MELO - Anno XXV - N. 24 - del 19.10.2015
SERVIZIO DIFESA FITOSANITARIA
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La problematica della Nectria nei frutteti
Da alcuni anni si osserva un aumento di casi di Nectria nei frutteti. Le varietà più sensibili sono
Red Delicious e Gala, ma anche Golden ed altre cultivar possono essere colpite, specialmente se
collocate in zone particolarmente favorevoli a questa malattia. Questo si riscontra specialmente
sui giovani astoni appena messi a dimora e sugli impianti in allevamento. Nei frutteti dove sono
stati riscontrati problemi è necessario intervenire sia con operazioni di tipo agronomico che con
trattamenti chimici.
Nectria galligena (=Cylindrocarpon mali) è un fungo che causa la formazione di piccole tacche
depresse sugli organi legnosi, per lo più localizzate in prossimità di lesioni di gemme morte o
all’inserzione dei giovani rametti. La pianta reagisce in corrispondenza della zona colpita, formando
una barriera cicatriziale che tende ad arginare lo sviluppo del patogeno. Contemporaneamente
la parte ammalata necrotizza fortemente, e dalla reazione tra pianta e patogeno si originano
dei cancri con margini rilevati e la zona centrale imbrunita e fessurata. Se la lesione interessa il
tronco o le branche principali viene diminuita anche la resistenza dell’impalcatura e i rami colpiti
si spezzano.
Per limitare i danni da Nectria si consiglia di ridurre le concimazioni azotate, e asportare con la
potatura invernale i rami colpiti. Si consiglia anche di ripulire le parti attaccate del fusto e trattarle con Sali di rame. Se il cancro interessa il fusto è possibile provare a ripulire la lesione con
coltelli, raschietti e spazzole metalliche, trattando poi la parte con prodotti a base di rame o con
appositi mastici. Le piante troppo compromesse vanno sostituite.
Trattamenti chimici
È stata concessa in questi giorni dalla Regione la deroga ai disciplinari di difesa, per un unico
trattamento in post-raccolta a base di tiofanate metile proprio per la problematica della Nectria
(es. Enovit metyl a 90-110 ml/hl, max 1.4 l/ha). Il trattamento va effettuato prima della caduta
delle foglie.
La deroga è concessa per le aziende ricadenti in provincia di Sondrio e per il solo trattamento
autunnale. Dovrà inoltre essere tenuta da Melavì e dai soggetti privati la registrazione delle
aziende e degli appezzamenti su cui sono stati eseguiti i trattamenti. Le suddette informazioni
devono restare tracciate, disponibili ed accessibili per ogni accertamento degli uffici competenti.
Rame : il trattamento con Rame va eseguito quando circa metà delle foglie sono cadute. Impiegare prodotti rameici registrati per questa avversità, alle dosi riportate in etichetta. Il trattamento
con Rame andrà possibilmente ripetuto in primavera, alla fase di “gemme gonfie”. Questo intervento è utile anche contro la sfogliatura rameale delle Red Delicious e Gala.
“Sfogliatura” del melo
Come è già stato anticipato, il freddo invernale ha un ruolo di primo piano nel favorire la
formazione di ferite superficiali sulla corteccia del melo, che poi sono via di ingresso dei patogeni.
Per aumentare la resistenza del fusto e impedire o rallentare la formazione di ferite, si consiglia
l’imbiancatura del tronco mediante vernice da esterno (che riflette la radiazione solare), diluita
con 20-30% di acqua. Per migliorare l’adesività si consiglia di aggiungere colla Vinavil (1 Kg ogni
10 Kg di vernice), e un prodotto di fungicida di copertura (rame, dithianon o captano).
Nel periodo invernale si consiglia vivamente di estirpare ed eliminare, possibilmente bruciandole,
le piante gravemente colpite dalla sfogliatura o morte, per ridurre la diffusione del bostrico la
prossima primavera.
Pratiche di concimazione autunnale
Al termine della raccolta delle mele si può procedere alle pratiche di concimazione autunnale.
Tenuto conto delle esigenze nutrizionali del melo, quantificabili in circa 80 Kg/ha all’anno di
azoto, 40 di fosforo e 90 di potassio per garantire una corretta restituzione delle esportazioni, una
parte della concimazione può essere effettuata anche nel periodo autunnale. Questo è l’ideale
per esempio per la somministrazione di concimi organici, come letame maturo piuttosto che
concimi organici pellettati come pollina ecc., o misti organici, nei quali gli elementi azoto, fosforo
e potassio, essendo legati alla matrice organica, sono meno sensibili al dilavamento e possono
giovare alla nutrizione del terreno e anche della pianta già nel periodo autunno invernale.
In questo periodo inoltre rivestono un’importanza notevole gli elementi fosforo e potassio,
perché
– aiutano la pianta a entrare nel migliore dei modi in riposo invernale, determinando anche un
rafforzamento del tronco, del colletto e delle radici. Questo è importante soprattutto come
strategia di contenimento del fenomeno della “moria”, che sembra avere nei freddi invernaliprimaverili un ruolo fondamentale nel determinare l’apertura di ferite nella corteccia.
– a iutano a completare la maturazione delle gemme
– r ipristinano le sostanze di riserva indispensabili per la ripartenza primaverile
– a ttivano le difese naturali della pianta.
– p
er avere un più rapido assorbimento e quindi godere di un maggior vantaggio di questi
elementi, si consiglia la loro somministrazione per via fogliare, con uno dei numerosi prodotti
disponibili in commercio.
Al contrario la frazione azotata al terreno non va mai somministrata in autunno, ma sempre
in primavera alla ripresa vegetativa perché facilmente dilavabile. L’unica forma di azoto che
può essere somministrata in autunno, fintanto che le foglie sono attive, è l’urea (contenuto di
azoto 46%), che viene traslocata alle radici come riserva e disponibile la primavera successiva. In
questo caso occorre conteggiare che 3-4 Kg/hl di urea, equivalgono ad un apporto primaverile di
circa 25 Kg di azoto, che andranno sottratti in primavera alle concimazioni azotate da effettuare.
L’urea aiuta la decomposizione delle foglie, e risulta utile soprattutto in caso di forte presenza di
ticchiolatura. Aggiungere all’urea 100 g/hl di boro, indispensabile per lo sviluppo delle gemme a
fiore. Per favorire la caduta delle foglie si consiglia anche la somministrazione di rame a base di
chelati (Blattab o simili). Il trattamento va distanziato di qualche giorno dall’eventuale trattamento
con urea, perché il rame inibisce la degradazione delle foglie, che è invece il motivo per cui viene
utilizzata l’urea. Per lo stesso motivo, i trattamenti a base di rame a dosaggio elevato contro
cancri e “moria” devono essere ritardati di almeno 15 giorni rispetto al trattamento con urea o
addirittura rimandati a fine inverno.
Fondazione Fojanini di Studi Superiori, 19 ottobre 2015
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VALTELLINA
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Comunità Montana
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Si ringrazia gli Enti pubblici per il contributo concesso per la realizzazione del Notiziario Tecnico.
COMUNE
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