – RAPPORTO Comune di Vibo Valentia – “ViboFutura – Il AMBIENTALE – 02/06/2009 BASE DATI DOCUMENTARIA 61 2.2.8 Città di Rossano Calabro Comune di Rossano - Piano strategico Rossano DI REGGIO CALABRIA ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 – Catanzaro, 22 Marzo 2010 “La Bizantina” - 1 Quadro conoscitivo - 23 ottobre REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA 2008 E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE CON Comune di Rossano - Piano strategico Rossano “La Bizantina” - 2 Il progetto - 23 ottobre 2008 Comune di Rossano - Piano strategico Rossano “La Bizantina” - 3 Ricognizione della Progettualità - 23 ottobre 2008 IL COMUNE DI REGGIO CALABRIA REGOLANTE IL FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013 ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. – OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010 Soggetto proponente Comune di Reggio Calabria: 2.3 Attuazione del PO FESR PISU – RELAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO DEI LINEE GUIDA PER L’ ATTUAZIONE DELL’ASSE VIII.- 8.1.1.3, 8.1.2.1, 8.1.2.2 Obiettivo Specifico 8.1 CITTÀ E AREE URBANE – Soggetto proponente Comune di Reggio Calabria Gennaio 2010 DIPARTIMENTO URBANISTICA E GOVERNO DEL TERRITORIO. Schema di Convenzione regolante il finanziamento per la realizzazione dei P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO previsti dal POR CALABRIA FESR 2007/2013. ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. -OBIETTIVI PROGETTI PISU Linee di intervento 8.1.1.1, 8.1.1.2, : FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento 8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree Urbane; Linea di intervento 8.1.1.2 – Potenziamento delle funzioni e dei servizi per la ricerca scientifica, l’in- OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. Def. 8/2/2010 novazione tecnologica, i servizi innovativi per le REGIONE CALABRIA. ACCORDI DI PROGRAMMA realizzazione e il potenziamento delle funzioni e ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 e CONVENZIONE regolante il finanziamento siglati a Catanzaro il 22 Marzo 2010 tra la Regione Calabria ed i seguenti Comuni di: Corigliano C. – Rossano ( Area urbana Corigliano – Rossano); Cosenza e rende (Area Urbana Cosenza- Rende); Catanzaro (Area Urbana Catanzaro); Crotone (Area urbana di Crotone); Lamezia Terme (Area Urbana Lamezia Terme); Reggio Calabria (Area Urbana Reggio Calabria); Vibo Valentia (Area Urbana Vibo Valentia) imprese; Linea di intervento 8.1.1.3 – Azioni per la dei servizi per le filiere della creatività, dell’intrattenimento, della produzione artistica e culturale nelle Città e nelle Aree Urbane; Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle Aree Urbane; – Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni per potenziare i sistemi di mobilità sostenibile nelle Città e nelle Aree Urbane Soggetto proponente Comune di Reggio Calabria: QUADRO DEFINITIVO DEGLI INTERVENTI DEI PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO 2.3.1 PISR Aree Urbane – PISU 2.3.1.1 Città di Reggio Calabria ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI REGGIO CALABRIA” tra REGIONE CALABRIA ED IL COMUNE (P.I.S.U.) 2.3.1.2 Area Urbana Cosenza Rende, costituita dalla Città di Cosenza e dalla Città di Rende ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI DI COSENZA- BASE DATI DOCUMENTARIA 62 RENDE” tra REGIONE CALABRIA ED I COMUNI DI COSENZA E RENDE ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 – Catanzaro, 22 Marzo 2010 REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE CON I COMUNI DI COSENZA E RENDE REGOLANTE IL FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI 2.3.1.3 Città di Catanzaro ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI CATANZARO” tra REGIONE CALABRIA ED IL COMUNE DI CATANZARO ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 – Catanzaro, 22 Marzo 2010 P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013 E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. – CON IL COMUNE DI CATANZARO REGOLANTE IL OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010 FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI Soggetto proponente Comune di Cosenza: FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento 8.1.1.3 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per le filiere P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013 ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. – OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010 della creatività, dell’intrattenimento, della produ- Soggetto proponente Comune di Catanzaro: zione artistica e culturale nelle Città e nelle Aree FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento Urbane 8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenzia- Soggetto proponente Comune di Rende : FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento 8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il poten- mento delle funzioni e dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree Urbane ziamento delle funzioni e dei servizi per la va- Soggetto proponente Comune di Catanzaro: lorizzazione turistica del patrimonio culturale, FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree 8.1.1.2 – Potenziamento delle funzioni e dei servi- Urbane; Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per zi per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnolo- la riqualificazione ambientale e la rigenerazio- gica, i servizi innovativi per le imprese ne sociale ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle Aree Urbane; Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni per potenziare i sistemi di mobilità sostenibile nelle Città e nelle Aree Urbane Soggetto proponente Comune di Catanzaro: FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento 8.1.1.3 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per le filiere della creatività, dell’intrattenimento, della produ- Soggetto proponente Comune di Rende : zione artistica e culturale nelle Città e nelle Aree FORMULARIO DI PROGETTO – FORMULARIO DI Urbane PROGETTO –Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle Aree Urbane; Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni per potenziare i sistemi di mobilità sostenibile nelle Città e nelle Aree Urbane con integrazione Soggetto proponente Comune di Catanzaro: FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle Aree Urbane. sull’impostazione strategica relativa alla linea di Soggetto proponente Comune di Catanzaro: intervento 8.1.2.2 FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni per potenziare i sistemi di mobilità sostenibile nelle Città e nelle Aree Urbane BASE DATI DOCUMENTARIA 63 2.3.1.4 Città di Lamezia Terme FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013 SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI LAMEZIA TERME” ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. – tra REGIONE CALABRIA ED IL COMUNE DI LAMEZIA OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010 TERME ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 – Catanzaro, 22 Marzo 2010 Soggetto proponente Comune di Crotone: PISU – RELAZIONE STRATEGICA PROGETTI PISU D.G.C n. 48 REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA del 01.03.2010 – ASSE PRIORITARIO 8– OBIETTIVO E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE SPECIFICO 8.1 – OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1 – 8.1.2 CON IL COMUNE DI LAMEZIA TERME REGOLANTE IL FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013 ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. – OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010 Soggetto proponente Comune di Lamezia Terme: FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento 8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree Soggetto proponente Comune di Crotone: FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento 8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree Urbane Soggetto proponente Comune di Crotone: FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento 8.1.1.2 – Potenziamento delle funzioni e dei servizi per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, i servizi innovativi per le imprese Urbane; Linea di intervento 8.1.1.3 – Azioni per la Soggetto proponente Comune di Crotone: realizzazione e il potenziamento delle funzioni e FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento dei servizi per le filiere della creatività, dell’intrat- 8.1.1.3 – Azioni per la realizzazione e il potenzia- tenimento, della produzione artistica e culturale mento delle funzioni e dei servizi per le filiere nelle Città e nelle Aree Urbane; Linea di intervento della creatività, dell’intrattenimento, della produ- 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale zione artistica e culturale nelle Città e nelle Aree e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Urbane Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle Aree Urbane; – Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni per potenziare i sistemi di mobilità sostenibile nelle Città e nelle Aree Urbane Soggetto proponente Comune di Crotone: FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Soggetto proponente Comune di Lamezia Terme: Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle PISU – TABELLA RIASSUNTIVA PROGETTI PISU Città e delle Aree Urbane. Soggetto proponente Comune di Crotone: 2.3.1.5 Città di Crotone FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di interven- ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO bilità sostenibile nelle Città e nelle Aree Urbane SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI CROTONE” tra REGIONE CALABRIA ED IL COMUNE DI CROTONE ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 – Catanzaro, 22 Marzo 2010 REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA to:8.1.2.2 – Azioni per potenziare i sistemi di mo- Soggetto proponente Comune di Crotone: PISU – TABELLA RIASSUNTIVA PROGETTI PISU D.G.C n. 48 del 01.03.2010 – ASSE PRIORITARIO 8– OBIETTIVO SPECIFICO 8.1 – OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1 – 8.1.2+ E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE CON IL COMUNE DI CROTONE REGOLANTE IL BASE DATI DOCUMENTARIA 64 2.3.1.6 Città di Vibo Valentia riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI VIBO VALENTIA” Aree Urbane – Intervento “Sistemazione della tra REGIONE CALABRIA ED IL COMUNE DI VIBO Piazza S. Leoluca” VALENTIA ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 – Catanzaro, 22 Marzo 2010 Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE Marginali e Degradati delle Città e delle Aree CON IL COMUNE DI VIBO VALENTIA REGOLANTE Urbane – Intervento “Completamento S. Chiara” IL FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013 ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. – OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010 Soggetto proponente Comune di Reggio Calabria: Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle Aree Urbane – Intervento “Riqualificazione urbana del quartiere Pennello e sistemazione del waterfront” FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento 8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico delle Città e delle Aree Urbane – Intervento “Sistemazione area archeologica Municipio” Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle Aree Urbane – Intervento “Riqualificazione strade centro storico” Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle Aree Urbane – Intervento “Riqualificazione dell’area di pertinenza e recupero della scala di collegamento tra Villa Gagliardi e Palazzo Gagliardi” Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle Aree 2.3.1.7 Area Urbana Corigliano – Rossano, costituita dalla Città di Corigliano e dalla Città di Rossano Calabro ACCORDO DI PROGRAMMA – “PATTO PER LO SVILUPPO DELL’AREA URBANA DI CORIGLIANO C. – ROSSANO” tra REGIONE CALABRIA ED I COMUNI DI CORIGLIANO C. E ROSSANO ai sensi e per gli effetti della LR 19/2001 – Catanzaro, 22 Marzo 2010 REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO URBANISTICA E GOVERNO DEL TERRITORIO -CONVENZIONE CON I COMUNI DI CORIGLIANO C. E ROSSANO REGOLANTE IL FINANZIAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DEI P.I.S.U. PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO PREVISTI DAL POR CALABRIA FESR 2007/2013 ASSE VIII CITTÀ – OBIETTIVO SPECIFICO 8.1. – OBIETTIVI OPERATIVI 8.1.1.-8.1.2. - 22 Marzo 2010 Soggetto proponente AREA URBANA CORIGLIANOROSSANO costituita dalle Città di Corigliano Calabro e di Rossano: PISU – Relazione Generale Urbane – Intervento “Ristrutturazione dell’ex Soggetto proponente AREA URBANA CORIGLIANO- convento dei Padri Minori Osservanti, già Caserma ROSSANO costituita dalle Città di Corigliano Garibaldi, da destinare a ‘Palazzo dei Musei’” Calabro e di Rossano : FORMULARIO DI PROGETTO Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la – Linea di intervento 8.1.1.1 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei BASE DATI DOCUMENTARIA 65 servizi per la valorizzazione turistica del patrimo- di contributi regionali per la predisposizione dei nio culturale, ambientale e paesaggistico delle Piani Territoriali degli Orari, ai sensi dell’art. 28 Città e delle Aree Urbane; Linea di intervento della Legge 8 marzo 2000, n. 53 e dell’art. 35, 8.1.1.2 – Potenziamento delle funzioni e dei ser- comma 5, della Legge Regionale n° 9/2007 vizi per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, i servizi innovativi per le imprese; Linea di intervento 8.1.1.3 – Azioni per la realizzazione e il potenziamento delle funzioni e dei servizi per le filiere della creatività, dell’intrattenimento, della REGIONE PUGLIA produzione artistica e culturale nelle Città e nelle Aree Urbane; Linea di intervento 8.1.2.1 – Azioni per la riqualificazione ambientale e la rigenerazione sociale ed economica dei Centri Storici e dei 3.1 Programmazione fondi FESR 2007–2013 Quartieri Marginali e Degradati delle Città e delle Aree Urbane Soggetto proponente AREA URBANA CORIGLIANOROSSANO costituita dalle Città di Corigliano Calabro e di Rossano: FORMULARIO DI PROGETTO – Linea di intervento:8.1.2.2 – Azioni per potenziare 3.1.1 Pianificazione degli Enti Locali Deliberazione Giunta Regionale del 4 luglio 2007, n. 1072. Approvazione Linee guida per la pianificazione strategica territoriale di Area Vasta (BURP i sistemi di mobilità sostenibile nelle Città e nelle n.104 del 20/07/2007) Aree Urbane Deliberazione Giunta Regionale del 26 maggio 2009, n. 917. Pianificazione strategica di 2.4 Altre politiche e programmi regionali coerenti con lo sviluppo urbano integrato e con le pari opportunità e non discriminAzione Area Vasta. Adempimenti per la definizione del Deliberazione di Giunta Regionale n. 444 del 24 Area Vasta. Adempimenti per la definizione del luglio 2007. Approvazione criteri per la concessione ai Comuni di contributi regionali per la predisposizione dei Piani Territoriali degli Orari e per permettere lo svolgimento delle relative attività di animazione ed assistenza tecnica, ai sensi dell’art. 28 della Legge 8 marzo 2000, n. 53 e dell’art. 35, comma 5 Legge Regionale n° 9/2007 - Accantonamento Euro 318.574,81 (CAP. 62010206/07) Programma Stralcio di Interventi di Area Vasta (BURP n.95 del 26/06/2009) Regione Puglia. Assessorato Programmazione. Il processo di attuazione della pianificazione strategica di area vasta - Documento per riunione del 13/02/2009 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 26 maggio 2009, n. 917, Pianificazione strategica di Programma Stralcio di Interventi di Area Vasta (Contiene le procedure per la definizione del Programma Stralcio di Interventi di Area Vasta, fissando tra l’altro sia la dotazione delle risorse allocate su ciascuna delle Linee di Intervento del P.O. FESR 2007-2013 che concorrono alla predisposizione del Programma sia la ripartizione di tali risorse per ciascuna delle dieci Aree Vaste) Regione Calabria, Giunta Regionale. Dipartimento N. 8 Urbanistica e Governo del Territorio. Decreto del Dirigente Generale del n. 612 del 3 FEB. 2009. Approvazione bando per la concessione ai Comuni BASE DATI DOCUMENTARIA 66 3.2 Piani Strategici Rimodulazione della dotazione finanziaria dell’Asse VII del PO FESR 2007-2013 3.2.1 Piano Strategico di Area Vasta “Metropoli Terra di Bari” DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2009, n. 2683, Deliberazione G.R. n. 917/2009. Approvazione Programma stralcio di interventi di Area Vasta Brindisina. Piano strategico di Area Vasta a sua volta così composto: • Relazione generale descrittiva del Piano Strategico; • Quadro analitico degli interventi, schede progetto; • Modello di governance del Piano Strategico; • Cronoprogramma delle attività e piano finanziario del Piano Strategico; • Monitoraggio del piano strategico e del relativo parco progetti; • Piano di informazione e comunicazione; • Studio di analisi organizzativa per l’attribuzione delle funzioni di organismo intermedio dell’Area Vasta; • Valutazione ex-ante del Piano Strategico di Area Vasta • Piano Urbano della Mobilità. Parere NVVIP N. 237 del 15/03/2010 Registro NVVIP - Piano Strategico di Area Vasta “Metropoli Terra di Bari” Il Nucleo di Valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione Puglia 3.2.2 Piano Strategico del Sud Salento “Salento 2020” Comune di Casarano- Settore attività produttive, Piano Strategico Area Vasta Sud Salento, “Salento 2020” – Città diffusa tra welfare e nuova economia, Aprile 2009, Relazione generale descrittiva del Piano Strategico 3.3 Attuazione del PO FESR Programma Pluriennale di attuazione 2007-2010, luglio 2009 (DGR 1445 del 04/08/2009) Deliberazione della Giunta Regionale del 17 febbraio 2009, n. 165 P.O. FESR 2007-2013 - Presa d’atto dei criteri di selezione delle operazioni definite in sede di Comitato di Sorveglianza e Direttive concernente le procedure di gestione. (BURP n.34 del 04/03/2009) Determinazione del Dirigente Servizio assetto del Territorio del 15 febbraio 2010 n.13. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2009, n. 2684 Deliberazione G.R. n. 917/2009. Approvazione Programma stralcio di interventi di Area Vasta “Capitanata 2020” DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2009, n. 2685, Deliberazione G.R. n. 917/2009. Approvazione Programma stralcio di interventi di Area Vasta Lecce. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2009, n. 2686, Deliberazione G.R. n. 917/2009. Approvazione Programma stralcio di interventi di Area Vasta “Metropoli - Terra di Bari” DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2009, n. 2687, Deliberazione G.R. n. 917/2009. Approvazione Programma stralcio di interventi di Area Vasta “Monti Dauni”. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2009, n. 2688, Deliberazione G.R. n. 917/2009. Approvazione Programma stralcio di interventi di Area Vasta “Murgia”. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2009, n. 2689, Deliberazione G.R. n. 917/2009. Approvazione Programma stralcio di interventi di Area Vasta “Salento 2020” DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2009, n. 2690, Deliberazione G.R. n. 917/2009. Approvazione Programma stralcio di interventi di Area Vasta “Taranto” DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2009, n. 2691, Deliberazione G.R. n. 917/2009. Approvazione Programma stralcio di interventi di Area Vasta “Valle d’Itria” DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2009, n. 2692, Deliberazione G.R. n. 917/2009. Approvazione Programma stralcio di interventi di Area Vasta “Vision 2020” BASE DATI DOCUMENTARIA 67 3.4 Altre politiche e programmi regionali coerenti con lo sviluppo urbano integrato e con le pari opportunità e non discriminzione REGIONE SICILIANA Legge Regionale per le pari opportunità “Norme Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013 per le politiche di genere e i servizi di conciliazio- Decisione N. C(2007) 4249 del 7 settembre 2007 ne vita-lavoro in Puglia” LR 21 marzo 2007 n. 7, contenente indicazioni sull’attuazione del coordinamento dei tempi delle città Regolamento per la predisposizione e l’attuazione dei Piani Territoriale dei Tempi e degli Spazi e per la costituzione, la promozione e il sostegno delle banche dei tempi, per la concessione ai Comuni ed 4.1 Programmazione fondi FESR 2007–2013 4.1.1 Pianificazione Regionale Protocollo d’Intesa sulla politica di concertazione Contributi della Task Force al Programma Operativo regionale del FESR –Indirizzi utili per una programmazione rispondente al principio di pari opportunità e non discriminazione agli Ambiti territoriali di contributi regionali (BURP 4.1.2 Pianificazione strategica degli enti n. 177 del 17/11/2008) locali Linee guida regionale per la predisposizione degli studi di fattibilità per le progettazione dei Piani Territoriali dei Tempi e degli Spazi (BURP n. 132 del 26/08/2009) Pianificazione strategica e pari opportunità – Linee guida per l’internalizzazione del principio di Pari Opportunità – Documento di supporto alla pianificazione strategica in chiave di pari opportunità per Avviso pubblico per il finanziamento di studi di tutti – Piani strategici ex Delibera CIPE n.35/2005 fattibilità per le progettazione dei Piani dei Tempi - Novembre 2007 e degli Spazi nelle città pugliesi (BURP n. 194 del 13/12/2009) 4.1.3 Piani Strategici Consiglio Regionale della Puglia. Legge Regionale 21/2008 “Norme per la rigenerazione urbana” Regione Puglia. Assessorato Assetto del Territorio. Settore Edilizia residenziale Pubblica. Bando di 4.1.3.1 Agro Ericino Il Piano Strategico dell’Agro Ericino - s.d. gara Programmi Integrati di Riqualificazione delle Periferie “PIRP”. (BURP n. 81 del 29/06/2006) Deliberazione Giunta Regionale del 14/10/2008, n. 1896. Programmi integrati di Riqualificazione delle Periferie – “P.I.R.P.”. Approvazione graduatoria. Deliberazione Giunta Regionale del 23 aprile 2009, n. 641. Programmi integrati di riqualificazione delle periferie - “P.I.R.P.”. Approvazione graduatoria. (BURP n. n. 71 del 14/05/2009) 4.1.3.2 Gela Progettazione e redazione del Piano Strategico per il Comune di Gela denominato “Pianificazione strategica della città: Gela 2020” - Luglio 2007 4.1.3.3 Messina 2020 Supporto alla redazione del piano strategico – “Documento preliminare di piano” –“Messina 2020- Verso il piano strategico” – ALLEGATO A BASE DATI DOCUMENTARIA 68 “Documento di diagnosi” - 23/04/2009 Supporto alla redazione del piano strategico – “Documento preliminare di piano” –“Messina RIFERIMENTI SICUREZZA URBANA 2020- Verso il piano strategico” – ALLEGATO B “Il report degli incontri” - 23/04/2009 “Messina 2020” – Documento di Piano – Verso il Riferimenti bibliografici Piano Strategico - 31/07/2009 1° Seminario internazionale per la sicurezza delle “Messina 2020” – Documento di Piano – Verso delle donne», Montreal, marzo 2002 (il testo si il Piano Strategico - ALLEGATO “Integrazioni al trova sul sito di Femmes et Villes) Documento di Piano convenute con il NVVIP Regione Sicilia” - 27/01/2010 donne, «Dichiarazione di Montreal sulla sicurezza Amendola Giandomenico, La Città postmoderna. Magie e paure della metropoli contemporanea, Laterza, Bari, 2003 4.2 Attuazione del PO FESR Amendola Giandomenico, «Le forme urbane della PO FESR Sicilia 2007–2013 – Attuazione dell-Asse paura», in Urbanistica, n.104, 1995 VI “Sviluppo urbano sostenibile”, Le città siciliane Ashworth Greg, War and the City, London, motorie dello sviluppo regionale, presentazioni marzo 2010 PO FESR Sicilia 2007–2013 – Attuazione dell-Asse VI “Sviluppo urbano sostenibile”, Contenuti dei Piani Integrati di Sviluppo Territoriale e Urbano (PISU e PIST), presentazioni marzo 2010 Avviso pubblico per l’attuazione territoriale del PO FESR 2007-2013 Asse VI “Sviluppo Urbano Sostenibile”. Invito a presentare manifestazioni Routledge, 1991 Associazione Amapola, L’insicurezza a mosaico, Provincia di Torino, 2003 Associazione Amapola, Progettare la sicurezza. 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