CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO CAPITOLO 2 ORIENTAMENTO 2.1 - Linea meridiana -Rosa dei venti. In un dato punto, la retta ottenuta dall’intersezione del piano meridiano geografico o astronomico con il piano dell’orizzonte è denominata linea meridiana geografica, astronomica (vera) o più semplicemente linea meridiana; essa è suddivisa dal punto dell’osservatore P in due semirette, indicanti nell’orizzonte la direzione nord (N) e quella sud (S), individuata una di queste dal polo celeste elevato (v. figura 2.1). L’intersezione del primo piano verticale, normale a quello meridiano e sempre col piano dell’orizzonte, genera una retta perpendicolare alla linea meridiana anch’essa suddivisa dal punto P in due semirette, indicanti le direzioni est (E) e ovest (W). La direzione est è sulla destra di un osservatore posto nel punto P, con la faccia rivolta verso la direzione nord. È doveroso precisare che la dizione direzione sta ad indicare verso dizione che sarà sempre mantenuta in seguito. Pn Pn w1 π N w2 φ w w1 φ w2 P W G z v w E P' w * S O φ λl N π W E P1 S Ps Figura 2.1 – Piano dell’orizzonte – linea meridiana - scomposizione della rotazione terrestre e rotazione dell’orizzonte. Le denominazioni delle direzioni citate hanno, con molte probabilità, un’origine nordica, date dai popoli del nord Europa; infatti, nella lingua 35 Mario Vultaggio francese del XII secolo si trovano north, south, hest, ouest, nomi derivati dalla lingua inglese. In figura 2.1, il piano π indica il piano orizzontale passante per il punto P; il piano meridiano di P traccia sulla sfera il suo meridiano; le rette N - S ed E – W nel piano π indicano la linea meridiana (linea nord-sud) e la linea est-ovest, tracce nell'orizzonte rispettivamente del meridiano e del parallelo passanti per il punto P, situato nell’emisfero terrestre nord. Si noti che in questo punto la direzione nord è individuata dal polo nord che individua il polo elevato. In figura sono anche segnate le due linee N - S ed E – W relative al punto P1 situato nell’emisfero terrestre sud; nel punto P’ l’orizzonte è rappresentato dalla retta tangente alla superficie sferica ed il suo piano meridiano coincide con il foglio. L’orizzonte di un dato punto, in conformità di come in realtà appare, è rappresentato da una circonferenza avente per centro il punto; le quattro direzioni teste definite sono rappresentate dai loro punti d’intersezione con detta circonferenza, indicati lo stesso con le lettere N, E, S, W (v. figura 2.2). Questi punti, ed anche le rispettive direzioni, sono detti cardinali, credendo gli antichi che essi corrispondessero ai cardines mundi; l'aggettivo, d'altronde, ben si presta a caratterizzare la loro importanza per l’orientamento. Privilegiando linea meridiana, i punti cardinali N e S sono detti principali e secondari i punti E ed W. N W P E S Figura 2.2 – Direzioni principali dell’orizzonte e nel primo quadrante Le due linee N - S ed E – W dividono l’orizzonte in quattro quadranti, che, a partire dalla direzione nord in senso orario, prendono il nome di primo, secondo, terzo e quarto quadrante. La metà di un quadrante (v. figura 2.2b) è detta vento e la metà di un vento mezzo vento, le cui ampiezze sono rispettivamente di 45° e di 22°30’(22.5°). Ancora, la metà di un mezzo vento è chiamata quarta (o rombo), la sua metà mezza 36 CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO quarta e la metà di quest’ultima quartina, ampie rispettivamente 11°15’ (11.25°), 5°37’30"(5.625°) e 2°48’45’’(2.8125°). L’orizzonte comprende 8 venti, 16 mezzi venti, 32 quarte o rombi, 64 mezze quarte e ben 128 quartine. A partire dalla linea meridiana, con la suddivisione dell’orizzonte in venti si ottengono le direzioni intercardinali, e con quella in mezzi venti le direzioni intermedie i cui relativi punti sono indicati in figura. 2.3. La denominazione di una direzione intercardinale e del suo corrispondente punto risulta dall'accoppiamento delle due lettere indicanti le direzioni intercardinali limitanti il quadrante di cui essa è bisettrice, prima la lettera della direzione cardinale principale e poi quella della secondaria; 1’indicazione di una direzione intermedia e del suo relativo punto si compone di quella cardinale più vicina seguita dalla intercardinale più prossima. Riguardo, poi, alla suddivisione dell’orizzonte in quarte o rombi, l’indicazione di una di queste direzioni si compone di un gruppo di lettere disposte nel seguente ordine: nome della direzione cardinale o intercardinale più vicina lettera q (indicante la quarta), nome della direzione intercardinale o cardinale più prossima, come ben si nota in figura 2.4 che contempla l’intero orizzonte; ad esempio, NEqN vuol significare che la direzione cardinale di riferimento è quella di NE(45°) e che occorre spostarsi in direzione di una quarta verso N. Si potrebbe continuare con le suddivisioni in mezze quarte e quartine, ottenendo altre, direzioni: l’orizzonte circolare con tutte queste direzioni (cardinali, intercardinali, ecc.) costituisce la ben nota rosa dei venti. Figura 2.3 – Rosa dei venti – Direzioni principali. 37 Mario Vultaggio Figura 2.4 – Rosa dei venti – Rappresentazione delle quarte , mezze quarte e quartine. Più conveniente e pratico risulta graduare la circonferenza da 0° a 360°, a partire dalla direzione N nel senso orario guardando dal centro, senso N-E-S-W (v. figura 2.5): una siffatta graduazione è oggi universalmente accettata. N 0° W 270° E P 90° E 180° S Figura 2.5 – Rappresentazione circolare dell’orizzonte con coppia di aghi magnetici. 38 CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO La divisione dell’orizzonte in vari settori risale ad epoca remotissima; può considerarsi una delle prime invenzioni dell’uomo di mare. Da una partizione in due soli settori mediante la linea est-ovest, si passò ad una suddivisione più complessa, ad una stella o rosa dei venti, alla quale i venti e le direzioni da cui spiravano si identificavano con lo stesso nome (v. figura 2.3). La rosa omerica contemplava solamente quattro settori, corrispondenti ai quadranti dianzi accennati; alle quattro direzioni cardinali N, E, S, W corrispondevano rispettivamente i venti Borea, Argeste, Noto e Zefiro, nomi dei quattro figli di Eos (aurora) e di Atreo (la notte stellata). Borea, vento freddo spirante da nord, fu detto anche Aquilone; Argeste fu da Omero ribattezzato in Euro e dai Romani Volturno; Noto era per i Greci il vento delle piogge; Zefiro fu dai Romani chiamato Favonio. Questi venti, oltre alle quattro direzioni cardinali, interessavano un settore ampio 90°: era vento Borea quello spirante nel settore NW-NE e così gli altri tre venti: Euro nel settore NE-SE, Noto nel settore SE-SW e Zefiro, infine, nel settore SW-NW. All’epoca delle Repubbliche Marinare la rosa comprendeva ben otto settori, ottenuti dimezzando i quattro quadranti con le direzioni intercardinali; di qui la seguente denominazione alle direzioni cardinali ed intercardinali a partire da N nel senso N-E-S-W: Tramontana, Greco, Levante, Scirocco, Mezzogiorno, Libeccio, Ponente, Maestro. Per l’etimologia delle direzioni intercardinali occorre porsi al centro del mare Ionio, a metà strada tra le coste greche e quelle calabre: il vento spirante da NE proviene dalla Grecia, quello da SE approssimativamente dal deserto siriaco, quello da SW dalle coste occidentali libiche ed infine quello da NW proviene pressappoco dalla direzione di Roma (maestra delle genti); ancora, la direzione Maestro rappresentava per i naviganti delle Repubbliche Marinare la via maestra per raggiungere la madrepatria, giunti dall’oriente canale d’Otranto. Comprensibili le denominazioni di Levante e Ponente; Mezzogiorno rappresenta per i popoli del Mediterraneo (e non soltanto per questi) la direzione in cui è visto il sole a mezzodì.La dizione Tramontana è un adattamento del latino transmontanus (tal di là dei monti), da cui anche Tramonti, località montana situata dal lato nord della città di Amalfi. Nel tardo quattrocento le rose delle bussole magnetiche presentavano una suddivisione angolare più spinta, fino ad indicare le 64 mezze quarte, per cui la precisione delle loro indicazioni era dell’ordine dei 5° ÷ 6°. Per questo una delle prime lezioni di pratica marinara consisteva nell’imparare a dire o a segnare tutte le direzioni suddividendo l’orizzonte in quadranti, venti, mezzi venti, rombi o quarte, ed oltre. 39 Eliminato: Eliminato: Eliminato: ¶ Eliminato: Mario Vultaggio Ritornando alla figura 2.1, un osservatore in P o in P1 ponendosi in moto seguendo sempre la direzione nord, arriverà al polo nord, e movendosi, invece, secondo la direzione sud, arriverà al polo sud. Qui giunto, nei poli, non potrà più orientarsi, cioè non potrà più definire nel suo orizzonte le due linee nord - sud (o la linea meridiana) e quella estovest. Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Tabella 2.1 – Rosa dei venti - Conversione quadrantale in circolare Primo Quadrante Direzione Direzione quadrantale circolare N 0° 2°48’45’’ N ρ NE N q NE 5°37’30’’ 8°26’15’’ N q ρ NE 11°15’ N ρ NE 14°03’45’’ N ρρ NE 16°52’0’’ N ρ q NE N ρ q ρ NE 19°41’15’’ NNE 22°30’ NE ρ q ρ N 25°18’45’’ 28°07’30’’ NE ρ q N 30°56’15’’ NE ρρ N 33°45’ NE ρ N 36°33’45’’ NE q ρ N NE q N 39°22’30’’ 42°11’15’’ NE ρ N NE 45° 47°48’45’’ NE ρ E NE q E 50°37’30’’ 53°26’15’’ NE q ρ E 56°15’ NE ρ E 59°03’45’’ NE ρ ρ E 61°52’30’’ NE ρ q E NE ρ q ρ E 64°41’15’’ ENE 67°30’ E ρ q ρ NE 70°18’45’’ 73°07’30’’ E ρ q NE 75°56’15’’ E ρρ NE 78°45’ E ρ NE 81°33’45’’ E q ρ NE E q NE 84°22’30’’ 87°11’15’’ E ρ NE E 90° Secondo Quadrante Direzione Direzione circolare quadrantale E 90° 92°48’45’’ E ρ SE E q SE 95°37’30’’ 98°26’15’’ E q ρ SE 101°15’ E ρ SE 104°03’45’’ E ρρ SE 106°52’0’’ E ρ q SE 109°41’15’’ E ρ q ρ SE ESE 112°30’ 115°18’45’’ SE ρ q ρ E 118°07’30’’ SE ρ q E 120°56’15’’ SE ρρ E 123°45’ SE ρ E 126°33’45’’ SE q ρ E SE q E 129°22’30’’ 122°11’15’’ SE ρ E SE 135° 137°48’45’’ SE ρ S SE q S 140°37’30’’ 143°26’15’’ SE q ρ S 146°15’ SE ρ S 149°03’45’’ SE ρρ S 151°52’30’’ SE ρ q S 154°41’15’’ SE ρ q ρ S SSE 157°30’ 160°18’45’’ S ρ q ρ SE 163°07’30’’ S ρ q SE 165°56’15’’ S ρρ SE 168°45’ S ρ SE 171°33’45’’ S q ρ SE S q SE 174°22’30’’ 177°11’15’’ S ρ SE S 180° Terzo Quadrante Direzione Direzione circolare quadrantale S 180° 182°48’45’’ S ρ SW S q SW 185°37’30’’ 188°26’15’’ S q ρ SW 191°15’ S ρ SW 194°03’45’’ S ρρ SW 196°52’0’’ S ρ q SW S ρ q ρ SW 199°41’15’’ SSW 202°30’ SW ρ q ρ S 205°18’45’’ 208°07’30’’ SW ρ q S 210°56’15’’ SW ρρ S 213°45’ SW ρ S 216°33’45’’ SW q ρ S SW q S 219°22’30’’ 222°11’15’’ SW ρ S SW 225° 227°48’45’’ SW ρ W SW q W 230°37’30’’ 233°26’15’’ SW q ρ W 236°15’ SW ρ W 239°03’45’’ SW ρρ W SW ρ q θ W 241°52’30’’ SW ρ q ρ W 244°41’15’’ WSW 247°30’ W ρ q ρ SW 250°18’45’’ 253°07’30’’ W ρ q SW 255°56’15’’ W ρρ SW 258°45’ W ρ SW W q θρ SW 261°33’45’’ W q SW 264°22’30’’ 267°11’15’’ W ρ SW W 270° Quarto Quadrante Direzione Direzione quadrantale circolare W 270° 272°48’45’’ W ρ NW W q NW 275°37’30’’ 278°26’15’’ W q ρ NW 281°15’ W ρ NW 284°03’45’’ W ρρ NW 286°52’0’’ W ρ q NW W ρ qρ NW 289°41’15’’ WNW 292°30’ NW ρ qρ W 295°18’45’’ 298°07’30’’ NW ρ q W 301°56’15’’ NW ρρ W 303°45’ NW ρ W 306°33’45’’ NW q ρ W NW q W 309°22’30’’ 312°11’15’’ NW ρ W NW 315° 317°48’45’’ NW ρ N NW q N 320°37’30’’ 323°26’15’’ NW q ρ N 326°15’ NW ρ N 329°03’45’’ NW ρρ N 331°52’30’’ NW ρ q N NW ρ q ρ N 334°41’15’’ NNW 337°30’ N ρ q ρ NW 340°18’45’’ 343°07’30’’ N ρ q NW 345°56’15’’ N ρρ NW 3488°45’ N ρ NW 351°33’45’’ N q ρ NW N q NW 354°22’30’’ 357°11’15’’ N ρ NW N 360° ρ=una quarta =11°15’; q=mezza quarta =5°37’30’’; ρ=una quartina = 2°48’45’’ Per convertire una direzione circolare in quadrantale si utilizza la tabella di conversione; nel caso non si disponga della tabella occorre applicare la seguente procedura: 40 Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Eliminato: θ CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO • individuare la direzione quadrantale più vicina a meno di mezzo vento Δ 1 < 22°30’; • valutare se Δ1 > ρ o Δ 1 < ρ; calcolare la differenza Δ 2 = Δ 1 − ρ se Δ 1 >ρ; • valutare se Δ 2 > q o Δ 2 < q ; calcolare la differenza Δ 3 = Δ 2 − q se ; Δ 2 > q • valutare se Δ3 >ρ o Δ 3 <ρ ; calcolare la differenza Δ 4 = Δ 3 − ρ: • comporre la misura quadrantale combinando la direzione cardinale principale, aggiungere la quarta ρ se esiste, la mezza quarta q se esiste e la quartina ρ se esiste. Codice campo modificato Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Codice campo modificato Codice campo modificato Codice campo modificato Codice campo modificato Codice campo modificato Tabella 2.2 – Esempi di conversione circolare in quadrantale Prora circolare 75° 90°-75°= Δ1 =15° Prora quadrantale Δ1 >ρ ρ Δ1 − ρ=3°45’ Δ2 < q E -- ---- Δ3 -ρ=0°56’15’’ ρ Δ 4 <ρ resto Prora circolare 114° 135°-114°=21° Prora quadrantale SE Codice campo modificato Δ1 >ρ Δ1 − ρ= Δ2 = 10°45’ Δ2 > q Δ2 − q= Δ3 = 4°07’30’’ Δ3 -ρ= Δ 4 = 01°18’45’’ ρ Codice campo modificato Δ 4 <ρ resto E ρρ NE 231° 231°-225°= Δ 1 =6° Δ 1 <ρ Δ 2 = Δ1 Δ2 > q Δ 2 − q= Δ 3 = 0°22’30’’ 341° 360°-341°=19° SW Δ 1 >ρ Δ 1 − ρ= Δ 2 = 7°45’ Δ2 > q Δ 2 − q= Δ 3 = 2°07’30’’ q ρ Δ 4 <ρ Codice campo modificato Codice campo modificato ρ Codice campo modificato Codice campo modificato q Codice campo modificato Codice campo modificato Codice campo modificato resto La conversione finale che si ottiene è approssimata a meno del valore di una quartina (resto). Per convertire il valore quadrantale in circolare occorre trasformate il cardine principale in gradi e poi sommare o sottrarre 41 Codice campo modificato Codice campo modificato N ρ q NW SW q W Codice campo modificato N Δ 3 <ρ resto Codice campo modificato Codice campo modificato SE ρ q ρ E Δ 3 <ρ Δ 4 <ρ Codice campo modificato q Codice campo modificato Codice campo modificato Codice campo modificato Codice campo modificato Mario Vultaggio la quarta, la mezza quarta e la quartina; il segno è definito dal secondo cardine: positivo se il verso è orario; negativo se anti orario. Si riportano nelle tabella 2.2 e 2.3 alcuni esempi di conversione da circolare a quadrantale e da quadrantale a circolare: Tabella 2.3 – Esempi di conversione quadrantale in circolare Prora quadrantale N ρ q ρ NE N +ρ +q +ρ S ρρ SE S +ρ -θ +ρ Prora circolare 0° 11°15’ 5°37’30’’ 2°48’45’’ 20°41’15’’ 21.7° 180° 11°15’ 2°48’45’’ 165°56’15’’ 167.9° Prora quadrantale NW ρθρ W NW -ρ -θ -ρ W q ρ SW 270° -q -ρ Prora circolare 315° 11°15’ 5°37’30’’ 2°48’45’’ 295°18’45’’ 295.3° 315° 5°37’30’’ 2°48’45’’ 261°33’45’’ 262.5° 2.2 –La sfera celeste ed i riferimenti astronomici Per l'orientamento bene si presta la sfera celeste ed i suoi riferimenti astronomici. La figura 2.6 rappresenta la sfera delle direzioni o sfera celeste rappresentata da una sfera di raggio unitario con il centro nell’occhio di un osservatore posto nell’emisfero settentrionale; l’orizzonte astronomico, individuato dal piano orizzontale perpendicolare alla verticale (Z - Z’: Zenit - Nadir ) esistono due linee fondamentali ortogonali N – S ed E - W, che rappresentano rispettivamente il meridiano ed il parallelo passanti per esso; la linea meridiana (o linea nordsud) e la linea est - ovest. La linea meridiana è individuata, a meno di un certo errore, dall’ago della bussola magnetica o con più precisione dall’asse del rotore della bussola giroscopica. Per l’emisfero terrestre nord il polo celeste elevato è quello nord che approssimativamente può essere considerato coincidente con la stella polare ( α dell’Orsa Minore); di qui la possibilità d'individuare il piano meridiano e quindi nell’orizzonte la linea meridiana, la cui direzione nord è quella della stella. Non coincidendo perfettamente col polo celeste nord, la stella po42 CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO lare partecipa, come tutti gli altri astri, al moto apparente diurno della sfera celeste, descrivendo in un giorno sidereo intorno al polo una piccola circonferenza il cui raggio è minore di un grado. Z Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Ms 90−φ f' Pcn W * C φ T S N E Pcs * D * A B* Mi Z' Figura 2.6 – Sfera celeste e moto diurno Non tenendo conto di ciò, l'errore che si commette nell’individuare la direzione del nord è molto piccolo, funzione della latitudine della località e dell’ora, in pratica non supera i 2°. A titolo soltanto informativo va detto che la stella polare si trova nel piano del meridiano della località nell'istante in cui sul suo cerchio verticale si trovano contemporaneamente la stella Alioth dell’Orsa Maggiore e la stella γ di Cassiopea (stella variabile irregolare). Anche il Sole permette d’individuare la linea meridiana a mezzogiorno (vero), quando assume la massima altezza sull’orizzonte; a seconda della latitudine della località e del giorno esso culmina dal lato nord o dal lato sud e suggerimenti vari vengono forniti per poter individuare la linea meridiana. Nei giorni equinoziali, poi, i punti in cui sorge e tramonta il Sole definiscono la linea est-ovest, con approssimazione sempre più marcata avvicinandosi ai giorni solstiziali. Non sfugge, infine, la possibilità di orientarsi a seguito di un calcolo d’azimut (rilevamento) di un astro o di un punto noto per la località e per l’istante desiderato. E per finire, anche con la semplice osservazione dell’ambiente può effettuarsi un grossolano orientamento. Le pietre, le piante, i piloni e tutti gli oggetti verticali presentano verso nord una colorazione più scura e spesso sono, in questa direzione, coperti di muschio; alcuni fiori, come il girasole, tendono a volgersi verso il Sole; Codice campo modificato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato 43 Mario Vultaggio all’ingresso dei formicai manca qualsiasi traccia d’erba verso la direzione sud, ecc. Delle due direzioni fondamentali dell’orizzonte, la nord-sud e la estovest, fu la seconda ad essere per prima individuata dall’uomo primitivo, dato che i cardini del sorgere e tramonto del Sole furono i primi ad attirare la sua attenzione. Non è stato chiamato primo piano verticale quello relativo alla direzione est-ovest? Ed il sostantivo orientamento non deriva da oriente, punto del sorgere del Sole? Ed ecco giustificata la presenza di svariati disegni allegorici sulla direzione est delle rose delle vecchie bussole magnetiche marine. La navigazione astronomica fu per i primi popoli navigatori, quali i Fenici, una navigazione prettamente di orientamento. Al progredire delle altezze del Sole, di giorno, e delle stelle, dei pianeti e della Luna, di notte, essi deducevano il lato d’oriente e quello d’occidente; la direzione del nord era invece individuata dalla stella Kochab, la β dell’Orsa Minore, e non la α l’attuale stella polare, essendo intorno al 1000 a.C. le declinazioni delle due stelle rispettivamente di 83°.5 e 72°.8 nord. Eliminato: linee 2.3 -Linea meridiana magnetica Sin dagli inizi del XVII secolo la Terra fu considera sede di campo magnetico; associandola ad una grande calamita, onde giustificare l’orientamento dell'ago della bussola. Gilbert (1540- 1603) precisò, con lucida esposizione, le intuizioni di Fracastoro nel suo lavoro "De magnete, magnetisque corporibus et de magna magnete tellure": non più dunque influenze celesti sulla bussola come molti prima avevano ipotizzato. L’esistenza del campo magnetico terrestre (c.m.t.), senza entrare nel vivo delle varie ipotesi circa la sua origine, può essere considerata dovuta ad un grande magnete situato nell’interno del pianeta, inclinato di circa 12° rispetto all’asse di rotazione, con polarità rossa (positiva o N) nell’emisfero sud (v. figura. 2.7), appunto per rispettare la legge che "poli eteronimi si attraggono e poli omonimi si respingono", avendo convenuto di considerare polo rosso (positivo o N) di una calamita quello che si orienta verso il nord. Il prolungamento del1’asse del magnete localizza i poli magnetici terrestri sulla superficie della terra; quello situato nell’emisfero nord, di natura negativa (S), è indicato quale polo magnetico nord perché vicino al polo geografico nord. 44 Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Formattato Eliminato: viene CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO In un punto l’intensità del c.m.t. è rappresentata dalla forza F, la cui direzione è individuata dalla tangente alla linea di forza passante per esso, forza che risulta inclinata rispetto al piano orizzontale dell’angolo θ, detto inclinazione magnetica. Il piano verticale contenente F è detto piano magnetico e la sua intersezione col piano orizzontale è nota quale linea meridiana magnetica (v. figura 2.7b). L’angolo tra i due piani meridiani, vero e magnetico, ovvero 1’angolo tra le due linee meridiane, vera e magnetica, è detto declinazione magnetica, indicata con la lettera dm. Forza F, declinazione dm ed inclinazione θ sono i parametri che caratterizzano il c.m.t. in una data località e subiscono variazioni regolari ed irregolari. Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Figura 2.7 – Campo magnetico terrestre e sua scomposizione L’angolo θ, positivo se F risulta sotto l'orizzonte, negativo se sopra, varia da 0 a 90°; la congiungente i punti in cui θ= 0 definisce l’equatore magnetico che divide la Terra in due emisferi magnetici: quello nord di natura negativa e quello sud di natura positiva; al polo magnetico nord risulta θ=90°, in quello sud θ= -90°, nelle nostre località θ=+60°. In un dato punto, un ago magnetico, libero di oscillare in tutte le direzioni ed in assenza di campi perturbatori, si orienta nel piano del meridiano magnetico secondo la direzione della forza F, inclinato rispetto al piano orizzontale dell’angolo θ, con la sua polarità positiva (o rossa) verso il basso nell’emisfero magnetico nord, verso l’alto in quello sud. Dette H e Z la componente orizzontale e verticale della forza F, dalla figura 2.7b, si ricava: H = F cos θ , Z = F sin θ 45 (2.1) Mario Vultaggio la prima, giacente lungo la linea meridiana magnetica, indica nell’orizzonte la direzione del nord magnetico (Nm); la seconda è rivolta verso il basso nell’emisfero magnetico nord, verso l’alto in quello sud. La componente H è la forza che conferisce, all’ago magnetica, la proprietà di indicare la direzione del nord magnetico. Note queste due componenti si ottiene: F = H +Z 2 Z , tan θ = H 2 Formattato: Tipo di carattere: 13 pt (2.2) Si consideri ora un ago magnetico libero di oscillare soltanto nel piano orizzontale e non influenzato da campi perturbatori; la sua posizione finale di equilibrio è rappresentata dalla linea meridiana magnetica della località, permettendo, così, d’individuare nell’orizzonte le direzioni del nord e del sud magnetico (Nrn, Sm); l’ago volge la polarità rossa (positiva) verso il nord e la polarità azzurra (negativa) verso il polo sud. Per la presenza della componente H della forza F del c.m.t. l’ago è sottoposto ad una coppia d’orientamento (v. figura 2.8) data da: C = mHd (2.3) con m la massa magnetica di uno dei poli e d il braccio della coppia . Dalla figura 2.8 risulta: d = l sin α (2.4) Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Figura 2.8 – Coppia d’orientamento con 1 la distanza polare dell’ago ed α l’angolo tra il suo asse e la linea meridiana magnetica; la coppia C diventa: C = mHl sin α ed ancora: C = MH sin α (2.5) essendo m 1= M, momento magnetico dell’ago. L’ago raggiunge la sua posizione d’equilibrio dopo una serie di oscillazioni (isocrone) di periodo: 46 Codice campo modificato Codice campo modificato CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO T = 2π I MH (2.6) con I il suo momento di inerzia rispetto all’asse di rotazione. La declinazione magnetica è positiva (o est) se il Nm è a destra del Nv negativa o ovest se a sinistra, guardando dal punto O col viso rivolto verso il Nv. Essa, come già detto, subisce variazioni regolari ed irregolari e può assumere tutti i valori da 0° a 180°, quest’ultimo nelle località delle calotte polari situate tra i due poli (polo geografico e magnetico); le coordinate geografiche dei due poli magnetici sono: φ ≈ 76° N , λ ≈ 100°W , φ ≈ 67°S , λ ≈ 140° E Nel Mediterraneo occidentale, attualmente, la declinazione è molto piccola e dell’ordine del grado. La posizione d’equilibrio di un ago magnetico libero di oscillare solamente nel piano orizzontale permette d’individuare nell’orizzonte di una data località la linea meridiana magnetica e da questa è possibile poi passare alla linea meridiana vera se nota la declinazione magnetica della località: è questo il principio della bussola magnetica, utilizzata sin dalle epoche più remote, quando non si conosceva la presenza del c.m.t. A notare per primi l’esistenza della declinazione magnetica furono i timonieri di Cristoforo Colombo che, durante il primo viaggio verso il continente americano, in pieno Atlantico, notarono, notte dopo notte, uno sfasamento sempre più grande tra la direzione indicata dall'ago della bussola magnetica e quella della stella polare. Ed il Colombo, da quel gran genio ch’era, così scrisse nel suo diario: che tale ineguaglianza che variar dovea, sebbene di poco, secondo i luoghi occupati dalla nave, esser dovea una correzione da praticare alle rotte della nave. Un così importante parametro è fornito da carte magnetiche (come anche gli altri parametri del c.m.t.); su queste si notano le linee isogone, cioè quelle linee che uniscono tutte le località in cui data epoca la declinazione ha lo stesso valore (la linea che passa per tutte le località in cui la declinazione è nulla è detta linea anagona). Evidentemente queste carte debbono permettere l’aggiornamento del parametro, fornendo per le varie località la relativa variazione annua. Le linee isogone sono riportate anche dalle carte di navigazione edite da alcuni Istituti Idrografici; quelle del nostro Istituto riportano il valore della declinazione, con l’anno di riferimento e con la sua variazione annua, in alcuni specchi d’acqua, al centro di una rosa. 47 Formattato: Rientro: Prima riga: 0 cm Formattato: Centrato, Rientro: Prima riga: 0 cm Eliminato: n Formattato: Rientro: Prima riga: 0 cm Mario Vultaggio Eliminato: ¶ 2.4 - Rotazione dell’orizzonte Rappresenti in figura 2.9 w il vettore velocità angolare terrestre giacente lungo l’asse polare e diretto verso il polo nord, in modo che un osservatore situato su di esso e con la testa dalla parte della cuspide vede la rotazione della Terra effettuarsi in senso diretto o antiorario. Pn Pn w1 N * z v w2 φ w w1 φ w2 A W G w Formattato: Tipo di carattere: 13 pt E B w S φ O λ l Ps Figura 2.9 – Scomposizione vettoriale della rotazione terrestre Dato che la velocità angolare è la stessa per tutti i punti di un corpo in rotazione, nei punti A e B della superficie terrestre si può considerare un vettore equipollente ad w. Scomposto quest’ultimo nelle due componenti w1 e w2, la prima lungo la linea meridiana e la seconda lungo la verticale; dalla figura 2.9 si ricava: w1 = w cos φ , w 2 = w sin φ (2.7) La componente w1 per qualsiasi località è sempre rivolta verso la direzione nord; la componente w2 è diretta verso lo zenit nell’emisfero nord e verso il nadir in quello sud. Di qui l’orizzonte di una data località,per la presenza di queste due componenti, è animato da due rotazioni: una intorno alla linea meridiana (v. figura 2.10), abbassandosi dal lato est ed alzandosi quello ovest, l’altra intorno alla verticale (v. figura 2.11), nel senso diretto o antiorario nell’emisfero nord e nel senso opposto in quello sud, senso definito guardando dallo zenit della località. La prima rotazione giustifica il sorgere e tramontare degli astri e permette all’asse del rotore della bussola giroscopica di orientarsi lungo la linea meridiana. Eliminato: ¶ 48 CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO Formattato: Tipo di carattere: 13 pt N w1 P S Figura 2.10 – Rotazione del piano orizzontale con asse coincidente con la linea meridiana La seconda rotazione dà luogo sui corpi in movimento sulla superficie terrestre (venti, correnti marine, ecc.) ad una deviazione della loro traiettoria verso destra nell’emisfero nord e verso sinistra in quello sud. Eliminato: alzandosi quello ovest, l’altra intorno alla verticale (v. figura 2.11), nel senso diretto o antiorario nell’emisfero nord e nel senso opposto in quello sud, senso definito guardando dallo zenit della località. ¶ La prima rotazione giustifica il sorgere e tramontare degli astri e permette all’asse del rotore della bussola giroscopica di orientarsi lungo la linea meridiana. ¶ Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Figura 2.11 – Rotazione del piano orizzontale con asse coincidente con la direzione verticale Se V è la velocità di un corpo in moto orizzontale, l’accelerazione di Coriolis dovuta alla rotazione terrestre è data dall’espressione: ac = 2w × V che, in virtù della proprietà distributiva dei prodotti vettoriali, diventa: a c = 2 w × V = 2( w1 + w2 ) × V = 2 w1 × V + 2w2 × V (2.9) La prima accelerazione 2 w1 × V è diretta lungo la verticale, la seconda 2 w2 × V è orizzontale, normale al vettore V, diretta verso la sua sinistra nell’emisfero nord e verso la sua dritta in quello sud. È questa seconda 49 Codice campo modificato (2.8) Codice campo modificato Mario Vultaggio accelerazione avente modulo: 2 wV sin φ che dà luogo alla deviazione del moto del corpo in considerazione. All’equatore w1 = w e w2 = 0 : l’orizzonte è animato soltanto dal moto di rotazione intorno alla linea meridiana; ai poli w1 = 0 e w2 = w : l’orizzonte ruota soltanto intorno alla verticale. All’equatore i corpi in movimento non subiscono deviazioni, ai poli non c’è sorgere e tramonto degli astri e perde direttività la bussola giroscopica. Eliminato: bussola 2.5 - Linea meridiana magnetica Col mobile costruito di materiale amagnetico e senza la presenza a bordo di corpi perturbatori l'ago della bussola magnetica indica nell'orizzonte la linea meridiana magnetica; altrimenti la sua posizione d'equilibrio individua una nuova linea, la linea meridiana bussola, definendo la direzione del nord bussola (Nb) e quella del sud bussola (Sb). L'angolo tra la linea meridiana magnetica e quella bussola è detto deviazione magnetica (δ), est o positiva se il Nb capita a dritta (destra) del Nm, ovest o negativa se capita a sinistra, guardando dal centro dell'orizzonte. Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Figura 2.12 – Rappresentazione del nord geografico (Nv), nord magnetico (Nm) e nord bussola (Nb) La figura 2.12 contempla il caso di declinazione magnetica positiva; nel primo disegno la deviazione magnetica è positiva, nel secondo negativa. La somma algebrica della declinazione e della deviazione è nota presso le marinerie latine quale variazione magnetica (V) rappresentante l'an50 CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO golo tra la linea meridiana vera e quella bussola o deviata, est o positiva se il Nb capita a dritta del Nv ovest o negativa se a sinistra. V = d +δ Codice campo modificato (2.10) Una linea meridiana bussola che poco si discosta da quella vera è indicata dall'asse di rotazione (spin) della girobussola; questa linea è detta linea meridiana bussola giro o più semplicemente linea meridiana giro, con le due direzioni nell'orizzonte del nord giro (Ng) e del sud -giro ( S g ). L'angolo, tra la linea meridiana vera e quella giro, è detto deviazione ( δ g ) est o positiva se il Ng capita a dritta (destra) del Nv ovest o negativa se a sinistra. Il giroscopio è a un solo grado di libertà, vincolato opportunamente nel piano orizzontale; il suo asse di spin, per il principio del parallelismo o sovrapposizione delle due rotazioni (principio più noto sotto la dizione precessione) propria e quella dell’orizzonte intorno alla linea meridiana vera, ha come posizione d'equilibrio proprio quest'ultima linea, mai raggiunta per vari motivi onde la presenza della deviazione . La coppia d’orientamento dell'asse è data da: & w cos φ sin α C = IΩ (2.11) & ed w le con I il momento d'inerzia del giroscopio rispetto al suo asse, Ω velocità angolari del giroscopio e della Terra, φ la latitudine della località ed α l'angolo tra l’asse del giroscopio e la linea meridiana vera. Il piano verticale contenente la linea meridiana bussola è detto piano meridiano bussola per cui la deviazione magnetica può essere anche definita quale angolo diedro tra il piano meridiano magnetico e quello bussola e la deviazione giro l’angolo diedro tra il piano meridiano vero e quello giro, angoli contati nel senso già precedentemente accennato. 51 Eliminato: , Eliminato: ed Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Codice campo modificato Codice campo modificato Mario Vultaggio Y Nv γ 0 Formattato: Tipo di carattere: 13 pt p Ng P ( x, y) α0 O' O Est X Ovest a γ Piano or izzontale Figura 2.13 – Ellisse di orientamento di una girobussola. 2.6 - Angolo di prora L'angolo che l'asse longitudinale della nave forma con la linea meridiana è detto prora, contato da 0° a 360°, nel senso orario, dalla direzione nord fino all'asse longitudinale. Se la linea meridiana di riferimento è quella fornita dalla bussola magnetica si ha la prora bussola, indicata con Pb e Pg a seconda del tipo di bussola, magnetica o giroscopica. Si ha poi la prora magnetica(Pm ) se la linea meridiana è quella magnetica ed infine la prora (Pv) in presenza della linea meridiana vera. La linea meridiana bussola della figura 2.14a e 2.14b è fornita dalla bussola magnetica, quella della figura 2.14c e 2.14d dalla bussola giroscopica, bussole entrambe sistemate su nave; positive le deviazioni (figura 2.14a e c sia magnetica che giro; deviazione negative per le figura 2.14b e d. Dalle citate rappresentazioni si ricavano le seguenti relazioni algebriche: ⎧ Pv = Pb + δ + d ⎨ ⎩ Pv = Pg + δ g 52 (2.12) Eliminato: ¶ CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Figura 2.14 – Angolo di prora: a) e b) prora bussola; c) e d) prora giro dette di correzione, perché permettono di ottenere la prora vera conoscendo quella bussola. Le (2.12) diventano relazioni di conversione quando nota la prora vera si desidera conoscere la prora bussola: Pb = Pv − d m − δ , Pg = Pv − δ g (2.13) Formattato: Centrato Eliminato: . Per la bussola magnetica si hanno queste altre relazioni sempre algebriche: Pm = Pb + δ , Pv = Pm + d , Pv = Pb + V S'immagini l’ago magnetico della figura 2.15, cioè libero di oscillare soltanto nel piano orizzontale, ed l’asse del giroscopio di figura 2.16 fissati al di sotto di una rosa di venti graduata, l'asse dell'ago e del giroscopio in corrispondenza della linea 0° – 180° (polo nord dell'ago ed estremo dell’asse del giroscopio che volge al nord in corrispondenza dello O della graduazione) ed il tutto in un apposito recipiente di forma cilindrica (di materiale amagnetico nel caso dell’ago), detto mortaio; questo pitturato internamente in bianco con una linea verticale in nero, detta linea di fede. 53 Codice campo modificato Formattato: Tipo di carattere: 13 pt, Non Grassetto, Abbassato 7 pt Eliminato: , lo stesso Eliminato: (2.13) Formattato: Centrato Mario Vultaggio Eliminato: - Figura 2.15 – Visione di una bussola magnetica S’immagini ora il mortaio sistemato sul mobile con la linea di fede esattamente nel piano longitudine e dalla parte della prua: la graduazione della rosa in corrispondenza della linea di fede rappresenta per l’appunto l’angolo di prora bussola (Pb o Pg a seconda del tipo di bussola, magnetica o giroscopica). La schematizzazione, qui data alle due bussole, è puramente didattica; essa risulta ben lontana dalla realtà, specialmente per la bussola giroscopica; le loro rispettive coppie di orientamento sono espresse proprio dalle 2.5 e 2.11 (da considerare con M nella 2.5 la somma dei momenti magnetici dei vari aghi se la rosa è provvista di più aghi). 54 Eliminato: B CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO Eliminato: v Figura 2.16 – Visione di una bussola giroscopica Letto l’angolo di prora bussola, per ottenere la prora vera occorre tenere presente le (2.13); la declinazione magnetica viene fornita, come già detto, dalle carte magnetiche o dalla carta nautica, la deviazione magnetica da un’apposita tabella o da un diagramma in funzione dell’angolo di prora bussola; la deviazione giro, se non annullata con speciali correttori, viene ricavata da una relazione in funzione dell’angolo di rotta, della velocità e della latitudine, relazione che trovasi tabellata in molte raccolte di tavole nautiche, come, ad esempio, quella edita dall’Istituto Idrografico della Marina Italiana. 55 Eliminato: B Mario Vultaggio 2.7 - Rilevamento o azimut – rilevamento polare Il rilevamento (Ril) o azimut (a) del punto A rispetto al punto O (generalmente l’osservatore di coordinate note) è l’angolo diedro limitato da due piani verticali contenenti la verticale del punto O, quello meridiano e quello passante per il punto A, contato dalla direzione nord del piano meridiano, da 0° a 360°, nel senso N-E-S-W, fino al piano verticale del punto A, detto piano di collimazione. La verticale del punto O rappresenta lo spigolo dell’angolo diedro. Poiché le intersezioni di questi due piani verticali con la superficie sferica terrestre determinano due circonferenze massime (v. figura 2.17), rilevamento può anche essere definito quale angolo sferico tra queste, contato nel punto O da 0° a 360°, dalla direzione nord della circonferenza massima meridiana fino all’arco di circonferenza massima passante per il punto A (faro o oggetto cospicuo) che può essere anche un astro. Quest’angolo sferico viene anche denominato rilevamento ortodromico. Quando, invece, la misura è fatta dall’osservatore le cui coordinate sono incognite, l’angolo che si misura determina un luogo di posizione noto come curva d’azimut che in navigazione costiera è nota come semiretta di rilevamento ( la teoria di questa curva è studiata nel capitolo relativo alla navigazione costiera). Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Figura 2.17 - Rilevamento costiero Secondo che il piano meridiano sia quello vero, magnetico o bussola, il rilevamento è detto rilevamento vero (Rilv), rilevamento magnetico (Rilm) e rilevamento bussola (Rilb o Rilg). Considerando l’intersezione del piano di collimazione col piano orizzontale passante per O, il rile56 CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO vamento può essere pure definito quale angolo tra la linea meridiana e la detta intersezione, contato dalla direzione nord nel senso N-E-S-W. Se il punto rilevato è a portata ottica (v. figura 2.17), il rilevamento è misurato con l’apparato azimutale riportato in figura 2.18 che permette d’individuare il piano di collimazione. Figura 2.18 – Apparato azimutale Esso va applicato sul mortaio della bussola, che a sua volta fornisce il piano meridiano e quindi nell’orizzonte la linea meridiana (sulle navi la bussola è situata al di sopra del ponte di comando, e le ripetitrici della girobussola sulle alette del ponte di comando, sono munite di apparato azimutale). Se invece è situato oltre l’orizzonte, ma ad una distanza non eccessiva (intorno alle 100 miglia), il punto A può essere rilevato col radiogoniometro, apparato radioricevente munito di antenna a telaio capace d’individuare la direzione di provenienza delle radioonde e quindi di definire il piano di collimazione di un trasmettitore di radiosegnali, denominato radiofaro. Tenendo presenti le due figure 2.19 (a e b), è possibile scrivere le seguenti relazioni algebriche per riferire alla linea meridiana vera il rilevamento letto alla bussola, dette appunto relazioni di correzione: 57 Eliminato: viene Mario Vultaggio Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Figura 2.19 -Rilevamento bussola e rilevamento giro Codice campo modificato Ril v = Rilb + δ + d per la bussola magnetica per la bussola giroscopica Ril v = Ril g + δ g (2.14) Ed ora la definizione di un altro rilevamento, quello polare (indicato con ρ ): angolo diedro tra il piano longitudinale del mobile e quello di collimazione, avente per spigolo la verticale del mobile, considerato un semplice punto materiale. Il rilevamento polare può essere anche inteso come l’angolo che la congiungente nave-punto noto A forma con l’asse longitudinale del mobile (v. figura 2.20); misurato col grafometro, è contato circolarmente da 0° a 360° dalla direzione della prua verso dritta oppure semi circolare da 0° a 180°, da prua verso dritta (positivo) e da prua verso sinistra (negativo). I due rilevamenti, quello rispetto al nord (azimut) ed il polare, sono legati dalle relazioni: Ril v = Pv + ρ , Ril m = Pm + ρ Rilb = Pb + ρ , Ril g = Pg + ρ Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Eliminato: viene (2.15) che vanno considerate algebriche se ρ è contato nel sistema semicircolare. Nv Nb Pv O Rilv ρ Figura 2.20 - Rilevamento polare 58 Formattato: Tipo di carattere: 13 pt CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO Se la linea di riferimento del radiogoniometro è quella della prua, il rilevamento misurato è quello polare e con la prima delle (2.15) si può ottenere il corrispondente rilevamento rispetto al meridiano vero della località. Si può anche rilevare dalla terraferma, da un punto ben noto; in questo caso non bisogna tenere conto della deviazione, sia magnetica che giro. Formattato: Tipo di carattere: 12 pt 2.8 - Deviazione magnetica - Deviazione giro La nave è costituita da masse metalliche, alcune ricche di carbonio (acciai, acciai temperati, ecc.), altre povere (ferro fuso o ghisa, acciai teneri, ecc.); le prime sono caratterizzate da lieve permeabilità magnetica e da grande potere coercitivo, al contrario le seconde; ferri duri sono dette le prime, ferri dolci le seconde (in verità non esistono ferri perfettamente duri e perfettamente dolci). Durante tutto il periodo della costruzione del mobile i ferri duri, sotto l’azione di martellamento e di altri processi meccanici, assumono polarità magnetiche permanenti; i ferri dolci, dal loro canto, facilmente risentono dell’induzione del campo magnetico dei ferri duri e principalmente di quello terrestre, induzione che è funzione anche del loro orientamento rispetto alle linee di forza dei campi inducenti. L’ago della bussola si trova pertanto sotto l’azione di tre distinti campi magnetici, il terrestre, il permanente dovuto ai ferri duri ed il temporaneo ai ferri dolci, perturbatori gli ultimi due; di qui la sua posizione di equilibrio secondo la linea meridiana bussola, la cui direzione varia al variare di quella del mobile, risultando di conseguenza la deviazione magnetica funzione della prora bussola del mobile: δ = f (Pb ) (2.16) È possibile determinare le deviazioni per le varie prore bussola, operazione nota sotto la denominazione di giri di bussola e la curva che si ottiene mostra un carattere irregolare ma periodico. Infatti, a partire da una data prora bussola per la quale la deviazione è nulla, questa va aumentando e poi diminuendo per annullarsi nuovamente e poi assumere valori negativi crescenti e decrescenti per riprendere il valore zero in corrispondenza della prora bussola di partenza (periodo di variazione : 360° di Pb). La (2.16) sviluppata in serie di Fourier risulta espressa da: δ = A + B sin Pb + C cos Pb + D sin 2 Pb + E cos 2 Pb + + F sin 3Pb + G cos 3Pb + ..... (2.17) Formattato: Tipo di carattere: 12 pt Formattato: Tipo di carattere: 12 pt Formattato: Tipo di carattere: 12 pt Formattato: Tipo di carattere: 12 pt Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Formattato: Tipo di carattere: 12 pt, Non Grassetto Codice campo modificato 59 Mario Vultaggio per cui il valore della deviazione relativo ad una qualunque prora bussola può essere considerato uguale alla somma algebrica di altri valori, il primo costante, il secondo variabile proporzionalmente al seno della prora bussola, il terzo variabile proporzionalmente al coseno della prora bussola e così via. Per la precisione richiesta la serie viene arrestata al quinto termine, di qui la deviazione, corrispondente di una data prora bussola, può essere considerata composta da tre distinte deviazioni, una costante, una di carattere semicircolare ed un’altra di carattere quadrantale. Il primo, il quarto ed il quinto termine sono dovuti alla presenza del ferro dolce, il secondo ed il terzo prevalentemente a quello duro. Per una bussola magnetica sistemata su una nave sono considerati tutti e cinque i termini, essendo i suoi ferri sia duri che dolci; su un aereo, i cui ferri sono generalmente duri, vengono presi soltanto il secondo e il terzo termine, per cui la deviazione è di carattere semicircolare. Naturalmente lo studio della deviazione si riferisce al tipo di bussola magnetica. presa in considerazione ed a quel particolare sito in cui essa si trova collocata; nella (2.17), detta formula approssimata della deviazione, variano per tipo di bussola e per il suo sito d’installazione i coefficienti A, B, C, D, E; ben indagando, si nota che B e C variano anche con la località. Nella figura 2.21, è riportato l’andamento della deviazione in funzione della prora bussola quale risultato della somma delle diverse deviazioni rappresentate dai coefficienti approssimati. Riconducendo ciascun termine della (2.17) alla presenza di una forza magnetica perturbatrice, l’ago della bussola risulta influenzato da ben cinque forze perturbatrici, di cui i coefficienti, ad eccezione di A, rappresentano in ordine le massime deviazioni da esse prodotte, oltre a sentire l’ago l’effetto della forza direttiva in meridiano magnetico, in questo caso non i più H (componente orizzontale della forza F del c.m.t.) ma λH con λ un coefficiente minore dell’unità. Con opportuni compensatori si riesce a ridurre al minimo l’influenza di queste forze perturbatrici e con una nuova operazione di giro di bussola si determinano le deviazioni residue sulle varie prore bussola per poi .costruire una tabella o un grafico da tenere in considerazione. ogni qualvolta urge la conoscenza della deviazione. Lo studio completo del campo magnetico di bordo e delle deviazioni prodotte dai ferri di bordo è riportato nel capitolo 9. 60 Eliminato: S Eliminato: vengono CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO 20 Composizione armonica della deviazione 15 10 Deviazione (gradi) 5 0 0 30 60 90 120 150 180 210 240 270 300 330 360 -5 d A -10 B C D -15 E Prora Bussola (gradi) -20 Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Figura 2.21 –Composizione armonica della deviazione di una bussola magnetica Per la girobussola occorre analizzare varie deviazioni; più importante è quella dovuta al moto del mobile, funzione, della latitudine, rotta e della velocità. Infatti, essa è data da: tan δ g = − V cos Rv wR cos φ + V sin Rv (2.18) con w ed R rispettivamente la velocità angolare ed il raggio della Terra, φ la latitudine, V ed RV la velocità e la rotta del mobile. Si noti che il segno di δ g dipende esclusivamente dalla grandezza di quest’ultimo parametro: con rotta nel primo e quarto quadrante δ g è negativa, positiva nel secondo e terzo quadrante. Nella figura 2.22 sono rappresentate le deviazioni della girobussola con la prora nei quattro quadranti; la (2.18) è utilizzata per compilare una tabella che va consultata, quando la girobussola è priva degli appositi correttori. Codice campo modificato Eliminato: viene Eliminato: Nel capitolo 9 è trattata la teoria generale sulle bussole giroscopiche.¶ 61 Mario Vultaggio Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Figura 2.22 – Rappresentazione della deviazione della girobussola con prora nei quattro quadranti. 2.9- Tabelle e diagrammi della deviazione magnetica È stato detto che la deviazione della bussola magnetica è funzione della prora e che è determinata mediante un complesso di operazioni che va sotto il nome di giri di bussola. Questo consiste nel far compiere al mobile un giro completo di orizzonte, fermandolo durante il giro su prore bussole possibilmente equidistanti, in corrispondenza delle quali si determina la deviazione. Il giro è eseguito sia prima della compensazione, per rendersi conto dell’entità delle deviazioni per le varie prore bussole, che dopo, per ottenere le deviazioni residue da tener poi in conto in navigazione per correggere le prore o convertire le rotte; il giro è anche necessario, nel caso di navi, dopo una sensibile trasformazione dello scafo o dopo aver completato un carico di ferro prima di prendere il mare. Ed ora un breve cenno sul giro di bussola eseguito su una nave, prima di passare a descrivere le tabelle ed i diagrammi delle deviazioni; per un approfondimento si rimanda il lettore ad un testo di Magnetismo Navale. 62 Eliminato: viene Eliminato: viene CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO La bussola magnetica più importante a bordo di una nave è la bussola normale, installata al di sopra del ponte di comando, relativamente lontana dalle masse metalliche, in modo che essa risenta meno l’influenza delle forze magnetiche perturbatrici; una bussola, dunque, di controllo per le altre di bordo, munita anche dell’apparato azimutale per la misura di rilevamenti, dato che dalla sua posizione è visibile tutto l’orizzonte. La bussola magnetica di rotta o di governo è quella situata in plancia, davanti alla ruota del timone; su molte navi la bussola normale funge anche da bussola di rotta mediante un adatto sistema ottico di trasmissione delle immagini. Non mancano a bordo altre bussole magnetiche, una sicuramente trovasi a poppa, davanti alla ruota ausiliaria del timone. La deviazione per una data prora si ottiene dalle differenze algebriche tra i simultanei rilevamenti, magnetico e bussola, di un punto noto della costa o d i un astro o tra le simultanee , magnetica e bussola, corrispondenti ad una stessa direzione della nave: δ = Ril m − Rilb , δ = Pm − Pb utile la prima differenza per ottenere la deviazione della bussola normale e la seconda per la deviazione di quella di rotta o di una qualsiasi altra bussola. Ormeggiati ad una boa o all’ancora, in un punto, quindi, di coordinate note, operando alla bussola normale, si fa girare.la nave fermandola su date prore bussole, possibilmente equidistanti e ad ogni sosta si misura con l’apparecchio azimutale il rilevamento di un punto noto e ben visibile della costa, situato ad una distanza dell’ordine delle 7 ÷ 8 mg. Le differenze tra il rilevamento magnetico del punto ed i vari rilevamenti letti alla bussola, differenti tra di loro, danno le deviazioni della bussola normale relative alle rispettive prore bussole secondo le quali è stata orientata la nave. Il rilevamento magnetico del punto, riferito alla posizione della nave e rispetto al quale si effettuano le differenze, viene ottenuto da quello vero, ricavato dalla carta nautica, mediante la declinazione magnetica ( Rilv = Ril m − d ). Per ottenere le deviazioni di una qualsiasi altra bussola, per esempio quella di rotta, ad ogni sosta della nave si chiede la prora indicata da quest’ultima; la differenza algebrica tra la prora magnetica ottenuta con i dati della bussola normale (prora magnetica = prora bussola normale + deviazione normale) e la prora letta su questa seconda bussola dà la deviazione desiderata. Evidentemente le deviazioni ottenute per questa seconda bussola risultano corrispondenti a prore bussola non equidistanti. 63 Mario Vultaggio Le deviazioni residue, dopo la compensazione, vengono rappresentate su diagrammi oppure tabellate. I diagrammi sono di vario tipo: diagrammi ad assi cartesiani ortogonali, diagrammi di Napier, di Napier modificato e diagramma circolare. Il primo è di facile intuizione e costruzione; la graduazione delle prore è generalmente sull’asse verticale ( asse delle prore, figura 2.23a) da 0° a 360° a partire dall’alto, quelle delle deviazioni sull’asse orizzontale, sulla dritta le deviazioni positive, sulla sinistra le negative. Per non far risultare la curva molto adagiata sull’asse delle prore, la scala delle deviazioni è più grande di quella delle prore. Può essere costruita sia la curva delle deviazioni in funzione delle prore bussole che quella in funzione delle prore magnetiche. Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Formattato Figura 2.23 –Diagramma delle deviazione e diagramma di Napier Il diagramma di Napier (figura 2.23b) consiste di un asse verticale centrale sul quale è segnata la graduazione delle prore, da 0° a 360° .a partire dall’alto (asse delle prore) e di un doppio sistema di linee, le intere inclinate di 120° a dritta sull’asse delle prore e le tratteggiate di 120° a sinistra sullo stesso asse. Note le deviazioni relative a date prore bussole, si portano i valori di queste, con la stessa scala delle prore, sulle linee intere in corrispondenza delle prore bussole, a dritta se queste sono 64 CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO positive, a sinistra se negative. La curva avviata per i vari punti ottenuti rappresenta la curva delle deviazioni. Dal diagramma così ottenuto è facile ottenere per una data prora bussola la corrispondente prora magnetica. Ad esempio, nella figura 2.23c è rappresentata una parte del diagramma di Napier; alla Pb = 20° corrisponde il segmento deviazione AB uguale a +7°; se per il punto B della curva si segue la linea tratteggiata passante per esso si perviene nel punto C dell’asse delle prore, la cui graduazione corrisponde alla Pm = 27° (Pm = Pb + δ = 20° + 7° = 27°); non sfugge l’osservazione che il triangolo ABC è un triangolo equilatero. Ancora, alla Pb = 90° corrisponde il segmento deviazione DE uguale a –11°; seguendo per il punto E della curva la linea tratteggiata si perviene nel punto F dell’asse delle prore, di graduazione : Pm = 79° (Pm = Pb + δ = 90°-11°= 79°). Con operazione inversa si può convertire in prora bussola una data prora magnetica. Se note le deviazioni per date prore magnetiche, i loro valori sono portati sulle linee tratteggiate, sulla destra dell’asse delle prore se positive, a sinistra se negative. Il diagramma circolare delle deviazioni, figura 2.24, consiste nella circonferenza A, di raggio arbitrario, sulla quale è riportata la graduazione delle prore bussole da 0° a 360°. Lungo i raggi della circonferenza, a partire da essa e con opportuna scala, si portano i valori della deviazione per le varie prore bussole, esternamente alla circonferenza se positivi, internamente se negativi; avviando i punti ottenuti si ottiene la curva delle deviazioni. A bordo risulta più pratica la ricerca della deviazione da apposite tabelle: le tabelle di deviazione o di correzione e le tabelle di rotta o di conversione. Una tabella di deviazione dà le deviazioni in funzione delle prore bussole, equidistanti e con un passo generalmente di 10°; quella di conversione dà le deviazioni in funzione delle prore magnetiche, lo stesso equidistanti -e con medesimo passo. La tabella I, è una delle più semplici tabelle di correzione; nella prima colonna sono riportate le prore bussole equidistanti, nella seconda le rispettive deviazioni e nella terza le corrispondenti prore magnetiche. La tabella II successiva rappresenta, nella stessa semplicità, una tabella di conversione; nella prima colonna sono riportate le prore magnetiche equidistanti, nella seconda le rispettive deviazioni e nella terza le corrispondenti prore bussole. Per valori di prore bussole o magnetiche. comprese fra quelle segnate è lecita l’interpolazione lineare per la ricerca della deviazione. 65 Eliminato: vengono Eliminato: di figura 2.25 Eliminato: 4 Eliminato: Eliminato: vengono Eliminato: . Mario Vultaggio Formattato: Tipo di carattere: 13 pt Nb 270° δ= W δ=0 −2 δ= +2 0° 90° E 180° S Figura 2.24 –Diagramma circolare delle deviazione Le tabelle I e II possono essere unificate ed essere integrate dai grafici riportati nelle figure 2.22 e 2.23; nella tabella III sono riportate anche le variazioni di δ sia per un grado di prora bussola che di prora magnetica. Eliminato: due Eliminato: come mostra la figura 2.20; nella Codice campo modificato Tabella I -Tabella delle correzioni delle prore bussole Pb 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 Deviazione 2,0 1,9 1,5 1,0 0,3 -0,3 -1,0 -1,5 -1,9 -2,0 -1,9 -1,5 -1,0 -0,4 0,3 1,0 1,5 1,9 Pm 2.0 11.9 21.5 31 40.3 49.7 59.0 68.5 78.1 88.0 108.1 108.5 119.0 129.6 140.3 151.0 161.5 171.9 Pb 180 190 200 210 220 230 240 250 260 270 280 290 300 310 320 330 340 350 66 Deviazione 2,0 1,9 1,5 1,0 0,4 -0,3 -1,0 -1,5 -1,9 -2,0 -1,9 -1,5 -1,0 -0,4 0,3 1,0 1,5 1,9 Pm 182.0 191.9 201.5 211.0 220.4 229.7 239.0 248.5 258.1 268 278.1 288.5 299.0 309.6 320.3 331.0 341.5 359.9 Formattato CAPITOLO 2 - ORIENTAMENTO Tabella II - Tabella delle conversioni delle prore magnetiche Pm 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 Deviazione 2,0 1,9 1,5 1,0 0,3 -0,3 -1,0 -1,5 -1,9 -2,0 -1,9 -1,5 -1,0 -0,4 0,3 1,0 1,5 1,9 Pb 358 8.1 18.5 29 39.7 50.3 60.0 71.5 81.9 92.0 101.9 111.5 121.0 130.4 139.7 149.0 158.5 168.1 Pm 180 190 200 210 220 230 240 250 260 270 280 290 300 310 320 330 340 350 Deviazione 2,0 1,9 1,5 1,0 0,4 -0,3 -1,0 -1,5 -1,9 -2,0 -1,9 -1,5 -1,0 -0,4 0,3 1,0 1,5 1,9 Pb 178.0 188.1 198.5 209.0 219.6 230.3 241.0 251.5 261.9 272.0 281.9 291.5 301.0 314.4 319.7 329.0 338.5 348.1 Tabella III - Tabella delle correzioni con gradiente della deviazione per grado di prora Pb V.dev/1° Pb 0 0.2 10 0.19 20 0.15 30 0.1 40 0.03 50 -0.03 60 -0.1 70 -0.15 80 -0.19 90 -0.2 100 -0.19 110 -0.15 120 -0.10 130 -0.04 140 0.03 150 0.10 160 0.15 170 0.19 Deviazione Pm Pb 2,0 1,9 1,5 1,0 0,3 -0,3 -1,0 -1,5 -1,9 -2,0 -1,9 -1,5 -1,0 -0,4 0,3 1,0 1,5 1,9 2.0 11.9 21.5 31 40.3 49.7 59.0 68.5 78.1 88.0 108.1 108.5 119.0 129.6 140.3 151.0 161.5 171.9 180 190 200 210 220 230 240 250 260 270 280 290 300 310 320 330 340 350 67 V.dev/1 Deviazione °Pb 0.2 2,0 0.19 1,9 0.15 1,5 0.1 1,0 0.03 0,4 -0.03 -0,3 -0.1 -1,0 -0.15 -1,5 -0.19 -1,9 -0.2 -2,0 -0.19 -1,9 -0.15 -1,5 -0.10 -1,0 -0.04 -0,4 0.03 0,3 0.10 1,0 0.15 1,5 0.19 1,9 Pm 182.0 191.9 201.5 211.0 220.4 229.7 239.0 248.5 258.1 268 278.1 288.5 299.0 309.6 320.3 331.0 341.5 359.9 Formattato Mario Vultaggio Formattato: Tipo di carattere: 13 pt 68