Complessità assistenziale: La metodologia, i risultati e i passi organizzativi intrapresi all’interno di una unità operativa di neurochirurgia Relatore: Giorgia Ciani (C.I. Medicina Riabilitativa Cesenatico) ASL Cesena Esposizione di uno studio condotto nell’ambito di Master Universitario di primo livello in Management Infermieristico per le funzioni di Coordinamento (Relatore: Dott.ssa Roberta Mazzoni , Studente: Giorgia Ciani, Correlatore: Dott. Gianni Bagni) LA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE In un contesto di risorse limitate, per riuscire a coniugare una copertura sanitaria adeguata a costi sostenibili è necessario , attraverso l’identificazione di criteri oggettivi, riconducibili e verificabili, riprogrammare le attività sulla base di livelli essenziali e appropriati di assistenza. Nel concetto di Complessità Assistenziale i BISOGNI DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA DELLA PERSONA sono determinati da tre dimensioni: 1° : condizione di salute/malattia; 2° : comprensione delle proprie necessità (conoscenza/consapevolezza); 3° : possibilità di mettere in atto autonomamente le azioni e i comportamenti. BACKGROUND Il modello della Complessità Assistenziale si ispira ai valori Professionali, facendo della centralità della persona il valore fondante. Il sistema integrato per la rilevazione e misurazione della complessità assistenziale si compone di elementi multidimensionali in grado di riflettere gli effettivi bisogni dei pazienti, le competenze del gruppo professionale, gli strumenti e la logistica necessaria, nonché il modello organizzativo più appropriato. La motivazione che ha determinato l’elaborazione dello studio condotto è la mancanza di conoscenza del reale grado di complessità assistenziale del paziente neurochirurgico, rispetto a indici attendibili che siano in grado di rilevarla e valutarla, durante il percorso di cura. METODO La Metodologia di misurazione dell’intensità assistenziale, valuta l’impegno infermieristico nel processo di cura messo in atto, all’interno di specifiche realtà operative. Consiste: •indicare e descrivere le azioni di assistenza; • pianificare l’assistenza infermieristica (Modello Teorico); • misurare costantemente lo stato di intensità delle cure; • quantificarne le prestazioni e valutarne l’appropriatezza; e successivamente: • comparare le criticità delle varie strutture e integrare, dove possibile, il personale di assistenza con quello di supporto. TIPOLOGIA DI INDICAZIONI FORNITE DALLA METODOLOGIA APPLICATA •Identificazione della complessità assistenziale da gestire per ogni bisogno identificato dal Modello Teorico di riferimento(Modello delle Prestazioni); •Indice di Complessità Assistenziale del paziente (somma di valori identificati di ogni bisogno, per ogni singolo paziente) ; •Indice di Complessità Assistenziale giornaliero di UO (somma delle complessità di ogni paziente presente all’interno di ogni giornata di rilevazione). OBIETTIVI di questo progetto •Indagare la realtà assistenziale della Neurochirurgia di Cesena •Indagare l’applicabilità di questa metodologia ( vantaggi – limiti) rilevazione, un mese, (12/1111/12/08) Successive rilevazioni di 7 giorni a marzo 2009 Composizione del case-mix di utenza nel periodo di riferimento dell’UO di Neurochirurgia di Cesena (centro Hub Area Vasta Romagna). C1=cranico vascolare C2=cranico traumatico C3=cranico oncologico X1=cranico+vertebrale X2=altra patologia cranica V1= vertebrale degenerativo V2=vertebrale traumatico V3= vertebrale oncologico U.O. Dotata di 31 posti letto, di cui 5 monitorizzati (camera sub-intensiva), gestita da 14 Neurochirurghi 21 infermieri (di cui 2 part-time) 1 Coordinatore Infermieristico e 3 OSS L’UO di Neurochirurgia si occupa del trattamento medico - chirurgico delle seguenti patologie: a) Neoplastica cerebrale; b) Vascolare cerebrale (malformazioni artero-venose, aneurismi, cavernomi, ictus emorragici ed ischemici); c) Vascolare tronchi sovra-aortici; d) Trauma cranico e vertebrale con e senza interessamento midollare; e) Spinale (degenerativa, tumorale, vascolare); f) Sistema nervoso periferico (neoplastiche e compressive); g) Varie: infezioni, ascessi, idrocefali, cisti liquorali, monitoraggi della pressione intracranica, cranioplastiche (con osso autologo, resine acriliche, idrossiapatite). Sono stati creati o modellati i documenti di registrazione dell’attività assistenziale Strumenti elaborati: introducendo il dato di rilevazione COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE tra quelli registrati quotidianamente dagli operatori. È stata pianificata e condotta una formazione specifica (accreditata), finalizzata all’acquisizione della competenza, che ha permesso una compilazione omogenea da parte di tutti gli infermieri di UO. •Identificazione del dato di complessità assistenziale da gestire per ogni bisogno del Modello Teorico applicato; Gradi di complessità più frequentemente gestita, nei bisogni identificati dal Modello di riferimento: •ALIMENTAZIONE. Grado 1-2; •STABILITÀ CARDIOCIRCOLATORIA: grado 2-5; •TRATTAMENTI DIAGNOSTICI:Grado 1-2; •ELIMINAZIONE: Grado 0-4; •MOVIMENTO / IGIENE: Grado 4-5; •NEURO: (sicurezza / comunicazione): Grado 0-1 (dato successivo 3 / 4); •RIPOSO E SONNO: Grado 0-1; •TRATTAMENTI TERAPEUTICI: Grado 3-5. •TRATTAMENTI TERAPEUTICI: Grado 3-5. •MOVIMENTO / IGIENE: Grado 4-5; •STABILITÀ CARDIOCIRCOLATORIA: grado 2-5; •NEURO: (sicurezza / comunicazione): Grado 0-1 (dato successivo 3 / 4); •Indice di Complessità Assistenziale del paziente (singolo caso); Determinato dalla somma dei valori ottenuti dalle scale utilizzate per analizzare il supporto nei singoli bisogni. Più è alto il punteggio maggiore è l’intensità di cura. Numerosità dei valori di complessità assistenziale riscontrati nei singoli casi (frequenza del valore) N° dei casi: 594 dei 715 analizzati. Media = 19,95455 Moda= 24 Mediana = 19 DS = 9,265593 Range dei totali di sommatoria dei bisogni nelle rilevazioni = (MIN) 3 – 42 (MAX) Esempi di casi appartenenti ai 3 sottogruppi di popolazione: Rappresentazione del grado di “supporto” per il raggiungimento della soddisfazione dei bisogni identificati CLASSE I° CLASSE II° CLASSE III° Valori da 2 a 14 Valori da15 a 28 Valori da 29 a 43 INTENSITÀ BASSA INTENSITÀ MEDIA INTENSITÀ ALTA Competenze relazionali ed educative Competenze relazionali tecniche ed Competenze relazionali e tecniche educative % delle classi nel numero di casi rilevati 29% CLASSE BASSA ASSISTENZA 50% CLASSE MEDIA ASSISTENZA 21% CLASSE ALTA ASSISTENZA •Indice di Complessità Assistenziale (ICA) giornaliera: sommatoria delle rilevazioni di complessità assistenziale (di ogni caso) di una specifica data di rilevazione Grafico : ICA giornaliero sovrapposto al numero di pazienti presenti in UO nelle giornate di rilevazione ICA Numero pazienti Quello che appare è che l’andamento dell’ICA è condizionato dalla numerosità, ma a numero di pazienti uguali, l’ICA non presenta un valore identico, e non sempre direttamente proporzionale, il che evidenzia l’importanza del valore di complessità assistenziale del singolo caso, nella determinazione dell’indice complessivo. •CONFRONTO PER ICA GIORNALIERO Il dato di complessità giornaliera (ICA giornaliero) verrà “stadiato” dopo le successive rilevazioni già previste per l’anno 2009, nel contesto di riferimento. Riflessioni SUL METODO applicato VANTAGGI LIMITI • Definire specifiche competenze infermieristiche. • L’assenza di un supporto informatizzato. • Completezza della registrazione delle informazioni. • Attribuire lo stesso peso a ogni scala dei bisogni del paziente può determinare un appiattimento della stima dei casi. • Monitoraggio costante del regime assistenziale fornito. • Visione più nitida sulle necessità assistenziali della tipologia di utenza . • I dati stimano le componenti, definiscono l’entità e le caratteristiche dei fenomeni, ma non colgono le ripercussioni organizzative (qualità nel percorso di cura dell’utente). CONCLUSIONI Strumento organizzativo per comprendere e stimare l’attività e i servizi forniti all’utente. RAFFORZA la consapevolezza del ruolo responsabili dell’assistenza (consapevole: che sa, che conscio, cosciente, edotto). di professionisti si rende conto di un fatto, In una logica di GOVERNO CLINICO l’analisi del contesto permetterebbe la definizione, in base alle risorse umane, strumentali, tecniche e organizzative, dei parametri standard da rispettare per garantire un’assistenza di qualità.