MAD Qual è il trattore da scegliere? MAD • 0 • Novembre 2003 C 38 apita spesso, girando per le fiere specializzate, di vedere gruppi di giovani agricoltori particolarmente attratti dalle ultime produzioni trattoristiche e, in particolare, dai modelli di più elevata potenza. Cosa tutt’affatto normale, in sé, e non negativa anche se, da qualche intervista fatta, è emerso che questi giovani nel valutare una macchina sono in genere ben lontani dal tener conto del fatto che i prezzi per unità di potenza risultano tanto più alti col crescere della potenza installata, cui in genere fa da corollario una più spinta sofisticazione. Si pensi, ad esempio, che mentre un trattore con potenza al motore sui 35 kW (46 CV) ha un prezzo attorno a 520-550 euro/kW, uno da 60 kW (circa 80 CV) può costare sino a 700-750 euro/kW. Infine, uno da 130 kW giunge a costare, nei modelli più avanzati e sofisticati (i cui contenuti tecnologici non sempre sono giustificati), anche più di 850 euro/kW. Circa 1,5 volte, quindi, più di un trattore di piccola-media potenza. Occorre, pertanto, stare bene attenti nella scelta. Si tratta certo di ingenuità dovuta al fascino di poter possedere una macchina che diviene uno “status symbol”, così come continua a verificarsi per le automobili. Tuttavia, in questi casi, si è in presenza di un mezzo di produzione la cui incidenza sui costi della produzione stessa varia sensibilmente in funzione della potenza installata e dell’impiego annuo della macchina. Ciò, chiaramente, non interessa i contoterzisti le cui macchine lavorano sempre molte ore all’anno e per i quali capacità di lavoro crescenti – consentendo il dominio orario di più ampie superfici coltivate – sono il mezzo per raggiungere più elevati redditi. Interessa, però, molto i proprietari coltivatori diretti. Vale, pertanto, la pena di riportare di seguito alcune brevi considerazioni, iniziando dal fat- to che, di media, nelle condizioni attuali un trattore viene normalmente utilizzato sfruttando solo dal 12 al 20% delle sue prestazioni complessive. Ciò, in quanto troppo elevata è la potenza rispetto ai fabbisogni medi aziendali e bassissimo è il numero di ore lavorative all’anno. Ne deriva che il costo per kWh spesso risulta di 4-5 volte superiore a quello che si avrebbe se il valore della sua utilizzazione raggiungesse il 70-75%. Lo stesso può dirsi per l’utilizzazione oraria che, quando è inferiore – come molto spesso capita – alle 200 ore/anno, comporta un costo orario dell’ordine di 2,5-3 volte di quello dello stesso trattore che lavori 800 ore/anno. Tutto ciò deriva dal fatto che: le aziende agricole hanno dimensioni generalmente limitate (circa il 95% delle aziende presenta – così come avviene in Germania – una superficie inferiore o uguale a 50 ha); le operazioni che vi si devono svolgere sono assai diversificate tranne che nel caso di monocoltura (ove la situazione peggiora ulteriormente). Secondo i risultati di alcune ricerche sul campo svolte in questi ultimi anni, risulta che in aziende inferiori ai 50 ettari le condizioni più economicamente convenienti si hanno con l’uso di Giuseppe Pellizzi MAD (cioè in quei tempi – giorni o ore – adatti allo svolgimento di quelle certe operazioni di campo) la potenza effettivamente spesa è dell’ordine di 20-25 kW, mentre solo per il restante 25% dei lavori occorrono potenze installate di ordine superiore ai 60 kW. Ne deriva che occorre valutare – in funzione della propria azienda, dell’ordinamento colturale introdotto, del tipo di terreno, dell’orografia, del clima, e dei tempi utili per lo svolgimento delle varie operazioni – se non convenga ricorrere ai contoterzisti (o imprese agromeccaniche che dir si voglia) proprio per lo svolgimento di quel 25% di lavori richiedenti le più elevate potenze. In sostanza, quindi, tenuto in ogni caso conto dell’esigenza di avere in un trattore una riserva di potenza del 10-15% atta a far fronte alle punte di carico e un’ulteriore riserva del 14-15% per tener conto dell’usura nel tempo del trattore stesso, un mezzo da 45 kW è normalmente più che sufficiente a coprire il fabbisogno per lo svolgimento del 75% dei lavori aziendali. Nel caso, poi, di un parco trattoristico aziendale basato su diverse unità di differente potenza è opportuno – sempre al fine di ridurre i costi – destinare i vari trattori a specifici lavori, applicando, cioè, il principio della “prevalente utilizzazione” di ciascuno di essi. Inoltre, occorre agire anche sulla scelta delle macchine operatrici che devono essere: adatte al trattore; possibilmente di tipo portato con gli organi di lavoro azionati dalla presa di forza; dimensionate in modo da essere in grado di svolgere i vari lavori nei rispettivi tempi utili. Infine, occorre agire sulla struttura aziendale razionalizzando la forma e la dimensione dei campi in modo da ridurre i tempi accessori improduttivi. Questi, in qualche caso, possono giungere anche a coprire, se gli appezzamenti sono piccoli, il 50% del tempo di impiego del trattore. Detti tempi possono essere ridotti, con qualche intervento di razionalizzazione, appunto della forma e della dimensione dei campi, al 10-15% con tutti i vantaggi conseguenti. Giuseppe Pellizzi [email protected] Immatricolazione di trattori da gennaio a settembre 2003 per classi di potenza 100 90 80 70 60 % 50 40 30 20 10 Totale Veneto Umbria Valle d’Aosta Toscana Trentino-Alto Adige Sicilia Sardegna Puglia Molise Piemonte 50-70 kW MAD • 0 • Novembre 2003 30-50 kW Marche Lombardia Lazio Liguria Emilia-Romagna Friuli Venezia Giulia Calabria 0-30 kW Campania Abruzzo 0 Basilicata di trattori da 50-60 kW di potenza all’albero motore le cui utilizzazioni annue risultano dell’ordine delle 10-15 ore/ettaro. Solo per aziende al di sopra dei 120 ettari risultano ottimali trattori da 85-100 kW con utilizzazione media di 4-8 ore/ettaro per anno. A ciò si deve aggiungere il fatto che, in termini generali, nel 75% delle operazioni da svolgersi entro i tempi utili 70 kW e oltre Fonte: Dati Ministero trasporti - elaborazioni Ufficio studi, statistico e documentazione Unacoma basate sulla data di rilascio della carta di circolazione. 39