Autorizz. Trib. Como 8/77 del 6/4/77 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, DCB Como” - Prezzo dell’abbonamento: Italia Euro 5,50 S IL MEN 02 E D ’I N F O nuova agricoltura R M A Z I O N E T E C N I C O P R O F E S SIO N AL E DE LL A C O NF ED E n°7 Luglio 2015 R AZI O 12 NE IT ALIAN A AGR ICOLTO RI - CIA A LTA LOMBARDIA nuova agricoltura SOMMARIO 2 Campagna Pac 2015: la Caporetto dell’agricoltura italiana 4 Sì della Camera al Decreto Agricoltura, multe latte rateizzate in tre anni senza Interessi 5 L’Italia assolta sulle proroghe della rateizzazione multe latte “Terra Viva”: il medioevo prossimo futuro degli ambientalisti dalla pancia piena 6 Agea-Mipaaf, Agrinsieme al Governo: Rimborsare subito e per intero gli agricoltori che hanno contratto assicurazioni per calamità naturali nel 2014 PAC E CAUSE DI FORZA MAGGIORE 8 Modalità di calcolo del carico minimo del bestiame pascolato Psr, ecco le novità per i giovani Viticoltura, semplificato l’utilizzo dei diritti di impianto 9 Le manipolazioni delle piante ornamentali acquistate rientrano nel reddito agrario se rimane la prevalenza dei propri prodotti Gli scarti vegetali possono essere esclusi dalla normativa rifiuti e utilizzati per produrre energia 10 Bando della Regione per favorire crescita e consolidamento delle reti di impresa Imprese agricole: dalla Bei in arrivo finanziamenti per 400 milioni 11 Fattoria sociale: linee guida per il riconoscimento Expo: Cia lancia il Festival nazionale degli Agriturismi 12 Garanzia Giovani: via libera al progetto Inac “Voce amica anziani Lombardia” La Cia alla guida di Agrinsieme per il prossimo anno. Anche Copagri entra nel coordinamento 13 14 Biologico: raggiunta intesa in Consiglio ue per riforma Una legge per la montagna per valorizzare tutto il territorio montano lombardo e non solo alcune zone Latte in polvere, de castro: difendere ‘eccezione’ italiana, nessun rischio per prodotti di qualità certificata 15 Mipaaf: a Expo convegno su tutela del reddito agricolo e gestione del rischio Agricoltura, Agrinsieme: ricerca e innovazione sempre più strategici per il futuro del settore nuova agricoltura Mensile d’informazione tecnico professionale della Confederazione Italiana Agricoltori - CIA Alta Lombardia Direttore responsabile: Peppino Titone (e-mail: [email protected]) Edito da: CO.S.AGR.I. S.c.r.l. - Como via Morazzone, 4 Redazione: Como, via Morazzone, 4 Tel. 031.26.45.61 - Fax 031.30.76.55 Stampa: Rindi Abbonamento annuale Italia: Euro 5,50 Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96. Domanda di iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (R.O.C.) presentata in data 09/01/2002. Sedi C.I.A.: Como - Via Morazzone, 4 Tel. 031.26.45.61 - Fax 031.30.76.55 Merate - Via Statale, 5R - Tel. 039.99.00.553 - Fax 039.99.00.193 Appiano Gentile - Via Volta, 24 Tel. 031.97.03.79/031.97.03.80 - Fax 031.35.33.392 Sondrio - Via Nazario Sauro, 44 Tel. 0342.21.75.63 - Fax 0342.21.42.91 Merone - Via Pertini, 1 Tel. 031.61.73.93 (Inac) Tel. 031.651743 (Cia) - Fax 031.61.84.928 Gorle - via Roma, 85 - Tel. 035.214247 - Fax 035.222017 Comerio - via Piave, 16 - Tel. e Fax 0332.732376 02 EDITORIALE Campagna Pac 2015: la Caporetto dell’agricoltura italiana Di Peppino Titone Nella storia della politica agricola comunitaria, l’anno 2015 sarà probabilmente ricordato come l’anno della follia. L’anno - per dirne una - nel quale gli agricoltori italiani, e quelli lombardi in particolare, si sono trovati a presentare domande di aiuto sulla base di regole scritte solo qualche giorno prima o, addirittura, ancora da scrivere. A descrivere tale situazione di delirio non è una parte interessata, come può essere la nostra, ma tutti gli Organismi pagatori regionali costretti, come noi, a traccheggiare per settimane e mesi in attesa di quelle indispensabili linee guida che in modo sincopato e tuttora incompleto sono giunte a ridosso della scadenza del 15 Giugno. La lettera del 22 maggio 2015 firmata dai direttori generali degli Opr indirizzata al ministro Maurizio Martina e al direttore di Agea Coordinamento Renzo Lolli, al direttore Agea Stefano Antonio Sernia e al coordinatore degli assessori all’agricoltura regionali Fabrizio Nardoni, oltre che agli assessori delle varie regioni non necessita, riteniamo, di alcuna interpretazione. In modo diretto e senza alcuna parafrasi, tutti gli Opr impegnati sul fronte Pac accusano “Il ritardo e la frammentarietà con cui Mipaaf e Agea Coordinamento stanno ancora emanando le disposizioni e le linee guida attuative rendendo incompleto il quadro normativo” per la predisposizione delle domande Pac. A rischio - denunciavano gli Opr nel loro documento - è l’erogazione dei 5 miliardi di Euro/anno previsti per il territorio nazionale, stante che allo scorso 22 maggio, la situazione era da questi valutata al limite della “irrecuperabilità” tanto da chiedere a gran voce l’apertura di un negoziato con Bruxelles per una deroga all’applicazione delle penali per domande presentate in modo non corretto e in ritardo. In coerenza al vecchio adagio in base al quale “non c’è limite al peggio”, a completare il disastro di questa campagna è intervenuto anche il fattore tecnologico, intendendosi con ciò, almeno per quanto riguarda la nostra Regione, quel sistema informativo denominato Sisco varato quest’anno, che sin dal suo debutto ha mostrato gravissimi problemi di affidabilità. Nulla da stupirsi, pertanto, se le domande Pac da poco inoltrate sconteranno una probabilità di errori molto elevata con conseguente applicazione automatica della riduzione degli aiuti e delle relative penali oltre alle inevitabilmente pesanti conseguenze nei tempi delle erogazioni degli aiuti; sen- nuova agricoltura za parlare poi del prevedibile aumento del contenzioso (a dire questo, è il caso di ribadirlo, non siamo noi, ma i massimi dirigenti degli Opr). Fin qui, per quanto riguarda il quadro organizzativo entro il quale andremo a chiudere questa campagna. A completare il disastro annunciato restano poi diverse questioni di merito, delle quali abbiamo già in parte avuto modo di trattare. La principale di queste, ben nota a chi ci legge, è quella che riguarda i titoli di possesso dei terreni che l’agricoltore deve produrre per poter inserire le particelle condotte nel proprio fascicolo aziendale; ovvero quei documenti nei quali deve da quest’anno obbligatoriamente comparire il consenso in forma scritta del proprietario alla conduzione. Da cosa nasca tale obbligo non è dato comprendere: non di certo dalla carta costituzionale e nemmeno dalla legge ordinaria che anzi prevede espressamente la possibilità da parte del conduttore di registrare cumulativamente i contratti di affitto di fondi rurali. Ma nemmeno la normativa di livello comunitario impone alcunché al riguardo, tanto che in tutto il resto d’Europa è la conduzione delle superfici che da diritto al pagamento dei titoli, non il loro possesso. Non è pertanto la legge di Dio o dell’uomo, ad imporre ai nostri agricoltori di andare ad elemosinare queste dichiarazioni scritte dei proprietari, ma la decisione di un super burocrate, ovvero di un direttore Agea, che una bella mattina pensa bene di decretare con una semplice circolare lo stato di crisi di centinaia di vitalissime aziende agricole. Si tratta, come appare del tutto palese, di una colossale autolesionistica fesseria che non deve essere passata del tutto inosservata agli uffici del Mipaaf, tanto che qualcosa s’è cercato in qualche modo di rabberciare, ma in modo assolutamente incoerente e pasticciato. Con un primo provvedimento,l’art. 1 comma 12 del D.L. n. 91 del 24/06/2014 si va infatti a mettere una prima parziale pezza riguardo alle particelle delle zone svantaggiate di superficie inferiore ai 5000 mq, per le quali, in base a tale norma, non si pone l’obbligo di produrre il relativo titolo di conduzione. Si interviene poi con un successivo provvedimento (l’art. 9 del D.M. 20/03/2015 n. 1922) per estendere, nella sostanza, tale principio a tutte le superfici del territorio nazionale, ma sotto forma di sanatoria che copre il periodo 2006-2013, non per l’annualità in corso e quelle a venire. Cosa possa uscire fuori da tale guazzabuglio è presto detto: può uscire fuori- per dirne una - il caso dell’agricoltore di montagna che conduce magari centinaia di ettari di superficie molto frazionata, il quale può aggiornare il proprio fascicolo in un batter d’occhi, senza necessità di produttore alcun documento, laddove invece l’agricoltore della stessa montagna che ha la sfortuna di condurre un fondo di pochi ettari, composto però solo da particelle di superficie superiore ai 5000 mq, potrebbe trovarsi nelle condizioni di chiudere il fascicolo e la propria attività per indisponibilità della proprietà a sottoscrivere i contratti o le dichiarazioni. Se le azienda delle nostre zona di montagna riusciranno in qualche modo a scamparla, grazie al D.L. N. 91/2014, al disastro annunciato che incombe sulle zone non svantaggiate, il grave danno che subiranno quest’anno molte aziende di montagna deriva però dall’impossibilità di percepire i premi della Mis 13 (l’indennità compensativa) e della Mis 214 (gestione dei prati e dei pascoli) stante le nuove regole che escludono i capi equini ai fini del rispetto del rapporto minimo UBA/ha da dover garantire, così come vengono esclusi dai premi i conferenti nelle ATI (associazioni temporanee di imprese). Riguardo al problema equini, la questione ben nota e risaputa a tutti i livelli è quella dell’inaffidabile gestione della relativa anagrafe, che ha determinato il divieto comunitario a considerare tale specie ai fini dei premi agro ambientali. Si tratta, come appare evidente,di un danno enorme che la nostra agricoltura di montagna dovrà subire a causa del solito mix di incapacità politica e di incompetenza del nostro sistema burocratico. Per quanto riguarda le ATI, poi, la questione è alquanto complessa e meriterebbe una riflessione a se stante che ci impegniamo a sviluppare in un prossimo numero. L’impressione, però, è che dopo la scandalosa questione del pascolamento da parte di terzi (i famosi alpigiani di pianura con le loro vacche di carta), finalmente cassato dopo anni di intrallazzi speculativi, con questo divieto sulle ATI (che sono, invece, tutt’altra cosa) la nostra burocrazia regionale abbia deciso di ricostruirsi una propria verginità, disfacendosi però oltre che dell’acqua sporca, anche del bambino. 03 nuova agricoltura Sì della Camera al Decreto Agricoltura, multe latte rateizzate in tre anni senza Interessi E’ stato approvato alla Camera dei Deputati il decreto legge urgente per il rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno delle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali. La norma, che ora passerà al Senato, si occupa in particolare del settore lattiero-caseario, consentendo la rateizzazione delle multe per l’ultima campagna in 3 anni e senza interessi, ampliando le possibilità di compensazione tra produttori, puntando sull’organizzazione interprofessionale e intervenendo sui contratti con novità rilevanti come la durata minima di 12 mesi e l’indicazione obbligatoria del prezzo di vendita, che può essere fisso o legato a fattori determinati. Le principali novità introdotte con gli emendamenti sono state schematicamente riassunte dal Mipaaf. - Settore latte: il pagamento delle quote in tre rate senza interessi è ammesso anche con una fideiussione assicurativa, non solo bancaria. Per l’ultima campagna di produzione del latte con il regime delle quote è ammessa la compensazione, sempre entro il limite del 6%, a favore delle aziende che hanno superato la propria quota, con introduzione di tre fasce: 12-30%, 3050%, oltre 50%, in ordine di priorità. 04 Olio: incremento della dotazione del fondo per il settore olivicolo che sale a 32 milioni di euro con specifiche voci per la determinazione della spesa: aumento della produzione nazionale, investimenti in ricerca, sostegno all’aggregazione e all’innovazione. Tra le finalità del fondo vengono inserite la certificazione e la lotta alla contraffazione. - Organizzazioni inteprofessionali: la soglia necessaria a costituire un’Organizzazione interprofessionale del latte viene elevata dal 20% al 25% di imprese rappresentate nel settore. Per settori diversi da quello lattierocaseario la soglia sale dal 35 al 40% di rappresentatività. Si prevede che nella predisposizione di contratti-tipo per la cessione del latte si debba rispettare quanto previsto dall’articolo 62 del decreto-legge n. 1 del 2012 e dalle sue disposizioni attuative. Vengono previste sanzioni fino al 10% del valore dei contratti in caso di violazione dei contratti-tipo estesi erga omnes. Per riconoscere le organizzazioni interprofessionali è prevista un’intesa tra Mipaaf e Conferenza Stato Regioni. - Fondo di solidarietà per imprese agricole: viene aumentata la dotazione complessiva del fondo di solidarietà nazionale per le imprese colpite da eventi alluvionali, nonché infezioni di organismi nocivi ai vegetali (come la Xylella Fastidiosa), arrivando a 21 milioni di euro. L’accesso al Fondo viene esteso anche alle avversità atmosferiche caratterizzate da vento forte e ai danni alle scorte di materie prime causati da eventi eccezionali nell’ultimo triennio. - Commissioni uniche nazionali per le filiere agroalimentari: prevista l’istituzione delle Commissioni uniche nazionali (CUN) per le filiere maggiormente rappresentative del sistema agricolo e alimentare, al fine di garantire la trasparenza nelle relazioni contrattuali tra gli operatori di mercato e nella formazione dei prezzi. nuova agricoltura L’Italia assolta sulle proroghe della rateizzazione multe latte Il Tribunale Ue ha annullato nei giorni scorsi una decisione della Commissione che, bocciando la proroga semestrale per pagare le multe varata nel 2011, imponeva di far pagare gli interessi agli allevatori che ne avevano usufruito. La Commissione Ue aveva configurato questa proroga come un aiuto di Stato incompatibile col diritto comunitario. Il Tribunale dell’Unione ha invece stabilito che “la Commissione non è legittimata a ritenere che l’inosservanza di una condi- zione imposta al momento dell’approvazione di un regime di aiuti esistente comporti di per sé la riqualificazione di tale misura come aiuto nuovo, e ancor meno a considerare quest’ultimo illegale dall’inizio e a ordinarne il recupero come se si trattasse di un aiuto illegalmente concesso e non di un aiuto previamente autorizzato”. Bruxelles ha ora due mesi di tempo per impugnare il pronunciamento davanti alla Corte di giustizia europea. Lettere al direttore “Terra Viva”: il medioevo prossimo futuro degli ambientalisti dalla pancia piena Ho recentemente letto il suo editoriale del N° 6 CIA Nuova agricoltura della CIA alta Lombardia. Non commento il suo articolo perché per me nel 1992 l’Agricoltura Biologica è diventata scelta di vita. Dallo scorso anno non faccio più parte di questa parte della CIA in quanto per comodità logistica mi appoggio a Vimercate. Mi continua ad arrivare il vostro periodico, che ho letto. Mi pongo un problema dopo la lettura del suo editoriale, io come biologico ho ancora diritto ad essere iscritto alla CIA? A vostra disposizione a riguardo (lettera firmata) Gentile associato, non essendo la sua mail l’unica manifestazione di rimostranza nei confronti dell’editoriale al quale si fa riferimento, approfitto volentieri dell’occasione per un indispensabile chiarimento che riguarda, prima ancora delle mie personali idee sull’agricoltura biologica, l’appartenenza alla CIA: una grande organizzazione la cui “scelta di vita” è, innanzitutto, la tutela degli interessi di tutti gli agricoltori, siano questi orientati verso metodi di coltivazione biologica piuttosto che integrata o convenzionale. Se così non fosse, l’alternativa sarebbe solo quella di frammentare ulteriormente la rappresentanza del settore agricolo, cosa di cui, ritengo convenga anche lei, nessuno sente il bisogno. Ciò detto, venendo al merito della questione, sono davvero desolato per l’interpretazione che da parte sua e di alcuni altri lettori è stata data all’articolo, ritenendo si trattasse di un attacco al metodo biologico di produrre alimenti: una scelta non solo da rispettare, ma anche da sostenere e tutelare ogni laddove esiste un imprenditore che grazie a tale modo di produrre riesce a ricavare un reddito e a soddisfare la domanda dei consumatori. Nessuna volontà, pertanto, di denigrare o sminuire quegli imprenditori che, come lei, hanno deciso di investire e fare impresa adottando il metodo di produzione biologico. Il che tuttavia non pregiudica la facoltà di critica che ho ritenuto di esprimere nel mio articolo - e che continuerò ad esprimere in futuro -, nei confronti di quei gruppi che, come gli estensori del manifesto “Terra Viva”, da diversi anni ritengo stiano usando l’agricoltura in modo strumentale per combattere una propria battaglia ideologica in chiave anti moderna e contro l’economia di mercato. Nella speranza di aver meglio illustrato le mie intenzioni, resto comunque piena la mia disponibilità ad approfondire il confronto. Un cordiale saluto (Peppino Titone) 05 nuova agricoltura Agea-Mipaaf, Agrinsieme al Governo: Rimborsare subito e per intero gli agricoltori che hanno contratto assicurazioni per calamità naturali nel 2014 Una circolare Agea diffusa ieri ha comunicato che, per mancanza della quota di finanziamento nazionale da aggiungere a quella europea (che invece è disponibile), gli agricoltori che si erano assicurati contro le calamità naturali nella campagna 2014, prevedendo di poter accedere al sistema assicurativo agevolato, riceveranno inaspettatamente solo circa un terzo di quanto avevano previsto. In particolare il sostegno pubblico sarà pari al 27% della spesa assicurativa sostenuta dalle imprese, invece del 65% massimo erogabile. Contro questa possibilità, Agrinsieme si è subito mossa chiedendo al Governo di garantire i finanziamenti agli agricoltori. “E’ una situazione che si trascina da tempo, ma che adesso diventa insostenibile -ha spiegato il coordinatore di Agrinsieme, Dino Scanavino-. Da un lato già da alcuni anni c’è stata una forte riduzione degli stanziamenti nazionali a sostengo del piano assicurativo. Dall’altro è stato promosso anche dalle amministrazioni l’ampliamento del ricorso a questo strumento, giustificato peraltro dai gravi problemi che hanno caratterizzato le produzioni agricole in questi anni, anche per il cambiamento climatico e per la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi che hanno fortemente depresso e spesso azzerato i raccolti”. Ecco perché il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari ha deciso di sollecitare il Governo a intervenire con estrema urgenza per individuare gli strumenti finanziari più opportuni per garantire il pagamento completo agli agricoltori. “Il 2014 -ha ricordato Scanavino- è stato un anno molto difficile per le imprese agricole che, oltre alle calamità naturali, hanno dovuto subito gli effetti della crisi economica, la riduzione dei consumi, gli squilibri nelle relazioni di filiera, fino alle conseguenze di situazioni geopolitiche internazionali come l’embargo russo. Non è tollerabile che i redditi agricoli debbano essere ulteriormente penalizzati anche per la sottrazione di finanziamenti pubblici consolidati e sempre fortemente pubblicizzati”. La risposta del ministero delle Politiche agricole non si è fatta attendere: dopo le sollecitazioni di Agrinsieme, ieri sera il Mipaaf ha promesso che, entro il mese, Agea provvederà all’erogazione di 93,3 milioni di euro, derivanti da risorse europee e cofinanziamento nazionale obbligatorio per la copertura delle spese assicurative per l’anno 2014. PAC E CAUSE DI FORZA MAGGIORE Con quest’articolo vogliamo evidenziare alcune importanti precisazioni sul sistema dei pagamenti diretti, così come delineato dal legislatore comunitario e recepito dalla normativa nazionale interna di attuazione. Ci si riferisce in particolare alla tematica delle cause di forza maggiore e circostanze eccezionali nell’ambito dell’iter di determinazione del valore dei nuovi titoli Pac. Tale iter, prevede infatti, che il sistema di assegnazione dei diritti all’aiuto sia articolato sulla base di tre momenti differenti ai quali corrispondono normalmente (e salvo casi particolari) tre annualità differenti. Va evidenziata l’importanza che, per il pagamento di base, hanno le annualità 2013, 2014 e 2015 nel sistema della Nuova Pac. Il 2013 per la presentazione della domanda di aiuto, requisito in generale imprescindibile (salvo deroghe circostanziate e particolari)) per ottenere l’assegnazione dei nuovi tito- 06 li; il 2014 per la determinazione del valore dei titoli sulla base dei pagamenti percepiti dall’agricoltore nel 2014; infine il 2015 per l’assegnazione dei nuovi titoli sulla base delle superfici dichiarate nella Domanda Unica 2015. Più semplicemente: mentre il valore dei titoli dipenderà dai pagamenti percepiti dall’agricoltore nel 2014, il numero dei titoli assegnati ad ogni agricoltore sarà pari al numero di ettari ammissibili dichiarati nella domanda di aiuto per il 2015. Al sistema così delineato va però aggiunta un’importantissima precisazione: la possibilità per l’agricoltore attivo di poter prendere in considerazione il valore del pagato di un’annualità diversa dal 2014, in presenza di cause di forza maggiore o circostanze eccezionali così come fissate dall’art. 2 del Regolamento (UE) n. 1306/2013. L’art. 19 del Regolamento (UE) n.639 del 2014 prevede infatti una simile opzione qualora vengano prodotti i documenti giustificativi del verificarsi della causa di forza maggiore o delle circostanze eccezionali e qualora tali eventi di forza maggiore e tali circostanze eccezionali non fossero prevedibili al momento di presentazione della domanda relativa all’anno in cui tali eventi si sono verificati. Ma vediamo nel dettaglio la normativa. In primo luogo le cause di forza maggiore e le circostanze eccezionali che possono assumere rilievo sono le seguenti: a) decesso del beneficiario agricoltore attivo; b)incapacità professionale di lunga durata del beneficiario; c) calamità naturale grave che colpisce seriamente l’azienda; d)distruzione fortuita dei fabbricati aziendali adibiti all’allevamento; e) epizoozia o fitopatia che colpisce la totalità o una parte, rispettivamente, del patrimonio zootecnico nuova agricoltura o delle colture del beneficiario; f) esproprio della totalità o di una parte consistente dell’azienda se tale esproprio non poteva essere previsto alla data di presentazione della domanda. Nella casistica di cui alla lettera F sono inoltre ricompresi anche i casi i casi di sequestro giudiziario o conservativo dell’azienda agricola, ovvero di pignoramento immobiliare del terreno con nomina di custode, nonché i casi di nomina di curatore, commissario o liquidatore giudiziario per le società agricole. A titolo di esempio, in caso di decesso del beneficiario agricoltore attivo la documentazione obbligatoria sarà rappresentata da: A1) copia del certificato di morte; A2.1) scrittura notarile indicante la linea ereditaria o, in alternativa, A2.2 dichiarazione sostitutiva da parte del soggetto richiedente con indicazione della linea ereditaria; in caso di coeredi, delega di tutti i coeredi al soggetto richiedente affinché rilasci la dichiarazione sostitutiva. A3) elementi da cui si desuma la qualifica di “agricoltore attivo” del soggetto richiedente vale a dire: certificato di attribuzione della partita iva oppure dichiarazione sostitutiva relativa al possesso di partita iva. In caso di incapacità professionale di lunga durata B1) certificazione medica attestante una lunga degenza o malattie invalidanti o correlate alla specifica attività professionale svolta. Per tutti gli altri documenti giustificativi relativi alle lettere c, d, e, f si rinvia a quanto indicato nell’apposita circolare AGEA prot. n.142. Si rende poi opportuno evidenziare tre importantissime precisazioni in relazione alla tematica in oggetto e, più precisamente: A) La data di presentazione della domanda all’Organismo pagatore competente prevista per la campagna 2015 è fissata, per quanto concerne la comunicazione ai sensi dell’art. 4 Regolamento (UE) n.640/2014 (cause di forza maggiore e circostanza eccezionali) entro dieci giorni lavorativi a decorrere dal momento in cui sia possibile procedervi, e comunque non oltre il 10 giugno 2016; B)Ai sensi dell’art.8, comma 2 del DM 18 novembre 2014 n. 6513, è possibile prendere in considerazione un’annualità diversa dal 2014 quando i pagamenti diretti ricevuti nell’anno in cui si è verificato vità di coltivazione per il verificarsi di una calamità naturale (inondazione, terremoto, eruzione vulcaniche): calamità naturale non prevedibile al momento della presentazione della domanda stessa. In tal caso, presentando adeguata comunicazione all’organismo pagatore entro il 16 giugno 2016 munito del relativo documento giustificativo (es. provvedimento della Protezione Civile accertativo dello stato di calamità), potrà vedersi calcolare il valore dei titoli non sull’annualità 2014 bensì sull’annualità 2013. In tal caso per l’assegnazione dei nuovi titoli pac (20152020), il valore dei titoli dipenderà dai pagamenti percepiti dall’agricoltore nel 2013 mentre per l’assegnazione dei titoli occorrerà apposita comunicazione ai sensi dell’art. 4 del Regolamento UE n.640/2014 (comunicazione che informa l’organismo pagatore della presenza di cause di forza maggiore e circostanze eccezionali). Autore: Massimiliano Carnia, avvocato presso il foro di Biella con studio in Via XX Settembre n.17, specializzato in materia agraria e passaggi generazionali d’impresa. l’evento di forza maggiore o la circostanza eccezionale sono inferiori all’ottantacinque per cento dei pagamenti corrisposti nell’anno precedente gli anni interessati da eventi di forza maggiore o da circostanze eccezionali; C)Infine l’annualità da prendere in considerazione ai fini del calcolo del valore dei titoli sarà quella immediatamente precedente all’annualità in cui si sono verificati gli eventi di forza maggiore o eccezionali. In particolare l’agricoltore interessato dovrà dichiarare l’esistenza di una causa di forza maggiore o di una circostanza eccezionale verificatisi, sia nell’annualità 2014 sia, eventualmente, nell’annualità precedente o nelle annualità precedenti, fino a risalire all’annualità priva dell’evento di forza maggiore o della circostanza eccezionale: tale ultima annualità sarà quella presa in considerazione ai fini del calcolo del valore dei titoli. La questione è più chiara se esemplificata con un approccio casistico. Il Caso: Tizio, dopo avere presentato regolare domanda di aiuto per l’anno 2014, subisce un grave danno all’atti- Pac, sono 689 mila le domande presentate contro 1190 dello scorso anno. Confagricoltura mette in mora agea. Arrivata la prima scadenza della Pac. Di corsa si è recuperato parte del tempo perduto ma da quanto apprendiamo, le domande arrivate sono 689.000, in forte diminuzione rispetto all’anno precedente, che ha registrato 1.190.000 domande. Intanto Confagricoltura ha fatto una contestazione e messa in mora ad Agea trasmessa anche al ministero delle politiche agricole. La motivazione è da attribuire alla mancanza del rispetto sia per quanto riguarda i tempi che le procedure e funzionamento sistema informatico. Gli agricoltori sono ora preoccupati per la seconda scadenza quella del 10 luglio. Data in cui dovranno essere compilate le domande per poter accedere ai 7 miliardi di euro della Pac 07 nuova agricoltura Modalità di calcolo del carico minimo del bestiame pascolato Regione Lombardia ha deliberato che il carico minimo di 0,2 UBA/ettaro sia calcolato come media delle UBA caricate nel periodo di effettivo pascolamento, purché tale periodo non sia inferiore a quello minimo stabilito in 45 giorni dalla DGR n. X/3232 del 6 Marzo 2015. Tale decisione si avvale di quanto di- sposto dal decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali n.1420 del 26 febbraio 2015 recante disposizioni modificative ed integrative del decreto ministeriale 18 novembre 2014 di applicazione del regolamento (UE) n.1307/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013. Psr, ecco le novità per i giovani Domanda a ridosso dell’insediamento e innalzamento del valore del premio unico sono le principali novità della nuova programmazione Psr a livello regionale Regole cambiate per i contributi ai giovani relativi ai nuovi piani di sviluppo rurale (Psr) nell’ambito della nuova programmazione 2014-2020. Non c’è più infatti la regola in base alla quale tra il momento in cui si è ammessi al sostegno del premio unico e l’effettivo insediamento debba passa al massimo un periodo di 18 mesi. La domanda per beneficiare del premio unico deve essere presentata dalle aziende a ridosso dell’effettivo insediamento. In caso contrario si può incappare nel rischio della mancata ammissione al sostegno finanziario. Un’altra novità è l’innalzamento del valore del premio unico fino a 70mila euro, scelta voluto da varie Regioni rispetto alle precedenti programmazioni. Viticoltura, semplificato l’utilizzo dei diritti di impianto Per l’impianto di un vigneto a Dop o Igp sarà possibile l’utilizzo di qualsiasi tipo di diritto, indipendentemente dalla sua provenienza. Sarà, quindi, meno difficile per i vitivinicoltori lombardi reperire i diritti sul mercato nazionale. Lo prevede un delibera approvata dalla Giunta regionale. “Il provvedimento”, ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, “si inserisce nella logica di favorire al massimo gli scambi di diritti di impianto per i vigneti e il loro utilizzo entro il 31 dicembre 2015, soprattutto alla luce del fatto che a partire dal 1° gennaio 2016, con l’entrata in vigore del regime delle autorizzazioni agli impianti per i vigneti, la compravendita dei titoli utili all’impianto non sarà più possibile”. Vengono altresì uniformate le disposizioni relative alla durata dei diritti d’impianto con quanto previsto da una delibera regionale del 6 marzo scorso, che prevede: 8 campagne per i diritti rilasciati fino al 31 luglio 2008 e nessuna scadenza per i diritti rilasciati dopo il 1° agosto 2008. Vengono definite, inoltre, in modo più puntuale le regole nel caso di utilizzo di un diritto proveniente da una zona viticola con 08 una resa inferiore rispetto all’area di destinazione, allo scopo di evitare un aumento del potenziale produttivo. Attraverso un’altra delibera approvata sempre la scorsa settimana, la Giunta lombarda ha iscritto nella riserva regionale 26,60 ettari di diritti di reimpianto, di cui è stata verificata la presenza nel Sistema Informativo Agricolo regionale. Contestualmente la Giunta ha approvato i criteri per la riassegnazione degli stessi a giovani agricoltori che conducono superfici vitate o comunque ad imprenditori vitivinicoli. “Concederemo questi diritti”, ha spiegato l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, “a titolo gratuito, ai produttori di età inferiore a 40 anni, con sufficienti capacità e competenze professionali, che si insediano per la prima volta in qualità di responsabili dell’azienda; a titolo oneroso ai produttori che intendono utilizzare i diritti per piantare vigneti la cui produzione abbia sicuri sbocchi sul mercato. In particolare, i diritti saranno assegnati prioritariamente a giovani agricoltori e a vigneti situati in zone di particolare valenza paesaggistico-ambientale, caratterizzati dalla presenza di terrazzi sostenuti da muretti in sasso, o situati oltre i 500 metri di altezza, o con una pendenza media superiore al 30%”. nuova agricoltura LE MANIPOLAZIONI DELLE PIANTE ORNAMENTALI ACQUISTATE RIENTRANO NEL REDDITO AGRARIO SE RIMANE LA PREVALENZA DEI PROPRI PRODOTTI Le lavorazioni delle piante quali potature, concimazioni, trattamento delle zolle e simili rientrano tra le attività di manipolazione e quindi sono tassate su base catastale. Lo precisa l’Agenzia delle Entrate in una consulenza giuridica (Prot. N. 954-72/2014) fornita a Cia e Confagricoltura. Come chiarito dall’Agenzia nella circolare 44E/2004, rientrano nel reddito agrario le attività di manipolazione e trasformazione dei prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento degli animali con riferimento ai beni individuato ogni due anni da apposito decreto ministeriale (il quale include, nell’ultima versione del 13 febbraio 2015, anche i prodotti derivanti dalla coltivazione di piante ornamentali). Per poter attrarre nel reddito agrario il valore delle piante “lavorate” è tuttavia necessario dimostrare la prevalenza dei prodotti propri rispetto alle piante acquistate. Tale prevalenza verrà dimostrata in base al maggior numero di piante proprie se quelle acquistate sono simili; in base ai rispettivi valori se si tratta di piante di qualità differenti. Gli scarti vegetali possono essere esclusi dalla normativa rifiuti e utilizzati per produrre energia La Direzione Generale dei Rifiuti del Ministero dell’Ambiente, in una nota del 27 maggio 2015 ha chiarito che i residui degli sfalci e potature del verde urbano, in alcuni casi, sono classificabili non come rifiuti ma come sottoprodotti. La Direzione ha così ribadito l’interpretazione consolidata del Codice Ambientale (Dlgs 152/2006): i residui di sfalci e potatura derivanti dalla manutenzione del verde urbano possono essere esclusi dalla disciplina dei rifiuti e utilizzati per produrre energia. L’esclusione dalla disciplina dei rifiuti vale solo “nei casi in cui l’utilizzo di tali residui assicuri il rispetto delle eventuali norme di settore vigenti (ad esempio, il rispetto della disciplina in materia di combustibili, in caso di destinazione alla combustione a fini energetici)” e se è dimostrata la sussistenza dei requisiti richiesti dall’articolo 184 bis Dlgs 152/2006, relativa alla disciplina dei sottoprodotti. In particolare tale articolo prevede che è considerato “sottoprodotto e non rifiuto una qualsiasi sostanza od oggetto che: - è originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante, il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto; - sarà utilizzato nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione da parte del produttore o di terzi; - sarà utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale - soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute o dell’ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente e sulla salute umana”. Se non sussistono tali requisiti, i materiali derivanti da attività di sfalcio, potatura e manutenzione del territorio sono da qualificare come rifiuti. 09 nuova agricoltura Bando della Regione per favorire crescita e consolidamento delle reti di impresa Pubblicato da Regione Lombardia un bando per la selezione di progetti di crescita e consolidamento di reti di impresa. Le Reti interessate dovranno presentare, entro il 31 luglio 2015, un sintetico progetto di consolidamento e sviluppo, descrivendo le azioni che intendono attivare, gli obiettivi di breve e di medio/lungo periodo nonché le principali attività che intendono svolgere col supporto di professionisti. La dotazione finanziaria del Bando è pari ad euro 1.200.000,00 e potrà ulteriormente aumentare in conseguenza della verifica delle rendicontazioni finali dei progetti finanziati. Sono ammesse alle agevolazioni previste dal presente Bando le micro, piccole, medie e grandi imprese aderenti ad un contratto di rete sottoscritto e registrato nella sezione del Registro delle Imprese, con o senza soggettività giuridica; che, alla data di presentazione della domanda, siano attive, non essere sottoposte a procedure concorsuali, non operare in uno dei settori esclusi dal Regolamento (CE) n. 1407/2013 del 18 dicembre 2013 e che rispettino i massimali previsti dallo stesso Regolamento (CE) n. 1407/2013 del 18 dicembre 2013 relativo agli aiuti “de minimis”. Il termine ultimo di realizzazione delle attività è fissato in un massimo di 6 (sei) mesi dalla data di concessione del contributo. Le attività dovranno comunque terminare entro e non oltre il termine ultimo del 30/11/2015. L’agevolazione sarà concessa sotto forma di contributo a fondo perduto nella misura massima dell’80% delle spese relative al costo contrattuale previsto per l’impiego del Professionista e comunque fino ad un massimale di euro 40.000,00 di contributo concedibile per ogni Rete. L’importo minimo del costo contrattuale previsto e ammesso a contributo per l’impiego del Professionista non potrà essere inferiore ad euro 15.000,00. Il bando è pubblicato sul B.U.R.L., sul Sistema Informativo SiAge https:// www.siage.regione.lombardia.i t/ e sul sito istituzionale di Regione Lombardia www.attivitaproduttive.regione.lombardia.it. Imprese agricole: dalla Bei in arrivo finanziamenti per 400 milioni La Banca Europea degli Investimenti contribuirà al rilancio del settore in Italia, sostenendo progetti singoli per l’acquisto di macchinari, ampliamento delle strutture e sviluppo di nuovi prodotti. Nuova boccata d’ossigeno per le imprese agricole italiane grazie a un prestito di 400 milioni di euro. Il Ministero delle politiche agricole e forestali ha annunciato infatti di aver sottoscritto un accordo con la Banca Europea degli Investimenti (Bei), che concederà una linea di credito nei prossimi mesi. La Bei, supportata dal gruppo Intesa San Paolo, finanzierà le piccole e medie imprese del settore agricolo, forestale, della pesca delle produzione alimentare. Gli investimenti saranno vincolati al sostegno di progetti, per un massimo di 12,5 milioni ciascuno, sull’acquisto in leasing di macchinari agricoli, per interventi di ampliamento delle infrastrutture e dei magazzini e per lo sviluppo di nuovi prodotti. I progetti saranno selezionati dal Ministero e i prestiti saranno erogati entro i prossimi 18 mesi in modo da contribuire al rilancio delle imprese agricole. Inoltre, sempre dalla Bei arriverà una nuova linea di credito di 50 milioni da destinare ai giovani fra i 18 e i 40 anni. Proprio il tema dell’occupazione giovanile nel settore agricolo è infatti di grande attualità. Secondo uno studio del Censis presentato all’Expo, si registra un costante aumento degli imprenditori under 35 nel comparto. Numeri che sono le- 10 gati a doppio filo alla capacità di utilizzare le nuove tecnologie per fare da traino all’agricoltura italiana e, di riflesso, all’economia del Paese. “Stanno crescendo gli investimenti nel privato - commenta il vicepresidente della Bei Dario Scannapieco -. Ecco perché è fondamentale attivare in questo momento una linea di credito per un settore fondamentale per l’Italia”. È la prima volta che il comparto agricolo italiano beneficia di un finanziamento così elevato e per il quale anche il Ministro delle Politiche agricole ha espresso soddisfazione, sottolineando che “abbiamo una grande occasione per rilanciare gli investimenti e l’agricoltura creando occupazione”. nuova agricoltura Fattoria sociale: linee guida per il riconoscimento L’Agricoltura sociale è un insieme molto variegato di processi e azioni che utilizzano le attività agricole per promuovere attività aggregative per la collettività o accompagnare azioni terapeutiche, di riabilitazione e di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate o a rischio di esclusione sociale. L’Agricoltura sociale è una realtà frutto di esperienze che nascono sul territorio, in modo diverso le une dalle altre, unite dalla capacità di valorizzare le risorse agricole ai fini dell’inclusione e della coesione sociale. Si tratta, in molti casi, di esperienze nate autonomamente, dietro forti personali motivazioni etiche, umanitarie, sociali, religiose, civili, dei loro promotori. I soggetti che realizzano azioni di agricoltura sociale (aziende agricole, cooperative sociali, associazioni, strutture terapeutiche, ospedali….), si animano e si attivano per scelta specifica in un contesto di impegno e coinvolgimento della collettività e delle istituzioni. L’articolo 8 bis della Legge Regionale 5 dicembre 2008, n. 31 “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale” ha dettato disposizioni finalizzate al riconoscimento delle fattorie sociali. Di seguito l’articolo integrale. e che forniscono in modo continuativo, oltre all’attività agricola, attività sociali finalizzate alla coesione sociale, favorendo percorsi terapeutici, riabilitativi e di cura, sostenendo l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di marginalizzazione, realizzando attività di natura ricreativa e socializzante per l’infanzia e gli anziani. Tali attività, che sono svolte nel rispetto delle normative di settore da soggetti in possesso di adeguata professionalità, hanno carattere di complementarietà rispetto all’attività agricola che è prevalente. 1 bis. Per la finalità di cui al comma 1 è istituito presso la Giunta regionale l’elenco delle fattorie sociali ed è adottato un marchio di riconoscimento. 1 ter. La Giunta regionale, sentito il parere della competente commissio- ne consiliare, definisce le modalità di tenuta dell’elenco, i requisiti necessari per l’iscrizione e le caratteristiche del marchio di riconoscimento utilizzabile dai soggetti iscritti nel medesimo elenco. 2.I soggetti di cui al comma 1 collaborano in modo integrato con le istituzioni pubbliche e con gli altri soggetti del terzo settore”. Con la delibera regionale n. 3387 del 10 aprile 2015 la Giunta ha approvato le Linee guida per il riconoscimento della qualifica di fattoria sociale. Con il decreto n. 4168 del 22 maggio 2015 concernente l’approvazione delle ultime disposizioni tecnico-amministrative, si è concluso il cammino per il riconoscimento delle fattorie sociali lombarde. • Art. 8 bis (Promozione dell’agricoltura sociale): “La Regione promuove le fattorie sociali quali soggetti che svolgono, anche in forma associata, le attività di cui all’articolo 2135 del codice civile Expo: Cia lancia il Festival nazionale degli Agriturismi 20 incontri per diffondere biodiversità in cucina E’ partito il primo Festival nazionale degli Agriturismi italiani organizzato da Cia e Turismo Verde in concomitanza con Expo. L’idea, spiega la Cia, è far ospitare dagli agriturismi lombardi delle località che fanno corona all’Expo i cuochi e le cuoche degli agriturismi di tutt’Italia, per generare una sorta di fusione della cucina di tradizione italiana del mangiare ‹secondo campagna’. E’ così che può nascere un piatto nuovo, spiega la Cia, risultato della sapienza di chi ha coltivato e dell’abilità di chi ha cucinato. La serata inaugurale si è tenuta ieri alla Cascina Carem- ma (Besate - Milano), azienda agricola vocata alla biodiversità, alla presenza del presidente nazionale della Cia Dino Scanavino; un incontro al quale ne seguiranno una ventina scandendo tutto il calendario fino alla conclusione di Expo. La Cia, con Turismo Verde, attribuirà a tutti gli agriturismi coinvolti il titolo di Agrichef, un’occasione per rimettere in valore le loro attività. La Cia ricorda che oggi in Italia ci sono oltre 18 mila strutture, di cui 15.334 con alloggio, per un totale di 189 mila posti letto e quasi 9 mila con ristorazione (337.385 coperti circa). 11 nuova agricoltura Garanzia Giovani: via libera al progetto Inac “Voce amica anziani Lombardia” Il progetto denominato “Voce amica anziani Lombardia”, presentato da Inac Lombardia nell’ambito del bando regionale Garanzia Giovani è stato approvato e finanziato. Il Patronato Inac selezionerà così nelle prossime settimane otto volontari del servizio civile da impegnare nelle proprie sedi provinciali lombarde. Il progetto punta a intensificare il livello di intervento dell’INAC nei confronti della popolazione anziana migliorando i servizi a loro rivolti e mettendoli in grado di sfruttare al massimo la “rete sociale” di protezione avviata dalla Regione. In altre parole L’INAC della Lombardia vuole offrire una maggiore assistenza ai cittadini ed in modo particolare ai pensionati, garantendo loro un supporto non solo nel disbrigo di adempimenti burocratici, ma anche servizio di orientamento nelle attività che il territorio offre. L’obiettivo generale, spiega Inac Lombardia, è di aumentare l’accessibilità ai servizi sociali regionali esistenti da parte delle famiglie e degli anziani, attraverso un’informazione più efficace su di essi e sulle modalità per usufruirne, affinché soprattutto gli anziani over 75 e i non autosufficienti, possano trovare ascolto, orientamento e possano esigere appieno i loro diritti. Il progetto prevede di istituire, in alcune sedi provinciali dell’Inac uno sportello unico di informazione per tutte le richieste. Nello stesso tempo, conclude l’Inac, il nostro sportello dovrà fungere anche da “voce amica”, per far sentire l’anziano meno solo e più attivo. Sarà quindi impostato anche come un luogo “social”, dove gli anziani possano organizzare iniziative politicosindacali, gite, feste, percorsi culturali. Garanzia giovani è un progetto che nasce da una Convenzione tra Regione Lombardia e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Per approfondimenti: http://www.garanziagiovani.regione. lombardia.it/cs/Satellite?c=Page&c hildpagename= DG_IFL%2FMILayo ut&cid =1213719157605& p=1213719 157605& pagename = DG_IFLWrapper#121371913 4135 La Cia alla guida di Agrinsieme per il prossimo anno. Anche Copagri entra nel coordinamento Per il prossimo anno sarà la Confederazione italiana agricoltori ad assumere il coordinamento di Agrinsieme, che rappresenta oltre il 50% del valore della produzione agricola nazionale e il 40% circa del valore dell’agroalimentare italiano. A raccogliere il testimone dalla Confagricoltura è stato il presidente Dino Scanavino durante la conferenza stampa del coordinamento tenutasi nella sede della Cia a Roma il 9 giugno. Un’occasione importante non solo per il cambio di guida, ma anche per l’ingresso di Copagri, che fa così salire a sei le associazioni legate da un accordo interassociativo che operano in modo coordinato e unitario: Cia, Confagricoltura, Copagri (come organizzazioni professionali); Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop agroalimentare (come centrali cooperative, a loro volte riunite nell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari). Nel corso della conferenza sono stati ribaditi gli obiettivi comuni del coordinamento contenuti nel documento programmatico: attuare politiche di rafforzamento dell’impresa per modernizzarle e favorirne l’aggregazione in strutture economiche fortemente orientate al mercato; organizzare le filiere; sostenere l’internazionalizzazione delle aziende; svolgere una sistematica azione di semplificazione burocratica diretta a ottenere il riordino degli enti e delle tecnostrutture operative, sia in ambito nazionale che regionale; rilanciare la ricerca e le politiche di supporto al trasferimento dell’innovazione; sostenere il ricambio generazionale; definire strumenti per il credito; incamminarsi sulla strada della corretta gestione delle risorse naturali (suolo e acqua) per coniugare produttività e sostenibilità e per valorizzare il ruolo delle imprese 12 agricole anche nel campo delle energie rinnovabili e dei servizi eco-ambientali; proseguire nell’aggiornamento del quadro normativo di riferimento a livello europeo, nazionale e regionale. Molte novità nell’ambito delle decisioni politiche si sono registrate proprio grazie all’impegno costante di Agrinsieme, ma molto c’è ancora da fare. In tal senso, la mobilitazione sull’Imu ha riscosso forte interesse nelle forze politiche e nell’opinione pubblica. Tutto ciò ha prodotto i primi risultati, ma non deve far abbassare la guardia perché ora è giunto il momento di trovare una soluzione definitiva contro una tassa inaccettabile che grava sui fattori di produzione. “Ci accingiamo ad assumere il compito di coordinamento con la consapevolezza del lavoro importante ed equilibrato svolto da Mario Guidi e delle nuove sfide che ci attendono -ha spiegato il presidente della Cia Scanavino al momento del passaggio di consegne-. Il mio pensiero va a Giuseppe Politi, primo coordinatore e strenuo sostenitore della necessità del processo unitario della rappresentanza agricola. Due le priorità: accompagnare e sostenere le imprese in una fase economica e sociale difficile; promuovere e sviluppare sempre più le forme di aggregazione economica”. Infine è stata annunciata la seconda Conferenza economica di Agrinsieme, prevista in autunno, che sarà anche l’occasione per una riflessione sul “dopo-Expo”. Ad avviso di Agrinsieme, l’Esposizione universale lascerà un’eredità che andrà raccolta, capitalizzata, in ragione di informazioni, contatti, confronto tra buone pratiche e buone policy, collaborazione tra Paesi e potrà orientare e aiutare anche la crescita dell’agroalimentare italiano. nuova agricoltura Biologico: raggiunta intesa in Consiglio ue per riforma Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è concluso a Lussemburgo il Consiglio Agrifish, al quale ha partecipato il Sottosegretario Giuseppe Castiglione e durante il quale è stato raggiunto un accordo sulla proposta di regolamento in materia di agricoltura biologica. Tra le novità più importanti rispetto all’attuale normativa troviamo la modifica del regime di importazione dei prodotti biologici, perseguita dall’Italia con grande determinazione. In futuro, i prodotti biologici potranno essere importati solo in regime di conformità con applicazione delle stesse norme produttive europee o da Paesi con i quali siano stati sottoscritti accordi di reci- procità. I produttori europei saranno così maggiormente garantiti sul mercato internazionale e ai consumatori sarà assicurata più trasparenza. Altra novità assoluta é l’introduzione della certificazione di gruppo, volta a consentire un accesso più facile per le piccole aziende produttrici nel settore del biologico. Le norme sui controlli sono mantenute all’interno del regolamento del biologico per una maggiore semplificazione e chiarezza normativa. L’obbligo di un controllo annuale per le aziende biologiche rimane un requisito fondamentale e gli Stati Membri potranno dilazionare le ispezioni fisiche solo in caso di aziende a basso rischio fino ad un massimo di trenta mesi. In tema di residui di sostanze non ammesse riscontrati su prodotti biologici - argomento assente nell’attuale legislazione - la proposta introduce un articolo che tuttavia non consegue pienamente l’obiettivo di armonizzare le procedure applicate nei diversi Stati membri. L’Italia ha pertanto lasciato agli atti una dichiarazione, sostenuta dalla Spagna, con la quale chiede alla Presidenza entrante del Consiglio e alla Commissione l’impegno di migliorare ulteriormente il testo nel corso delle trattative con il Parlamento europeo, nell’ottica di rendere più stringenti le procedure di controllo in caso di contaminazioni di sostanze non ammesse nei prodotti biologici e di aumentare la tutela dei consumatori. RAINOLDI SRL - Via Beccaria, 20 - 20010 | S. Pietro all’Olmo - MI - Tel. 02-93569118 Fax amministrazione: 0293560131 Fax offi cina: 0293648421 www.rainoldi.net VIA Milano 127/A Cantù (CO) - Tel 031/730235 - Fax 031/731490 - Venditore esterno: DOTT. BRUNINI Tel. 335 1872477 13 nuova agricoltura Una legge per la montagna per valorizzare tutto il territorio montano lombardo e non solo alcune zone Un progetto di legge su materie di esclusiva competenza regionale. E’ questo il senso di “Una legge per la montagna” l’iniziativa promossa dal gruppo consiliare del Partito Democratico della Lombardia presentata quest’oggi dai consiglieri regionali Luca Gaffuri e Jacopo Scandella nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede provinciale di Como del PD. “La montagna lombarda non è solo la Valtellina, così come non ci sono località di serie A o di serie B – afferma Luca Gaffuri -. Solo per ciò che concerne il nostro territorio pensiamo un momento cosa rappresentano la Valle Intelvi, la Val Cavargna, le valli dell’alto Lario oppure la Vallassina. Noi riteniamo che i territori montani debbano essere trattati tutti in egual misura, mentre sappiamo che il riordino del territorio lombardo promosso dalla Giunta prevede provvedimenti specifici per la provincia di Sondrio che concedono autonomia e destinano ingenti risorse. Come PD chiediamo che tali misure interessi- no anche le aree montane delle altre province: le prealpi varesine, le Alpi Orobie, la Val Camonica, il territorio appenninico della provincia di Pavia ed ovviamente le zone montane della provincia di Como”. “Come PD abbiamo voluto cogliere l’occasione di questo progetto di legge, che va in discussione in questi giorni per inserire alcuni emendamenti che vanno nella direzione di riflettere complessivamente sulla montagna lombarda e non soltanto su un pezzetto come la Valtellina – rileva Jacopo Scandella, consigliere regionale bergamasco -. Questo non perché si vuole togliere qualcosa alla Provincia di Sondrio ma perché si diffonda la sensibilità di promuovere un autentico recupero, ed una salvaguardia non solo ambientale ma anche economica, di tutta la montagna lombarda”. Nel dettaglio le proposte del PD riguardano l’acqua, ovvero una ripartizione su tutto il territorio montano dei canoni del demanio idrico (si tratta di ben 19 milioni di euro); attenzione ai crediti forestali, cioè riconoscere dal punto di vista economico l’impegno per un abbattimento effettivo dell’inquinamento; l’individuzione di servizi specifici per la montagna nell’ambito formativo/scolastico, sanitario ecc.; la creazione di zone omogenee che superino la vecchia impostazione rigida dei confini provinciali; la creazione di un albo delle imprese locali al fine di consentire maggiori opportunità di lavoro per le diverse realtà interessate; un’attenzione particolare alle specificità dei territori, dall’attività agricola ai prodotti tipici, cosicché anche queste produzioni possano contare su un’efficace politica di e-commerce. Una legge per la montagna non è comunque un’iniziativa circoscritta alla sala del Consiglio Regionale in quanto grazie al sito internet: www.firmaperlamontagna.it ogni cittadino può aderire e firmare per arrivare a modificare il progetto di legge N. 223 con gli emendamenti presentati dal PD in Consiglio Regionale. Latte in polvere, de castro: difendere ‘eccezione’ italiana, nessun rischio per prodotti di qualità certificata Dobbiamo impegnarci a difendere la norma che vieta l’utilizzo di latte in polvere nei prodotti caseari, mantenendo l’‘eccezione’ italiana rispetto agli altri paesi dell’Unione”. Così Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, interviene a seguito della diffida, inviata dall’esecutivo Ue a Roma, in cui si definiscono troppo stringenti le leggi italiane in materia e si auspica che l‘Italia metta fine al divieto di utilizzo di latte in polvere concentrato e ricostituito per la produzione di formaggio e derivati. “La disciplina nazionale - prosegue De Castro - è diventata un segno distintivo da difendere, che ha generato un meccanismo di fiducia nell’approccio dei consumatori al prodotto nazionale. Dobbiamo però essere consapevoli che un’eventuale 14 armonizzazione con la normativa europea, e quindi l’abrogazione del divieto, non costituirebbe nessun rischio per le nostre produzioni a indicazione d’origine DOP e IGP, per le quali è impiegato oltre il 70% della produzione di latte italiano, che manterrebbero l’obbligo di utilizzare latte liquido. Sempre in caso di estensione delle regole europee, dovremo organizzarci per mettere a punto un sistema di etichettatura che garantisca una corretta e completa informazione al consumatore e puntare su sistemi di qualità nazionale che possano continuare a preservare la distintività delle nostre produzioni, magari prendendo come esempio il modello francese “Label Rouge”. Le autorità italiane - conclude De Castro - avranno due mesi di tempo per motivare e preservare la nostra eccezione normativa davanti alla Commissione”. nuova agricoltura Mipaaf: a Expo convegno su tutela del reddito agricolo e gestione del rischio Martina: “Fino al 2020 investiamo 1,6 miliardi per sviluppare strumenti assicurativi” Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che oggi ad Expo si è svolto un convegno organizzato con Ismeadal titolo: “Tutela del reddito agricolo e gestione del rischio: la strategia nazionale”. Un’occasione di confronto tra Istituzioni, organizzazioni agricole, organismi di difesa e compagnie assicuratrici. “La tutela del reddito è una priorità assoluta,- ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina che ha preso parte all’evento - per questo abbiamo deciso di investire fino al 2020 oltre 1,6 miliardi di euro per sviluppare gli strumenti assicurativi e migliorare nella gestione dei rischi. Il nostro obiettivo è aumentare le aziende agricole assicurate e diffondere meglio questa protezione sul territorio nazionale, lavorando anche al Sud per fare conoscere meglio le opportunità di salvaguardia. Dalla prossima settimana partiamo con un confronto con parti sociali e regioni sul fondo di mutualità. In Europa - ha concluso Martina - ribadiremo la necessità di avere più strumenti per contrastare le crisi, perché l’embargo russo ci dimostra che l’Ue non è adeguatamente attrezzata per rispondere alle esigenze delle imprese”. “L’Italia è tra i Paesi europei che hanno la più solida tradizione nel sostegno pubblico alla gestione del rischio - ha sottolineato il Presidente Ismea Ezio Castiglione- . Oggi, grazie agli incentivi dello Stato, sono circa 85 mila le imprese che sottoscrivono annualmente una polizza assicurativa, con un’incidenza complessiva sulla produzione agricola nazionale del 15 per cento (23% per le colture arboree) e un valore assicurato che nel 2014 ha sfiorato gli 8 miliardi di euro. Tuttavia - ha precisato Castiglione - a fronte di tanti punti di forza, l’attuale sistema di risk management non è esente da alcune importanti da criticità, prima fra tutte l›elevata concentrazione territoriale dell›intervento (circoscritto per lo più al Nord), settoriale (limitato ai settori vitivinicolo e delle colture arboree) e dimensionale (netta prevalenza di imprese più grandi)». «La novità più grande - ha dichiarato Raffaele Borriello Direttore Generale di Ismea - è costituita appunto dalla misura dell’IST (Income Stabilization Tool), volta a supportare, attraverso la formula dei fondi di mutualizzazione, la gestione del rischio di reddito da parte delle imprese agricole. Obiettivo dello strumento è fornire appunto agli agricoltori una protezione dalle perdite di reddito. Una copertura più ampia di quelle tradizionali che tiene quindi in conto tutti i fenomeni che possono impattare sui fatturati dell›azienda, compresi i rischi connessi agli andamenti del mercato. L›IST ha proseguito Borriello - rappresenta un innovazione sostanziale nell›offerta europea di politiche a sostegno della stabilità dei redditi agricoli, di rilevanza strategica nell›attuale scenario caratterizzato da una maggiore e più frequente esposizione dell›agricoltura a stati di crisi.» Agricoltura, Agrinsieme: ricerca e innovazione sempre più strategici per il futuro del settore Il coordinatore del raggruppamento che riunisce Cia,Confagricoltura, Copagri e l›Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari Dino Scanavino, a Verona, interveniene alla presentazione del Crea. Le trasformazioni che hanno caratterizzato il processo socio economico degli ultimi anni sono state straordinariamente importanti e rapide. I cambiamenti climatici, la crescita della domanda alimentare rispetto alle capacità di offerta di cibo, la crisi energetica e la scarsità di risorse naturali rappresentano grandi temi rispetto ai quali il ruolo del settore agroalimentare è diventato sempre più strategico. Così il coordinatore di Agrinsieme, Dino Scanavino, ha esordito durante il suo intervento alla tavola rotonda «Ricerca e innovazione nel sistema agroalimentare italiano» svoltasi oggi a Verona in occasione della presentazione del nuovo «Consiglio per la ricerca in agricoltura e l›analisi economica agraria -Crea». Per rispondere a queste sfide globali, la risposta dovrebbe provenire da un incremento della produttività e delle rese agricole. Ma nel momento in cui terra e acqua sono sempre più scarsi e i condizionamenti del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale incidono con forza sempre maggiore sull›attività agricola, ecco che l›innovazione e la ricerca in agricoltura saranno elementi sempre più determinanti per il futuro del settore e, più in generale, della nostra società. La sfida che le imprese agricole dovranno raccogliere nei prossimi anni -ha continuato Scanavino- sarà quella di produrre di più e meglio, inquinando meno. Una sfida, rispetto alla quale, gli investimenti nella ricerca e nelle innovazioni organizzative e di processo, dovranno portare un contributo importante agevolando, di pari passo, la costruzione un›economia sostenibile dal punto di vista ambientale ed efficiente sotto il profilo delle risorse. In tale contesto, la contrazione degli investimenti pubblici in ricerca agricola che ha caratterizzato l›Europa negli ultimi decenni, non rappresenta un segnale incoraggiante per il futuro. Al contrario, il ruolo dell›intervento pubblico nella ricerca di- 15 nuova agricoltura venterà sempre più fondamentale per il futuro del settore agroalimentare. Lungo questa prospettiva il nuovo Ente di ricerca -Crea- al servizio dell›agricoltura, che unisce sotto un›unica veste le competenze «tecniche» a quelle di carattere economico agrario, rappresenta un›importante novità nel panorama scientifico nazionale. L›accorpamento dei due precedenti istituti di ricerca Cra e Inea in unico ente, introduce altresì quell›elemento di semplificazione necessario a valorizzare le attività di ricerca in campo agricolo e ad evitare quella sovrapposizione di iniziative che, spesso in passato, ha finito con l›appesantire il sistema di diffusione delle conoscenze scientifiche. Positiva, infine la volontà espressa da parte del Crea di voler coinvolgere più attivamente i portatori di interesse nelle attività di pianificazione e definizione dei processi di ricerca. Soltanto con il protagonismo diretto degli agricoltori, e con le loro associazioni di rappresentanza coinvolte nell›analisi dei fabbisogni e a svolgere il ruolo di divulgazione dei risultati -ha concluso Scanavino- le attività di ricerca riusciranno a fornire risposte importanti alle sfide future del settore agroalimentare. Risparmio fino al 50% - RCA delle Macchine Agricole utilizzate per l’attività dell’Azienda (escluso conto terzi) al costo esclusivo di _ 78 annui con un massimale di _ 6.000.000. 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