Autovalutazione, come e perché PiedimonteMatese, 22 aprile 2015 Il RAV Dobbiamo fare due cose egualmente importanti: conoscerne in modo approfondito la struttura dargli un’anima, cioè metterlo al servizio del nostro compito educativo, delle persone e della comunità scolastica Saper equilibrare tecnica ed attribuzione di senso, scienza e coscienza Dare “un’anima” al RAV: gli errori da evitare Considerarlo un adempimento burocratico (effetto stereotipia) Elaborarlo in vista della pubblicazione (effetto immagine) Affidarne la redazione esclusivamente ad un gruppo ristretto (effetto conclave) Ritenerlo un documento statico (effetto fotogramma) La valutazione ha come finalità il miglioramento… Criteri e strumenti comuni Valutazione interna RAV – anello di congiunzione Verifica esterna Miglioramento 4 …di qui le parole chiave per una autovalutazione “buona” Consapevolezza: per migliorare dobbiamo percepire la necessità del cambiamento Collegialità: per migliorare dobbiamo condividere l’analisi dello stato dell’arte e l’individuazione degli obiettivi Coraggio: per migliorare dobbiamo avere la forza di mettere in luce i nostri punti di debolezza ed affrontare l’incertezza Utilità: per migliorare dobbiamo riconoscere che la valutazione serve a noi, ai nostri alunni, al territorio, al Paese Autovalutazione e autonomia L’elaborazione del RAV: postula un’attività di ricerca e la tensione allo sviluppo ha alle spalle un approccio adhocratico, che guarda alla specificità del caso come “caso unico” e al tempo stesso è in grado di pensare l’intero nella sua complessità fa interagire al livello più alto dimensione cognitiva e dimensione etica richiede la negoziazione dei significati, che non sono “dati” ma creati e ristrutturati continuamente da una comunità veritativa attraverso lo scambio di interpretazioni, rappresentazioni, narrazioni rafforza l’identità comunitaria e il senso di appartenenza Il ruolo della riflessività indagine sui vincoli e sulle risorse del contesto indagine sulle pratiche adottate e sugli esiti raggiunti “L’organizzazione dipinge il proprio scenario, lo osserva con il binocolo e cerca di trovare un sentiero nel paesaggio” (K. Weick) La riflessività nelle professioni: il contributo di Donald A. Schön Modalità di comportamento nei contesti professionali Rigore si tende a seguire le procedure, perché le norme e i protocolli di comportamento sono considerati razionali, corretti, capaci di guidare la pratica Pertinenza si attivano processi in uno sforzo continuo di costruzione di senso, che implica la “riflessione nel corso dell’azione” e la “riflessione sul proprio conoscere nell’azione” Nell’organizzazione scuola agiscono professionisti riflessivi Pratica riflessiva La riflessione funziona come dispositivo insieme esplorativo e autoregolativo Riflessione nel corso dell’azione processo cognitivo che si produce nell’azione attuale Conversazione riflessiva con la situazione processo euristico mediato dalla riflessione sulla situazione e sul proprio modo di conoscere ed agire in essa Le ricadute della prospettiva Docente/dirigente che conosce e riflette in azione e sull’azione Agire formativo in una comunità di apprendimento e in apprendimento costruisce una nuova capacità di progettare non descrizione della situazione in cui opera elabora strategie per identificare soluzioni pertinenti ed efficaci fa emergere nuova conoscenza, “inventa” modalità di condotta e teorie del caso unico solo “entro” questo o quel modello di organizzazione ma anche riflessivamente “sui” modelli di organizzazione messa in atto di una complessa lettura della pratica, per ritornare sul piano dell’azione con una nuova consapevolezza Autovalutazione, riflessività e apprendimento organizzativo L’approccio di Argyris e Schön Single loop learning - apprendimento a circuito semplice, che modifica, davanti ad una situazione inattesa, solo le strategie di comportamento Double loop learning- apprendimento a circuito doppio, che si verifica quando il problema emergente richiede che l’indagine trasformi anche i valori e le norme organizzative Deutero-learning- si scopre e modifica il sistema di apprendimento che condiziona gli schemi prevalenti di indagine organizzativa I caratteri qualificanti dell’impianto Framework unitario (contesto, organizzativi, processi didattici) esiti, processi Strumenti comuni Mossa d’attacco affidata alle scuole Lavoro di indagine “percezioni” su dati e non solo su Criteri di qualità Standard descrittivi del livello di qualità (rubriche di valutazione) Tipologie dati disponibili DATI E INFORMAZIONIDI CONTESTO DATI DEGLI STRUMENTI DI PERCEZIONE QUESTIONARIO SCUOLA ESITI – DATI INVALSI ESITI DATI MIUR DATI INTEGRATI NEL “CRUSCOTTO” UNITARIO ACCESSIBILE DAL 30 APRILE CORREDATI DA INDICI DI COMPARAZIONE Come lavorare sui dati Il RAV è suddiviso in Sezioni, ciascuna delle quali suddivisa in aree; alcune delle aree sono articolate in sottoaree Di ciascuna area è fornita preliminarmente una definizione: se ne individuano cioè gli elementi fondamentali Per ogni area (e sottoarea) sono presenti indicatori, che suggeriscono che cosa va considerato per valutare quel determinato ambito Come sono organizzate le aree? Definizione dell’area: quali sono i “contenuti” Es. “Capacità della scuola di creare un ambiente di apprendimento per lo sviluppo delle competenze degli studenti. La cura dell'ambiente di apprendimento riguarda sia la dimensione materiale e organizzativa (gestione degli spazi, delle attrezzature, degli orari e dei tempi), sia la dimensione didattica (diffusione di metodologie didattiche innovative), sia infine la dimensione relazionale (attenzione allo sviluppo di un clima di apprendimento positivo e trasmissione di regole di comportamento condivise) “ Eventuale articolazione in sottoaree Es. Dimensione organizzativa, metodologica, relazionale Indicatori Per ogni area o sottoarea da uno a quattro Indicatori nazionali ed indicatori elaborati dalla scuola Come lavorare sui dati Indicatori e descrittori INDICATORI DESCRITTORI Indicano evidenze osservabili e confrontabili (nello spazio e nel tempo), relative a informazioni cruciali, selezionate per monitorare/valutare il grado di successo oppure l’adeguatezza delle attività implementate e, conseguentemente, per orientare i processi decisionali Misura (sotto forma di percentuale, di cifra, di livello o di evidenza sì/no) che risulta dalle evidenze raccolte Un esempio – Processi- Pratiche educative e didattiche Area 3.1 “Curricolo, progettazione e valutazione” Sottoarea “Curricolo e offerta formativa” Indicatori Descrittori 3.1.a Curricolo Fonte: Questionario scuola 3.1.b Politiche scolastiche di istituto Fonte: Questionari insegnanti Condivisione del curricolo Percentuale dei docenti coinvolta nella definizione del curricolo d’istituto Indicatore “Curricolo” In piattaforma si dovrebbero trovare: •il livello in cui si posiziona la scuola relativamente al grado di completezza ed adeguatezza del curricolo (basso, medio basso, medio alto, alto) •la percentuale di scuole collocate rispettivamente ai vari livelli Viene considerata come fattore di qualità la presenza di alcuni elementi quali un curricolo di scuola verticale, la definizione di uno specifico profilo di competenze in uscita, l’utilizzazione della quota oraria rimessa all’autonomia delle scuole, modelli comuni a tutta la scuola per la progettazione didattica, programmazione per classi parallele e/o dipartimenti disciplinari, programmazione in continuità verticale, la definizione di criteri di valutazione comuni. Ancora un esempio – Processi- Pratiche gestionali e organizzative Area 3.5 “Orientamento strategico e organizzazione” Sottoarea “Organizzazione delle risorse umane” Indicatori Descrittori 3.5.a Gestione funzioni strumentali Fonte: Questionario scuola 3.5.b Gestione Fondo di Istituto Fonte: Questionario scuola Fonte: Questionario scuola 3.5.c 3.5.d Processi decisionali Impatto assenze insegnanti sull’organizzazione Esistenza di criteri condivisi per attribuzione di incarichi e responsabilità Fonte: Questionario scuola, MIUR In piattaforma si dovrebbero trovare: Processi decisionali la frequenza (in percentuale) con cui i diversi organismi sono coinvolti nelle varie attività gli organismi o i soggetti principalmente coinvolti nelle attività per ogni processo i benchmark relativi alle altre scuole (in percentuale) Gestione Funzioni strumentali •la modalità di distribuzione delle risorse (“concentrata”, “diffusa” o “intermedia”) •la percentuale di scuole che usa ciascuna delle modalità Assenze insegnanti •percentuale giorni di assenza • livello di impatto • percentuale scuole ai vari livelli Come lavorare sui dati Dare un senso ai descrittori: non semplice “lettura” dei valori numerici, ma interpretazione e riflessione in rapporto al contesto contestualizzarli (confronti con medie nazionali e locali, ESCS o ordine di scuola simile, con altre classi, …) distinguere i tipi di dati (percentuali, evidenze “sì/no”, percezioni soggettive) pesarli rispetto alla loro significatività e delimitazione ascoltarli e farli parlare tra loro (triangolazione) Individuazione punti di forza e di debolezza: le domande guida In ogni area sono presenti delle domandeguida, che rappresentano uno stimolo ed una traccia per riflettere sui risultati raggiunti dalla scuola in quello specifico settore e per individuare punti di forza e punti di debolezza a partire dalla interpretazione dei dati. Le domande sono state formulate a partire dall’analisi dei Rapporti di valutazione elaborati dalle scuole che hanno partecipato al progetto VALES. Non ci sono risposte “corrette” né è necessario rispondere a tutte le “domande-guida Un esempio Area 3.1 “Curricolo, progettazione e valutazione” Sottoarea “Curricolo e offerta formativa” Punti di forza La scuola ha elaborato, a partire dalle Indicazioni ministeriali, un proprio curricolo, che risulta pienamente condiviso e utilizzato dai docenti come punto di riferimento costante per "accompagnare" gli allievi nel loro percorso. Punti di debolezza Le attività di ampliamento dell’offerta formativa sono numerose ma non sempre raccordate pienamente con il curricolo di Istituto perché talvolta progettate in base ad istanze delle famiglie o ad interessi dei docenti. Inoltre alcuni progetti non individuano in modo esplicito le abilità/competenze da raggiungere. In pratica … Domande guida per la riflessione collegiale a partire dai dati numerici Individuazione dei punti di forza e di debolezza da esprimere con il dono della sintesi (max 1500 caratteri) Mark Twain: "Forgive me, thisis a long letter. I wouldhavewrittenyou a short letter, but I didn't have the time” Una “Rubrica” per valutare Quattro descrittori dei “livelli” Rubrica valutazione – Vales e VM Livello Descrizione livello descrivono la prestazione, con Livello 1. Le attività di continuità e/o di esempi specifici (àncore) inadeguato orientamento sono assenti odi insufficienti…. livello Livello 2. Le attività di continuità presentano accettabile un livello di strutturazione sufficiente… Le attività di continuità sono ben strutturate… ScalaLivello da3. 1 a 7: buono con tre livelli “intermedi” (2, 4, Livellodescritti, 4. Le attività di continuità sono 6) non per una eccellente organizzate molto bene…. maggiore flessibilità non è un voto ma un posizionamento motivato Rubrica di valutazione – RAV 2014 Rubrica di valutazione Le attività di continuità e/o di orientamento sono assenti o insufficienti…. Situazione della scuola Molto critica Le attività di continuità presentano un livello di strutturazione sufficiente… Con qualche criticità Le attività di continuità sono ben strutturate…. Le attività di continuità sono organizzate in modo efficace… Positiva Eccellente La motivazione del giudizio •Allo scopo di garantire il necessario rigore al processo interpretativo si chiede ad ogni scuola di argomentare i giudizi, in positivo o in negativo, precisando a quali evidenze ci si riferisce e quale lettura se ne fornisce. Per ciascuna area del RAV va espresso un giudizio sintetico. •Tale giudizio non scaturisce in modo meccanico dalla lettura di un set predefinito di indicatori, ma dall’interpretazione che il gruppo di autovalutazione dà alle informazioni a disposizione. Le ragioni per cui viene dato un certo giudizio dovrebbero essere chiaramente esplicitate. •Questo sforzo di esplicitazione faciliterà tra l’altro il successivo confronto col Nucleo di valutazione esterna, tenuto a leggere e a verificare il RA, effettuando ulteriori approfondimenti. Criteri per un buon giudizio Completezza – capacità di utilizzare i dati Feedback da Vales: nelle aree relative ai Processi molte scuole giustificano i livelli attribuiti senza utilizzare i dati disponibili. Le scuole tendono a descrivere le attività svolte piuttosto che considerare i risultati raggiunti attraverso tali attività. Quindi, criterio di qualità: utilizzare appieno i dati disponibili individuare ulteriori evidenze e dati disponibili della scuola Criteri per un buon giudizio Accuratezza – capacità di collegare Feedback da Vales: in alcune aree solo la metà delle scuole effettua confronti tra la propria situazione e i valori medi di riferimento Quindi, criterio di qualità: leggere i dati della scuola in un'ottica comparativa con i valori di riferimento forniti (medie nazionali o regionali, andamento delle scuole di riferimento, ecc.) Criteri per un buon giudizio Qualità dell’analisi – capacità di interpretare Feedback da Vales : meno di metà delle scuole effettua analisi articolate; sono migliori le analisi dei Processi e meno buone le analisi degli Esiti Quindi, criterio di qualità: non limitarsi a descrivere enciclopedicamente ciò che la scuola fa, ma interpretare i dati, evidenziando i punti di forza e di debolezza e individuando temi strategici. Un esempio Area 3.3 “Inclusione e differenziazione” Motivazione del giudizio assegnato (6) L’integrazione è un asse portante della scuola: tuttavialo sforzo per l'inclusione concerne soprattutto gli studenti disabili e con DSA, mentre per gli stranieri non esiste attualmente un'area di progettualità ben definita, al di làdegli interventi di accoglienza. Sono ben strutturati e condivisi da tutte le componenti i PEI e i PDP, che individuano con chiarezza obiettivi ed attività; tra docenti curricolari e di sostegno esisteforte collaborazione; i genitori degli allievi disabili affermano di essere costantemente coinvolti e ritengono che la scuola garantisca un buon livello di sviluppo delle potenzialità cognitive ed una effettiva integrazione dei loro figli nel gruppo dei pari. Per quanto riguarda la differenziazione, il dato di maggior rilievo è quello pressoché doppio, rispetto alla media nazionale, di interventi diversificati per classi parallele e gruppi di livello (41% vs 22,3% media nazionale). Vanno tuttavia migliorate le modalitàdi verifica degli esiti delle attività di recupero. Un altro esempio Area 2.2 “Risultati prove standardizzate nazionali” Motivazione del giudizio assegnato (2) Il giudizio assegnato risente dei dati negativi delle prove INVALSI: infatti il punteggio ottenuto dagli studenti è generalmente inferiore alla media regionale e nazionale e a quello di classi con background socio-culturale simile (in alcuni casi in termini molto elevati). I punteggi restano inferiori a classi di background simile ma sono più alti della media regionale e nazionale nella III classe della secondaria, dove però il cheating è alto (10,2% per Italiano, 38,2% per Matematica). Il medesimo dato si rileva in relazione alla percentuale di studenti collocata ai livelli 1 e 2, che èsuperiore alla media nazionale in tutte le classi tranne che nella III sec. di I grado, ove però il cheating è nuovamente alto. La scuola ha comunque avviato un lavoro di riflessione sulle differenze tra i risultati delle prove INVALSI e quelli ottenuti nelle prove progettate e somministrate a cura del Gruppo interno di autovalutazione. Le “lezioni apprese” per un buon giudizio Dall’esperienza di Vales, due rischi per le scuole: tecnicismo una buona lettura dei dati, per alcune scuole, non è correlata ad una buona qualità dell’analisi (rischiamo letture dei dati fini a se stesse) autoreferenzialità alcune scuole, che svolgono un’analisi articolata, la basano sulla propria percezione della qualità, scollegata dai dati Gli step dell’autovalutazione • ESAMINARE INDICATORE I DATI CONNESSI A CIASCUN • INTERPRETARE I DATI ANCHE IN BASE AGLI INTERROGATIVI PROPOSTI DALLE DOMANDE GUIDA • INDIVIDUARE I PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DELLA SCUOLA PER CIASCUNA AREA (OPPORTUNITÀ E VINCOLI PER LA DIMENSIONE “CONTESTO E RISORSE”) • ESPRIMERE UN GIUDIZIO MOTIVATO UTILIZZANDO LE RUBRICHE DI VALUTAZIONE Il piano di miglioramento Il piano di miglioramento scaturisce dalla lettura critica della realtà scolastica e prende avvio con l’individuazione di alcune priorità strategiche di sviluppo e con la precisazione di alcuni traguardi attesi attraverso cui valutare i risultati del piano. Le priorità individuate forniscono le direzioni di marcia su cui sviluppare il piano di miglioramento; è importante pertanto scegliere con cura gli obiettivi su cui focalizzare l’attenzione (da contenere in un numero limitato). I risultati attesi richiedono di essere espressi in termini misurabili e controllabili, facendo riferimento a indicatori. La strategia - Priorità Abbiamo lo spazio di pochi tweet (1500 caratteri) per esprimere la strategia di miglioramento Le Priorità riguardano solo gli Esiti degli studenti (4 aree) Individuare 1-2 priorità all'interno di 1-2 aree degli Esiti Esempi di Priorità Diminuzione dell'abbandono scolastico (Area 1) Migliorare le competenze sociali degli studenti (Area 3) La strategia – Traguardi La strategia– Processi Obiettivi di Processo Indicare obiettivi operativi di breve periodo (un anno) Indicare in che modo possono contribuire al raggiungimento delle priorità (max 1500 caratteri ) Esempi di Processo “Inserire una figura di docente tutor per supportare gli studenti in difficoltà del primo anno” “Introdurre criteri di valutazione condivisi per la Matematica nella scuola primaria” E’ un processo fortemente creativo ma non serve una creatività individualista Serve invece la creatività di una comunità, che sa unire tante tessere per far nascere un mosaico BUON LAVORO!!