LACOSAMIDE (02-03-2011) Specialità: VIMPAT(UCB PHARMA) Forma farmaceutica: ATC: N03AX18 Categoria terapeutica: Altri antiepilettici Fascia di rimborsabilità: Indicazioni ministeriali: Terapia aggiuntiva nel trattamento delle crisi parziali con o senza generalizzazione secondaria in pazienti con epilessia a partire dai 16 anni di età. La soluzione per infusione endovenosa rappresenta un'alternativa per quei pazienti in cui non è temporaneamente possibile la somministrazione orale. Stato registrativo: Registrazione EMEA data: 29-08-2008 data AIC: 12-04-2010 Stato registrativo FDA: SI Decisioni PTORV Data riunione: 02-03-2011 Decisione: Non Inserito Commenti: Il farmaco non presenta studi di confronto diretto e non è possibile quindi stabilire la reale innovatività ed il benefecio clinico rispetto alle altre terapie disponibili. I dati di sicurezza hanno evidenziato, nello studio di confronto verso placebo, 4 casi di suicidio nei pazienti che assumevano il farmaco rispetto a nessun caso nel braccio di confronto. Per questo motivo è stato previsto nel programma di sorveglianza del farmaco (Risk Managment Plan) uno studio osservazionale per monitorare i potenziali eventi avversi del farmaco. Al fine di chiarire i reali vantaggi del farmaco rispetto alle alternative sarebbero quindi necessari studi di confronto attivo oltre ai risultati dello studio osservazionale, al momento ancora in corso, per approfondire il profilo di sicurezza del farmaco. AIFA ha attribuito al farmaco il giudizio di innovatività “potenziale”, che dovrebbe comportare l’allestimento di un piano di ulteriore sviluppo del farmaco, così come avvenuto per altri farmaci ritenuti da AIFA potenzialmente innovativi come ad esempio le “incretine”, che attualmente non risulta però essere stato attivato. Alla luce di tali considerazioni, la Commissione non ritiene che il farmaco presenti caratteristiche di innovatività, neppure potenziale e decide di non inserire il farmaco in PTORV. Secondo quanto previsto dal Regolamento della CTR per il PTORV viene assicurata la disponibilità del farmaco per singoli casi motivati. Caratteristiche del prodotto Lacosamide è un nuovo antiepilettico registrato tramite procedura centralizzata europea come terapia aggiuntiva nel trattamento delle crisi parziali con o senza generalizzazione secondaria in pazienti con epilessia a partire dai 16 anni di età [1]. Si tratta di un derivato sintetico chirale dell’aminoacido D-serina il cui esatto meccanismo d'azione non è stato ancora completamente chiarito. Le modalità di azione ipotizzate sono, essenzialmente, due: l'inattivazione lenta dei canali del sodio voltaggio-dipendenti con conseguente stabilizzazione delle membrane neuronali ipereccitabili e il legame con la proteina CRMP-2 (Collapsin Response Mediator Protein-2) espressa prevalentemente nel sistema nervoso centrale , coinvolta nella differenziazione neuronale e nella crescita degli assoni. Lacosamide è disponibile sia in forma orale (compresse e sciroppo) che endovenosa, formulazioni che si sono dimostrate tra loro bioequivalenti. Somministrata per via orale, lacosamide viene assorbita rapidamente e in modo completo, con una biodisponibilità prossima al 100%; velocità ed entità dell'assorbimento non sono influenzati dal cibo [2. Il legame con le proteine plasmatiche è inferiore al 15%, viene metabolizzata nel fegato dal citocromo CYP2C19 ad un composto inattivo ed eliminata con le urine sia immodificata (approssimativamente il 40% della dose) che come metabolita O-demetilato (meno del 30%). L’emivita del farmaco immodificato è di circa 13 ore. Lacosamide deve essere assunta due volte al giorno [2]. La dose iniziale raccomandata è di 50 mg bid, che deve essere incrementata fino ad una dose terapeutica iniziale di 100 mg bid dopo una settimana. La dose di mantenimento può essere ulteriormente aumentata di 50 mg bid ogni settimana a seconda della risposta clinica e della tollerabilità, fino ad una dose massima raccomandata di 400 mg/die (200 mg bid). Particolare attenzione va riservata ai pazienti con compromissione renale grave e allo stadio finale sottoposti ad emodialisi in quanto in questa categoria di pazienti l'AUC aumenta del 60% ed è necessario aggiustare il dosaggio. Si raccomanda, inoltre, cautela nella titolazione della dose nei pazienti con insufficienza epatica moderata (Child-Pugh B) i quali hanno presentato concentrazioni plasmatiche di lacosamide più elevate (AUCnorm incrementata approssimativamente del 50%) rispetto ai soggetti sani. L’utilizzo di lacosamide non è, invece, raccomandato nei soggetti con insufficienza epatica grave. In caso di necessità il farmaco deve essere sospeso lentamente, nell’arco di almeno una settimana, per prevenire un aumento della frequenza delle crisi. La soluzione per infusione viene somministrata in un periodo di tempo compreso fra 15 e 60 minuti, due volte al giorno. Il passaggio dalla somministrazione endovenosa alla terapia orale o viceversa può essere effettuato direttamente, senza aggiustamenti posologici. La dose complessiva giornaliera e la somministrazione due volte al giorno devono essere mantenute. La somministrazione ev rappresenta una alternativa quando la somministrazione orale non è temporaneamente possibile. Tuttavia, l’esperienza clinica è limitata a due infusioni giornaliere per un periodo di massimo 5 giorni. Inquadramento della patologia L'epilessia è uno dei disturbi neurologici più frequenti, con un'incidenza annuale nei paesi industrializzati pari a 24-53 abitanti su 100.000 [3]. Tale patologia è caratterizzata da crisi epilettiche ricorrenti (2 o più), non provocate da una causa immediatamente identificabile; una crisi epilettica è un evento presumibilmente conseguente a un’attività abnorme ed eccessiva di un gruppo di neuroni cerebrali [4]. Si distinguono due tipi principali di crisi: • crisi generalizzata: vi è un coinvolgimento superiore al minimo di entrambi gli emisferi cerebrali; • crisi focale o parziale: quando interessano un’area specifica di un solo emisfero cerebrale. Le crisi parziali possono essere semplici (senza disturbo di coscienza), complesse (con disturbo di coscienza) e con generalizzazione secondaria. Linee guida di trattamento esistenti Sono state, recentemente, pubblicate dal NICE (National Institute for Health and Clinical Excellence) le nuove linee guida sulla gestione farmacologica dell’epilessia negli adulti e nei bambini; si segnala che, trattandosi della versione preliminare, le raccomandazioni disponibili on line sono ancora provvisorie [5]. Le linee guida del NICE raccomandano per il trattamento delle crisi focali dell'adulto come monoterapia in prima linea carbamazepina, oxcarbamazepina, lamotrigina o sodio valproato. In caso di fallimento o intolleranza del primo medicinale sarà necessario utilizzare un secondo medicinale e, in caso di fallimento di quest'ultimo, considerare una terapia associata. Quando i trattamenti di prima linea non sono efficaci o non sono tollerati possono essere utilizzati come terapia aggiuntiva carbamazepina, clobazam, gabapentin, lamotrigina, levetiracetam, oxcarbazepina, sodio valproato e topiramato. Se neppure questi trattamenti aggiuntivi sono efficaci e tollerati, si possono considerare altri antiepilettici tra cui lacosamide, fenobarbitale, fenitoina, pregabalin, tiagabina, vigabatrin (valutando il rapporto rischio beneficio per l’effetto irreversibile sul campo visivo) e zonisamide. In particolare, i nuovi antiepilettici lacosamide, pregabalin, e zonisamide sono risultati efficaci negli studi clinici ma l’esperienza a lungo termine è limitata e per questo non sono stati inclusi tra i trattamenti di prima linea. Trattamenti alternativi Dall’inizio degli anni ’90 sono stati introdotti in commercio nuovi farmaci antiepilettici, sviluppati al fine di aumentare l’efficacia del trattamento e quindi di ridurre il numero di pazienti farmaco-resistenti e di aumentare la tollerabilità. In particolare come terapia aggiuntiva nel trattamento delle epilessie parziali refrattarie in presenza o in assenza di generalizzazione secondaria sono disponibili: -lamotrigina, -gabapentin e vigabatrin: pregabalin: inseriti già in PTORV inseriti con in nota di PTORV. equivalenza. -levetiracetam: inserito in PTORV nella formulazione orale come antiepilettico di seconda scelta da utilizzare esclusivamente in associazione nelle epilessie parziali refrattarie in pazienti non responders alle terapie tradizionali e nella formulazione ev con richiesta per singolo paziente. -topiramato: inserito in PTORV come antiepilettico di seconda scelta nelle epilessie parziali e nelle epilessie refrattarie in pazienti non responders alle terapie tradizionali. -oxcarbazepina, tiagabina e zonisamide: non in PTORV. Dati di efficacia L'efficacia di lacosamide in formulazione orale è stata valutata principalmente in tre studi multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo e condotti su un totale di 1308 pazienti (studi SP667 [6], SP754 [7] e SP755 [8]). Non esistono studi di confronto diretto con altri antiepilettici indicati in terapia aggiuntiva. I tre studi presentavano un disegno sperimentale analogo e prevedevano una fase di monitoraggio, una fase di titolazione della dose della durata di 4 (SP755) o 6 settimane (SP667 e SP754), una fase di mantenimento della durata di 12 settimane nel corso delle quali lacosamide veniva somministrata a dose fissa e un’ultima fase di transizione di 2 settimane per i pazienti che sceglievano di partecipare ad una estensione in aperto dei tre studi (oppure una fase di graduale sospensione della terapia per i pazienti che decidevano di interrompere il trattamento). Nei tre studi sono stati inclusi soggetti di età compresa fra 18 e 65 anni (SP667) e fra 16 e 70 anni (SP754 e SP755) con diagnosi di crisi parziali semplici o complesse (con o senza generalizzazioni secondarie) secondo la classificazione ILAE (International League Against Epilepsy), confermata da almeno due anni e resistenza a precedenti terapie con almeno due antiepilettici. Nelle 8 settimane precedenti l'inizio dello studio, i soggetti inclusi avevano avuto in media almeno 4 crisi parziali ogni 28 giorni e periodi liberi da attacchi non superiori a 21 giorni. Nella prima fase di monitoraggio è stata valutata la frequenza media mensile delle crisi epilettiche ed è stata, quindi, determinata l'eleggibilità alla fasi successive in doppio cieco: i pazienti che rientravano nei criteri di eleggibilità sono stati randomizzati al trattamento con placebo o lacosamide due volte al giorno, titolata settimanalmente con incrementi di 100 mg/die fino ad arrivare alla dose target assegnata (200, 400 o 600 mg/die) poi mantenuta per 12 settimane di trattamento. Endpoint primari di efficacia erano la percentuale di pazienti responder (pazienti con una riduzione di almeno il 50% della frequenza delle crisi) e la riduzione percentuale della frequenza di crisi nella fase di mantenimento rispetto al basale, come richiesto dalle linee guida dell'EMA e dell'FDA per lo sviluppo di nuovi antiepilettici [1]. L'analisi di efficacia è stata condotta sulla popolazione ITT comprendente tutti i pazienti che hanno ricevuto almeno una dose del trattamento sperimentale loro assegnato e hanno ricevuto almeno una valutazione di efficacia post-baseline. Il primo studio di fase IIb (SP667) ha valutato l’efficacia di lacosamide a tre diversi dosaggi (200, 400 e 600 mg/die), in associazione ad uno o due antiepilettici, verso placebo: in questo studio i bracci trattati con lacosamide 400 mg/die e 600 mg/die hanno mostrato un incremento del tasso di responder e una riduzione della frequenza di crisi dal basale significativamente maggiore rispetto al placebo [6]. La differenza tra i bracci trattati con lacosamide 200 mg/die e placebo non è risultata, invece, statisticamente significativa. Due ulteriori studi di fase III (SP754 e SP755) sono stati, quindi, condotti in parallelo per confermare questi risultati in una popolazione più ampia di pazienti, in terapia concomitante con fino ad un massimo di tre farmaci antiepilettici. Lo studio SP755 [8] è stato condotto in Europa e Australia e ha valutato l’efficacia di lacosamide 200 e 400 mg/die come terapia aggiuntiva vs placebo su un totale di 485 pazienti: in questo studio è stata osservata con entrambi i dosaggi una riduzione statisticamente significativa nella frequenza delle crisi dal basale ma solo il braccio trattato con il dosaggio 400 mg/die ha mostrato un incremento statisticamente significativo nella percentuale di responder rispetto al placebo. Il secondo studio di fase III (SP754) [7] è stato condotto negli Stati Uniti e ha valutato l'efficacia di lacosamide ai dosaggi 400 e 600 mg/die come terapia aggiuntiva vs placebo su un totale di 405 pazienti: sia per quanto riguarda la riduzione della frequenza di crisi dal basale che per quanto riguarda la percentuale di responder è stata riscontrata una differenza statisticamente significativa per entrambi i dosaggi rispetto al placebo. La risposta era più evidente per le crisi tonico cloniche con generalizzazioni secondarie che rappresentano la tipologia di crisi maggiormente disabilitanti e sono potenzialmente pericolose. Nell'analisi combinata dei tre studi [9] il trattamento con lacosamide ha portato ad aumento della percentuale dei responder al 50% e una riduzione della frequenza delle crisi dal basale statisticamente significativi per tutti i tre dosaggi testati rispetto al placebo. Per quanto riguarda gli endpoint secondari si è riscontrato un aumento significativo dei responder al 75% solo nei bracci trattati con i due dosaggi più elevati mentre con il dosaggio 200 mg/die non è stata raggiunta la significatività statistica. Il 2,7% dei pazienti del gruppo lacosamide 200 mg/die, nel 3,3% di quelli del gruppo 400 mg/die e del 4,8% di quelli del gruppo 600 mg/die non ha avuto alcuna crisi per tutto il periodo di mantenimento vs lo 0,9% di quelli del gruppo placebo. La Scientific Discussion EMA [1] sottolinea che, dai risultati dell’analisi combinata lacosamide riduce la frequenza delle crisi parziali complesse e delle crisi con generalizzazioni secondarie ma non sembra ridurre quella delle crisi parziali semplici. Inoltre, il dosaggio 600 mg/die ha mostrato una efficacia, in relazione ai due endpoint primari, simile a quella riscontrata con il dosaggio di 400 mg/die a fronte di un profilo di sicurezza peggiore: per questo motivo il rapporto rischio beneficio di lacosamide 600 mg/die è stato considerato negativo e la posologia autorizzata per lacosamide è solamente di 200-400 mg/die. Una analisi esplorativa post hoc [10] sui dati relativi ai 1308 pazienti degli studi registrativi ha valutato l'efficacia e la tollerabilità di lacosamide nei pazienti in trattamento con almeno un antiepilettico "tradizionale" bloccante dei canali del sodio (carbamazepina, lamotrigina, fenitoina e derivati). In questo sottogruppo di pazienti (82% dei pazienti totali) l'aggiunta di lacosamide ha ridotto significativamente la frequenza delle crisi rispetto al placebo (p< 0,01 con tutti e tre i dosaggi testati) e ha aumentato la percentuale di responder al 50% (p< 0,01 solo per i dosaggi 400 e 600 mg/die) e di responder al 75% (p< 0,05 solo per il dosaggio 600 mg/die), con risultati simili a quelli osservati negli studi di fase II e III. Una riduzione della frequenza delle crisi e un incremento delle percentuali di pazienti responder al 50 e al 75% (p<0.01 per i dosaggi 400 mg/die e 600 mg/die) sono stati osservati anche nel restante 18% di pazienti che non assumeva alcun antiepilettico "tradizionale" bloccante dei canali del sodio all'interno del suo regime terapeutico. I risultati delle estensioni in aperto non sono ancora stati pubblicati. Una analisi ad interim di uno studio di fase II su 370 pazienti, principalmente uno studio di safety, ha riscontrato che la riduzione nella frequenza delle crisi dal basale e la percentuale di responder al 50% sono stati mantenuti nel tempo nei pazienti che hanno portato a termine i due anni di trattamento [11]. Non sono disponibili studi di confronto diretto con altri farmaci antiepilettici aventi la medesima indicazione terapeutica. Tuttavia, confronti indiretti suggeriscono che la terapia aggiuntiva con lacosamide sia meno efficace rispetto ad una terapia aggiuntiva con zonisamide o con pregabalin [12]. Formulazione endovenosa Per quanto riguarda la formulazione endovenosa sono disponibili solo due studi di fase II/III condotti su un totale di 199 pazienti al fine di stabilire la durata di infusione più appropriata e per fornire dati in merito a sicurezza e tollerabilità della somministrazione ev [13-14]. FORMULAZIONE ORALE Pazienti e Referenza trattamento Disegno Fase Misure di esito Risultati principali Jadad score percentuale di responder: 418 pz di età > 18 anni in trattamento concomitante con max due RCT multicentrico antiepilettici in doppio cieco, a Ben randomizzati a gruppi paralleli Menachem ricevere L controllato con E. et al [6] 200mg/die, 400 placebo mg/die, 600 analisi ITT mg/die oppure L 200 mg/die: 32.7% (p=ns) L 400mg/die: 41.1%* L 600 mg/die: 38.1%* Endpoint I: percentuale di responder e IIb riduzione della frequenza di crisi rispetto al basale. placebo come terapia aggiuntiva placebo: 21.9% riduzione della frequenza di crisi rispetto al basale: L 200 mg/die: 26% (p=ns) 5 L 400mg/die: 39%* L 600 mg/die: 40%* placebo: 10% *statisticamente significativo rispetto a placebo. 405 pz di 16-70 anni Chung S et al. [7] RCT in doppio cieco controllato con placebo a gruppi paralleli. randomizzati nel rapporto 1:2:1 a ricevere placebo, L tre fasi: 400 mg/die, L 600 mg/die in rapporto -monitoraggio (8 settimane) 1:2:1 -titolazione dose percentuale di responder: III Endpoint I: percentuale di responder e riduzione della frequenza di crisi rispetto al basale. L 400mg/die: 38.1%* L 600 mg/die: 41.2%* placebo: 18.3% riduzione della frequenza di crisi rispetto al basale: L 400mg/die: 37.3%* 5 l'82.1% dei pz assumeva almeno due antiepilettici in aggiunta al trattamento assegnato tra cui levetiracetam (39.1%), lamotrigina (36.1%) e zonisamide (14.7%); il 27.1% dei pz assumeva tre farmaci. (6 settimane) L 600 mg/die: 37.8%* -mantenimento (12 settimane): dose fissa. placebo: 20.8% *statisticamente significativo rispetto a placebo. analisi ITT pz con generalizzazioni secondarie: tasso di responder: 56.0% con L 400 mg/die e 70.2% con L 600 vs 33.3% placebo; riduzione della frequenza di crisi rispetto al basale: 59.4% con L 400 mg/die e 93.0% con L 600 vs 14.3% placebo . percentuale di responder: RCT in doppio cieco controllato con placebo a gruppi paralleli. Halasz P. et al. [8] 485 pz di 16-70 anni L 200mg/die: 35.0% (p=ns) tre fasi: -monitoraggio randomizzati a (8 settimane) ricevere placebo, L -titolazione dose 200 mg/die, L 400 (6 settimane) mg/die. -mantenimento (12 settimane): dose fissa. analisi ITT III Endpoint I: percentuale di responder e riduzione della frequenza di crisi rispetto al basale. L 400 mg/die: 40.5%* placebo: 25.8% riduzione della frequenza di crisi rispetto al basale: 5 L 200mg/die: 35.3% (p=ns) L 400 mg/die: 36.4%* placebo: 20.5% *statisticamente significativo rispetto a placebo percentuale di responder: L 200 mg/die: 34.1%* L 400mg/die: 39.7%* L 600 mg/die: 39.6%* *statisticamente significativo rispetto a placebo ( 22.6%) Chung S [9] 1.294 pz difficili da analisi combinata studi precedenti trattare riduzione della frequenza di crisi rispetto al basale:significativa per Endpoint tutti i tre dosaggi (P < I: percentuale 0,05 per la dose 200 di responder e 5 II/III riduzione della mg/die, P < 0,001 per 400 e 600 mg/die) frequenza di rispetto al placebo crisi rispetto al aumento dei responder al basale. 75% nei gruppi trattati con i due dosaggi più elevati (P < 0,001). pz senza alcuna crisi per tutto il periodo di mantenimento: 2,7% L 200 mg/die, 3,3% L 400 mg/die e 4,8% L 600 mg/die contro vs 0,9% placebo. FORMULAZIONE ENDOVENOSA Pazienti e Referenza Disegno trattamento 60 pz che avevano partecipato ad estensioni in aperto degli studi registrativi randomizzati in rapporto 2:1 a Biton [13] ricevere lacosamide ev e placebo os bid oppure placebo ev e lacosamide os bid dose 200-600 mg/die Fase Misure di esito Risultati principali 27% dei pz ha manifestato un evento avverso eventi avversi di intensità da lieve a moderata RCT multicentrico, doppio cieco, double dummy eventi più sicurezza e comuni: cefalea, tre fasi: fase di capogiri, diplopia, screening, fase di II/III tollerabilità trattamento e farmacocinetica reazioni al sito di iniezione fase di valutazione a fine la somministrazione di trattamento L era associata ad un piccolo incremento infusioni della durata nell'intervallo PR di 30 o 60 minuti dell'ECG per 2 giorni nessun pz è uscito dallo studio Krauss [14] 160 pz che avevano partecipato ad estensioni in aperto studio per degli studi SP615, identificare la SP756 e SP774 durata di infusione di L più L ev allo stesso appropriata dosaggio di L os (96% dei pz: L 200- fase di screening 600 mg/die; 7 pz + fase di 700-800 mg/die). trattamento infusioni della durata di 10, 15 o 30 minuti per 2-5 gg Jadad score 3 eventi avversi di intensità da lieve a moderata e generalmente dose correlati. sicurezza e II/III tollerabilità eventi più comuni: cefalea, capogiri, sonnolenza, reazioni al sito di iniezione 1 2 pz sono usciti dallo studio: un pz a causa di grave bradicardia e un pz a causa di prolungamento dell'intervallo PR. L: lacosamide Dati di sicurezza Nell'analisi combinata dei tre studi registrativi [1] il 62 % dei pazienti randomizzati al gruppo lacosamide ha manifestato almeno un evento avverso vs il 35 % di quelli trattati con placebo. Gli eventi avversi più comuni correlati al trattamento riguardavano il sistema nervoso centrale e il tratto gastrointestinale, erano solitamente di intensità da lieve a moderata e miglioravano con la riduzione della dose. Negli studi registrativi disturbi associati alla dose massima autorizzata sono stati capogiri (29,5% vs. 8% con placebo), cefalea (13.8% vs. 8.8%), nausea e vomito (19.8% vs. 6.9%), diplopia e visione offuscata (19.9% vs. 4.1%), anomalie della coordinazione (7.2% vs. 1.6%), sonnolenza (8.1% vs. 4.7%), tremori (6.2% vs. 4.1%) e affaticamento (7.2% vs. 5.5%). La percentuale di pazienti che ha sospeso la terapia a causa di eventi avversi è stata di 8% e 17% per i pazienti trattati con lacosamide 200 e 400 mg/die (dosaggi registrati) 29% per i pazienti trattati con 600 mg/die (dosaggio non approvato) e 5% per i pazienti trattati con placebo. Durante gli studi clinici sono stati riportati casi potenziali di reazioni di ipersensibilità multi organo: un paziente ha sviluppato epatite sintomatica e nefrite, due pazienti rash cutaneo e aumento enzimi epatici, un paziente miocardite ed epatite per cui in in questi casi il trattamento deve essere interrotto. Sono state, inoltre, riscontrate anormalità nei test di funzionalità epatica: incrementi della ALT fino a ≥3 volte il limite superiore della norma si sono verificati nello 0,7% (7/935) dei pazienti trattati con lacosamide vs 0% (0/356) dei pazienti trattati con placebo. L'utilizzo di lacosamide è stato, inoltre, associato ad un prolungamento dose-dipendente dell'intervallo PR dell’ECG per cui si possono manifestare alcuni eventi avversi quali bradicardia, sincope e blocco atrioventricolare (AV). Nel database complessivo dei pazienti esposti a lacosamide è stata osservata una correlazione della dose con il prolungamento dell’intervallo PR, con un conseguente aumento del rischio di blocco AV, verificatosi nel 5.6% dei pazienti trattati con placebo, 3.6 % con lacosamide 400 mg/die e 21.2% con lacosamide 800 mg/die (dosaggio non autorizzato). Nel medesimo database sono stati registrati 43 episodi di sincope e 109 episodi di dolore toracico. Nell’esperienza post-marketing sono stati segnalati casi di bradicardia e di blocco AV di secondo e terzo grado associati al trattamento con lacosamide per cui si raccomanda cautela nei pazienti con problemi cardiaci gravi (es. pazienti con difetti preesistenti della conduzione cardiaca o con gravi cardiopatie) e pazienti in trattamento con farmaci in grado di prolungare l'intervallo PR (es: carbamazepina, lamotrigina, pregabalin) o con farmaci antiaritmici di classe I. Reazioni avverse gravi si sono riscontrate nel 3,8% dei pazienti trattati con placebo e nel 6,5% dei pazienti trattati con lacosamide negli studi registrativi; considerando anche i primi risultati delle estensioni in aperto tale percentuale aumenta a 15.2% e tale incremento è probabilmente correlato alla maggior durata dell’esposizione al trattamento [1]. In uno degli studi di estensione in aperto a lungo termine il 61% dei 370 pazienti coinvolti ha assunto il farmaco per 2 anni di seguito: le reazioni indesiderate più frequenti sono state capogiri (37%), cefalea (18%) e anormalità nella coordinazione (13%) mentre gli eventi avversi gravi più frequenti sono stati convulsioni (5%) e stato epilettico (2%). 33/370 pazienti (9%) hanno interrotto la terapia per la comparsa di effetti indesiderati. La Scientific Discussion segnala un totale di 11 decessi negli studi con lacosamide che lo sperimentatore non ha ritenuto correlati al trattamento: 4 osservati negli studi su pazienti con crisi parziali (n=1338) e 7 osservati negli studi condotti su pazienti con dolore neuropatico (n=1628), indicazione non ancora autorizzata. Tra questi, vanno segnalati 5 decessi per motivi cardiaci e due suicidi. Analogamente ad altri antiepilettici, lacosamide può potenzialmente aumentare il rischio di rischio di ideazione e comportamento suicidari per cui i pazienti devono essere monitorati per lo sviluppo di depressione. Nel database complessivo comprendente 12 studi controllati con placebo, si riscontrano 4 suicidi nei bracci trattati con lacosamide vs nessun episodio nel braccio trattato con placebo per cui l’EMA ha chiesto alla ditta di fornire report dettagliati che chiariscano il nesso di causalità. Nel Risk Management Plan approvato dal CHMP è prevista l’implementazione di uno studio osservazionale di sicurezza (SP942) durante il quale verranno monitorati in maniera particolare gli eventi cardiovascolari (blocco AV, sincope, bradicardia, prolungamento dell’intervallo PR) e psichiatrici (depressione, comportamenti suicidari). Per quanto riguarda, infine, il potenziale di interazione farmacologica, secondo quanto riportato nell’RCP lacosamide non sembra influenzare in maniera significativa le concentrazioni plasmatiche di acido valproico, carbamazepina, metformina, digossina, omeprazolo, etinilestradiolo e levonorgestrel. Tuttavia, il trattamento concomitante con altri farmaci antiepilettici noti per essere degli induttori enzimatici (carbamazepina, fenitoina e fenobarbitale, a diversi dosaggi) ha ridotto l'esposizione sistemica complessiva di lacosamide del 25%. Formulazione endovenosa Nei due studi condotti su 220 pazienti con epilessia parziale, gli eventi avversi a seguito della infusione endovenosa di lacosamide della durata di 15, 30 e 60 minuti sono stati simili, eccetto per le reazioni locali, a quelli rilevati con la somministrazione orale. Il primo RCT multicentrico, in doppio cieco, double - dummy ha valutato sicurezza e tollerabilità di lacosamide ev in sostituzione della somministrazione orale al medesimo dosaggio (200-600 mg/die) in 60 pazienti con crisi parziali con o senza generalizzazioni secondarie che avevano portato a termine lo studio registrativo e hanno preso parte all’estensione in aperto [13]. I pazienti eleggibili sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere lacosamide ev e placebo os bid oppure placebo ev e lacosamide os bid per due giorni: il trattamento parenterale veniva somministrato tramite infusione endovenosa della durata di 30 o 60 minuti. In questo studio il profilo di sicurezza e tollerabilità di lacosamide ev è risultato simile a quello di lacosamide orale: eventi avversi sono stati riscontrati nel 27% dei pazienti arruolati ed erano di entità da lieve a moderata. Gli eventi avversi più frequenti sono stati capogiri, cefalea, sonnolenza e dolore al sito di iniezione. Il secondo studio (studio SP757) [14] ha valutato la sicurezza e la tollerabilità di lacosamide somministrata in tre diversi tempi di infusione come sostituto a breve termine della formulazione orale: rispetto al trial precedente è stato incluso un numero maggiore di pazienti (n=160), sono state valutate durate di infusione più brevi (30, 15 e 10 minuti), sono state somministrate dosi superiori (dose massima di 800 mg/die) e, soprattutto, il medicinale è stato somministrato per un numero di giorni superiore (fino a cinque giorni). Questo studio è stato condotto su pazienti che avevano partecipato ad estensioni in aperto di studi clinici con lacosamide orale: i soggetti arruolati sono stati ospedalizzati e, dopo una prima fase di screening, hanno ricevuto una infusione di lacosamide ogni 12 ore per 2-5 giorni, alla stessa identica dose fissa precedentemente assunta per via orale. Complessivamente, la formulazione endovenosa è risultata ben tollerata come sostituto temporaneo della formulazione orale; gli eventi avversi riscontrati sono stati di intensità da lieve a moderata e generalmente erano dose correlati. Gli eventi più comuni sono stati cefalea, capogiri, diplopia. Due pazienti sono usciti dallo studio a causa di eventi avversi (grave bradicardia e prolungamento dell'intervallo PR dell’ECG). Altri report HTA Lo Scottish Medicine Consortium ha pubblicato un report in cui raccomanda l'utilizzo di lacosamide solo per pazienti refrattari ad altri antiepilettici e la sua prescrizione dovrebbe essere riservata a medici esperti in epilessia [11]. La formulazione ev può essere una alternativa nei pazienti per i quali non è temporaneamente possibile la somministrazione orale. Il documento riporta un’analisi costo-utilità presentata dalla ditta nella domanda di registrazione del prodotto [11]. L’analisi è stata fatta ponendo a confronto lacosamide come terapia aggiuntiva rispetto agli antiepilettici tradizionali in pazienti con epilessia refrattaria, utilizzando un albero decisionale come modello di simulazione per stimare costi ed esiti su un orizzonte temporale di due anni. Il modello economico ha utilizzato i dati ottenuti dall’analisi combinata dei due studi cardine di fase III. Nella base case analisi il produttore ha stimato un costo per QALY pari a 20.017£, con un costo per evento evitato di 112£. Secondo lo Scottish Medicines Consortium l’orizzonte temporale e i comparator utilizzati erano adeguati. Tuttavia, i valori di utilità utilizzati nell’analisi potrebbero sovrastimare il guadagno di utilità associato ad una riduzione del 50% della frequenza delle crisi rispetto ai valori riportati in letteratura per stati di salute comparabili: ciò potrebbe inficiare i risultati dell’analisi a favore del trattamento più efficace ossia lacosamide. In ogni caso, i valori di utilità utilizzati nel modello sono stati accettati in altre analisi farmaco economiche. Il rapporto di HTA della Autorità Sanitaria Francese (HAS; Haute Autorité de Santé) [15] esprime parere favorevole al rimborso del farmaco per l'indicazione in esame (% di rimborso: 65%). Per quanto riguarda il giudizio in merito al valore terapeutico, l’agenzia ha attribuito un miglioramento (Amélioration du Service Medical Rendue, ASMR) di livello V, ossia nessun miglioramento* Il documento del NICE [5] riporta un'analisi di costo efficacia basata su un modello analitico decisionale nella quale lacosamide è risultata più costosa e più efficace di placebo con un rapporto incrementale costo efficacia (ICER) di £64.730. Nella analisi economica condotta per la stesura delle Linee guida lacosamide, pregabalin, tiagabina e zonisamide sono risultati, invece, più costosi e meno efficaci rispetto a levetiracetam e oxcarbamazepina. Pertanto, il NICE ritiene che questi medicinali debbano essere riservati ai pazienti per i quali gli altri antiepilettici sono controindicati oppure sono risultati non efficaci o non tollerati. Tra l’altro le linee guida ricordano che i dati a lungo termine con lacosamide, pregabalin, tiagabina e zonisamide sono limitati. *Il report HTA francese classifica il beneficio terapeutico apportato dal trattamento su una scala da I a V, dove I è considerato un beneficio significativo mentre V rappresenta l'assenza di miglioramento. Analisi economiche Una analisi costo utilità, condotta in Svezia, ha confrontato lacosamide come terapia aggiuntiva rispetto a nessun trattamento aggiuntivo in pazienti con epilessia parziale non controllata, utilizzando un albero decisionale come modello di simulazione per stimare costi ed esiti su un orizzonte temporale di due anni [16]. In questa analisi è stato stimato un costo incrementale per QALY guadagnato tra 27.641€ (24 mesi) a 30.254€ (6 mesi). Poiché questi valori ricadono nel range dei Willingness to pay per QALY guadagnato riportati in letteratura il trattamento con lacosamide in questa analisi è risultato essere costo efficace. Metodologia Referenza / tipo di Confronti analisi Pazienti / Nazione time horizon terapia aggiuntiva Bolin K, et Analisi costo con Svezia al. [16] utilità lacosamide vs nessun trattamento Misura Punto efficacia di /Misura di vista costo pazienti con crisi parziali non controllate con SSN o senza generalizzazioni secondarie QALY guadagnati Risultati (espressi come €/1000 pz) costo incrementale/QALY crisi evitate / guadagnato: 30.254 a 6 mesi, costi diretti 29.305 a 12 mesi, sanitari (trattamento, 28.651 a 18 mesi aggiuntivo orizzonte temporale: due anni gestione del paziente, altri costi diretti sanitari) e 27.641 a 24 mesi. costo incrementale per crisi evitata: 394 a 6 mesi, 190 a 12 mesi, 169 a 18 mesi e 156 a 24 mesi. Analisi dei costi (costi delle alternative, potenziale impatto di budget etc) Il costo di un anno di terapia con lacosamide 400 mg/die os è inferiore a levetiracetam orale e zonisamide somministrati alla dose massima riportata in scheda tecnica. Il costo di un giorno di trattamento con lacosamide ev è molto elevato ed è pari a 72€/die somministrando 400 mg/die. Il costo è comunque inferiore rispetto al trattamento ev di levetiracetam utilizzato al dosaggio massimo. Costo terapia orale Principio attivo Dosaggio[22] Costo all'ospedale Costo all'ospedale per per giorno di terapia anno di terapia Spreco di farmaco Lacosamide 200-400 mg/die 2,20-4,39€ 802 -1.604€ Levetiracetam 1.000-3.000 mg/die 650 -1.897€ - Zonisamide 100-500 mg/die 0,92-4,62€ 337 - 1687 € - Pregabalin 150-600 mg/die 0,90-2,70€ 329 - 988€ - Topiramato 200-400 mg/die 0,97-1,94€ 369-710€ - Oxcarbamazepina 900-3000 mg/die 0,41-1,38€ 150-504€ 100-500 mg/die 0,54-2,70€ 197-986€ Lamotrigina 1,78-5,20€ Note - - Costo terapia endovenosa Principio attivo Dosaggio[22] Lacosamide Levetiracetam 200-400 mg/die Costo all'ospedale giorno di terapia Spreco di farmaco Note 36,16-72,33€ 1.000-3.000 mg/die 36,00-108,00€ - Conclusioni Il farmaco non presenta studi di confronto diretto e non è possibile quindi stabilire la reale innovatività ed il benefecio clinico rispetto alle altre terapie disponibili. I dati di sicurezza hanno evidenziato, nello studio di confronto verso placebo, 4 casi di suicidio nei pazienti che assumevano il farmaco rispetto a nessun caso nel braccio di confronto. Per questo motivo è stato previsto nel programma di sorveglianza del farmaco (Risk Managment Plan) uno studio osservazionale per monitorare i potenziali eventi avversi del farmaco. Al fine di chiarire i reali vantaggi del farmaco rispetto alle alternative sarebbero quindi necessari studi di confronto attivo oltre ai risultati dello studio osservazionale, al momento ancora in corso, per approfondire il profilo di sicurezza del farmaco. Bibliografia SINTESI Caratteristiche del prodotto Lacosamide è un nuovo antiepilettico indicato nel trattamento aggiuntivo delle crisi parziali con o senza generalizzazione secondaria, non controllate con altri farmaci a partire dai 16 anni di età. Questo medicinale è disponibile sia in forma orale (fascia di rimborsabilità A) che endovenosa (fascia di rimborsabilità C), formulazioni che si sono dimostrate tra loro bioequivalenti. Inquadramento della patologia L'epilessia è uno dei disturbi neurologici più frequenti, ha un'incidenza annuale pari a 24-53 abitanti su 100.000 nei paesi industrializzati ed è caratterizzata da crisi epilettiche ricorrenti. Le crisi focali o parziali interessano un’area specifica di un solo emisfero cerebrale: possono essere semplici (senza disturbo di coscienza), complesse (con disturbo di coscienza) e con generalizzazione secondaria. Linee guida di trattamento esistenti Le nuove linee guida del NICE, disponibili on line ancora nella versione preliminare, raccomandano come prima linea carbamazepina, oxcarbamazepina, lamotrigina o sodio valproato. Se il primo farmaco non è efficace o non è tollerato è, allora, necessario utilizzare un secondo medicinale e, in caso di fallimento di quest’ultimo, considerare una terapia associata. L’utilizzo di lacosamide deve essere, comunque, riservato ai pazienti per i quali gli altri antiepilettici sono controindicati oppure sono risultati non efficaci o non tollerati. Dati di efficacia L'efficacia di lacosamide in formulazione orale è stata valutata esclusivamente in studi clinici randomizzati controllati con placebo per una durata di 12 settimane. Nei tre studi solo i bracci trattati con 400 mg/die e 600 mg/die hanno mostrato un incremento del tasso di responder e una riduzione della frequenza di crisi dal basale significativamente maggiore rispetto al placebo. Nell'analisi combinata dei tre studi anche il braccio trattato con 200 mg/die ha ottenuto un miglioramento statisticamente significativo per entrambi gli endpoint primari. I risultati delle estensioni in aperto degli studi registrativi non sono ancora stati pubblicati né sono disponibili studi di confronto diretto con altri farmaci antiepilettici aventi la medesima indicazione terapeutica. Tuttavia, confronti indiretti suggeriscono che la terapia aggiuntiva con lacosamide sia meno efficace rispetto ad una terapia aggiuntiva con zonisamide o con pregabalin. Le evidenze a supporto dell’efficacia della formulazione endovenosa sono molto limitate e provengono da due soli studi il cui obiettivo principale era valutare la farmacocinetica e la tollerabilità a breve termine. L’utilizzo delle fiale non richiede titolazione della dose e potrebbe essere, eventualmente, utile per garantire la continuità della terapia nei pazienti che non possono assumere la formulazione orale. L’infusione deve essere, tuttavia, somministrata da personale specializzato. Dati di sicurezza Gli eventi avversi più comuni correlati al trattamento riguardavano il sistema nervoso centrale e il tratto gastrointestinale, erano solitamente di intensità da lieve a moderata e miglioravano con la riduzione della dose. La tossicità cardiovascolare (blocco AV, sincope, bradicardia, prolungamento dell’intervallo PR) e gli eventi avversi psichiatrici (depressione, comportamenti suicidari) sono tra gli effetti avversi gravi rilevati: nel Risk Management Plan approvato dal CHMP è, pertanto, prevista l’implementazione di uno studio osservazionale di sicurezza durante il quale verranno monitorati in maniera particolare eventi di questa tipologia. Non sono disponibili dati sulla sicurezza a lungo termine. Altri report HTA Lo Scottish Medicine Consortium ha pubblicato un report in cui raccomanda l'utilizzo di lacosamide solo per pazienti refrattari ad altri antiepilettici e la sua prescrizione dovrebbe essere riservata a medici esperti in epilessia. La formulazione ev può essere una alternativa nei pazienti per i quali non è temporaneamente possibile la somministrazione orale. L'agenzia francese Has-France ha espresso parere favorevole all'utilizzo del farmaco, attribuendo nessun miglioramento nel valore terapeutico (Amelioration de Service Medicale Rendue, livello V*). Analisi dei costi (costi delle alternative, potenziale impatto di budget etc) Il costo di un anno di terapia con lacosamide 400 mg/die os è, inferiore a levetiracetam orale e zonisamide somministrati alla dose massima riportata in scheda tecnica. Il costo di un giorno di trattamento con lacosamide ev è molto elevato ed è pari a 72€ per 400 mg/die ma è, comunque, inferiore a quello di levetiracetam somministrato alla dose massima. Conclusioni Il farmaco non presenta studi di confronto diretto e non è possibile quindi stabilire la reale innovatività ed il benefecio clinico rispetto alle altre terapie disponibili. I dati di sicurezza hanno evidenziato, nello studio di confronto verso placebo, 4 casi di suicidio nei pazienti che assumevano il farmaco rispetto a nessun caso nel braccio di confronto. Per questo motivo è stato previsto nel programma di sorveglianza del farmaco (Risk Managment Plan) uno studio osservazionale per monitorare i potenziali eventi avversi del farmaco. Al fine di chiarire i reali vantaggi del farmaco rispetto alle alternative sarebbero quindi necessari studi di confronto attivo oltre ai risultati dello studio osservazionale, al momento ancora in corso, per approfondire il profilo di sicurezza del farmaco. Bibliografia 1. Vimpat®. European Public Assessment Report EPAR-EMA. http://www.ema.europa.eu/humandocs/Humans/EPAR/vimpat/vimpat.htm (accesso del 20.12.2010). 2. Vimpat®. Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto. 3. Kelemen A. Halasz P. Neuropsychiatr. Dis. Treat. 2010; 6: 465-71. 4. Diagnosi e trattamento delle epilessie. Sistema Nazionale iss.it/lgr_toscana_epilessie_2009 (accesso del 20.12.2010). Linee Guida 2009. 5. http://www.nice.org.uk/nicemedia/live/12108/50164/50164.pdf (accesso il 02.02.2011) 6. Ben.Menachem E et al. Epilepsia 2007; 48: 1308-17. 7. Chung S et al. Epilepsia 2010; 51: 958-67. 8. Halasz P et al. Epilepsia 2009; 50: 443-53. 9. Chung S. et al, CSN Drugs. 2010; 24: 1041-54. 10. Sake JK. et al CSN Drugs. 2010; 24: 1055-68. 11. www.scottishmedicines.org.uk 12. Prescrire Int. 2009; 18: 196. 13. Biton V et al. Epilepsia 2008; 49:418-24. 14. Krauss G et al. Epilepsia 2010; 51:951-7. 15. www.has-sante.fr (accesso il 02.02.2011) 16. Bolin K, Berggren F., Forsgren L. Acta Neurol Scand. 2010: 406-12. www.snlg-