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DUEMILA
AMNESTY INTERNATIONAL RAPPORTO 2013
LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO
EUROPA E ASIA CENTRALE
GERMANIA
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EUROPA E ASIA CENTRALE
GERMANIA
REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA
Capo di stato: Joachim Gauck
(subentrato a Christian Wulff a marzo)
Capo del governo: Angela Merkel
Le autorità non hanno istituito un organo indipendente per i reclami contro la polizia, né
hanno garantito che tutti gli agenti di polizia in servizio indossassero targhette identificative. L’agenzia nazionale per la prevenzione della tortura è rimasta gravemente sottofinanziata. Le autorità hanno continuato a rimandare rom, ashkali ed egiziani in Kossovo
e richiedenti asilo in Ungheria, nonostante in tali paesi fossero a rischio di violazioni dei
diritti umani. Le autorità si sono rifiutate d’escludere il ricorso ad assicurazioni diplomatiche per facilitare il ritorno di persone in paesi in cui erano a rischio di subire tortura
o altri maltrattamenti.
TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI
Le autorità hanno continuato a non affrontare gli ostacoli che impediscono l’indagine efficace delle denunce di maltrattamenti da parte della polizia. Nessuno stato federato ha
istituito un organo indipendente per i reclami contro la polizia, per indagare le denunce
di gravi violazioni dei diritti umani da parte degli agenti. Con la sola eccezione degli stati
federati di Berlino e del Brandeburgo, gli agenti di polizia non hanno avuto l’obbligo legale d’indossare targhette identificative. A Brandeburgo, tale obbligo sarebbe entrato in
vigore a partire da gennaio 2013.
L’agenzia nazionale per la prevenzione della tortura, il meccanismo nazionale di prevenzione della Germania previsto dal Protocollo opzionale della Convenzione delle Nazioni
Unite contro la tortura, è rimasta gravemente sottofinanziata e impossibilitata a esercitare
le proprie funzioni, che comprendono anche visite regolari ai luoghi di detenzione. Il suo
presidente e un altro componente si sono dimessi ad agosto a causa della mancanza di
risorse.
Sono proseguite le indagini sull’uso eccessivo della forza da parte della polizia durante una manifestazione
tenutasi a Stoccarda nel settembre 2010. A ottobre, il tribunale locale di Stoccarda ha dichiarato uno degli
agenti di polizia colpevole di aggressione fisica, per aver colpito un manifestante con il manganello e lo
ha condannato a otto mesi di reclusione con sospensione della pena.
Il 10 ottobre, la corte regionale superiore di Francoforte ha confermato il giudizio emesso dal tribunale regionale di Francoforte il 4 agosto 2011, che accordava a Markus Gäfgen la somma di 3000 euro per danni
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RAPPORTO 2013
morali. Nel 2002, due agenti di polizia avevano minacciato di infliggergli un dolore insopportabile, quando
lo avevano arrestato perché sospettato del sequestro di un bambino di 11 anni. Il tribunale di prima istanza
aveva definito la minaccia un “trattamento disumano”, ai sensi della Convenzione europea sui diritti
umani.
Il 13 dicembre, il tribunale regionale di Magdeburgo ha condannato un agente di polizia per omicidio colposo, per la morte del richiedente asilo Oury Jalloh, che morì bruciato in una cella del commissariato di
polizia di Dessau nel 2005. Nonostante il procedimento giudiziario sia durato a lungo, non sono state chiarite né le circostanze della morte, né il grado di coinvolgimento della polizia.
RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO
A settembre e ottobre, 195 rifugiati provenienti da Shousha, in Tunisia, e 105 rifugiati
iracheni che vivevano in Turchia, sono arrivati in Germania grazie a un programma di
reinsediamento stabilito nel dicembre 2011. Essi potevano rimanere in Germania per
sempre ma non avevano lo stesso status giuridico dei rifugiati dichiarati tali secondo le
Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati ed erano esclusi da alcuni diritti, in particolare quelli relativi alla riunificazione familiare.
Il 14 dicembre, il ministero federale dell’Interno ha prolungato fino al 12 gennaio 2014
la sospensione dei trasferimenti di richiedenti asilo in Grecia, secondo le norme del regolamento di Dublino (cfr. Grecia).
Richiedenti asilo sono stati trasferiti in Ungheria nonostante i rischi che correvano in
quel paese (cfr. Ungheria), tra cui quello di essere trasferiti in paesi terzi non sicuri, a
causa delle procedure inadeguate per l’accesso alla protezione internazionale. I richiedenti asilo trasferiti dalla Germania all’Ungheria, dopo essere transitati dalla Serbia,
sono stati a rischio di respingimento fino a novembre, quando l’Ungheria ha smesso di
considerare la Serbia un “paese terzo sicuro”. Negli ultimi cinque anni la Serbia non ha
mai garantito lo status di rifugiato.
Diversi stati federati hanno continuato a rimpatriare forzatamente rom, ashkali ed egiziani
in Kossovo, nonostante in tale paese fossero a rischio di discriminazioni di massa. Ad
aprile, il Baden-Württemberg ha emanato un decreto che prevede la valutazione dei rischi
per ogni individuo, prima del rimpatrio forzato di rom, ashkali ed egiziani in Kossovo.
Il 18 luglio, la Corte costituzionale federale ha stabilito che i sussidi sociali disponibili
per i richiedenti asilo erano insufficienti a consentire loro di vivere dignitosamente e che
pertanto questa costituiva una violazione del diritto a un’esistenza minimamente dignitosa, stabilito dall’art. 1 della costituzione tedesca. La Corte ha ordinato al potere legislativo di promulgare immediatamente nuove norme da introdurre nella legge sui sussidi
per i richiedenti asilo.
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EUROPA E ASIA CENTRALE
CONTROTERRORISMO E SICUREZZA
A settembre, il Parlamento europeo ha chiesto alla Germania e ad altri stati membri di
divulgare tutte le informazioni necessarie su tutti i voli sospettati di aver fatto parte dei
programmi di rendition e detenzione segreta della Cia, nonché d’indagare in modo efficace sul ruolo svolto da questi stati nelle operazioni della Cia.
Ancora una volta il governo non ha rivelato se stesse ancora chiedendo “assicurazioni
diplomatiche” per rimandare persone sospettate di attività legate al terrorismo, in nazioni
in cui avrebbero corso un rischio reale di tortura o altri maltrattamenti. Le norme che regolano la legge sulla residenza hanno continuato a permettere l’uso di “assicurazioni diplomatiche”.
GIUSTIZIA INTERNAZIONALE
Dinanzi alla corte regionale superiore di Stoccarda è proseguito il primo processo basato
sul codice tedesco per i crimini internazionali, in vigore dal giugno 2002, contro i cittadini ruandesi Ignace Murwanashyaka e Straton Musoni. Nei loro confronti erano state
ascritte 26 imputazioni per crimini contro l’umanità e 39 per crimini di guerra, commessi
tra il gennaio 2008 e il novembre 2009 nella Repubblica Democratica del Congo.
La Germania non ha inserito nel proprio ordinamento il reato di sparizione forzata, come
richiesto dalla Convenzione internazionale sulle sparizioni forzate.
DISCRIMINAZIONE
Il 29 ottobre, la corte amministrativa superiore della Renania-Palatinato ha stabilito che
agenti della polizia federale avevano violato il principio costituzionale di non discriminazione, sottoponendo una persona a un controllo d’identità soltanto a causa del colore
della sua pelle.
RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Germany: Legal provisions and political practices put persons at risk of human rights
violations (EUR 23/002/2012)
Submission to the European Commission against Racism and Intolerance on Germany
(EUR 23/003/2012)
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