18 Mercoledì 13 Gennaio 2016 MF NON PERFORMING LOAN SUI LIBRI DELLE PRIME 9 BANCHE . OLTRE L’80% VERSO IMPRESE IN EDICOLA Crediti deteriorati per oltre 138 mld A Le tabelle in pagina riportano la nuova classificazione dei crediti dubbi adottata anche dalle banche italiane a partire dal primo trimestre 2015 a seguito dell’applicazione della nuova nozione di attività deteriorate adottata dalla Banca Italia. Un anno fa, il 9 gennaio 2015, la Commissione Ue ha infatti omologato gli Implementing Technical Standard pubblicati dall’Eba nel 2013 in materia di esposizioni oggetto di concessioni (crediti «forborne»), con l’obiettivo di pervenire a una classificazione omogenea a livello IN EDICOLA ATTIVITÀ DETERIORATE DEI PRINCIPALI GRUPPI BANCARI ITALIANI QUOTATI di Stefania Peveraro lla fine dello scorso settembre sui bilanci dei primi nove gruppi bancari italiani c’erano crediti deteriorati, già al netto delle rettifiche di valore, per oltre 138 miliardi di euro, una cifra che rappresentava cioè l’11,29% del valore totale dei crediti netti alla clientela (dai 136,4 miliardi di fine 2014, pari all’11,2% del totale dei crediti). Di questi, una quota del valore di 60,6 miliardi (4,95% del totale dei crediti) era rappresentato da sofferenze, in aumento anch’esse dai 58,4 miliardi (4,8%) di fine 2014. Il calcolo, condotto da MF NPL sui rendiconti dei nove mesi dei vari gruppi bancari quotati, porta a immaginare che il totale dei crediti deteriorati netti nei confronti di imprese non finanziarie sui libri dei medesimi gruppi alla fine dello scorso settembre sia nell’intorno dei 110 miliardi di euro ossia l’80% del totale dei crediti deteriorati netti a quella data. Nel 2014, infatti i crediti deteriorati alle imprese non finanziarie hanno rappresentato una quota attorno all’80% del totale dei crediti deteriorati, sebbene il totale dei crediti netti alle imprese abbia rappresentato soltanto circa il 47% del totale dei crediti alla clientela. Peraltro non si tratta di una novità. Più volte MF NPL ha indicato che sul totale degli Npl sui bilanci delle banche, la parte del leone la fanno proprio le sofferenze verso aziende corporate: PwC nel suo ultimo report aggiornato allo scorso fine marzo che l’82% degli Npl in portafoglio ai primi 20 gruppi bancari italiani era nei confronti di aziende corporate, che il 16% riguardava i retail e il 2% altri tipi di debitori. L’ANNUARIO DELL’INVESTITORE 2016 Dati al netto delle rettifiche di valore - In milioni di euro Totale crediti alla clientela Sofferenze Sofferenze in % sul totale crediti Mps 112.513 9.473 8,42% 12.139 10,79% 2.779 24.391 21,68% Veneto Banca 24.730 1.608 6,50% 2.436 9,85% 661 4.705 19,03% Banco Popolare 78.930 6.422 8,14% 7.485 9,48% 338 14.245 18,05% B. Popolare Emilia Romagna 43.450 2.966 6,83% 3.302 7,60% 323 6.591 15,17% Ubi Banca 83.834 4.244 5,06% 5.241 6,25% 387 9.872 11,78% Banca Popolare di Milano 33.402 1.512 4,53% 2.051 6,14% 152 3.715 11,12% Intesa Sanpaolo 345.140 14.484 4,20% 18.559 5,38% 1.133 34.176 9,90% Unicredit 479.122 19.525 4,08% 17.694 3,69% 2.364 39.583 8,26% Credem 21.889 360 1,64% 367 1,68% 81 808 3,69% TOTALE 1.223.010 60.594 4,95% 69.274 5,66% 8.218 138.086 11,29% Al 31 dicembre 2014 Totale crediti alla clientela Sofferenze Sofferenze in % sul totale crediti Mps 119.676 8.445 7,06% 11.644 9,73% 3.053 23.142 19,34% Banco Popolare 79.824 6.000 7,52% 7.906 9,90% 344 14.250 17,85% Veneto Banca 25.125 1.488 5,92% 1.874 7,46% 791 4.153 16,53% B. Popolare Emilia Romagna 43.920 2.819 6,42% 3.515 8,00% 192 6.526 14,86% Banca Popolare di Milano 32.079 1.344 4,19% 2.117 6,60% 136 3.597 11,21% Ubi Banca 85.644 4.025 4,70% 4.954 5,78% 529 9.508 11,10% Intesa Sanpaolo 339.002 14.218 4,19% 17.845 5,26% 1.253 33.316 9,83% Unicredit 470.569 19.701 4,19% 18.588 3,95% 2.803 41.092 8,73% Credem 21.508 334 1,55% 363 1,69% 100 797 3,71% TOTALE 1.217.347 58.374 4,80% 68.806 5,65% 9.201 136.381 11,20% Al 30 settembre 2015 Inadempienze Inadempienze probabili % su tot. crediti Inadempienze Inadempienze probabili % su tot. crediti Crediti scaduti Crediti scaduti Totale attività Crediti deteriorati deteriorate in % su totale crediti Totale attività Crediti deteriorati deteriorate in % su totale crediti Fonte: elaborazioni di MF-Milano Finanza su bilanci consolidati 2014 e resoconti intermedi consolidati a settembre 2015 GRAFICA MF-MILANO FINANZA I CREDITI VERSO LE IMPRESE NON FINANZIARIE Dati in milioni di euro al netto delle rettifiche di valore - Al 31/12/2014 Totale crediti alla clientela Banco Popolare B. Pop. Emilia Romagna Intesa Sanpaolo Mps Banca Popolare di Milano Unicredit Ubi Banca Veneto Banca Credem TOTALE 79.824 43.920 339.002 119.676 32.079 470.569 85.644 25.125 21.508 1.217.347 Totale Crediti a imprese Totale crediti Totale crediti Crediti deteriorati crediti in % su deteriorati deteriorati a imprese in % su alle imprese crediti totali alla clientela alle imprese crediti deteriorati totali 36.525 22.653 157.838 48.185 14.013 228.006 42.323 11.282 11.066 571.891 45,76% 51,58% 46,56% 40,26% 43,68% 48,45% 49,42% 44,90% 51,45% 46,98% 14.250 6.526 33.316 23.142 3.597 41.092 9.508 3.713 797 135.788 12.331 5.647 28.061 19.431 2.937 30.806 7.048 2.827 422 109.407 86,53% 86,53% 84,23% 83,96% 81,65% 74,97% 74,13% 76,14% 52,95% 80,57% Fonte: elaborazioni MF-Milano Finanza su dati di bilancio consolidati 2014 GRAFICA MF-MILANO FINANZA europeo, ai fini della vigilanza regolamentare. La Banca d’Italia il 20 gennaio 2015 ha così pubblicato una serie di aggiornamenti alle circolari relative alle segnalazioni statistiche, di vigilanza e alla matrice dei conti, finalizzati ad allineare le definizioni di attività deteriorate alle nuove definizioni di credito nonperforming (Non-performing exposure o Npe) e appunto di credito oggetto di concessioni (forbearance), che non forma una categoria di crediti non-performing a sé stante, ma rappresenta una qualificazione del credito, sia in bonis sia deteriorato. Le precedenti quattro categorie di esposizioni deteriorate (sofferenze, incagli, scadute/sconfinanti e ristrutturati) sono state inoltre sostituite dalle nuove tre categorie (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute deteriorate), la cui somma corrisponde all’aggregato Npe. Visti i dati, il problema torna a botta su come far sì che le banche si liberino di questa mole di sofferenze da un lato ed evitino, dall’altro, che le inadempienze probabili si trasformino in sofferenze. I credit verso le imprese, infatti, sono molto più complicati da valutare e recuperare rispetto a quelli immobiliari (dotati di garanzie reali che non siano capannoni industriali, che a oggi valgono pochissimo o niente) o rispetto a quelli verso privati (i crediti al consumo sui bilanci vengono svalutati per la gran parte del valore nei primi 90 giorni dalla scadenza). D’altra parte, se un fondo specializzato in crediti distressed compra decine di migliaia di crediti verso aziende, difficilmente li può trattare con un approccio da turnaround industriale, perché è troppo dispendioso in termini di tempo da dedicare a ciascuna posizione, con la conseguenza quindi che le aziende debitrici vengono semplicemente dichiarate fallite e gli asset vengono venduti per rimborsare i creditori, con il fondo in prima linea, che immagina evidentemente di incassare da ogni singolo credito più di quanto speso comprando l’intero portafoglio. Ma nel caso in cui l’azienda non fosse proprio decotta e il problema non fosse quindi il business,, ma il debito, sarebbe certo più vantaggiosa per tutti un’alternativa che portasse nuovi investitori a mettere denaro fresco in azienda, con la banca che convertisse il credito in strumenti finanziari (magari di un veicolo che acquistasse più crediti). Da tempo sul tavolo del governo si sta ragionando su un modo per stimolare il mercato ad andare in questa direzione. Sinora però gli sforzi si sono concentrati tutti sulla possibile costituzione di una bad bank di sistema, senza tenere in considerazione le differenze significative che esistono tra i vari tipi di Npl. (riproduzione riservata)