Poeti si nasce … o si diventa? Domanda: Basta avere la tecnica per essere poeti o bisogna “sentire” da poeti? Comprensione durevole: Gli studenti comprenderanno la specificità del linguaggio poetico come forma espressiva in cui il significante acquista un ruolo privilegiato nel comunicare il messaggio INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 1 l’occhio e l’orecchio: la metrica “Per lei” di Giorgio Caproni Per lei 1 voglio rime chiare, usuali: in –are. Rime magari vietate 2, ma aperte: ventilate.3 Rime coi suoni fini (di mare) dei suoi orecchini. O che abbiano, coralline, le tinte delle sue collanine. Rime che a distanza 4 (Annina era così schietta) conservino l’eleganza povera, ma altrettanto netta. Rime che non siano labili 5, anche se orecchiabili. Rime non crepuscolari 6, ma verdi, elementari 7 1. per la madre, Anna Picchi 2. cadute in disuso 3. dal suono aperto, cordiale, rime ariose 4. a distanza di anni dalla scomparsa della madre, le rime dei versi del poeta possono restituirne l’immagine 5. effimere, destinate a non lasciare traccia 6. malinconiche. 7.fresche, allegre INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 2 l’occhio e l’orecchio: la metrica “Le rime” di Eugenio Montale Le rime sono più noiose delle dame di San Vincenzo1: battono alla porta e insistono. Respingerle è impossibile e purché stiano fuori si sopportano. Il poeta decente le allontana (le rime), le nasconde, bara, tenta il contrabbando.2 Ma le pinzochere 3 ardono di zelo e prima o poi (rime vecchiarde) 4 bussano ancora e sono sempre quelle. 1. Le appartenenti alla Confederazione di S.Vincenzo, fondata da Vincenzo de’ Paoli (1581-1660) per il servizio e l’assistenza dei bisognosi. 2. Il poeta non incline a lasciarsi coinvolgere dalla “facilità” della rima, ne rifiuta la presenza evidente, anche se in qualche misura, barando, la utilizza. 3. Propriamente, i pinzocheri erano gli appartenenti a un ordine francescano che praticava il voto di povertà, ma rifiutavano l’obbedienza alla Chiesa; per estensione significa “bigotte, bacchettone” in senso ironico. 4. La parentesi riunisce i termini del paragone sul quale tutta la poesia è impostata, rinnovando l’ironico accostamento tra le rime e le dame di S.Vincenzo, qui chiamate vecchiarde, con un epiteto tratto dal linguaggio colloquiale INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 3 l’occhio e l’orecchio: la metrica Torna a fiorir la rosa che pure dianzi languia; e molle si riposa sopra i gigli di pria. Brillano le pupille di vivaci scintille. La guancia risorgente tondeggia sul bel viso: e, quasi lampo ardente, va saltellando il riso tra i muscoli del labro ove riede il cinabro. (Parini, L’educazione) Lo maggior corno de la fiamma antica cominciò a crollarsi mormorando, pur come quella cui vento affatica indi la cima qua e là menando, come fosse la lingua che parlasse, gittò voce di fuori e disse “Quando… ( Dante, Divina Commedia, Inferno. XXVI) INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 4 l’occhio e l’orecchio: la metrica O cavallina, cavallina storna, che portavi colui che non ritorna; tu capivi il suo cenno ed il suo detto! Egli ha lasciato un figlio giovinetto; il primo d’otto tra i miei figli e figlie e la sua mano non toccò mai briglie. (Pascoli, La cavalla storna) Non ti basto, lo so. Già i tuoi occhi guardano a un sogno ov’io non oso entrare. Già sulla soglia sei, fra rose chiare Che sbocciando ti splendono ai ginocchi. Già tu ascolti – e un po’ piangi, e un po’ sorridi – musiche dolci ch’io non odo più. Piccola mia, fragile amore, tu Sei dunque come i passeri dei nidi? (Ada Negri, Il sogno) INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 5 l’occhio e l’orecchio: la metrica Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l’l’ire e i giovenil furori d’Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. Dirò d’Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai né in rima che per amor venne in furore e matto, d’uom che sì saggio era stimato prima; se da colei che tal quasi m’ha fatto, che ‘l poco ingegno ad or ad or mi lima, me ne sarà però tanto concesso, che mi basti a finir quanto ho promesso. Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel ch'io vi debbo, posso di parole pagare in parte e d'opera d'inchiostro; né che poco io vi dia da imputar sono, che quanto io posso dar, tutto vi dono. Voi sentirete fra i più degni eroi, che nominar con laude m'apparecchio, ricordar quel Ruggier, che fu di voi e de' vostri avi illustri il ceppo vecchio. L'alto valore e' chiari gesti suoi vi farò udir, se voi mi date orecchio, e vostri alti pensieri cedino un poco, sì che tra lor miei versi abbiano loco. (L.Ariosto, Orlando furioso, proemio) INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 6 l’occhio e l’orecchio: la metrica verso rima strofa INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 7 l’occhio e l’orecchio: la metrica il verso imparisillabi: trisillabo, quinario, settenario, novenario, endecasillabo hanno gli accenti ritmici (ictus) in posizioni prevalentemente mobili (eccetto per la penultima sillaba dove cade sempre) es. settenari: es. endecasillabi: “L’ àlbero a cui tendèvi la pargolètta màno …” “Nel mezzo del cammìn di nostra vìta Mi ritrovài per una selva oscùra…” “Brìllano le pupìlle Di vivàci scintìlle.” “La madre or sòl suo dì tàrdo traèndo …” INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 8 l’occhio e l’orecchio: la metrica il verso parisillabi: binario, quaternario, senario, ottonario, decasillabo hanno gli accenti ritmici (ictus) in posizioni fisse es. senario: es. decasillabo: “Paròle che dìci Paròle più nuòve …” “Soffermàti sull’àrida spònda volti i guàrdi al varcàto Ticìno …” “ … ascoltàre tra i prùni e gli stèrpi …” ma … quando un verso non segue regole per quanto riguarda il numero delle sillabe e/o la cadenza degli ictus si chiama verso libero INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 9 l’occhio e l’orecchio: la metrica la rima le forme più frequenti: identità dei suoni finali di due parole (di solito poste alla fine del verso) a partire dalla sillaba accentata rima baciata (AA BB) rima alternata (ABAB) rima chiusa o incrociata (ABBA) rima incatenata (ABA BCB CDC …) e ancora INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 10 l’occhio e l’orecchio: la metrica rima imperfetta o assonanza (sono identiche le vocali ma diverse le consonanti) rima ipèrmetra (una parola piana rima con una sdrucciola, in cui l’ultima sillaba non si conta) rima interna (due parole rimano all’interno di uno stesso verso) rima al mezzo (rimano la parola finale di un verso e una parola interna a uno dei versi successivi) rima equivoca (rimano due parole omofone ma di diverso significato) INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 11 l’occhio e l’orecchio: la metrica strofa insieme di versi variamente tra loro collegati dalla armonia del ritmo: ci sono strofe a schema fisso e strofe libere, a loro volta formate da versi regolari o liberi INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 12 l’occhio e l’orecchio: la metrica strofe a schema fisso distico: terzina: quartina: la strofa O cavallina, cavallina storna, che portavi colui che non ritorna Lo maggior corno de la fiamma antica cominciò a crollarsi mormorando, pur come quella cui vento affatica Già tu ascolti – e un po’ piangi, e un po’ sorridi – musiche dolci ch’io non odo più. Piccola mia, fragile amore, tu Sei dunque come i passeri dei nidi? INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 13 l’occhio e l’orecchio: la metrica strofe a schema fisso sestina: ottava: la strofa Torna a fiorir la rosa che pure dianzi languia; e molle si riposa sopra i gigli di pria. Brillano le pupille di vivaci scintille. Dirò d’Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai né in rima che per amor venne in furore e matto, d’uom che sì saggio era stimato prima; se da colei che tal quasi m’ha fatto che ‘l poco ingegno ad or ad or mi lima, me ne sarà però tanto concesso, che mi basti a finir quanto ho promesso. INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 14 l’occhio e l’orecchio: la metrica Esperienza per l’apprendimento-2/: L’occhio e l’orecchio: la metrica Fase 1. Gli studenti in gruppi di quattro leggeranno due poesie che esprimono posizioni diverse nei confronti della rima (Caproni "Per lei" e Montale "Le rime"). Dopo la lettura e il confronto gli alunni dovranno rispondere in che cosa sono diverse fra loro. Fase 2. Gli studenti rileggeranno i test già proposti indicando con le lettere A B C ecc. il sistema delle rime Fase 3. spiegazione/lezione frontale (si richiama la definizione di verso, rima, strofa ecc connessione fra livello tematico e livello metrico riprendendo le due poesie). Saranno proposti esercizi su una serie di versi/strofe: gli studenti dovranno: 1. definire la misura del verso, scandendolo in sillabe e riconoscendo le eventuali figure metriche; 2. riconoscere e definire gli schemi strofici più importanti. •Abilità/competenza: analizzare, confrontare, comunicare oralmente, utilizzare conoscenze acquisite, argomentare •Disposizione della mente: motivazione per la spiegazione e la comprensione; comunicare in modo preciso e chiaro; pensare metacognitivo •Valutazione continua: osservazione degli studenti; interrogazione casuale del docente INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 15