In questo numero Linee guida SREP: valutazione e monitoraggio del collateral L’andamento del mercato immobiliare italiano: focus sugli immobili a garanzia dei mutui ipotecari In calo il numero di fallimenti in Italia, 10% in meno in un solo anno. Edilizia e commercio restano i settori più colpiti Valutazione immobiliare ed efficienza energetica Linee guida SREP: valutazione e monitoraggio del collateral All’interno del nuovo quadro normativo di riferimento il monitoraggio del collateral assume sempre più rilevanza. Il 19 dicembre 2014 l’EBA ha rilasciato, nella sua versione definitiva, le “Guidelines on common procedures and methodologies for the supervisory review and evaluation process (SREP)”, che definiscono il framework di riferimento per il processo di examination che le Autorità Competenti dovranno porre in essere all’interno del meccanismo di vigilanza unico. Il processo di revisione e valutazione prudenziale, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2016, è finalizzato ad accertare che gli enti creditizi si dotino di presidi di natura patrimoniale e organizzativa appropriata rispetto ai rischi assunti, assicurando il complessivo equilibrio gestionale. Lo SREP è costituito da un insieme di attività che consentono di esprimere un giudizio sulla situazione attuale e prospettica degli intermediari e che determinano, in presenza di carenze significative e/o anomalie, l’adozione di eventuali coerenti misure correttive, compresi alcuni provvedimenti specifici sulla misura dei requisiti patrimoniali. Dopo una prima classificazione degli istituti in quattro categorie in base alle loro dimensioni, organizzazione, struttura, complessità e attività svolte, questi vengono sottoposti al monitoraggio da parte delle autorità di vigilanza, utilizzando come benchmark i peers internazionali, all’interno del medesimo cluster. In particolare, l’ambito di applicazione SREP si basa su quattro componenti principali: l’analisi del modello di business; la valutazione della governance interna; la valutazione dei rischi e l’adeguatezza del capitale; la valutazione dei rischi e l’adeguatezza per la liquidità. Le linee guida dello SREP riconoscono il principio di proporzionalità, forniscono un quadro flessibile, ma sono vincolanti per tutte le autorità di vigilanza europee. L’importanza del monitoraggio del collateral è sottolineata dai seguenti passaggi riportati nelle Linee Guida EBA (EBA/GL/2014/13): 178. When evaluating the inherent credit risk of an institution, competent authorities should take into account the results of stress tests performed by the institution to identify any previously unidentified sources of credit risk, such as those emerging from changes in credit quality, credit concentrations, collateral value and credit exposure during a stressed period. 182. Competent authorities should assess whether the institution has appropriate policies for the identification, management, measurement and control of credit risk. For this assessment, competent authorities should take into account whether…the policies and procedures are sound and consistent with the credit risk strategy, and cover all the main businesses and processes relevant to managing, measuring and controlling credit risk, in particular…criteria for assessing borrowers’ creditworthiness and collateral evaluation and frequency for their review. In un contesto in cui le banche sono sottoposte a nuovi standard di vigilanza europea sempre più stringenti, per gli istituti risulta sempre più necessario valutare e monitorare con la massima attenzione il valore delle garanzie immobiliari, sfruttando le nuove tecnologie di modelli di rivalutazione automatizzata (AVM) che rivalutano granularmente i singoli immobili all’interno del portafoglio in modo empiricamente più accurato rispetto all’indicizzazione. L’andamento del mercato immobiliare italiano: focus sugli immobili a garanzia dei mutui ipotecari Tuttavia, nel primo trimestre del 2015 l’importo medio dei mutui erogati ha fatto segnare un valore pari a 111.425 Euro, in riduzione (-1,8%) rispetto ai 113.524 Euro del quarto trimestre 2014: i consumatori continuano a muoversi con estrema cautela, dopo anni di preoccupazioni circa le proprie prospettive economiche e reddituali. Dall’analisi dei dati di CRIF Valutazione Immobili, delle informazioni registrate in EURISC (il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF) e delle rilevazioni dell’Agenzia delle Entrate, si desume una fotografia aggiornata delle tendenze in atto nel mercato italiano del credito immobiliare. Variazioni trimestrali rispetto all’anno precedente I TRIM 2014 II TRIM 2014 III TRIM 2014 IV TRIM 2014 I TRIM 2015 Compravendite Residenziali 4,1% -1,0% 4,2% 7,1% -3% Contratti Mutuo Ipotecario Erogati 2,9% Importo Medio Mutuo Erogato 0,1% 14,6% 113.705 112.863 111.953 Prezzo/Mq Immobile -5,9% -3,6% 20,2% Sul canale online, il fenomeno surroga - trainato da spread in continuo calo e indici di riferimento ai minimi storici durante il secondo trimestre 2015 - raggiunge la sua piena espressione rappresentando nel secondo trimestre 2015 circa il 50% delle richieste raccolte. II TRIM 2015 Seppur con una incidenza minore, prossima al 20% del totale, l’interesse alla ‘rottamazione’ dei vecchi mutui trova conferma anche a livello di istruttorie formali e di erogazioni, nel tentativo di abbassare il peso della rata sul reddito disponibile. L’atteggiamento consapevole degli italiani trova riscontro anche nella scelta di piani di rimborso più lunghi e nella preferenza verso il tasso fisso. 29,6% 113.524 111.425 -4,7% -4,0% -1,9% -2,5% Analizzando invece l’immobile oggetto di garanzia ipotecaria, il prezzo/mq mostra ancora valori negativi con un -2,5% nel secondo trimestre 2015 rispetto all’anno precedente, e una superficie media compravenduta che è risultata essere di circa 100 mq. Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili, EURISC, Agenzia delle Entrate Andamento Prezzo/Mq - Superficie Immobile Variazioni trimestrali rispetto all’anno precedente Nel primo trimestre 2015 le compravendite residenziali hanno fatto registrare un decremento pari a -3% rispetto all’anno precedente, per un totale di 95.448 unità compravendute, rispetto alle 98.446 del corrispondente trimestre 2014. ‐1,0% ‐4,0% 30,0% 29,6% 114.432 112.863 10,0% 14,6% 113.524 111.953 0,0% 0,4% ‐5,9% III TRIM 2013 IV TRIM 2013 2,9% 111.425 0,1% ‐7,15% ‐10,0% ‐20,0% 20,2% 113.705 20,0% ‐15,0% I TRIM 2013 II TRIM 2013 I TRIM 2014 Contratti Mutuo Ipotecario Erogati II TRIM 2014 III TRIM 2014 IV TRIM 2014 ‐4,4% 100 ‐4,7% ‐5,0% 99 98 ‐5,9% 97 ‐7,0% I TRIM 2013 II TRIM 2013 III TRIM 2013 IV TRIM 2014 I TRIM 2014 II TRIM 2014 Prezzo/Mq III TRIM 2014 IV TRIM 2014 I TRIM 2015 II TRIM 2015 Superficie Immobile Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili In particolare, nel secondo trimestre 2015 il prezzo/mq per gli immobili usati registra una contrazione del -0,8%, mentre il prezzo/mq dei nuovi immobili subisce una riduzione del -5,7%, confermando l’inversione di tendenza che si era già manifestata nello scorso trimestre, per cui è ora l’immobile nuovo a risentire maggiormente delle dinamiche negative del mercato, a causa della difficoltà in cui versa il comparto dell’edilizia e della presenza di una certa porzione di nuovi immobili invenduti. Andamento Prezzo/Mq - Immobili Nuovi e Usati Variazioni trimestrali rispetto all’anno precedente (esclusi gli immobili ristrutturati e da ristrutturare) 2,0% 1,0% 0,0% ‐1,0% ‐2,0% ‐3,0% ‐4,0% ‐5,0% ‐6,0% ‐7,0% Andamento Erogazione Mutui Variazioni trimestrali rispetto all’anno precedente 115.403 101 ‐4,0% ‐3,6% ‐4,4% ‐6,0% I contratti di mutuo ipotecari erogati a persone fisiche continuano a far registrare un trend crescente: il primo trimestre 2015 riporta infatti un incremento del +29,6% rispetto all’anno precedente mentre la domanda di mutui, in termini di numero di richieste effettuate, a giugno 2015 si è confermata su livelli record, con un eloquente +81,1% rispetto allo stesso mese del 2014, nel segno della continuità rispetto alle brillanti performance registrate nei mesi precedenti. 115.249 ‐3,7% ‐5,0% La perdita maggiore, -7,3%, si è manifestata al Centro che pure aveva registrato forti rialzi, anche in doppia cifra, nel corso di tutto il 2014. Poco al di sotto del dato nazionale è il calo fatto segnare dal Nord (-2,4%) che, con le sue oltre 48 mila unità compravendute, presenta un livello di scambi superiore a quello complessivamente imputabile al resto del Paese. Al Sud il numero di transazioni si mantiene pressoché stabile, subendo una riduzione inferiore all’1%. 115.712 103 ‐2,5% 102 ‐3,0% Questa dinamica è in parte dovuta alle modifiche della normativa fiscale in vigore dall’1/1/2014, che hanno portato a concentrare all’inizio del 2014 transazioni che altrimenti si sarebbero concluse sul finire del 2013 e che risultano quindi più numerose di quelle registrate nel primo trimestre 2015. 40,0% 104 ‐1,9% ‐2,0% 117.000 116.000 115.000 114.000 113.000 112.000 111.000 110.000 109.000 1,3% ‐1,8% ‐0,8% ‐1,6% ‐3,0% ‐4,2% ‐4,2% ‐1,5% ‐2,3% ‐3,3% ‐3,4% ‐5,0% ‐3,9% ‐3,9% ‐3,9% ‐5,5% ‐5,7% ‐5,8% I TRIM 2013 II TRIM 2013 III TRIM 2013 IV TRIM 2013 I TRIM 2014 Nuovo I TRIM 2015 ‐1,0% ‐0,8% II TRIM 2014 III TRIM 2014 IV TRIM 2014 I TRIM 2015 II TRIM 2015 Usato Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili Importo Medio Mutuo Erogato Elaborazioni CRIF su dati EURISC Il trend di riduzione del prezzo/mq è evidenziato anche dall’andamento del valore medio degli immobili forniti in garanzia, che passa dagli oltre 200.000 Euro del 2010 ai circa 175.000 Euro del secondo trimestre 2015. Il campione di immobili analizzati da CRIF Valutazione Immobili contiene le diverse tipologie immobiliari oggetto di Perizia CRIF (appartamenti, attici, loft, mansarde, monolocali, ville e villette a schiera), dove la tipologia più rappresentata è costituita da appartamenti. Si irrobustisce, dunque, il recupero verso i livelli pre-crisi tanto che la domanda di mutui complessivamente registrata nel primo semestre 2015 ha fatto segnare un significativo +58,7% rispetto al corrispondente periodo 2014, sostenuto sia dal miglioramento delle condizioni di offerta del credito sia dalla ripresa del mercato immobiliare, incoraggiata da prezzi di acquisto in costante flessione. 2 La dinamica negativa delle quotazioni interessa tutte le aree italiane anche se con intensità differente: i dati del secondo trimestre 2015 mostrano una contrazione maggiore nel Nord-Est con un -5,1%, seguito dal Nord-Ovest con -3,5% e dal Centro con -1,9%. Il Sud e Isole ha invece fatto registrare un decremento più contenuto nel valore medio degli immobili, pari al -0,5%. Andamento Prezzo/Mq Variazioni Trimestrali rispetto all’anno precedente Nota: Con riferimento ai dati forniti da CRIF Valutazione Immobili, da febbraio 2013 è stata effettuata un’attività di normalizzazione del campione eliminando eventuali outliers per una più coerente lettura delle elaborazioni. I dati relativi agli Immobili e ai Mutui erogati sono riferiti alle sole persone fisiche. Aree Nielsen 2014 II TRIM 2015 Centro -5,5% 1,9% Nord-Est -4,9% -5,1% Nord-Ovest -2,4% -3,5% Sud e Isole -1,5% -0,5% Totale Italia -4,6% -2,5% Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili In calo il numero di fallimenti in Italia, 10% in meno in un solo anno. Edilizia e commercio restano i settori più colpiti. Nel I semestre 2015 calano finalmente le imprese che hanno portato i libri in Tribunale, 808 casi in meno in un solo anno. Edilizia e commercio i settori maggiormente in difficoltà. Questa la fotografia dell’Analisi dei fallimenti in Italia, aggiornata al secondo trimestre 2015, realizzata da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nella business information. Fallimenti per macro settore merceologico - II TRIM 2015 SETTORE MACROSETTORE FALLIMENTI 2015 Costruzione di edifici Edilizia 865 Nei primi 6 mesi dell’anno sono fallite in media 53 imprese ogni giorno (considerando le sole giornate lavorative). Rispetto a giugno 2009 la percentuale dei fallimenti risulta in aumento del +58,8%, contro il +79% di un anno fa, dato che sottolinea un segnale di ripresa economica delle nostre imprese. Commercio ingrosso beni durevoli Commercio ingrosso 605 Edilizia 583 Servizi commerciali Servizi vari 518 L’inversione di tendenza nell’andamento dei fallimenti è confermato dai numeri: dal 2009 ad oggi (tranne che nel 2012) il numero di fallimenti registrati nel secondo trimestre dell’anno è sempre stato in crescita, fino al netto calo del 2015. Erano 2.391 nel 2009, 3.001 nel 2010, 3.411 nel 2011, 3.109 nel 2012, 3.727 nel 2013. Record negativo per il 2014, a quota 4.278. E poi i 3.490 di luglio 2015. Commercio ingrosso beni non durevoli Commercio ingrosso 444 Edilizia 390 Commercio dettaglio 377 Trasporti, distribuzione 299 Industria manufatti in metallo Industria, produzione 282 Abbigliamento e accessori Commercio dettaglio 264 Varie Commercio dettaglio 198 Industrie macchinari industriali e computer Industria, produzione 133 Alimentari Commercio dettaglio 125 Servizi vari 118 Industrie alimentari Industria, produzione 113 La distribuzione sul territorio nazionale dei fallimenti è strettamente correlata alla densità di imprese attive nelle diverse aree del Paese. La Lombardia si conferma la regione d’Italia in cui si registra il maggior numero di fallimenti, con 1.513 casi nei primi 6 mesi del 2015, un’incidenza del 20,7% sul totale Italia. Dal 2009 ad oggi le imprese fallite in Lombardia sono state 18.091. La seconda regione più colpita è il Lazio, con 906 imprese chiuse nel 2015 e un’incidenza sul totale Italia del 12,4%. Segue la Campania con 666 casi e relativa incidenza del 9,1%. Arredamento / articoli per la casa Commercio dettaglio 112 Industrie del mobile / accessori per arredi Industria, produzione 100 Industria, produzione 99 Industria, produzione 95 Industria, produzione 91 L’edilizia e il commercio restano i macrosettori più colpiti dalla crisi. Nel settore edile si contano ben 1.838 imprese fallite in questi primi 6 mesi dell’anno, mentre il commercio ha registrato 1.049 fallimenti nelle vendite all'ingrosso e oltre 1.000 in quelle al dettaglio. Altri settori 1.482 Totale 7.293 Installatori Locazione immobiliare Ristoranti - Bar Trasporti e servizi merci su gomma “I dati relativi al secondo trimestre del 2015 mostrano finalmente alcuni spiragli di ripresa per le nostre imprese - commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B -. Abbiamo registrato infatti a fine 2014 un record negativo di fallimenti, mentre in questi primi mesi del 2015 i numeri del nostro osservatorio ci fanno ben sperare. Questo miglioramento non deve però fare abbassare la guardia. In questi anni le aziende che hanno performato meglio e che si sono difese efficacemente da fallimenti, insoluti e ritardi nei pagamenti sono quelle che investito in procedure e strumenti per migliorare la propria gestione del credito e il proprio cash management. Un patrimonio di competenze che permetterà oggi alle aziende di continuare a proteggersi dai rischi e soprattutto di individuare i clienti e partner migliori su cui puntare per intercettare le nuove opportunità” - conclude Preti. Servizi personali Abbigliamento e altri prodotti tessili Industrie della pietra e vetro Industrie tipografiche editoriali Fonte: CRIBIS D&B 3 Valutazione immobiliare ed efficienza energetica La sensibilità verso il risparmio energetico dei potenziali acquirenti e locatari si manifesta soprattutto per le nuove costruzioni, che puntano sull’efficienza con soluzioni tecnologiche innovative. I costi energetici costituiscono, infatti, una delle principali voci dei costi di gestione di un’abitazione. Classe energetica Gli interventi per il risparmio energetico riguardano peraltro solo una piccola parte (circa il 4%) delle attività di riqualificazione globale volte al cambiamento dell’efficienza energetica del fabbricato, mentre si focalizzano principalmente in interventi puntuali che consistono in sostituzioni di infissi (22%), scalda acqua elettrici (14%) e impianti di riscaldamento (40%). Questi dati evidenziano come in Italia l’attenzione dei proprietari immobiliari si concentri su interventi che consentano miglioramenti della classe energetica nella fascia bassa della classificazione energetica, classi da G a D, che sono spesso connessi ad attività di manutenzione straordinaria e che sono sempre più frequenti considerando che il patrimonio edilizio residenziale italiano risulta essere costruito per circa il 50% negli anni ‘50-‘80. Indice di prestazione energetica globale [kWh/(m2anno)] Costo KWh [€] Costo gestione energetica [€/(m2anno)] Scostamento rispetto classe A+ [€/(m2anno)] A+ 27,4 0,09 2,47 - A 45,8 0,09 4,12 1,66 B 67,2 0,09 6,05 3,58 C 91,5 0,09 8,24 5,77 D 112,9 0,09 10,16 7,70 E 152,7 0,09 13,74 11,28 F 213,9 0,09 19,25 16,79 G >213,9 0,09 >19,25 >16,79 Il prezzo marginale della caratteristica può essere determinato con la seguente formula: pCE= RCE x (1-(1+g)n/(1+i)n)/(i-g) dove: • pCE è prezzo marginale della caratteristica classe energetica; • RCE è il risparmio energetico corrispondente all’incremento di classe; • i è il saggio di capitalizzazione; • g è il saggio di variazione annuale del costo dell’energia (i>g); • n è la vita utile dell’intervento che consente il cambio di classe energetica. Inoltre, lo stock immobiliare residenziale nel nostro Paese è per circa il 90% di proprietà di persone fisiche, che pur se incentivate da sgravi fiscali, sono interessate principalmente ad interventi parziali che rientrino in attività edilizia libera o soggetta solo a comunicazione, che siano economicamente sostenibili con costi contenuti e forniscano immediato riscontro in termini di risparmio energetico. Sulla base di tale analisi, nel segmento di mercato dell’usato la classe energetica può essere considerata come una caratteristica quantitativa, il cui prezzo marginale può essere determinato pari al costo degli interventi edilizi che consentirebbero il passaggio di classe energetica, a parità di stato di manutenzione e di tipologia impiantistica presente. Qualora nel prezzo marginale della dotazione impiantistica, e dello stato di manutenzione, fossero incluse opere tali da consentire un incremento della classe energetica, la differenza di caratteristica potrà non essere considerata. Caso di studio È stata analizzata una zona semicentrale di un capoluogo di provincia della Campania, dove sono stati recentemente realizzati alcuni complessi residenziali di nuova costruzione con classi energetiche differenti. In particolare in uno stesso segmento di mercato sono stati rilevati immobili di classe A+ (compravenduti a €/mq 2.700,) e di classe A (trasferiti a €/mq 2.550 che presentano analoghe caratteristiche qualitative. Nel segmento di mercato delle nuove costruzioni, invece, l’apprezzamento della classe energetica è funzione del risparmio energetico atteso, ma limitata dal livello di prezzo sostenibile in base alla localizzazione dell’immobile. Per tale segmento sarebbe sempre opportuno applicare il metodo di confronto diretto con immobili che presentano la stessa classe di efficienza energetica. Sulla base di tali dati si è determinato il prezzo marginale della caratteristica classe energetica applicando un saggio di capitalizzazione minimo pari al costo del denaro i = 0,0179 (BTP a 30 anni), considerando un risparmio energetico pari a 1,66 €/mq anno, una vita utile pari a 50 anni e un saggio di variazione del costo dell’energia pari a g = 0,01. Laddove questo non fosse possibile la caratteristica classe energetica può essere considerata come variabile qualitativa, assegnando un punteggio espresso con una scala ordinale a ciascuna delle classi e valutandola attraverso il sistema generale di stima. La caratteristica può anche essere espressa in termini quantitativi, laddove il livello di prezzo lo consente, determinando il prezzo marginale attraverso la capitalizzazione del risparmio energetico corrispondente all’incremento di una classe. Il prezzo marginale risultante è pari a circa €/mq 68, che è inferiore alla differenza di prezzo registrata di €/mq 150. Tale esempio evidenzia come sia preferibile considerare la classe energetica nel segmento di mercato delle nuove costruzioni come una caratteristica qualitativa da determinare con il sistema generale di stima, portando con sé degli elementi di sensibilità e cultura dell’acquirente verso tali aspetti. Si riportano nella tabella seguente i costi di gestione energetica per classe energetica, considerando un costo per kWh pari a € 0,09. Il costo per kWh pari a € 0,09 è stato stimato considerando un risparmio attribuibile per l’85% al riscaldamento a metano e per il restante 15% a un risparmio di energia elettrica. Dall’analisi dello stesso caso di studio si è inoltre osservato come entrambe le tipologie di immobili siano state offerte in vendita a prezzi molto più elevati, pari a circa €/mq 3.300-3.500, che risultavano oltre il massimo livello di prezzo sostenibile per il mercato locale, che anche in periodi di massimi storici e per immobili di assoluto pregio architettonico non ha registrato prezzi superiori a €/mq 3.000-3.500. 4 trend - Newsletter © 2015 CRIF RES. Tutti i diritti riservati. Se non desiderate ricevere ulteriori edizioni della newsletter scrivete a [email protected] specificando “Cancellami” nell’oggetto. www.crifres.com