ACQUISTA ACQUISTA ONLINE ONLINE >> Europa e Asia Centrale 12 DUEMILA Russia 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.25 Pagina 524 RAPPORTO 2012 A giugno, la Corte europea dei diritti umani ha chiesto al governo romeno di fornire informazioni sul caso di Valentin Câmpeanu, un rom sieropositivo affetto da malattia mentale, morto nel 2004 nell’ospedale psichiatrico di Poiana Mare. A quanto pare, l’inchiesta ufficiale sulle circostanze del decesso era stata compromessa da irregolarità procedurali. Nessuna imputazione era stata avanzata nei confronti del personale degli istituti in cui era stato ricoverato negli ultimi mesi della sua vita. Il caso era stato portato dinanzi alla Corte da alcune Ngo, il Centro di risorse giuridiche e Interights, che chiedevano alla Corte di adattare i propri criteri di ammissibilità così da permettere alle Ngo di avviare azioni legali per conto di persone affette da disabilità, anche in assenza di un’autorizzazione specifica. Le Ngo hanno affermato che le cure inadeguate e le condizioni di vita nell’ospedale psichiatrico avevano contribuito direttamente alla morte di Valentin Câmpeanu. MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL Delegati di Amnesty International hanno visitato la Romania ad aprile, giugno, settembre, ottobre e novembre. Mind the legal gap: Roma and the right to housing in Romania (EUR 39/004/2011) Romania must come clean over secret prisons (PRE 01/611/2011) RUSSIA FEDERAZIONE RUSSA Capo di stato: Dmitry Medvedev Capo del governo: Vladimir Putin Pena di morte: abolizionista de facto Popolazione: 142,8 milioni Aspettativa di vita: 68,8 anni Mortalità infantile sotto i 5 anni: 12,4‰ Alfabetizzazione adulti: 99,6% Dopo i contestati risultati elettorali di dicembre ci sono state diffuse proteste e centinaia di arresti di manifestanti pacifici. Per tutto l’anno, la libertà di associazione è stata spesso violata in caso di proteste su temi politici, ambientali, sociali e di altro genere. I mezzi d’informazione hanno continuato a operare tra molte restrizioni. Alcuni membri di minoranze religiose hanno subito persecuzioni e sono perdurate le preoccupazioni per l’uso arbitrario di leggi contro l’estremismo. Difensori dei diritti umani e giornalisti hanno continuato a subire pressioni e non ci sono stati progressi per la maggior parte delle inchieste su aggressioni avvenute in passato. Malgrado riforme superficiali nella polizia, denunce di tortura hanno continuato a essere frequenti. La situazione nel Caucaso set524 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.25 Pagina 525 EUROPA E ASIA CENTRALE tentrionale è rimasta instabile e gravi violazioni dei diritti umani sono state commesse sia da gruppi armati, sia dalle forze di sicurezza. CONTESTO A fine anno, grazie agli alti prezzi del petrolio e ai significativi incentivi alla spesa del governo, la Russia ha annunciato tassi di crescita relativamente alti. Tuttavia, la priorità che il governo ha dichiarato di dare alla prosecuzione della modernizzazione, alla lotta alla corruzione e alle riforme del sistema di giustizia penale ha portato pochi risultati concreti. Dopo le elezioni parlamentari compromesse da diffuse denunce e numerosi esempi documentati di voti manipolati, il partito al governo Russia unita (Edinaja Rossija) è tornato al potere a dicembre, con una significativa riduzione del numero di seggi. I risultati elettorali sono sembrati indicare una crescente richiesta di libertà civili e politiche e di diritti sociali ed economici invece della stabilità promessa, e generalmente garantita dalla coppia Putin/Medvedev. Le manifestazioni successive alle elezioni sono state le più grandi verificatesi nel paese dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Le proteste sono state alimentate dal crescente impegno civile dimostrato durante tutto l’anno da singole persone, gruppi di interesse e comunità locali su temi quali la corruzione, il peggioramento dell’assistenza sociale, gli abusi della polizia e la tutela dell’ambiente. La televisione e gli altri organi di comunicazione di massa hanno continuato a seguire la linea ufficiale. La critica più dura verso le autorità è rimasta confinata principalmente nei piccoli mezzi d’informazione e su Internet, la cui influenza ha continuato a crescere. LIBERTÀ DI RIUNIONE Le autorità hanno continuato a limitare la libertà di riunione di movimenti della società civile dissenzienti, pur permettendo l’organizzazione di alcune manifestazioni di protesta che in passato erano state vietate. Tuttavia, sono state impedite numerose manifestazioni e un certo numero di partecipanti a proteste politiche pacifiche sono stati ripetutamente arrestati, alcuni a scopo preventivo (mentre si recavano alle manifestazioni), e spesso condannati al fermo amministrativo. Nei giorni successivi alle contestate elezioni parlamentari del 4 dicembre, in tutto il paese ci sono state numerose manifestazioni pacifiche spontanee. Più di 1000 manifestanti sono stati arrestati e più di 100 condannati al fermo amministrativo, dopo procedimenti giudiziari che hanno spesso violato gli standard di equità processuale. Le Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 525 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.25 Pagina 526 RAPPORTO 2012 successive manifestazioni autorizzate del 10 e 24 dicembre hanno portato in piazza più di 50.000 persone a Mosca e decine di migliaia in altri luoghi del paese e si sono svolte in modo pacifico. Attivisti per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) hanno continuato a rischiare molestie e aggressioni. A Mosca e San Pietroburgo, marce del Pride e presidi a favore dei diritti Lgbt sono stati vietati e immediatamente dispersi dalla polizia. Sergei Udaltsov, capo del movimento Fronte di sinistra (Levyj Front), è stato arrestato più di una decina di volte a Mosca mentre tentava di protestare in modo pacifico contro le politiche del governo. È stato ripetutamente ritenuto colpevole di reati amministrativi come la “disobbedienza a legittime richieste della polizia” e a fine anno si trovava in detenzione dopo essere stato arrestato il 4 dicembre, per aver preso parte a una manifestazione di protesta dopo le elezioni. LIBERTÀ DI ESPRESSIONE Lo stato ha mantenuto un saldo controllo sulle trasmissioni televisive e altri mezzi di comunicazione di massa. È continuata a crescere l’importanza di Internet come fonte alternativa d’informazione e un forum in cui scambiare commenti e opinioni. Sebbene l’informazione in rete sia rimasta relativamente libera dall’ingerenza dello stato, vari siti e blog conosciuti che avevano segnalato brogli elettorali sono stati oggetto di attacchi, sia prima sia immediatamente dopo le elezioni parlamentari di dicembre. Non sono cessate le minacce e le aggressioni fisiche ai giornalisti che si occupavano di temi politicamente sensibili, come la corruzione. Solo in rari casi tali attacchi sono stati oggetto d’indagini o di procedimenti giudiziari. Le leggi contro l’estremismo sono state spesso impiegate in modo arbitrario per imporre un giro di vite a chi esprimeva critiche nei confronti delle autorità. In risposta a questo, a giugno la Corte suprema ha emesso una sentenza in cui ha chiarito che criticare i politici o il governo non costituiva incitamento all’odio secondo le norme antiestremismo. Minoranze religiose come i gruppi islamici non tradizionali o i testimoni di Geova hanno continuato a rischiare persecuzioni. Nella regione di Archangelsk sono state adottate leggi che vietano “la propaganda dell’omosessualità tra i minori”. Uno sviluppo positivo si è avuto a fine anno, grazie alla depenalizzazione del reato di diffamazione. Il 15 dicembre, il famoso giornalista Khadzhimurad Kamalov, fondatore e direttore del settimanale indipendente del Dagestan, Chernovik, noto per le critiche espresse nei suoi servizi, è stato ucciso davanti al suo ufficio nella città di Machackala, nel Dagestan. Da anni i dipendenti di Chernovik subivano intimidazioni e molestie da parte delle autorità locali. 526 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.25 Pagina 527 EUROPA E ASIA CENTRALE A fine anno, le indagini sull’aggressione violenta contro il giornalista Oleg Kashin, avvenuta nel novembre 2010, non avevano dato alcun risultato, nonostante i più alti esponenti di governo avessero promesso di portare i responsabili davanti alla giustizia. Durante tutto l’anno, numerosi seguaci del teologo turco Said Nursi sono stati incriminati per appartenenza all’organizzazione Nurdzhular, che è ritenuta estremista e vietata in Russia. Alcuni sono stati condannati alla reclusione. Gli accusati hanno obiettato di non aver mai sentito parlare di tale organizzazione. A dicembre, la Corte suprema della Repubblica dell’Altai ha prosciolto Aleksandr Kalistratov, testimone di Geova, dall’accusa di incitamento all’odio verso altri gruppi religiosi. A ottobre era stato multato da un tribunale di grado inferiore per aver distribuito opuscoli sui testimoni di Geova. DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI Le disposizioni restrittive imposte in passato alle Ngo sono state in parte attenuate e una decisione della Corte superiore di arbitrato ha rimosso alcune limitazioni sulla raccolta fondi all’estero per le Ngo. Ciò nonostante, difensori dei diritti umani e giornalisti hanno continuato a subire molestie e minacce, anche da parte dei funzionari di cui avevano rivelato gli illeciti. Scarsi o del tutto assenti sono stati i progressi della maggior parte delle inchieste su casi di omicidi e aggressioni del passato contro difensori dei diritti umani, giornalisti e avvocati. A giugno, un tribunale di Mosca ha assolto Oleg Orlov, direttore del centro per i diritti umani Memorial, dall’accusa di diffamazione. Il capo della Repubblica Cecena, Ramzan Kadyrov, che Oleg Orlov aveva indicato quale responsabile dell’omicidio di Natalia Estemirova, ha presentato appello contro la sentenza, ma poi il reato di diffamazione è stato depenalizzato e le accuse sono state ritirate. A luglio, un gruppo di difensori dei diritti umani ha pubblicato un rapporto sull’omicidio della loro collega Natalia Estemirova, avvenuto nel luglio 2009. Il rapporto ha messo in luce le numerose omissioni e incongruenze dell’inchiesta ufficiale e ha concluso che non erano stati approfonditi in modo esauriente gli indizi che collegavano la sua morte a funzionari delle forze di sicurezza cecene. Dopo la pubblicazione del rapporto, il capo della commissione d’inchiesta ha promesso che sarebbero stati esaminati tutti i possibili indizi relativi all’omicidio, ma a fine anno non aveva ancora rivelato nuove informazioni. Una nuova inchiesta sull’omicidio, avvenuto nel 2006, della giornalista Anna Politkovskaya ha portato, nei mesi di giugno e agosto, all’arresto di due nuovi sospettati, uno dei quali ritenuto il possibile esecutore materiale. Altri due identificati come sospettati, compreso uno di quelli assolti nel 2009, hanno continuato a scontare periodi di reclusione per altri reati. A maggio, un tribunale di Mosca ha condannato due attivisti di estrema destra rispettivamente all’ergastolo e a 18 anni di carcere, per gli omicidi dell’avvocato Stanislav Markelov e della giornalista Anastasia Baburova, avvenuti nel gennaio 2009. Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 527 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.25 Pagina 528 RAPPORTO 2012 TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI La nuova legge sulla polizia, entrata in vigore a marzo, ha introdotto la valutazione formale di tutti gli agenti e ne ha ridotto il numero. Tuttavia, non sono state previste norme effettive per rafforzare il riconoscimento delle responsabilità della polizia o per combattere l’impunità per le violazioni commesse dagli agenti e i benefici della nuova legge sono rimasti vaghi. Le denunce di tortura e altri maltrattamenti sono rimaste diffuse ma sono state raramente oggetto di indagini efficaci e le ferite subite dalle vittime, se documentate, sono state spesso archiviate come conseguenze di un uso legittimo della forza. I procedimenti giudiziari che hanno portato alla condanna dei responsabili sono stati altrettanto rari. Anche la negazione di cure mediche adeguate durante la custodia è stata ampiamente denunciata e, secondo quanto riferito, è stata utilizzata per estorcere confessioni. I prigionieri condannati hanno spesso riferito di essere stati sottoposti a violenze, da parte sia degli agenti di custodia, sia degli altri detenuti, poco dopo il loro arrivo in carcere. A settembre è iniziato il processo di due agenti di polizia accusati di abuso di potere, anche per il caso della detenzione illegittima e la tortura ai danni di Zelimkhan Chitigov nell’aprile 2010, il primo caso del genere ad arrivare in giudizio in Inguscezia. Secondo quanto riferito, molte delle persone che avevano testimoniato contro i due agenti sono state vittime di una campagna di pressioni e intimidazioni. Il 18 novembre, Armen Sargsyan è stato fermato dalla polizia a Orenburg perché sospettato di furto ed è morto poche ore dopo, secondo la polizia per una grave insufficienza cardiaca. La famiglia ha presentato fotografie del cadavere che mostravano ferite alla testa e in altre parti del corpo. A fine anno, due agenti di polizia erano agli arresti in relazione al decesso, altri due erano sotto inchiesta e vari ufficiali superiori erano stati raggiunti da sanzioni disciplinari. PROCESSI INIQUI Nonostante i tentativi in corso per migliorare l’efficienza e l’indipendenza della magistratura, la presunta ingerenza politica, la corruzione e la collusione di giudici, pubblici ministeri e funzionari di polizia hanno continuato ad alimentare frequenti segnalazioni di processi iniqui. A maggio, il tribunale cittadino di Mosca ha confermato la seconda condanna di Mikhail Khodorkovsky e Platon Lebedev basata su accuse a malapena distinguibili da quelle dei processi precedenti, a seguito di procedimenti giudiziari profondamente scorretti. Questo ha indotto Amnesty International a considerarli prigionieri di coscienza. Anche tenendo conto delle lunghe condanne, entrambi avevano i requisiti per ottenere la libertà condizionale alla fine del 2011, ma è stata loro negata. INSICUREZZA NEL CAUCASO DEL NORD La situazione della sicurezza nel Caucaso del Nord è rimasta instabile e discontinua. Gruppi armati hanno continuato a prendere di mira funzionari delle forze di sicurezza e 528 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.25 Pagina 529 EUROPA E ASIA CENTRALE altri esponenti, mentre i civili sono rimasti vittime del fuoco incrociato e, talvolta, attaccati deliberatamente. Le operazioni di sicurezza in tutta la regione spesso sono state accompagnate da gravi violazioni dei diritti umani. Sono stati segnalati casi di intimidazione di testimoni e di molestie e uccisioni di giornalisti, difensori dei diritti umani e avvocati. CECENIA La rapida ricostruzione seguita al conflitto è proseguita con il contributo di notevoli finanziamenti federali, nonostante la disoccupazione sia rimasta un problema. A confronto con altre regioni del Caucaso del Nord, l’attività dei gruppi armati in Cecenia è diminuita. Ci sono state denunce di gravi violazioni dei diritti umani legate alle operazioni delle forze di sicurezza. In una lettera inviata alla Ngo per i diritti umani Comitato interregionale contro la tortura (Komitet protiv pytok – Kpp), un pubblico ministero di alto livello ceceno ha riconosciuto l’inefficacia delle indagini sulle sparizioni forzate in Cecenia. La comunità locale di difensori dei diritti umani ha continuato a essere scoraggiata a causa dell’omicidio irrisolto di Natalia Estemirova, avvenuto nel 2009, e a subire intimidazioni e molestie. Il 9 maggio, il meccanico Tamerlan Suleimanov è stato portato via, sotto la minaccia delle armi, dall’officina in cui lavorava a Grozny, da vari uomini che si ritiene fossero agenti di polizia. Testimoni oculari avrebbero reso una deposizione completa sull’episodio alle autorità. Il 18 maggio è stata avviata un’indagine penale ma il caso è rimasto insoluto. A giugno, Supian Baskhanov e Magomed Alamov, entrambi appartenenti al Kpp, sono stati arrestati a Grozny dopo una manifestazione autorizzata contro la tortura. Hanno ricevuto ripetute minacce informali da funzionari di polizia per la loro legittima attività in favore dei diritti umani. È proseguita l’inchiesta sulla detenzione segreta e la presunta tortura di Islam Umarpashaev da parte di agenti di polizia, andata avanti quattro mesi, a partire dal dicembre 2009. Secondo quanto appreso, la sua famiglia e il gruppo d’investigatori federali ufficiali hanno ricevuto minacce dirette da un alto funzionario della polizia cecena. La polizia locale si è sistematicamente rifiutata di collaborare alle indagini e i sospettati hanno continuato a svolgere il loro lavoro nella polizia. Nel corso dell’anno, le autorità cecene hanno sgomberato da rifugi temporanei nella città di Grozny circa 100 famiglie, sfollate durante il conflitto. Molte hanno avuto un preavviso di sole 48 ore e non è stata offerta loro alcuna sistemazione alternativa. Alcuni degli sgomberati sarebbero stati costretti da uomini armati a firmare dichiarazioni nelle quali affermavano di allontanarsi dai rifugi volontariamente. La rinascita delle “tradizioni cecene”, attivamente promossa dal capo della Repubblica Cecena Ramzan Kadyrov, ha provocato l’aumento delle disuguaglianze di genere e accresciuto la vulnerabilità di donne e ragazze alla violenza domestica e sessuale. Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 529 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.25 Pagina 530 RAPPORTO 2012 Zarema (nome di fantasia) ha dichiarato ad Amnesty International di essere stata sistematicamente sottoposta a violenza sessuale da un parente stretto per molti anni. Nel 2010 si è sposata e si è trasferita a Grozny, ma il marito la picchiava. A giugno 2011 ha cercato di andare a vivere dalla nonna, ma i fratelli l’hanno riportata dal marito. Zarema ha cercato l’aiuto del muftiat (l’autorità spirituale musulmana) e della commissione governativa per la risoluzione dei conflitti familiari, ma entrambi le hanno risposto che doveva ubbidire al marito. A fine anno, in stato di gravidanza avanzata è fuggita di casa e si è nascosta fuori dalla Cecenia, per timore che dopo il parto il marito la consegnasse ai fratelli, che hanno promesso di ucciderla. DAGESTAN Gruppi armati hanno continuato ad attaccare agenti delle forze di sicurezza, membri delle amministrazioni locali e importanti personaggi pubblici, tra cui i mullah che predicavano l’Islam tradizionale. Sono giunte numerose denunce di sparizioni forzate, esecuzioni extragiudiziali e tortura, legate alle operazioni per il mantenimento della sicurezza. Violazioni avvenute in passato con il presunto intervento di funzionari statali di sicurezza non sono state né tempestivamente indagate, né perseguite in modo efficace. Il 26 agosto, i fratelli Zaur e Kamilpasha Gasanov e il loro padre Murad sono stati arrestati mentre lavoravano nel territorio di Stavropol. Secondo quanto riferito, lo stesso giorno il padre è stato rilasciato, mentre Kamilpasha è stato picchiato e poi abbandonato fuori città. Zaur Gasanov è rimasto in custodia, sospettato di aver preso parte a un attentato contro la polizia, e quindi trasferito in Dagestan dove sarebbe stato picchiato e torturato con scariche elettriche. Inizialmente gli è stato impedito di incontrare il suo avvocato, a quanto sembra perché quest’ultimo portava la barba e per questo poteva essere sospettato di appartenere a un gruppo armato. A maggio, tre agenti di polizia accusati di aver torturato, nel luglio 2010, il quattordicenne Makhmud Akhmedov, sono stati condannati a periodi di reclusione con sospensione della pena. In tribunale, la famiglia del ragazzo ha dichiarato di aver subito vessazioni e intimidazioni nel corso delle indagini e delle udienze e ha giudicato le condanne troppo clementi. A seguito di una revisione giudiziaria, il caso è stato riaperto per ulteriori indagini. INGUSCEZIA Nella prima parte dell’anno, la situazione della sicurezza in Inguscezia è sembrata migliorare significativamente. Tuttavia, nei mesi successivi sono aumentati gli attentati di gruppi armati e le denunce di gravi violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza, soprattutto legate a sparizioni forzate. Ilez Gorchkhanov è scomparso il 21 marzo mentre viaggiava in automobile. Alcuni testimoni hanno dichiarato di aver assistito al suo rapimento da parte di circa 15 uomini armati e a volto coperto nel centro della 530 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.25 Pagina 531 EUROPA E ASIA CENTRALE città di Nazran. Le autorità ingusce hanno negato ogni coinvolgimento nel sequestro. Il corpo senza vita di Ilez Gorchkhanov è stato ritrovato il 19 aprile. Il 23 marzo, circa 80 manifestanti hanno bloccato una strada di Nazran, chiedendo la verità sul destino di Ilez Gorchkhanov e la fine delle sparizioni forzate; la polizia li ha dispersi. Più tardi, nello stesso giorno, l’attivista della società civile Magomed Khazbiev e i suoi due fratelli sono stati arrestati nella loro abitazione, per aver “disubbidito agli ordini della polizia” durante la protesta a Nazran. Magomed Khazbiev ha dichiarato di essere stato picchiato; registrazioni video a circuito chiuso lo mostravano mentre, durante l’arresto, veniva chiuso nel bagagliaio di un’automobile da alcuni agenti di polizia a volto coperto. KABARDINO-BALKARIA A febbraio, due attentati di gruppi armati contro obiettivi civili in un villaggio turistico nell’area del monte Elbrus hanno provocato tre morti. Nelle operazioni di sicurezza che ne sono seguite, decine di sospetti appartenenti a gruppi armati sono stati uccisi e molti sono stati arrestati. Ci sono state ripetute denunce di sparizioni forzate e tortura commesse dalle forze di sicurezza. Il 25 giugno, la famiglia di Murat Bedzhiev ha denunciato la sua scomparsa a Tyrnyauz. Inizialmente le autorità hanno negato il suo arresto ma due giorni più tardi l’hanno confermato. Un rapporto dell’ospedale locale ha confermato che per tre volte, tra il 27 e il 28 giugno, dal centro di detenzione era stata chiamata un’ambulanza per farlo visitare e ha documentato contusioni e gravi ferite alla testa. OSSEZIA DEL NORD Ci sono stati sporadici episodi di violenza. Le forze di sicurezza locali e federali, con base in Ossezia del Nord, hanno lanciato operazioni di sicurezza nella repubblica e nella vicina Inguscezia, a quanto risulta commettendo numerose violazioni dei diritti umani. Secondo quanto riferito, il 18 marzo, nel villaggio di Chermen, i due adolescenti Ruslan Timurziev e Imeir Dzaurov sono stati picchiati con il calcio dei fucili da circa 15 funzionari militari, alla presenza di numerosi testimoni. I militari, che stavano attraversando il villaggio in due furgoni, erano scesi e avevano urinato vicino a una casa privata. I ragazzi avevano protestato e i militari li hanno picchiati così duramente che hanno dovuto essere ricoverati in ospedale. I loro genitori hanno ripetutamente reclamato con le autorità, ma inutilmente. MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL Alcuni delegati di Amnesty International hanno visitato la Russia a maggio e giugno. Briefing to the Human Rights Committee on follow-up to the concluding observations on Russia’s sixth periodic report under the International Covenant for Civil and Political Rights (EUR 46/007/2011) Rapporto annuale 2012 - Amnesty International 531 5_EUROPA & ASIA CENTRALE_amnesty 2012 10/05/12 14.25 Pagina 532 RAPPORTO 2012 Beaten up for speaking out: attacks on human rights defenders in the Russian Federation (EUR 46/038/2011) SERBIA REPUBBLICA DI SERBIA, COMPRESO KOSSOVO Capo di stato: Boris Tadić Capo del governo: Mirko Cvetković Pena di morte: abolizionista per tutti i reati Popolazione: 9,9 milioni Aspettativa di vita: 74,5 anni Mortalità infantile sotto i 5 anni: 7,1‰ Alfabetizzazione adulti: 97,8% Ratko Mladić e Goran Hadžić sono stati arrestati in Serbia e trasferiti al Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (Tribunale). A Belgrado sono proseguiti gli sgomberi forzati di rom da insediamenti informali. CONTESTO A seguito del trasferimento di Ratko Mladić e Goran Hadžić al Tribunale, a ottobre la Commissione europea (European Commission – Ec) ha raccomandato che alla Serbia fosse garantito lo status di paese candidato all’Eu. A marzo, con la mediazione dell’Eu, sono stati avviati colloqui tra la Serbia e il Kossovo, finalizzati a risolvere alcuni problemi tecnici relativi alla cooperazione regionale, inclusi gli accordi doganali. I colloqui si sono interrotti a settembre, dopo che le autorità del Kossovo a luglio avevano aperto postazioni doganali al confine con la Serbia. Le violenze che sono seguite hanno innescato una crisi politica; a dicembre è stato trovato un accordo sulla gestione congiunta del confine. A dicembre, il Consiglio d’Europa ha rinviato a febbraio 2012 la decisione sulla candidatura della Serbia, a condizione che raggiungesse un accordo di cooperazione con il Kossovo. GIUSTIZIA INTERNAZIONALE A febbraio, l’ex vice ministro dell’Interno Vlastimir Đorđević è stato condannato a 27 anni di reclusione per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi in Kossovo nel 1999 per persecuzioni politiche, razziali e religiose, omicidio, deportazione e trasferimenti forzati. La camera di prima istanza ha stabilito che Vlastimir Đorđević aveva avuto 532 Rapporto annuale 2012 - Amnesty International