PROVINCIA di Livorno
Misurazioni di radon nei luoghi di lavoro ai sensi dell’ Art. 10bis del D. Lgs. 230/1995 smi
“Attuazione della Direttiva 96/29 EURATOM in materia di
protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i
rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti”
Corso di formazione e informazione dei lavoratori
(D. Lgs. 230/95 e smi, Art. 61, comma 3, lettera e)
Livorno, 21 dicembre 2011
A cura dell’Esperto Qualificato di 3° grado n. 572
Ing. Massimo Esposito
U-Series Srl – via Ferrarese, 131 – 40128 Bologna
Tel. 051 6312418
E-mail [email protected]
Indice
1. Introduzione..............................................................................................4
2. Attività lavorative interessate al Dlgs 230/1995 smi........................................5
3. La valutazione del rischio.............................................................................6
4. L'organismo di misura.................................................................................7
5. L’Esperto Qualificato...................................................................................8
6. La radioattività...........................................................................................9
7. Il Radon...................................................................................................11
7.1 Introduzione...................................................................................11
7.2 Cenni storici...................................................................................11
7.3 Generalità......................................................................................12
7.4 Sorgenti di radon............................................................................12
7.5 Caratteristiche................................................................................14
8. Unità di misura.........................................................................................15
8.1 Concentrazione di radioattività..........................................................15
8.2 Dose..............................................................................................15
9. La situazione in Italia................................................................................16
10. I rischi per la salute.................................................................................17
11. Danni sanitari del Radon..........................................................................18
12. Resistenza relativa del polmone................................................................19
13. Dose al feto............................................................................................21
14. Tecniche e modalità di misurazione del Radon.............................................22
14.1 Modalità di misurazione del radon....................................................22
14.2 Rivelatori a tracce..........................................................................23
14.3 Rivelatori ad elettreti.....................................................................24
14.4 Misure in continuo.........................................................................25
14.5 Strumentazione utilizzata da U-Series Srl.........................................25
15. Azioni di rimedio.....................................................................................27
16. Principi di radioprotezione........................................................................28
17. La normativa..........................................................................................29
17.1 La normativa italiana relativa ai lavoratori........................................29
17.2 La normativa italiana relativa alle gestanti........................................30
17.3 La normativa per le abitazioni.........................................................31
17.4 La direttiva futura..........................................................................31
18. I risultati delle misurazioni di radon...........................................................33
18.1 Misurazioni effettuate dall'arpat (periodo 04.12.08 - 27.11.09)...........33
18.2 Misurazioni effettuate dall'arpat (periodo 22.11.11 – 25.11.11)...........34
18.3 Misurazioni effettuate da U-Series Srl (periodo 25.11.11–01.12.11).....35
2
19. I risultati delle valutazioni di dose.............................................................37
20. Conclusioni.............................................................................................38
3
1.
INTRODUZIONE
La Regione Toscana ha disposto un'indagine conoscitiva sulla concentrazione di
Radon in alcune abitazioni e luoghi di lavoro pubblici e privati, sul territorio
Livornese, condotta dall'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della
Toscana.
In particolare sono state effettuate dall'ARPA misurazioni in alcuni ambienti posti al
piano terra della sede della Provincia di Livorno, sita in Livorno, via G. Galilei, 40.
A seguito dei risultati ottenuti, sebbene tali luoghi di lavoro non rientrino nel campo
di applicazione del D. Lgs. 230/1995 e smi, l'esercente ha dato incarico all'Ing.
Massimo Esposito, Esperto Qualificato iscritto nell'elenco nominativo di cui al D.
Lgs. 230/1995 smi con il grado terzo e il numero 572, di procedere ad una
valutazione della dose efficace cui sono esposti i lavoratori.
Si è ritenuto opportuno effettuare misurazioni di radon su un periodo di circa una
settimana con strumentazione elettronica e campionamento orario per valutare le
variazioni rapide della concentrazione di radon a causa delle caratteristiche
climatiche degli ambienti. Tali misurazioni sono state condotte dalla società USeries Srl.
Poiché il Radon è un elemento radioattivo potenzialmente dannoso per la salute
umana, si rende necessario informare i lavoratori sul rischio specifico cui sono
esposti e sulle cautele da adottare per ridurre al minimo l’esposizione.
Il rischio radiologico, per le proprie particolarità, è l’unico che non rientra nel testo
unico (D.Lgs. 81/2008) ed è l’unico che non può essere valutato dal Datore di
Lavoro, che si deve avvalere di un Esperto Qualificato iscritto in un apposito elenco
nominativo mantenuto dal Ministero del Lavoro.
La normativa sul rischio radiologico comprende tutte le attività lavorative con
presenza di radiazioni, dagli ospedali alle terme, dai luoghi sotterranei alle centrali
nucleari, e tutte le sanzioni sono ispirate dalla stessa ratio.
L’Esperto Qualificato, nominato con comunicazione alla Direzione Provinciale del
Lavoro, si assume la responsabilità penale delle azioni che compie. La Direzione
Provinciale del Lavoro, l'ASL competente per territorio e l'ARPA competente per
territorio sono gli organi di vigilanza previsti dalla normativa vigente.
4
2.
ATTIVITÀ
LAVORATIVE INTERESSATE AL
DLGS 230/1995
SMI
Rientrano nel campo di applicazione del Dlgs 230/1995 e smi alcune attività
lavorative con presenza di radiazioni ionizzanti di origine artificiale o naturale:
Sorgenti artificiali:
tutte le sorgenti con concentrazione di radioattività o con radioattività totale
superiore ai livelli previsti e tutte le macchine radiogene al di sopra di determinate
energie (es. macchine RX per dentisti, ospedali, industria).
Sorgenti naturali:
- Luoghi di lavoro sotterranei (tunnel, archivi, caveau, ristoranti, fognature ecc);
- Luoghi di lavoro di superficie in zone a rischio → non ancora applicabile stante la
mancata definizione dei criteri per l'individuazione delle zone ad alto rischio radon;
- Industria che utilizza minerali fosfatici e depositi per il commercio all’ingrosso dei
fertilizzanti;
- Lavorazione di minerali nell’estrazione di stagno, ferro-niobio da pirocloro e
alluminio da bauxite;
- Lavorazione di sabbie zirconifere (es. produzione di ceramica, sanitari, freni,
abrasivi) e produzione di materiali refrattari;
- Lavorazione di terre rare;
- Lavorazione ed impiego di composti del torio (elettrodi per saldatura, produzione
di lenti, reticelle per le lampade a gas);
- Produzione di pigmento al biossido di titanio;
- Estrazione e raffinazione di petrolio e estrazione di gas;
- Stabilimenti termali;
- Attività aerea per quote superiori a 8.000 m;
- Attività estrattive.
5
3.
LA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
La valutazione del rischio deve essere fatta dall’Esperto Qualificato, che decide quali
misure condurre e come condurle e può avvalersi di altri soggetti di propria fiducia
e dell'operato dei quali si assume la responsabilità.
Nel caso del Radon la legge prevede che, prima di avvalersi di un Esperto
Qualificato, il Datore di Lavoro possa rivolgersi ad “organismi idoneamente
attrezzati” che si limitano ad eseguire misure di Radon, senza valutazione di rischio.
Solo qualora sia superato il livello d’azione il Datore di Lavoro deve nominare un
Esperto
Qualificato
che
procederà
alla
valutazione
del
rischio.
Qualora
la
concentrazione di radon sia inferiore al livello d'azione la legge assume che il rischio
sia sufficientemente basso da non dover essere valutato. Ai sensi della normativa
vigente dovrebbe essere mantenuto presso il Ministero del Lavoro un elenco di
organismi idoneamente attrezzati; tuttavia non sono ancora stati definiti i criteri per
l'individuazione di tali organismi e tale elenco quindi non esiste. Attualmente la
verifica dell'idoneità degli organismi di misura viene condotta a livello locale dai
singoli organi di vigilanza.
6
4.
L'ORGANISMO
DI MISURA
Le misurazioni sono state condotte dal laboratorio U-Series Srl, del quale si
riportano alcune informazioni:
✔
Spin off dell’ENEA
✔
Organismo idoneamente attrezzato secondo l’ARPAV del Veneto
✔
Certificata ISO 9001:2000
✔
Iscritta nell’elenco dei laboratori altamente qualificati del MIUR (Ministero
dell’Università e della Ricerca) ai sensi del DM 593/2000;
✔
Tra i migliori laboratori europei nell’interconfronto 2011 organizzato dal
Bundesamt fur Strahlenschutz (Germania) su misure di Radon in aria:
7
5.
L’ESPERTO QUALIFICATO
L’Esperto
Qualificato
è
una
persona
che
possiede
le
cognizioni
e
l’addestramento necessari sia per effettuare misurazioni, esami, verifiche e
valutazioni di carattere fisico, tecnico o radiotossicologico, sia per assicurare il
corretto funzionamento dei dispositivi di protezione, nonché per fornire tutte le altre
indicazioni e formulare provvedimenti atti a garantire la sorveglianza fisica della
protezione dei lavoratori e della popolazione (Art. 4, comma 1, lettera u). L’Esperto
Qualificato viene abilitato attraverso un esame svolto presso il Ministero del Lavoro,
che mantiene un elenco nominativo degli Esperti Qualificati (Art. 78)
L’Esperto Qualificato ha, tra gli altri, il compito di:

valutare l'esposizione dei lavoratori ed eventualmente dei gruppi di
riferimento della popolazione;

comunicare al datore di lavoro il risultato delle valutazioni effettuate;

stabilire le misure da adottare ai fini della sorveglianza delle esposizioni e
le eventuali azioni di rimedio volte al controllo o alla riduzione delle
esposizioni medesime.
8
6.
LA
RADIOATTIVITÀ
La radioattività è un fenomeno naturale che riguarda alcuni atomi che, per le
loro grandi dimensioni, sono intrinsecamente instabili e, a un certo punto della loro
vita, spontaneamente si rompono emettendo una radiazione. L'atomo che emette
la radiazione è detto padre, mentre l'atomo che rimane dopo l'emissione della
radiazione è detto figlio. A volte anche il figlio è sufficientemente grande da essere
intrinsecamente instabile e, a un certo punto della propria vita, decade emettendo
un'altra radiazione, e così via per alcune generazioni. Si creano così delle famiglie
radioattive; sulla Terra esistono attualmente tre famiglie radioattive, mentre una
quarta si è estinta a causa della breve vita media di tutti i suoi componenti.
In natura esistono tre famiglie di radioisotopi naturali i cui capostipi sono il
Th e il
232
235
U, il
238
U. In Figura 1, ad esempio, viene riportata la catena di decadimento, o
famiglia, dell’Uranio, alla quale il radon appartiene.
Figura 1: Catena dell'Uranio
Il Radon (Rn-222) è generato dal decadimento del Radio (Ra-226) che fa parte
9
della famiglia radioattiva dell’Uranio (U-238) come evidenziato in Errore: sorgente
del riferimento non trovata:
U-238
Prodotti di
decadimento
Ra-226
Rn-222
Prodotti di
decadimento
Pb-206
Figura 2. Decadimento dell’Uranio
A differenza dell’uranio e del radio, il radon è un gas e prima di decadere rimane in
vita per un tempo sufficientemente lungo che gli consente di essere trasportato dai
flussi di aria presenti nei suoli.
10
7.
7.1
IL RADON
INTRODUZIONE
All'interno del vasto argomento riguardante l'inquinamento indoor e la qualità
ambientale, il gas radon, come agente inquinante, è un aspetto trattato, fino ad
ora, solo marginalmente.
Quest’apparente
disinteresse
è
probabilmente
dovuto
alle
caratteristiche
dell'inquinante, che oltre a essere inodore, incolore e insapore è anche di origine
"naturale" e quindi implicitamente "normale" o in ogni modo inevitabile e anche
perché non direttamente connesso ad attività tecnologico-produttive.
In effetti, il radon è sempre stato presente all'interno delle costruzioni ma è
diventato un problema per la coincidenza di due fattori:
• l’acquisizione della consapevolezza della sua pericolosità in termini di aumento
di rischio di effetti sanitari gravi (tumore polmonare)
• la differente tecnica costruttiva, a seguito della crisi energetica, che ha
favorito alcuni sistemi costruttivi portando a una ipersigillazione di alcuni
ambienti favorendo l’aumento della concentrazione di radon (assieme a
numerosi altri inquinanti).
7.2
CENNI
STORICI
I primi rapporti noti, riguardo ai rischi legati all’esposizione al radon,
risalgono a metà del 1500 e si tratta di testi di mineralogia, in cui si parla di una
particolare “malattia del polmone” causata dall’inalazione della polvere presente
nelle miniere contenenti vari metalli.
Tre secoli dopo, fine 1800, questa patologia fu classificata come tumore polmonare.
11
Nel 1898, Marie e Pierre Curie estraevano il Radio (Ra-226) da alcuni minerali e la
cosiddetta “emanazione di radium”, più avanti chiamata Radon (Rn-222), fu
identificata come un gas nobile radioattivo prodotto dal decadimento del Radio,
anche se l’effettiva scoperta del radon come elemento chimico avviene solo nel
1900 senza però che ne fosse definita la pericolosità.
Dai primi del 1900 agli anni ’70 si diffusero numerosi studi sui minatori delle
miniere di uranio altamente esposti ad elevate concentrazioni di radon e in questi
ultimi decenni sono stati pubblicati numerosi rapporti che confermano una forte
relazione fra la presenza di questo inquinante nell’aria e il cancro al polmone.
7.3
GENERALITÀ
Il radon (Rn-222) è un gas nobile radioattivo naturale incolore e inodore,
prodotto dal decadimento dell'uranio presente nelle rocce, nel terreno, nelle acque
e nei materiali da costruzione. La sua presenza è legata all’abbondanza di minerali
radioattivi naturali nella crosta terrestre: viene generato dal decadimento del radio,
cioè dal processo per cui una sostanza radioattiva si trasforma spontaneamente in
un’altra sostanza, emettendo radiazioni. Prima di decadere, il Radon rimane in vita
per un tempo sufficientemente lungo che gli consente di essere trasportato, in
quanto gas, dai flussi di aria presenti nei suoli.
7.4
SORGENTI
DI RADON
Non tutto il radon generato dal decadimento del radio nella roccia viene
rilasciato nell’ambiente; più i grani che costituiscono la roccia presentano interstizi
grandi, maggiore è la possibilità di rilascio come evidenziato in Figura 3.
Figura 3. Schema di rilascio del radon
Il radon, una volta uscito dalla roccia, può essere trasportato dai fluidi
contenuti nel sottosuolo anche a grande distanza dall’origine.
Il trasporto di Radon dal suolo all’aria può avvenire per:
- Diffusione in aria;
12
- Veicolazione associata all’emanazione di gas naturali quali anidride carbonica e
metano;
– Trasporto fisico in soluzione con l’acqua.
Grande influenza sull’emanazione del terreno, Figura 4, e di conseguenza sulle
concentrazioni del radon in aria, hanno l’assetto geologico ed idrogeologico, la
struttura e tessitura delle rocce, le condizioni chimico-fisiche dell’atmosfera.
Figura 4. Influenza della struttura del terreno sull’emanazione
La sua concentrazione negli ambienti dipende molto, inoltre, dalle caratteristiche
dell'edificio (forma, dimensione, disposizione delle bucature, livello rispetto al suolo
dei locali abitati, ecc.) fino alle modalità di uso dello stesso.
Il Radon esala dal terreno, Figura 5, dalle rocce, dai materiali da costruzione
e, trasportato anche dall’acqua, si accumula nei locali, specie se poco aerati.
Figura 5. Esalazione del Radon dal terreno
Il principale motivo che causa l’ingresso del radon è la differenza di
pressione che normalmente si riscontra tra l’interno degli edifici e l’esterno.
Generalmente l’interno degli edifici è in depressione rispetto all’esterno. Tale
differenza è dovuta essenzialmente al fatto che la temperatura interna è superiore
a quella esterna (specie di notte e d’inverno) e alla influenza dei movimenti dell’aria
13
esterna (venti). La depressione che si riscontra all’interno degli edifici produce un
continuo flusso dall’esterno (e quindi anche dal suolo) verso l’interno.
Il Radon può essere presente in qualsiasi ambiente, sia abitazione che luogo
di lavoro, ma è generalmente presente in concentrazioni più elevate negli ambienti
posti sotto il livello del suolo: caveau di banche, gallerie di metropolitane, cantine,
magazzini.
7.5
CARATTERISTICHE
Il radon ha una elevata mobilità e si distribuisce rapidamente in tutto
l’ambiente in modo piuttosto uniforme. Essendo un gas inerte non reagisce
chimicamente o elettricamente, per cui, una volta inalato, è prontamente esalato
dall’organismo stesso e quindi, dal punto di vista sanitario, non sarebbe poi così
pericoloso. Esso genera però dei radionuclidi che sono ancora alfa emettitori (Po218 e Po- 214) definiti “prodotti di decadimento” o “figli” del radon. I prodotti di
decadimento
hanno
tempi
di
dimezzamento
brevi
o
brevissimi
(minuti
o
millisecondi) e sono, invece, carichi e chimicamente reattivi.
Una volta prodotti, questi rimangono, in parte, allo stato libero e, in parte, si
fissano sul pulviscolo presente nell’aria (voc - composti organici volatili – molecole
di vapore, o altri aerosol come il fumo da sigaretta o quello prodotto da attività di
cucina, ecc.). I prodotti di decadimento del radon, per effetto diffusivo, si
depositano parzialmente sulle superfici dei locali (pareti, mobili ecc.). In aria quindi
rimane solo una parte di essi (quella non depositata). Questa parte rimasta in aria è
quella che può essere inspirata. In questo caso, contrariamente al radon, i prodotti
di decadimento reagiscono e possono depositarsi sulle superfici dei tessuti
dell’apparato respiratorio.
I radionuclidi depositati sono ancora radioattivi ed emettono ancora
radiazioni. Le radiazioni di tipo alfa penetrano nel tessuto e producono una intensa
ionizzazione.
14
8.
UNITÀ
DI MISURA
La normativa di riferimento fissa il livello d’azione per la concentrazione di radon in
termini di concentrazione media annua.
CONCENTRAZIONE
8.1
DI RADIOATTIVITÀ
La concentrazione di radioattività, e quindi di radon in aria, si misura in Bq/mc:
-
Bq, che indica il Becquerel, è l’unità di misura che rappresenta una
disintegrazione radioattiva al secondo;
-
Bq/mc indica quindi il numero di disintegrazioni al secondo che avvengono
in un metro cubo d’aria.
Le prescrizioni di legge che indicano i valori del livello d’azione usano questa unità.
DOSE
8.2
Per valutare gli effetti delle radiazioni ionizzanti sull’organismo umano si fa
riferimento ad un'ulteriore grandezza, la dose:
D = dose assorbita = energia assorbita dal mezzo irradiato per unità di massa.
L'unità di misura della dose assorbita è il Gray
-
1 Gy = 1 J Kg-1
Come indice del potenziale danno biologico dovuto all'esposizione alle radiazioni la
grandezza che viene utilizzata prende il nome di dose efficace e la sua unità di
misura è il Sievert, simbolo Sv, che equivale a 1 Joule assorbito da 1 kg di corpo
umano.
1 Sv = 1Gy*RBE (efficienza biologica relativa)
RBE
radiazioni
1
g,X,b
2 - 10
n
20
a
15
9.
LA
SITUAZIONE IN
ITALIA
I dati riportati in Figura 6 sono stati rilevati durante la Campagna Nazionale
ISS/APAT 1989-1998 e rielaborati da Bochicchio et al., 2005.
Figura 6. Situazione in Italia
Il valore della concentrazione media è risultato 70 Bq/mc, Valore relativamente
elevato rispetto alla media mondiale valutata intorno a 40 Bq/mc.
La concentrazione di radon è molto variabile sul territorio, con valori superiori ai
1.000 Bq/mc.
Il Lazio, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e la Campania sono le regioni nelle
quali si sono registrate concentrazioni medie più elevate.
16
10. I
RISCHI PER LA SALUTE
I rischi dell’inquinamento indoor vengono spesso sottovalutati, mentre è provato
che il Radon vi figura tra le sostanze presenti più
insidiose, Figura 7, per le sue caratteristiche di
componente radioattiva naturale dei terreni.
Una volta formatosi il radon decade dando origine a
tutta una serie di altri atomi, chiamati “prodotti di
decadimento” o “figli del Radon”. Anche i figli sono
radioattivi ma non gassosi e, in particolare attaccati
Figura 7. Decadimento del Radon
al pulviscolo atmosferico, durante la respirazione
raggiungono gli organi e i tessuti dell’apparato
respiratorio, ove possono decadere, emettendo particelle alfa.
A differenza degli altri tipi di radiazione, Figura 8, le particelle alfa sono
scarsamente
particolarmente
penetranti
e
energetiche:
possono danneggiare le cellule
del polmone, ma non possono
arrivare ad altri organi.
Quindi il Radon non si accumula
in
maniera
significativa
nei
polmoni e non costituisce di per
sé un rischio; viceversa, i suoi
Figura 8. Diversi comportamenti delle particelle
“figli” sono solidi e reattivi e reagiscono rapidamente con il particolato atmosferico,
che diventa pertanto radioattivo e trattenuto a livello bronchiale.
17
11. DANNI
SANITARI DEL
RADON
L’inalazione del Radon e dei suoi discendenti aumenta la probabilità, che rimane
tuttavia piuttosto bassa, di contrarre una neoplasia polmonare, Figura 9. Ad oggi
non ci sono evidenze significative di danni sanitari diversi dal tumore polmonare.
I danni sanitari del Radon sono diventati evidenti osservando che
tra i minatori l’incidenza di tumore al polmone era più elevata che
nel resto della popolazione e ci sono voluti molti anni per
individuare il nesso causale fra Radon e tumore al polmone, anche
perché molti minatori sono fumatori e inoltre inalano polvere e
altri inquinanti in miniera.
Figura 9.
Il Radon inoltre non ha effetti immediati neanche a concentrazioni estremamente
elevate ed è quindi necessario un periodo di esposizione di parecchi anni affinché si
manifesti il tumore.
In Italia si stima che fra il 5 e il 20% dei tumori polmonari sono attribuibili al
Radon, il restante 80-95% al fumo di sigaretta.
Il rischio di sviluppare tumori polmonari aumenta all’aumentare della
concentrazione di Radon, del tempo di esposizione e, soprattutto, in caso di
associazione al fumo di sigaretta.
L’effetto biologico delle radiazioni dipende da due fattori principali:
- Durata dell’esposizione
- Dose ricevuta
Semplificando si può dire che:
- Solo in presenza di dosi elevate (> 100 mSv) ricevute in breve tempo (poche ore
al massimo) l’effetto si manifesta sicuramente in tutti gli individui (effetti
deterministici o a soglia );
- In presenza di dosi basse e ricevute su un periodo di tempo lungo (mesi o anni) il
danno si manifesta solo in una piccola frazione di individui e compare molto
tempo dopo l’esposizione (effetti stocastici).
Il Radon ha solo effetti stocastici.
Il Radon non causa danni ereditari, ma solo danni somatici: esclusivamente tumore
al polmone.
18
12. RESISTENZA
RELATIVA DEL POLMONE
Il danno biologico non dipende solo dalla dose ricevuta e dal tempo di esposizione,
ma anche dall’organo o tessuto bersaglio. A parità di dose assorbita alcuni organi
sono molto più resistenti di altri, e il polmone è uno degli organi più resistenti.
Alcuni esempi di effetti deterministici per irradiazione al corpo intero in una sola
volta (“Elementi di Radioprotezione”, Polvani 1993):
250 mGy: nessun sintomo nella maggior parte degli individui;
in pochi casi un transitorio calo del numero dei linfociti;
500 mGy: in alcuni individui lieve nausea, riduzione dell’appetito, lieve malessere;
1000 mGy: nausea in molti individui, vomito in alcuni;
i sintomi cessano in 1-2 giorni → ricovero in ospedale
2000 mGy: sindrome acuta da radiazione, morte di alcuni individui;
4000 mGy: 50% degli individui non curati muore in 30 giorni;
6000 mGy: quasi tutti gli individui muoiono nei 30 giorni.
I dati sopra riportati sono tratti da:
–
esperienza acquisita (irraggiamento del corpo umano intero nel trattamento
di alcune malattie);
–
dati raccolti sui sopravvissuti alle esplosioni atomiche di Hiroshima e
Nagasaki (1945);
–
resoconti su infortuni lavorativi occorsi in vari paesi.
Per il sistema respiratorio
i tessuti bronchiali e polmonari si infiammano a
acute dell’ordine di 15.000-25.000 mGy in una volta sola → ci
dosi
vorrebbero
concentrazioni di Radon dell’ordine di parecchi milioni di Bq/mc ed esposizione
di 1 ora.
I modelli epidemiologici sono basati su studi condotti principalmente su minatori
maschi e, in misura molto ridotta, sulla popolazione.
Poichè non si è ancora riusciti a distinguere gli effetti di genere (uomo – donna) i
risultati ottenuti sui minatori vengono considerati validi anche per le donne.
Esistono pochissimi studi sui bambini per cui anche a questi vengono estesi i
risultati ottenuti sui minatori.
Un quadro schematico e semplificato della sintomatologia, in rapporto alla dose,
dovuta a esposizione globale acuta di un individuo a dosi elevate, è riportato in
Tabella 1 .
19
Nelle Tabella 2 e Tabella 3 sono riportati rispettivamente le riduzioni delle
aspettativa di vita dovute ad incidenti durante attività lavorative e per cause
diverse.
Le tabelle sono tratte dal manuale “La Radioprotezione nelle attività sanitarie:
manuale informativo ad uso dei lavoratori” della Regione Lombardia, 2001.
Settimane dopo
l'esposizione
1
Dose (Sv)
1–3
subletale
4
letale
>6
sopraletale
Fase latente
Nausea e vomito (1
giorno)
Nausea e vomito,
diarrea e febbre
depilazione e malessere
generale
Bocca e gola
infiammate,
ulcerazioni,
deperimento e morte
2
3
Perdita appetito,
depilazione,
infiammazione gola,
emorragie
4
Diarrea, guarigione
Certa salvo complicazioni
Sopravvivenza
(2.5 Sv sono mortali nel
5% dei casi)
Tabella 1. Sintomatologia in rapporto alla dose
Perdita appetito,
emorragia, diarrea,
febbre, deperimento,
morte eventuale
Possibile nel 50% dei casi
Impossibile
Riduzione media della durata di vita
(giorni)
Commercio
27
Industria manifatturiera
40
Servizi
27
Trasporti
160
Agricoltura
320
Costruzioni
227
Valor medio
60
Esposizioni alle radiazioni (5 mSv/anno)
40
Tabella 2. Riduzione media della durata di vita dovuta ad incidenti in diverse attività lavorative
Attività lavorativa
Causa
Riduzione media della durata
di vita (giorni)
Abuso di alcol
4000
Essere celibe, vedovo o divorziato
3500
Fumo (1 pacchetto/giorno)
2250
Essere nubile, vedova o divorziata
1600
Essere sovrappeso (+ 20%)
1040
Incidenti con veicoli a motore
207
Alcool
130
Fumo passivo
50
Esposizioni alle radiazioni (5 mSv/anno)
40
Cadute
28
Esposizioni alle radiazioni individui della popolazione (1 mSv/anno)
18
Esami RX-diagnostici
6
Caffè
6
Tabella 3. Riduzione delle aspettative di vita legate a varie cause di tipo non lavorativo
20
13. DOSE
AL FETO
Il modello di rischio è basato su studi epidemiologici di minatori maschi. L’effetto
dell’esposizione al Radon sul rischio di tumore al polmone nelle donne può essere
diverso da quello negli uomini a causa della differente dosimetria polmonare o di
altri fattori legati al genere. Il “Committee on Health Risks of Exposure to Radon
(BEIR VI)” del National Research Council (USA) non ha potuto identificare una
chiara evidenza di una suscettibilità alla carcinogenesi diversa a seconda del
genere. Conseguentemente il modello è stato esteso direttamente alla donna, con
l’ipotesi che l’eccesso di rischio causato dal radon nei minatori maschi moltiplichi il
tasso di base di tumore al polmone nelle donne, attualmente più basso rispetto a
quello negli uomini. Relativamente al rischio specifico associato all’esposizione dei
bambini, pochissimi studi presentano risultati sperimentali riguardo al rischio
dovuto all’esposizione durante l’infanzia, l’adolescenza e la maturità. I risultati
finora ottenuti mostrano che non vi è una chiara indicazione dell’effetto dell’età
durante l’esposizione. A mia conoscenza nessuno studio sperimentale è disponibile
riguardo la valutazione della dose al feto a causa di esposizione della madre a
radon. Esistono tuttavia studi teorici sui quali ci si potrebbe basare per una
valutazione di dose al feto. Il feto può selettivamente assorbire radioisotopi
attraverso la barriera della placenta. L’International Commission on Radiological
Protection [ICRP Publication 88 (2001)] raccomanda che la concentrazione di
Piombo nel feto sia considerata uguale a quella della madre indipendentemente dal
momento dell’introduzione, mentre per quel che concerne il Polonio e il Bismuto il
rapporto di concentrazione (feto/madre) è considerato pari a 0.1. L’ICRP non
propone tuttavia suggerimenti nel caso del Radon. In alcuni modelli di dose [cf.
Kendall and Smith, J. Radiol. Prot. 22 (2002) 389-406] viene proposto di
considerare che per molti radionuclidi la dose al feto sia simile a quella del muscolo
materno. Ritengo quindi che, conservativamente, si possa considerare la dose al
feto pari alla dose valutata per la madre.
21
14. TECNICHE
E MODALITÀ DI MISURAZIONE DEL
RADON
L’aumento del rischio sanitario è dovuto in parte significativa alle radiazioni
emesse dai prodotti di decadimento del radon che si depositano sulle superfici dei
tessuti dell’apparato respiratorio, piuttosto che al radon. In particolare, sono le
radiazioni di tipo alfa emesse dal Po-218 e dal Po-214 quelle che contribuiscono
maggiormente all’irraggiamento dei tessuti polmonari e, in definitiva, all’aumento
del rischio.
Misurare direttamente la concentrazione dei prodotti di decadimento del
radon risulta però piuttosto complesso. Questo problema viene risolto sfruttando il
fatto che il rapporto tra la concentrazione dei prodotti di decadimento del radon e il
radon stesso è, per i normali ambienti di lavoro, relativamente costante.
In questo modo è possibile riferire le valutazioni di rischio a partire dalla
misura della concentrazione del solo radon, oppure stabilire direttamente delle
concentrazioni di radon di riferimento oltre le quali si ritiene necessario
intervenire.
Quasi
tutta
la
normativa
è
impostata
sulla
base
del
valore
della
concentrazione di radon.
14.1
MODALITÀ
DI MISURAZIONE DEL RADON
La concentrazione di Radon in un ambiente può essere misurata
tramite dispositivi di piccole dimensioni (dosimetri), che vengono posizionati nel
locale di interesse per un periodo variabile da alcuni ore/giorni ad un anno, a
seconda dello strumento utilizzato.
Al fine di valutare l’esposizione delle persone, la durata obbligatoria per le
misurazioni è di un anno, a causa della grande variabilità della concentrazione che il
Radon può assumere nel tempo. Le tecniche di misurazione del Radon sono:
22

campionamento istantaneo (grab sampling), realizzato con misurazione
del Radon in un breve intervallo di tempo;

campionamento continuo (continuous sampling), realizzato con sistemi in
grado di misurare in automatico, a brevi intervalli temporali, l’evolversi
della concentrazione;

campionamento integrato (integrative sampling), raccogliendo nel tempo
(vari giorni o mesi) le informazioni degli eventi radioattivi, al fine di
effettuare
una
stima
della
concentrazione
media
nel
periodo
di
integrazione.
Le modalità di misurazione del Radon sono di due tipi:
14.2

attiva – richiede l’utilizzo di alimentazione elettrica durante la misura;

passiva – non richiede l’utilizzo di alimentazione durante la misura.
RIVELATORI
A TRACCE
Le particelle alfa, emesse dal radon o dai suoi prodotti di decadimento,
hanno una certa massa e una certa velocità. Nella loro interazione con la materia,
l’energia che possiedono viene rilasciata durante gli urti con gli atomi o le molecole
del mezzo che attraversano. Il percorso dipende dalla densità del mezzo che
attraversano.
A causa della loro massa relativamente grande sono in grado di ionizzare il
mezzo che attraversano, ossia di romperne i legami molecolari e atomici
producendo ioni. Su questo fenomeno si basa la quasi totalità dei sistemi di
rivelazione delle radiazioni.
In alcuni materiali dielettrici (plastiche) questi processi producono, in
determinate condizioni, una rottura permanente dei legami molecolari, lasciando
quindi una traccia del loro passaggio. Queste tracce non sono visibili ad occhi
nudo, ma se il materiale è sottoposto ad alcune procedure chimiche, queste tracce
si sviluppano fino a diventare visibili ai normali microscopi ottici o addirittura, in
alcuni casi, ad occhio nudo.
Figura 10. Formazione e sviluppo delle tracce nucleari
Il numero di tracce che si sviluppano è proporzionale alla concentrazione di radon
presente nell’ambiente in cui il materiale è stato esposto e al tempo di esposizione.
I materiali impiegati per questo tipo di misure (nitrato di cellulosa,
23
poliallildiglicol carbonato, policarbonato), sono inseriti in opportuni contenitori
chiamati dispositivi di campionamento.
La
procedura
di
misura
è
estremamente
semplice:
i
dispositivi
di
campionamento contenenti i materiali sensibili sono posizionati all’interno degli
edifici, attivati e lasciati per il tempo necessario (fino a sei mesi e oltre). Il radon
penetra per diffusione (o permeazione) in questi dispositivi e produce per effetto
del suo decadimento una serie di radiazioni alfa che sono registrate dai materiali
sensibili. Al termine della esposizione i dispositivi sono riconsegnati al laboratorio di
analisi che provvede allo sviluppo chimico, al conteggio delle tracce e al calcolo
della concentrazione di radon.
Questa tecnica di misura è stata ampiamente studiata e offre un accettabile grado
di affidabilità.
14.3
RIVELATORI
AD ELETTRETI
Il sistema si basa su un disco di teflon che viene caricato elettrostaticamente e ha
la capacità di mantenere la carica (negativa) a lungo nel tempo.
Il disco, così caricato, viene inserito in un contenitore, chiamato “camera” che è
esposto al radon. Nella camera il disco genera un campo elettrico. Quando il radon
entra nella camera, le radiazioni alfa che sono prodotte ionizzano l’aria presente
dando origine a coppie di ioni. Gli ioni positivi sono attratti dal campo elettrico e si
depositano sulla superficie del disco di teflon neutralizzando in parte la carica
originale.
Al termine della esposizione la carica sul disco di teflon sarà ridotta di una quantità
che è funzione della concentrazione di radon. Dalla misura della differenza di carica
elettrostatica prima e dopo l’esposizione, tenuto conto del tempo di esposizione, è
possibile stimare la concentrazione di radon.
Figura 11. Sistema di misura ad elettreti
24
14.4
MISURE
IN CONTINUO
Nei casi in cui occorra conoscere la concentrazione di radon in modo continuo:
–
per controllare l’andamento della concentrazione di radon durante le ore di
permanenza effettiva;
–
nella ricerca di eventuali punti di ingresso del radon in un edificio ove è
necessaria una risposta in tempo reale;
–
per verificare, in tempi brevi, l’efficacia di una azione di bonifica in un
edificio o determinare la concentrazione di radon in un’acqua e così via.
si utilizza generalmente una strumentazione che, nella quasi totalità dei casi,
fornisce i risultati sul posto di misura.
Tutta la strumentazione di questo tipo si basa sull’interazione delle radiazioni
prodotte dal radon durante il suo processo di decadimento, con la materia. In alcuni
casi (camere a scintillazione) quando le radiazioni alfa colpiscono dei particolari
materiali si producono delle piccole scintille che sono rivelate da fotomoltiplicatori
(rivelatori di luce) e contate; in altri casi (camere a ionizzazione) si misurano gli
ioni prodotti in piccoli volumi in cui si mantiene una elevata differenza di potenziale;
in altri casi ancora, le radiazioni vengono evidenziate per effetto delle alterazioni
elettriche che inducono in materiali semiconduttori.
14.5
STRUMENTAZIONE
UTILIZZATA DA
U-SERIES SRL
Per le misure in continuo eseguite presso la Provincia di Livorno sono stati
utilizzati:
–
un rivelatore elettronico modello Radim 5, numero di serie R5A/1025
prodotto da Jiri Plch Smm (Repubblica Ceca), diffusione passiva del radon,
sensibilità di 5 colpi/minuto a 1000 Bqm-3, intervallo di campionamento di 30
minuti, memoria di 16364 campionamenti, alimentazione a batteria;
–
un rivelatore elettronico modello Radim 5B, numero di serie R5B/1023
prodotto da Jiri Plch Smm (Repubblica Ceca), diffusione passiva del radon,
sensibilità di 5 colpi/minuto a 1000 Bqm-3, intervallo di campionamento di 60
minuti, memoria di 16364 campionamenti, alimentazione a batteria.
I dosimetri attualmente esposti presso la Provincia di Livorno hanno alcune
caratteristiche principali:
•
Rivelatore di tipo chiuso
•
Semplice
da
usare,
di
piccole
dimensioni
e
robusto,
non
richiede
25
alimentazione elettrica (passivo)
•
Misura integrata (fornisce il valor medio della concentrazione di Radon nel
periodo di esposizione)
•
Soddisfa
i
requisiti
previsti
dalla
“Linee
guida
per
le
misure
di
concentrazione di radon in aria nei luoghi di lavoro sotterranei
Rivelatore CR39
Camera di diffusione
26
15. AZIONI
DI RIMEDIO
Le azioni di rimedio hanno l'obiettivo principale di ridurre la dose ai lavoratori al
livello più basso possibile. Tale obiettivo può essere raggiunto attraverso due
categorie di azioni di rimedio:
1. Azioni organizzative, volte a ridurre la dose senza modificare la
concentrazione di radon: prevedono la limitazione del tempo di permanenza
dei lavoratori all’interno dei locali indiziati;
2. Azioni tecnologiche, volte a ridurre la concentrazione di radon: si dividono
a loro volta, a seconda dell’utilizzo o meno dell’alimentazione elettrica, in
attive e passive.
La scelta delle azioni di rimedio deve essere basata sui principi fondamentali di
radioprotezione, con l'obiettivo particolare di ridurre la dose al di sotto dei limiti e
inoltre mirare a ottenere il livello più basso possibile di concentrazione di Radon
tenuto conto dei fattori economici e sociali.
Le azioni di rimedio vanno condotte, per legge, avvalendosi dell’Esperto Qualificato
e viene considerato risultato ottimale di un’azione di rimedio la limitazione della
concentrazione o della dose durante l’orario lavorativo.
27
16. PRINCIPI
DI RADIOPROTEZIONE
Tutta la normativa internazionale di radioprotezione si basa sulle indicazioni fornite
dall'ICRP, Commissione Internazionale di Radioprotezione, il cui sistema dì
protezione radiologica è basato su tre fondamentali principi:
1
Principio di giustificazione
Nuovi tipi o nuove categorie di pratiche che comportano un'esposizione alle
Radiazioni ionizzanti debbono essere giustificati, anteriormente alla loro prima
adozione o approvazione, dai loro vantaggi economici, sociali o di altro tipo rispetto
al detrimento sanitario che ne può derivare.
2
Principio di ottimizzazione
Qualsiasi pratica deve essere svolta in modo da mantenere l’esposizione al livello
più basso ragionevolmente ottenibile, tenuto conto dei fattori economici e sociali.
3
Principio di limitazione delle dosi
La somma delle dosi derivanti da tutte le pratiche non deve superare i limiti di dose
stabiliti per i lavoratori esposti, gli apprendisti, gli studenti e gli individui della
popolazione.
Le indicazioni dell'ICRP sono state recepite dalla Direttiva Europea n. 29/1996 e
successivamente in Italia dal D. Lgs. 230/1995, integrato dal D. Lgs. 241/2000 e,
per quanto riguarda la tutela del nascituro e della donna gestante, dal D. Lgs.
151/2001.
28
17. LA
17.1
NORMATIVA
LA
NORMATIVA ITALIANA RELATIVA AI LAVORATORI
Le norme in materia di Radon si distinguono fra i provvedimenti finalizzati
alla riduzione del rischio nei luoghi di lavoro e quelli diretti ad ottenere lo stesso
risultato nelle abitazioni.
Tra i primi, la norma di riferimento è la Direttiva europea 96/29 sulla
radioprotezione dei lavoratori, che contiene, a differenza delle precedenti, un
esplicito riferimento all’esposizione al Radon.
L’Italia ha recepito questa norma il 26 maggio 2000, con il Decreto Legislativo n.
241 (“Attuazione della Direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria
della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni
ionizzanti”).
Il Decreto, in particolare, ha stabilito:
–
500 Bq/m3 la concentrazione di radon sopra la quale è obbligatorio effettuare
azioni di bonifica (Allegato I-bis, comma 4, lettera a);
–
le misure della concentrazione di radon devono essere effettuate:
a. in tutti i luoghi di lavoro (dal primo all'ultimo piano) nelle zone ad alto rischio
di alte concentrazioni di radon individuate dalle Regioni;
b. in tutti i luoghi di lavoro sotterranei, in tutto il territorio nazionale.
I criteri per l'individuazione delle aree a maggiore presenza di radon devono essere
fissati dalla Sezione Speciale della Commissione Tecnica prevista all'art.10-septies
che, a distanza di 10 anni, non si è ancora insediata. In assenza di criteri emanati a
livello nazionale e di criteri accettati a livello internazionale, molte regioni, tra cui la
Toscana, hanno intrapreso indagini sul territorio per conoscere la distribuzione dei
livelli di radon. La normativa italiana richiede che vengano identificate non solo le
29
aree a maggior probabilità di elevati valori di concentrazione di radon, ma anche le
caratteristiche dei luoghi di lavoro maggiormente correlate con alti valori di
concentrazione.
Dal 1.3.2002 (o dall’inizio dell’attività) l’esercente ha 24 mesi di tempo per eseguire
un controllo nei propri luoghi di lavoro e verificare la concentrazione media annuale
di radon.
Una volta effettuate le misure i casi che si possono presentare, descritti dalla legge,
sono i seguenti:
•
non si è riscontrato il superamento dell'80% del livello di azione in nessun
ambiente: l’esercente non ha altri obblighi se non la ripetizione delle misurazioni
in caso di variazioni significative delle condizioni in cui si svolge l’attività
lavorativa (art. 10 quinquies, comma 8)
•
il valore di concentrazione riscontrato in un qualsiasi ambiente è superiore
all’80% del livello di azione: è richiesta la ripetizione della misura entro 1 anno
(art. 10-quinquies, comma 2);
•
il livello di azione è stato superato: l’esercente ha l’obbligo di inviare, entro un
mese dall’ottenimento della relazione tecnica di misura (art. 10-quater, comma
3), una comunicazione alle competenti autorità (ARPA, A.S.L. territoriale e
Direzione Provinciale del Lavoro), indicando il tipo di attività lavorativa ed i
risultati delle misurazioni. Il datore di lavoro inoltre, avvalendosi di un Esperto
Qualificato, deve valutare la dose efficace ricevuta dai lavoratori. Se viene
valutata una dose superiore a 3 mSv/anno, il datore di lavoro ha l’obbligo,
avvalendosi dell’Esperto Qualificato, di porre in essere entro tre anni azioni di
rimedio idonee a ridurre l’esposizione al di sotto dei 3 mSv/anno, tenendo conto
del principio di ottimizzazione. Dovrà quindi procedere nuovamente alle
misurazioni, al fine di verificare l'efficacia delle azioni di rimedio poste in essere.
Ove, nonostante l’adozione di azioni di rimedio, risulti ancora superato il livello di 3
mSv/anno, l’esercente adotta (Art. 10-quinquies, comma 3) tutti i provvedimenti
prescritti dalla normativa, fra cui l’eventuale sorveglianza fisica, fintanto che
ulteriori azioni di rimedio non riducano la dose al di sotto dei 3 mSv/anno, tenendo
conto del principio di ottimizzazione.
Nell'attuale normativa non è presente alcuna distinzione tra “luoghi di lavoro” e
“luoghi pubblici”.
17.2
LA
NORMATIVA ITALIANA RELATIVA ALLE GESTANTI
Il D.Lgs 151/2001 pone particolare attenzione alla salvaguardia della maternità e
della salute del nascituro limitando le attività lavorative della donna in gravidanza
30
che potrebbero esporre il nascituro ad una dose che ecceda 1 mSv durante il
periodo della gravidanza (Art. 8, comma 1). Vengono altresì regolamentati i lavori
che comportano esposizione a radiazioni ionizzanti per 7 mesi dopo il parto
(Allegato A, lettera D).
Lo stesso decreto sancisce l’obbligo del datore di lavoro di:
• valutare i rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici (Art. 11, comma 1) e,
in particolare, i rischi di esposizione a radiazioni ionizzanti (Allegato C, comma 1,
lettera d);
• informare le lavoratrici ed i loro rappresentati per la sicurezza sui risultati della
valutazione e sulle conseguenti misure di protezione e di prevenzione adottate
(Art. 11, comma 2);
• adottare le misure necessarie affinché l’esposizione al rischio delle lavoratrici sia
evitata, modificandone temporaneamente le condizioni o l’orario di lavoro,
qualora i risultati della valutazione rivelino un rischio per la sicurezza e la salute
delle lavoratrici (Art. 12, comma 1).
17.3
In
LA
Italia,
NORMATIVA PER LE ABITAZIONI
attualmente,
non
è
presente
una
normativa
per
la
protezione
dall'esposizione a radon nelle civili abitazioni.
I risultati delle misure di concentrazione di radon nelle abitazioni, quindi, possono
essere valutati solo mediante un confronto con i livelli di riferimento raccomandati
dai principali organismi internazionali.
Nel caso specifico, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 2009) raccomanda
un livello di riferimento compreso fra 100 e massimo 300 Bq/m3 e la International
Commission
for
Radiological
Protection
(ICRP
Statement,
2009)
ha
subito
raccomandato un livello non superiore a 300 Bq/m3.
Qualora nelle abitazioni sia superato tale livello di riferimento, gli organismi
internazionali raccomandano la realizzazione di azioni di rimedio atte a ridurre la
concentrazione di radon.
17.4
LA
DIRETTIVA FUTURA
In sede europea, è stato avviato l'iter approvativo di una nuova direttiva in materia
di protezione dall'esposizione al radon nelle abitazioni. Il recepimento da parte della
normativa italiana di tale direttiva porterà all'introduzione, anche in Italia, di livelli
di riferimento per la concentrazione di radon nelle abitazioni.
Sulla base delle raccomandazioni OMS e ICRP, la Direttiva futura introduce la
31
normativa sul radon nelle abitazioni e negli edifici con accesso al pubblico (distinti
dai luoghi di lavoro) e fissa i livelli di riferimento, in entrambi i casi, in:
-
200 Bq/m3 per abitazioni ed edifici pubblici di futura costruzione;
-
300 Bq/m3 per abitazioni ed edifici pubblici già esistenti.
La Direttiva futura prevede inoltre:
a. misure di concentrazione di radon in edifici pubblici nelle aree a maggior
presenza di radon;
b. messa in atto di azioni preventive (introduzione di tecniche costruttive volte a
prevenire l'ingresso del radon proveniente dal suolo e dai materiali da
costruzione);
c. regolamentazione dell'utilizzo dei materiali da costruzione sulla base del
contenuto di radionuclidi naturali.
32
18. I
RISULTATI DELLE MISURAZIONI DI RADON
La Regione Toscana ha disposto un'indagine conoscitiva sulla concentrazione di
Radon in alcune abitazioni e luoghi di lavoro pubblici e privati, sul territorio
Livornese, condotta dall'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della
Toscana.
In particolare sono state effettuate dall'ARPA misurazioni in alcuni ambienti posti al
piano terra della sede della Provincia di Livorno, sita in Livorno, via G. Galilei, 40.
A seguito dei risultati ottenuti, per effettuare una valutazione della dose efficace cui
sono esposti i lavoratori, si è ritenuto opportuno effettuare misurazioni di radon su
un periodo di circa una settimana con strumentazione elettronica e campionamento
orario per valutare le variazioni rapide della concentrazione di radon a causa delle
caratteristiche climatiche degli ambienti. Tali misurazioni sono state condotte dalla
società U-Series Srl.
18.1
MISURAZIONI
EFFETTUATE DALL'ARPAT
(PERIODO 04.12.08 - 27.11.09)
In Tabella 4 vengono riportati i risultati delle misurazioni effettuate dall'ARPAT
mediante dosimetri a tracce.
Identificazione locali
Piano
Data inizio
esposizione
Data fine
esposizione
222
Rn
(Bq m-3)
Centro impiego
Piano Terra
27 mag 09
27 nov 09
318 ± 77
Sala riunioni
Piano Terra
4 dic 08
27 mag 09
1200 ± 254
Sala riunioni
Piano Terra
27 mag 09
27 nov 09
615 ± 147
Centro Direzionale Servizio Lavoro
Piano Primo
4 dic 08
27 mag 09
Centro Direzionale Servizio Lavoro
Piano Primo
27 mag 09
27 nov 09
129 ± 34
Ufficio Collocamento
Piano Primo
4 dic 08
27 mag 09
122 ± 30
Ufficio Collocamento
Piano Primo
27 mag 09
27 nov 09
50
± 15
Ufficio Berni
Piano Secondo
4 dic 08
27 mag 09
58
± 16
Ufficio Berni
Piano Secondo
27 mag 09
27 nov 09
68
± 19
Ufficio Viabilità
Piano Secondo
4 dic 08
27 mag 09
95
± 24
Ufficio Viabilità
Primo sotterraneo
27 mag 09
27 nov 09
Tabella 4. Risultati delle misurazioni di 222Rn eseguite da ARPAT con dosimetri a tracce
57
± 16
94
± 23
33
I risultati mostrano che, in alcuni ambienti, è stato superato il livello d’azione
individuato dalla normativa in 500 Bq m-3.
18.2
MISURAZIONI
EFFETTUATE DALL'ARPAT
(PERIODO 22.11.11 – 25.11.11)
I risultati delle misurazioni effettuate dall'ARPAT mediante dosimetri ad elettrete
sono riportati in Tabella 5.
222
Rn
(Bq m-3)
Locale
Piano
Data inizio
esposizione
Data fine
esposizione
Stanza 7
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
587
±
64
Stanza adiacente 7
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
624
±
68
Stanza 6
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
207
±
28
Stanza 5
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
74
±
18
Stanza 4
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
159
±
24
Stanza 4
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
120
±
21
Stanza 3
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
228
±
29
Stanza 2
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
217
±
28
Stanza 1
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
174
±
25
Reception - 1
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
110
±
21
Reception - 1
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
102
±
21
Reception - 2
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
64
±
19
Corridoio
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
100
±
20
Stanza 12
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
246
±
32
Stanza 11
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
353
±
41
Stanza 11
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
361
±
42
Stanza 10
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
137
±
23
Stanza 9
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
182
±
26
Sala riunioni
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
756
±
80
Sala riunioni
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
731
±
77
Stanza 11
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
56
±
18
Stanza 14
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
46
±
17
Corridoio
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
110
±
21
Stanza 27
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
54
±
18
Stanza 9
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
99
±
21
Stanza 4
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
92
±
19
Stanza 9
Piano Terra
22 nov 11
25 nov 11
70
±
Tabella 5. Risultati delle misurazioni di 222Rn eseguite da ARPAT con dosimetri ad elettrete
18
I risultati mostrano che, in alcuni ambienti, è stato superato il livello d’azione
individuato dalla normativa in 500 Bq m-3.
Da notare che, come riportato dagli stessi lavoratori, “in due giorni sui tre oggetto
di rilevazione, i locali sottoposti a misure sono stati oggetto di trasloco (attività
straordinaria) con conseguente costante apertura dei locali sia verso l'interno che
verso l'esterno, cosicchè tali locali sono stati sovraesposti ad areazione. Inoltre, la
ditta esterna che sta eseguendo lavori di cablaggio in questi giorni area
costantemente i locali supponendo che le rilevazioni siano terminate (molti colleghi
hanno riscontrato presso la propria stanza l'apertura di porte e finestre fin dalle
prime ore della mattinata).”
34
18.3
MISURAZIONI
EFFETTUATE DA
U-SERIES SRL (PERIODO 25.11.11–01.12.11)
Stanza 4 – Radim 5A-1025
I risultati delle misurazioni, condotte dal 25.11.2011 al 01.12.2011 nella Stanza 4
(piano terra) sono riportati in Tabella 6 e mostrati graficamente in Figura 12 per
maggiore chiarezza.
Tempo di campionamento totale
140
Campionamenti
281
Ore
Concentrazione media di radon
62
Bq m-³
Concentrazione media di radon nell’orario lavorativo
(dalle ore 8.30 circa alle ore 18.30 circa dal lunedì al venerdì)
63
Bq m-³
Concentrazione minima di radon
12
Bq m-³
649
Bq m-³
Concentrazione massima di radon
Tabella 6. Risultati delle misurazioni di
222
Rn in continuo nella Stanza 4
Andamento orario Radon
Radim 5A-1025
250
200
150
50
0 1 /1 2 /1 1 0 8 .3 0
0 1 /1 2 /1 1 0 2 .3 0
3 0 /1 1 /1 1 2 0 .3 0
3 0 /1 1 /1 1 1 4 .3 0
3 0 /1 1 /1 1 0 8 .3 0
3 0 /1 1 /1 1 0 2 .3 0
2 9 /1 1 /1 1 2 0 .3 0
2 9 /1 1 /1 1 1 4 .3 0
2 9 /1 1 /1 1 0 8 .3 0
2 9 /1 1 /1 1 0 2 .3 0
2 8 /1 1 /1 1 2 0 .3 0
2 8 /1 1 /1 1 1 4 .3 0
2 8 /1 1 /1 1 0 8 .3 0
2 8 /1 1 /1 1 0 2 .3 0
2 7 /1 1 /1 1 2 0 .3 0
2 7 /1 1 /1 1 1 4 .3 0
2 7 /1 1 /1 1 0 8 .3 0
2 7 /1 1 /1 1 0 2 .3 0
2 6 /1 1 /1 1 2 0 .3 0
2 6 /1 1 /1 1 1 4 .3 0
2 6 /1 1 /1 1 0 8 .3 0
2 6 /1 1 /1 1 0 2 .3 0
2 5 /1 1 /1 1 2 0 .3 0
0
2 5 /1 1 /1 1 1 4 .3 0
Bq/mc
100
Data
Figura 12.
I risultati mostrano che la concentrazione di Radon è sempre inferiore all'80% del
livello d'azione e pari, in media, a circa 62 Bq m-3, a ulteriore conferma delle basse
concentrazioni di Radon rilevate da ARPAT con dosimetri ad elettrete e comprese
fra circa 90 Bq m-3 e circa 160 Bq m .
-3
Stanza 8 – Radim 5B-1023
I risultati delle misurazioni, condotte dal 25.11.2011 al 01.12.2011 nella Stanza 8
(piano terra) sono riportati in Tabella 2 e mostrati graficamente in Figura 13 per
maggiore chiarezza.
Tempo di campionamento totale
140
Campionamenti
140
Ore
35
Concentrazione media di radon
1689
Bq m-³
Concentrazione media di radon nell’orario lavorativo
(dalle ore 8.30 circa alle ore 18.30 circa dal lunedì al venerdì)
1226
Bq m-³
106
Bq m-³
4580
Bq m-³
Concentrazione minima di radon
Concentrazione massima di radon
Tabella 7. Risultati delle misurazioni di
222
Rn in continuo nella Stanza 8
Andamento orario Radon
0 1 /1 2 /1 1 0 8 .3 9
0 1 /1 2 /1 1 0 2 .3 9
3 0 /1 1 /1 1 2 0 .3 9
3 0 /1 1 /1 1 1 4 .3 9
3 0 /1 1 /1 1 0 8 .3 9
3 0 /1 1 /1 1 0 2 .3 9
2 9 /1 1 /1 1 2 0 .3 9
2 9 /1 1 /1 1 1 4 .3 9
2 9 /1 1 /1 1 0 8 .3 9
2 9 /1 1 /1 1 0 2 .3 9
2 8 /1 1 /1 1 2 0 .3 9
2 8 /1 1 /1 1 1 4 .3 9
2 8 /1 1 /1 1 0 8 .3 9
2 8 /1 1 /1 1 0 2 .3 9
2 7 /1 1 /1 1 2 0 .3 9
2 7 /1 1 /1 1 1 4 .3 9
2 7 /1 1 /1 1 0 8 .3 9
2 7 /1 1 /1 1 0 2 .3 9
2 6 /1 1 /1 1 2 0 .3 9
2 6 /1 1 /1 1 1 4 .3 9
2 6 /1 1 /1 1 0 8 .3 9
2 6 /1 1 /1 1 0 2 .3 9
2 5 /1 1 /1 1 2 0 .3 9
2 5 /1 1 /1 1 1 4 .3 9
Bq/mc
Radim 5B-1023
5000
4000
3000
2000
1000
0
Data
Figura 13.
I risultati mostrano che la concentrazione media di Radon è di circa 1700 Bq m -3,
valore superiore al livello d'azione a conferma delle elevate concentrazioni rilevate
da ARPAT, comprese tra 730 Bq m-3 e 1200 Bq m-3. Tenendo conto solo del periodo
lavorativo, dalle ore 8.30 circa alle ore 18.30 circa dal lunedì al venerdì, la
concentrazione media di radon è pari a circa 1226 Bq m-3, valore inferiore alla
media sull'intero periodo ma significativamente superiore al livello d'azione. In
Figura 2 è visibile l'aumento di concentrazione di radon che si verifica durante il
fine settimana (da venerdì 25 a lunedì 28 novembre) probabilmente a causa delle
abitudini lavorative.
36
19. I
RISULTATI DELLE VALUTAZIONI DI DOSE
Sulla base dei risultati ottenuti si ritiene che solo in alcuni ambienti sono presenti
concentrazioni di Radon superiori al livello d'azione.
Tuttavia le particolari condizioni ambientali in cui sono state condotte le misurazioni
ARPAT nel novembre 2011 non consentono di escludere che, in alcune stanze, le
concentrazioni medie di radon siano normalmente più elevate di quelle misurate.
Alla luce del fatto che già ora gli ambienti al piano terra non ospitano postazioni di
lavoro continuativo ad eccezione del servizio di guardiania, si suggerisce, a maggior
tutela della salute dei lavoratori, di non modificare le attuali condizioni di lavoro fino
all'ottenimento dei risultati delle misurazioni attualmente in corso.
Si ritiene inoltre opportuno presentare una valutazione preliminare di dose sulla
base dei risultati ottenuti, in alcuni ambienti significativi:
– in alcuni uffici posti al piano terra la concentrazione di radon è risultata, pur su un
periodo non significativo di circa 3 giorni, superiore al livello d'azione. In particolare
la concentrazione massima di radon è stata rilevata in 624 Bq·m -3. Ipotizzando in
tali ambienti un fattore di occupazione di 1650 ore/anno, la dose efficace per il
lavoratore più esposto è valutata in circa 3 mSv/anno, valore comparabile con il
livello d'azione individuato dalla normativa vigente, pari a 3 mSv/anno.
– Nella sala riunioni la concentrazione massima di radon è risultata sempre
inferiore, in media, a circa 1700 Bq·m-3. Ipotizzando, in tale ambiente, che il
lavoratore più esposto non spenda, in media, più di una giornata lavorativa a
settimana e, quindi, non più di 400 ore/anno, la dose efficace che ne deriva è pari a
circa 2 mSv/anno, valore inferiore al livello d'azione.
– Nei rimanenti ambienti la concentrazione di radon è inferiore al livello d'azione,
pari a 500 Bq·m-3 e la dose efficace è, ipotizzando un fattore di occupazione di 1650
ore/anno, sicuramente inferiore al livello d'azione.
Gli ambienti al piano terra in cui è stato riscontrato il superamento del livello
d'azione non ospitano, attualmente, postazioni di lavoro continuativo. Si ritiene
pertanto non necessario procedere ad una valutazione di dose al nascituro. Si
suggerisce tuttavia di informare adeguatamente i lavoratori circa la presenza di
radon in alcuni ambienti.
37
20. CONCLUSIONI
Gli ambienti al piano terra in cui è stato riscontrato il superamento del livello
d'azione non ospitano, attualmente, postazioni di lavoro continuativo. Si ritiene
pertanto non necessario predisporre specifiche norme interne.
Alla luce dei risultati ottenuti si suggerisce di:
1. Attendere i risultati delle misurazioni in corso al fine di avere informazioni
dettagliate sulla distribuzione di Radon all'interno dell'edificio;
2. Al termine delle misurazioni, in caso di superamento del livello d'azione, valutare
la possibilità di mettere in atto azioni di rimedio di tipo tecnologico volte a ridurre la
concentrazione di Radon;
3. Erogare ai lavoratori un corso di formazione e informazione sul rischio specifico;
4. Trasmettere la valutazione di dose al Medico Competente per eventuali sue
valutazioni;
5. Aggiornare il DVR e il DUVRI con la valutazione del rischio radiologico.
38
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