BIBENDA 46 DUEMILATREDICI – ... ... . LE CULTIVAR LE CULTIVAR IN ATTESA DELL’OLIO NUOVO DEL RACCOLTO 2013 VI PROPONIAMO UN AMPIO SERVIZIO SULLE PRINCIPALI CULTIVAR ITALIANE DI OLIVO. UN PATRIMONIO DEL NOSTRO PAESE DI INESTIMABILE RICCHEZZA CULTURALE ED ECONOMICA. NON DALLE ASSOCIAZIONI CHE LO RAPPRESENTANO. VALORIZZATA DA CHI L’OLIO LO PRODUCE E NÉ, TANTOMENO, DA CHI LO COMUNICA E DA CHI È PAGATO PER VALORIZZARE IL PRODOTTO. I U L I A F I L I P P E T T I Il patrimonio olivicolo italiano è il risultato di una selezione condotta Dunque rimane difficile ancora oggi definire quantitativamente l’en- empiricamente dai coltivatori stessi che nei secoli hanno individuato tità della piattaforma olivicola nazionale e, soprattutto quando ci si le cultivar più idonee e resistenti nei diversi territori perpetuandone trova di fronte a tale diversità naturale frutto di lunghi processi evo- la coltivazione. Questo processo nel tempo ha determinato la diffu- lutivi, le risorse genetiche diventano fondamentali per organizzare sione di alcune varietà più produttive a scapito di altre più difficili e un riassetto della base varietale. Un’opera importante per sostenere pregiate. Ai fini dell’individuazione della reale variabilità genetica, e incrementare la produzione odierna sempre più orientata verso la lavoro difficoltoso a causa dei numerosi casi di sinonimia, sono stati diffusione di olio extravergine di qualità. Un obiettivo conseguito importanti gli studi effettuati su olivi antichi recuperati nei boschi negli anni da produttori volenterosi che hanno operato seriamente di oleastri e sui genotipi ottenuti da seme o cresciuti spontaneamente. a favore di una concreta conoscenza dei valori nutrizionali, salutistici Le ricerche focalizzate su questi elementi hanno rilevato la presenza e sensoriali dell’olio. Una grande opportunità per l’Italia, che può di centinaia di varietà minori; si tratta di pochi esemplari presenti in presentarsi ai mercati internazionali come il paese della grande ric- aree circoscritte e a volte non riscontrabili nei cataloghi regionali. chezza e della valorizzazione della propria biodiversità. 114 .: G PRINCIPALI VARIETÀ ITALIANE DI OLIVO ASCOLANA TENERA Diffusa principalmente nelle Marche e nell’Italia Centrale. È una varietà a duplice attitudine la cui prosperità dipende fortemente dalle condizioni ambientali. Preferisce terreni freschi e calcarei. In climi favorevoli garantisce una buona fruttificazione offrendo una produttività media e costante. Dimostra particolare tolleranza al freddo, all’occhio di pavone, alla rogna e alla carie del legno mentre è sensibile agli attacchi della mosca. L’olio è dorato e dona sensazioni di carciofo e pepe, moderatamente dolce al gusto. L’azienda abruzzese Del Carmine ne ricava un extravergine in purezza. BIANCHERA Primeggia nella provincia di Trieste, nel Carso, in Istria e in Slovenia. Resistente al freddo, alla siccità e all’occhio di pavone, suscettibile agli attacchi della mosca. L’olio estratto è verde intenso, ha un’alta percentuale di polifenoli, elementi antiossidanti e benefici. Garantisce una produzione buona e costante nel tempo. Discreta la resa in frantoio. Al gusto è riconoscibile per il tono fruttato, i sapori amari e piccanti, le note di mandorla ed erba tagliata. Pregevoli le etichette monovarietali di Starec. 115 BIBENDA 46 DUEMILATREDICI – ... ... . LE CULTIVAR BIANCOLILLA Tipica della Sicilia. Ben si adatta a territori siccitosi e ai climi freddi e tollera il cicloconio mentre rimane sensibile alla rogna e alla mosca olearia. Predilige la coltivazione in alta collina dove garantisce una buona produzione seppur alternante; un anno di produzione abbondante con rese molto alte può essere seguito da una stagione carente. Dalla polpa poco consistente si ha una scarsa quantità di olio qualitativamente interessante dal colore verde tenue, con un ricco corredo olfattivo tra cui spicca la nota di pomodoro. L’azienda Planeta ne ricava un monocultivar molto pregiato. Interessanti sono anche le espressioni in blend delle aziende Centonze e Olis. BOSANA Varietà sarda il cui nome deriva dalla sua presunta origine dalla città di Bosa. È presente soprattutto nelle province di Cagliari e Nuoro. Si potrebbe definire come una cultivar rustica vista la sua resistenza al freddo, alla siccità e alla capacità di adattarsi a differenti condizioni ambientali. Assicura una produttività elevata ma alternante con una resa in olio media e maturazione dei frutti lenta e scalare. Dà un olio dal colore verde intenso, molto elegante nei profumi e nei sapori vegetali di carciofo con sfumature amaro-piccanti. Tutta la gamma de L’Antica Compagnia Olearia Sarda è ottenuta da Bosana raccolta in momenti diversi. CANINO Diffusa nella zona laziale della Tuscia nella provincia di Viterbo. Dimostra buona tolleranza alla mosca, alla rogna e al freddo, adattandosi ad ambienti diversi. L’invaiatura è tardiva e la maturazione delle drupe è scalare, ma la produzione è discreta e costante; media la resa in frantoio. L’olio prodotto ha colore verde e sentori floreali, buon equilibrio e tenui sensazioni amaro-piccanti. Buone interpretazioni di questa cultivar sono prodotte dall’azienda Olea Romea di Laura De Luca e in blend da Poggio San Silvestro. CARBONCELLA Presente nel Lazio, in Sabina, ma anche nelle Marche di cui forse è originaria. Predilige terreni calcarei, ma la sua rusticità le consente di adattarsi anche ad altri terreni dimostrandosi tollerante alla siccità. È invece sensibile al cicloconio e alle basse temperature. Invaiatura tardiva e omogenea, produttività elevata e il buon rapporto polpa-nocciolo garantiscono una media resa in frantoio. L’olio è verde intenso, con buon contenuto di polifenoli e clorofille. In assaggio si caratterizza per le note amare e piccanti. Particolarmente rappresentative sono le versioni monovarietali di Augusto Spagnoli e Aurum Sabinae nel Lazio e Fratelli Bucci nelle Marche. CAROLEA Varietà calabrese, in particolare della zona di Catanzaro, si può utilizzare anche come oliva da tavola. Questa pianta si adatta facilmente anche in zone collinari fino a 800 metri di altitudine, alle basse temperature e alla siccità. Si mostra sensibile all’occhio di pavone e alla mosca. Assicura una produzione abbondante e costante nel tempo. I frutti maturano a scalare, possono dunque comparire sull’albero drupe nei differenti stadi dell’invaiatura, verdi, appena colorate o già nere. Da una media resa si ottiene un olio dal colore oro verde e dal carattere fruttato con richiami di mandorla e pomodoro, leggermente amaro e piccante. Interessante il blend dell’azienda Librandi di Cirò Marina e il Monocultivar di Doria. CARPELLESE Varietà diffusa soprattutto nella provincia di Salerno e secondariamente in Irpinia. Resiste discretamente alla siccità e alle basse temperature. Ha maturazione tardiva ed è molto produttiva con una media resa in frantoio. L’olio esprime uno spiccato timbro vegetale con richiami al pomodoro, carciofo e di cardo. Notevole il monocultivar denocciolato dell’azienda Madonna dell’Olivo. CASALIVA La sensibilità al freddo e alle virosi ha relegato la presenza di questa varietà nell’areale mitigato dal Lago di Garda. La pianta è vigorosa e offre una produttività costante con frutti che maturano tardivamente a scalare. L’olio si caratterizza per il piacevole timbro fruttato e floreale tipizzato dalle leggerissime note amaro-piccanti e dal retrolfatto vegetale e di frutta secca. Magistrali le espressioni dell’azienda lombarda Comincioli e i blend proposti da Laghel 7 e Frantoio di Riva in Trentino. CASSANESE Nota anche come Grossa di Cassano, ampiamente diffusa nel cosentino, utilizzata sia per l’estrazione di olio che come oliva da mensa. Si ambienta facilmente in aree aride e siccitose e ha una crescita rapida e vigorosa, l’invaiatura è tardiva. Scarsa la resa in frantoio dove si ricava un olio dal carattere erbaceo e delicatamente amaro e piccante. Le aziende Arcaverde e Santa Venere la impiegano in blend insieme ad altre varietà locali. 116 CELLINA È forse la cultivar più rustica del Salento presente principalmente nelle province di Lecce, Taranto e Brindisi. È tollerante al freddo e a molte virosi e costante nella produzione di frutti a invaiatura scalare. La resa in frantoio è piuttosto bassa a causa della piccola pezzatura delle drupe che necessitano di una giusta maturazione per un’adeguata estrazione. L’olio è caratterizzato da un sapore decisamente amarognolo e da timide note fruttate. Unitamente ad altre varietà sono rappresentative le versioni delle aziende Tenuta Bianco e Adamo. CERASUOLA Varietà siciliana diffusa nelle province di Agrigento e Trapani, dove è possibile trovarla anche in impianti plurisecolari. Mostra una buona resistenza alla siccità, ma è particolarmente sensibile alla rogna. Ottima resa in frantoio da cui si ricava un olio dalle caratteristiche gusto-olfattive fruttate e vegetali Si potrebbe utilizzare anche come oliva da tavola. Interessante il blend prodotto dall’azienda Baglio Ingardia. COLOMBAIA Diffusa nella provincia di Savona, in particolare nella zona di Finale Ligure, è una cultivar che non ama i climi freddi e la siccità. I frutti arrivano tardivamente a maturazione offrendo una produzione modesta e alternante. Se ne ricava un olio dal colore dorato intenso e molto delicato nei tratti gusto-olfattivi. Domenico Ruffino ne ricava un pregiato monovarietale. CORATINA Protagonista in Puglia è una varietà versatile che si adatta senza difficoltà a differenti condizioni climatiche. La capacità produttiva è elevata e costante nel tempo così come la resa in frantoio. La maturazione tardiva dei frutti avviene a scalare. Se ne ricava un olio ricco di polifenoli, dal colore verde molto acceso, di grande intensità olfattiva tipizzato da note amare e piccanti. Eccellenti le interpretazioni di Casina Ippolito, Monterisi, Muraglia e Fratelli Ferrara. CUCCO Abruzzo e Molise sono i territori in cui prospera questa varietà rustica e di elevata vigoria; predilige le zone collinari mostrando buona resistenza al freddo ma sensibilità a malattie come la rogna e la carie. Ad una fioritura precoce segue una lenta maturazione dei frutti. Garantisce un produttività media così come la resa in frantoio. L’olio estratto ha un colore verde e sentori erbacei e fruttati fragranti e al palato dona equilibrata morbidezza insieme a toni amaro-piccanti. Da provare il monovarietale dell’azienda abruzzese La Quagliera. realizzazione di coltivazioni intensive. I frutti maturano precocemente e a scalare. Da una resa media in frantoio si ottiene un olio dorato dal carattere delicato all’olfatto e al palato. Da segnalare le etichette monocultivar di Marina Palusci e Chiarieri. FRANTOIO Varietà tra le più diffuse in Italia e nel resto del mondo grazie alla sua versatilità seppur sensibile alla rogna, all’occhio di pavone, alla mosca e al freddo. Pianta generosa in grado di offrire un’elevata produzione dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Entra precocemente in produzione e i frutti maturano tardivamente a scalare nel tempo. Media la resa in frantoio. L’olio estratto è ricco di clorofille e polifenoli, si distingue per i sentori fruttati e la notevole struttura. Mirabili le versioni toscane di Buonamici, Fattoria Castellina, Belvedere e quella umbra di Ronci. GENTILE DI CHIETI Eredita il nome dalla provincia abruzzese in cui è particolarmente presente. È una varietà che nel tempo ha dimostrato una discreta resistenza alle malattie e alle basse temperature. Le drupe molto piccole raggiungono lentamente la maturazione. È una pianta molto generosa e produttiva caratterizzata purtroppo dal fenomeno dell’alternanza. Da una media resa in frantoio si estrae un olio fruttato ed elegante anche nelle persistenti note amare e piccanti. Didascalico ed eccellente il monovarietale Costa dei Trabocchi della Masseria Don Vincenzo. GENTILE DI LARINO Cultivar autoctona del Molise. Discreta la produttività seppur alternante negli anni. Buona anche la resa in frantoio dove si ottiene un olio dai profumi vegetali che ricordano l’oliva e dalla personalità dolce, equilibrata al gusto a cui non manca un gradevole piglio piccante. Bruno Mottillo ne produce un’interessante versione in purezza. DOLCE AGOGIA Presente in Umbria nell’area del Trasimeno e nel perugino. Non ha difficoltà ad adattarsi a diverse condizioni ambientali anche se fredde e siccitose, ma la sua diffusione è limitata a causa del fenomeno della cascola per il quale molte drupe cadono dall’albero in modo imprevedibile prima del raccolto. L’olio ottenuto contiene buone qualità di polifenoli e ha un profilo organolettico mediamente fruttato con un deciso gusto amaropiccante. In blend con altre varietà viene prodotto dalle aziende Decimi e Fontanaro. GRIGNAN Pianta molto rustica, forse originaria della zona di Gargnano sul versante occidentale del Garda, si adatta con facilità al clima dell’Italia Settentrionale dimostrando buona resistenza al freddo, alla rogna e all’occhio di pavone. Ha uno sviluppo vegetativo molto lento e non ama le potature energiche. La produttività è media e costante, i frutti maturano precocemente e in modo unitario. Nonostante sia una cultivar soggetta al fenomeno della cascola, assicura una buona resa in olio. La Cantina Valpantena ne ricava un ottimo olio in blend con il Favarol, mentre l’azienda San Cassiano ne fa un monovarietale fuoriclasse. DRITTA Le province di Pescara, Chieti e Teramo ospitano questa varietà che si caratterizza per la buona resistenza al freddo e per la capacità di mantenere elevata e costante la produzione. Si presta alla raccolta meccanica e alla ITRANA Probabilmente nativa di Itri, nel Lazio. Varietà rustica, resistente al freddo e a molte virosi ma non alla mosca olearia. Ha un rapido sviluppo vegetativo anche se non è una pianta molto vigorosa. Ha una produttività elevata 117 BIBENDA 46 DUEMILATREDICI – ... ... . LE CULTIVAR ma è soggetta al fenomeno dell’alternanza, i frutti maturano tardivamente e a scalare garantendo una media resa in frantoio. A duplice attitudine in tavola è conosciuta con il nome di Oliva di Gaeta. In Campania sono memorabili le versioni monocultivar di Badevisco e Russo, mentre nel Lazio si distinguono quelle di De Gregoris, Cetrone e de La Tenuta dei Ricordi. LECCINO È una pianta che sta conoscendo una grande fortuna, largamente diffusa nell’Italia centrale, sta prendendo piede anche nel sud della penisola. La sua capacità di tollerare il freddo e di resistere a virosi come il cicloconio, la carie e l’occhio di pavone la rendono una cultivar molto apprezzata. Offre una produttività buona e costante, i frutti maturano in modo omogeneo e molto rapidamente. Se raccolta precocemente questa varietà regala un olio ricco di polifenoli e clorofille, leggero e fruttato, decisamente amaro e piccante. Buone interpretazioni sono proposte dalle aziende Comincioli in Lombardia, Villa della Genga in Umbria e infine un magnifico blend dell’azienda campana Serafino. MAJATICA DI FERRANDINA Tipica della Basilicata e della provincia di Matera in particolare. È una varietà a duplice attitudine che offre una produttività elevata ma alternante con una buona resa. Non si adatta facilmente fuori dal territorio d’origine, è molto sensibile all’occhio di pavone, alla rogna e alla mosca olearia. L’olio estratto ha un vivace timbro erbaceo e piccante con una buona struttura in assaggio. Prodotto sia in versione monovarietale che blend dal frantoio La Certosa. MAURINO Cultivar diffusa prevalentemente nella lucchesia, ma presente con pochi esemplari anche in altra zone della regione. Resistente al freddo e al cicloconio. Offre una discreta produzione di frutti, così come la resa in frantoio, con maturazione mediamente precoce e omogenea. La tenuta Il Paratino ottiene un buon blend che vede questa cultivar protagonista. MORAIOLO Una cultivar che predilige il clima del centro Italia; non tollera il freddo ed è sensibile ad alcune virosi, mentre sopporta bene la siccità e i venti marini. Da ottimi risultati se coltivata in terreni collinari, garantisce una produttività elevata e costante, le drupe maturano gradualmente. Resa in frantoio elevata. Se ne ricava un olio caratterizzato da un buon equilibrio tra le parti dolci e quelle amaro-piccanti. Da segnalare le pregevoli interpretazioni dell’azienda toscana La Ghianda e dei frantoi umbri Viola, Villa della Genga, Tega e Marfuga. NOCELLARA DEL BELICE Varietà a duplice attitudine principalmente diffusa nella Sicilia Occidentale, tra le più apprezzate olive da mensa. Facilmente compatibile con diverse condizioni climatiche e ambientali, la maturazione dei frutti è tardiva e la produttività è elevata e costante. Mostra sensibilità all’occhio di pavone, alla rogna e alla mosca olearia. L’olio ottenuto si distingue per le piacevoli note vegetali accompagnate da equilibrate sfumature amare e piccanti. Interessanti le espressioni monovarietali di Planeta, Olis e Centonze. NOSTRANA Diffusa in Emilia Romagna, tipica dell’area di Brisighella, è una cultivar resistente al freddo e a molte virosi eccetto cicloconio e rogna. La maturazione dei frutti è tardiva e scalare, con una media resa in frantoio. Soggetta ad alternanza nella fruttificazione. Se ne ricava un olio di grande spessore qualitativo, dai tratti fruttati ed erbacei con gentili note piccanti al gusto. Il monocultivar della Tenuta Pennita è un autentico fiore all’occhiello della produzione regionale. OGLIAROLA MESSINESE Ampiamente diffusa nella parte occidentale della Sicilia. Rustica, di buona adattabilità e dalla crescita veloce, si mostra sensibile alle gelate, ai venti marini e alla mosca olearia. Garantisce una discreta ma alternante produzione di frutti. Le drupe maturano lentamente non in modo unitario con una media resa in frantoio. L’olio ha una discreta intensità olfattiva e al gusto si rivela dolce con sensazioni amare e piccanti appena accennate. L’azienda Zisola ne ricava un buon prodotto in blend con altre varietà. OLIVASTRA SEGGIANESE Probabilmente originaria dell’area montana del Monte Amiata e presente in molte zone del grossetano e del senese. Pianta di grande vigoria, resistente al freddo e ai parassiti, i frutti maturano precocemente a scalare, di 118 produttività elevata e ottima resa in frantoio. Sensibile al fenomeno dell’alternanza. L’assaggio mostra un olio dal timbro leggermente fruttato e caratterizzato da toni amaro-piccanti. Le aziende Franci, Il Silene e Le Paniole producono da questa varietà oli estremamente interessanti. ORTICE Presente in gran parte della Campania, in particolare nella zona del Sannio. È una pianta dalla media vigoria con frutti grandi da cui si ha una discreta resa in frantoio. La maturazione delle drupe è tardiva e scalare. Sensibile agli attacchi della mosca olearia, al cicloconio e alla rogna mentre sopporta bene le basse temperature. Assicura una buona produttività seppur alternante. Se ne ricava un olio dall’intenso colore verde dai profumi vegetali e fruttati, strutturato ed equilibrato. Eccellente l’etichetta dell’azienda Le Marsicane. PENDOLINO Pianta originaria della Toscana, versatile nell’adattarsi a differenti condizioni ambientali. Ha una fioritura di elevata intensità e capacità di fecondare altre varietà. Resistente al freddo e alla mosca, ma poco tollerante nei confronti di rogna e cicloconio. Assicura una produzione costante nel tempo garantendo una discreta resa in frantoio. L’olio che si ottiene ha profumi delicati, un sapore deciso e piacevolmente amaro-piccante. Un’eccellente interpretazione di Pendolino denocciolato viene proposta dall’azienda Fèlsina Berardenga. PERANZANA Presente in Puglia, nella zona della Daunia in particolare e sul Gargano. La pianta rivela una buona resistenza alla mosca olearia e al freddo. Produttività buona ma alternante. I frutti hanno una bassa resa in frantoio. L’olio ottenuto è ricco di clorofilla e ha ottime caratteristiche organolettiche, profumi erbacei e fruttati, struttura, equilibrio e persistenza. Pregevole il monocultivar dell’Agricola Piano. RAJA Diffusa nel Lazio, soprattutto in Sabina. Prospera in condizioni pedologiche e climatiche differenti, resiste al freddo e alle principali patologie crittogamiche mentre è sensibile agli attacchi della mosca e soffre in condizioni di limitata disponibilità idrica. La produttività è media e alternante così come la resa in frantoio. A Chiusagrande in Sabina Augusto Spagnoli produce un’interessante monovarietale dai profumi agrumati ed erbacei, equilibrato e piccante al gusto. RAVECE Tipica dell’Irpinia, coltivata quasi esclusivamente nella provincia di Avellino. È una pianta di media vigoria sensibile agli attacchi della mosca e al freddo diversamente resiste alla rogna e al cicloconio. Offre una produttività costante e discreta, mentre la resa in frantoio è piuttosto bassa. Si estrae un olio dai sentori fruttati ed erbacei tipizzato da note di foglia di pomodoro e carciofo. Equilibrato nel gusto e nel timbro amaro e piccante soprattutto in caso di raccolta precoce. Notevole la versione monovarietale di Minieri. ROSCIOLA Tipica dell’Italia Centrale, non ha elevata vigoria, sopporta bene le temperature rigide, ma è sensibile a virosi come rogna, occhio di pavone e mosca olearia. Offre una produttività costante. Le drupe maturano precocemente e a scalare e danno una media resa in frantoio. L’olio ha un vivo colore giallo e profumi fruttati, al gusto si distingue per il piglio piccante. L’azienda Pompili a Palombara Sabina produce un piacevole extravergine da Rosciola e altre varietà. TAGGIASCA È la varietà più nota di tutta la Liguria in cui è presente principalmente nella provincia di Imperia. Si adatta molto bene a terreni collinari e in prossimità del mare, soffre in situazioni di carenza idrica e basse temperature. I frutti maturano lentamente ma garantiscono una buona resa in olio se la pianta viene regolarmente irrigata. L’olio da Taggiasca è molto apprezzato per la sua dolcezza, dovuta spesso alla raccolta tardiva delle drupe. Da esemplari secolari, l’azienda Paolo Cassini ricava un prodotto pregiato, dai profumi delicati e dalla struttura equilibrata. TONDA IBLEA È sicuramente una delle varietà più importanti della Sicilia, presente soprattutto nel siracusano e nel ragusano. È una pianta di buon vigore che predilige terreni in alta collina ed è resistente a molte malattie. Garantisce una discreta e costante produttività con una media resa in frantoio che può essere fortemente condizionata dal periodo di raccolta. L’azienda Terraliva ne ricava due eccellenti extravergine biologici DOP. 119