Guida ai negozi di Bologna e Provincia Con il contributo di: CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI BOLOGNA Camera dell’Economia La guida è stata realizzata dal con il contributo della CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI BOLOGNA Camera dell’Economia Stampato il 10/01/2012 dalla Tipografia Moderna - Industrie Grafiche Progetto grafico e impaginazione: www.brain-adv.com NATURALE, BIOLOGICO O ECO-COMPATIBILE? È fondamentale conoscere la differenza tra i significati dei vari termini quotidianamente proposti dai media, dalla pubblicità, da internet, dalle etichette attraenti dei prodotti. Il termine naturale di solito si applica a prodotti per la cura del corpo, della casa, degli animali, nonché rimedi e terapie, proposte come “alternative” a quelle “tradizionali”. Ma non esiste una regolamentazione per l’impiego del termine “naturale”, si possono intendere i prodotti che presentano nella loro composizione principi attivi naturali (derivati da piante e/o animali) che non abbiano subito alterazioni chimiche o di sintesi. I prodotti naturali possono includere ingredienti biologici, ma non per questo possono essere considerati biologici. E non sempre gli ingredienti naturali descritti sulle confezioni dei vari prodotti sono presenti in quantità apprezzabile. Per terapie naturali si considerano le metodologie olistiche alternative o complementari a quelle ufficiali. Il termine biologico si riferisce a prodotti agroalimentari derivanti da coltivazioni e allevamenti nel rispetto del Regolamento Comunitario n. 834/2007 che non prevedono l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi) e di organismi geneticamente modificati (OGM). Tutti i prodotti biologici sono rigorosamente controllati e certificati dagli organismi autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, e si è sempre in grado di identificarli attraverso il marchio europeo e codici specifici riportati nelle etichette. Gli stessi controlli vengono effettuati anche in tutte le fasi della trasformazione e lavorazione della materia prima, sono banditi aromi e coloranti artificiali, per ottenere un prodotto finale di altissima qualità garantito su tutta la filiera. Un prodotto eco-compatibile è progettato in modo da presentare un basso impatto ambientale. Il termine riguarda tutta la filiera: dalle materie prime ai processi di lavorazione e distribuzione, dallo smaltimento degli scarti alla scelta degli imballaggi, biodegradabili e riciclabili, il tutto nel rispetto di criteri di ecologicità. In tutte le fasi merita speciale attenzione l’utilizzo di energia rinnovabile. La ricerca in continua crescita si avvale di tecnologie che sempre meglio si sposano a questa filosofia. Non esiste una legislazione di riferimento. Il consiglio è quello di affidarsi a chi il “naturale” lo propone con serietà commercianti e gestori di locali pubblici della ristorazione di fiducia, effettivamente capaci di selezionare e vendere prodotti sicuri. Nel caso di rimedi e terapie è bene rivolgersi a persone esperte che possano seriamente valutare l’opportunità di determinate cure ed eventuali abbinamenti. Agricoltura Allevamento Prodotti Bio dinamico No OGM Enti certificatori Etichette Quanto costa Dove comprare Ristorazione BIO logicamente BUONO In Italia il biologico compare per la prima volta nel 1947, con la nascita a Milano dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, ma è a partire dagli anni ’70 che è iniziata la sua diffusione, complici i movimenti ambientalisti e la filosofia New Age. Il biologico nel nostro paese oggi è una realtà consolidata e un settore in continua espansione. Si esporta all’estero (in Europa, Stati Uniti e Giappone) oltre un terzo della produzione biologica. AGRICOLTURA BIOLOGICA L´agricoltura biologica ha due scopi fondamentali: la conservazione della sostanza organica e la ricerca di un sistema d´agricoltura a basso impatto ambientale. L’obiettivo principale per un agricoltore biologico è fare in modo che da un terreno sano nascano piante sane, seguendo e rispettando i ritmi della natura e senza l’uso di sostanze chimiche di sintesi per la concimazione dei terreni, per la lotta alle piante infestanti, ai parassiti animali e alle malattie delle piante; inoltre vieta l’uso di organismi geneticamente modificati (OGM). Ricorre a pratiche tradizionali e innovative, essenzialmente preventive, selezionando specie locali resistenti alle malattie, con rotazione delle colture, con l’utilizzo del letame per fertilizzare la terra e la piantumazione di siepi e alberi. In caso di necessità si interviene con sostanze naturali (vegetali, animali o minerali). L’agricoltura biologica svolge un compito molto importante nella conservazione e implementazione della biodiversità, ogni organismo vivente viene tenuto in considerazione, dal più piccolo microorganismo che vive nel terreno al più imponente albero. ALLEVAMENTO BIOLOGICO Gli animali devono essere in buona salute, nutriti nel rispetto del loro fabbisogno con prodotti vegetali ottenuti secondo il metodo di produzione biologico; non è permesso aumentare la produzione di carne, latte e uova ricorrendo a sostanze non naturali come ormoni, antibiotici e promotori della crescita. Sono allevati con tecniche che rispettano il loro benessere e il loro comporta- mento innato in un ambiente sano di dimensioni adeguate e che consentano di isolare i capi che necessitano di cure mediche. Le eventuali cure veterinarie utilizzano prodotti omeopatici o fitoterapici mentre gli antibiotici che possono lasciare residui nei cibi vengono utilizzati solo se indispensabili per la vita dell’animale. In questo modo l’allevamento biologico permette di realizzare prodotti più sani e naturali, senza la presenza di residui tossici, e aiuta a preservare il suolo agricolo sempre più inquinato dall’uso indiscriminato di prodotti chimici. PRODOTTI BIOLOGICI Un prodotto biologico deve essere composto da almeno il 95% di ingredienti provenienti da agricoltura o allevamenti biologici, al netto di ingredienti “extra” quali acqua, sale, additivi, ecc. Gli eccipienti, gli additivi e i coadiuvanti tecnologici sono ammessi solo se previsti dal regolamento UE (es. acido citrico, acido ascorbico, farina di semi di carrube, ecc.). È vietato l’uso di coloranti di sintesi, additivi aggressivi, e di qualsiasi ingrediente ottenuto o derivato da OGM. Sono inoltre ammessi solo aromatizzanti naturali o preparazioni aromatiche naturali. Gli impianti di trasformazione, immagazzinamento e condizionamento devono garantire che la lavorazione dei prodotti biologici sia separata da quella dei prodotti convenzionali (con l’identificazione e la rintracciabilità sia per le materie prime sia per il prodotto finito). Ogni passaggio comporta lo stesso grado di controllo e certificazione, secondo le regolamentazioni per il biologico, senza mai dimenticare quelle sanitarie. I prodotti biologici sono marchiati come tali grazie al lavoro di organismi di controllo e certificazione autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che ne garantiscono il rispetto ai regolamenti europei. I prodotti da agricoltura biologica vengono ottenuti nel massimo rispetto dell’ambiente, dell’uomo e degli animali, nel modo più naturale possibile. BIO DINAMICO Le tecniche biodinamiche seguono gli stessi principi di quelle dell’agricoltura biologica, a cui però se ne aggiungono altre derivate dagli insegnamenti di Rudolf Steiner, filosofo di fine ottocento noto per le sue riflessioni in campo medico, pedagogico, economico, agricolo e artistico. In quegli anni l’agricoltura biodinamica si presentò come la risposta ai dubbi e le incertezze scatenate proprio nel momento in cui iniziarono ad essere usate in agricoltura sostanze chimiche estranee alla natura. L’azienda biodinamica è considerata un organismo vivente, in cui la produzione vegetale si integra con l’allevamento animale, che fornisce il concime per le coltivazioni. L’agricoltura biodinamica considera tutti gli astri, e la luna in particolare, come elementi determinanti e influenti sulla vita terrena e sul ciclo della vita. Aumenta la forza e le difese del terreno grazie a specifici preparati a base di sostanze naturali. I prodotti biodinamici sono sottoposti agli stessi controlli dei prodotti biologici; il marchio privato Demeter garantisce che non meno del 90% degli ingredienti sia di produzione biodinamica. NO OGM Gli OGM (organismi geneticamente modificati) sono piante, micro-organismi o animali in cui parte del patrimonio genetico è stato modificato con tecniche di ingegneria genetica. La finalità è quella di risolvere problemi come le infestazioni delle colture, diffusione di malattie, maggior resa o altro ancora, intervenendo con la manipolazione del DNA degli organismi. Ma l’inserimento di piante, micro-organismi e animali OGM nell’ambiente rischiano di destabilizzare l’equilibrio ecologico. L’effetto a medio e lungo termine che potrebbe avere su esseri umani e ambiente non è mai stato testato. La produzione, anche in piccole quantità, di piante geneticamente modificate comporta problemi alla bio-diversità e alla libertà di scelta degli agricoltori (uno dei maggiori rischi di contaminazione da OGM è rappresentato dai principali elementi di diffusione del polline, non controllabili, quali vento ed insetti) e di conseguenza anche dei consumatori. Gli alimenti biologici, per legge, non devono contenere ingredienti OGM o derivati da OGM (neanche nei mangimi per gli animali). Esistono già in natura, infatti, una miriade di organismi e mezzi per risolvere i problemi senza intervenire geneticamente. I SISTEMI DI CONTROLLO Un prodotto biologico, sia che provenga da coltivazioni, allevamento o trasformazione e importazione, porta con sé la garanzia del controllo e della certificazione di strutture che sono so- cietà private che operano nel settore biologico in virtù dell’accreditamento da parte dell’ente unico nazionale di accreditamento ACCREDIA e del riconoscimento da parte del MiPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), in base alle leggi europee e nazionali. Essi a sorpresa effettuano nelle aziende controlli periodici e analisi delle produzioni per verificare l’applicazione dei regolamenti comunitari e verifiche sulla registrazione di tutti i prodotti e mezzi tecnici impiegati conformi ai metodi biologici. La certificazione biologica copre tutti i livelli della filiera produttiva. Il controllo si attua in tutte le fasi della produzione, compresi il confezionamento, l’immagazzinamento e la trasformazione. Le gravi infrazioni ai regolamenti comunitari comportano l’immediato divieto di usare l’indicazione di prodotto biologico. A tutela del consumatore, non solo chi produce, ma anche chi trasforma o commercializza all’ingrosso prodotti marchiati come biologici, deve essere sottoposto al controllo, con ispezioni in loco. GLI ENTI CERTIFICATORI In Europa ogni Stato membro ha incaricato autorità pubbliche e organismi di controllo privati di eseguire rigorose ispezioni, operando sotto la supervisione, o in stretta collaborazione, con le autorità centrali. Lo Stato membro attribuisce a ogni organismo di controllo e certificazione un codice identificativo diverso, che viene poi riportato sull’etichetta di ciò che compriamo. In Italia gli organismi di certificazione che possono effettuare i controlli e rilasciare la certificazione delle produzioni biologiche sono sottoposti, a loro volta, alla vigilanza dello stesso Ministero e delle Regioni. Enti certificatori italiani con codice identificativo: Denominazione OdC Codice autorizzazione Ministeriale AbCert Srl Bioagricert Srl ITBIO 013 ITBIO 007 (ex BAC) Bios Srl ITBIO 005 (ex BSI) Biozoo Srl ITBIO 010 (ex BZO) Codex Srl ITBIO 002 (ex CDX) CCPB Srl ITBIO 009 (ex CPB) EcoGruppo Italia Srl ITBIO 008 (ex ECO) IMC Srl ITBIO 003 (ex IMC) ICEA Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale ITBIO 006 (ex ICA) QCertificazioni Srl ITBIO 014 (ex QCI) SIDEL Spa ITBIO 012 (ex SDL) Suolo e salute Srl ITBIO 004 (ex ASS) BIKO Kontrollservice Tirol* ITBIO 001BZ IMO Gmbh* ITBIO 002BZ QC&I – Gesellschaft für kontrolle und zertifizierung von Qualitätssicherungssystemen GMBH* ITBIO 003BZ * Autorizzato ad operare nella sola Provincia di Bolzano (Fonte: SINAB Sistema d'Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica realizzato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in collaborazione con le Regioni sito www.sinab.it) LE ETICHETTE BIO E IL MARCHIO EUROPEO La garanzia che distingue un prodotto biologico è data dall’etichetta, apposta sia sui prodotti freschi che su quelli trasformati, sia sui prodotti nazionali che su quelli importati. Regole precise di etichettatura, leggi rigorose e diversi sistemi di controllo incrociato tutelano i consumatori. Può etichettare soltanto l’operatore (agricoltore, trasformatore, commercializzatore, distributore a marchio, importatore) autorizzato da un organismo di certificazione riconosciuto. Il termine biologico, bio, organic ecc... può essere usato solo per i prodotti che rispettino i regolamenti 834/07 e 889/08 e loro successive modifiche ed integrazioni. Indicare il termine biologico in etichetta o nei documenti di trasporto pone il produttore (o preparatore, distributore ecc..) come responsabile di fronte alla legge rispetto alla conformità del prodotto. Il termine biologico e il logo europeo si possono utilizzare solo se in un prodotto almeno il 95 % in peso degli ingredienti di origine agricola è biologico. Al di sotto di tale limite è possibile indicare solo nella composizione l’uso di ingredienti biologici, ma non è possibile utilizzare il logo europeo. In specifico un prodotto biologico italiano deve riportare sull’etichetta: 1) dicitura: “prodotto biologico”; 2) sigla o ragione sociale dell’organismo di controllo; 3) codice di riconoscimento – per esempio IT BIO XXX dove: - IT indica Italia; - BIO termine riferito alla produzione biologica; - XXX indica il codice dell’organismo di controllo. 4) logo dell’organismo di controllo (facoltativo); 5) indicazione del luogo in cui sono state coltivate le materie prime agricole di cui il prodotto è composto: UE, NON UE, oppure lo Stato (es. ITALIA): 6) marchio comunitario, introdotto dalla Commissione Europea è obbligatorio dal 1° luglio 2010 per i prodotti alimentari preconfezionati, e può essere accompagnato da marchi nazionali o privati. Indica che il prodotto è stato sottoposto ad una serie di controlli obbligatori previsti dalla normativa europea. I consumatori che comprano i prodotti che portano il logo europeo possono essere certi che: UÊ>iÊÊx¯Ê`i}Ê}Ài`iÌÊÃÊÃÌ>ÌÊ«À`ÌÌÊVÊiÌ`Ê biologico; UÊÊ«À`ÌÌÊmÊVvÀiÊ>iÊÀi}iÊ`iÊ«>ÊÕvwÊV>iÊ`ÊVÌÀÆ UÊÊ«À`ÌÌÊ«ÀÛiiÊ`ÀiÌÌ>iÌiÊ`>Ê«À`ÕÌÌÀiÊÊmÊ«Ài«>À>ÌÊ in una confezione sigillata; UÊÊ«À`ÌÌÊ«ÀÌ>ÊÊiÊ`iÊ«À`ÕÌÌÀi]ʽ>``iÌÌÊ>>Ê>ÛÀ>â ne o il venditore e il nome e il codice dell’organismo di controllo. Le voci delle etichette dei prodotti confezionati devono essere presenti anche per i prodotti sfusi. Ad esempio una cassetta di frutta biologica deve riportare un’etichetta che certifichi la provenienza biologica e il consumatore può sempre chiedere di visionare i certificati o le etichette dei contenitori dei prodotti confezionati, unica vera garanzia. Ecco perché è molto importante avere fiducia nel proprio negoziante. Quanto costa il prodotto biologico Il prezzo più elevato rispetto a un prodotto tradizionale dipende sopratutto da tempi di produzione più lunghi, maggior manodopera nei campi, economie di scala ridotte sia nella trasformazione che nella distribuzione, senza dimenticare che sono gli unici prodotti rigidamente controllati e provvisti di certificazioni in tutte le fasi della loro produzione. Naturalmente tutti questi sforzi e queste spese gravano sul costo finale ma il consumatore, in cambio, ottiene prodotti che offrono garanzie di qualità e sicurezza nonché ecosostenibili. Dove comprare prodotti e alimenti biologici La maggiore richiesta di biologico ha permesso di ampliare la gamma di prodotti che oggi è davvero vasta. Oltre alla frutta e verdura, carne (inclusi agnello, manzo, pollo, maiale), pesce e uova biologici, il consumatore può scegliere oggi tra una crescente varietà di alimenti lavorati di alta qualità come i latticini biologici, inclusi latte, burro, yogurt e formaggio, salumi, pane, pasta, torte e cereali per la colazione, succhi di frutta, caffè, tè, birra, vino da uve biologiche o biodinamiche, che si possono trovare in negozi specializzati certificati, ma anche in molte salumerie, fruttivendoli, supermercati e alimentari con angolo dedicato bio. Tutta la gamma di prodotti per la persona e per la casa è facilmente reperibile nei classici canali specializzati, nei negozi di prodotti ecologici, del commercio equo-solidale, di prodotti erboristici, di eco-abbigliamento, centri benessere, palestre, librerie, ecc. RISTORAZIONE BIOLOGICA Al tradizionale ristorante specializzato, si sono aggiunte nuove tipologie di locali come i bio-bar ma anche tanti locali della ristorazione tradizionale che offrono ai loro clienti piatti e bevande elaborati con prodotti da agricoltura biologica, per diversificare l’offerta e soddisfare questo segmento crescente di consumatori. Si moltiplicano le gelaterie artigianali che impiegano ingredienti biologici, così come le linee di semilavorati bio per gelateria, nonché l’utilizzo di materie prime biologiche nelle gelaterie d’eccellenza. Significativo il numero delle mense scolastiche (pubbliche e private) che hanno scelto di introdurre in tutto o in parte prodotti biologici e l’Emilia-Romagna si conferma sempre alla guida della classifica. foto Bianca Ferrari foto Bianca Ferrari Cosmesi Medicina naturale Rimedi naturali Tessile Abbigliamento CURA DEL CORPO E DELLA MENTE foto Bianca Ferrari I prodotti cosmetici naturali e convenzionali sono disciplinati da una direttiva europea che contiene una serie di disposizioni per garantire la sicurezza del prodotto. La legge italiana (n.713 del 1986 e successive modificazioni) contiene gli elenchi delle materie prime autorizzate nella formulazione, oltre alle regole per l’imballaggio ed etichettatura e molto altro. Per la certificazione dei prodotti cosmetici con ingredienti biologici, non esiste un regolamento UE di riferimento come invece avviene per l’agro-alimentare, per cui ogni certificazione è svolta in conformità a un disciplinare privato che ha delle proprie caratteristiche peculiari. Alcuni disciplinari, per esempio, differenziano i cosmetici naturali e i cosmetici biologici, altri la percentuale di ingredienti biologici sul totale degli ingredienti, altri ancora la percentuale dei prodotti certificati rispetto al totale dei prodotti. In sintesi: Per cosmetici naturali si intendono prodotti con un’elevata quantità di principi attivi naturali (olio d’oliva, olio di argan, mandorle, aloe vera, miele, cacao, ecc) che non abbiano subito processi chimici con sostanze di sintesi. I cosmetici naturali possono includere ingredienti biologici, ma non per questo possono essere sempre considerati prodotti biologici. Ci sono linee guida qualitative all’interno dei disciplinari privati che forniscono orientamenti chiari. Alcuni dei criteri, ad esempio, sono l´uso di materie prime di origine animale (es. cera d´api, miele) e minerale o particolari tipologie del processo di fabbricazione e conservazione del prodotto. Il cosmetico biologico viene rigorosamente certificato come tale da una serie di organismi di certificazione e riporta in etichetta il logo del disciplinare di riferimento. Per distinguere i cosmetici “biologici” dai cosmetici “con ingredienti biologici” occorre verificare la percentuale di ingredienti biologici rispetto al totale degli ingredienti. A garanzia del consumatore, esistono due standard europei, privati e volontari: Cosmos e NaTrue. A questi si affiancano diverse altre certificazioni private nazionali e internazionali. foto Bianca Ferrari COSMESI foto Bianca Ferrari Cosmos (Cosmetics Organic Standard) è certificato dai seguenti enti ed associazioni di produttori europei: BDIH per la Germania, Ecocert e Cosmebio per la Francia, Soil Association per il Regno Unito ed Icea per l’Italia. Lo scopo di Cosmos è quello di ottenere una cosmesi eco-sostenibile affrontando le questioni essenziali per l’ambiente e il benessere dell’uomo sul pianeta. Si propone di assicurare la transizione tra oggi e domani tenendo conto dei progressi tecnologici (e quindi soggetto a revisione periodica) per promuovere lo sviluppo di sempre più cosmetici naturali e biologici, dando informazioni chiare e trasparenti ai consumatori in modo che essi possano a loro volta essere attori di uno sviluppo sostenibile. Le norme della certificazione Cosmos riguardano tutto il ciclo produttivo, dall’origine delle materie prime al packaging, dalla gestione ambientale alla comunicazione, ecc. Cosmos prevede 2 tipologie di certificazione: Cosmesi naturale - “Cosmos-Natural”: Non è richiesta una percentuale determinata di ingredienti biologici. Riguardo invece agli ingredienti ammessi, si rimanda ai singoli organismi certificatori nazionali. Cosmesi biologica - “Cosmos-Organic”: Sul totale del prodotto finito, almeno il 20% di ingredienti deve essere biologico, o il 10% per prodotti da risciacquo (saponi, bagnoschiuma, shampoo ecc.). NaTrue nasce da un gruppo di aziende svizzere e tedesche che rappresentano la maggior parte del mercato europeo della cosmesi bio/naturale. Adopera dei criteri più restrittivi rispetto a Cosmos per quanto riguarda le sostanze e i metodi di trasformazione con lo scopo di certificare prodotti realmente naturali. Gli organismi di controllo italiani riconosciuti da NaTrue sono: Ccpb, Ecocert Italia, BioagriCert e Certiquality mentre in Europa si può citare Bio. Inspecta (Svizzera), EcoControl (Germania). Natrue prevede 3 tipologie di cosmetico: Cosmesi naturale: gli ingredienti devono essere naturali, ma non necessariamente organici (da coltivazione biologica). Questo standard base definisce l’elenco di ingredienti ammessi e come essi possono essere trattati, nonché i limiti del contenuto minimo di sostanze naturali e del contenuto massimo di sostanze natural-derivate. Ogni tipologia di prodotto (sapone, crema, lozioni, ecc) ha criteri differenti a seconda della diversa funzione d’uso. I prodotti degli altri due livelli devono rispettare i criteri di questo primo livello. Cosmesi naturali con porzione biologica: richiede livelli minimi più alti di sostanze naturali non trasformate e meno ingredienti naturali derivati, con ingredienti di origine biologica e/o raccolta selvatica controllata per almeno il 70%. Cosmesi biologica: devono contenere percentuali minime ancora più elevate di ingredienti naturali non trasformati, delle quali il 95% dev’essere da coltivazione biologica controllata e/o raccolta controllata selvatici, e percentuali ancora minori di ingredienti naturali derivati. Per ogni marca, ogni prodotto presentato deve rispettare pienamente i criteri e almeno il 75% della gamma di prodotti/brand deve ottenere la certificazione. Altre certificazioni volontarie in Italia Gli altri disciplinari conosciuti nel mondo del cosmetico, in Italia e all’estero, sono riportati di seguito. Ognuno ha delle peculiarità che si possono conoscere consultando i siti web di riferimento. www.ccpb.it www.aiab.it www.bioagricert.org ww.suoloesalute.it ww.socert.it È importante sapere distinguere i prodotti finto-ecologici quando il mercato abusa delle terminologie “bio”, “eco”, “naturale” e simili denominazioni comprese nei marchi o nelle etichette anche da produttori di cosmetici convenzionali, che spesso contengono prodotti chimici a cui vengono poi aggiunti ingredienti vegetali, fuorviando i consumatori meno informati. È importante leggere l’etichetta e nel dubbio consultare gli enti certificatori. L’uso di prodotti certificati è una garanzia di prodotti sicuri. foto Bianca Ferrari www.ecogruppoitalia.it L’erboristeria è un’antica arte che si occupa della conoscenza e del corretto utilizzo delle piante (erbe, piante medicinali, officinali, aromatiche e spezie), della loro coltivazione, raccolta, conservazione e commercio a scopo salutistico, cosmetico o alimentare. L’utilizzo delle piante e dei loro derivati per scopi medicoterapeutici sono chiamate preparazioni galeniche; quelle magistrali, con la composizione consigliata dal medico fitoterapeuta personalizzata per ogni paziente, possono essere preparate estemporaneamente soltanto dalle farmacie specializzate, mentre quelle officinali, preparati in officine autorizzate, sono fornite in confezioni già pronte per la vendita. MEDICINA NATURALE La classificazione adottata dall’Unione Europea distingue tra medicine convenzionali (detta anche accademica, euroamericana o ufficiale) e medicine non convenzionali (distinte in medicine complementari e medicine alternative alla medicina convenzionale). In Italia circa il 19% della popolazione si affida alle terapie naturali e sono più di 30 mila i medici che utilizzano anche rimedi naturali ad integrazione della medicina ufficiale. In Italia non è ancora giuridicamente riconosciuta la figura professionale degli operatori delle discipline Bio-Naturali ma in alcune regioni (Lombardia, Toscana, Liguria, Emilia Romagna) ci sono delle specifiche leggi regionali. Sono tante le discipline appartenenti alla medicina naturale, molte di loro hanno origine millenaria, riconosciute da studi e ricerche scientifiche mentre altre sono di recente nascita. Alcune di queste terapie sono legate alle esperienze e culture di diversi popoli perlopiù orientali, come ad esempio l’Agopuntura e lo Shiatsu ma anche dalla cultura europea e occidentale, come l’Omeopatia e la Floriterapia per fare alcuni esempi. Queste terapie hanno in comune una concezione olistica dell’uomo (l’essere umano come entità indivisibile corpo-mentespirito). Solo a titolo illustrativo elenchiamo alcune di queste discipline: Agopuntura, Aromaterapia, Auricoloterapia, Ayurveda, BioEnergetica, Chiroterapia, Cristalloterapia, Cromoterapia, Fitoterapia, Floriterapia (Fiori di Bach), Idrocolonterapia, Idrokinesiterapia, Iridologia, Magnetoterapia, Massaggi curativi vari, Musicoterapia, Naturopatia, Omeopatia, Osteopatia, Pet Therapy, Pranoterapia, Riflessologia, Shiatsu, e ancora tante altre. RIMEDI NATURALI Sono considerate piante officinali le piante medicinali, aromatiche e da profumo inserite negli elenchi specifici e nelle farmacopee dei singoli paesi. Il numero ed il tipo di piante officinali varia da paese a paese a seconda delle tradizioni. Le erbe officinali contengono allo stato naturale dei principi attivi che hanno specifiche proprietà terapeutiche. “Naturale” però non è sinonimo di innocuo o sicuro. Un rimedio erboristico può presentare controindicazioni, effetti collaterali e interazioni con medicinali o altre sostanze e l’uso improprio di alcune erbe può portare a conseguenze dannose alla salute. I consumatori devono cercare informazioni affidabili e complete al momento dell’acquisto di rimedi naturali. L’industria della moda negli ultimi anni ha intrapreso un trend sempre più eco-sostenibile, anche in risposta alla crescente attenzione posta dal consumatore ai prodotti naturali, non trattati chimicamente, rispettosi dell’ambiente e delle persone. La moda “verde” parte dalle fibre naturali, animali o vegetali, ma coinvolge anche gli accessori, il confezionamento e la distribuzione. Quando un capo di abbigliamento tocca la nostra pelle, entriamo in contatto non solo con le materie di cui è fatto (fibre vegetali, animali o sintetiche), ma anche con le sostanze che hanno concorso a realizzarlo, dalla produzione della fibra (utilizzo di ogm, pesticidi, fertilizzanti chimici) alle varie fasi di lavorazione come la filatura, tintura, sbiancamento, ecc (elementi e coloranti chimici, anche metalli pesanti quali nichel, cromo, rame, cobalto o mercurio). Tali sostanze, spesso nocive, si fissano sul capo e si trasmettono al nostro organismo attraverso il contatto e lo sfregamento con l’epidermide e con la sudorazione e possono provocare allergie e disturbi nei soggetti sensibili. Per questo motivo, quando parliamo di fibre ottenute in natura, vegetali (per es. cotone, lino, canapa, bamboo, ginestra) e animali (come le varie lane e la seta), solo le coltivazioni e le successive lavorazioni biologiche o biodinamiche garantiscono al consumatore il 100% naturale. Il cotone biologico, per esempio, consente un’ideale traspirazione dell’epidermide, non provoca cariche elettrostatiche, mantiene in modo ottimale il calore e il fresco. In definitiva un capo biologico contribuisce al nostro benessere, esattamente come l’alimentazione biologica. È eco-sostenibile perché ogni coltivazione e lavorazione è a basso impatto ambientale e tutela anche la salute e le condizioni chi lavora, contrastando le questioni sociali associate alla produzione convenzionale. L’Abbigliamento Biologico può essere certificato quando le fibre utilizzate per tutto il processo produttivo dei capi sono trattate soltanto con sostanze naturali e/o a basso impatto ambientale, ammesse dai sistemi di controllo e certificazione del tessile biologico. Per la fase agricola vengono adottati gli stessi criteri dell’agricoltura biologica in campo alimentare (coltivazione senza pesticidi, senza chimica e senza Ogm), mentre gli standard per la trasformazione sono dati dai singoli enti certificatori, organismi terzi che controllano ogni fase della filiera produttiva, dal campo alla confezione. Qualsiasi accessorio non biologico, come bottoni, cerniere lampo, filo elastico, ecc. deve foto Bianca Ferrari TESSILE / ABBIGLIAMENTO foto Bianca Ferrari essere sulla lista degli accessori approvati e non contenere nichel. I produttori seguono gli standard del biologico tessile su base volontaria, ma è obbligatorio che si sottopongano ai controlli per poter utilizzare ciascun marchio di garanzia. GOTS (Global Organic Textile Standard), standard internazionale che garantisce l’applicazione di un disciplinare con regole precise per l’intera filiera, dal campo al prodotto finito in tutti i passaggi. In Italia il controllo e la certificazione del Gots è affidata a Icea e al Ccpb. www.global-standard.org Textile Exchange certifica sia i tessuti sia i processi di tintura. Promuove l’espansione responsabile del tessile sostenibile lungo la catena globale del valore. In Italia Icea Tessile ha l’autorizzazione a certificare in accordo all’Organic Exchange 100 Standard e Organic Exchange Blended Standard. www.icea.it foto Bianca Ferrari AIAB Tessuto Biologico certifica un prodotto tessile ottenuto da fibra naturale di produzione biologica, che non abbia subito processi di sbiancamento a base di cloro e che nel processo di tintura e stampa non abbia ricevuto sostanze contenenti metalli pesanti quali nichel, cromo, rame, cobalto. www.aiab.it foto: Fair Trade Foundation COMMERCIO EQUO E SOLIDALE Il commercio equo e solidale (fair trade in inglese) è una forma di attività commerciale, attenta non solo al profitto, ma anche la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche, politiche o sociali. È, dunque, una forma di commercio internazionale nella quale si cerca di far crescere aziende economicamente sane e di garantire ai produttori ed ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso. Crea canali commerciali alternativi (ma economicamente sostenibili) a quelli dominanti, al fine di offrire degli sbocchi commerciali a condizioni ritenute più sostenibili per coloro che producono. I principali vincoli da osservare per entrare nel circuito del commercio equo-solidale sono: sostegno delle comunità locali, redazione di contratti trasparenti per i lavoratori, divieto del lavoro minorile, spese per la formazione/scuola, impiego di materie prime rinnovabili. Gli acquirenti si assumono impegni quali: prezzi minimi garantiti (determinati in accordo con gli stessi produttori, che deve permettere loro una vita dignitosa e investimenti nel campo sociale), quantitativi minimi garantiti, contratti di lunga durata (pluriennali), consulenza rispetto ai prodotti e le tecniche di produzione, pre-finanziamento. Il marchio è il mezzo d’identificazione d’un prodotto equo solidale garantisce il controllo in tutto il processo dalla produzione all’importazione fino a chi li vende, sia nella piccola, media o grande distribuzione. Fairtrade Labbelling Organization È l’organizzazione internazionale che gestisce i marchi di garanzia del commercio equo per prodotti alimentari utilizzati soprattutto nella grande distribuzione e nei canali commerciali tradizionali. www.fairtrade.net - (In Italia: www.equo.it) World Fair Trade Organization È l’organizzazione internazionale che raggruppa produttori e importatori di tutto il mondo. www.wfto.com OperaEqua/Fair Trade EcoSocial È lo standard sviluppato in Italia da Bioagricert www.bioagricert.org Inquinamento interno Materiali eco compatibili Detergenza CASA E AMBIENTE La bio edilizia o edilizia sostenibile, punta al benessere degli abitanti, inteso come uno stato psicofisico a cui concorre la salute delle persone, l’equilibrio sociale e la cura dell’ambiente, migliorando il piacere e la qualità della vita. Prevede l’utilizzo di materiali da costruzione più sani, cura l’aspetto energetico della costruzione, integra il verde e la natura nelle città. La bio compatibilità considera le caratteristiche dei materiali e dei prodotti utilizzati, valutandone i diversi impatti ambientali prodotti in tutte le fasi del loro ciclo di vita: produzione - lavorazione smaltimento/riciclo. Per il risparmio energetico concorrono un buon isolamento termico con conseguente equilibrio del tasso di umidità, una corretta esposizione degli ambienti per lo sfruttamento della luminosità naturale, l’utilizzo di impianti a pannelli solari/fotovoltaici per produrre energia elettrica e acqua calda, oltre ovviamente ad un attento utilizzo delle apparecchiature elettriche. Inoltre, scegliere la luce giusta per ogni ambiente è importante anche dal punto di vista estetico e psicologico. INQUINAMENTO INTERNO L’inquinamento degli ambienti interni può provenire da diverse sorgenti, e può essere maggiore di quello esterno. Le tre principali categorie di inquinamento interno sono: Inquinanti chimici: sostanze volatili che provocano alterazione della qualità dell’aria, come per esempio: ossido di carbonio, ossido di zolfo, monossido di azoto, benzene, formaldeide, fumo di tabacco ambientale, composti organici volatili, pesticidi, particolato aerodisperso, ozono, amianto, idrocarburi aromatici policiclici. Inquinanti biologici: sono presenti nell’aria, spesso, invisibili. Tra i più comuni: batteri e virus, acari, allergeni degli animali, muffe e funghi. Inquinanti fisici: sostanze o fenomeni che alterano la qualità dell’aria. I principali sono: Radon: gas radioattivo inodore ed incolore che proviene dal decadimento radioattivo dell’uranio presente nel suolo e nell’acqua, in particolare presente nel tufo, nel laterizio e nei graniti (terreni di origine vulcanica). Può penetrare in casa attraverso le microfratture presenti nella muratura e nelle fondazioni accumulandosi in locali chiusi e poco areati; Campi elettromagnetici: formati dalla produzione, trasmissione e utilizzazione dell’energia elettrica. Le principali fonti, oltre le linee elettriche ad alto voltaggio poste in vicinanza degli edifici, sono le attrezzature con riscaldamento a resistenza o elettriche, quelle dotate di motori elettrici e/o con lampade elettriche, ossia gli elettrodomestici, computer, TV, strumenti di lavoro d’ufficio. Rumore: Può provenire dall’esterno (traffico, vicini, attività varie) o dagli impianti e dispositivi presenti all’interno. Le fonti dell’inquinamento all’interno Possono essere fonti inquinanti i materiali utilizzati per la costruzione, le finiture (intonaci, pitture, materiale di isolamento, ecc), l’arredo e il corredo degli ambienti. Essi possono contenere sostanze tossiche nella loro composizione o nei processi di produzione (soprattutto formaldeide e solventi, che vengono rilasciate lentamente e a lungo) oppure trattenere polvere, acari, muffe ecc. Anche la cattiva manutenzione o malfunzionamento dei sistemi di climatizzazione, condizionamento, trattamenti dell’aria possono divenire terreni di coltura per muffe ed altri agenti biologici così come la collocazione delle prese d’aria in prossimità di aree ad elevato inquinamento. Altre fonti sono i prodotti di largo consumo per pulizia e manutenzione, l’utilizzo di antiparassitari, processi di combustione, colle, adesivi e solventi, per citare i più comuni. Molti di questi si possono facilmente evitare utilizzando tecniche e materiali innovativi. foto Bianca Ferrari foto Bianca Ferrari MATERIALI ECO COMPATIBILI -legno -mattoni e forati in fibra di legno mineralizzata, in terra cruda, quelli liberi da sostanze nocive e con elevate qualità di isolamento termico e acustico -intonaci a calce e in argilla -malte a calce -isolanti termici ed acustici in fibra di legno, in fibra di legno mineralizzata, in fibre naturali (dalla canapa, al sughero, alla lana di pecora) -pitture naturali e pitture ecologiche come: tinte murarie naturali, impregnanti protettivi ecologici, vernici ecologiche per legno e per metallo, coloranti naturali -prodotti contro il deterioramento biologico dei materiali: impregnanti antimuffa naturali, sali di boro, battericidi naturali per muri con muffe Le certificazioni BioEdiliziaItalia, istituto di qualificazione bioedile, è un’associazione di progettisti ed imprese, costituita nel 1998, con la finalità di promuovere la conoscenza e l’applicazione dei materiali naturali nel settore dell’edilizia biologica. In particolare ha prodotto norme sulla dichiarazione delle materie prime idonee e sulla qualificazione di protettivi e prodotti vernicianti naturali. www.bioediliziaItalia.org DETERGENZA I detergenti per uso domestico e quelli professionali sono una seria fonte di inquinamento ambientale, nonché molte volte dannosi per la salute dell’uomo e con effetti allergizzanti ed irritanti. Sono nate così, dalla necessità di trovare una soluzione per un pulito efficace e allo stesso tempo rispettoso dell’ecologia e della salute, alcuni disciplinari per la certificazione dei vari prodotti. In comune hanno come parametri di riferimento l’utilizzo prevalente di materie prime naturali, per lo più provenienti da agricolture biologiche e processi produttivi ed imballaggi a basso impatto ambientale. Il tutto sempre con la garanzia di prestazioni efficaci paragonabili ai prodotti convenzionali. Le certificazioni www.icea.info www.aiab.it www.socert.it www.ecogruppoitalia.it foto Bianca Ferrari ANAB ha sviluppato in Italia uno standard di valutazione della sostenibilità dei prodotti per l’edilizia e per il mobile ecologico a cui corrispondono specifici marchi, i quali contrassegnano i prodotti che ottengono la certificazione attraverso il controllo di ICEA. www.anab.it I NOSTRI PARTNER La stesura di questa guida è stata supportata tecnicamente dalle realtà più rappresentative ed autorevoli dell’Agricoltura Biologica e Biodinamica in Italia, che insieme a Eco Bio Confesercenti Bologna vogliono dare un contributo alla crescita e sviluppo di questo importante settore. FederBio - Fed. Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica Entità senza fine di lucro, nata nel 1992, tutela e favorisce lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica. Raggruppa la quasi totalità della rappresentanza del settore biologico, attraverso le associazioni di settore socie rappresenta il 40% dei produttori Bio italiani. Rappresenta istituzionalmente il settore al Tavolo Agroalimentare istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e svolge lo stesso ruolo presso Regioni ed Enti. Promuove la ricerca soprattutto nelle aree della biodiversità, della lotta ai cambiamenti climatici e dello sviluppo rurale ed esegue attività istituzionale di promozione e comunicazione per il settore in ambito nazionale ed internazionale. www.federbio.it - [email protected] Pro.B.E.R. - Associazione Produttori Biologici e Biodinamici Emilia Romagna Associazione regionale senza fini di lucro per la valorizzazione della produzione, trasformazione, promozione e commercializzazione dei prodotti ottenuti nel rispetto delle norme europee sull’agricoltura biologica. Rappresenta e tutela gli interessi degli operatori del settore a livello nazionale ed internazionale; promuove e coordina i servizi di assistenza tecnica tramite progetti e fornisce servizi di promozione per i propri associati; coordina le attività di formazione professionale, promuove e coordina la ricerca, la sperimentazione, e la comunicazione del settore. www.prober.it - [email protected] Associazione Negozi Biologici Raggruppa i negozi e i supermercati specializzati che vendono i prodotti biologici al dettaglio e ha come obiettivo la rappresentanza e la valorizzazione del settore in ambito istituzionale. [email protected] Da questo lavoro è nata la nuova categoria “Eco-Bio Confesercenti” che si propone di promuovere e divulgare la crescita del commercio sostenibile e responsabile. www.ecobio.bo.it Via del Commercio Associato, 30 Tel. 051 6339911 - Fax 051 519006 [email protected] www.confesercentibo.it COPIA GRATUITA – VIETATA LA VENDITA Uno stile di vita eco-compatibile tocca svariati comparti come l’alimentazione biologica, la bio-cosmesi, le medicine e terapie naturali fino alle energie rinnovabili o alla bioedilizia. Le nuove offerte devono rispettare tanto le persone quanto l’ambiente, superando la tendenza del prodotto soltanto “bello” o “buono” per arrivare al più desiderato prodotto “ecologico” o “etico”, ispirato ai valori di sostenibilità e responsabilità. Senza una regolamentazione precisa a tutto campo, non rimane che cercare chiarezza per conto proprio e soprattutto affidarsi a chi il “naturale” lo propone con serietà – bar e ristoranti, punti vendita di prodotti alimentari, di accessori e abbigliamento naturale, di bio-profumeria, erboristerie, e tutte le attività trasversali allo stesso tema. La Confesercenti ha realizzato questa guida per far conoscere e riconoscere i prodotti di questo settore, nonché individuare i commercianti della provincia di Bologna che siano in grado di farsi garanti della genuinità del prodotto “bio”, “eco” o “naturale” proposto.