Il Rapporto di AutoValutazione
A cura della dott.ssa Maria Filomena Casale
1
Analisi dei Processi : Pratiche
educative e didattiche
Tivoli 17 marzo 2015
A cosa serve fare autovalutazione?
… a ottenere informazioni valide sulle condizioni, le funzioni, gli
scopi e la produttività di una scuola
realizzare un processo di miglioramento nella scuola
… a revisionare specifici aspetti organizzativi o curricolari della
scuola;
a rendere trasparente tutti i processi scolastici
a realizzare una maggiore partecipazione dei membri
dell’organizzazione perché coinvolge i partecipanti in un
processo collegiale
OBIETTIVO PRIORITARIO : MIGLIORARE GLI APPRENDIMENTI DEGLI
STUDENTI
… IL R A V …
Il RAV può essere visto come un prodotto,
in quanto documento rispondente ad un
adempimento istituzionale e non solo …..
con il RAV la scuola conosce se stessa, si
migliora e rende conto di se alla società.
Ma sicuramente il RAV è il risultato di un
processo nel quale è coinvolta la scuola
e,nello specifico,il gruppo che elabora il
RAV,che interpreta i dati e stila un
documento in cui la scuola si riconosca
SCHEMA DI RIFERIMENTO
Roma 5 febbraio 2015
5
IL FORMAT DEL RAV: 4 parti
Descrittiva
Valutativa
• Descrizione del
contesto e delle
risorse
• Valutazione
degli Esiti e dei
Processi
Metodologicoriflessiva
• Descrizione e
valutazione del
percorso di
autovalutazione
Punti di forza
Punti di debolezza
Proattiva
• Individuazione
delle priorità e
degli obiettivi di
processo
Strategie dall’analisi SWOT
SEZIONE
Popolazione
scolastica
Risorse
economiche
e materiali
DESCRITTIVA
Territorio e
capitale
sociale
Risorse
profession
ali
Contesto e risorse
Lettura di indicatori
Domande guida per
orientare la riflessione
Descrizione di opportunità
e vincoli
Opportunità vincoli
7
SEZIONE VALUTATIVA
Espressione del giudizio nelle aree degli Esiti e dei Processi
Esiti
• Risultati scolastici
• Risultati nelle prove standardizzate
• Competenze chiave e di cittadinanza
• Risultati a distanza
Punti di forza
Punti di debolezza
Processi: pratiche
educative e
didattiche
• Curricolo, progettazione, valutazione
• Ambiente di apprendimento
• Inclusione e differenziazione
• Continuità e orientamento
Processi: pratiche
gestionali e
organizzative
• Orientamento strategico e organizzazione della scuola
• Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane
• Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
Per ciascuna delle tre aree
(Contesto, Esiti e Processi) il format del RAV:
Fornisce una definizione dell’area al fine di esplicitarne più
Compiutamente il contenuto;
Individua un certo numero di indicatori idonei rappresentare le
caratteristiche di quantità dell’area; la mappa sintetica degli
Indicatori è arricchita anche da descrittori che ne facilitano
ancora di più la comprensione e ne specificano il contenuto;
Riserva uno spazio per l’inserimento di indicatori a cura della
scuola, in modo che questa possa meglio rappresentare la
propria peculiare situazione; in qualche caso la scelta degli
indicatori è completamente rimessa alla scuola;
Propone domande guida, a cui non dovrà essere data una
specifica risposta, con lo scopo di stimolare la riflessione sui dati;
Richiede di individuare opportunità e vincoli (solo per l’area
Contesto)
Richiede di definire punti di forza e punti di debolezza (per
Esiti e Processi
Definisce un criterio complessivo di qualità, come dimensione
rilevante a cui riferirsi nella formulazione del giudizio finale relativo
alle varie aree di intervento;
Richiede di esprimere un giudizio autovalutativo complessivo
per le aree concernenti Esiti e Processi, utilizzando una scala
di possibili situazioni che va da 1 a 7, e di motivare tale giudizi;
La MATRICE SWOT
La metodologia dell’analisi SWOT costituisce uno
strumento utile ed efficace per l’individuazione dei
fattori critici di successo del processo analizzato
I punti di forza e i punti di debolezza sono considerati in
relazione alle opportunità e alle minacce.
Questo consente di enucleare le possibili strategie
di intervento
da sviluppare per far leva sulle opportunità
da attuare per contenere l’impatto dei
fattori di rischio
Diagramma di rappresentazione
AREA
ASPETTO DA VALUTARE
Punti di forza
Punti di debolezza
Opportunità
Vincoli
Fattori critici di successo
Cosa fare nel RAV di ogni AREA
Lettura e analisi degli indicatori
Gli indicatori consentono alla scuola di confrontare la propria
situazione con valori di riferimento esterni.
Riflessione attraverso le domande guida
Le domane guida sono uno stimolo per riflettere su quanto
realizzato in ogni area, focalizzandosi sui risultati
Cosa fare? Nel RAV per ogni Area:
Individuazione di punti di forza e di debolezza
Sono presenti campi aperti in cui la scuola descrive i punti di
forza e di debolezza per ogni area
Espressione del giudizio con la Rubrica di valutazione
Per ogni area la scuola esprime un giudizio complessivo su una
scala da 1 a 7
Circa le competenze chiave e di cittadinanza il
format del RAV non presenta specifici indicatori
Come è noto, la Raccomandazione del 18 dicembre 2006 del
Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea
inserisce tra le competenze chiave sia quelle riguardanti le
acquisizioni nelle aree fondamentali
(madrelingua, lingue straniere, matematica, scienza e tecnologia, competenze
digitali).
sia quelle concernenti la capacità di costruire autonomamente un
Percorso di vita e di lavoro
(imparare ad imparare, spirito di iniziativa e di imprenditorialità).
sia quelle più strettamente collegate alla cittadinanza attiva e
consapevole
(competenze sociali e civiche, consapevolezza ed espressione culturale)
Ad esempio, gli elementi di conoscenza riguardanti quest’area
possono essere ricavati dalle procedure adottate per la
certificazione delle competenze, dagli elementi considerati per
la valutazione del comportamento, dall’osservazione della
qualità di alcuni processi all’interno di ciascuna scuola.
(quali, ad esempio, la partecipazione attiva degli studenti alla vita scolastica,
il livello di collaborazione, il grado di autonomia e il senso di responsabilità degli
studenti)
Competenze chiave di cittadinanza
Definizione dell'area –
Si parla di competenze chiave per indicare un insieme di competenze, anche di
natura trasversale, ritenute fondamentali per una piena cittadinanza. Tra
queste rientrano ad esempio le competenze sociali e civiche (rispetto delle
regole, capacità di creare rapporti positivi con gli altri, costruzione del senso
di legalità, sviluppo dell’etica della responsabilità e di valori in linea con i
principi costituzionali) e le competenze personali legate alla capacità di
orientarsi e di agire efficacemente nelle diverse situazioni. Appare inoltre
importante considerare la capacità degli studenti di autoregolarsi nella
gestione dei compiti scolastici e dello studio.
COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA
PUNTI DI FORZA
ESEMPIO:
o
o
La scuola ha una consolidata e sistematica pratica di progetti di
volontariato con una forte ricaduta nel sociale.
La valutazione ed il monitoraggio dei processi prendono esplicitamente
in considerazione le competenze di cittadinanza
PUNTI DI DEBOLEZZA
ESEMPIO:
o
SCARSA O MANCATA COLLABORAZIONE SISTEMATICA CON LE
ALTRE AGENZIE FORMATIVE DEL TERRITORIO
o
La valutazione ed il monitoraggio dei progetti sono ancora focalizzati
principalmente sulle conoscenze e sulle abilità
3 A) Processi – Pratiche educative e didattiche
3.1 Curricolo, progettazione e valutazione
L’area è articolata al suo interno in tre sottoaree:
Curricolo e offerta formativa – definizione e articolazione del curricolo di istituto e delle
attività di ampliamento dell’offerta formativa
Progettazione didattica – modalità di progettazione
Valutazione degli studenti – modalità di valutazione e utilizzo dei risultati della
valutazione
Curricolo e offerta formativa
Punti di forza
ESEMPIO (in relazione
all’indicatore:
Condivisione del curricolo)
La scuola pratica una
forma di progettazione
bottom-up, che assicura la
rappresentanza di tutte le
istanze.
Punti di debolezza
ESEMPIO: (in relazione
all’indicatore: Condivisione del
curricolo con il territorio)
La progettazione del curricolo
appare ‘scollata’ dalle istanze e dai
bisogni del territorio perché NON
SEMPRE RISPONDE ALLE REALI
ESIGENZE DELLE PARTI
INTERESSATE
Piano di Formazione Nazionale
Progettazione didattica
Indicatori
3.1.c
INVALSI - Questionari
insegnanti
Progettazione didattica
Livello di condivisione della
progettazione (descrittore:
percentuale delle ore di riunione
di dipartimento/altra
articolazione organizzativa
dedicate alla progettazione sul
totale delle attività collegiali)
COMETA
Domande guida e individuazione dei punti di forza e di debolezza
•Nella scuola vi sono strutture di riferimento (es. dipartimenti) per la
progettazione didattica?
•I docenti effettuano una programmazione periodica comune per ambiti
disciplinari e/o classi parallele? Per quali discipline? Per quali
ordini/indirizzi di scuola?
•In che modo avviene l’analisi delle scelte adottate e la revisione della
progettazione?
Progettazione didattica
Punti di forza
ESEMPIO (in relazione
all’indicatore: Livello di
condivisione della
progettazione)
La scuola destina la maggior
parte delle ore di attività dei
dipartimenti/AMBITI alla
progettazione didattica
Punti di debolezza
ESEMPIO (in relazione
all’indicatore: Progettazione
didattica)
LA SCUOLA PROGETTA PER
CONOSCENZA E ABILITA’ E
NON PER COMPETENZE
Nella progettazione non sono
presenti strumenti specifici per
gli studenti di madrelingua non
italiana.
Valutazione degli studenti
Indicatori
3.1.d
Presenza di prove strutturate per INVALSI - Questionario
classi parallele
scuola
Progettazione condivisa delle
valutazione
(descrittore: percentuale di ore
dedicate all’analisi delle prove sul
totale delle ore di attività
COMETA
collegiali)
Domande guida e individuazione dei punti di forza e di debolezza
•Quali aspetti del curricolo sono valutati?
•Gli insegnanti utilizzano criteri comuni di valutazione per i diversi ambiti/discipline?
In quali discipline, indirizzi o ordini di scuola è più frequente l’uso di criteri comuni di
valutazione e in quali invece vengono meno utilizzati?
•La scuola utilizza prove strutturate per classi parallele costruite dagli insegnanti? Per
quali discipline? Per quali classi? Sono adottati criteri comuni per la correzione delle
prove?
•Nella scuola vengono utilizzati strumenti quali prove di valutazione autentiche o
rubriche di valutazione? Quanto è diffuso il loro utilizzo?
•La scuola progetta e realizza interventi didattici specifici a seguito della valutazione
degli studenti?
Valutazione degli studenti
Punti di forza
ESEMPIO (in relazione
all’indicatore: Progettazione
condivisa della valutazione)
La scuola ha una visione sistemica
della valutazione, utilizzando una
congrua parte del tempo dedicato
alle attività collegiali per l’analisi
dei risultati
Punti di debolezza
ESEMPIO (in relazione
all’indicatore: Progettazione
condivisa della valutazione)
La scuola progetta strumenti di
valutazione comuni, ma non
effettua un’analisi sistematica e
condivisa dei risultati
3.2 Ambiente di apprendimento
Definizione dell'area - Capacità della scuola di creare un ambiente di
apprendimento per lo sviluppo delle competenze degli studenti. La cura
dell'ambiente di apprendimento riguarda sia la dimensione materiale e
organizzativa (gestione degli spazi, delle attrezzature, degli orari e dei tempi), sia la
dimensione didattica (diffusione di metodologie didattiche innovative), sia infine la
dimensione relazionale (attenzione allo sviluppo di un clima di apprendimento
positivo e trasmissione di regole di comportamento condivise).
Dimensione organizzativa - flessibilità nell'utilizzo di spazi e tempi in funzione
della didattica (laboratori, orario scolastico, ecc.)
Dimensione metodologica - promozione e sostegno all’utilizzo di metodologie
didattiche innovative (gruppi di livello, classi aperte, ecc.)
Dimensione relazionale - definizione e rispetto di regole di comportamento a
scuola e in classe, gestione dei conflitti con gli studenti
Domande guida e individuazione dei punti di forza e di debolezza
• In che modo la scuola cura gli spazi laboratoriali (individuazione di figure di
coordinamento, aggiornamento dei materiali, ecc.)? Gli studenti hanno pari opportunità di
fruire degli spazi laboratoriali (ci sono sedi, indirizzi o sezioni che vi accedono in misura
minore)?
• In che modo la scuola cura la presenza di supporti didattici nelle classi (biblioteca di
classe, computer, materiali per le attività scientifiche, materiali per le attività espressive,
ecc.)?
• In che modo la scuola cura la gestione del tempo come risorsa per l'apprendimento?
L'articolazione dell'orario scolastico è adeguata alle esigenze di apprendimento degli
studenti? La durata delle lezioni risponde alle esigenze di apprendimento degli studenti?
Domande guida e individuazione dei punti di forza e di debolezza
•La scuola promuove l’utilizzo di modalità didattiche innovative?
•La scuola promuove la collaborazione tra docenti per la realizzazione di modalità
didattiche innovative?
Dimensione metodologica
Punti di forza
Punti di debolezza
ESEMPIO (in relazione
ESEMPIO (in relazione
all’indicatore :
all’indicatore :
Esistenza di un
Esistenza di un
catalogo/inventario (anche
digitale) dei materiali di
catalogo/inventario (anche
documentazione e delle pratiche digitale) dei materiali di
didattiche in uso e dei loro
documentazione e delle pratiche
didattiche in uso e dei loro
prodotti)
oCostruzione e fruibilità nel
prodotti)
tempo di una memoria storica
delle esperienze e delle pratiche
didattiche più efficaci
Dimensione relazionale
Indicatori
INVALSI Questionario scuola
3.2.d
Episodi problematici
MIUR
INVALSI Questionari
insegnanti,
3.2.e
Clima scolastico
studenti e genitori
...
Risultati Customer
Satisfaction
COMETA
Domande guida e individuazione dei punti di forza e di debolezza
•In che modo la scuola promuove la condivisione di regole di comportamento tra gli studenti?
•In caso di comportamenti problematici da parte degli studenti quali azioni promuove la scuola? Queste azioni
sono efficaci?
•La scuola adotta strategie specifiche per la promozione delle competenze sociali (es. assegnazione di ruoli e
responsabilità, attività di cura di spazi comuni, sviluppo del senso di legalità e di un’etica della responsabilità,
collaborazione e lo spirito di gruppo, ecc.)? Queste attività coinvolgono gli studenti di tutte le sezioni, ordini di
scuola, plessi o indirizzi di scuola?
Dimensione relazionale
Punti di forza
ESEMPIO (in relazione
all’indicatore: Risultati Customer
Satisfaction):
oConoscenza approfondita e
allargata - anche al personale
ATA e ai partner territoriali e di
progetto – del clima relazionale e
della percezione esterna delle
attività della scuola
Punti di debolezza
ESEMPIO ( in relazione
all’indicatore: Risultati Customer
Satisfaction):
Assenza di feedback sistematico
sulla percezione esterna delle
attività della scuola
Inclusione e differenziazione
Definizione dell'area – Strategie adottate dalla scuola per la promozione
dei processi di inclusione e il rispetto delle diversità, adeguamento dei
processi di insegnamento e di apprendimento ai bisogni formativi di
ciascun allievo nel lavoro d’aula e nelle altre situazioni educative. L’area
è suddivisa in due sottoaree:
• Inclusione – modalità di inclusione degli studenti con disabilità, con
bisogni educativi speciali e degli studenti stranieri da poco in Italia.
Azioni di valorizzazione e gestione delle differenze.
• Recupero e Potenziamento – modalità di adeguamento dei processi di
insegnamento ai bisogni formativi di ciascun allievo
Piano di Formazione Nazionale
Inclusione
Punti di forza
ESEMPIO (in relazione
all’indicatore: Definizione di
procedure per inserire gli
allievi nei percorsi di
recupero):
oAlto livello di condivisione e
di sistematizzazione della
didattica inclusiva
Punti di debolezza
ESEMPIO (in relazione
all’indicatore: Definizione di
procedure per inserire gli
allievi nei percorsi di
recupero):
oSistematizzazione debole
della didattica inclusiva
AREA
Contesto :
ASPETTO DA VALUTARE
popolazione scolastica
Vincoli
Opportunità
L’omogeneità sociale
e territoriale
dell’utenza facilita
la progettazione e
la comunicazione
L’elevato numero di scuole
medie di provenienza,
con le inevitabili
differenze
nell'impostazione e nei
livelli di preparazione di
base, richiede grande
impegno nell'organizzare
il lavoro.
Gli studenti pendolari
incontrano qualche
difficoltà nelle attività
extrascolastiche
AREA
Esiti :
risultatiASPETTO
scolastici DA VALUTARE
Punti di forza
Punti di debolezza
I criteri di valutazione
adottati dalla scuola
debiti formativi negli
assicurano il successo
anni intermedi si
formativo degli
concentrano in
studenti.
determinate discipline
Analizzando la
e in alcune sezioni
distribuzione degli
studenti per fascia di
voto conseguito
all'Esame di Stato, una
parte consistente si
colloca nelle fasce più
alte.
AREAEsiti: Risultati nelle prove standardizzate
ASPETTO
DA VALUTARE
nazionali
Punti di forza
Buon
posizionamento
della scuola nelle
prove Invalsi di
Matematica, grazie
ad una
programmazione
dipartimentale
efficace
Punti di debolezza
Risultati negativi
nelle prove di
Italiano di una
classe, a causa di
un elevato
turnover e di ritardi
nelle nomine dei
docenti
AREA
Esiti:
Punti di forza
ASPETTO
DA VALUTARE
competenze chiave
di cittadinanza
Punti di debolezza
La scuola ha una
La valutazione ed il
consolidata e
monitoraggio dei
sistematica pratica di
progetti sono ancora
progetti di volontariato
focalizzati
con una forte ricaduta
principalmente sulle
nel sociale.
conoscenze e sulle
abilità
La valutazione ed il
monitoraggio dei
processi prendono in
considerazione le
competenze di
cittadinanza
AREA
ASPETTO DA VALUTARE
Processi : progettazione didattica
Punti di forza
Punti di debolezza
La scuola destina la
La valutazione per
maggior parte delle ore
competenze e
di attività dei dipartimenti
l’utilizzo di rubriche
alla progettazione
di valutazione
didattica
evidenzia delle
difficoltà in alcune
discipline
COMPRENSIONE DEL SENSO
DELL’AUTOVALUTAZIONE
L’autovalutazione – e, nello specifico, il RAV
non deve rientrare in una logica
puramente adempitiva.
Intraprendere un processo autovalutativo
per una realtà organizzativa significa
intraprendere una riflessione su se
stessi, sul proprio operato e sulle
modalità del proprio operare nonché sul
proprio agire.
La compilazione del RAV si può
far rientrare nei tipi della
progettazione a ritroso in cui è
importante operazionalizzare gli
scopi: “identificare i risultati
desiderati, determinare evidenze
e accettabilità, pianificare
esperienze” (Cfr. G.Wiggins e
J.McTighe).
Lavoro di gruppo o gruppo di
lavoro
Per elaborare un Rapporto di Autovalutazione occorre
implementare processi di condivisione
La compilazione del Rav è un’occasione di interlocuzione fra le
componenti scolastiche
Intento partecipativo e condiviso
“Ogni comunicazione ha bisogno di un contesto e
senza contesti non c’è significato”
(G. Bateson, 1984)
CONFRONTARSI
SULL’IDEA DI
SCUOLA
Mario Castoldi propone di avviare un processo di
consultazione tra le diverse componenti
scolastiche sulla loro idea di scuola con il fine di:
Riconoscere ed identificare quali sono gli aspetti
del “fare scuola” a cui esse danno valore
Valorizzare occasioni di confronto fra le diverse
componenti scolastiche
Agevolare opportunità di discussioni che
costituiscano occasione di consapevolezza e di
costruzione di un insieme di significati comune
FOCUS GROUP
Si possono realizzare uno o più focus
group con piccoli gruppi, ciascuno
composto da rappresentanti delle diverse
componenti scolastiche che si intende
coinvolgere (docenti, personale ATA,
genitori, studenti, rappresentanti Enti
locali e/o altri interlocutori esterni).
Quali sono i fattori di qualità di una
BUONA SCUOLA
I BENEFICI DEL CONFRONTO E DELLA CONDIVISIONE
La proposta rappresenta
un’occasione per
Confrontarsi sull’idea di qualità sottesa ai
comportamenti organizzativi, professionali
ed educativi;
Comprendere e riconoscere le ragioni di
determinate scelte definendo un quadro di
riferimento all’interno del quale collocare le
opzioni educative;
Intraprendere un percorso che costituisce
un processo di costruzione e sviluppo di
competenze autovalutative in una realtà
CONDIVIDERE PER COMUNICARE
La “condivisione della conoscenza” nelle
organizzazioni complesse è praticabile
solo se la comunicazione viene gestita
come risorsa
Le organizzazioni sperimentano ogni giorno diversi ostacoli
alla condivisione della conoscenza che si oppongono ai
continui sforzi organizzativi per identificare le fonti di
conoscenza e gestirne il flusso, al fine di integrarla
all'interno del processo decisionale e organizzativo.
Il miglioramento dell'efficienza nella condivisione della
conoscenza è un obiettivo altamente auspicabile per
qualunque realtà perché offre una promessa di
miglioramento del rendimento e delle performance generali
e un futuro in cui l'organizzazione dovrebbe funzionare
meglio proprio grazie alla condivisione di ciò che sa
attraverso le conoscenze dei collaboratori
Gli ostacoli alla condivisione della conoscenza
Tra gli ostacoli più comuni che si oppongono alla
condivisione della conoscenza e che ritroviamo spesso
all'interno delle nostre organizzazioni ricordiamo:
la cultura tipica dell'organizzazione
la mancanza della motivazione necessaria ad una
partecipazione attiva
la mancanza della semplicità di utilizzo della
tecnologia utilizzata
la mancanza di sistemi premianti
la mancanza di un sistema che regoli la condivisione
delle conoscenze
il poco tempo a disposizione per le attività
formative/informative
la mancanza di una comprensione approfondita del
contesto nel quale si opera
la scarsa propensione ad ascoltare gli altri
l'utilizzo di un linguaggio troppo infarcito di tecnicismi
che non vengono compresi da tutti
le differenze culturali nell'apprendimento
la paura che condividere con gli altri le proprie
conoscenze farà perdere "potere" a chi le ha messe in
comune
la resistenza legata a certe persone che non
collaborano e spingono gli altri a fare altrettanto
Gli ostacoli alla condivisione della conoscenza
Quante delle barriere che abbiamo
elencato sono presenti anche
all'interno delle vostre
organizzazioni e come avete
cercato di superarle?
AMPLIARE E DIFFONDERE
UN’ADEGUATA
CULTURA
ORGANIZZATIVA
ORGANIZZAZIONE EFFICACE
COMUNICAZIONE
CONDIVISIONE
BENESSERE
ORGANIZZATIVO
Piano di Formazione Nazionale
PROCESSI DI CREAZIONE, SCAMBIO E
CONDIVISIONE DELLA CONOSCENZA
NELLE ORGANIZZAZIONI COME
CONDIZIONE DI UNA POSSIBILE
“CREAZIONE DEL VALORE”
ATTRAVERSO L’INVESTIMENTO
FORMATIVO
Ritrovarsi insieme è un inizio,
Restare insieme è un progresso,
Ma riuscire a lavorare insieme è
un successo.
Henry Ford
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primo intervento dott. Casale