Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
• Le domande essenziali
 quali sono le tradizioni della comparazione?
 come definire la comparazione?
• I Classici
• I Contemporanei
1
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
La comparazione può essere intesa:
• come procedimento logico
• come metodo di ricerca
2
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
La comparazione, come metodo di
ricerca, può riferirsi al:
• contesto della giustificazione (o controllo delle
ipotesi)
• contesto della scoperta (o elaborazione di
nuove ipotesi)
3
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
I Classici
• Cartesio (1662)
La comparazione è vista come un confronto tra un “più” e un
“meno”, tra “migliore” e “peggiore”, un confronto in cui gli
elementi normativi del giudizio giocano un ruolo assai rilevante.
• Locke (1690)
La comparazione è “fondamento e origine di tutte le
matematiche e di ogni dimostrazione e certezza”; la
comparazione comincia, pertanto, a presentarsi come procedura
di controllo.
4
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
I Classici
• Hegel (1812)
La comparazione è un passaggio dalla eguaglianza alla
ineguaglianza, dalla somiglianza alla differenza e viceversa, in
linea con quel procedimento di tesi-antitesi che sta alla base di
gran parte della sua filosofia.
• Comte (1864)
La comparazione (in senso spaziale o temporale) è vista come
“momento di controllo empirico di una inferenza”.
5
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
I Classici
• Tocqueville (1835)
La strategia comparativa di Tocqueville è piuttosto complessa;
egli giustappone diverse forme di comparazione:
una comparazione di due paesi nei quali cause differenti sono
associate ad effetti differenti;
una comparazione intranazionale dove ugualmente delle cause
differenti sono associate ad effetti differenti;
una comparazione intranazionale con l’aggiunta della variabile
temporale;
il ricorso ad un terzo caso per rinforzare la comparazione tra i
primi due;
l’individuazione delle caratteristiche comuni e delle differenze
per convalidare le spiegazioni sostenute.
6
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
I Classici
• Durkheim (1895)
L’aspetto principale della comparazione è per Durkheim la
classificazione, e il metodo delle variazioni concomitanti è il
procedimento comparativo che egli ha più spesso impiegato.
• Weber (1922)
Weber fa ricorso alla comparazione per un vasto numero di
“processi” storici o della vita quotidiana, che siano tra loro
omogenei nei più vari aspetti, ma differenti nel punto decisivo,
vale a dire nel motivo o nell’occasione su cui si indaga.
7
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
I Classici
Vi è quindi una profonda differenza tra Durkheim e Weber,
sebbene entrambi ricorrano alle regole della comparazione
elaborate da John Stuart Mill (vedi cap. 5):
• Durkheim preferisce il metodo delle variazioni concomitanti
• Weber preferisce il metodo delle differenze e delle concordanze
8
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
I Contemporanei
• Lasswell (1968)
Lasswell equipara il metodo scientifico a quello comparato, in
quanto per lui il metodo scientifico è, di fatto, inevitabilmente
comparato.
• Eisenstadt (1963)
La comparazione non è un metodo a sé stante, ma piuttosto
“una particolare attenzione agli aspetti macrodimensionali,
interdimensionali e istituzionali della società e dell’analisi
sociale”.
9
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
I Contemporanei
• Almond (1956)
Per Almond (allievo di Lasswell) la comparazione come metodo
scientifico è l’elemento centrale della scienza politica: “non è
scienza politica se non è comparata”.
• Sartori (1971)
“La comparazione è un metodo di controllo delle nostre
generalizzazioni, previsioni o leggi del tipo ‘se… allora’”.
10
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
I Contemporanei
• Lijphart (1975)
La comparazione viene definita come “metodo di controllo delle
relazioni empiriche ipotizzate tra variabili, …nel quale i casi sono
scelti in modo tale da massimizzare la varianza delle variabili
indipendenti e da minimizzare quella delle variabili di controllo”.
• Marradi (1982)
La comparazione è una “operazione mentale di confronto di due
o più stati distinti, di uno o più oggetti, su una stessa
proprietà”.
Nella sua definizione scompaiono sia il focus sul controllo, sia
quello sulle generalizzazioni, previsioni o leggi.
11
Morlino, Introduzione alla comparazione, Il Mulino, 2005
Capitolo 1. Come definire la comparazione
Come definire la comparazione?
La comparazione è un metodo di controllo delle
relazioni empiriche ipotizzate tra variabili in casi
diversi.
In altre parole, è “controllo empirico più spiegazione”
Di solito, i casi appartengono a differenti contesti
nazionali, ma possono essere anche unità o
sottounità all’interno di uno stesso contesto
nazionale.
12
Scarica

Outline cap 1 - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali