(Percorso proposto in classe III) La definizione Prima d'essere cristiano, Cristoforo si chiamava Offerus ed era un gigante forte e dalla mente ottusa. Il suo sogno era di incontrare e servire il più grande re della terra. Si mise così in viaggio e gli consigliarono d'andare alla corte di un re molto potente, il quale naturalmente accettò di buon grado i servizi di un così forte servitore. Ma un giorno, mentre assistevano allo spettacolo di un menestrello, sentendo pronunciare il nome del diavolo il re si fece il segno della croce. "Perchè fai così?" gli chiese stupito il gigante. "Perchè io ho paura del diavolo", rispose il re. "Se lo temi significa che è più potente di te. Allora io voglio servire il diavolo" e così dicendo, Offerus abbandonò la corte. Si rimise in viaggio, e nel deserto vide avanzare un'orda di cavalieri vestiti di rosso, il cui capo era vestito di nero. Questo gli chiese "Che cosa vai cercando?". "Io cerco il diavolo, per servirlo", rispose Offerus. "Io sono il diavolo, seguimi!", rispose l'oscura figura. E così il gigante si trovò arruolato fra i cavalieri di Satana. Ma un giorno, durante una cavalcata, la schiera infernale incontrò sul bordo della strada una croce. Il diavolo ordinò immediatamente di tornare indietro. "Perchè?" chiese Offerus. "Perchè io temo l'immagine del Cristo!" "Se lo temi significa che sei meno potente di lui. Io allora voglio servire il Cristo", e così dicendo, Offerus passò oltre la croce, da solo, abbandonando il diavolo e i suoi cavalieri. Si rimise in viaggio e iniziò dunque a chiedere in giro dove avrebbe potuto incontrare questo Cristo. Gli indicarono un eremita, "ti mostrerà il Cristo", gli dissero. Giunto dal sant'uomo, Offerus gli chiese dove avrebbe potuto incontrarlo, ma questo gli rispose "dovunque". "Non capisco" disse il gigante, "ma se è vero quello che dici, quali servizi potrebbe rendergli un uomo forte come me?" "Bisogna servirlo con la preghiera, i digiuni e le veglie" rispose l'eremita. Offerus fece una smorfia. "Non c'è un altro modo per diventare ben accetto?" chiese. L'eremita comprese con chi aveva a che fare, così lo prese per mano e lo condusse sulla riva di un torrente impetuoso che scendeva da un'alta montagna. "Tanta povera gente è morta tentando di attraversare quest'acqua. Resta qui e porta sull'altra riva, sulle tue robuste spalle, quelli che te lo chiederanno. Se farai questo per amore di Cristo, egli ti riconoscerà come suo servitore", gli disse l’eremita. "Volentieri lo farò per amore del Cristo!", affermò Offerus. Si costruì una capanna sulla riva, e giorno e notte trasportò i viaggiatori che glielo chiedevano. Una notte, fu svegliato dalla voce di un bambino che lo chiamava. Si alzò, pose il bambino sulle sue forti spalle, ed entrò nell'acqua. Ma nel mezzo dell'attraversata il fiume si ingrossò e comparvero delle onde alle quali Offerus dovette opporre il massimo della sua forza per non esser rovesciato, ed il bambino diventava sempre più pesante, tanto che Offerus disse "Mi sembra di star portando il mondo!" Quando, stremato, giunse all'altra riva col bambino sano e salvo, questi gli disse "Non solo hai portato il mondo, ma anche colui che ha fatto il mondo. Per i tuoi servigi io ti battezzo nel nome di mio Padre, nel mio proprio nome, e in quello dello Spirito Santo. Da oggi ti chiamerai Cristoforo." Da quel giorno Cristoforo andò per il mondo per insegnare la parola del Cristo. La comprensione del testo La divisione in sequenze della leggenda Molto tempo fa al lago di Carezza, viveva una bellissima ninfa, la giovane dea del lago. Talvolta usciva dalle acque e si sedeva sulla riva a cantare e a pettinare i suoi lunghi capelli, ma appena sentiva un rumore si rituffava e scompariva. Sulla montagna vicina al lago viveva un mago, che si era innamorato della ninfa e voleva rapirla per sposarla, ma non riusciva nemmeno ad avvicinarla. Allora, disperato, si fece consigliare da una strega che gli disse: -Fabbrica un arcobaleno che unisca il lago alla cima della montagna. Vedrai che la ninfa incuriosita uscirà dalle acque: non ha mai visto un arcobaleno! Quando la ninfa sarà uscita, va’ da lei vestita da mercante e offrile un sacco di ricchi gioielli. Vedrai che riuscirai a portarla con te!Il giorno dopo il mago fabbricò un arcobaleno, un ponte di colori e di luce che unì il lago alla montagna. Subito la ninfa uscì per ammirare l’arcobaleno, ma il mago si era dimenticato da vestirsi da mercante. Appena le si avvicinò, la fanciulla lo riconobbe e immediatamente si immerse nel lago. Il mago, furioso, per sfogare la sua riva, afferrò l’arcobaleno e lo fece a pezzi. I pezzi luminosi caddero nel lago e diedero alle acque i riflessi meravigliosi e i colori che tutti oggi possiamo ammirare. di C.F.Wolf Analisi del testo Analisi del testo Nella città di Carpi, in provincia di Modena, c'è un bellissimo castello, che sorge sul lato orientale di una grande e bellissima piazza. Sembra che la prima parte della costruzione risalga ai secoli X - XI. Alberto III Pio, Signore rinascimentale, riuscì a dare alle varie parti del castello un aspetto unico ed armonico, di cui noi, Carpigiani di oggi, andiamo fieri. Come in tutti i castelli che si rispettino, esiste anche un "fantasma", di cui adesso vi raccontiamo la storia. Il fantasma della Dama Bianca appare dentro le mura del Castello ogni volta che sta per morire un discendente della famiglia dei Pio, i Signori di Carpi. O, almeno, così si dice… Tra il XII ed il XIV secolo le mogli erano il vanto e l'ornamento del Signore ed ogni loro mancanza, vera o inventata che fosse, poteva costar loro la vita. Riguardo alla leggenda, non si sa con certezza se Bianca fosse il nome della donna in questione o solo un aggettivo riguardante il colore delle sue vesti. Giberto I, suo marito, era un rude e rozzo guerriero al servizio dei Visconti, i Signori di Milano. Il personaggio in questione aveva un brutto carattere. Una notte, la sventurata dama fu sorpresa nel sonno da due sconosciuti, probabilmente a servizio di Giberto (si crede sia stato lui a tramare tutto questo) e fu trascinata per i capelli verso una delle finestre del castello e da lì fu fatta precipitare nel vuoto. Pochi istanti dopo il suo corpo giaceva immobile e senza vita, coperto da candide stoffe di lino. Però lo spirito della castellana non era morto. Si dice che prima di schiantarsi al suolo abbia lanciato una maledizione contro i Pio: "Tre giorni prima di morire mi vedrete con un camice bianco ed un candeliere nella mano destra." A favore di questa profezia c'è un fatto spaventoso che accadde una notte del 1641, a Roma. Una donna apparve vestita di seta bianca, emettendo dei rumori non umani; i servi non riuscirono a nascondere questo fatto al padrone di casa, il cardinale Emanuele Pio, gravemente ammalato. Dopo tre giorni il cardinale morì. Un fatto del genere si era già verificato anche a Carpi. Si dice che l'anno in cui morì Alberto III Pio, lo spirito della Dama Bianca sia apparso nel convento e non nel castello. Quest'ultimo infatti era ormai disabitato, mentre nel monastero riposava, e lo fa tuttora, la beata Camilla Pio, cugina di Alberto III. La comprensione del testo Rispondi alle seguenti domande in modo completo 1. Quando si dice che appare la Dama Bianca? ………………………………………………………………………………………………………………………………… 2. Di chi era moglie la Dama Bianca? ……………………………………………………………………………………………………………………………….. 3. Che carattere aveva il marito della Dama Bianca? ………………………………………………………………………………………………………………………………. 4. Cosa accadde una notte? ………………………………………………………………………………………………………………………………. 5. Quale maledizione lanciò la Dama Bianca? ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6. Cosa accadde nel 1641? ……………………………………………………………………………………………………………………………… 7. L'anno in cui morì Alberto III dove apparve lo spirito della Dama Bianca? ……………………………………………………………………………………………………………………………… Tabella di sintesi sulla leggenda La leggenda narra, per via orale o attraverso lo scritto, di eventi storici o fatti realmente accaduti trasformati e arricchiti dalla fantasia popolare, i cui protagonisti sono eroi in grado di realizzare imprese straordinarie. Nella leggenda l’eroe è un uomo o un semidio dotato di virtù eccezionali e autore di imprese straordinarie; è colui che non ha paura di niente pur di affermare i propri ideali e dà prova, in ogni circostanza, di grande coraggio. Cerca di dare spiegazioni a eventi storici o fatti realmente accaduti trasformati e arricchiti dalla fantasia popolare. leggenda Racconta fatti ed eventi per via orale o scritta e cerca di fornire delle spiegazioni e dei modelli di I protagonisti sono eroi in grado di realizzare imprese straordinarie. La leggenda cerca quindi di dare delle spiegazioni sulle origini delle cose, oppure cerca di proporre dei modelli di vita:ecco perché alcune leggende narrano della vita dei santi. Verifica Nome …................................................ Cognome ….......................................... cl.3° Segna vero e falso • La leggenda è un racconto di tipo fantastico: • I protagonisti esseri irreali /fantastici: • La leggenda presenta elementi reali ma trasformati dalla fantasia V F • La leggenda cerca di spiegare qualche caratteristica dell'ambiente naturale e trovare delle risposte a dei perché: V F • Nella leggenda l'eroe è sempre un personaggio che appartiene al mondo delle fiabe: V F • Fin dall'inizio le leggende sono state scritte: V F • Ogni popolo ha le sue leggende: • Spesso le leggende, sia pure di popoli diversi, si somigliano: V F V F V F V F Completa la mappa CERCA DI DARE DELE SPIEGAZIONI A EVENTI ...........O ................REALMENTE ACCADUTI TRASFORMATI E ............................... ..................................................................................... LEGGENDA RACCONTA ............................... PER VIA ORALE O .................... E CERCA DI FORNIRE DELLE...... .............................................E DEI ............................................................... I PR O TA G O N ISTI SO N O .................................IN G RA D O D I R EA LIZZA R E ................................................. ..............................................................................................