Poeti si nasce … o si diventa?
Domanda:
Basta avere la tecnica per essere poeti
o
bisogna “sentire” da poeti?
Comprensione
durevole:
Gli studenti comprenderanno la specificità
del linguaggio poetico come forma espressiva
in cui il significante acquista un ruolo
privilegiato nel comunicare il messaggio
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“Poeti si nasce ... o si diventa?
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
Guillaume
Apollinaire
Poesia del 9 febbraio 1915:
Riconosciti Sei tu questa
adorabile persona sotto il grande
cappello di paglia
Ecco l'ovale del tuo viso
Occhio Naso Bocca
Il tuo delizioso collo un poco più
in basso il tuo cuore che batte
Ecco infine l'imperfetta immagine
del tuo adorato busto visto come
attraverso una nuvola.
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“Poeti si nasce ... o si diventa?
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
Il pleut
Guillaume
Apollinaire
Piove
piovono voci di donne come se fossero
morte persino nel ricordo
anche voi piovete meravigliosi incontri
della mia vita o goccioline
e quelle nubi impennate cominciano a
nitrire …
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“Poeti si nasce ... o si diventa?
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
Corrado Govoni
da "Rarefazioni e parole in
libertà" (1915)
“IL PALOMBARO”
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
3 ombre corrosive contro
l'ALBA
Filippo Tommaso Marinetti
SÌ, SÌ, COSÌ, L'AURORA SUL MARE
i venti via via lavorando impastando il mare così muscoli e
sangue per l'Aurora
EST
luce gialla sghimbescia
Poi
un verde diaccio
slittante
Poi
NORD un rosso strafottente
rumore duro vitreo
Poi un grigio stupefatto
Le nuvole rosee sono delizie lontane
fanfare di carminio
scoppi di scarlatto
fievole NO grigio
No
Sì
NO
tamtam di azzurro
SÌ
sì
sì
sì
SÌ
SÌ
giallo reboante
Meraviglia dei grigi
Tutte le perle dicono SÌ
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(...)
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
Di ronda alla spiaggia
Annotta. Nella piazza i trombettieri
uscirono a suonar la ritirata.
La consegna io l'ho, credo, scordata;
che tendono a ben altro i miei pensieri.
E il mare solitario i miei pensieri
culla con le sue lunghe onde grigiastre,
dove il tramonto scivolò con piastre
d'oro, rifulse in liquidi sentieri.
Questo a lungo ammirai, ben che al soldato
più chiudere che aprire gli occhi alletta,
che ha i piedi infermi ed il cuore malato.
E seggo, e sulla sabbia umida e netta
un nome da infiniti anni obliato
scrive la punta della baionetta.
Umberto Saba (1883-1957)
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“Poeti si nasce ... o si diventa?
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
Giuseppe Ungaretti
Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perchè non aveva più
Patria
Amò la Francia
e mutò nome
Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè
E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono
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In memoria
L'ho accompagnato
insieme alla padrona dell'albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa
Riposa
nel camposanto d'Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera
E forse io solo
so ancora
che visse
Locvizza, il 30 settembre 1916
“Poeti si nasce ... o si diventa?
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
Giacomo Leopardi
L'INFINITO
parafrasi
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
Questo colle solitario e questa siepe, che impedisce di vedere gran parte dell’estremo
orizzonte, mi furono sempre molto cari.
Ma sedendo e osservando, io immagino al di là di essa spazi senza confini, silenzi
inimmaginabili e una profondissima calma; al punto che il cuore quasi si smarrisce per lo
sbigottimento. Non appena sento il vento produrre un fruscio in mezzo a queste piante, io
paragono la voce del vento a quella del silenzio infinito e mi tornano alla mente il pensiero
dell’eternità, le epoche passate, l’immagine dell’epoca attuale, con tutta la sua attività, e
la sua voce.
Così il mio pensiero si annulla completamente in questa immensità e il perdersi in questo
mare produce in me una sensazione di dolcezza.
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
Giovanni Pascoli
Temporale
Un bubbolìo lontano. . .
Rosseggia l’orizzonte,
come affocato, a mare:
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ala di gabbiano.
parafrasi
In lontananza si sente un rombo indistinto. L’orizzonte, come se
fosse infuocato, diventa rosso dalla parte del mare; il cielo verso
la montagna è nero come la pece; le nubi chiare assomigliano a
degli stracci; il casolare che spicca in mezzo al nero del temporale
è come un’ala di gabbiano.
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“Poeti si nasce ... o si diventa?
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
Pietro Metastasio
“La libertà”
A NICE
Grazie agl’inganni tuoi,
al fin respiro, o Nice,
al fin d’un infelice
ebber gli dei pietà:
sento da’ lacci suoi,
sento che l’alma è sciolta;
non sogno questa volta,
non sogno libertà.
Mancò l’antico ardore,
e son tranquillo a segno,
che in me non trova sdegno
per mascherarsi amor.
Non cangio piú colore
quando il tuo nome ascolto;
quando ti miro in volto
piú non mi batte il cor.
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Sogno, ma te non miro
sempre ne’ sogni miei,
mi desto, e tu non sei
il primo mio pensier.
Lungi da te m’aggiro
senza bramarti mai;
son teco, e non mi fai
né pena, né piacer.
Di tua beltà ragiono,
né intenerir mi sento;
i torti miei rammento,
e non mi so sdegnar.
Confuso piú non sono
quando mi vieni appresso;
col mio rivale istesso
posso di te parlar.
Volgimi il guardo altero,
parlami in volto umano;
il tuo disprezzo è vano,
è vano il tuo favor;
ché piú l’usato impero
quei labbri in me non hanno;
quegli occhi piú non sanno
la via di questo cor. (...)
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
Alessandro Manzoni
MARZO 1821
Soffermati sull’arida sponda
vòlti i guardi al varcato Ticino,
tutti assorti nel novo destino,
certi in cor dell’antica virtù,
han giurato: non fia che quest’onda
scorra più tra due rive straniere;
non fia loco ove sorgan barriere
tra l’Italia e l’Italia, mai più!
L’han giurato: altri forti a quel giuro
rispondean da fraterne contrade,
affilando nell’ombra le spade
che or levate scintillano al sol.
Già le destre hanno strette le destre;
già le sacre parole son porte;
o compagni sul letto di morte,
o fratelli su libero suol.
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Chi potrà della gemina Dora,
della Bormida al Tanaro sposa,
del Ticino e dell’Orba selvosa
scerner l’onde confuse nel Po;
chi stornargli del rapido Mella
e dell’Oglio le miste correnti,
chi ritorgliergli i mille torrenti
che la foce dell’Adda versò,
quello ancora una gente risorta
potrà scindere in volghi spregiati,
e a ritroso degli anni e dei fati,
risospingerla ai prischi dolor;
una gente che libera tutta
o fia serva tra l’Alpe ed il mare;
una d’arme, di lingua, d’altare,
di memorie, di sangue e di cor.
“Poeti si nasce ... o si diventa?
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
Guido Gozzano
Le due strade
"La piccola Graziella, così cattiva e ingorda!..."
"Signora, si ricorda quelli anni?" - "E così bella
vai senza cavalieri in bicicletta?" - "Vede..."
"Ci segui un tratto a piede?" - "Signora, volentieri...“
Tra bande verdigialle d'innumeri ginestre
la bella strada alpestre scendeva nella valle.
Ecco nel lento oblio, rapidamente in vista,
apparve una ciclista a sommo del pendio.
Ci venne incontro; scese. "Signora! Sono Grazia!"
sorrise nella grazia dell'abito scozzese.
"Graziella, la bambina?" - "Mi riconosce ancora?"
"Ma certo!" E la Signora baciò la Signorina.
La piccola Graziella! Diciott'anni? Di già?
La Mamma come sta? E ti sei fatta bella!
"Ah! ti presento, aspetta, l'Avvocato: un amico
caro di mio marito... Dagli la bicicletta.“
Sorrise e non rispose. Condussi nell'ascesa
la bicicletta accesa d'un gran mazzo di rose.
E la Signora scaltra e la bambina ardita
si mossero: la vita una allacciò dell'altra.
Adolescente l'una nelle gonnelle corte,
eppur già donna: forte bella vivace bruna
e balda nel solino dritto, nella cravatta,
la gran chioma disfatta nel tocco da fantino.
Ed io godevo, senza parlare, con l'aroma
degli abeti l'aroma di quell'adolescenza. (...)
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
versificazione italiana
accentuativa
numero delle
sillabe
accenti ritmici
(ictus)
Attenzione!
per contare le sillabe devo
considerare le figure metriche e
l’ultima parola del verso
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
figure metriche
sinalèfe
fusione in un’unica sillaba della vocale finale
di una parola con la vocale iniziale della parola successiva
(es. “la terra ansante livida in sussulto”)
dialèfe
distinzione in due sillabe separate della
vocale finale di una parola e della vocale iniziale della parola
successiva (es. “E tu che se’ costì anima viva”)
sinèresi
fusione in un’unica sillaba di due o più vocali
normalmente distinte all’interno di una parola (es. “Ed oggi
nella Troade inseminata”)
dièresi
separazione di un dittongo in due sillabe,
segnalata da ¨ (es. “Forse perché della fatal qui¨ ete”)
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l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia
l’ultima parola
se è
piana (accento sulla penultima sillaba)
ha il numero di sillabe indicato dal nome
il verso
tronca (accento sull’ultima sillaba)
il verso ha
una sillaba in meno rispetto a quanto indicato dal
nome
sdrucciola (accento sulla terzultima sillaba)
verso ha una sillaba in più rispetto a quanto
indicato dal nome
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“Poeti si nasce ... o si diventa?
il
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Esperienza per l’apprendimento-1/: L’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia.
A) L’insegnante introduce l’argomento mostrando la proiezione di alcune poesie su lavagna
interattiva o su schermo, in formato ppt.
1) L’insegnante forma coppie.
2) Ad ogni membro della coppia assegna una della poesie proiettate con rispettiva trascrizione in
prosa a fronte.
3)
Ognuno dovrà evidenziare le differenze grafiche visive dei testi assegnati.
4)
Terminato il compito con brevi osservazioni scritte, i membri della coppia condividono il
lavoro svolto.
5) Vengono lette a campione alcune delle osservazioni proposte
B) L’insegnante legge a voce alta alcune poesie
1) L’insegnante fornisce spiegazioni su che cosa si intende per misura di un verso
2) Successivamente gli alunni in coppia (scambiate rispetto alla fase precedente) dovranno
scegliere alcuni versi del materiale esaminato, contarne le sillabe attribuendo loro un nome
possibile in base alla lunghezza.
•Abilità/competenza: analizzare, confrontare e fare distinzioni formali; comprendere l’importanza
del suono nella scrittura poetica.
•Disposizione della mente: Essere precisi, Ascoltare con empatia.
•Valutazione continua: valutazione delle osservazioni condivise prodotte dalle coppie
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