Rapporto sulla
Congiuntura
Finanziaria e Previsioni 2007
Coordinato da:
Agostino Megale
(Presidente Ires)
Beniamino Lapadula (Resp. Dip. Economico CGIL)
a cura di:
Antonio Ruda
Riccardo Sanna
(Consulente Ires)
(Ricercatore Ires)
1
09 novembre 2006
La manovra finanziaria 2006
(dati in miliardi di euro)
Etrate
tributarie
4,5
Sviluppo e
Equità
(19,5)
Sistema
Stato 12,3
Correzione
deficit
(15,2)
Enti locali
3,8
Previdenza
e TFR
11,1
Sanità 3,0
L’entità della manovra
 Dal governo Amato (1993) non si programmava
una Finanziaria di quasi 40 miliardi di euro
 Primo passo di un Piano di legislatura
composto da interventi e da riforme per:
il risanamento dei Conti pubblici
il Rilancio della competitività del sistema di
imprese
L’equa redistribuzione della ricchezza, con
particolare attenzione ai redditi da lavoro e da
pensione
La composizione della manovra
34,7
 Entrate (mld euro)
 Riorganizzazione P.A. 3,5
 Pubblico Impiego
0,4
 Lotta evasione e
7,9
studi di settore
 Valorizzazione
0,5
Patrimonio pubblico
3,8
 Enti locali
 Uscite (mld euro)
 Correzione deficit
 Cuneo imprese
 Cuneo lavoratori
 Contratti pubblici
 Sanità
3,0
 Previdenza (contrib.)
 Fondo TFR
5,1
6,0
 Missioni di pace
 Altre funzioni
fondamentali
 Investimenti per
lo sviluppo
 Interventi sociali
 Entrate tributarie
4,5
 Altri interventi
Fonte: elaborazioni Ires su dati della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Relazione tecnica).
34,7
15,2
2,5
3,0
1,1
1,0
1,9
7,0
2,0
1,0
la Finanziaria: il lavoro
 5 punti di riduzione del Cuneo fiscale:
 2 punti=3,0 mld al lavoro
 Riforma IRPEF
 Assegni per nucleo familiare aumentati e riformati
per dipendenti e parasubordinati
 Oltre 3,8 miliardi di euro vanno ai lavoratori dipendenti e
parasubordinati
(di cui 2,1 miliardi a sostegno delle loro famiglie).
 Oltre 2 miliardi di euro vanno ai pensionati
 Oltre 1,6 miliardi di euro vanno ai lavoratori autonomi
(di cui 1 miliardo come sostegno alle loro famiglie).
Il reddito delle famiglie fino al 2005
Mentre tra il 1997 e il 2001 aumenta la propensione al consumo e i redditi
delle famiglie riprendono a crescere in modo equo, tra il 2002 ed il 2005 i
redditi netti delle famiglie subiscono un forte decremento (–2,3 punti) che
riflette lo spostamento della ricchezza verso le classi di reddito più elevate.
102,0
Reddito netto dis ponibile reale
(2000=100)
101,5
101,0
Media Mobile s u 2 per.
(Reddito netto dis ponibile
reale (2000=100))
100,5
100,0
99,5
99,0
98,5
98,0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
“Ci sono oltre 4 milioni di lavoratori a basso reddito (al di sotto dei 700 euro
mensili), di cui circa 1,5 vive in famiglie in condizioni di disagio economico.”
(ISTAT - Rapporto Annuale La situazione del Paese nel 2005)
Il potere d’acquisto dei redditi familiari annui
 Imprenditori
e liberi professionisti
2002-2005
+ 9.053 €
 Impiegati
– 1.434 €
 Operai
– 1.425 €
La perdita cumulata di potere d’acquisto dei redditi delle famiglie con
capofamiglia operaio o impiegato nel periodo 2002-2005 si contrappone
ad una crescita del potere d’acquisto delle famiglie degli imprenditori e
dei liberi professionisti: con le manovre fiscali del governo di centrodestra si è registrato un ulteriore allargamento della forbice a sfavore
dei bassi redditi.
Ponendo nel 2005 il reddito familiare medio italiano pari a 100, il reddito
delle famiglie di operai in proporzione si traduce in 78, mentre per gli
imprenditori e autonomi in 215.
Fonte: elaborazioni Ires su dati Banca d’Italia (I bilanci delle famiglie italiane - 2004) e ISTAT (Rapporto annuale 2004).
La nuova IRPEF
Secondo la riforma IRPEF prevista nella Finanziaria 2006:
 Per la famiglia di un lavoratore dipendente medio, con moglie e un
figlio minore a carico:
 Reddito annuo: 22.000 euro.
 Risparmio netto 2007 dovuto alle nuove detrazioni e agli assegni
del nucleo familiare: 663,9 euro.
 Per una coppia di lavoratori dipendenti, con due figli minori a carico:
 Reddito annuo (Uomo): 23.500 euro.
 Reddito annuo (Donna): 19.000 euro.
 Risparmio netto 2007 dovuto alle nuove detrazioni e agli assegni
del nucleo familiare: 563,5 euro.
 Per un pensionato, con moglie a carico:
 Reddito annuo (Uomo): 16.000 euro.
 Risparmio netto 2007 dovuto alle nuove detrazioni e agli assegni
del nucleo familiare: 160,7 euro.
Fonte: elaborazioni Ires su dati Banca d’Italia.
Il lavoratore dipendente
 Il risparmio netto per la famiglia di un
lavoratore dipendente è pari a circa 55 euro
al mese
 Più del recupero del fiscal drag 2002-2005
(47 euro)
 Più di quanto si sarebbe ottenuto operando
sul solo cuneo contributivo (27 euro)
 Come un anno di rinnovo contrattuale
(110 euro in un biennio)
la Finanziaria: le imprese
 5 punti di riduzione del Cuneo fiscale:
 3 punti=2,5 mld (5 mld a regime) alle imprese
 deduzione contributi da imponibile IRAP [1,8 punti]
 ulteriore deduzione forfettaria IRAP per lavoratore nel
Centro-nord (5.000) e nel Sud (10.000) [1,2 punti]
 riduzione solo per dipendenti a tempo indeterminato
 vengono escluse banche, assicurazioni e imprese a
regime tariffario e in concessione
 Sostegno alla crescita: già dal 2007... più del 2006
Il cuneo e l’IRPEF

DPEF: esclusa riduzione dei contributi previdenziali per non interferire
con il sistema pensionistico (metodo contributivo)
 La riduzione del cuneo a favore dei lavoratori dipendenti può essere
operata solo attraverso una riduzione delle imposte o un aumento
degli assegni ad essi erogati
 È, inoltre, opportuno estendere l’incremento retributivo anche ai
pensionati e ai lavoratori autonomi
 Con la manovra fiscale prevista in Finanziaria:
 Un’impresa vede ridursi il costo del lavoro mediamente di 703 euro
per via della riduzione dell’IRAP: 3 punti.
 Se si fosse operato sul cuneo, riducendo i contributi sociali di 5 punti:
 Un’impresa, per ciascun lavoratore, avrebbe risparmiato
mediamente 700 euro, di cui 1/3 recuperato con una riduzione dei
costi di produzione, un aumento dei profitti e una conseguente
maggiore tassazione IRES: vantaggio netto di 2,1 punti (497 euro,
tenendo anche conto di una riduzione IRAP).
Gli effetti sulla stabilità del lavoro
 L’azione di sostegno all’occupazione a tempo indeterminato con la
riduzione IRAP
 Aumento dei contributi di 5 punti (dal 18% al 23%) ai collaboratori
 Le misure di cui sopra, pur non essendo risolutive del problema della
stabilità occupazionale, segnano una prima inversione di tendenza dei
flussi occupazionali già dal 2007 in relazione al tasso di crescita e
considerando che le imprese, pur con una quota di sgravi inferiore a
quanto previsto nel 2002 con il credito d’imposta, utilizzino il vantaggio
competitivo offerto dalla riduzione IRAP scommettendo sulla crescita e
sulle risorse umane.
 Neo-assunti:
 2005
 2006
tempo indeterminato 62%
a termine 38%
tempo indeterminato 58%
a termine 42%
per i giovani sotto i 35 anni nel biennio 2005-2006
i contratti a termine superano il 50%
 2007
tempo indeterminato 66%
a termine 34%
Fonte: elaborazioni Ires su dati ISTAT.
Stima Ires 2007 (*)
La produttività
Valore aggiunto a prezzi base per unità standard di lavoro dipendente
(variazioni percentuali)
1992-1995
4,3
1996-2000
2001-2005
2006-2010
3
1,1
0,8
0,8
0,6
-0,4
Industria in senso stretto
-0,5
Totale economia
Tra il 1993 e il 2003, in Italia, su 21,1 punti percentuali solamente 3,3 sono
andati al lavoro (nel periodo 1996-2001).
Per i prossimi 5 anni si prevede una ripresa della produttività del lavoro.
Fonte: elaborazioni IRES su dati ISTAT, Contabilità nazionale.
Produttività e dimensione
Valore aggiunto per addetto per dimensione d’impresa - 2004
(valori in migliaia di euro)
70
60
50
40
30
20
10
0
micro impresa
(1-9 addetti)
piccola impresa
(10-49 addetti)
Fonte: elaborazioni Ires su dati ISTAT, Archivio ASIA.
media impresa
(50-249 addetti)
grande impresa
(250 addetti e +)
La dimensione italiana
La dimensione media delle imprese italiane attualmente è pari a 3,8 addetti (dai 3,7 del 1999),
contro i 7,5 dell’UE a 25. Le imprese con meno di 10 addetti sono il 47% ormai da più di
cinque anni, a fronte di una quota di imprese con 250 addetti e oltre stabile intorno al 20%.
13,3
In Italia, le grandi imprese vanno meglio,
ma sono poche. Le medie imprese
restano importanti, ma occorre investire
in capitale umano, ricerca e innovazione
12,2 11,7
10,6 10,4
8,8
7,5
7,2
6,8
6,7
5,8
5,7
5,2
Italia
Spagna
Portogallo
Svezia
Belgio
Finlandia
Francia
Ue15
Danimarca
Paesi
Bassi
Austria
Irlanda
Regno
Unito
Germania
3,8
Fonte: elaborazioni Ires su dati ISTAT e Eurostat.
L’Orario… lavorato
1497
1443
1439
Germania
Francia
1575
Svezia
1598
Belgio
1621
Regno
Unito
1699
Italia
1718
Portogallo
1749
Giappone
1798
Spagna
USA
1819
Danimarca
Ore annue effettivamente lavorate per occupato (anno 2005)
Le ore medie settimanali effettivamente lavorate in Italia sono circa 38,1,
superiore alla media UE25 (37,5) e a Francia (36,8), Germania (36,9),
Regno Unito (35,7).
Fonte: elaborazioni Ires su dati GGDC (Total Economy database), OECD e Eurostat.
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CONG_Megale_09-nov-2006_def