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50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Neoplasie mesenchimali: croce e delizia del citologo
Davide De Lorenzi
Med Vet, SMPA, Forlì
Una volta stabilito che il campione citologico in esame
non è di natura infiammatoria, per la presenza sul vetrino di
elementi non riferibili a cellule quali granulociti neutrofili,
macrofagi, monociti e plasmacellule, un fondamentale passaggio dell’esame citopatologico consiste nell’individuare
l’oncotipo, ovvero la linea cellulare di origine, della proliferazione patologica in atto.
Tradizionalmente si riconoscono tre categorie principali:
neoplasie di derivazione epiteliale, mesenchimale e rotondocellulare; queste suddivisioni vengono effettuate sulla base
delle caratteristiche citomorfologiche della popolazione cellulare sospetta. In particolare vengono osservati il numero di
cellule che la biopsia con ago sottile ha permesso di raccogliere (cellularità), la tendenza che queste cellule hanno nel
raggrupparsi in ammassi più o meno organizzati (clusters)
formando insiemi ordinati che prendono il nome di architetture, le caratteristiche morfologiche delle singole cellule
(forma e colore del citoplasma e forma, numero, disposizione e struttura nucleare) e la presenza di elementi non cellulari ma derivanti dal metabolismo delle cellule stesse
(sostanza fondamentale, secreti, amiloide ed altro).
Le neoplasie mesenchimali sono generalmente caratterizzate dalla presenza di una cellularità da modesta a moderata,
con presenza di cellule singole o raccolte in piccoli clusters
ad architettura stromale, storiforme o perivascolare. Le singole cellule mostrano morfologia tendenzialmente fusiforme,
tanto che il termine “fusocellulare” viene spesso utilizzato
come sinonimo di “mesenchimale” (Fig. 1) ed il nucleo,
generalmente singolo e centrale, è di forma ovale. Il citoplasma è normalmente basofilo e spesso i margini citoplasmatici risultano sfumati e non ben identificabili. Frequente è il
rilievo di matrice intercellulare (Fig. 2), generalmente di
colore da porpora a viola a tenuemente rosato, genericamente definita sostanza fondamentale che è l’espressione dell’attività metabolica delle cellule stesse. In determinate circostanze è possibile ulteriormente definire questa sostanza
come condroide, osteoide od altro.
I criteri di malignità che vengono applicati a questa categoria cellulare non differiscono da quelli comunemente
impiegati in presenza di altre linee cellulari: anisocitosi, anisocariosi, variazioni di rapporto N/C, nucleoli di forma irregolare e di grosse dimensioni, mitosi numerose ed atipiche.
Un criterio di atipìa che si applica solamente alle neoplasie
mesenchimali è rappresentato dalla eventuale elevata cellularità dei campioni citologici: poiché una caratteristica dei tessuti mesenchimali è data dalla forte coesione intercellulare,
conseguenza della funzione di sostegno e protezione che spesso questi tessuti hanno, il trovare campioni ad elevata cellularità generalmente indica una perdita di questa caratteristica
dei tessuti maturi e ben differenziati e pertanto viene interpretata come aspetto di dedifferenziazione associata alle neoplasie maligne. Questo in teoria.
Nella pratica neoplasie a cellule mesenchimali possono
assumere morfologie diversissime da quelle descritte poco
sopra, e questo a causa della notevolissima diversificazione
e specializzazione che i tessuti di derivazione mesodermica
assumono durante lo sviluppo dell’organismo.
FIGURA 1 - Elementi fusocellulari.
FIGURA 2 - Sostanza fondamentale.
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FIGURA 3 - Leiomiosarcoma intestinale (cane).
FIGURA 5 - Meningioma (cane).
FIGURA 4 - Sarcoma cutaneo (gatto).
Basti pensare che tessuti a funzione diversissima come
tessuto osseo, muscolare, endoteliale, aracnoideo, adiposo
e connettivale derivano tutti dal mesoderma e che tutte le
neoplasie benigne e maligne che da questi possono derivare rientrano tutte nella categoria delle neoplasie mesenchimali.
Non solo le neoplasie mesenchimali fusocellulari possono presentare uno spiccatissimo pleomorfismo nell’ambito
delle differenti categorie tumorali (Fig. 3 e Fig. 4) ma esistono anche neoplasie mesenchimali caratterizzate dall’essere composte da elementi prevalentemente rotondocellulari
ed addirittura neoplasie nelle quali si osserva una mescolanza di elementi fusocellulari e rotondocellulari, questi ultimi
sia singoli che organizzati in architetture di tipo pseudoghiandolare (c.d. pattern “bifasico”, Fig. 5).
A complicare il tutto abbiamo tumori non di derivazione
mesenchimale caratterizzati dalla presenza di cellule fusate
(ad es. certi tipi si carcinoma squamocellulare, Fig. 6 e di
melanoma) e di neoplasie non neoplastiche dove elementi
fusocellulari presentano importanti atipìe citomorfologiche
tali da poter fare insorgere il legittimo dubbio al citologo di
trovarsi di fronte ad una patologia neoplastica maligna.
In corso di sospetta patologia mesenchimale il compito
del citologo consiste:
1) nell’individuare la componente mesenchimale della patologia in atto;
FIGURA 6 - Carcinoma squamocellulare (gatto).
2) nel distinguere patologie effettivamente neoplastiche da
quadri flogistici associati ad intensa fibroplasia reattiva
3) nel valutare il potenziale di malignità della neoplasia in
atto applicando i criteri di malignità citomorfologici.
La corretta definizione della neoplasia mesenchimale
attraverso l’individuazione del tessuto di origine del tumore
non sempre è possibile in corso di esame citopatologico (e
spesso nemmeno in corso di esame istopatologico) anche se
esistono neoplasie mesenchimali con caratteristiche citomorfologiche abbastanza peculiari da consentire una buona
identificazione del tessuto di origine.
Nel corso della relazione verranno illustrati esempi citologici di neoplasie mesenchimali fusocellulari, di neoplasie
mensenchimali non fusocellulari, di patologie non neoplastiche con elementi fusocellulari e di patologie non mesenchimali con presenza di elementi fusocellulari.
Indirizzo per la corrispondenza:
Davide De Lorenzi
Clinica veterinaria San Marco, Via Sorio 114/c Padova
Tel. 0498561098 - E-mail [email protected]
This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee
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Neoplasie mesenchimali: croce e delizia del citologo by D. De