156 Osservatorio Recenti Prog Med 2011; 102: 156-161 Prendersi cura del caregiver: valutazione del grado di soddisfacimento, dello stress e delle aspettative di caregiver afferenti ad un ambulatorio Unità di Valutazione Alzheimer Marco Marabotto, Silvio Raspo, Bruno Gerardo, Paola Cena, Martina Bonetto, Giorgetta Cappa Riassunto. La letteratura evidenzia come la cura della persona affetta da demenza debba prendere in considerazione anche le problematiche del caregiver. Lo scopo del lavoro è quello di rilevare tra i caregiver afferenti all’ambulatorio Unità Valutazione Alzheimer (UVA) dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle il grado di conoscenza della malattia e dei servizi dedicati, il livello di stress conseguente l’assistenza, l’autonomia nella gestione del malato e il soddisfacimento dell’attività ambulatoriale. Dal campione esaminato emerge come l’ambulatorio UVA debba prendere in carico la coppia paziente-caregiver, avere tra i propri obiettivi la formazione del caregiver e il suo benessere, ed implementare la collaborazione con i servizi territoriali. Ciò comporta un’organizzazione del lavoro che preveda un tempo adeguato per una efficiente comunicazione con il caregiver. According to literature, challenges associated with caregiving of demented should be taken into great consideration. The aim of the present study was to evaluate the knowledge about dementia and health services dedicated to demented care among the caregivers of the patients attending our Dementia Ambulatory, caregivers’ level of autonomy in taking care of the demented patients, their levels of stress and the degree of their satisfaction as the services provided by our Dementia Ambulatory. Our data show how a memory clinic needs to take care of both patients and their caregivers, with particular stress on caregiver specific education and well-being. Parole chiave. Caregiver, malattia di Alzheimer, stress, Unità Valutazione Alzheimer. Key words. Alzheimer, caregiver, Dementia Ambulatory, stress. Introduzione malattia e dei servizi dedicati, il livello di stress conseguente l’assistenza, il grado di autonomia nella gestione del malato e il soddisfacimento delle aspettative nei confronti dell’attività ambulatoriale. L’incidenza e la prevalenza della demenza aumentano in modo considerevole con l’aumentare dell’età1-3. La malattia, caratterizzata da un lungo decorso, sconvolge la vita della persona malata e incide pesantemente anche su quella di chi assiste. La letteratura internazionale degli ultimi anni e la nostra esperienza evidenziano come la cura della persona affetta da demenza non possa non prendere in assidua considerazione le problematiche del caregiver, cioè di chi si fa carico quotidianamente della sua assistenza4-9. Nel 2000 sono state istituite le Unità di Valutazione Alzheimer (UVA)10 divenute nel corso degli anni Centro di riferimento per il malato e per chi lo accompagna ogni giorno nella malattia. Presso l’UVA viene formulata la diagnosi, vengono prescritte terapie per i disturbi cognitivi e comportamentali, vengono monitorati l’andamento clinico e gli effetti dei farmaci, vengono prese in considerazione le co-morbilità, vengono suggeriti percorsi assistenziali in collegamento con i servizi sanitari-sociali territoriali, vengono proposti momenti di formazione per i familiari. Lo scopo del presente lavoro è quello di rilevare tra i caregiver addetti all’ambulatorio UVA della nostra Struttura il grado di conoscenza della Summary. Take care of caregiver: evaluation of degree of satisfaction, levels of stress and expectations of caregiver of the patients attending our Dementia Ambulatory. Materiale e metodi Il campione preso in esame nel nostro studio si compone di assistenti di malati seguiti da almeno 6 mesi dall’ambulatorio UVA della Struttura Complessa Geriatria dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle, ed afferenti ad esso nel periodo dal 1 gennaio al 30 luglio 2010. È stato elaborato un questionario in grado di garantire l’anonimato sia del caregiver sia del paziente, questionario composto di cinque parti che è stato somministrato telefonicamente (a circa il 50% del campione) o direttamente in occasione delle visite ambulatoriali. Nella prima parte del questionario sono riportate le caratteristiche del malato: i dati anagrafici, la condizione abitativa, le comorbilità, lo stato funzionale, il tipo di demenza, lo stato cognitivo, i disturbi comportamentali, il periodo di presa in carico, le terapie. Tale informazioni sono state raccolte consultando le schede cliniche di ciascuno (è infatti operativo dal 2000 un programma dedicato per l’attività ambulatoriale). Nella seconda parte viene valutato il grado di percezione di conoscenza della malattia e del suo decorso, la conoscenza dei servizi e il loro eventuale utilizzo. Struttura Complessa Geriatria, Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle, Cuneo. Pervenuto il 3 gennaio 2011. M. Marabotto et al.: Prendersi cura del caregiver: stress, aspettative, soddisfacimento di caregiver in un Ambulatorio UVA Nella terza parte viene valutato il grado di impegno e di stress derivante dall’attività di assistenza. Nella quarta parte sono formulate alcune domande con lo scopo di valutare il grado di soddisfacimento e le aspettative inerenti l’attività ambulatoriale UVA. Vi sono, inoltre, due domande che intendono indagare quanto il caregiver faccia riferimento al medico di medicina generale riguardo a variazioni/peggioramenti dei disturbi comportamentali o in caso di variazioni di terapia. Un’ultima parte vuole verificare il grado di autonomia nella gestione di variazioni terapeutiche di limitata entità e la capacità di utilizzare strategie non farmacologiche per la gestione dei disturbi comportamentali. Per l’analisi quantitativa i dati sono stati raccolti su un foglio di calcolo Excell ed elaborati con SPSS versione 15 per Window. Sono state costruite tabelle di frequenza per le variabili continue e ordinali. Risultati Il presente studio prende in esame 98 pazienti afferenti al nostro Ambulatorio UVA, per la maggior parte donne (71%) con un’età media di 79 anni, ed i loro rispettivi caregiver. Le caratteristiche dei pazienti, valutate tramite il questionario, sono riportate in tabella 1. La condizione abitativa dei pazienti risulta non uniforme: il 14,3% è ancora in grado di vivere da solo, il 52,1% vive con parenti, il 15,3% vive con badante e il 18,3% vive in Casa di riposo. Il 54% dei malati presenta, oltre alla demenza, almeno due patologie attive. La compromissione funzionale, valutata mediante le scale IADL e ADL11,12 e integrata con la capacità della deambulazione, evidenzia una compromissione importante alle IADL (l’87,8% dei pazienti ha perso oltre 3 funzioni su 5 alle IADL) e minore alle ADL (poco più della metà ha perso oltre 2 funzioni su 6 alle ADL). La deambulazione per il 56% dei pazienti è ancora autonoma. Per quanto riguarda il tipo di demenza, la forma più frequente è quella mista (degenerativa e vascolare). La compromissione cognitiva stimata con il Mini Mental State Examination (MMSE)13 riflette, nell’11,2% del campione, uno stadio grave di malattia, mentre il 49% dei pazienti presenta uno stadio lieve. Accanto ai deficit cognitivi vi sono disturbi comportamentali in almeno il 68% dei pazienti. La tabella 2 (a pagina seguente) riporta le caratteristiche del caregiver. Essi sono, nella maggior parte dei casi, di sesso femminile, hanno un’età media di 56,8 anni e sono sovente figlie del malato. Il 15,3% è rappresentato da coniugi. Nel 9,1% i caregiver non sono parenti del malato (sono conoscenti, tutori). I caregiver ritengono di avere, nella maggior parte dei casi, una conoscenza discreta del decorso della malattia e di aver ricevuto adeguate informazioni sui Servizi su cui esprimono un giudizio generale positivo nel 50% dei casi; un 25% non esprime giudizi, non avendone avuto esperienza. Tuttavia, se interrogati sulle singole opportunità, a fronte di un 80,6% che dichiara di conoscere l’invalidità/assegno di accompagnamento, solo il 67,3% conosce l’Unità di Valutazione Geriatrica (UVG), il 30,6% conosce il Centro diurno e solo l’8,2% conosce il Nucleo Alzheimer Temporaneo (NAT). Per quanto riguarda il carico assistenziale e il grado di stress, dalle interviste emerge come il tempo dedicato al proprio malato sia assai vario, passando da un 26% di coloro che assistono un parente al domicilio per oltre 12 ore al giorno Tabella 1. Caratteristiche del campione di 98 pazienti afferenti all’ambulatorio UVA, Struttura Complessa Geriatria, Ospedale S. Croce e Carle, Cuneo. Numero pazienti 98 Maschi (età media 74 anni) 28 (28,6%) Femmine (età media 79 anni) 70 (71,4%) Condizione abitativa Vivente solo 14,3% Con coniuge o coniuge e figlio 26,6% Figlio/a 14,3% Altri parenti/conoscenti 11,2% Badante 15,3% Casa di riposo 18,3% Comorbilità: pazienti con 2 o più patologie associate 54% Stato funzionale Pazienti con oltre 3 IADL perse 87,8% Pazienti con oltre 2 ADL perse 54,2% Deambulazione autonoma (con o senza ausili) 56,1% Deambulazione con aiuto 38,8% Tipo di demenza Alzheimer 36,7% Vascolare e mista 44,9% Altre forme 18,4% MMSE MMSE <10/30 11,2% MMSE tra 10 e 20/30 39,8% MMSE tra 21 e 26/30 49% Pazienti con disturbi comportamentali 68,4% ad un 46% del campione che dedica, per l’assistenza, dalle 2 alle 4 ore al giorno (tabella 3). A fronte, comunque, delle importanti differenze riguardo il tempo effettivo di assistenza del malato, la maggior parte dei caregiver riferisce di avere peggiorato, seguendo la malattia del congiunto, lo stato del proprio umore (72,5%) e di avvertire la mancanza di sostegno da parte degli altri familiari (75,5%). Per quanto riguarda l’attività ambulatoriale UVA Geriatria, la maggior parte dei caregiver intervistati si ritiene molto soddisfatta degli orari delle visite (65,3 %), dei tempi di attesa (58,2 %), della professionalità degli operatori (84,7 %); un 50% del campione è molto soddisfatto per l’adeguatezza delle risposte avute in merito a problematiche cliniche intercorrenti (il 49% si dichiara abbastanza soddisfatto); tuttavia il 68,4% giudica solo “abbastanza soddisfacente” l’aiuto concreto fornito dall’ambulatorio per seguire il proprio familiare (tabella 4). 157 158 Recenti Progressi in Medicina, 102 (4), aprile 2011 Tabella 2. Caratteristiche del campione di caregiver dei 98 pazienti afferenti all’ambulatorio UVA, Struttura Complessa Geriatria, Ospedale S. Croce e Carle, Cuneo. Numero caregiver Tabella 3. Valutazione del tempo e del peso dell’assistenza dei caregiver dei pazienti afferenti all’ambulatorio UVA, Struttura Complessa Geriatria, Ospedale S. Croce e Carle, Cuneo. Tempo giornaliero dedicato al malato (ore) 98 Maschi 25 (25,5%) 0-1 13,3% Femmine 73 (74,5%) 2-4 45,9% 5-8 13,3% 8-12 1,0% 12-24 26,5% Età media 56,8 ± 11,4 Grado di relazione con il malato Figlio/a 63,3% Coniuge 15,3% Fratello/sorella 3,1% migliorato 1,0% Altri parenti 9,2% invariato 26,5% Conoscenti/tutore 9,1% lievemente peggiorato 54,1% molto peggiorato 18,4% Conoscenza del decorso della malattia Molto 27,6% Abbastanza 63,3% Poco 9,1% Adeguatezza delle informazioni Molto 24,5% Abbastanza 67,4% Poco 8,1% Caregiver che dichiarano di conoscere i Servizi per la demenza Giudizio sul proprio tono dell’umore Cosa pesa maggiormente nel seguire il malato mancanza di supporto di famigliari 75,5% riduzione della vita sociale 59,2% costi da sostenere per l’assistenza 48,0% riduzione della vita lavorativa 46,9% necessità di rinunciare ad abitudini/hobby 27,6% riduzione del tempo per le vacanze 1,0% 87,8% Grado di soddisfacimento sui Servizi Tabella 4. Giudizio espresso dai caregiver riguardo il servizio offerto dall’ambulatorio UVA, Struttura Complessa Geriatria, Ospedale S. Croce e Carle, Cuneo. Molto 17,3% Abbastanza 40,8% Poco 16,3% Non esprime giudizio 25,6% Orario di accesso all’ambulatorio 65,3% 33,7% 1% 60,2% Tempi di attesa 58,2% 37,7% 4,1% Personale di accoglienza 79,6% 19,4% 1% Professionalità degli operatori 84,7% 13,3% 2% 50% 49% 1% 27,6% 68,4% 4% Caregiver che riferiscono di aver utilizzato almeno un Servizio Caregiver che dichiarano di conoscere Nucleo Alzheimer Temporaneo 8,2% Centro Diurno 30,6% UVG (Unità di Valutazione Geriatrica) 67,3% Invalidità/assegno di accompagnamento 80,6% Possibilità di usufruire di permessi lavorativi (legge 104) 37,8% Molto Abbastanza Poco soddisfatto soddisfatto soddisfatto Adeguatezza delle risposte alle problematiche intercorrenti Aiuto nel seguire il malato M. Marabotto et al.: Prendersi cura del caregiver: stress, aspettative, soddisfacimento di caregiver in un Ambulatorio UVA Tabella 5. Valutazione della figura del Medico di Medicina Generale come riferimento nella gestione del paziente affetto da demenza. Riferimento al MMG molto discreto poco mai non so Richieste di aiuto al MMG per disturbi comportamentali 14,2% 35,7% 27,5% 11,4% 11,2% Comunicazione al MMG di variazioni di terapia prescritta dall’UVA 70,4% 19,4% 9,2% 1% 0% Tabella 6. Giudizio dei caregiver sulla capacità di gestione di piccole variazioni farmacoterapeutiche ed adozione di strategie non farmacologiche per i disturbi comportamentali. Giudizio sulla propria capacità di gestione molta discreta poca mai non so Capacità di gestire piccole variazioni di farmaco-terapia 57,1% 38,8% 3,1% 1% 0% 0% 17,8% 40,9% 10,3% 31% Conoscenza di strategie non farmacologiche per i disturbi comportamentali la maggior parte del campione si sente impreparata riguardo il trattamento non farmacologico dei disturbi comportamentali (tabella 6). Infine, da un confronto tra alcune variabili di gradimento prese in esame dal questionario con il tempo di follow-up da parte dell’UVA Geriatria, emerge come i pazienti seguiti da più di due anni rispetto a quelli seguiti da meno di due anni, si ritengano più informati riguardo la malattia, ma meno soddisfatti nelle risposte inerenti a problemi intercorrenti e abbiano maggiori difficoltà nella gestione di piccole variazioni della farmaco-terapia (figura 1). Discussione Dal campione esaminato di 98 caregiver di pazienti (per la maggior parte [70%] sono donne con un’età media di 79 anni) si rileva co70 me la condizione abitativa 60 rifletta la non uniformità dello stadio di malattia e la 50 complessità di questi pa40 zienti. La necessità, nell’ambito della visita, di te30 ner conto della valutazione 20 e cura della comorbilità e del considerare la politera10 pia caratteristica comune 0 in questo gruppo di popolaIl caregiver si ritiene molto Il caregiver si ritiene molto Il caregiver ritiene di poter zione, risulta enfatizzata soddisfatto rispetto alle soddisfatto rispetto alle gestire autonomamente le dalla percentuale (54%) dei informazioni relative alla risposte in merito a piccole variazioni malattia problemi intercorrenti farmaco-terapeutiche malati che, oltre alla demenza, presenta almeno alPaziente seguito dall’U V A da meno di 2 anni tre due patologie attive. Per Paziente seguito dall'U V A da più di 2 anni quanto riguarda il tipo di demenza, la forma più frequente è quella mista (deFigura 1. Confronto tra alcune variabili di gradimento prese in esame dal questionario in relazione generativa e vascolare); al tempo di follow-up da parte dell’UVA Geriatrica. questo riflette i dati di letDifferenze statisticamente significativa tra i due gruppi nelle 3 variabili prese in esame. teratura secondo cui, con Test χ2; p < 0,05 l’avanzare dell’età, alla forma degenerativa si associa la comorbilità vascolare1,14. Dall’analisi della comproI caregiver riferiscono un ricorso non molto fremissione cognitiva stimata con il MMSE risulta quente al Medico di Medicina Generale (MMG), per che in circa il 50% dei casi si ricorre all’ambulaproblematiche inerenti i disturbi comportamentali (cirtorio UVA in fase iniziale della demenza; ciò comca il 40% del campione in maniera poco frequente o porta per il paziente e per colui che lo assiste quomai), mentre sono molti a comunicare al Curante le vatidianamente l’acquisizione di conseguenti capariazioni terapeutiche dei farmaci prescritti dall’UVA cità gestionali che sono tanto più efficaci quanto (tabella 5). più sono precoci. Inoltre, i farmaci specifici per Per quanto riguarda la capacità di gestire autonomamente variazioni di poco conto nella farmaco-terapia, contrastare il declino cognitivo, seppur limitatala stragrande maggioranza degli assistenti (seppure non mente efficaci, ottengono risultati migliori somedici) ritiene di essere in grado di farlo (95,9%) mentre prattutto nei primi stadi di malattia. 159 160 Recenti Progressi in Medicina, 102 (4), aprile 2011 Come ampiamente descritto in letteratura, i disturbi comportamentali riscontrati in circa il 70% dei pazienti presi in esame (i deliri, le allucinazioni, l’ansia, l’apatia, la disinibizione, la depressione, l’alterazione del ritmo sonno-veglia, le alterazioni dell’appetito, l’agitazione psicomotoria) sono eterogenei, fluttuanti, influenzati da numerose variabili (somatiche e ambientali) e sono la più gravosa causa di carico assistenziale e di stress per il caregiver: quindi il maggiore predittore di istituzionalizzazione15-17. Dato interessante è la percentuale di coloro che, pur non essendo parenti, si prendono cura del soggetto affetto da demenza. In circa il 10% dei casi risultano essere conoscenti, tutori o badanti: oltre a riflettere la variegata struttura sociale, il dato induce a prestare attenzione, nel prendere in cura il paziente demente, anche agli aspetti medico-legali, onde garantire adeguata tutela a individui destinati a perdere progressivamente la propria capacità giuridica. La valutazione da parte del caregiver del grado di conoscenza del decorso della malattia e dei Servizi Dedicati presenti nella specifica realtà territoriale suggerisce di soffermare l’attenzione su quali informazioni riescano effettivamente a giungere loro e su come i Servizi vengano talvolta sottoutilizzati, così da non garantire il setting di cura più idoneo al grado di malattia. Il tempo dedicato al malato risulta essere assai differenziato sia per la composizione del campione, che comprende malati in fasi diverse di malattia, sia per i differenti setting di cura; inoltre, all’interno del gruppo di caregiver che dedica per l’assistenza all’ammalato dalle 2 alle 4 ore al giorno risultano assistenti di malati in fase sia iniziale che avanzata ed anche di pazienti istituzionalizzati. Da questa analisi del carico assistenziale e del conseguente grado di stress emerge come esista la necessità di una presa in carico non solo del paziente, ma anche del suo caregiver. È importante quindi per l’operatore (sanitario o sociale) identificare una persona di riferimento tra i vari parenti e, già nelle fasi iniziali di malattia, coinvolgere e responsabilizzare altri familiari. Dai dati raccolti circa il grado di soddisfacimento del servizio UVA offerto dal nostro Ambulatorio appare come debba essere implementata, nei tempi e nella qualità, la comunicazione con il caregiver, affinché siano maggiormente chiarite le esigenze e le problematiche della coppia malato-assistente; emerge anche l’esigenza di migliorare il collegamento con gli altri nodi della rete assistenziale (MMG, UVG territoriale, Servizio di Psicologia, Servizi sociali, Sportello unico, gruppi di auto mutuo-aiuto, associazioni di volontariato) per condividere il progetto di cura. È inoltre necessario – per quanto riguarda gli operatori dell’UVA – spendersi maggiormente nell’illustrare le terapie non farmacologiche dei disturbi comportamentali4-9. Infine, il rilievo che i caregiver di pazienti seguiti da più tempo ritengano d’aver maggiore conoscenza della malattia ma si considerino meno aiutati dall’ambulatorio UVA può riflettere, in parte, “l’esauribilità” del caregiver, ma sottolinea anche come l’UVA possa fornire una risposta solo parziale alle problematiche che insorgono negli stadi più avanzati di demenza. Conclusione Nel nostro campione, i caregiver sono di solito donne, spesso figlie del malato. Ritengono di avere discrete informazioni sulla malattia ma non sono preparati a gestire i disturbi comportamentali con strategie non farmacologiche e non sempre conoscono i Servizi presenti nel territorio. Avvertono, con il progredire della malattia, maggiori difficoltà nella gestione dell’infermo ed un aiuto non sufficiente da parte dell’Ambulatorio UVA. Riferiscono, come conseguenza della malattia, un peggioramento dell’umore personale e avvertono una carenza di sostegno da parte di altri familiari. L’attività ambulatoriale UVA deve quindi prevedere la presa in carico della coppia paziente-caregiver; ciò comporta un’organizzazione del lavoro che preveda un tempo adeguato per una efficiente comunicazione con il caregiver. Il fornire informazioni chiare e comprensibili sui Servizi così come il fare formazione per gestire il malato e per preservare il proprio benessere devono figurare tra gli obiettivi dell’UVA. È importante implementare la comunicazione e la collaborazione anche con i vari Servizi sanitari e sociali, onde fornire risposte idonee nelle varie fasi di malattia e, in particolare, in quelle più avanzate in cui aumenta lo scoraggiamento e il senso di abbandono. Bibliografia 1. Jellinger KA, Attems J. Prevalence of dementia disorders in the oldest-old: an autopsy study. Acta Neuropathol 2010; 119: 421-33. 2. Aevarsson O, Skoog I. A population-based study on the incidence of dementia disorders between 85 and 88 years of age. J Am Geriatr Soc 1996; 44: 1455-60. 3. 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