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Mercoledì 13 Gennaio 2016
MF NON PERFORMING LOAN
SUI LIBRI DELLE PRIME 9 BANCHE . OLTRE L’80% VERSO IMPRESE
IN EDICOLA
Crediti deteriorati
per oltre 138 mld
A
Le tabelle in pagina riportano la nuova classificazione dei crediti dubbi adottata
anche dalle banche italiane
a partire dal primo trimestre
2015 a seguito dell’applicazione della nuova nozione
di attività deteriorate adottata dalla Banca Italia. Un
anno fa, il 9 gennaio 2015,
la Commissione Ue ha infatti omologato gli Implementing Technical Standard
pubblicati dall’Eba nel 2013
in materia di esposizioni oggetto di concessioni (crediti
«forborne»), con l’obiettivo
di pervenire a una classificazione omogenea a livello
IN EDICOLA
ATTIVITÀ DETERIORATE DEI PRINCIPALI GRUPPI BANCARI ITALIANI QUOTATI
di Stefania Peveraro
lla fine dello scorso
settembre sui bilanci
dei primi nove gruppi
bancari italiani c’erano
crediti deteriorati, già al netto
delle rettifiche di valore, per
oltre 138 miliardi di euro, una
cifra che rappresentava cioè
l’11,29% del valore totale dei
crediti netti alla clientela (dai
136,4 miliardi di fine 2014,
pari all’11,2% del totale dei
crediti). Di questi, una quota del valore di 60,6 miliardi
(4,95% del totale dei crediti)
era rappresentato da sofferenze, in aumento anch’esse
dai 58,4 miliardi (4,8%) di
fine 2014.
Il calcolo, condotto da MF
NPL sui rendiconti dei nove
mesi dei vari gruppi bancari
quotati, porta a immaginare
che il totale dei crediti deteriorati netti nei confronti di
imprese non finanziarie sui
libri dei medesimi gruppi alla fine dello scorso settembre
sia nell’intorno dei 110 miliardi di euro ossia l’80% del
totale dei crediti deteriorati
netti a quella data. Nel 2014,
infatti i crediti deteriorati alle
imprese non finanziarie hanno rappresentato una quota
attorno all’80% del totale dei
crediti deteriorati, sebbene
il totale dei crediti netti alle
imprese abbia rappresentato
soltanto circa il 47% del totale dei crediti alla clientela.
Peraltro non si tratta di una
novità. Più volte MF NPL ha
indicato che sul totale degli
Npl sui bilanci delle banche,
la parte del leone la fanno
proprio le sofferenze verso
aziende corporate: PwC nel
suo ultimo report aggiornato
allo scorso fine marzo che
l’82% degli Npl in portafoglio ai primi 20 gruppi bancari italiani era nei confronti
di aziende corporate, che il
16% riguardava i retail e il
2% altri tipi di debitori.
L’ANNUARIO
DELL’INVESTITORE
2016
Dati al netto delle rettifiche di valore - In milioni di euro
Totale crediti
alla clientela
Sofferenze
Sofferenze in %
sul totale crediti
Mps
112.513
9.473
8,42%
12.139
10,79%
2.779
24.391
21,68%
Veneto Banca
24.730
1.608
6,50%
2.436
9,85%
661
4.705
19,03%
Banco Popolare
78.930
6.422
8,14%
7.485
9,48%
338
14.245
18,05%
B. Popolare Emilia Romagna
43.450
2.966
6,83%
3.302
7,60%
323
6.591
15,17%
Ubi Banca
83.834
4.244
5,06%
5.241
6,25%
387
9.872
11,78%
Banca Popolare di Milano
33.402
1.512
4,53%
2.051
6,14%
152
3.715
11,12%
Intesa Sanpaolo
345.140
14.484
4,20%
18.559
5,38%
1.133
34.176
9,90%
Unicredit
479.122
19.525
4,08%
17.694
3,69%
2.364
39.583
8,26%
Credem
21.889
360
1,64%
367
1,68%
81
808
3,69%
TOTALE
1.223.010
60.594
4,95%
69.274
5,66%
8.218
138.086
11,29%
Al 31 dicembre 2014
Totale crediti
alla clientela
Sofferenze
Sofferenze in %
sul totale crediti
Mps
119.676
8.445
7,06%
11.644
9,73%
3.053
23.142
19,34%
Banco Popolare
79.824
6.000
7,52%
7.906
9,90%
344
14.250
17,85%
Veneto Banca
25.125
1.488
5,92%
1.874
7,46%
791
4.153
16,53%
B. Popolare Emilia Romagna
43.920
2.819
6,42%
3.515
8,00%
192
6.526
14,86%
Banca Popolare di Milano
32.079
1.344
4,19%
2.117
6,60%
136
3.597
11,21%
Ubi Banca
85.644
4.025
4,70%
4.954
5,78%
529
9.508
11,10%
Intesa Sanpaolo
339.002
14.218
4,19%
17.845
5,26%
1.253
33.316
9,83%
Unicredit
470.569
19.701
4,19%
18.588
3,95%
2.803
41.092
8,73%
Credem
21.508
334
1,55%
363
1,69%
100
797
3,71%
TOTALE
1.217.347
58.374
4,80%
68.806
5,65%
9.201
136.381
11,20%
Al 30 settembre 2015
Inadempienze Inadempienze
probabili % su tot. crediti
Inadempienze Inadempienze
probabili % su tot. crediti
Crediti
scaduti
Crediti
scaduti
Totale attività Crediti deteriorati
deteriorate in % su totale crediti
Totale attività Crediti deteriorati
deteriorate in % su totale crediti
Fonte: elaborazioni di MF-Milano Finanza su bilanci consolidati 2014 e resoconti intermedi consolidati a settembre 2015
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
I CREDITI VERSO LE IMPRESE NON FINANZIARIE
Dati in milioni di euro al netto delle rettifiche di valore - Al 31/12/2014
Totale
crediti
alla clientela
Banco Popolare
B. Pop. Emilia Romagna
Intesa Sanpaolo
Mps
Banca Popolare di Milano
Unicredit
Ubi Banca
Veneto Banca
Credem
TOTALE
79.824
43.920
339.002
119.676
32.079
470.569
85.644
25.125
21.508
1.217.347
Totale
Crediti a imprese Totale crediti Totale crediti
Crediti deteriorati
crediti
in % su
deteriorati
deteriorati
a imprese in % su
alle imprese
crediti totali
alla clientela alle imprese crediti deteriorati totali
36.525
22.653
157.838
48.185
14.013
228.006
42.323
11.282
11.066
571.891
45,76%
51,58%
46,56%
40,26%
43,68%
48,45%
49,42%
44,90%
51,45%
46,98%
14.250
6.526
33.316
23.142
3.597
41.092
9.508
3.713
797
135.788
12.331
5.647
28.061
19.431
2.937
30.806
7.048
2.827
422
109.407
86,53%
86,53%
84,23%
83,96%
81,65%
74,97%
74,13%
76,14%
52,95%
80,57%
Fonte: elaborazioni MF-Milano Finanza su dati di bilancio consolidati 2014
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
europeo, ai fini della vigilanza regolamentare. La Banca
d’Italia il 20 gennaio 2015 ha
così pubblicato una serie di
aggiornamenti alle circolari relative alle segnalazioni
statistiche, di vigilanza e alla
matrice dei conti, finalizzati
ad allineare le definizioni di
attività deteriorate alle nuove definizioni di credito nonperforming (Non-performing
exposure o Npe) e appunto
di credito oggetto di concessioni (forbearance), che non
forma una categoria di crediti
non-performing a sé stante,
ma rappresenta una qualificazione del credito, sia in bonis
sia deteriorato. Le precedenti
quattro categorie di esposizioni deteriorate (sofferenze,
incagli, scadute/sconfinanti e
ristrutturati) sono state inoltre sostituite dalle nuove tre
categorie (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute deteriorate),
la cui somma corrisponde
all’aggregato Npe.
Visti i dati, il problema torna a botta su come far sì che
le banche si liberino di questa
mole di sofferenze da un lato ed evitino, dall’altro, che
le inadempienze probabili si
trasformino in sofferenze. I
credit verso le imprese, infatti, sono molto più complicati da valutare e recuperare
rispetto a quelli immobiliari
(dotati di garanzie reali che
non siano capannoni industriali, che a oggi valgono
pochissimo o niente) o rispetto a quelli verso privati (i
crediti al consumo sui bilanci
vengono svalutati per la gran
parte del valore nei primi 90
giorni dalla scadenza).
D’altra parte, se un fondo
specializzato in crediti distressed compra decine di
migliaia di crediti verso
aziende, difficilmente li può
trattare con un approccio da
turnaround industriale, perché è troppo dispendioso in
termini di tempo da dedicare
a ciascuna posizione, con la
conseguenza quindi che le
aziende debitrici vengono
semplicemente dichiarate
fallite e gli asset vengono
venduti per rimborsare i creditori, con il fondo in prima
linea, che immagina evidentemente di incassare da ogni
singolo credito più di quanto speso comprando l’intero
portafoglio.
Ma nel caso in cui l’azienda
non fosse proprio decotta e il
problema non fosse quindi il
business,, ma il debito, sarebbe certo più vantaggiosa per
tutti un’alternativa che portasse nuovi investitori a mettere denaro fresco in azienda,
con la banca che convertisse
il credito in strumenti finanziari (magari di un veicolo
che acquistasse più crediti).
Da tempo sul tavolo del governo si sta ragionando su un
modo per stimolare il mercato ad andare in questa direzione. Sinora però gli sforzi
si sono concentrati tutti sulla
possibile costituzione di una
bad bank di sistema, senza
tenere in considerazione le
differenze significative che
esistono tra i vari tipi di Npl.
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Crediti deteriorati per oltre 138 mld