CLASSIFICHE EDILIZIA E TERRITORIO Le grandi imprese scavalcano la crisi Le 25 big delle costruzioni mostrano un andamento positivo con la produzione che aumenta del 9,9%. La quota estero aumenta al 46%. Indebitamento coperto dal capitale netto TOP 25 28 LUG.-2 AGO. 2014 Le maggiori imprese di costruzioni in Italia 2012 Bilanci 2013: la redditività cresce del 44% 2013 2 Società 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 1 2 3 5 4 9 6 10 13 8 7 12 14 11 19 15 17 18 24 19 20 21 22 23 24 18 16 21 20 22 25 25 23 Salini Impregilo (1) Astaldi Condotte (2) Pizzarotti Cmc (3) Grandi Lavori Fincosit Ghella Itinera (4) Rizzani de Eccher (5) Cmb (3) Unieco (3) (6) (7) Maltauro* Mantovani Pavimental (8) Tecnis Coopsette (3) (7) Toto Tecnimont Civil Construction Inc (9) Ics Grandi Lavori (10) Coopcostruzioni (3) Vianini Lavori (11) Acmar (12) Italiana Costruzioni Cooperativa di Costruzioni (3) Valore della produzione 2013 Variaz. 2013/’12 % Estero 2013 Ebitda 2013 Variaz. 2013/’12 Ebit 2013 3.969.708 2.519.675 1.215.896 1.161.647 1.015.606 771.587 700.831 674.693 571.591 552.022 525.864 449.223 445.800 357.083 303.796 280.705 248.344 13,6 2,6 19,5 35,7 11,8 42,6 10,9 26,2 34,8 1,9 -11,6 -3,6 5,3 -30,2 40,6 -16,3 2,5 88,0 66,0 61,1 20,8 52,0 9,8 83,0 50,2 1,4 2,6 38,0 0,3 2,0 2,1 1,5 425.542 324.023 128.841 96.800 153.755 59.350 116.497 32.864 22.503 33.070 38.189 40.291 54.643 18.882 21.863 -16.411 35.052 102,2 22,5 30,9 52,9 76,7 -20,6 17,7 4,5 9,2 31,6 76,1 -16,3 -26,9 n.s. n.s. 67,3 1,0 234.247 235.952 73.839 51.804 51.041 34.922 66.374 15.008 8.346 14.781 -2.882 23.553 45.152 4.646 18.814 -27.446 13.030 216.838 68,2 66,4 -456 98,7 -20.256 188.353 184.979 184.904 176.211 166.503 159.934 -14,9 -30,7 3,4 -16,7 -4,0 52,4 1,1 6,3 5,0 9.823 7.403 10.510 9.104 7.026 10.359 5,7 14,2 89,5 n.s. -7,3 -30,7 4.721 -401 7.111 9.109 -2.853 8.418 155.281 -6,9 - 4.415 -58,1 418 TOTALE 25 17.197.074 9,9 46,4 1.643.938 44,6 867.448 Fonte: Elaborazione di Guamari su dati delle società n.s. = non significativo n.d. = non disponibile (*) L’Ebitda è calcolato dalla società, e riportato in un bilancio certificato in modo difforme rispetto agli altri poiché somma sono disponibili i dati del biennio; (1) ufficialmente attivo dal 1˚ gennaio 2014, non contiene i dati di Todini; (2) gruppo Ferfina, (5) consolida Sacaim; (6) nell’esercizio 2013 non consolida più Clf (ora gruppo Strukton); (7) nel febbraio 2014 è iniziato il Salini Grandi Lavori, dati aggregati di Ics Grandi Lavori e Salc; (11) gruppo Caltagirone; (12) aderente all’Associazione delle Cooperative; DI ALDO NORSA na prima analisi dei dati di bilancio 2013 delle prime 25 imprese di costruzioni nazionali mostra un andamento complessivamente positivo soprattutto nel suo vertice. In controtendenza rispetto alla situazione critica di numerose imprese medie e piccole. U I NUMERI Infatti se il valore della produzione del campione cresce nell’ultimo anno del 9,9% esso è in gran parte trainato da un vertice che vede tutte le top 10 con fatturato in aumento. La quota all’estero della produzione rappresenta ancora meno della metà, sebbene in sensibile crescita rispetto al 2012 (46,4% contro il 41,9% dello scorso anno) e se sono 19 le imprese internazionalizzate solo nove possono vantare percentuali significative (oltre il 10%) di fatturato oltre confine. Possono cioè considerarsi stabilmente radicate in Paesi più promettenti dell’Italia. Le buone notizie riguardano anche la redditività: l’Ebitda cresce complessivamente del 44,6%, l’Ebit del 77,3% e il risultato netto, se lo scorso anno era caratterizzato da una leggera perdita, quest’anno torna all’utile nonostante siano sei le imprese afflitte da perdite (tante quante nei bilanci 2012). Anche a livello finanziario-patrimoniale la situazione sembra tranquilla con un indebitamento delle prime 25 sì appesantito del 6,1% ma completamente coperto da un capitale netto cresciuto del 7,2%. Restano ben sotto la soglia di guardia il Debt/equity (0,77) e il Pfn/Ebitda (2,27). Dal punto di vista commerciale il portafoglio ordini delle 24 imprese di cui si possiedono i dati del bi- I PIÙ VOTATI ALL’EXPORT Percentuale sul fatturato ennio (non ricavabili dal indici (ovviamente 2013) Come si vede l’estero bilancio d’esercizio) mo- differenti dal classico va- c’entra fino a un certo punstra una crescita del 3 per lore della produzione. to: Mantovani per esemcento. pio, ma anche Toto, lavoraLA CRESCITA no in Italia. LE IMPRESE Per esempio, andando LE PERDITE Quanto ai nomi compren- ad analizzare chi ha mostraDiametralmente opposta sibilmente essi non sono to la crescita più rilevante molto variati rispetto ai nell’ultimo esercizio, si se- è la situazione delle sei imtop 25 dello scorso anno, gnala Tecnimont Civil prese che chiudono il bilancon qualche significativo Construction, società del cio 2013 in perdita: le situacambiamento: Bonatti, ot- gruppo Maire Tecnimont, zioni più gravi (anche se legtava lo scorso anno, conti- che scala la classifica gra- germente migliorate) sono nua a concentrare la mag- zie a un incremento del quelle di Coopsette (84,8 gioranza (62% nel 2013) 68,2% del giro d’affari. Su- milioni di passivo) e Unieco della produzione nell’im- bito dietro si trova Italia- (63,7), non la miglior prepiantistica (tramite la con- na Costruzioni (52,4%); messa all’operazione di futrollata Carlo Gavazzi Im- Grandi Lavori Fincosit sione (includendo anche pianti) e fattura un ulterio- (42,6%); Tecnis, unica im- Cmr Edile) che le due coore 22% negli oleodotti e presa superstite dell’Italia perative hanno ufficializzagasdotti e quindi non può meridionale (40,6%) e Piz- to lo scorso febbraio. più essere considerata im- zarotti (35,7%). LA POSIZIONE presa generale malgrado la L’EXPORT FINANZIARIA sua “pulsione” in questa diVolgendo lo sguardo olDal punto di vista finanrezione. Cesi (18˚ nel 2012) dal luglio 2014 è in tre il territorio nazionale ziario-patrimoniale le uniliquidazione coatta ammi- spiccano sette imprese che che imprese con posizione nistrativa andandosi ad ag- svolgono oltre la metà del finanziaria netta attiva congiungere alle già numerose fatturato all’estero e non tinuano a essere Rizzani de cooperative in crisi; Codel- sembra un caso che sei di Eccher e Vianini Lavori fa (24˚) è stata assorbita esse si trovino tra le prime (gruppo Caltagirone), tolte dall’impresa ammiraglia nove del campione: l’im- le quali le realtà con il rapdello stesso gruppo Gavio, presa più internazionalizza- porto Pfn/Ebitda minore ta, sia per volumi che per (quindi migliore) sono Itinera. Discorso a parte merita- peso percentuale, è Salini Grandi Lavori Fincosit no Impregilo e Salini Co- Impregilo, seguita da Ghel- (0,65), Salini Impregilo struttori, imprese ufficial- la, Tecnimont Civil Con- (0,78) e Ghella (1,08) menmente fuse dal 1˚ gennaio struction, Astaldi, Condot- tre, nel caso del rapporto 2014 presenti in classifica te, Cmc (unica cooperati- Debt Equity, se queste tre con i dati pro forma della va realmente internaziona- imprese rimangono al vertinuova realtà Salini Impre- le, e non certo da oggi) e ce, si inserisce in seconda gilo (che non include l’im- Rizzani de Eccher. posizione Pizzarotti. presa Todini, acquistata LO SCENARIO LA REDDITIVITÀ nel 2009, ma con un perimetro di attività decisaPassando ai margini redSi può concludere provvimente cambiato, in quan- dituali le imprese che si soriamente che l’importante to destinata alla cessio- distinguono per il miglior “scrematura” avvenuta in ne). Ebitda margin sono Ghella questi anni sembra avere efTerminato questo primo (16,6%), Cmc (15,1%) e fetto. Le imprese rimaste al esame di numeri alcuni in- Toto (14,1%) mentre per top non solo crescono, non teressanti spunti posso es- l’Ebit margin sono Manto- solo aumentano la loro proiesere còlti classificando le vani (10,1%), ancora Ghel- zione all’estero ma (pur con imprese del campione per la (9,5%) e Astaldi (9,4%). qualche eccezione) si raffor- zano patrimonialmente. Certo, le nubi all’orizzonte non mancano. Da un lato le recenti indagini della magistratura rischiano di rovinare i bilanci (2014) di alcune imprese generali tra le più “blasonate”: si tratta, per il caso Expo 2015 in primis di Maltauro, per il caso “Mose” soprattutto di Mantovani e Grandi Lavori Fincosit, che detengono insieme la maggioranza assoluta del Consorzio Venezia Nuova (e dei suoi lavori) ma anche di Condotte, che pur ha una partecipazione ridotta. In quest’ultimo caso però la diversificazione è rassicurante, soprattutto per le buone prestazioni di due imprese controllate di natura più specialistica: Cossi e Inso. Quanto alle grandi cooperative, nel loro caso, la crisi non è stata esogena ma endogena: la fragilità della loro capitalizzazione le ha esposte alla crisi dell’immobiliare (iniziata nel lontano 2008) più di quasi tutte le loro omologhe private. Al vertice si sono salvate solo Cmc e, in misura minore Cmb, perché l’attività di costruzione è riuscita a controbilanciare quella di promozione (soprattutto nel primo caso). L’attuale tendenza “giustizialista” potrebbe però avere nuovi imprevisti sviluppi e causare un’ulteriore selezione tra imprese comunque troppo piccole per ben figurare in Europa: si ricordi che le due maggiori (e quotate) Salini Impregilo e Astaldi restano 25a e 16a a livello continentale. © RIPRODUZIONE RISERVATA