v Insight N. 41 - Giugno 2013 La modellizzazione del Capitale Circolante Netto (CCN) per una nuova strategia di gestione della liquidità aziendale Il rallentamento continuo dell'economia globale nell’ultimo quinquennio (da gennaio 2008 si è registrata una variazione del -11,3% dell’indice manifatturiero nell’Area Euro, 1 -3,8% negli Stati Uniti, seppur con una leggera ripresa evidenziata alla fine del 2010) , assieme al perdurare del credit crunch, ha portato le aziende a una sempre più crescente difficoltà nel reperire fondi sia per la gestione operativa che per lo sviluppo. 2 In particolare, Confidustria sottolinea come la liquidità delle imprese italiane sia inadeguata rispetto alle esigenze operative: nel 2° trimestre 2013, il 27% delle aziende si attende disponibilità liquide insufficienti per far fronte alle esigenze operative. Le maggiori difficoltà si riscontrano tra le PMI: il 70% soffre di problemi di liquidità a causa dei ritardi di pagamento. D’altra parte, malgrado la crescente necessità di credito, i prestiti alle imprese sono ulteriormente calati negli ultimi 18 mesi (-47 miliardi di euro); a marzo 2013, il 15% delle imprese che ha richiesto finanziamenti non li ha ottenuti e, tra quelle a cui è stato concesso, un altro 23% ha subìto un peggioramento delle condizioni. I tassi di interesse e gli altri costi connessi sono in continua crescita: le PMI pagano in media il 4,4%, ovvero 420 punti di spread sull’Euribor a 3 mesi; infine, si riscontra un continuo aumento delle richieste di garanzie e dei limiti sui volumi erogati da parte degli intermediari finanziari. L’insieme di questi fattori rende difficile alle aziende la gestione dell’operatività corrente, contribuendo in tal modo alla crescita del tasso di fallimenti: dal 2010 la quota di aziende in cui i vincoli finanziari ostacolano la produzione è raddoppiata, facendo così registrare 3.596 fallimenti nel 4° trimestre 2012, a fronte di circa 1.800 nel 4° trimestre 2007. In tale contesto, le aziende hanno sempre minore liquidità e contestuale difficile accesso al credito: pertanto, assume un ruolo centrale, sia per lo sviluppo sia per la sostenibilità economico/finanziaria delle imprese nel breve e nel lungo periodo, la corretta misurazione, previsione e gestione dei flussi di cassa, e in particolare del CCN. Una gestione adeguata del capitale, inoltre, offre benefici alle aziende anche in termini di trasparenza nei confronti delle istituzioni finanziarie; ciò consente di usufruire di condizioni di finanziamento più favorevoli o di accedere ad un più ampio portafoglio di strumenti di finanziamento. Tra gli elementi costituenti il CCN, il livello delle attività correnti svolge un ruolo chiave nella posizione di liquidità di un'azienda, poiché garantisce che la società sia in grado di generare sufficiente liquidità per far fronte alle spese operative connesse con le decisioni di breve termine. Avere la consapevolezza del livello e della composizione delle attività a breve permette, ai vertici aziendali, di deliberare dei piani di azione che definiscano un congruo rapporto tra attività e passività a breve nell’ottica di un equilibrio finanziario di breve periodo. La presente Newsletter vuole contribuire ad alimentare la discussione e il confronto sul tema e, al tempo stesso, fornire utili spunti di riflessione per migliorare i modelli di gestione esistenti. 1 2 Banca d’Italia, Bollettino Economico n.55 (Gennaio 2009) e n.72 (Aprile 2013) Congiuntura Flash, Analisi del Centro Studi Confindustria (Aprile 2013) 1 | protiviti.it “ Nell’attuale contesto economico, la gestione del CCN assume un ruolo rilevante al fine di garantire agli azionisti una crescita sostenibile del Gruppo Hera. Avere la percezioni delle probabili dinamiche future del CCN permette di agire con tempestività al fine di ottenere un’allocazione efficiente di capitale. Con il supporto di Protiviti, abbiamo sviluppato ed evoluto un modello di previsione del CCN, sia per l’orizzonte di Budget sia di Piano Industriale. Il modello, grazie alla granularità delle informazioni, ci ha permesso di monitorare con maggior precisione l’evoluzione del CCN, con il conseguente raggiungimento degli obiettivi comunicati al mercato.” Stefano Venier, Direttore Generale DGSM Gruppo Hera Il ruolo centrale del CCN nella gestione della liquidità Affinché un’impresa abbia un corretto profilo di liquidità è necessario gestire i flussi di cassa attraverso 3 diverse fasi (Fig. 1): Ottimizzazione del Capitale Circolante Stima dei flussi di cassa previsionali Gestione della Liquidità Gestire simultaneamente gli elementi patrimoniali ed economici al f ine di accelerare la conversione in liquidità del capitale circolante Utilizzare quanto possibile le inf ormazioni derivanti dall’analisi dei f lussi, insieme a valutazioni del Management, al f ine di prevedere correttamente la posizione di liquidità Massimizzare il rendimento della liquidità in essere mediante la combinazione delle previsione del f abbisogno di cassa e delle strategie di investimento e f inanziamento Ottimizzazione dei flussi di cassa Figura1. Fasi del processo di gestione della liquidità Il primo aspetto rende necessario passare da una visione contabile del CCN ad una gestionale. A tal fine, è consigliabile modellizzare il CCN attraverso l’analisi delle singole voci che lo compongono, per identificare i principali driver e quindi calcolare il CCN non solo ex-post attraverso i dati consuntivi di bilancio, ma anche ex-ante. L’identificazione dei driver permette di monitorare al fine di ottimizzare i flussi legati a tali fattori. L’ottimizzazione del CCN passa prevalentemente attraverso un’efficace gestione del ciclo attivo e del ciclo passivo. Per il ciclo attivo, il principale driver è rappresentato dalle politiche di gestione del credito. Le leve operative che permettono di influenzare il processo del credito interessano i seguenti ambiti: attività (affidamenti e recupero crediti, credit collection), modelli (credit scoring) e clienti (composizione del portafoglio in termini di distribuzione geografica e settoriale). Per quanto riguarda il ciclo passivo, è invece necessario concentrarsi sulle politiche di approvvigionamento, in relazione alla razionalizzazione dei termini contrattuali e alle scelte di make or buy. Un intervento finalizzato all’ottimizzazione del CCN risulta efficace nella misura in cui è in grado di fornire leve gestionali in relazione a: Strategia: inclusione nelle linee strategiche della società di obiettivi di CCN e implementazione di normative operative interne coerenti con essi; Cultura: coinvolgimento e responsabilizzazione del Management nell’ottimizzazione del CCN; Processi e sistemi: rivisitazione e standardizzazione degli elementi operativi coinvolti nella costruzione delle voci del CCN; Attività: approccio interfunzionale nella misurazione del CCN e continuo miglioramento dei processi di incasso e di pagamento. Infine, un solido processo di monitoraggio del CCN richiede che lo stesso sia incorporato nei momenti decisionali chiave della vita dell’azienda, come la pianificazione strategica di medio-lungo periodo (Piano Industriale) e di breve periodo (Budget), al fine di supportare e guidare le scelta degli obiettivi di business. Definizione di Capitale Circolante Netto Il Capitale Circolante Netto (CCN) è una misura della capacità del management di gestire l'attività operativa dell'impresa, ed è utilizzato allo scopo di verificare l'equilibrio finanziario di un'impresa nel breve termine. In letteratura sono stati sviluppati diversi indicatori, entrati nell’uso corrente, che enfatizzano specifiche componenti del CCN: il Capitale Circolante Commerciale Netto, che rappresenta la gestione commerciale dell'impresa, i.e. relativa ai rapporti fornitori-clienti; il Capitale Circolante Operativo Netto, che rappresenta la gestione operativa dell'impresa, i.e. relativa al ciclo di acquisto-produzione-vendita; il Capitale Circolante Finanziario Netto, che rappresenta la gestione finanziaria dell'impresa, i.e. relativa alla logica fonti-impieghi. 2 | protiviti.it Il nostro approccio L’approccio proposto da Protiviti per l’ottimizzazione del CCN si inserisce in un disegno più ampio finalizzato allo sviluppo di una strategia di gestione della liquidità aziendale. In prima battuta, deve essere svolta un’attività di assessment, anche basata su analisi di benchmark, finalizzata a comprendere ed approfondire gli elementi caratterizzanti della realtà aziendale. Tale attività rappresenta il pilastro su cui si fondano il disegno e la costruzione di un modello gestionale/previsionale ad hoc. L’assessment si articola, in genere, nelle seguenti 3 fasi: INPUT Ciclo Attivo Ciclo Passivo Tributarie assessment dei flussi e dei sistemi informativi; 2. assessment dei processi operativi core (Ciclo Attivo/ Passivo e ottimizzazione del magazzino, ove rilevante); 3. valutazione delle metodologie di calcolo del Capitale Circolante. I risultati di tali attività forniscono le informazioni essenziali da cui partire per la costruzione di un modello gestionale del CCN finalizzato al monitoraggio e alla definizione degli obiettivi (Fig. 2). CALCOLO • Fatturato Inter company 1. • Metodologia di trasf ormazione dei ricavi in crediti • Debiti v/f ornitori • Metodologia di trasf ormazione dei costi in debiti OUTPUT • Trasf ormazione del f atturato in liquidità ed in crediti • Andamento dei crediti scaduti • Andamento dei crediti commerciali derivanti dall’attività corrente • Fatture da emettere/Crediti scaduti/Fondo svalutazione • Trasf ormazione dei costi in uscite di cassa ed in debiti • Calcolo dell’andamento dei debiti scaduti • Andamento dei debiti commerciali derivanti dall’attività corrente • Fatture da ricevere • Aliquote tributarie • Calcolo delle imposte • Crediti/debiti tributari • Gestione delle partite intercompany • Calcolo dei crediti/debiti intercompany • Crediti/debiti intercompany Figura 2. Esempio di processo di elaborazione del modello Il livello di profondità dell’analisi che si desidera raggiungere e la granularità delle informazioni contenute nei sistemi gestionali determinano la struttura dei dati di input del modello. L’attività di calcolo svolta nel modello permette la trasformazione degli input, rappresentanti per lo più grandezze economiche, in flussi finanziari. Oltre alle variabili connesse con l’attività caratteristica dell’azienda, sia dal punto di vista produttivo (es. costi, ricavi, volumi) sia dal punto di vista delle tempistiche (es. scadenze, ciclo di fatturazione), assumono un ruolo rilevante fattori esogeni all’operatività aziendale quali le aliquote fiscali e i prezzi di mercato. 2013 2014 Large business Condomini 2015 2016 Small business Famiglie Tale modello permette di analizzare il CCN in relazione a diverse dimensioni: è possibile ottenere una rappresentazione sia a livello aggregato, sia a livello di unità operativa/business unit, sia per singolo elemento che compone il CCN. Le diverse dimensioni di analisi, inoltre, possono essere combinate liberamente al fine di raggiungere il livello di dettaglio desiderato (Fig. 3 e Fig. 4). Un’altra caratteristica importante del modello è la sua flessibilità. Tale aspetto è ottenuto grazie alle logiche di costruzione e all’utilizzo di comuni strumenti di calcolo, e permette che il modello possa essere implementato su diversi orizzonti temporali, a seconda che l’obiettivo sia la previsione del CCN sull’arco di Piano Industriale o di Budget. 2013 2017 PMI Figura 3. Esempio di andamento del CCN su arco di piano industriale diviso per tipologia di clientela 2014 BU 1 2015 BU 2 2016 2017 BU 3 Figura 4. Esempio di andamento del CCN su arco di piano industriale diviso per business line 3 | protiviti.it Criticità e Benefici L’esperienza maturata da Protiviti nello sviluppo dell’approccio proposto ha evidenziato che le principali criticità risiedono nell’implementazione operativa del modello. Tuttavia, a fronte di tali criticità, l’utilizzo di un modello di gestione e previsione del Capitale Circolante Netto permette di: Avere delle potenti leve gestionali per la razionalizzazione dei processi connessi con l’attività caratteristica dell’azienda, poiché consente di individuare quali siano le aree di miglioramento all’interno della struttura operativa; Analizzare i dati sul CCN segmentati per business line (es. prodotto, clientela) per raccogliere preziose informazioni anche ai fini dello sviluppo delle politiche commerciali, in quanto permette di individuare, per ogni segmento, sia il profilo di redditività sia quello di assorbimento di capitale; Indirizzare le risorse commerciali solo verso le business line con un elevato valore di redditività “aggiustata” per il costo del capitale assorbito; Contribuire allo sviluppo di una cultura aziendale volta al raggiungimento non solo di risultati economico reddituali (es. Volumi, EBITDA, Risultato Netto) ma anche di un equilibrio economico/finanziario di lungo periodo. In particolare, risultano rilevanti i seguenti aspetti: Data collection: solitamente la gestione dei dati è suddivisa tra diverse funzioni, a cui sono affidate le varie fasi del ciclo attivo e del ciclo passivo. Ciò implica che i dati risiedano in differenti applicativi su base-dati parallele; Data quality: l’utilizzo di diversi applicativi genera la produzione di dati non coerenti tra loro (es. diversa clusterizzazione dei clienti/business). Tali anomalie rendono necessaria una normalizzazione della base informativa (es. dati gestionali con dati derivanti da applicativi contabili); Flussi informativi: la gestione degli applicativi da parte di differenti funzioni produce flussi informativi non sempre ottimizzati e con medesime tempistiche. Inoltre, la presenza di processi non strutturati rende onerosa la produzione di reportistica. *** Per maggiori informazioni: Guido Zanetti - Associate Director E-mail: [email protected] © 2013 Protiviti Srl. Protiviti non è registrata come società di revisione e non fornisce opinioni su bilanci e servizi di attestazione. Cristina Gualerzi - Manager E-mail: [email protected] 4 | protiviti.it