Domenica 15 settembre 2013
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Camorra a Modena, arrestato latitante del clan dei Casalesi
La polizia di Modena, in collaborazione con i colleghi di Caserta, ha arrestato un latitante aderente al clan
camorristico
dei
Casalesi.
Si tratta del 33enne Antonio Corvino, ricercato dallo scorso anno dopo l'evasione dagli arresti domiciliari
nella sua abitazione di Casal di Principe (provincia Caserta) per estorsione aggravata.
Corvino si nascondeva a Modena ed era ricercato anche dalla procura antimafia di Bologna. Corvino ha
precedenti per estorsione, ricettazione, porto armi improprie, truffa e reati contro la persona.
Il 33enne era stato coinvolto in un'indagine coordinata dalla Dda di Bologna che, nell'aprile del 2012, aveva
portato all'arresto di 8 persone, tutte di origine campana e da tempo residenti in provincia di Modena. In
quell'occasione le accuse a suo carico erano di estorsione e rapina aggravata dal metodo mafioso.
Secondo le indagini, scaturite dalla denuncia di un imprenditore anch'esso di origini campane attivo nel
comparto ceramico di Sassuolo, il gruppo criminale, presentandosi a nome del clan dei Casalesi-gruppo
Shiavone, recuperava i crediti vantati da alcuni imprenditori, aggiungendo una percentuale come loro
compenso. Gli estorsori si rivolgevano alle vittime affermando di "essere gli eredi di Sandokan", ovvero del
capo
clan
Francesco
Schiavone.
Le indagini avevano individuato quali vittime 5 imprenditori locali del settore edile, alcuni dei quali
sarebbero stati picchiati e minacciati con una pistola. Proprio nel Modenese, Corvino poteva contare ancora
su diverse amicizie e qui aveva intenzione di ricostituire un proprio gruppo criminale. Il blitz è scattato in un
appartamento di Modena, dove gli agenti sono giunti seguendo alcuni presunti fiancheggiatori. L'uomo era in
compagnia di due donne, originarie del casertano, che sono state denunciate a piede libero per
favoreggiamento
personale.
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“È la dimostrazione, l‟ennesima, per quanti ancora nutrissero dei dubbi in proposito che il nostro territorio
per le organizzazioni mafiose non è più a solo rischio di infiltrazione, quanto terreno di presenza
consolidata”. Questo il commento di Confesercenti Modena a margine dell‟operazione portata a termine dalla
polizia modenese in collaborazione con quella di Caserta, “alle quali va il nostro plauso per l‟intervento”.
“L‟attenzione non deve mai venir meno – evidenzia Confesercenti - nei confronti di quello che purtroppo per
Modena, si è rivelato un problema grave e reale. Dalle minacce ad un giornalista modenese, oggi sotto scorta,
fino al rischio di diffusione dell‟usura in cui la città e il territorio (dalla ricerca della Camera di Commercio
di Roma) risultano secondi in regione, passando per tutti gli episodi che hanno interessato nel corso di questi
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anni le varie parti della provincia, tra cui ovviamente la scelta da parte di esponenti dei clan del territorio
come luogo della latitanza, l‟argomento „mafia‟ punteggia un elenco oggi fin troppo lungo”.
“È sicuramente importante che si assuma la piena consapevolezza dei rischi in cui potrebbero incorrere
ulteriormente la nostra realtà territoriale e con lei la nostra economia e la nostra società. La guardia alta è
indispensabile, ma ancor di più il contrasto all‟agire malavitoso; che non si fa scrupoli e non esime alcun
mezzo per insediarsi sul territorio”, conclude Confesercenti.
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