UGANDA: UNA GUERRA
DIMENTICATA
UGANDA
 L'Uganda è uno Stato
dell'Africa Orientale.
 Il suo nome deriva dall'antico
regno Buganda, che
comprendeva la sezione
meridionale del paese, inclusa
la capitale Kampala.
 L'Uganda è una repubblica
democratica con un sistema
politico non partitico;
attualmente il capo di stato è
Yoweri Museveni e il capo del
governo è Apolo Nsibambi.
 Le lingue ufficiali sono l'inglese
e lo swahili.
POPOLAZIONE
 La popolazione stimata a luglio
2006 era pari a 28.195.754 di
persone.
 Il paese ha un’elevata mortalità
infantile (6,6%) e l'aspettativa di
vita è di 52 anni, nonostante ciò,
dall'inizio degli anni sessanta, vi è
una rapida crescita demografica,
come avvenuto per tanti altri paesi
in via di sviluppo.
 La popolazione è generalmente
molto giovane, oltre la metà degli
abitanti ha meno di 15 anni.
 L'Uganda è abitata da un mosaico
molto complesso di etnie, le più
numerose sono le etnie bantu e
niloti, che si dividono a loro volta
in numerosi sottogruppi.
RELIGIONE
Anche sotto l’aspetto religioso l’Uganda è un
paese molto vario:
 l'85% della popolazione è di religione
cristiana, cattolici (45 %) e anglicani (35%).
 Il 12% degli ugandesi sono musulmani
sunniti.
 Il 2% della popolazione professa religioni
tradizionali africane
ECONOMIA
 L'agricoltura è il settore più importante
dell'economia, ed occupa circa l'80%
della forza lavoro, con il caffè come
principale voce di vendita all'ingrosso.
Altre colture importanti sono quelle di
mais, sorgo e patate.
 L'allevamento è molto importante
nell’economia del paese.
 La pesca è un settore moderatamente
sviluppato, ed è praticata specialmente
nei pressi del lago Vittoria.
 In quanto a minerali, le risorse
ugandesi non sono molte, le maggiori
sono tungsteno e stagno, concentrate
nel Sud-Ovest.
 Nella zona del lago Alberto sono stati scoperti ingenti quantità
di petrolio. Attualmente è stata calcolata la presenza di 700
milioni di barili, mentre le stime parlano di un potenziale di 1,5
miliardi di barili da estrarre.
CONFLITTI IN UGANDA
PARTI IN CONFLITTO
Dal 1986 a oggi, nel nord del Paese i guerriglieri dell'Esercito di
Resistenza del Signore (Lra), capeggiati dal fondamentalista cristiano
Joseph Kony e appoggiati dal Sudan, combattono una ventennale guerra
civile contro il governo ugandese.
VITTIME
Si calcola che oltre 20 mila persone siano rimaste uccise in 20 anni di
conflitto. Si crede, inoltre, che siano 25 mila i bambini forzatamente
arruolati da parte dei guerriglieri dell’Lra, mentre i profughi nell’area sono
oltre 1.700.000.
RISORSE CONTESE
Non sono chiare le ragioni che hanno spinto la formazione di Joseph
Kony a prendere le armi. Il Lra sostiene infatti di combattere per
assicurare maggiori diritti alla popolazione Acholi, che abita i distretti
settentrionali del paese, ma finora le peggiori atrocità compiute dai ribelli
hanno avuto come bersaglio proprio gli Acholi.
FORNITURE ARMAMENTI
Il governo riceve armi da Stati Uniti, Sudafrica, Cina, Russia, Bulgaria,
Polonia; mentre i guerriglieri dell'Lra (fino al 2005) dal Sudan.
SITUAZIONE ATTUALE
 I ribelli compiono continue scorribande nei villaggi, bruciando
case, massacrando civili e sequestrando bambini, che diventano a
loro volta miliziani coatti. Le offensive condotte dall'esercito tra la
fine del 2004 e il 2005 e l'arresto di alcuni dei più importanti capi
ribelli hanno però indebolito notevolmente l'Lra. Inoltre, la pace
siglata in Sudan tra governo centrale e guerriglieri del Spla (Sudan
People's Liberation Army) ha portato le autorità di Khartoum a
interrompere le forniture e il sostegno ai ribelli ugandesi. Si stima
che i ribelli possano contare al momento su poche centinaia di
uomini, 300 dei quali sono sconfinati in Congo nell'ottobre 2005
per sfuggire agli attacchi dell'esercito ugandese.
 Le trattative di pace sono riprese a luglio 2006. Il Lra chiede che i
procedimenti giudiziari vengano bloccati, ma il governo ugandese
non ha l'autorità per garantirlo. In queste condizioni non è chiaro
se le trattative avranno un esito positivo, anche perchè in passato
i ribelli hanno più volte sfruttato le tregue per rinserrare i ranghi e
riprendere con maggior vigore la lotta armata
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