Tiroide, mammella ed altri organi parenchimali Prof. Vincenzo Ostilio Palmieri Clinica Medica “A. Murri” (Dir. Prof. G. Palasciano) Università di Bari Ministero della Salute PROQUAL • L’appropriatezza è una componente della qualità assistenziale che coniuga efficacia, efficienza ed opportunità e fa riferimento alla possibilità di erogare le prestazioni necessarie alla singola persona da assistere, nel servizio più adatto, in un arco di tempo ragionevole e secondo criteri di economia. Appropriatezza delle prestazioni Appropriatezza generica o organizzativa Valuta l’uso appropriato delle risorse ospedaliere e sanitarie per la risoluzione del problema di salute Si fonda sulla valutazione prevalente dell’economicita’ e dell’ efficienza della scelta professionale E’ strettamente connessa a fattori quali sede ed accessibilità dei servizi, tempi di attesa delle prestazioni, aspetti di sicurezza, valutazioni economiche Appropriatezza specifica o clinica Dipende dalla diagnosi Valuta l’uso appropriato delle conoscenze biomediche per la risoluzione del problema di salute Si fonda sulla valutazione prevalente dell’efficacia della scelta professionale Ministero della Salute PROQUAL – La definizione dei criteri di priorità di accesso dei cittadini alle prestazioni • Fattori clinici • Fattori demografici • Fattori psicosociali Problemi Prioritari di Salute • Prevalenza – Es. Nodulo tiroideo • Urgenza ed Emergenza – Es. Dolore e febbre in sede laterocervicale • Gravità – Crescita e diffusione di neoplasie maligne • Intervento – Stadiazione delle neoplasie Metodo e Metodica Metodo Clinico – La via da seguire per la“conoscenza” del malato (Scienza) Metodica – Mezzo usato per la “conoscenza” del malato (Tecnica) Scienza Tecnica Fasi dell’approccio per problemi (Metodo Ipotetico-Deduttivo) Identificazione del Problema Analisi del Problema Ipotesi Diagnostiche Soluzione del Problema Ecografia Internistica • I medici internisti utilizzano il metodo basato sul processo di soluzione dei problemi • Gli internisti utilizzano la metodica ecografica per studiare l’organismo a vari livelli • L’approccio per problemi in Ecografia coniuga metodo e metodica in medicina. COLOR DOPPLER DEGLI ORGANI PARENCHIMALI PROBLEMI CLINICI • LESIONE NODULARE – Formulare una diagnosi differenziale fra lesioni nodulari benigne e maligne – Formulare una diagnosi differenziale fra lesioni maligne primitive e secondarie – Formulare la stadiazione – Eseguire il follow-up delle lesioni nodulari sottoposte o meno a trattamento – Formulare la diagnosi di recidiva di una lesione nodulare maligna • PATOLOGIA DIFFUSA – Confermare la diagnosi clinica 32nd Annual Meeting Bari, Italy, August 21-26, 2004 Sheraton Nicolaus Hotel New Perspectives in Ultrasonographic Study of Microvasculature in Hepatic Tumors Vincenzo Palmieri F. Minerva, S. Mingardi, D. Piscitelli, P. Portincasa, G. Palasciano Clinica Medica “A. Murri” – University of Bari VASCULAR CHARACTERIZATION OF PARENCHYMAL ORGANS • Differential diagnosis between benign and malignant tumors • Differential diagnosis between malignant tumors • Control of efficacy of loco-regional treatments (PEI, RF) and of antiangiogenic molecules (Neovastat, Sugen, TNFa, …) • Screening for HepatoCellular Carcinoma (HCC) in hepatic cirrhosis (differential diagnosis with rigenerative nodules) • Screening for hepatic metastasis in patients with malignant tumors DETECTION OF NEOANGIOGENESIS Spiral CT Dynamic MRI VELOCITY OF GROWING OF MALIGNANT TUMORS PREVASCULAR PHASE: slow, torpid Neoangiogenesis “GROWING TUMORAL SPREADING” SPREADING Tumultuous Folkman, 1973 CHARACTERS OF TUMORAL NEOANGIOGENESIS • Chaotic and irregular vessels • Pheriphery-center lesion vessels distribution • Increased number of vessels within the lesion (e.g.: HCC) • Thin vessel walls: without smooth muscle cells, incomplete endothelial lining TUMORAL NEOANGIOGENES AND DIAGNOSIS OF MALIGNANT NEOPLASTIC TUMOR Tumoral vascular pattern a) Abnormal flow (e.g. sub-stenosis) Doppler US (e.g. sub-stenosis) High sistolic peak, low diastolic component b) Alteration of perfusion time Contrast enhanced imaging (Spiral CT, MRI, Harmonic US) ORGANI PARENCHIMALI ED ECO-COLOR-DOPPLER • • • • • • • • • • Tiroide Linfonodi Ghiandole salivari Mammella Fegato Milza Pancreas Reni Prostata Testicoli ed epididimo TIROIDE SIUMB, 2005 TIROIDE SIUMB, 2005 Anatomia Principali indicazioni all’esecuzione dell’esame • Sospetto distiroidismo (ipo, iper) • Sospetta tiroidite subacuta • Disfonia, disfagia • Tumefazione del collo • Tiroide palpabile • Trattamento con farmaci tireotossici • Follow-up pazienti con patologia tiroidea nota (nodulare e non) • Follow-up pazienti tiroidectomizzati per cr. • Procedure di ecointerventistica e controlli post-trattamento • … Valutazioni di base • Volume • Margini • Ecostruttura • Vascolarizzazione parenchimale • Formazioni nodulari • Linfonodi loco-regionali • Strutture adiacenti Valutazioni di base • Gran parte delle informazioni di base possono essere ottenute con poche scansioni. A Trasversale B Longitudinale C Lobo piramidale Valutazioni di base - ecostruttura • Ecostruttura: omogenea / finemente disomogenea • Ecogenicità: superiore a quella dei muscoli pretiroidei Le potenzialità di risoluzione assiale e laterale delle sonde utilizzate influenzano la definizione dei dettagli ecostrutturali Valutazioni di base - ecostruttura - 10 MHz 13 MHz Valutazioni di base - vascolarizzazione • La vascolarizzazione parenchimale tiroidea è caratterizzata da flussi a bassa velocità (corretta taratura dell'ecografo !!!). • Isolati spot vascolari localizzati in corrispondenza del decorso dei vasi principali. • Può essere accentuata in condizioni fisiologiche (pubertà, gravidanza, allattamento) Valutazioni di base - vascolarizzazione • L'analisi della vascolarizzazione può essere: 9 qualitativa 9 quantitativa • E' possibile valutare il calibro delle arterie tiroidee (< 3 mm ) Valutazioni di base - strutture adiacenti - • Asse laringo-tracheale • Esofago • Asse neuro-vascolare • Muscoli pretiroidei • Muscoli prevertebrali • Tessuti molli e linfonodi Tireopatie diffuse • Gozzo – diffuso – colloido-cistico – nodulare • Basedow • Tiroidite cronica • Tiroidite subacuta Gozzo secondario a litio Gozzo multinodulare Gozzo tiroiditico Basedow Aspetti ecografici • volume: normale o aumentato (75%) • margini: regolari o lobulati • ecostruttura: ipoecogena / disomogenea • Ø a. tiroidea inf. > 3 mm Aspetti color-Doppler • vascolarizzazione parenchimale: aumentata (“inferno”) • picchi sistolici: 50 -120 cm/s (utile nel monitoraggio) • flusso: turbolento Tiroidite cronica Aspetti ecografici • volume: variabile • margini: irregolari nelle forme avanzate • ecostruttura: disomogenea / diffusamente ipoecogena con tralci iperecogeni / distrettualmente ipoecogena ( 'a pelle di leopardo' ) Aspetti color-Doppler • vascolarizzazione parenchimale: variabile ( TSH ) • picchi sistolici: < 30 cm/s NB: non tutte le tiroidi ad ecostruttura disomogenea sono tiroiditi croniche Tiroidite subacuta Aspetti ecografici • volume: variabile • margini: sfumati • ecostruttura: disomogenea, distrettualmente ipoecogena (aree ipoecogene più o meno estese a margini sfumati) Aspetti color-Doppler • vascolarizzazione parenchimale: variabile • picchi sistolici: < 30 cm/s NB: la diagnosi deve essere formulata sulla base della clinica Basedow Spessore lobare Tralci iperecogeni Margini lobulati Noduli iperecogeni Ipervascolarizzazione Tiroidite cronica Tiroidite cronica Tiroidite cronica Tiroidite subacuta Tiroidite subacuta Patologia nodulare Caratteristiche di base • numero di noduli • tipo (solido, liquido, misto) • ecostruttura (parenchimale e nodulare) • forma / margini • alone ipoecogeno (presenza, spessore, estensione) • calcificazioni • pattern vascolare • trachea • segni di invasione delle strutture adiacenti • linfoadenopatie Caratteristiche di base - numero, tipo - UNICO, SOLIDO MULTIPLI, SOLIDI LIQUIDO MISTO Caratteristiche di base - ecostruttura nodulare e parenchimale - Nodulo ipoecogeno, tiroide omogenea Nodulo ipoecogeno, tiroide disomogenea Nodulo isoecogeno Nodulo iperecogeno Caratteristiche di base - forma, alone ipoecogeno - Forma regolare Forma irregolare Alone presente, sottile Alone assente Caratteristiche di base - calcificazioni - A guscio Macrocalcificazioni Microcalcificazioni Colloide densa Caratteristiche di base - pattern vascolare pattern NODULARE Tipo I - assente Tipo II – perinodulare Tipo III – peri ed intranodulare pattern PARENCHIMALE Tipo IV – diffuso Caratteristiche di base - invasione strutture contigue - Tessuti molli Muscoli pretiroidei Vena giugulare Criteri probabilistici di natura BENIGNITA’ MALIGNITA’ • Anecogeni • • • • • Iso-iperecogeni • Macrocalcificazioni • Calcificazioni a guscio • Margini regolari • Alone sottile e regolare • Pattern vascolare tipo I-II • Presenza di noduli simili Ipoecogeni Microcalcificazioni Margini irregolari Gettone solido vascolarizzato in formazioni cistiche • Alone assente / spesso ed irregolare • Pattern vascolare tipo III • Adenopatie sospette Formazioni solide Formazioni solide - citologia: forme follicolari - Formazioni solide - citologia: ca papillifero - Formazioni solide - citologia: ca papillifero - Formazioni solide - cito-istologia: ca follicolare - Formazioni solide - noduli caldi - Formazioni solide - noduli caldi - Asimmetria lobi tiroidei Vascolarizzazione peri ed intranodulare Vsist > 1 m/s Formazioni solide - alcolizzazione - basale dopo 6 mesi dopo 15 mesi dopo 15 mesi NODULO TIROIDEO Formazione occupante spazio distintamente palpabile nel contesto della tiroide Formazione occupante spazio non palpabile, riconosciuta ecograficamente CAUSE DI NODULO TIROIDEO • Neoplasie della tiroide – Adenoma – Carcinoma • Cisti – Cisti semplici colloidali – Tumori solido/cistici (emorragia, necrosi) • Gozzo multinodulare – Nodulo dominante in un gozzo • Altre – Tiroiditi • Tiroidite subacuta, tiroidite linfocitaria, cronica, malattie granulomatose – Anormalità dello sviluppo • Dermoidi • Rare agenesie unilaterali dei lobi NEOPLASIE DELLA TIROIDE • • • • • • • Carcinoma papillare Neoplasie follicolari Neoplasie a cellule di Hurthle Carcinoma midollare Carcinoma anaplastico Linfoma Metastasi American Physicians Association, 2005 Elementi clinici suggestivi per la diagnosi di carcinoma tiroideo in un soggetto con nodulo tiroideo isolato • Forte sospetto – Anamnesi familiare di carcinoma midollare o neoplasia endocrina multipla – Rapida crescita del nodulo, specialmente durante terapia soppressiva con L-tiroxina – Nodulo duro – Fissità del nodulo alle strutture adiacenti – Paralisi delle corde vocali – Linfoadenopatia regionale – Metastasi a distanza • Sospetto moderato – – – – – Età <20a o >70a Sesso maschile Anamnesi di irradiazione della regione cranio-cervicale Nodulo >4cm o parzialmente cistico Sintomi di compressione (disfagia, raucedine, disfonia, dispnea e tosse) LA GESTIONE DEL NODULO TIROIDEO Imaging tiroideo (I) • Ecografia – Identifica i noduli non palpabili – Calcola il volume preciso dei noduli e della ghiandola – Differenzia le cisti semplici (raramente maligne) dai noduli solidi o misti (5% di malignità) – E’ di supporto per procedure interventistiche (agoaspirato, alcolizzazione, aspirazione di cisti, laserterapia) – Consente il monitoraggio degli effetti del trattamento – Modifica l’iter diagnostico in 2/3 dei soggetti con noduli tiroidei palpabili (rilievo di cisti, noduli multipli, noduli <1cm) LA GESTIONE DEL NODULO TIROIDEO Imaging tiroideo (II) • Ecografia – Caratteri ecografici associati a maggior rischio di malignità: • • • • • • Ecostruttura ipoecogena Microcalcificazioni Margini irregolari Assenza di alone periferico Segnale di color-doppler intranodulare Evidenza di invasione o linfoadenopatia regionale – L’ECOGRAFIA NON PUO’ REALMENTE DISTINGUERE I NODULI BENIGNI E MALIGNI LA GESTIONE DEL NODULO TIROIDEO AGOASPIRATO (Fine-Needle Aspiration Biopsy) INDICAZIONI ALLA FNAB • Tutti i noduli non iperfunzionanti, solidi o misti, da 1 cm di diametro in su GESTIONE DEL NODULO TIROIDEO IN BASE ALLA FNAB Nodulo tiroideo Agoaspirato tiroideo Diagnostico (85%) Non Diagnostico (15%) Benigno (75%) Maligno (5%) o Sospetto (20%) Nuova FNAB FollowFollow-up Nuova FNAB (6(6-12m) Chirurgia Diagnostico (50%) Non diagnostico (50%) Basso Rischio Follow up Alto rischio Chiurgia Linfonodi loco-regionali Compartimenti: • Centrale (VI) prelaringeo, pre-paratracheale • • Sottomentoniero (I) Laterocervicale (II-III-IV) superiore, medio, inferiore • Triangolo posteriore del collo o spinale accessorio (V) • Mediastinico superiore (VII) Stadiazione TNM N1a N1b metastasi al livello VI metastasi omolaterali, controlaterali o bilaterali ai linfonodi cervicali o mediastinici superiori Linfonodi loco-regionali - caratteristiche da valutare Volume Morfologia • ovalare • globosa Ecostruttura • ipoecogena • omogenea / disomogenea • simil tiroidea Stria iperecogena centrale • assente/ presente Vascolarizzazione • ilo singolo / ili multipli CARCINOMA DIFFERENZIATO DELLA TIROIDE LINEE GUIDA SIE-AIMN-AIFM PER IL TRATTAMENTO ED IL FOLLOW-UP 6.A PERSISTENZA DI MALATTIA E RECIDIVA IN SEDE LOCALE Le recidive linfonodali rappresentano il 60-75% delle recidive locoregionali… … Î Nei casi di linfoadenopatia sospetta deve essere condotta agoaspirazione ecoguidata della adenopatia per esame citologico ed eventuale dosaggio della Tg sul liquido di lavaggio dell’ago (precedente esame citologico non diagnostico, adenopatie di piccole dimensioni). … Linfonodi reattivi Linfonodi laterocervicali sospetti Metastasi linfonodali Metastasi linfonodali Linfonodi maligni da altra patologia MAMMELLA MAMMELLA SIUMB, 2005 INDICAZIONI GENERALI ALL’ESAME ECOGRAFICO DELLA MAMMELLA • In associazione alla mammografia • Definizione di natura delle opacità nodulari rilevate all’esame mammografico • Studio di tumefazioni palpabili in donne giovani (densità mammaria) • Studio di tumefazioni palpabili in gravidanza ed allattamento • Valutazione di impianti protesici • Guida per l’agoaspirazione di lesioni non palpabili • (?) Metodica di screening di tumori non palpabili, mammograficamente non rilevabili (?) INDICAZIONI DI SECONDO LIVELLO ALL’ECOGRAFIA DELLA MAMMELLA • Valutazione dell’eventuale infiltrazione duttale • Rilievo dell’interessamento linfonodale • Ricerca di eventuali foci aggiuntivi al tumore principale • Esame di scelta nella valutazione diagnostica non oncologica (valutazione della flogosi, dei traumi o degli esiti e della mastodinia) DOPPLER, COLOR-DOPPLER E POWER-DOPPLER NELLO STUDIO DELLA MAMMELLA • • • • Cisti Fibroadenoma Tumore fillode Papilloma • Neoplasie maligne CISTI MAMMARIA • Più frequente lesione benigna fra 35-50a • In genere associata alla mastopatia fibrocistica • Possibile regressione spontanea (dopo menopausa) • Accuratezza US 100% • Semplice o complicata • Possono presentare vegetazioni parietali, benigne (papillomi), più raramente maligne (carcinomi) Cisti con vegetazione e polo vascolare (dd con cisti corpuscolate): papilloma TUMORE FILLODE • Tutte le età, ma soprattutto giovanile • DD con fibroadenoma: difficile in fase di quiescenza e se di piccole dimensioni • Più spesso di grandi dimensioni • Maggiore tendenza a recidiva e a degenerazione maligna (5%) FIBROADENOMA • Più frequente lesione benigna della mammella di tipo solido • Caratteristica dell’età giovanile • Spesso multiplo e bilaterale • All’US: forma regolare, prevalenza del D longitudinale, ecogenicità variabile in rapporto alla quota cellulare e al tessuto fibroadiposo • Al Color-Doppler: scarsi segnali vascolari (non superiori a 3) e periferici FIBROADENOMA PAPILLOMA • Lesione iperplastica del rivestimento dei grossi dotti retroareolari caratterizzata da neoformazione che dilata il lume fino a dimensioni cistiche (papilloma intracistico) • Spesso associata a secrezione del capezzolo • Diagnosi con galattografia • Possibile associazione con neoformazioni maligne Ecografia nella neoplasia maligna della mammella • Migliora l’accuratezza diagnostica della mammografia, aumentando sia la sensibilità (sino al 90%) che la specificità (sino al 98%) • Studio dell’angiogenesi tumorale con l’impiego del Color e del Power Doppler • Incremento delle potenzialità diagnostiche con l’uso degli ecoamplificatori e dell’elastosonografia (comportamento teso-elastico delle lesioni mammarie) CARCINOMA MAMMARIO •Distribuzione della neovascolarizzazione •Morfologia (disposizione, tortuosità, irregolarità, presenza di shunts) •Caratteristiche dinamiche (indici di pulsatilità e picco di velocità sistolica) •Correlazione fra numero di poli vascolari e grading neoplastico Doppler, Color-Doppler e Mezzi di Contrasto nella Patologia Mammaria • Vivace neovascolarizzazione che in oltre il 50% dei casi ha un rapporto tra area color ed area solida in genere maggiore al 30% e un numero di poli vascolari > 2 • Il 50% delle lesioni benigne presenza una vascolarizzazione assai povera, prevalentemente periferica, con un rapporto fra zona color ed area solida inferiore al 10% e numero di poli vascolari raramente >1 • Differenziazione fra linfoadenopatie reattive e neoplastiche • Diagnosi differenziale fra recidiva e cicatrice • Parametri semeiologici dinamici (tempo di comparsa del mezzo di contrasto e persistenza dell’enhancement) GHIANDOLE SALIVARI Parotide Dimensioni Sede Dotto di Stenone cm 4,5 x 3,5 loggia parotidea 3-4 mm di calibro, decorre nel prolungamento anteriore (porzione “masseterina”) Rapporti anatomici ramo mandibola mm. sternocleidomastoideo, massetere e digastrico articolazione temporo-mandibolare n. faciale condotto uditivo esterno Parotide Gh. sottomandibolare Dimensioni cm 3,5 x 1,5 Sede loggia sottomandibolare Dotto di Wharton 2-3 mm di calibro Rapporti anatomici corpo mandibola mm. miloioideo, ioglosso, digastrico n. ipoglosso linfonodi sub- e angolo-mandibolari Gh. sottomandibolare Ipertrofia semplice Cisti Calcolosi Scialoadeniti Sindrome di Sjögren Pat. neoplastica benigna Patologia acute (batteriche e virali) specifiche lipoma angioma adenolinfoma oncocitoma adenoma pleomorfo Pat. neoplastica maligna cr mucoepidermoide o potenzialmente maligna cr adenoidocistico cr epidermoide adenocarcinoma cr indifferenziato linfoma non Hodgkin Ascesso Sarcoidosi Patologia focale Ruolo dell’ecografia • Valutazione delle lesioni occupanti spazio (sede, numero, struttura, margini, vascolarizzazione, rapporti con strutture viciniori) • Valutazione linfonodi locoregionali Limiti • Definizione di natura (benigna / maligna) • Definizione della sede della lesione Segni di probabile benignità • Lesione liquida ben delimitata (cisti) • Noduli omogenei con limiti ben definiti • Aspetto tipico di adenolinfoma (tumore di Warthin) Formazione rotondeggiante, a margini regolari, con sepimentazioni e zone liquide all’interno. Possono raggiungere dimensioni cospicue. Bilaterale e multifocale. • Aspetto tipico di adenoma pleomorfo (tumore misto) Formazione singola, solida, ipoecogena, omogenea, a limiti netti. Potenzialmente degenera (4-8%). Segni di probabile malignità • • • • • • Lesioni solide, ipoecogene, a struttura disomogenea Microcalcificazioni intranodulari Aree liquide intralesionali a limiti sfrangiati (necrosi) Margini irregolari Invasione evidente di strutture limitrofe Linfoadenopatie locoregionali di tipo neoplastico Adenocarcinoma / carcinoma indifferenziato Ecostruttura ipoecogena e disomogenea, aree di necrosi emorragica, margini mammellonati, metastasi intraghiandolari e linfonodali Formazioni benigne Formazioni benigne Formazioni benigne Formazioni benigne Linfonodi Formazioni maligne