Poeti si nasce … o si diventa? Domanda: Basta avere la tecnica per essere poeti o bisogna “sentire” da poeti? Comprensione durevole: Gli studenti comprenderanno la specificità del linguaggio poetico come forma espressiva in cui il significante acquista un ruolo privilegiato nel comunicare il messaggio INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 1 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia Guillaume Apollinaire Poesia del 9 febbraio 1915: Riconosciti Sei tu questa adorabile persona sotto il grande cappello di paglia Ecco l'ovale del tuo viso Occhio Naso Bocca Il tuo delizioso collo un poco più in basso il tuo cuore che batte Ecco infine l'imperfetta immagine del tuo adorato busto visto come attraverso una nuvola. INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 2 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia Il pleut Guillaume Apollinaire Piove piovono voci di donne come se fossero morte persino nel ricordo anche voi piovete meravigliosi incontri della mia vita o goccioline e quelle nubi impennate cominciano a nitrire … INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 3 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia Corrado Govoni da "Rarefazioni e parole in libertà" (1915) “IL PALOMBARO” INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 4 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia 3 ombre corrosive contro l'ALBA Filippo Tommaso Marinetti SÌ, SÌ, COSÌ, L'AURORA SUL MARE i venti via via lavorando impastando il mare così muscoli e sangue per l'Aurora EST luce gialla sghimbescia Poi un verde diaccio slittante Poi NORD un rosso strafottente rumore duro vitreo Poi un grigio stupefatto Le nuvole rosee sono delizie lontane fanfare di carminio scoppi di scarlatto fievole NO grigio No Sì NO tamtam di azzurro SÌ sì sì sì SÌ SÌ giallo reboante Meraviglia dei grigi Tutte le perle dicono SÌ INNOVADIDATTICA 2009-2010 (...) “Poeti si nasce ... o si diventa? 5 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia Di ronda alla spiaggia Annotta. Nella piazza i trombettieri uscirono a suonar la ritirata. La consegna io l'ho, credo, scordata; che tendono a ben altro i miei pensieri. E il mare solitario i miei pensieri culla con le sue lunghe onde grigiastre, dove il tramonto scivolò con piastre d'oro, rifulse in liquidi sentieri. Questo a lungo ammirai, ben che al soldato più chiudere che aprire gli occhi alletta, che ha i piedi infermi ed il cuore malato. E seggo, e sulla sabbia umida e netta un nome da infiniti anni obliato scrive la punta della baionetta. Umberto Saba (1883-1957) INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 6 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia Giuseppe Ungaretti Si chiamava Moammed Sceab Discendente di emiri di nomadi suicida perchè non aveva più Patria Amò la Francia e mutò nome Fu Marcel ma non era Francese e non sapeva più vivere nella tenda dei suoi dove si ascolta la cantilena del Corano gustando un caffè E non sapeva sciogliere il canto del suo abbandono INNOVADIDATTICA 2009-2010 In memoria L'ho accompagnato insieme alla padrona dell'albergo dove abitavamo a Parigi dal numero 5 della rue des Carmes appassito vicolo in discesa Riposa nel camposanto d'Ivry sobborgo che pare sempre in una giornata di una decomposta fiera E forse io solo so ancora che visse Locvizza, il 30 settembre 1916 “Poeti si nasce ... o si diventa? 7 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia Giacomo Leopardi L'INFINITO parafrasi Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare. Questo colle solitario e questa siepe, che impedisce di vedere gran parte dell’estremo orizzonte, mi furono sempre molto cari. Ma sedendo e osservando, io immagino al di là di essa spazi senza confini, silenzi inimmaginabili e una profondissima calma; al punto che il cuore quasi si smarrisce per lo sbigottimento. Non appena sento il vento produrre un fruscio in mezzo a queste piante, io paragono la voce del vento a quella del silenzio infinito e mi tornano alla mente il pensiero dell’eternità, le epoche passate, l’immagine dell’epoca attuale, con tutta la sua attività, e la sua voce. Così il mio pensiero si annulla completamente in questa immensità e il perdersi in questo mare produce in me una sensazione di dolcezza. INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 8 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia Giovanni Pascoli Temporale Un bubbolìo lontano. . . Rosseggia l’orizzonte, come affocato, a mare: nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare: tra il nero un casolare: un’ala di gabbiano. parafrasi In lontananza si sente un rombo indistinto. L’orizzonte, come se fosse infuocato, diventa rosso dalla parte del mare; il cielo verso la montagna è nero come la pece; le nubi chiare assomigliano a degli stracci; il casolare che spicca in mezzo al nero del temporale è come un’ala di gabbiano. INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 9 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia Pietro Metastasio “La libertà” A NICE Grazie agl’inganni tuoi, al fin respiro, o Nice, al fin d’un infelice ebber gli dei pietà: sento da’ lacci suoi, sento che l’alma è sciolta; non sogno questa volta, non sogno libertà. Mancò l’antico ardore, e son tranquillo a segno, che in me non trova sdegno per mascherarsi amor. Non cangio piú colore quando il tuo nome ascolto; quando ti miro in volto piú non mi batte il cor. INNOVADIDATTICA 2009-2010 Sogno, ma te non miro sempre ne’ sogni miei, mi desto, e tu non sei il primo mio pensier. Lungi da te m’aggiro senza bramarti mai; son teco, e non mi fai né pena, né piacer. Di tua beltà ragiono, né intenerir mi sento; i torti miei rammento, e non mi so sdegnar. Confuso piú non sono quando mi vieni appresso; col mio rivale istesso posso di te parlar. Volgimi il guardo altero, parlami in volto umano; il tuo disprezzo è vano, è vano il tuo favor; ché piú l’usato impero quei labbri in me non hanno; quegli occhi piú non sanno la via di questo cor. (...) “Poeti si nasce ... o si diventa? 10 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia Alessandro Manzoni MARZO 1821 Soffermati sull’arida sponda vòlti i guardi al varcato Ticino, tutti assorti nel novo destino, certi in cor dell’antica virtù, han giurato: non fia che quest’onda scorra più tra due rive straniere; non fia loco ove sorgan barriere tra l’Italia e l’Italia, mai più! L’han giurato: altri forti a quel giuro rispondean da fraterne contrade, affilando nell’ombra le spade che or levate scintillano al sol. Già le destre hanno strette le destre; già le sacre parole son porte; o compagni sul letto di morte, o fratelli su libero suol. INNOVADIDATTICA 2009-2010 Chi potrà della gemina Dora, della Bormida al Tanaro sposa, del Ticino e dell’Orba selvosa scerner l’onde confuse nel Po; chi stornargli del rapido Mella e dell’Oglio le miste correnti, chi ritorgliergli i mille torrenti che la foce dell’Adda versò, quello ancora una gente risorta potrà scindere in volghi spregiati, e a ritroso degli anni e dei fati, risospingerla ai prischi dolor; una gente che libera tutta o fia serva tra l’Alpe ed il mare; una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor. “Poeti si nasce ... o si diventa? 11 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia Guido Gozzano Le due strade "La piccola Graziella, così cattiva e ingorda!..." "Signora, si ricorda quelli anni?" - "E così bella vai senza cavalieri in bicicletta?" - "Vede..." "Ci segui un tratto a piede?" - "Signora, volentieri...“ Tra bande verdigialle d'innumeri ginestre la bella strada alpestre scendeva nella valle. Ecco nel lento oblio, rapidamente in vista, apparve una ciclista a sommo del pendio. Ci venne incontro; scese. "Signora! Sono Grazia!" sorrise nella grazia dell'abito scozzese. "Graziella, la bambina?" - "Mi riconosce ancora?" "Ma certo!" E la Signora baciò la Signorina. La piccola Graziella! Diciott'anni? Di già? La Mamma come sta? E ti sei fatta bella! "Ah! ti presento, aspetta, l'Avvocato: un amico caro di mio marito... Dagli la bicicletta.“ Sorrise e non rispose. Condussi nell'ascesa la bicicletta accesa d'un gran mazzo di rose. E la Signora scaltra e la bambina ardita si mossero: la vita una allacciò dell'altra. Adolescente l'una nelle gonnelle corte, eppur già donna: forte bella vivace bruna e balda nel solino dritto, nella cravatta, la gran chioma disfatta nel tocco da fantino. Ed io godevo, senza parlare, con l'aroma degli abeti l'aroma di quell'adolescenza. (...) INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 12 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia versificazione italiana accentuativa numero delle sillabe accenti ritmici (ictus) Attenzione! per contare le sillabe devo considerare le figure metriche e l’ultima parola del verso INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 13 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia figure metriche sinalèfe fusione in un’unica sillaba della vocale finale di una parola con la vocale iniziale della parola successiva (es. “la terra ansante livida in sussulto”) dialèfe distinzione in due sillabe separate della vocale finale di una parola e della vocale iniziale della parola successiva (es. “E tu che se’ costì anima viva”) sinèresi fusione in un’unica sillaba di due o più vocali normalmente distinte all’interno di una parola (es. “Ed oggi nella Troade inseminata”) dièresi separazione di un dittongo in due sillabe, segnalata da ¨ (es. “Forse perché della fatal qui¨ ete”) INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 14 l’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia l’ultima parola se è piana (accento sulla penultima sillaba) ha il numero di sillabe indicato dal nome il verso tronca (accento sull’ultima sillaba) il verso ha una sillaba in meno rispetto a quanto indicato dal nome sdrucciola (accento sulla terzultima sillaba) verso ha una sillaba in più rispetto a quanto indicato dal nome INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? il 15 Esperienza per l’apprendimento-1/: L’occhio e l’orecchio: livello grafico e fonico nella poesia. A) L’insegnante introduce l’argomento mostrando la proiezione di alcune poesie su lavagna interattiva o su schermo, in formato ppt. 1) L’insegnante forma coppie. 2) Ad ogni membro della coppia assegna una della poesie proiettate con rispettiva trascrizione in prosa a fronte. 3) Ognuno dovrà evidenziare le differenze grafiche visive dei testi assegnati. 4) Terminato il compito con brevi osservazioni scritte, i membri della coppia condividono il lavoro svolto. 5) Vengono lette a campione alcune delle osservazioni proposte B) L’insegnante legge a voce alta alcune poesie 1) L’insegnante fornisce spiegazioni su che cosa si intende per misura di un verso 2) Successivamente gli alunni in coppia (scambiate rispetto alla fase precedente) dovranno scegliere alcuni versi del materiale esaminato, contarne le sillabe attribuendo loro un nome possibile in base alla lunghezza. •Abilità/competenza: analizzare, confrontare e fare distinzioni formali; comprendere l’importanza del suono nella scrittura poetica. •Disposizione della mente: Essere precisi, Ascoltare con empatia. •Valutazione continua: valutazione delle osservazioni condivise prodotte dalle coppie INNOVADIDATTICA 2009-2010 “Poeti si nasce ... o si diventa? 16