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AMNESTY INTERNATIONAL RAPPORTO 2013
LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO
EUROPA E ASIA CENTRALE
FRANCIA
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RAPPORTO 2013
FRANCIA
REPUBBLICA FRANCESE
Capo di stato: François Hollande
(subentrato a Nicolas Sarkozy a maggio)
Capo del governo: Jean-Marc Ayrault
(subentrato a François Fillon a maggio)
Le indagini sulle denunce di decessi in custodia, tortura e altri maltrattamenti da parte
della polizia sono rimaste inefficaci e inadeguate. Migliaia di rom sono rimasti senza
casa dopo essere stati sgomberati con la forza da insediamenti informali. La procedura
prioritaria per la valutazione delle domande d’asilo ha continuato a non essere conforme
agli standard internazionali.
DECESSI IN CUSTODIA
Sono perdurate le preoccupazioni sulla tempestività, l’efficacia e l’indipendenza delle
indagini sui casi di decessi in custodia. Sono state chiuse le indagini relative a quattro
casi di vecchia data.
Il 26 settembre, sul caso di Abou Bakari Tandia, il giudice istruttore ha concluso che “non c’era alcuna
prova per ritenere responsabile un agente di polizia nel processo che ha portato alla morte della vittima”.
Abou Bakari Tandia entrò in coma la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2004, mentre era trattenuto presso la
stazione di polizia di Courbevoie, e morì il 24 gennaio 2005. A fine anno, l’agente di polizia che aveva utilizzato la tecnica di contenimento che si ritiene abbia provocato il coma era ancora in servizio in un’altra
stazione di polizia. L’udienza d’appello è rimasta pendente.
Il 15 ottobre, per il caso di Ali Ziri, un algerino di 69 anni morto nel giugno 2009 due giorni dopo essere
stato arrestato e trattenuto in custodia alla stazione di polizia di Argenteuil, il giudice di Pontoise ha concluso
che non era stato rilevato “alcun atto volontario di violenza che sarebbe stato la causa diretta o indiretta
della morte di Ali Ziri”. Tuttavia, un’autopsia effettuata nell’aprile 2011 aveva confermato che Ali Ziri era
morto per le tecniche di contenimento a cui era stato sottoposto e per aver ripetutamente vomitato mentre
era in stato di fermo. Gli agenti di polizia coinvolti nell’arresto e nel trasferimento di Ali Ziri e del suo amico
Arezki Kerfali non sono mai stati interrogati dal giudice. L’udienza d’appello è rimasta pendente.
Il 15 ottobre, il giudice istruttore ha chiuso il caso di Mahamadou Maréga, un migrante irregolare del Mali
morto il 30 novembre 2010, dopo essere stato colpito per due volte da un dispositivo elettrostordente durante l’arresto nella città di Colombes. Il 4 maggio, il difensore dei diritti ha richiesto l’avvio di procedimenti
disciplinari nei confronti degli agenti di polizia coinvolti, che riteneva avessero fatto uso sproporzionato
dei dispositivi elettrostordenti. L’udienza d’appello è rimasta pendente.
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EUROPA E ASIA CENTRALE
A dicembre è stato archiviato il caso di Mohamed Boukrourou, morto il 12 novembre 2009 in un furgone
della polizia. Restava pendente un ricorso presentato contro tale decisione. A fine anno, i quattro agenti
di polizia coinvolti nel suo arresto a Valentigney risultavano ancora in servizio e non erano stati raggiunti
da procedimenti disciplinari.
Le indagini su altri casi sono proseguite.
Il 24 febbraio, tre dei sette agenti di polizia coinvolti nella morte di Abdelhakim Ajimi, avvenuta durante
il suo arresto il 9 maggio 2008, sono stati condannati dal tribunale penale di Grasse rispettivamente a
sei, 18 e 24 mesi, con sospensione della pena. Amnesty International ha espresso preoccupazione perché
tali condanne non erano adeguate alla gravità del reato commesso. I tre agenti hanno presentato appello
contro la condanna. Gli altri quattro agenti coinvolti nell’episodio sono stati prosciolti.
Ci sono stati pochi progressi nell’indagine per la morte di Lamine Dieng, deceduto durante l’arresto avvenuto a Parigi il 17 giugno 2007. Lamine Dieng era stato sottoposto a tecniche di contenimento per strada
e poi in un furgone della polizia, sul quale aveva perso conoscenza ed era morto per asfissia meccanica.
TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI
Nel codice penale non è stata ancora inserita una definizione di tortura in linea con gli
standard internazionali. Le indagini sulle denunce di maltrattamenti da parte di agenti
delle forze di polizia e di sicurezza non sono state immediate, indipendenti, imparziali
ed efficaci. Il 19 aprile, il Comitato europeo per la prevenzione della tortura ha chiesto
“tolleranza zero” per i maltrattamenti della polizia e limitazioni all’uso di dispositivi elettrostordenti.
DISCRIMINAZIONE
Le minoranze etniche e religiose, nonché le persone Lgbti, hanno continuato a essere
vittime di discriminazione.
A dicembre, il ministro dell’Interno ha presentato un nuovo codice deontologico per le
forze di sicurezza che, per la prima volta, regolamentava i controlli d’identità e le perquisizioni corporali. A settembre, il ministro si era opposto all’idea di registrare ufficialmente tutti i controlli d’identità, al fine di combattere la profilazione razziale. Varie
organizzazioni per i diritti umani hanno continuato a documentare l’esistenza di controlli
d’identità basati sulla profilazione etnica.
È rimasta in vigore una legge che proibisce di nascondere il volto. Leggi del genere discriminano indirettamente quelle donne musulmane che scelgono liberamente d’indossare il velo integrale. A gennaio, il senato ha adottato un progetto di legge volto a vietare
l’uso di abiti e simboli religiosi e culturali alle persone impiegate in strutture private per
l’assistenza all’infanzia. È rimasta in vigore una circolare emanata nel 2011 dal prece415
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RAPPORTO 2013
dente ministero dell’Istruzione, che aveva già proibito alle donne che indossavano tali
abiti di prendere parte alle gite scolastiche.
Ad agosto, una legge contro le molestie sessuali ha introdotto l’“identità sessuale” tra i
motivi di divieto nelle leggi contro i crimini d’odio e in quelle finalizzate al contrasto
della discriminazione sui luoghi di lavoro.
Il 5 ottobre, il Consiglio costituzionale ha revocato varie disposizioni di una legge sui girovaghi risalente al 1969. In particolare, ha eliminato le norme che imponevano di essere
registrati per almeno tre anni in un comune per poter esercitare il diritto di voto e obbligavano i girovaghi privi di entrate regolari a portare con sé e rinnovare periodicamente
un “libretto di circolazione”. Tuttavia, anche quelli che avevano un reddito regolare sono
stati obbligati ad avere un nuovo “libretto di circolazione”; inoltre, tutti i girovaghi dovevano comunque registrarsi presso le autorità municipali e non potevano costituire più
del tre per cento della popolazione di un comune.
Il 7 novembre, il consiglio dei ministri ha approvato un progetto di legge sul matrimonio
tra persone dello stesso sesso, che avrebbe dovuto essere esaminato dal parlamento a
partire da gennaio 2013.
SGOMBERI FORZATI
Per tutto l’anno sono continuati gli smantellamenti di campi e abitazioni improvvisate
dei rom. Secondo stime di alcune Ngo, nei primi nove mesi del 2012 in tutta la Francia
sono stati sgomberati 9040 rom.
Il 26 agosto, il governo ha emesso una circolare interministeriale contenente linee guida
discrezionali per i prefetti, su come pianificare ed effettuare gli sgomberi e assistere le
persone sgomberate, secondo un modello di reintegrazione. Ciò nonostante, a livello locale, le salvaguardie internazionali contro gli sgomberi forzati hanno continuato a non
essere rispettate durante l’applicazione degli ordini d’espulsione.
RIFUGIATI, RICHIEDENTI ASILO E MIGRANTI
La procedura prioritaria per i richiedenti asilo è rimasta in vigore, sebbene non tutelasse
adeguatamente i loro diritti fondamentali; è continuata la prassi di negare loro il diritto
d’appello dinanzi alla corte nazionale del diritto d’asilo con effetto sospensivo.
Il 26 marzo, il Consiglio di stato ha annullato la decisione assunta nell’aprile 2011 dall’ufficio francese di protezione di rifugiati e apolidi (Office français de protection des réfugiés et apatrides – Ofpra), con la quale l’Albania e il Kossovo erano stati inseriti nella
lista dei paesi d’origine sicuri per i richiedenti asilo. Il 3 ottobre, il Consiglio di stato ha
condannato l’Ofpra per la mancata valutazione individuale durante l’esame delle richieste
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EUROPA E ASIA CENTRALE
d’asilo di persone le cui impronte digitali sembravano essere state modificate volontariamente.
Il 7 luglio, il governo ha emesso una circolare che raccomandava di non inviare nei centri
di detenzione le famiglie di migranti irregolari in cui c’erano minori ma di porle sotto
stretto arresto domiciliare.
L’11 luglio, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha fermato l’espulsione di
una donna somala detenuta in una “zona di attesa” all’aeroporto Charles de Gaulle di
Roissy. La sua richiesta d’asilo e il successivo appello erano stati respinti nell’arco di
una settimana, nonostante l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, si opponga ai rimpatri in alcune aree della Somalia.
A dicembre, il parlamento ha adottato una legge di modifica al codice d’ingresso e soggiorno degli stranieri e alla legge sull’asilo, che abolisce il cosiddetto “reato di solidarietà”. La legge stabilisce che chiunque fornisca sostegno al soggiorno irregolare di uno
straniero non sia più punibile con un’ammenda o il carcere, a condizione che la persona
che fornisce tale appoggio cerchi di offrire condizioni di vita decenti e degne e che non
riceva un compenso diretto o indiretto.
SVILUPPI GIURIDICI, COSTITUZIONALI O ISTITUZIONALI
A dicembre, la Francia ha sottoscritto il Protocollo opzionale all'Icescr.
MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegati di Amnesty International hanno visitato la Francia a febbraio, maggio, giugno,
agosto, settembre e novembre.
Choice and prejudice: Discrimination against Muslims in Europe (EUR 01/001/2012)
The European Committee for the Prevention of Torture calls for “zero tolerance” of illtreatment (EUR 21/005/2012)
Chased away: Forced evictions of Roma in the Ile-de-France (EUR 21/012/2012)
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