Pubblicazione di CRIF / primavera - estate 2014 2014-2015: il punto di vista dei Financial Risk Manager italiani Le evidenze di un’indagine di CRIF Decision Solutions CRIF e Hometrack siglano un accordo per lo sviluppo del primo modello di valutazione immobiliare automatica (AVM) per il mercato italiano Pagamenti commerciali: boom di ritardi a marzo 2014, puntualità calata dell’8% in un anno Le principali evidenze dello Studio Pagamenti 2014 di CRIBIS D&B Volvo Financial Services ridisegna insieme a CRIF il processo di valutazione della clientela business per veicoli industriali e commerciali con le informazioni e le competenze analitiche di CRIF CARIGE sceglie CRIF Data Quality in vista dell’Asset Quality Review Gruppo Hera: un modello di governance del credito all’avanguardia Frodi creditizie: la collaborazione tra pubblico e privato e il supporto e le soluzioni CRIF per contrastarle Adeguamento alla normativa FATCA: Santander sceglie la soluzione di CRIF BPO Outsourcing responsabile di Consum.it con CRIF COL per la gestione della fase paralegale del recupero La valorizzazione della qualità nel Recupero Crediti Formazione e valutazione delle competenze: le best practice di Grenke Locazione, UniCredit e Cofiter al convegno di CRIF Flashnews Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB - Bologna - n. 37, 2014 La valutazione automatica delle richieste di leasing di UniCredit Pubblicazione di CRIF 2014-2015: IL PUNTO DI VISTA DEI FINANCIAL RISK MANAGER ITALIANI Le evidenze di un’indagine di CRIF Decision Solutions In occasione della IX Convention AIFIRM, CRIF Decision Solutions ha realizzato un’indagine sul mercato bancario e finanziario in Italia, articolata su più tematiche inerenti il ruolo del Risk Management e l’evoluzione delle esigenze operative dell’industry. L’obiettivo era analizzare le aspettative e le practice di mercato in ambito Risk Management, in modo da comprendere l’evolversi del modello di business e degli indirizzi strategici su prospettive di redditività/politiche di asset allocation. Come si evolverà il ruolo del Risk Manager? Nella sua continua evoluzione, il Risk Manager orienterà le proprie attività da una parte verso una maggiore incisività nel controllo dell’operatività e, dall’altra, verso un maggiore indirizzo del piano strategico dell’Istituto. Come si evolverà il ruolo del Risk Manager? L’indagine di CRIF Decision Solutions espone il punto di vista di differenti attori economici, quali: • il mondo finance, diretto interessato in primis; • il mondo corporate; • il mondo accademico. Il campione analizzato è costituito per il 70% da banche e società finanziarie di tutte le dimensioni, rappresentate principalmente in ambito Risk Management. Di seguito sono riportate le principali evidenze emerse. Maggiore indirizzo del piano strategico dell’Istituto Maggiore incisività nel controllo dell’operatività/business Altro Quali sono le aspettative per il 2014-2015? In riferimento al rischio di credito, il 72% del campione sostiene che si attenuerà nel corso del 2014 nonostante permangano significativi segnali di instabilità e di rischiosità latente. In riferimento alla redditività del business creditizio, il 75% sostiene che sarà penalizzata dall’accrescimento delle rettifiche di valore delle attività creditizie e/o dall’accrescimento dei requisiti minimi di capitale. Il 21% del campione ritiene inoltre che ci sarà un cambiamento della redditività derivato dalla modifica del costo del funding. Sviluppo modellistica su nuovi rischi e/o affinamento dell’esistente Effort 263: 0-30% Effort 263: 30-60% Effort 263: 60-100% Quali sono le leve strategiche delle banche nel 2014-2015? Considerazioni conclusive In riferimento alle leve strategiche utili a ridurre il rischio di credito, il mondo banking ha risposto che la ricomposizione del portafoglio creditizio verso asset a minor assorbimento di capitale e/o maggiore redditività rappresenta la principale strategia. Il mondo corporate ritiene inoltre che la cessione di asset creditizi riguardanti il credito anomalo rappresenti una strategia efficace. Il mondo finance punta invece alla razionalizzazione del modello organizzativo, compresa la riduzione dei canali di vendita. In conclusione, le principali tendenze delineate dagli stessi Risk Manager per il prossimo biennio possono essere sintetizzate in due filoni: Dal lato del rischio di credito: • il rischio si attenuerà ma permangono significativi segnali di instabilità e rischiosità latente; • ciò comporterà un accrescimento delle rettifiche e dei requisiti minimi di capitale, a discapito della redditività complessiva; • la ricomposizione del portafoglio o cessazione di asset creditizi è la principale exit strategy. Dal lato del ruolo del Risk Manager: • il ruolo del Risk Manager è in continuo - costante - mutamento; • l’adeguamento normativo, in particolare per i grandi istituti, assorbirà la maggior parte del tempo e dei pensieri dei Risk Manager; • la diffusione delle misure di rischio all’interno dei processi decisionali e delle relative policy rappresenta il principale obiettivo dei Risk Manager; • da strumento operativo e di monitoraggio, le misure di rischio assumono un ruolo strategico e di indirizzo. All’interno di questo scenario in continua evoluzione e trasformazione, CRIF Decision Solutions mette a disposizione delle aziende di credito la propria esperienza e le proprie competenze distintive nell’ambito del Risk Management, dei processi di credito, dello sviluppo di nuovi modelli e della compliance, sia per quanto riguarda il mondo finance sia quello corporate. Quale è l’impegno previsto sugli aspetti normativi ed operativi per il 2014-2015? La comunità dei Risk Manager ha espresso, con chiara indicazione, che il principale impegno per il prossimo biennio si focalizzerà sull’adeguamento alla Circolare n. 263 (Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche) di Banca d’Italia, con particolare attenzione agli ambiti di attuazione del Risk Appetite Framework (RAF). A un gradino più in basso in termini di priorità troviamo lo sviluppo e/o l’affinamento dei modelli di previsione del rischio, che rappresenta l’altra esigenza primaria per fronteggiare le nuove sfide del mercato. Ad entrambi gli aspetti sono legate anche le nuove esigenze operative caratterizzate dall’implementazione del nuovo framework regolamentare e nuovi modelli all’interno dei processi aziendali. Tali cambiamenti richiederanno inoltre un’importante e crescente attenzione verso la diffusione della cultura del rischio all’interno dei processi e delle strutture in questione, con significativi sforzi di formazione e change management. Effort previsto per gli aspetti normativi per il 2014-2015 Sviluppo modelli Area di maggiore intervento normativo secondo gli intervistati corporate Revisione organizzativa servizio/direzione rischi Sviluppo nuovi modelli previsionali e/o adeguamento degli esistenti Segnalazioni organo di vigilanza Adeguamento circolare 263 - RAF Finance Mondo Accademico Dialogo/Reporting/Riporto verso organi di supervisione strategica Revisione delle policy di rischio/valutazione dei grandi rischi/verifica dei limiti/indirizzi deliberativi Corporate Sostanziale allineamento di vedute tra mondo corporate e finance Diffusione delle misure di rischio all’interno dei processi decisionali/policy di rischio Validazione/adeguamento modelli alle evidenze di convalida/organo di vigilanza Area di maggiore intervento normativo secondo le stesse banche e finanziarie 2 Effort previsto per gli aspetti operativi per il 2014-2015 Altro: Fondi NPL, Modelli Altro: Fondi NPL, normative sovranazionali Corporate Per ricevere la survey completa e maggiori informazioni: [email protected] Diffusione della cultura del rischio/Reporting/Formazione delle strutture centrali e/o periferiche Finance Mondo Accademico primavera - estate 2014 CRIF E HOMETRACK SIGLANO UN ACCORDO PER LO SVILUPPO DEL PRIMO MODELLO DI VALUTAZIONE IMMOBILIARE AUTOMATICA (AVM) PER IL MERCATO ITALIANO La soluzione consentirà agli operatori del settore bancario la rivalutazione del portafogli mutui e una più efficace gestione del rischio CRIF, leader in Europa nel settore delle credit information bancarie e nelle soluzioni di supporto decisionale, ha siglato con Hometrack, leader nella realizzazione di modelli di valutazione automatica (AVM) sia nel Regno Unito che in Australia, un accordo per lo sviluppo e la fornitura del primo AVM sul mercato italiano per la valutazione di qualsiasi tipo di immobile residenziale, grazie all’utilizzo di modelli matematici altamente sofisticati e tecnologie automatizzate. Hometrack è una società privata inglese con uffici a Londra e a Sydney, fornitore esclusivo di modelli AVM, tra le altre, a 4 delle 6 maggiori banche presenti nel Regno Unito. Nello specifico, gran parte degli istituti finanziari si affidano a Hometrack per informazioni di qualità e altamente personalizzate, necessarie per una corretta valutazione in ambito immobiliare. Hometrack è l’unico provider di servizi AVM le cui soluzioni sono state formalmente approvate anche dalle 3 maggiori agenzie di rating oggi presenti sul mercato e il cui utilizzo ha sostenuto oltre 50 transazioni di finanza strutturata. La partnership tra CRIF e Hometrack rappresenta un traguardo estremamente significativo in quanto consente di unire l’eccellenza e il know-how analitico degli AVM di Hometrack con l’esperienza in Italia di CRIF Real Estate Services, che offre a oltre 100 istituti bancari e finanziari i propri servizi di valutazione immobiliare, in linea con i più rigorosi criteri riconosciuti a livello internazionale, tramite una rete di 550 periti professionisti indipendenti, qualificati e con certificazione accreditata ISO 17024 e il più grande e approfondito database di valutazioni immobiliari disponibile sul mercato italiano. L’AVM è uno strumento fondamentale a disposizione dei Risk Manager che necessitano di monitorare e aggiornare puntualmente il valore di mercato del portafoglio immobiliare residenziale in ottica di mitigazione del rischio e di compliance con quanto richiesto dall’Autorità di Vigilanza. Inoltre i modelli AVM consentono di identificare i cespiti che necessitano maggiormente di una rivalutazione, limitano le frodi e forniscono un valore di riferimento per investitori e consumatori. Nello specifico, il sistema AVM, che verrà proposto agli operatori di settore, combina i modelli decisionali di Hometrack e il database di comparabili di CRIF, fornendo un valore puntuale dell’immobile ad una determinata data, insieme all’indicazione di uno specifico livello di confidenza che traduce l’accuratezza di ogni risultato AVM. Con riferimento alle rivalutazioni immobiliari, la tecnica AVM si dimostra inoltre più accurata rispetto alle metodologie tradizionali di rivalutazione statistica per indici, in quanto determina il valore dell’immobile senza utilizzarne il valore storico di partenza e senza essere quindi influenzata da eventuali errori, frodi, sovrastime, dati mancanti o errati nel fascicolo mutui. “Ad oggi le valutazioni AVM rappresentano la tecnica più innovativa e affidabile per fornire una stima automatica del valore di mercato degli immobili residenziali” - spiega Stefano Magnolfi, Direttore Real Estate Services di CRIF - “e completano la nostra gamma di servizi e soluzioni a supporto del mercato Real Estate, dalla valutazione di immobili sia residenziali sia commerciali con sopralluoghi esterni o interni all’edificio fino alla rivalutazione dell’intero portafoglio mutui degli Istituti”. L’accordo di CRIF con Hometrack riguarderà inizialmente la fornitura di modelli AVM per la rivalutazione periodica dei portafogli di immobili residenziali in Italia. Successivamente, in accordo con Hometrack, CRIF svilupperà e commercializzerà i servizi di AVM anche in altri Paesi europei. PAGAMENTI COMMERCIALI: BOOM DI RITARDI A MARZO 2014, PUNTUALITÀ CALATA DELL’8% IN UN ANNO Le principali evidenze dello Studio Pagamenti 2014 di CRIBIS D&B Nel primo trimestre 2014 si è registrata una nuova consistente riduzione della puntualità nei pagamenti delle imprese italiane nei confronti dei partner e fornitori. A marzo 2014, infatti, solo il 38% delle imprese è stata puntuale nell’onorare le fatture, un calo di ben 8 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2013, quando la media era del 46%. Un altro dato che evidenzia le difficoltà del sistema dei pagamenti italiani è sottolineato dai ritardi oltre i 30 giorni, arrivati al 16%, +45,2% rispetto ad un anno fa e ben il 192,7% in più rispetto al 2010. È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2014 di CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane. Nel dettaglio, a fronte di una quota pari al 38% di imprese puntuali, il 45,9% ha pagato con un ritardo fino a 30 giorni medi, mentre il 16,1% del totale ha saldato le fatture oltre un mese dopo la scadenza, registrando la percentuale più alta dal 2010, quando le imprese che pagavano con gravi ritardi erano ferme al 5,5%. Rispetto al primo trimestre 2013 i pagamenti puntuali sono calati del 17,2%, quelli fino a un mese di ritardo sono aumentati del 6,7%, quelli gravi, oltre i 30 giorni, sono saliti del 45,2%. Secondo i dati CRIBIS D&B, è però rispetto al 2010 che le performance attuali in fatto di pagamenti delle nostre imprese sono drammaticamente peggiorate. In particolare, i ritardi gravi oltre i 30 giorni sono passati dal 5,5% del 2010 all’attuale 16,1%, quelli entro il mese sono passati dal 57% al 45,9%. 3 Analizzando i comportamenti di pagamento per dimensione aziendale, le micro realtà confermano il loro trend di puntualità nei pagamenti alla scadenza, ma al contempo presentano anche il maggior numero di ritardi gravi, giunti al 17,9% del totale, in crescita del 55% rispetto al primo trimestre 2013 e addirittura del 210% rispetto al 2010. Situazione opposta per le imprese “large”, puntuali solo nel 16,3% dei casi: il 75,2% salda entro un mese, solamente l’8,5% appartiene alla categoria cattivi pagatori, ovvero quelli che pagano oltre il mese di ritardo. A marzo 2014 il panorama dei pagamenti commerciali in Italia per aree geografiche appare estremamente diversificato. Infatti, mentre le imprese del Nord mostrano una maggiore propensione a rispettare i termini pattuiti e a contenere il ritardo, nell’Italia meridionale i pagamenti sono complessivamente meno puntuali. Il Nord Est risulta l’area geografica più affidabile con il 46,9% di pagamenti regolari. Nella situazione opposta invece si trovano le imprese del Sud Italia e Isole, con solo il 25,1% di pagamenti virtuosi. Nel mezzo si assestano il Nord Ovest (43,7% di pagamenti alla scadenza) e il Centro (33,5%). Lo scenario a livello settoriale, secondo l’analisi CRIBIS D&B, si presenta eterogeneo. I settori merceologici più puntuali risultano i Servizi finanziari (51,5%) e l’Agricoltura (48%), mentre nel commercio al dettaglio i pagamenti alla scadenza interessano solo il 26,3%. Nei pagamenti puntuali in difficoltà anche i Trasporti e distribuzione (39,6%). Pubblicazione di CRIF VOLVO FINANCIAL SERVICES RIDISEGNA INSIEME A CRIF IL PROCESSO DI VALUTAZIONE DELLA CLIENTELA BUSINESS PER VEICOLI INDUSTRIALI E COMMERCIALI Azienda di credito: Volvo Financial Services Soluzione: dati CRIF, business information e informazioni creditizie, consulenza di processo, Sprint Business 2.0 (il sistema As a Service di CRIF per la valutazione del rischio di credito) e la formazione CRIF Academy. Esigenze: ridefinizione del processo di valutazione. Risultati: sistema di rating interno oggettivo, predittivo e discriminante. Volvo Financial Services è una delle otto Business Areas che compongono attualmente il Gruppo di AB Volvo. Nel mercato italiano fornisce servizi finanziari e accessori sui veicoli industriali e commerciali Volvo Trucks e Renault Trucks, sugli Autobus Volvo e sulle macchine operatrici commercializzate dal Gruppo Volvo e dalla sua rete di vendita. Le esigenze di Volvo “A seguito del progressivo deterioramento del mercato automotive italiano, dopo un serio confronto con Banca d’Italia, è emersa l’esigenza di adottare un sistema di rating basato su modelli statistici predittivi. Le informazioni creditizie di EURISC, il SIC di CRIF, che già utilizzavamo da oltre 8 anni, dovevano dialogare da un lato con le nostre informazioni e dall’altro con un motore esperto per la valutazione delle richieste di credito. Il processo di valutazione e monitoraggio della clientela andava quindi reingegnerizzato e omogeneizzato in tutti questi aspetti” - spiega Michele Morganti, Credit Manager di Volvo Financial Services. Il progetto “A seguito delle mutate condizioni del mercato italiano ci siamo rivolti a CRIF, già nostro partner per le informazioni creditizie, per ridisegnare il processo di credito: dalle informazioni creditizie, agli analytics, agli aspetti consulenziali fino all’adozione di servizi aggiuntivi integrati nelle nostre piattaforme. In primis, ci siamo avvalsi del patrimonio informativo di CRIF, il CRIF INFORMATION CORE, composto da oltre 40 banche dati da fonte pubblica, business information e informazioni creditizie. Avevamo l’esigenza di integrare le informazioni di CRIF in un ‘sistema esperto’ che andasse, da un lato, oltre ai soliti modelli di scoring e, dall’altro, avesse un indicatore di rischio ‘certificato’. CRIF Rating Agency, riconosciuta e registrata come Credit Rating Agency (CRA) da Consob ed ESMA, rispondeva perfettamente alle esigenze di messa in sicurezza del nostro portafoglio. Infatti, grazie al CRIF Business Default Index, il nuovo standard di mercato per la valutazione del default di un’azienda, abbiamo avuto a disposizione 13 algoritmi matematici non lineari e oltre 1000 indicatori calcolati e statisticamente testati sviluppati sulla totalità delle imprese italiane (e non su campioni) e differenziati per settore, dimensione e forma giuridica. CRIF ci ha garantito la piena compliance al quadro normativo, il know-how di analisti economicofinanziari esperti e l’applicazione di un rigoroso processo per lo sviluppo e la validazione dei propri modelli statistici” - continua Morganti. L’indicatore CRIF Business Default Index utilizzato da Volvo Financial Services “Abbiamo effettutato insieme ai consulenti CRIF Decision Solutions una fase di assessment di tutto il portafoglio Volvo per ridefinire gli step di processo. L’indicatore CRIF Business Default Index utilizzato da Volvo Financial Services CRIF Business Default Index Il nuovo standard di mercato per la valutazione del default di un’azienda PATRIMONIO INFORMATIVO DI CRIF Maggiore profondità informativa e viste ad hoc Modello ad hoc per la valutazione delle imprese Ponderazione avanzate degli EVENTI NEGATIVI ESPONENTI E SOCI Valutazione automatica delle cariche significative RICLASSIFICAZIONE BILANCI CRIF PROFILO SOCIETARIO per la valutazione dell’impresa e dei soggetti coinvolti KNOW-HOW ED EXPERTISE 4 DEFAULT COMPLIANT con Basilea 2 I “SETTORI DI CRIF” e non semplice classificazione Ateco ESPERIENZA degli analisti CRIF LOGICA EVOLUTA OVERRIDE quantitativi Ponderazione TREND TEMPORALE delle performance dell’azienda INTERPRETABILITÀ DEL RATING grazie alla coerenza tra approccio statistico ed analisi esperta L’impresa si rivolge al dealer che invia all’Ufficio Crediti la richiesta di finanziamento. L’Ufficio Crediti si occuperà del controllo della documentazione e dell’interrogazione delle diverse banche dati per stabilire la rischiosità o meno della richiesta di credito” - spiega Morganti. “È in questo passaggio di verifica che s’innesta il ‘sistema esperto’, frutto dell’integrazione fra il CRIF Business Default Index, il rating interno e le soluzioni CRIF. Nello specifico abbiamo scelto Sprint Business 2.0, il sistema che ci ha permesso di effettuare controlli congiunti sui dati di natura pubblica e creditizia integrati in logiche parametriche originali e innovative” - aggiunge Morganti. “Nel processo di valutazione Sprint Business 2.0 vengono considerati indicatori trimestralmente estratti dai nostri sistemi interni relativi alla rischiosità dei clienti retail veicolati dai dealer” - continua Morganti. “In sede di valutazione di una nuova richiesta di finanziamento l’analista indica il dealer che ha veicolato la pratica e l’elaborazione di Sprint, sulla base del concessionario indicato e agisce sui cut-off dell’area di rischio. Inoltre CRIF ci permette di avere in un unico report sintetico, Sprint Report, tutte le informazioni necessarie per la valutazione (EURISC, Business Information, Assilea), in modo che possiamo così avere in un solo documento tutto ciò che ci serve”. “La soluzione Sprint di CRIF” - spiega Maria Ricucci, Marketing Manager di CRIF - “è presente sul mercato da oltre 15 anni ed è utilizzata da oltre 300 aziende di credito italiane. Sprint Business 2.0 consente, in pochi secondi, una ‘vista fronte-retro’ dell’azienda (dalle microimprese alle PMI) integrando, in logiche parametriche originali e innovative e secondo le strategie creditizie dell’azienda di credito, oltre 20 banche dati: le informazioni sul profilo dell’impresa, i dati economico-finanziari, le informazioni sul comportamento creditizio e sulle caratteristiche dei principali esponenti aziendali”. I benefici ottenuti “L’assessment fatto con i consulenti CRIF ha comportato un vero e proprio cambiamento culturale. Il supporto degli specialisti della formazione di CRIF è stato fondamentale nel passaggio da una valutazione soggettiva del cliente ad una valutazione automatizzata. CRIF ci ha garantito rapidità di implementazione utilizzando uno strumento predittivo e oggettivo, nonché maggiore consapevolezza nel prendere una decisione. Grazie a CRIF, il Rating Volvo è ora molto più discriminante. Se confrontiamo il rating di accettazione dell’ultimo trimestre 2013 con quello del primo, riscontriamo una riduzione della classe di rating ‘C’, più rischiosa, e un contestuale incremento della classe di rating ‘A’, meno rischiosa. Mentre nel primo trimestre 2013, pre implementazione della soluzione Sprint Business 2.0, i rating di accettazione ‘C’, più rischiosi, rappresentavano il 48% delle nuove richieste di affidamento, nel corso dell’ultimo trimestre 2013, post implementazione della soluzione Sprint Business 2.0, tale percentuale è scesa al 30% con un considerevole spostamento nella classe di rating ‘A’, meno rischiosa (dal 13% al 30%). Essere pronti a cambiare e mettere in discussione le proprie certezze è difficile e richiede coraggio, ma la storia insegna che le grandi idee sono state realizzate da chi ha avuto la capacità di osare. Insieme a CRIF siamo riusciti a cambiare, e ora possiamo soltanto crescere e raggiungere nuovi obiettivi” - conclude Morganti. Per maggiori informazioni: [email protected] primavera - estate 2014 LA VALUTAZIONE AUTOMATICA DELLE RICHIESTE DI LEASING DI UNICREDIT CON LE INFORMAZIONI E LE COMPETENZE ANALITICHE DI CRIF Azienda di credito: UniCredit Leasing Soluzioni: EURISC 2.0, PERFORM - CRIF Credit Bureau Score e le competenze analitiche di CRIF. Esigenze: valutazione e gestione automatica, omogenea e Basilea compliant delle richieste di leasing. Risultati: strumento di Credit Worthiness Evaluation (CWE) che processa circa 10.000 pratiche l’anno, basato su scorecard specifiche per le operazioni di leasing e altamente predittive grazie alle informazioni creditizie e al supporto delle competenze analitiche di CRIF. UniCredit Leasing, la società specializzata nel leasing del Gruppo UniCredit, si avvale di un’organizzazione composta da oltre 2.500 professionisti e una rete di vendita diffusa su 18 Paesi, con capacità di distribuzione multi-canale e un mix di prodotto equilibrato per soluzioni di leasing per piccole e medie imprese. Nel settore del leasing a livello europeo, UniCredit Leasing occupa una delle prime tre posizioni in 12 Paesi. La sfida di UniCredit Leasing Il Gruppo UniCredit considera una scelta strategica l’utilizzo dei sistemi di rating AIRB Basilea 2 sia a fini regolamentari che nei processi di gestione del credito. In questo contesto, UniCredit Leasing ha intrapreso un cammino che prevede la convalida da parte dell’EBA nel corso del 2015. UniCredit Leasing utilizza i modelli di rating nelle gestione di tutti i principali processi di gestione del credito: erogazione, monitoraggio, precontenzioso e contenzioso, svalutazioni nel rispetto delle policy di gruppo e del comitato di Basilea. “Nell’inquadramento complessivo dei processi del credito in un’ottica IRB compliant, la sfida di UniCredit Leasing vedeva uno snodo cruciale nello sviluppo di uno strumento di Credit Worthiness Evaluation (CWE) per il supporto alla valutazione del merito creditizio delle richieste di leasing, che fosse in grado di determinare il rischio delle operazioni e di identificare l’organo deliberante facoltizzato” - spiega Giovanni Vanellone, Head of Credit Risk Models and Tools. “Gli obiettivi del nuovo sistema di pratica elettronica di fido erano primariamente quelli di supportare l’analisi creditizia con un livello di sempre maggiore profondità, di garantire una gestione omogenea - fattore determinante nel nostro caso in cui il leasing è intermediato per più del 50% da una rete agenziale e non da reti bancarie - di consentire controlli automatici, con rilevazione di livelli di rischio oggettivi, nonché di ottenere una consistente contrazione dei tempi operativi”. Il progetto sviluppato Il tool di Credit Worthiness Evaluation (CWE) di UniCredit Leasing è stato progettato con un approccio modulare, reperendo le informazioni necessarie alle proprie elaborazioni da varie fonti che ne condizionano l’esito anche mediante l’interazione con altri sottosistemi/processi. I dati della pratica provengono dal Sistema informativo gestionale di front-end Leasing (dati della proposta di leasing e anagrafici) e sono integrati, ricorrendo a un utilizzo importante di fonti informative esterne. Il sistema si interfaccia e dialoga inoltre in maniera integrata con altri sottosistemi aziendali (per ricavare informazioni relative ai beni, ad aspetti di compliance legale, fiscale e reputazionale, ad aspetti inerenti le strategie creditizie, i parametri creditizi BIS2 AIRB 2 e alla procedura antifrode). “A livello logico e di flussi, il processo decisionale è strutturato su più livelli. Il primo livello è quello che sostanzialmente porta a un ‘instradamento’ delle tipologie di operatività, per ‘causale creditizia’ (nuova finanza, locazione, subentro/cessione o addition) e ‘segmento creditizio’, che identifica la dimensione della controparte (Corporate, Small business, Privati/ Professionisti). Nello specifico, a questo livello attingiamo ai dati della controparte, alle business information pubbliche e massimizziamo l’utilizzo dei dati della Banca UniCredit. Al secondo livello, invece, abbiamo un instradamento per tipologia di origination - canale agenti, canale banche, canale diretto, ecc. - e analizziamo l’operazione in base al rischio della controparte. In quest’ambito, entrano tutti i dati di valutazione interna: in particolare le informazioni creditizie di EURISC 2.0 di CRIF, oltre a quelle di Assilea e Banca d’Italia. Il livello successivo invece è quello che sostanzialmente ci porta alla valutazione della PD della controparte che, riclassificata in tre livelli di rischio (alto, medio, basso), instrada le regole decisionali del motore di CWE. In quest’ambito, CRIF ci ha supportato nel realizzare i modelli statistici preposti alla valutazione specifica dell’operazione di leasing (in cui il bene gioca un ruolo fondamentale). Con l’intervento e le competenze analitiche nello sviluppo dei modelli di CRIF abbiamo affinato i risultati dello strumento automatico migliorando il potere discriminante per le transazioni relative a controparti con una classe ‘media’ di PD, integrando la valutazione complessiva con specifiche scorecard di operazione (‘strumentali’, ‘targato leggero’ e ‘targato pesante’)” - spiega Vanellone. Il know-how nella valutazione della rischiosità delle imprese e il rigoroso processo di CRIF nello sviluppo e la validazione dei modelli statistici è riconosciuto Il miglioramento delle performance della scorecard di UniCredit Leasing grazie a EURISC 2.0 di CRIF CORPORATE ALTRI TIPI DI CLIENTELA SEGMENTI DI CLIENTELA TIPO DI PRODOTTI STRUMENTALE TARGATO LEGGERO TARGATO PESANTE INTERNAL APPLICATION MODULE GINI = 60% INTERNAL APPLICATION MODULE GINI = 61% INTERNAL APPLICATION MODULE GINI = 68% GINI = 70% GINI = 71% GINI = 76% INTERNAL APPLICATION MODULE GINI = 66% INTERNAL APPLICATION MODULE GINI = 68% INTERNAL APPLICATION MODULE GINI = 64% GINI = 75% GINI = 76% GINI = 78% AUMENTO DEL 20% del POTERE PREDITTIVO DEI MODELLI grazie all’utilizzo dei DATI EURISC anche dall’accreditamento di CRIF come Credit Rating Agency. CRIF Rating Agency è infatti la prima agenzia di rating italiana ad emettere rating regolamentari e riconosciuti a livello europeo, avendo ottenuto la registrazione come Credit Rating Agency (CRA) da Consob e da ESMA. CRIF Rating Agency è inoltre riconosciuta ECAI. I benefici ottenuti “Nello sviluppo dei modelli abbiamo integrato diversi moduli per massimizzare informazioni geo-demografiche e interne, ma molto importante è stato il contributo delle informazioni comportamentali esterne. Con l’utilizzo del patrimonio informativo di CRIF e del SIC EURISC 2.0, opportunamente integrato dal punto di vista statistico nello sviluppo delle scorecard su tutti i diversi tipi di prodotto e sui diversi segmenti, abbiamo ottenuto livelli di accuratezza di assoluto rilievo. Un risultato significativo, di cui siamo molto soddisfatti. Con CWE abbiamo ottenuto vantaggi in termini di: • compliance AIRB Basilea2; • valutazione automatica del credito per le aree a rischio accettabile; • coerenza di valutazione tra i parametri creditizi AIRB e analisi creditizia sul merito di credito della controparte; • segregazione completa tra modelli statistici e correttivi basati su considerazioni di tipo esperenziale (judgemental). Mi preme sottolineare soprattutto che, tramite questo strumento, UniCredit Leasing è in grado di deliberare in automatico circa il 31% di operazioni (su una media di circa 10.000). Considerando la tipologia di clientela di UniCredit Leasing (fatta di professionisti, PMI, grandi imprese e PA) e il taglio medio delle operazioni processate, questi sono numeri assolutamente significativi” - conclude Vanellone. Per maggiori informazioni: [email protected] LEASING: le ultime novità normative e la soluzione CRIF La Legge di Stabilità (Legge 147 del 27 dicembre 2013) ha modificato in termini migliorativi le regole per la deduzione fiscale dei canoni di locazione finanziaria per imprese e professionisti. L’agevolazione ha reintrodotto per i nuovi contratti di leasing finanziario il regime fiscale che nei primi anni dello scorso decennio aveva portato il leasing ad essere lo strumento di finanziamento “privilegiato” delle imprese, dei lavoratori autonomi e dei professionisti. Dai primi studi e dalle simulazioni effettuate il contratto di leasing risulterebbe fiscalmente più conveniente del mutuo oppure di analoga forma di finanziamento. Infatti, nel mese di aprile la domanda di leasing è tornata a crescere di circa il 5%. La crescita è stata registrata da CRIF Credit Market Outlook, Osservatorio CRIF sul mercato del credito, rispetto alle domande di leasing raccolte dagli istituti di credito e contribuite in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF, che raccoglie i dati relativi ad oltre 77 milioni di posizioni creditizie. Sprint Leasing è la soluzione CRIF SAAS (Software as a Service) specifica per il leasing, che consente di automatizzare e omogeneizzare i processi di istruttoria e valutazione delle richieste di leasing. La soluzione integra le esperienze ultraventennali di CRIF nello sviluppo e realizzazione di sistemi decisionali e modelli di valutazione. In particolare, Sprint Leasing consente la valutazione delle richieste di leasing, grazie alla differenziazione dei processi e agli algoritmi statistici specifici a seconda della tipologia di clientela e di prodotto. Inoltre offre l’integrazione delle fonti informative interne ed esterne tra cui la Centrale Rischi di Assilea, CR Bankit e il Sistema di Informazioni Creditizie EURISC di CRIF a cui partecipano oltre il 70% delle società associate Assilea. La valutazione finale suggerisce all’analista l’azione da perseguire secondo le policy definite dall’istituto, fornendo tutti i dettagli informativi e gli indici sintetici richiesti. Per maggiori informazioni: [email protected] 5 Pubblicazione di CRIF CARIGE SCEGLIE CRIF DATA QUALITY IN VISTA DELL’ASSET QUALITY REVIEW Azienda di credito: Banca CARIGE Soluzioni: Data Quality di CRIF BPO Esigenze: supporto per le verifiche preliminari all’Asset Quality Review della BCE. Risultati: verifica e integrazione delle pratiche di mutuo in piena compliance alle richieste della BCE, insieme a un ampio set informativo sui relativi collateral. Banca CARIGE è la più importante banca ligure e capogruppo del Gruppo Banca CARIGE, che conta più di 1.100 punti vendita (tra sportelli bancari e agenzie assicurative) distribuiti sul territorio nazionale, con oltre 2 milioni di clienti. Le esigenze Entro il prossimo novembre si concluderà l’Asset Quality Review condotto dalla BCE su circa 130 banche europee, 15 delle quali italiane. L’indagine ha lo scopo di valutare la qualità degli attivi bancari e delle garanzie, oltre alla qualità dei dati e alle classificazioni delle esposizioni deteriorate. Gli elementi chiave della valutazione indicati dalla BCE, ovvero la valutazione del rischio, la qualità degli asset e gli stress test, appaiono strettamente interdipendenti. La valutazione del rischio è collegata a tal punto a quella dell’asset immobiliare da rappresentare per il Risk Management delle banche un compito primario tra quelli posti all’attenzione dell’indagine. Negli ultimi anni, infatti, è cresciuta la richiesta di maggiore trasparenza nella valutazione immobiliare, attraverso procedure chiare e documentate, nonché metodologie di valutazione controllabili e riproducibili in tutte le fasi di valutazione. Gli istituti italiani sono oggi chiamati ad analizzare il proprio portafoglio di garanzie immobiliari ed, eventualmente, intervenire per sanare le possibili carenze nei dati. È molto frequente, infatti, che a seguito di acquisizioni di filiali o di intere banche, risulti difficoltoso recuperare in tempi circoscritti le informazioni o documentazioni relative alle pratiche stipulate negli anni passati, agli asset e ai collateral sottostanti mutui e prestiti erogati. Banca CARIGE, uno degli istituti italiani coinvolti dall’analisi della Banca Centrale Europea, ha scelto 6 di affidarsi ai servizi Data Quality di CRIF BPO per la verifica e la gestione dei propri asset creditizi. “Abbiamo scelto di affidarci a CRIF per l’attività di analisi delle pratiche e recupero della documentazione” - spiega Paolo Sacco, Responsabile Organizzazione - Processi e Prodotti “in quanto siamo consapevoli dell’expertise del partner sia nella gestione in outsourcing di processi di credito sia per tutte le attività richieste in area Real Estate, quali il reperimento di informazioni immobiliari e la realizzazione di perizie tecnico estimative”. La soluzione CRIF La soluzione Data Quality di CRIF BPO è frutto di un consolidato impianto progettuale di attività che fornisce all’istituto una soluzione “chiavi in mano”, in grado di garantire l’efficienza dei tempi e dei costi operativi, con un elevato standard qualitativo. Nello specifico, CARIGE ha impiegato il servizio Data Quality per l’analisi delle pratiche di mutuo, a partire dalla ricezione della documentazione cartacea dagli archivi centrali o di filiale dell’istituto, e la sua segmentazione in base alle logiche di rischio condivise con il committente. Successivamente, i dati sono stati sottoposti alle attività di verifica della completezza e conformità per identificare eventuali anomalie o mancanze. In caso di documentazione mancante, CRIF ha messo in atto un’attività di recupero della stessa attraverso ispezioni catastali, perizie tecnicoestimative o recupero degli atti pubblici. La fase finale della lavorazione è costituita dalla creazione dei file output e dal controllo qualità, per consentire infine la gestione documentale digitale indicizzata del materiale da parte della Banca, adempiendo alle esigenze dell’asset quality review e, più in generale, a obiettivi di efficienza di gestione. “Grazie al supporto di CRIF BPO, il nostro Istituto” - spiega Sacco - “ha potuto ottenere tempo per tempo un output costituito da un file dati strutturato e un archivio ottico dei documenti, che ci ha permesso di gestire rapidamente e in totale autonomia le informazioni aggiornate”. I risultati ottenuti La soluzione Data Quality di CRIF BPO ha permesso a CARIGE di controllare e verificare i dati, grazie a un’elevata tracciabilità delle informazioni gestite e archiviate. Nei casi in cui sono state rilevate carenze rispetto al pacchetto completo di documentazione necessaria (note di iscrizione ipotecaria e informazioni catastali, perizia immobiliare) CRIF è stata in grado di reperire tale documentazione mediante accertamenti presso gli Uffici di Pubblicità Immobiliare e la realizzazione di perizie immobiliari, grazie alla propria rete di oltre 500 periti. Inoltre, CARIGE ha ottenuto un significativo miglioramento nella gestione delle garanzie, attraverso la sistematizzazione di uno stock ampio e articolato di dati e la digitalizzazione della documentazione a supporto. “Grazie a Data Quality di CRIF siamo oggi in grado di esaminare le pratiche mediante il supporto digitale e ottenere una ricostruzione sintetica e completa di fascicoli cartacei. La progressiva disponibilità di un ampio set informativo specifico sulle garanzie ha agevolato la gestione delle verifiche connesse all’Asset Quality Review e consente al Gruppo di disporre, in modo rapido ed efficace, di informazioni che assumono un ruolo centrale nella gestione delle politiche di rischio, con significativi e crescenti riflessi di tipo economico e patrimoniale” - conclude Sacco. Per informazioni: [email protected] Il processo di Data Quality di CRIF BPO Clusterizzazione Segmentazione delle pratiche in base alle logiche di rischio condivise. Acquisizione pratiche e data entry Acquisizione delle pratiche tramite digitalizzazione del formato cartaceo. Eventuale attività di data entry delle informazioni disponibili. Reperimento documenti mancanti Recupero della documentazione mediante verifiche ipocatastali, perizie tecnicoestimative o reperimento degli atti pubblici. Geo referenziazione Georeferenziazione dei cespiti individuati. Gestione documentale digitalizzata Archiviazione e indicizzazione della documentazione su portale di Document Management. primavera - estate 2014 GRUPPO HERA: UN MODELLO DI GOVERNANCE DEL CREDITO ALL’AVANGUARDIA Azienda: Gruppo Hera Soluzioni: Know-how, supporto consulenziale e software di CRIF in ambito Origination, Monitoraggio Portafoglio e Collection. Esigenze: ottimizzare il processo del credito end-to-end: da una migliore capacità di selezione del rischio in origination, al monitoraggio attivo del portafoglio fino all’industrializzazione della collection. Risultati: grande crescita della cultura creditizia in azienda; condivisione obiettivi di riduzione del credito; messa a terra di policy e processi del credito end-to-end supportati da soluzioni software dedicate; monitoraggio di portafoglio e controllo dei costi. Il Gruppo Hera nasce dall’unione, nel 2002, di 11 aziende di servizi pubblici in Emilia-Romagna. A seguito di ulteriori acquisizioni, ad oggi il Gruppo è presente, con servizi energetici, ambientali e idrici, anche in Veneto e Friuli e nella parte nord delle Marche, servendo oltre 1,8 milioni di utenti, con ricavi pari a 4,5 miliardi di euro nel 2012. Le esigenze di Hera nel Credit Management In ambito Credit Management il Gruppo Hera aveva esigenza di strutturare un nuovo modello di governance del credito adeguato alla dimensione e alla complessità raggiunti dall’azienda a seguito delle acquisizioni effettuate, alle esigenze di cash management, oltre che in linea con il mutato scenario caratterizzato della liberalizzazione del mercato dell’energia e dal deterioramento della rischiosità delle controparti. Sostanzialmente questo significava ridefinire la gestione del credito a 360 gradi: a livello organizzativo, facendo crescere il committment sulla “questione credito” in azienda, ridefinendo nuove policy end-to-end e attribuendo univocamente le responsabilità di gestione; a livello operativo, implementando nuovi processi orientati al business ma al contempo coerenti con la dimensione organizzativa della funzione. In particolare per quanto riguarda i processi operativi, in Origination veniva svolto un semplice credit check su dati esterni, manualmente e solo sul perimetro aziende Top Business. Anche la fase di Late Collection, nonostante gli elevati e crescenti volumi, era gestita in maniera prevalentemente manuale, con tempi scarsamente cadenzati e problematiche di allineamento operativo tra le diverse aree. Il progetto A partire dal 2011, il Gruppo Hera ha deciso di investire in maniera significativa sul Credit Management, intervenendo su tutti i punti cardine del ciclo di vita del credito e strutturando un modello di gestione da best practice di mercato. La prima mossa è stata prendere consapevolezza dei costi connessi al credito: con il know-how e il supporto consulenziale e analitico di CRIF è stato realizzato un modello di valutazione “full cost del credito” che ha consentito di quantificare, e quindi di portare all’attenzione dei diversi livelli aziendali, i costi connessi alla gestione del credito nelle componenti di perdita attesa su crediti, costi operativi e costi finanziari, per i diversi segmenti di clientela in portafoglio e per i vari servizi offerti. Poiché la capacità di prevenire il rischio fin dall’inizio è divenuta, ancor più in tempi di crisi, un’importante leva competitiva, sono state messe in campo numerose iniziative in ambito Origination. Tra queste, la definizione del modello di valutazione della clientela Aziende in collaborazione con i consulenti CRIF, e l’adozione di nuove soluzioni software: CreditFlow - lo strumento di Business Process Management di CRIF che supporta il 7 processo operativo e raccoglie le informazioni chiave - e StrategyOne - il motore decisionale di CRIF per implementare il modello di valutazione, sfruttando il patrimonio informativo interno e le potenzialità delle informazioni esterne (Business Information). Flessibilità e facilità di implementazione sono state le caratteristiche distintive della soluzione CRIF, che ha consentito di disegnare il processo di credit check come “un abito su misura” e di estenderlo a tutta la clientela Aziende sia Top che Medium, ed in seguito allo Small. Sullo stesso perimetro, è stato inoltre attivato il monitoraggio attivo, supportato dalla tecnologia del CRIF Credit Framework che applica la rivalutazione periodica del portafoglio crediti su dati sia interni sia esterni, consentendo di presidiare la qualità del portafoglio e implementare una gestione proattiva. Anche il Recupero è stato oggetto di importanti attività, in particolare nella fase di Late Collection ovvero nella gestione del credito problematico. Dati gli elevati volumi da gestire, retail e business, il passo cruciale in quest’ambito è stato l’automazione e l’industrializzazione delle attività, che ha consentito la definizione di processi serrati nei tempi e strutturati nelle fasi e azioni. L’obiettivo è stato raggiunto grazie all’investimento nella soluzione CRIF per la gestione del credito problematico - CLever - questa volta strategicamente utilizzata in modalità outsourcing, con limitati impatti di gestione IT. La flessibilità offerta dallo strumento ha consentito di implementare strategie di recupero modificabili con facilità e adeguabili rapidamente alle nuove esigenze di business. Le competenze maturate da CRIF in ambito collection, e più in generale di operations management, sono state di grande supporto nella definizione di strategie di recupero ottimali per i diversi segmenti di clientela. I risultati ottenuti Gli investimenti effettuati dal Gruppo Hera hanno ridisegnato nell’arco di due anni la gestione del credito portando rilevanti benefici. La cultura del credito in azienda è cresciuta attraverso il committment e la condivisione di obiettivi di riduzione del credito con altre funzioni aziendali oltre al Credit Management (Commerciale, Legale). Sono stati implementati processi del credito end-to-end supportati da soluzioni software dedicate, per l’orchestrazione e la chiara attribuzione delle competenze di gestione tra i diversi attori interni ed esterni. In ambito Origination e Monitoraggio è stata attivata la selezione della clientela Aziende, attraverso un modello di valutazione automatizzato basato su informazioni interne e esterne; il credit profile è ora utilizzato anche per decisioni riguardanti condizioni di prezzo e di fatturazione/pagamento; è stata inoltre migliorata la qualità dei dati raccolti in fase di application, utilizzabili successivamente in collection; infine il monitoraggio attivo del portafoglio consente oggi di attuare processi di Early Collection più serrati. In ambito Late Collection sono stati introdotti elementi sostanziali di automazione del processo, sgravando le strutture interne; i tempi di innesco del processo e di gestione sono stati radicalmente ridotti. Inoltre si è passati da flussi mensili a flussi settimanali di affido ad agenzie e studi legali esterni, con aggiornamento continuo delle posizioni in lavorazione. In termini di orchestrazione, oggi 6 team operativi interni e oltre 25 enti esterni sono collegati allo strumento CLever (nello specifico, 10 agenzie di recupero, 15 studi legali esterni, provider di servizi di rintraccio e di business process outsourcing). Tutte le informazioni raccolte nel corso del processo sono patrimonializzate e utilizzate per differenziare le azioni successive. Il roll out e/o fine-tuning delle strategie di recupero è flessibile e viene svolto con approccio champion challenger. Infine, i costi connessi alla gestione operativa del recupero sono sotto controllo e monitorati nel tempo. “Abbiamo fatto grandi passi avanti in un breve lasso di tempo, riducendo i costi legati al credito, migliorandone il controllo ed espandendo la cultura aziendale sull’importanza del ‘cash’” - commenta Gaia Cioci, Responsabile di Credit Management del Gruppo Hera. “Ora siamo in grado di prevedere il rischio di mancato pagamento, fin dall’inizio del processo di acquisizione del cliente, grazie ad una gestione proattiva del credito in tutte le fasi del ciclo di vita del cliente. Un progetto così ambizioso è stato possibile grazie al forte committment aziendale e alla partecipazione attiva delle diverse funzioni coinvolte, dai Sistemi informativi alla divisione Legale e ai Responsabili di Mercato. Sicuramente CRIF è stato un partner importante per il raggiungimento dei nostri obiettivi”. Per maggiori informazioni: [email protected] Prevenire il rischio fin dall’inizio è la chiave: i passi principali di HERA dall’acquisition alla collection 1 VALUTAZIONE COSTI E MODELLING 2 Identificazione cliente 3 Precheck 4 Valutazione Verifica post vendita ORIGINATION Strategie Business - large ticket MONITORAGGIO PORTAFOGLIO EARLY COLLECTION LATE COLLECTION REPORTING ORGANIZZAZIONE Strategie Mass Market - medium ticket Nuova pratica First step external agency Assegnazione strategia Second step external agency Y N Data update Da svalutare Affido Legale esterno - 90 gg - Aggiornamento pratica Chiusura? Gestione legale interno - 90 gg - Rintraccio - 15 gg Da cedere Pubblicazione di CRIF FRODI CREDITIZIE: LA COLLABORAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO E IL SUPPORTO E LE SOLUZIONI CRIF PER CONTRASTARLE Acquistare beni, chiedere agevolazioni finanziarie, perseguire richieste di credito indebite, occultando la propria identità attraverso l’uso di dati altrui, è un fenomeno che in questi anni ha purtroppo conosciuto una costante crescita, nonostante gli sforzi messi in campo dall’industria bancaria e finanziaria per arginarlo. “Gli istituti di credito hanno dedicato maggiore attenzione e maggiori risorse nell’attività di prevenzione di questo tipo di frodi, sensibili non solo al fattore economico ma anche al danno reputazionale e alla salvaguardia della relazione con il cliente; in particolare, gli istituti che si sono dotati di soluzioni dedicate sono riusciti a ottenere sensibile riduzione dell’incidenza delle frodi” - spiega Maria Luisa Cardini, Responsabile del centro di Competenza CRIF Fraud Preventions & Compliance Solutions. “Il 2014 potrebbe essere l’anno di svolta per contrastare tali fenomeni fraudolenti poiché il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato la pubblicazione del Regolamento attuativo inerente al D.Lgs. 64/2011 per l’istituzione di un sistema pubblico di prevenzione sul piano amministrativo delle frodi nel settore del credito al consumo, con specifico riferimento al furto di identità”. Nello specifico, il regolamento in uscita conterrà le attese specifiche e le modalità di funzionamento di tale sistema (struttura e livelli di accesso, modalità di collegamento all’archivio, modalità di riscontro alle richieste, costo del collegamento, modalità di riscossione del contributo, ecc.). Sulla base di una convenzione con il MEF, parteciperanno al sistema: le banche comunitarie ed extracomunitarie e intermediari finanziari, fornitori di servizi di I controlli antifrode “multicanale”: Fraud Analyser Evolution nella nuova versione APP La digitalizzazione di servizi e processi e la multicanalità relazionale sono fenomeni in forte crescita nel settore banking in Italia. 14 milioni di clienti si avvalgono oggi di servizi di home banking, di cui l’11% dichiara di usare entrambi i device (computer e mobile), circa 3 milioni di utenti per ciascun canale, percentuale raddoppiata nell’ultimo anno (fonte: indagine ABI sull’evoluzione dei rapporti tra la banca e il cliente, aprile 2014). Soddisfare le nuove esigenze dei clienti che utilizzano sempre di più queste tecnologie è un “must” per banche e società finanziarie e lo è altrettanto per CRIF, da sempre attenta alle evoluzioni del mercato per fornire risposte e soluzioni innovative per l’industria del credito. In quest’ottica, Fraud Analyser Evolution, la soluzione CRIF per la verifica dell’identità del richiedente credito, evolve e diventa multicanale. Infatti, nelle prossime settimane le aziende di credito potranno utilizzarla anche attraverso tablet e smartphone: scannerizzando i documenti di identità si potranno effettuare le verifiche per il controllo del soggetto. Oltre ai canali consolidati (web, A2A), gli utenti di Fraud Analyser Evolution potranno quindi contare sulla potenza informativa e sulle verifiche in tempo reale offerti dalla soluzione CRIF anche tramite device mobili. Presente sul mercato italiano da più di 10 anni e utilizzata quotidianamente da circa 180 aziende di credito, Fraud Analyser Evolution non è un semplice servizio in outsourcing ma un vero e proprio strumento antifrode tout court, in quanto fornisce: •un esito sintetico, univoco e oggettivo frutto di un set di controlli incrociati sui dati delle varie fonti informative (pubbliche e proprietarie di CRIF) e, nei prossimi mesi, sull’interpretazione degli output UCAMP (Ufficio Centrale Antifrode Mezzi di Pagamento); •il massimo dettaglio: oltre alle segnalazioni di incongruenza anche lo storico degli alert precedenti; • reportistica online direttamente sul Portale Finance (www.servizicrif.com) per finalità di auditing interno e di intelligence. Per maggiori informazioni e provare la soluzione CRIF in modalità APP: [email protected] 8 comunicazione elettronica, fornitori di servizi interattivi o di servizi di accesso condizionato e i gestori di sistemi di informazioni creditizie. Tale sistema di prevenzione delle frodi basato sulla collaborazione tra pubblico e privato consentirà agli operatori aderenti di effettuare la verifica e l’autentificazione delle informazioni su documenti identificativi, partite Iva, codici fiscali, dichiarazioni dei redditi, ma anche posizioni previdenziali e assistenziali dei consumatori che hanno chiesto un prestito, una dilazione o uno slittamento dei pagamenti. Il tutto attraverso un archivio centralizzato che raccoglierà in un’unica piattaforma le informazioni contenute nei database delle Pubbliche Amministrazioni. L’Agenzia delle Entrate, il Ministero dell’Interno, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, INPS e INAIL sono gli enti che hanno già messo a disposizione le rispettive banche dati. In linea con le esigenze del mercato e il nuovo assetto degli attori istituzionali e stakeholder, il centro di competenza CRIF Fraud Prevention & Compliance Solutions ha sviluppato Fraud Analyser Compliance. Estensione specifica di Fraud Analyser Evolution - la soluzione CRIF ad oggi utilizzata ogni giorno da circa 180 aziende, banche e società finanziarie ma anche payment service providers, telecom e utilities - Fraud Analyser Compliance permette in modalità SAAS di accedere alle informazioni presenti nelle banche dati della pubblica amministrazione, senza implementazioni tecniche e/o impatti IT, mettendo a disposizione l’interfaccia ad hoc verso UCAMP, già realizzata da CRIF. L’azienda di credito accede quindi alle banche dati istituzionali, che costituiscono l’imminente novità, e alle fonti di proprietà esclusiva di CRIF, dove è presente un hit rate superiore al 95% per le anagrafiche di soggetti residenti in Italia, e in particolare all’Archivio Storico Antifrode di CRIF. Un patrimonio informativo completo e fruibile con un semplice click. L’insieme di queste fonti consente di controllare non solo i dati anagrafici e reddituali ufficiali, ma anche altri dati che le fonti pubbliche non coprono, quali i numeri di telefonia fissa e cellulare, gli indirizzi di residenza forniti e i numeri delle carte d’identità false o contraffatte. La soluzione restituisce inoltre un esito di sintesi delle verifiche effettuate e del rischio di frode tramite il CRIF Fraud Score, diventato negli ultimi 10 anni lo standard di riferimento sul mercato italiano. Tra gli altri significativi vantaggi di Fraud Analyser Compliance vi sono il costante aggiornamento e l’oggettività e omogeneità. Il set di controlli effettuati viene infatti regolarmente monitorato e aggiornato, per poter mettere in atto gli interventi più adeguati in relazione ai nuovi schemi di frode che si presentano sul mercato. Nessuna interpretazione soggettiva è lasciata all’operatore e i complessi esiti delle banche dati istituzionali non rischiano di essere gestiti in maniera manuale e soggettiva da ciascun utente. Con la soluzione CRIF vengono infatti interpretati in chiave antifrode e resi così disponibili a tutti gli operatori dell’azienda di credito in maniera omogenea e oggettiva, applicando le più idonee regole di aggregazione ove i risultati provenienti da fonti diverse abbiano contenuti e tempi di aggiornamento disomogenei tra loro. L’impegno antifrode di CRIF prevede anche la diffusione di conoscenze e best practice. In quest’ottica CRIF Fraud Prevention & Compliance Solutions realizza l’Osservatorio CRIF sulle frodi Creditizie punto di riferimento in Italia sullo studio delle caratteristiche e trend del fenomeno delle frodi. Inoltre organizza e partecipa a corsi di formazione e workshop di approfondimento in tema antifrode. Per maggiori informazioni: [email protected] primavera - estate 2014 ADEGUAMENTO ALLA NORMATIVA FATCA: SANTANDER SCEGLIE LA SOLUZIONE DI CRIF BPO Azienda di credito: Santander Esigenze: adeguamento alla normativa fiscale FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act) attraverso un processo di due diligence sulla clientela pre-esistente e una procedura onboarding per i nuovi rapporti. Soluzioni: Adeguamento FATCA di CRIF BPO Risultati: classificazione, verifica e monitoraggio della clientela pienamente compliant alla normativa. Santander è un gruppo bancario di respiro internazionale, il cui modello di business è basato su una forte diversificazione geografica e di prodotto, accompagnate da profonda efficienza operativa. Nel mondo il Gruppo conta quasi 15.000 filiali, 103 milioni di clienti, 186.000 dipendenti e 3 milioni di azionisti. In Italia è presente con la divisione Santander Consumer Finance che si occupa prevalentemente di credito al consumo. Le esigenze Nel 2010 gli Stati Uniti hanno introdotto la normativa fiscale FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act) per combattere l’evasione fiscale di investitori statunitensi, ad esempio mediante società offshore. Il 26 luglio 2012 è stato pubblicato il Modello IGA (Model Intergovernment Agreement on Improving Tax Compliance and Implementing FATCA) che definisce le regole di implementazione semplificate che devono essere applicate dai Paesi aderenti a FATCA, tra cui l’Italia. “Era necessario adeguarsi al nuovo quadro normativo, avviare un processo di due diligence sulla clientela preesistente e avviare una procedura onboarding per i nuovi rapporti” - spiega Francesca di Maio, Ufficio Indagini e Rapporti Autorità di Santander. La normativa FATCA impone agli istituti di credito una serie di obblighi cui adeguarsi entro il 1° luglio 2014 e in particolare di: • richiedere l’“autocertificazione” ai propri clienti che risultano classificati come entità NFFE passive, esentare i beneficiari, le persone esenti o le persone US (check-up delle informazioni disponibili di tutti i clienti); • controllare le informazioni fornite dal cliente in contrasto rispetto a quelle ottenute dalle fonti pubbliche disponibili (“reasonable check”); • monitorare le informazioni per individuare possibili cambiamenti della classificazione; • controllare la scadenza dei certificati; • implementare procedure di due diligence e di raccolta della documentazione anche per favorire i controlli delle autorità fiscali. ulteriori documentazioni, con un coinvolgimento maggiore della nostra clientela, e l’esigenza di un monitoraggio costante dei dati, poiché al variare di certe caratteristiche poteva mutare la rispettiva classificazione. Insieme a queste complessità si univa la varietà della struttura geografica e di prodotto di Santander, che richiedeva l’implementazione di un sistema coerente tra le diverse business unit e compliant alla normativa. Inoltre, come indicato dalla nostra casa madre dovevamo adottare una soluzione uniforme globale a tutte le business unit nel mondo. Grazie a CRIF BPO e alla soluzione Adeguamento FATCA abbiamo ottenuto un mix ottimale di ingredienti: un patrimonio informativo unico su oltre 200 milioni di imprese nel mondo, grazie all’appartenenza al network mondiale Dun & Bradstreet (D&B), knowhow ventennale e team dedicati. Nello specifico” - continua Di Maio - “la classificazione delle entità legali nelle diverse categorie FATCA richiede il reperimento, l’analisi e l’interpretazione di diverse tipologie di informazioni (quali per esempio la sede legale, giuridica, l’analisi dei bilanci, le quotazioni di mercato, settore, ecc.). L’entità legale determina la documentazione che l’istituto finanziario deve richiedere al cliente; in molti casi, una corretta classificazione favorisce l’eliminazione dell’obbligo di documentare il cliente”. “Nella soluzione Adeguamento FATCA di CRIF BPO” - aggiunge Di Maio - “sono presenti tutti i dati che sviluppati internamente avrebbero comportato un considerevole onere di tempi e costi. CRIF ci fornisce tutto il supporto necessario, analizzando con un algoritmo i dati raccolti e fornendo come risultato l’appartenenza a una determinata categoria. Questo è per noi fonte di semplificazione, poiché è sufficiente preparare una lista delle società e delle posizioni che vogliamo analizzare e trasferirle a CRIF, che ci restituisce oltre alla classificazione FATCA ove necessaria - anche la documentazione aggiuntiva già precompilata da chiedere alla società”. Nello specifico, con la soluzione Adeguamento FATCA CRIF gestisce efficacemente in outsourcing le pratiche in ogni fase, garantendo all’istituto: • raccolta e verifica delle informazioni commerciali e dei documenti; • pre-compilazione delle “autocertificazioni”; • controllo e gestione delle eventuali divergenze; 9 “Grazie alla bontà dell’algoritmo della soluzione CRIF BPO abbiamo dimezzato il numero delle società attive che non richiedono ulteriori controlli, né reportistica né documentazione” - spiega Di Maio. “In questo modo riusciamo a differenziare il portafoglio concentrandoci sulle categorie che necessitano maggiore attenzione, quale quella passiva che richiede ulteriori accertamenti per le informazioni mancanti, pari al 30%, e quelle società che non sono riconducibili a una classificazione specifica e che richiedono una gestione mirata. Terminata la classificazione, sempre insieme a CRIF, manteniamo un monitoraggio costante, come specificato nella normativa, rispetto ai cambiamenti che possono intervenire nel tempo e che potrebbero variare la classificazione”. I benefici ottenuti da Santander “Insieme a CRIF siamo in grado di monitorare tutte le società del nostro portafoglio, fornendoci una classificazione e verifica affinché non vi siano discrepanze tra quanto dichiara il cliente rispetto alle informazioni pubbliche. Affidandoci a un gruppo specializzato siamo sollevati dal rischio di commettere errori. Infine, il lavoro svolto in questi due anni rappresenta per noi un investimento per il futuro, perché qualora altri Paesi, non solo gli Stati Uniti d’America, dovessero introdurre altre normative simili, saremo già preparati per la classificazione della clientela. Inoltre, alla luce del provvedimento di Banca d’Italia saremo pronti a nuovi e più pressanti controlli in tema di prevenzione del fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo con l’identificazione del Titolare Effettivo. I controlli da effettuare possono essere svolti contestualmente alle verifiche FATCA, gestendo così le attività di verifica in modo sinergico ed efficiente. Possiamo dire che CRIF BPO garantisce una classificazione della clientela e supporto di backoffice ottimale per adeguarsi ed essere compliant alla normativa FATCA” - conclude Di Maio. Per maggiori informazioni: [email protected] La soluzione Adeguamento FATCA di CRIF BPO Patrimonio informativo del Gruppo CRIF Know-how Il progetto messo in campo con CRIF “Dato il nuovo quadro normativo, la classificazione della propria clientela, in particolare quella giuridica, diventava un passaggio obbligato e complesso. Avevamo bisogno di richiedere • monitoraggio delle scadenze dei documenti; • generazione di reportistica periodica; • back office operativo con call center di servizio e di gestione documentale (validazione, archivio e rinnovi). Team dedicati Soluzione CRIF FATCA COMPLIANT Pubblicazione di CRIF OUTSOURCING RESPONSABILE DI CONSUM.IT CON CRIF COL PER LA GESTIONE DELLA FASE PARALEGALE DEL RECUPERO Azienda di credito: Consum.it, Gruppo Montepaschi Esigenze: gestione “responsabile” e performante della fase paralegale del processo di recupero crediti con il supporto di outsourcer specializzati. Soluzione: supporto e consulenza degli esperti di CRIF COL e attività paralegale. Risultati: rientro di numerose posizioni e disponibilità di titoli esecutivi propedeutici a future ulteriori attività di recupero. Società di credito al consumo del Gruppo Montepaschi, Consum.it è operativa dal 1999 e conta circa 770.000 clienti attivi nel credito finalizzato e circa 230.000 titolari attivi nel credito revolving, su tutto il territorio nazionale. La società detiene il 4,18% del market share, con un outstanding di 6,4 miliardi di Euro (dati al 30 giugno 2013). La fase paralegale di Consum.it Il modello di recupero adottato da Consum.it si basa su un elevato ricorso all’outsourcing nell’attuazione della cosiddetta “fase paralegale” e si caratterizza per ampie deleghe all’operatore esterno, la condivisione, tra committente e agenzia esterna, della responsabilità nelle scelte da adottare, success fee come leva primaria di revenues e la marcata disponibilità verso soluzioni transattive, nell’ongoing. “Quella che chiamiamo paralegale è la fase che si inserisce al termine del processo di recupero esclusivamente stragiudiziale ed è una fase precontenzioso che mira a chiudere le posizioni debitorie con soluzioni transattive cercando di limitare al minimo il coinvolgimento della Committente in lunghe attività di natura giudiziale” spiega Vincenzo Leggiero, Responsabile Servizio Recupero Crediti di Consum.it. “La fase paralegale permette agli outsourcer di ricercare la massima efficacia anche attraverso l’uso di strumenti legali veri e propri e si compone di due iter, uno interno e uno affidato alla società esterna. La fase di due diligence interna si occupa della selezione delle posizioni idonee a essere oggetto di trattamento giudiziale, le quali vengono 10 individuate in base agli importi o secondo criteri di copertura geografica, o ancora in relazione alla corretta conservazione della modulistica necessaria all’avvio di un iter giudiziale. Il processo affidato alla società outsourcer prevede, invece, l’individuazione della tipologia di intervento da adottare. La società esterna gode di elevata autonomia in quanto, sulla base del dossier informativo che raccoglie, valuta le pratiche su cui un’azione giudiziale può essere capiente o, al contrario, su cui una leva transattiva può rappresentare la migliore opportunità. In questo modo è possibile valorizzare economicamente gli effettivi casi di successo, evitando di scoprire ex-post che l’attività legale è stata infruttuosa o, peggio, priva di utilità. Il processo che costituisce la fase paralegale parte dall’invio di lettere di diffida, che potranno essere propedeutiche a un’azione monitoria nei confronti della clientela, fino ad arrivare eventualmente ad esecuzioni forzate”. Gli obiettivi e la scelta di CRIF COL Gli obiettivi perseguiti dall’azione di intervento giudiziale di Consum.it sono volti a massimizzare il risultato economico e finanziario nel breve periodo e riguardano il raggiungimento di soluzioni, possibilmente in via transattiva, sostenute dalla capacità di azionare le fasi giudiziali vere e proprie. “Il conseguimento degli obiettivi” - sottolinea Leggiero - “non può prescindere dalla scelta di una società outsourcer che si contraddistingua per il grado di responsabilità, in virtù dell’ampia e delicata delega di cui è investita. Tra gli attori che supportano la nostra esigenza di recupero c’è CRIF COL che noi consideriamo come uno dei più qualificati operatori per la gestione della fase paralegale del processo di recupero”. “Grazie all’expertise dei consulenti del credito di CRIF COL ci siamo potuti dotare di un processo operativo quasi completamente esternalizzato, nel quale l’intervento legale attivato dall’outsourcer viene remunerato prevalentemente sulla base delle azioni intraprese e dei risultati effettivamente raggiunti” - aggiunge Leggiero. “Questa tipologia di remunerazione si poggia sul grado di autonomia riservato alla società che sceglie quale iter intende avviare in base a ogni singola posizione”. I benefici ottenuti A fronte delle ampie deleghe operative concesse a CRIF COL, la struttura interna di Consum.it si occupa della preparazione del target (selezione dei clienti e dei prodotti, verifica documentale e pre-definizione delle comunicazioni) e dell’assistenza al processo. Inoltre, Consum.it presta un supporto costante alle operatività intraprese da CRIF COL attraverso il reperimento documentale, l’allineamento dei contatti incrociati, la gestione dei casi particolari e il supporto alla decisione. Infine, la struttura interna si occupa di monitorare l’attività e effettuare controlli di benchmarking su: tempi di lavorazione, frequenza dei reclami, dei rigetti e delle opposizioni, commodity check. “A livello di impatto sul valore delle singole posizioni, abbiamo valorizzato il rientro di alcune posizioni e anche nei casi in cui non abbiamo ottenuto un vantaggio immediato spesso c’è comunque la disponibilità di titoli esecutivi che possono darci un valore se decidessimo di cedere una posizione con un’azione legale avviata o con un pignoramento in essere” - conclude Leggiero. Per maggiori informazioni: [email protected] Fase paralegale di Consum.it: SINTESI DEL PROCESSO Due diligence Diffida Azione monitora Esecuzione forzata primavera - estate 2014 LA VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ NEL RECUPERO CREDITI Valeria Gubellini, Direttore di CRIF COL – CRIBIS Teleservice, offre uno spunto di riflessione sulla definizione di “debitore” e sul ruolo del recuperatore come professionista che opera per il raggiungimento delle migliori performance, rispettando chi è in difficoltà, e al contempo esigendo il pagamento delle obbligazioni da chi adduce pretesti. Stupisce che ancora oggi ci si scandalizzi dinnanzi alla definizione di debitore e ci si interroghi su come più correttamente definire colui che non adempie ad un’obbligazione. Questo è però frutto di un preconcetto che deriva da un eccesso di garantismo da parte di chi spesso, per funzione sociale, dovrebbe invece vigilare sul rispetto delle buone prassi. La più corretta definizione di “debitore”, (fonte il Codice Civile) è: “Il debitore è colui al quale fa capo la situazione passiva di un rapporto obbligatorio; il soggetto che si trova in tale situazione (soggetto passivo appunto) è tenuto ad adempiere alla prestazione (oggetto del rapporto) nei confronti del creditore (soggetto attivo). Il debitore è di conseguenza responsabile dell’eventuale inadempimento, di cui risponde con tutti i suoi beni presenti e futuri, la cosiddetta garanzia patrimoniale (codice civile, articoli: 1175, 1176, 1199)”. Ma se la parola “debitore” definisce una condizione finanziaria, occorre sottolineare come il debitore inadempiente sia anzitutto una persona. Persona che può voler rientrare dai propri inadempimenti pur non avendone i mezzi o che può non aver interesse a rientrarvi (nella logica, errata, del “tanto non succede nulla”). Così come potrebbe essere una persona davvero “professionale” o una persona con “poco mestiere”, colui che si occupa di recupero crediti. Osservare come alcuni blog suggeriscano di non considerare in nessun modo i “cani da riporto” (come vengono apostrofati i recuperatori) è gravissimo e non perché i recuperatori si sentano offesi (o meglio, non solo), ma soprattutto perché non si fa cultura sul debito e non si fornisce alcun supporto a coloro che hanno un problema che, molto più spesso di quanto si pensi, intendono provare a risolvere. Manca tuttavia ancora una categoria. Non vi sono difatti solo parti sociali, recuperatori e debitori inadempienti. Vi sono anche, e soprattutto, i creditori. Creditori che sono i soggetti “attivi” nel ciclo delle obbligazioni e che hanno un ruolo determinante nel far sì che solo i professionisti si occupino del recupero. Tuttavia non sempre, nello spirito forse di un’ipotetica maggior tensione produttiva, ci si ricorda del beneficio indotto dall’applicazione di quanto gli americani in modo molto semplice esprimono con la frase “work smarter not harder”. Capita infatti, a fronte di richieste di “sospensione” di attività di recupero legate a situazioni di oggettiva criticità (non solo economica ma talvolta di equilibrio psico-fisico delle persone) che le società di recupero crediti si sentano rispondere che “la pratica non viene revocata”, in questo modo l’impresa di recupero crediti deciderà se “subirne la penalizzazione non gestendola” o “subire le conseguenze di un’azione non corretta”, gestendola comunque. Ma crediamo davvero che lavorare con qualità comporti l’ottenimento di minori risultati? Detta all’italiana “lavora con intelligenza per decidere quando operare con maggiore insistenza e quando capire che fermarsi è invece il maggior 11 passo in avanti possibile per la qualità, per il rispetto dell’etica e per trovare una soluzione all’insolvenza molto più efficace della reiterazione della stessa, inconcludente, azione”. Non c’è più spazio per il mestierante, c’è bisogno di qualità e di obiettività nel giudizio dell’operato nel recupero crediti. Quando la qualità, e non solo la quantità, verrà misurata oggettivamente e diverrà un elemento di giudizio discriminante, ci accorgeremo che i risultati saranno addirittura maggiori. Per farlo occorre però cambiare approccio. Per riuscirci dovremo davvero volere tutti insieme, passare dalla teoria delle norme alla pratica del controllo della qualità. Da consumatore, con il diritto di accesso al credito, aggiungo che mi sento molto più protetta da un sistema del recupero crediti che impedisce un aumento del costo del credito (che indubbiamente grava su tutti e non solo sugli enti finanziatori) in conseguenza del maggior tasso di insolvenza. Questo sarà possibile se continueremo, migliorando, a sostenere chi è in difficoltà ma anche se avremo la libertà di esigere il pagamento delle obbligazioni da chi invece adduce solo pretesti. La sanzione vorremo vederla solo e sempre a fronte di azioni oggettivamente scorrette, e non quale conseguenza del ruolo che si ricopre. Bisogna iniziare a valorizzare chi ogni giorno investe per essere migliore, vale a dire la maggior parte degli operatori del settore. Considerando che gli obiettivi sono davvero comuni a tutti, perché non iniziare definendo insieme le regole della qualità? Per maggiori informazioni: [email protected] L’esperienza di CRIF all’evento annuale Collections Europe 2014 CRIF ha partecipato alla terza conferenza annuale Collections Europe 2014 tenutasi a Vienna, promossa da SmithNovak e dedicata alle sfide e alle opportunità della collection nei prossimi anni. Tra i temi oggetto di dibattito, CRIF ha affrontato le strategie di recupero crediti dalla customer care alla gestione dei non performing loans, condividendo le competenze ventennali di CRIF COL, la linea di business che svolge attività di recupero crediti in outsourcing per i principali istituti di credito italiani. CRIF Decision Solutions è intervenuta alla tavola rotonda Focus on outsourcing, portando all’attenzione le best practice messe in campo per ottimizzare il processo di collection insieme alla soluzione d’avanguardia che permettere un miglioramento continuo e una completa governance del credito, grazie al know-how ed esperienza del Gruppo. La conferenza ha visto la presenza di professionisti del settore della collection e del credit risk appartenenti a istituzioni finanziarie, telecoms, utilities, agenzie di recupero provenienti da tutta Europa, per una due giorni di dibattito grazie alla presentazione di case study, best practice e analisi approfondite sul tema della collection. Per maggiori informazioni sui servizi CRIF per la collection: [email protected] Per maggiori informazioni sulle soluzioni CRIF per la collection: [email protected] primavera - estate 2014 Pubblicazione di CRIF FORMAZIONE E VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE: LE BEST PRACTICE DI GRENKE LOCAZIONE, UNICREDIT E COFITER AL CONVEGNO DI CRIF Lo scorso aprile si è tenuto a Bologna il convegno “C come CREDITO, C come Competenze”, un innovativo appuntamento con focus interamente dedicato alle competenze e alle performance creditizie. Organizzato da CRIF Academy, la business school di CRIF, l’evento ha rappresentato un rilevante momento di confronto e di condivisione per i Responsabili Risorse Umane e Responsabili Crediti del settore bancario italiano. I lavori sono stati aperti con la presentazione da parte di Maria Ricucci, Marketing Manager di CRIF, delle evidenze della ricerca “Credito e Competenze 2014”. La survey conferma come gli istituti di credito ritengano importante la relazione fra performance e competenze: infatti il 90% dei rispondenti la ritiene importante o molto importante. In generale, è il ritorno economico una delle dimensioni più utilizzate per l’analisi delle performance delle risorse, ma un rispondente su tre ammette di non attuare un sistema formale di valutazione delle competenze tecniche per la valutazione del raggiungimento delle performance creditizie. Il convegno è proseguito con la condivisione delle esperienze di Grenke Locazione, UniCredit e Cofiter che con la consulenza e il supporto degli specialisti di CRIF Academy sono riusciti a realizzare percorsi formativi e progetti in tali direzione. Grenke Locazione: formazione personalizzata sulla particolare realtà aziendale grazie a CRIF Academy Flashnews Aurelio Agnusdei, Direttore Vendite di Grenke Locazione, ha illustrato l’esperienza dell’azienda di credito, che si trovava in un momento di particolare espansione dell’organico, con risorse con un profilo relativamente giovane sia in termini di età anagrafica sia di anzianità di servizio. Fabiana Carioli, Responsabile Risorse Umane di Grenke Locazione, ha sottolineato che CRIF Academy ha garantito un’expertise specialistica riconosciuta dal mercato sulla valutazione e gestione del rischio di credito. Assieme a CRIF Academy, Grenke ha potuto offrire un percorso formativo modulare e personalizzato allo Staff Commerciale. L’intervento formativo è stato corredato con un modello di valutazione omogeneo e coerente, così da poter ottenere dei risultati quantitativi sull’employee satisfaction post-corso, e dei chiari indicatori dell’impatto della formazione sui risultati aziendali nel periodo successivo, fra cui la crescita del numero di contratti in essere e la diminuzione del percentuale di contratti in sofferenza. Unicredit: valutazione e monitoraggio continuo delle risorse con strumenti specifici ideati con CRIF Antonino Del Gatto, Head of Group Risk Culture di UniCredit, ha condiviso con i partecipanti l’esperienza di successo della banca relativamente alla messa a punto e all’utilizzo di uno strumento di misurazione oggettiva della performance ex-post delle decisioni creditizie, in erogazione e gestione, delle risorse operanti nelle reti commerciali e crediti. Lo strumento utilizzato è basato su dati quantitativi provenienti dal patrimonio informativo del Gruppo CRIF, CRIF INFORMATION CORE, e su dati interni di UniCredit. L’individuazione di indicatori sintetici oggettivi, la neutralizzazione delle diverse rischiosità delle aree geografiche o dei settori industriali e la compilazione di graduatorie basate sul confronto a livello nazionale dei risultati ottenuti dalle risorse che ricoprono il medesimo ruolo in ogni istante di tempo, consentono di migliorare l’efficacia degli strumenti di formazione e sviluppo, incrementando la qualità delle figure professionali in modo da potenziare il presidio sul costo del rischio di credito, identificando le risorse su cui considerare opportuni interventi formativi e differenziando i percorsi di carriera. Nel medio periodo, la soluzione consentirà di allocare selettivamente i poteri delegati alle risorse in base alle performance storiche di ciascuno. Cofiter: formazione delle risorse come risposta alla crisi Marco Barbero, Direttore Generale di Cofiter, ha sottolineato come la formazione rivesta un ruolo chiave per il superamento del momento di crisi nel mercato, illustrando il progetto elaborato insieme a CRIF Academy in tutte le sue fasi: dall’identificazione dei bisogni, alla definizione del progetto formativo in termini di contenuto, metodologia, tempi e dimensioni, fino al supporto nella richiesta di finanziamento a Fondi Interprofessionali e all’erogazione della formazione stessa. Ciò ha permesso, nel periodo post-corso, di estrapolare dei dati concreti sull’impatto del corso sull’andamento aziendale, ad esempio sul miglioramento della qualità del portafoglio dei clienti e la riduzione dei tempi di redazione delle pratiche. FBA: valutare l’impatto della formazione come uno strumento fondamentale Mario Malfatti, esponente del FBA (Fondo Banche Assicurazioni), ha condiviso con i partecipanti una delle novità del 2014, ossia la griglia di Valutazione Qualitativa che richiede una coerenza non solo fra obiettivi didattici del corso e i contenuti formativi, ma anche con gli obiettivi aziendali. Tali obiettivi didattici devono inoltre essere misurabili e ben correlati con i ruoli e le competenze mappate in azienda. Il nuovo Avviso FBA, con dotazione finanziaria iniziale di 35 milioni di euro, formalizza infatti come obiettivi il consolidamento e lo sviluppo delle competenze dei lavoratori e la crescita della capacità competitiva delle imprese, parametri che verranno presi in considerazione da FBA nell’assegnazione del punteggio per l’attribuzione dei fondi. In chiusura dei lavori, Vincenzo Gagliardi, Responsabile di CRIF Academy, ha approfondito le caratteristiche della metodologia proprietaria utilizzata dalla business school di CRIF. CRIF Academy mette a disposizione dei professionisti HR e Crediti una soluzione unica sul mercato italiano conosciuta come CRIF Credit & Competence Score che si fonda sul know-how di CRIF maturato in 25 anni di attività nel settore creditizio e che copre le principali fasi della formazione: da un accurato assessment sulle competenze delle risorse e benchmark del portafoglio, all’identificazione delle azioni formative, all’erogazione dei corsi e all’individuazione di metodi quantitativi per la misurazione del loro impatto sui risultati aziendali. Per contattare gli specialisti di CRIF Academy, approfondire come migliorare le competenze e le performance della propria azienda o ricevere i case study: [email protected] Alcune tra le principali credit union statunitensi scelgono CRIF Lending Solutions La divisione ACTion di CRIF Lending Solutions, società parte del Gruppo CRIF con sede negli Stati Uniti, ha annunciato l’accordo di collaborazione con alcune tra le più attive credit union del Paese. Nello specifico, oltre a Delta Community Credit Union, con sede ad Atlanta in Georgia, CRIF Lending Solutions ha infatti stretto accordi con BECU (a Seattle, Washington), LANCO Federal Credit Union (a Lancaster, Pennsylvania), Landmark Credit Union (a New Berlin, Wisconsin) e Tennessee Valley Federal Credit Union (a Chattanooga, Tennessee). Nello specifico, la suite di soluzioni per la gestione del credito e dei processi decisionali offerte da CRIF sul mercato statunitense consente un’attività di Loan Origination e Customer Management altamente personalizzabile e in grado di garantire controllo, flessibilità e time to market. Sviluppate sulle esigenze dei clienti, le soluzioni di CRIF permettono agli operatori di settore di rispondere più tempestivamente alle evoluzioni del mercato, ottimizzare dinamicamente i processi del credito, prendere decisioni più accurate ed essere compliant con le direttive e le normative. Al momento sono oltre 650 gli Istituti bancari e finanziari negli USA ad aver adottato le soluzioni di CRIF. “Siamo molto felici di aver scelto CRIF ACTion” - ha affermato Blake Strickland, Amministratore Delegato di Tennessee Valley Credit Union. “La migliore usabilità unita alle funzionalità innovative della soluzione ci permetterà di aumentare la nostra quota di mercato e di rispondere in maniera efficace alle mutevoli esigenze dei nostri membri”. Al contempo, la divisione Select di CRIF Lending Solutions ha ufficializzato altre recenti collaborazioni con Freedom Credit Union (con sede a Warminster, Pennsylvania), Hancock Federal Credit Union (a Findlay, Ohio) e New Cumberland Federal Credit Union (a New Cumberland, Pennsylvania). CRIF Finance Meeting 2014: eleviamo l’industria del credito all’ennesima potenza Si rinnova l’appuntamento di riferimento per professionisti e manager dell’industria del credito. Un evento unico in Italia con più di 20 speaker e oltre 300 professionisti, per scoprire come elevare il banking italiano all’ennesima potenza. Per l’edizione 2014, il CRIF Finance Meeting conferma il suo formato compatto che approfondisce in un’unica giornata le “potenze” che possono essere messe in atto: • Le nuove tendenze e gli sviluppi futuri del mercato del credito. • I casi di successo del 2014 che stanno iniziando ad elevare il mercato del credito. • Viste originali sull’industria del credito nazionale: i dati del CRIF Credit Market Outlook, i risultati delle ricerche di mercato realizzate in Italia da CRIF con SDA Bocconi e il top management del settore. • Le nuove “formule” per elevare il banking verso nuove sfide. 12 Save the date: 15 ottobre 2014 · Bologna, Royal Carlton Hotel Per maggiori informazioni: [email protected] www.financemeeting.crif.com sintesi Pubblicazione di CRIF primavera - estate 2014 Registrazione del Tribunale di Bologna N. 7538 del 21/04/2005 CRIF Via M. Fantin, 1-3 40131 Bologna Tel. 051 4176111 Fax 051 4176010 www.crif.com [email protected] Direttore Responsabile Maurizio Liuti Coordinatore Redazionale Francesco Bonetti Stampa Tipografia Negri, Bologna Stampato su carta riciclata certificata FSC. Se non desidera più ricevere in futuro la pubblicazione Sintesi, Le chiediamo di inviare una comunicazione a CRIF S.p.A., via M. Fantin 1-3, 40131 Bologna o una email all’indirizzo [email protected]