Poeti si nasce … o si diventa?
Domanda:
Basta avere la tecnica per essere poeti
o
bisogna “sentire” da poeti?
Comprensione
durevole:
Gli studenti comprenderanno la specificità
del linguaggio poetico come forma espressiva
in cui il significante acquista un ruolo
privilegiato nel comunicare il messaggio
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“Poeti si nasce ... o si diventa?
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
“Per lei” di Giorgio Caproni
Per lei 1 voglio rime chiare,
usuali: in –are.
Rime magari vietate 2,
ma aperte: ventilate.3
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza 4
(Annina era così schietta)
conservino l’eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili 5,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari 6, ma verdi, elementari 7
1. per la madre, Anna Picchi
2. cadute in disuso
3. dal suono aperto, cordiale, rime ariose
4. a distanza di anni dalla scomparsa della madre, le rime dei versi del poeta possono restituirne l’immagine
5. effimere, destinate a non lasciare traccia
6. malinconiche.
7.fresche, allegre
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
“Le rime” di Eugenio Montale
Le rime sono più noiose delle
dame di San Vincenzo1: battono alla porta
e insistono. Respingerle è impossibile
e purché stiano fuori si sopportano.
Il poeta decente le allontana
(le rime), le nasconde, bara, tenta
il contrabbando.2 Ma le pinzochere 3 ardono
di zelo e prima o poi (rime vecchiarde) 4
bussano ancora e sono sempre quelle.
1. Le appartenenti alla Confederazione di S.Vincenzo, fondata da Vincenzo de’ Paoli (1581-1660) per il
servizio e l’assistenza dei bisognosi.
2. Il poeta non incline a lasciarsi coinvolgere dalla “facilità” della rima, ne rifiuta la presenza evidente,
anche se in qualche misura, barando, la utilizza.
3. Propriamente, i pinzocheri erano gli appartenenti a un ordine francescano che praticava il voto di
povertà, ma rifiutavano l’obbedienza alla Chiesa; per estensione significa “bigotte, bacchettone” in senso
ironico.
4. La parentesi riunisce i termini del paragone sul quale tutta la poesia è impostata, rinnovando l’ironico
accostamento tra le rime e le dame di S.Vincenzo, qui chiamate vecchiarde, con un epiteto tratto dal
linguaggio colloquiale
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
Torna a fiorir la rosa
che pure dianzi languia;
e molle si riposa
sopra i gigli di pria.
Brillano le pupille
di vivaci scintille.
La guancia risorgente
tondeggia sul bel viso:
e, quasi lampo ardente,
va saltellando il riso
tra i muscoli del labro
ove riede il cinabro.
(Parini, L’educazione)
Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando,
pur come quella cui vento affatica
indi la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori e disse “Quando…
( Dante, Divina Commedia, Inferno. XXVI)
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto;
il primo d’otto tra i miei figli e figlie
e la sua mano non toccò mai briglie.
(Pascoli, La cavalla storna)
Non ti basto, lo so. Già i tuoi occhi
guardano a un sogno ov’io non oso entrare.
Già sulla soglia sei, fra rose chiare
Che sbocciando ti splendono ai ginocchi.
Già tu ascolti – e un po’ piangi, e un po’ sorridi –
musiche dolci ch’io non odo più.
Piccola mia, fragile amore, tu
Sei dunque come i passeri dei nidi?
(Ada Negri, Il sogno)
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto,
che furo al tempo che passaro i Mori
d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
seguendo l’l’ire e i giovenil furori
d’Agramante lor re, che si diè vanto
di vendicar la morte di Troiano
sopra re Carlo imperator romano.
Dirò d’Orlando in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai né in rima
che per amor venne in furore e matto,
d’uom che sì saggio era stimato prima;
se da colei che tal quasi m’ha fatto,
che ‘l poco ingegno ad or ad or mi lima,
me ne sarà però tanto concesso,
che mi basti a finir quanto ho promesso.
Piacciavi, generosa Erculea prole,
ornamento e splendor del secol nostro,
Ippolito, aggradir questo che vuole
e darvi sol può l'umil servo vostro.
Quel ch'io vi debbo, posso di parole
pagare in parte e d'opera d'inchiostro;
né che poco io vi dia da imputar sono,
che quanto io posso dar, tutto vi dono.
Voi sentirete fra i più degni eroi,
che nominar con laude m'apparecchio,
ricordar quel Ruggier, che fu di voi
e de' vostri avi illustri il ceppo vecchio.
L'alto valore e' chiari gesti suoi
vi farò udir, se voi mi date orecchio,
e vostri alti pensieri cedino un poco,
sì che tra lor miei versi abbiano loco.
(L.Ariosto, Orlando furioso, proemio)
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
verso
rima
strofa
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
il verso
imparisillabi: trisillabo, quinario, settenario, novenario,
endecasillabo
hanno gli accenti ritmici (ictus) in posizioni
prevalentemente mobili (eccetto per la
penultima sillaba dove cade sempre)
es. settenari:
es. endecasillabi:
“L’ àlbero a cui tendèvi
la pargolètta màno …”
“Nel mezzo del cammìn di nostra vìta
Mi ritrovài per una selva oscùra…”
“Brìllano le pupìlle
Di vivàci scintìlle.”
“La madre or sòl suo dì tàrdo traèndo …”
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
il verso
parisillabi: binario, quaternario, senario, ottonario, decasillabo
hanno gli accenti ritmici (ictus) in posizioni fisse
es. senario:
es. decasillabo:
“Paròle che dìci
Paròle più nuòve …”
“Soffermàti sull’àrida spònda
volti i guàrdi al varcàto Ticìno …”
“ … ascoltàre tra i prùni e gli stèrpi …”
ma …
quando un verso non segue regole per quanto
riguarda il numero delle sillabe e/o la cadenza degli
ictus si chiama verso libero
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
la rima
le forme più frequenti:
identità dei suoni finali di
due parole (di solito poste
alla fine del verso) a partire
dalla sillaba accentata
 rima baciata (AA BB)
 rima alternata (ABAB)
 rima chiusa o incrociata (ABBA)
 rima incatenata (ABA BCB CDC …)
e ancora
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
 rima imperfetta o assonanza (sono identiche le
vocali ma diverse le consonanti)
 rima ipèrmetra (una parola piana rima con una
sdrucciola, in cui l’ultima sillaba non si conta)
 rima interna (due parole rimano all’interno di uno
stesso verso)
 rima al mezzo (rimano la parola finale di un verso e
una parola interna a uno dei versi successivi)
 rima equivoca (rimano due parole omofone ma di
diverso significato)
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
strofa
insieme di versi variamente tra loro
collegati dalla armonia del ritmo: ci
sono strofe a schema fisso e strofe
libere, a loro volta formate da versi
regolari o liberi
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
strofe a schema fisso
distico:
terzina:
quartina:
la strofa
O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna
Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando,
pur come quella cui vento affatica
Già tu ascolti – e un po’ piangi, e un po’ sorridi –
musiche dolci ch’io non odo più.
Piccola mia, fragile amore, tu
Sei dunque come i passeri dei nidi?
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
strofe a schema fisso
sestina:
ottava:
la strofa
Torna a fiorir la rosa
che pure dianzi languia;
e molle si riposa
sopra i gigli di pria.
Brillano le pupille
di vivaci scintille.
Dirò d’Orlando in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai né in rima
che per amor venne in furore e matto,
d’uom che sì saggio era stimato prima;
se da colei che tal quasi m’ha fatto
che ‘l poco ingegno ad or ad or mi lima,
me ne sarà però tanto concesso,
che mi basti a finir quanto ho promesso.
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l’occhio e l’orecchio: la metrica
Esperienza per l’apprendimento-2/: L’occhio e l’orecchio: la metrica
Fase 1. Gli studenti in gruppi di quattro leggeranno due poesie che esprimono posizioni
diverse nei confronti della rima (Caproni "Per lei" e Montale "Le rime"). Dopo la lettura
e il confronto gli alunni dovranno rispondere in che cosa sono diverse fra loro.
Fase 2. Gli studenti rileggeranno i test già proposti indicando con le lettere A B C ecc. il
sistema delle rime
Fase 3. spiegazione/lezione frontale (si richiama la definizione di verso, rima, strofa ecc
connessione fra livello tematico e livello metrico riprendendo le due poesie). Saranno
proposti esercizi su una serie di versi/strofe: gli studenti dovranno:
1. definire la misura del verso, scandendolo in sillabe e riconoscendo le eventuali
figure metriche;
2. riconoscere e definire gli schemi strofici più importanti.
•Abilità/competenza: analizzare, confrontare, comunicare oralmente, utilizzare
conoscenze acquisite, argomentare
•Disposizione della mente: motivazione per la spiegazione e la comprensione;
comunicare in modo preciso e chiaro; pensare metacognitivo
•Valutazione continua: osservazione degli studenti; interrogazione casuale del docente
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