TOSSICITA’, IMMUNOGENICITA’ DELLE PROTEINE DEI CEREALI Le proteine ricavate dai semi del frumento sono di tre tipi: proteine di membrana, localizzazione diffusa nel seme proteine di deposito, localizzate nell’ endosperma (strato impermeabile) proteine metaboliche, localizzate sia nell’aleurone, sia nell’embrione. Nelle proteine di deposito dell’endosperma rinveniamo le catene aminoacidiche coinvolte nella patogenesi della malattia celiaca, sono proteine che in base alla solubilità che le caratterizza sono catalogabili in quattro tipi: albumine, solubili in acqua globuline, solubili in soluzioni saline gliadine, solubili in soluzioni alcoliche glutenine, solubili in acidi deboli. Ciò che resta dopo il lavaggio in acqua di un impasto di farina, rimane una massa di consistenza plastica che non è altro che glutine, composto delle gliadine e glutenine. Di norma, al glutine non viene attribuito alcun valore nutrizionale Le frazioni alcool-solubili sono dette prolammine, per la loro composizione amminoacidica, caratterizzata dall’elevato contenuto di prolina e glutammina, mentre amminoacidi essenziali come l’acido glutammico, l’acido aspartico, la lisina, la metionina e il triptofano sono dosabili i n basse quantità. Per le ragioni su esposte, la dieta priva di glutine non è controproducente dal punto di vista nutrizionale per i celiaci A seconda del cereale di provenienza, le prolammine vengono dette: frumento avena mais orzo segale riso gliadine avenine zeine ordeine secaline orizine La farina di frumento ha il maggior contenuto in prolammine (circa 5 g/100), il riso di norma, ne ha quantità quasi inesistenti, sono queste sostanze a provocare le lesioni della mucosa intestinale nei pazienti con predisposizione alla malattia celiaca. Cereale Frumento Segale Avena Orzo Mais Riso Prolammine Gliadine Segaline Avenine Ordeine Zeine Orizine Percentuale 35% G-18-25% P 35% G-18-25% P 35% G 18-25% P Bassa G Alta A,L Bassa G Alta A,L +++ + Alta G Bassa P Non nota + No No Tossicità A= Alanina, G= Glutammina, L= Leucina, P= Prolina Ordeine Come detto in precedenza, il morbo celiaco è caratterizzato da intolleranza a specifici componenti proteici del frumento e, a livelli minori ma comunque significativi, dell’orzo e della segale, mentre il dibattito scientifico è ancora aperto riguardo alla possibile tossicità dell’avena. In realtà alcuni autori ritengono che la tossicità dell’orzo e della segale nei pazienti celiaci è da ridiscutere o è quanto meno atipica, in quanto i frammenti ottenuti da digestione peptica e triptica (PT) delle rispettive prolammine non sarebbero in grado di indurre la produzione di anticorpi anti-endomisio da parte del tessuto intestinale16. Tali anticorpi sono altamente specifici e diagnostici per la malattia celiaca e vengono prodotti quando il tessuto intestinale è trattato con PT di prolammine del frumento. La reattività degli anticorpi sviluppati nel siero di pazienti celiaci non mantenuti a dieta gluten-free è già stata estensivamente accertata in studi che risalgono alla seconda metà degli anni ‘80. In tali studi si ipotizza la presenza di epitopi antigenici, sia comuni che distinti rispetto a quelli accertati per le prolamine del frumento. In uno studio del 2003 è valutata l’omologia di sequenze epitopiche del frumento con sequenze amminoacidiche delle prolammine di altri cereali, quali l’orzo, la segale, e l’avena. I peptidi omologhi sono stati poi sintetizzati e sono state caratterizzate in vitro le proprietà stimolatorie verso le cellule T. Solo una delle sequenze peptiche del frumento a nota attività stimolatoria per le cellule T è identica a sequenze contenute in altri cereali. Tuttavia criteri di omologia meno stringenti hanno consentito di identificare 11 sequenze omologhe nelle ordeine, segaline e avenine in regioni proteiche simili a quelle delle proteine del glutine di frumento; sette di tali 11 peptidi sono stati riconosciuti da linee cellulari T (o loro cloni) di pazienti affetti da morbo celiaco. Il confronto fra sequenze che stimolano le cellule T e sequenze ad alto grado di omologia, che non sono in grado di stimolare la proliferazione delle cellule T, ha anche consentito di avere indicazione sugli amminoacidi chiave coinvolti nell’induzione della risposta immunitaria dei pazienti celiaci. Le sequenze interessate condividono i seguenti motivi comuni Pro-Ser-Gln-Gln e Gln-Gln-Gln-Pro. In effetti, queste stesse sequenze amminoacidiche tossiche erano già state ipotizzate in uno studio del 1995, in cui era stata accertata la risposta degli anticorpi di pazienti affetti da enteropatia sensibile al glutine e dermatite erpetiforme contro le prolammine di frumento, orzo, segale avena. Gli anticorpi monoclonali prodotti contro le prolammine del frumento, inoltre, riconoscevano le prolammine dell’orzo, della segale e dell’avena, ma non quelle del mais (immuno-crossreattività). La marcata immuno-cross-reattività delle prolamine degli altri cereali verso gli anticorpi contro le gliadine è stata imputata proprio alle sequenze riportate sopra, che sono quelle altamente conservate e ripetute per le diverse prolamine. Anche altre sequenze epitopiche possono tuttavia essere presenti. Ellis et al. nel 1994 hanno dimostrato la presenza nel malto d’orzo, che contiene un parziale idrolizzato di ordeine, di epitopi gliadin-like che inducono risposta autoimmune nei pazienti celiaci20. In questo caso è stato impiegato un anticorpo monoclonale prodotto utilizzando il peptide B3144, residuo 3-56 dell’a-gliadina proveniente da digestione triptica. Gli stessi autori nel 1990 riportavano valori di 1.5 mg di ordeine per pinta di birra (0.568 litri) con una quantificazione effettuata mediante test ELISA, condotti impiegando anticorpi policlonali21. Ammesso che tale quantificazione possa essere considerata affidabile, i valori di tolleranza resi noti nel Codex Alimentarius perché un alimento possa essere considerato gluten-free, sono difficilmente applicabili al caso di una bevanda quale la birra. La grande diversità delle birre commercializzate in tutti i paesi, europei e non, le notevoli differenze nelle tecnologie di produzione (in particolare la maltazione), le diverse c ultivar di orzo utilizzate per la produzione della bevanda, complicano notevolmente la possibilità di un monitoraggio comprensivo e rappresentativo di tutte le specie di birra prodotte in relazione alla questione della celiachia. In un recente studio si è esaminata la composizione ed il contenuto amminoacidico prima e dopo la bollitura del mosto di due varietà di orzo: Baudin e Guangmai. In seguito alla bollitura del mosto, si è evidenziato che il contenuto amminoacidico dell’orzo Baudin decresce, mentre quello Guangmai cambia debolmente; si è constatato poi che l’acido glutammico e la prolina sono gli amminoacidi più rappresentati in entrambe le cultivar. Tutto questo suggerisce la possibilità che le ordeine siano presenti nel mosto. Inoltre, le due varietà avevano livelli simili di tutti gli amminoacidi essenziali tranne la leucina e l’istamina. In aggiunta, si è notata una piccola differenza tra le due varietà di mosto relativamente al contenuto proteico e amminoacidico. 1.5. CONTENUTO PROTEICO DELLA BIRRA La birra contiene circa 500 mg/L di materiale proteico, includendo anche una varietà di polipeptidi con massa molecolare compresa tra 5 e 100 kDa. Questi polipeptidi, che, come detto in precedenza, derivano principalmente dalle proteine dell’orzo e in misura pressoché trascurabile dai lieviti, sono il prodotto delle modificazioni proteolitiche e chimiche che avvengono durante il processo di birrificazione. La frazione proteica ad alto peso molecolare della birra è rappresentata da due proteine presenti in quantità relativamente elevate, appartenenti alla frazione idrosolubile dell’endosperma dell’orzo, già ampiamente descritte, la Z4-barley protein e la non-specific Lipid Transfer Protein (ns-LTP) presente in due isoforme. La Z4 appartiene alla famiglia delle serpine e si ritiene sia un inibitore di serina proteasi; la ns-LTP è una piccola proteina ricca di cisteine impegnate in legami disolfuro intramolecolari. Le particolari caratteristiche strutturali conferiscono a queste proteine resistenza all’idrolisi enzimatica e stabilità termica e questo potrebbe essere all’origine della loro sopravvivenza nella birra. La presenza di queste due proteine nella birra è già stata ampiamente descritta e si ritiene che esse possano indurre fenomeni allergici IgE mediati, non correlati alla celiachia, in soggetti predisposti28. La frazione polipeptidica, invece, sicuramente più abbondante nella birra, è rappresentata da una complessa ed eterogenea serie di peptidi con masse molecolari inferiori a 6-7 kDa. Parte dei frammenti peptidici potrebbero derivare dall’idrolisi delle ordeine (proteine di riserva dell’orzo) con caratteristiche simili a quelle delle gliadine del frumento e conservare gli epitopi gliadin-like coinvolti nell’induzione della malattia celiaca. Possiamo supporre infatti, sulla base della loro nota solubilità, che frazioni prolamminiche, ordeine non frammentate, possono permanere nella birra solo in quantità trascurabili. La presenza nella birra di ordeine non idrolizzate è ancora da definire e solo di recente tracce di g3-ordeina sono state descritte utilizzando l’approccio proteomico classico basato su elettroforesi 2D e conseguente identificazione con MALDI-TOF e peptide mass mapping. L’importanza del materiale proteico nel determinare le caratteristiche di qualità del prodotto finito è stata riconosciuta da lungo tempo. In particolare si ritiene che i polipeptidi siano coinvolti sia nei meccanismi di intorbidimento sia nella stabilità della schiuma. Di particolare interesse è la simultanea presenza sia di gruppi idrofili che idrofobi nella stessa struttura molecolare, il che permette alle molecole di attraversare lo strato liquido tra le bolle e di interagire con il gas e con i gruppi idrofobi di altre molecole tra lo strato di bolle. In uno studio molto recente è stata messa in evidenza la relazione tra lo stadio di modificazione del malto (indice di Kolbach), fattore determinante per controllare la stabilità della schiuma, e la stabilità della schiuma stessa. In questo lavoro sono state analizzate tre frazioni di birra, derivanti da tre cultivar diverse di orzo, a diversi livelli di modificazione, mediante elettroforesi bidimensionale. Alcuni ritengono che una delle più importanti caratteristiche delle proteine che promuovono la formazione di schiuma sia la loro idrofobicità. E’ ben noto che le proteine LTP-1 e la Z4 sopravvivono nella birra per la loro resistenza ai trattamenti termici e per essere inibitrici di proteasi. Quindi Yoshihiro et al. hanno suggerito che le proteine stabilizzanti della schiuma siano delle proteine con caratteristiche molto simili alle proteine sopraccitate. Mediante spettrometria di massa MALDI TOF MS è stata identificata la proteina barley dimeric-amylase inhibitor (BDAI-I). Siccome dagli spot analizzati sono emerse stesse masse molecolari con differenti punti isoelettrici, si può ritenere che la BDAI-I subisca alcune modificazioni post-traslazionali, come la glicosilazione e la fosforazione e che possa essere associata ad una proteina idrofobica. Inoltre non si esclude il contributo delle proteine LTP-1 e Z4 alla stabilità della schiuma. Un'altra caratteristica che determina la qualità della birra è l’intorbidimento. Le cause dell’intorbidimento sono state attribuite all’interazione di proteine e alcuni polifenoli31. Un modo per ridurre questi effetti è rappresentato dall’utilizzo del gel di silice per allontanare questi polipeptidi. E’ importante sottolineare che questa rimozione è selettiva e quindi non vengono rimossi i polipeptidi che contribuiscono favorevolmente alla formazione della schiuma. In un lavoro di Leiprer et al del 2003, è stato dimostrato che la maggior parte dei polipeptidi nella birra sono glicosilati e che il gel di silice assorbe prevalentemente glicoproteine, particolarmente quelle proteine ricche di prolina. Il gel di silice ha una struttura estremamente porosa con un largo sviluppo superficiale. Questa faccia è coperta di gruppi silanolici (SiOH) che si legano alle proline presenti nei polipeptidi. Per molti anni è stato ritenuto che gli amminoacidi prolina e acido glutammico erano costituenti importanti dell’intorbidimento. Il gel di silice è in genere utilizzato nei processi tecnologici di produzione della birra per rimuovere le proteine idrofobiche ad alto contenuto di glutammina e prolina (>30%), coinvolte nella formazione di torbidità 33. Alcuni studi precedenti hanno attribuito alle ordeine un ruolo determinante nella stabilizzazione della schiuma e nel causare l’indesiderato intorbidimento 34. In uno studio svolto mediante SDS-PAGE seguito da spettrometria di massa e mirato all’ identificazione di proteine nella schiuma di birra, si scoprirono solo deboli quantità di proteine associate alle ordeine, mentre il maggior numero di polipeptidi era formato da albumine di orzo. Allo stesso modo, in una recente analisi proteomica dei polipeptidi che promuovon o la stabilità della schiuma da birre ottenute da cultivar di orzo Giapponese e del Nord America di Okada et al, non sono state identificate ordeine o loro frammenti proteolitici. Anche se è risaputo che la stabilizzazione della schiuma generalmente decresce man mano che la modificazione del malto aumenta e progredisce l’idrolisi proteolitica, un importante ruolo nella stabilizzazione della schiuma dovrebbe essere giocato anche da peptidi di piccola taglia molecolare e ricchi dell’amminoacido prolina Precursori Glucosio Glicolisi Glutammina Glutaminasi Ciclo di Krebs Α-ketoglutarato Glutammato Transaminasi Glutammato I meccanismi principali di sintesi del glutammato sono due: Transaminazione dell’a-chetoglutarato da parte dell’alanina aminotransferasi Deaminazione della glutammina a glutammato da parte della glutamminasi Il glutamato a sua volta può essere convertito a glutammina dalla glutammina sintetasi ----------------La glutammina è sostanza sinapticamente inattiva •La glutammina sintetasi è generalmente localizzata nelle cellule gliali •Le cellule gliali esprimono trasportatori per il glutammato •La glutamminasi è localizzata soprattutto nei terminali assonici Eccitotossicità e glutammato Con la denominazione di eccitotossicità si intende definire un evento di tossicità neuronale dovuta all’esposizione di concentrazioni elevate di acido glutammico o α-amminoglutarico con la seguente formula NH2 CH(COOH)(CH2 )2 COOH, presente in tutti i tessuti anche sotto forma di amminoacido libero ed è ben rappresentato nel cervello. L’acido glutammico è un aminoacido polare tra i più abbondanti in natura, il glutammato non è altro che il sale di sodio dell'acido glutammico ed è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del SNC. /////////////////////////////////////////////////////////// Il glutammato attraverso l’interazione con i recettori NMDA può determinare tossicità neuronale attraverso l’aumento delle concentrazioni di calcio intracellulare che determina un’alterazione della permeabilità membranaria mitocondriale e attraverso un pathway specifico induce apoptosi attraverso l’attivazione delle caspasi. L’ecitotosicità sembra essere coinvolta nelle malattie neurodegenerative come Parkinson , corea di Huntington e nelle forme ipossiche ove si è osservato un aumento dell’attività dei recettori del glutammato. Le eccitotossine contribuiscono all’infiammazione neurologica e sono le prime sostanze da eliminare dall’alimentazione del bambino, ai fini dell’equilibrio del rapporto tra glutammato e acido γ-amminobutirrico. Tra i neurotrasmettitori oltre alla Dopamina, Serotonina, Noradrenalina, Acetilcolina e GABA ritroviamo anche il glutammato importante per i processi di memorizzazione a breve e a lungo termine, se presente in elevate concentrazioni può essere tossico. E anche il principale neurotrasmettitore eccitatorio nel midollo spinale e negli organi sensoriali, infatti i terminali degli assoni rilasciano glutammato; nel cervello i recettori NMDA rivestono un ruolo importante in seguito alla stimolazione ambientale sull’organo in via di sviluppo, è inoltre responsabile delle modificazioni delle sinapsi coinvolte nei meccanismi di apprendimento, come già accennato sopra. Nei processi di memorizzazione è coinvolta anche l’acetilcolina, avremo modo di approfondire quando si parlerà dei neurotrasmettitori. La neurotrasmissione mediante glutammato è di tipo eccitatoria, quella mediante GABA è di tipo inibitoria ecco perché è importante il rapporto ben equilibrato tra i due neurotrasmettitori. Le eccitotossine sono sostanze che generalmente vengono aggiunte agli alimenti per esaltarne il gusto, appartengono a questa famiglia il glutammato monosodico, l’aspartato o l’acido aspartico, il glutammato e l’aspartame Le eccitotossine introdotte con gli alimenti contribuiscono ad aumentare i livelli di glutammato nel sangue e tale eccesso stimola i recettori nel cervello, nell’intestino, nel fegato e altri organi. Anche la barriera emato-encefalica ha dei recettori specifici per il glutammato. Le eccitotossine sono contenute in quasi tutti i prodotti industriali e quindi diventa difficile evit arle completamente, è importante però ridurne l’assunzione in modo da interrompere il processo infiammatorio che potrebbero aver innescato. Devono essere esclusi dall’alimentazione del bambino tutti i prodotti industriali e tutti quelli conteneti glutammato monosodico, aspartame, aspartato, estratto di lievito, proteine vegetali idrolizzate, sodio caseinato, calcio caseinato, estratto di soia, proteine della soia, malto d’orzo, sciroppo di mais, acido citrico, amido di mais e uova pastorizzate e farina di malto. E’ importante leggere l’etichetta dei prodotti che sono utilizzati nell’alimentazione del bambino al fine di ridurre il carico di eccitotossine. Il glutammato si trova in numerosi alimenti, soprattutto quelli proteici (carni, formaggi stagionati, alghe,cereali, legumi, soprattutto nelle proteine isolate della soia), nelle proteine vegetali idrolizzate, ma anche in cibi artefatti come il glutammato monosodico (M.S.G., il comune dado vegetale per brodi) contenuto in cibi surgelati, zuppe, piatti pronti, ecc. e nell’aspartame. Il dado vegetale usato in cucina per insaporire brodi o altre pietanze è glutammato puro al 100%; la totalità dei cibi industriali pronti, zuppe, surgelati sono aromatizzati da M.S.G. Tutte o quasi le bevande dietetiche in commercio contengono aspartame, quasi tutte le caramelle senza zucchero, molti integratori e farmaci. Il glutammato e i recettori Il glutammato o acido glutammico appartiene alla categoria degli amminoacidi non essenziali, è fondamentale per il metabolismo cellulare. Negli alimenti, l'acido glutammico può essere presente in due forme: legata ad altri aminoacidi che contribuisce alla costruzione delle proteine libera come singolo aminoacido, che però rappresenta una quota minima Un mix pericoloso è costituito da un basso livello di magnesio cellulare e un alto livello di eccitotossine, infatti con bassi livelli di magnesio plasmatico i recettori del glutammato diventano ipersensibili. Ciò che vale per il glutammato vale anche per l’aspartato rinvenibile nell’aspartame, contenuto in circa 6.000 prodotti alimentari. Il glutammato lo ritroviamo negli alimenti ad alto contenuto proteico quali carni, salumi, uova, pesce, verdure, cereali, formaggi stagionati, estratto di lievito, proteine vegetali idrolizzate, sodio caseinato, calcio caseinato, salse, cibi surgelati, prodotti da forno, piatti pronti, snack, maionese, ecc. Può essere presente anche nell’estratto di malto, brodo, condimenti e salse. È stato dimostrato che cellule, neuroni compresi, con qualche deficit fisiologico diventano ipersensibili agli effetti tossici del glutammato e delle altre eccitotossine; ciò è imputabile ai bassi livelli di magnesio e glucosio. È importante sottolineare che il magnesio è protettivo nei confronti delle eccitotossine. Alimenti privi di gusto se addizionato con glutammato monosodico diventa ottimo, in quanto i recettori presenti nella bocca si impregnano lo assorbono e il cervello viene ingannato. DA EVITARE: glutammato monosodico glutammato acido glutammico oli o grassi vegetali idrogenati proteine idrogenate gelatina caseinati di sodio o di calcio lievito aggiunto glutammato monopotassico certi oli di mais proteine di soia (o concentrato) isolato di proteine di soia proteine di grano (o concentrato) carragene enzimi proteine di latte (a volte fortificate) proteine di riso o d'avena estratti di malto brodo gelatina dadi basi per le zuppe gomma di guar aromi di malto aromi artificiali aromi naturali aromi naturali di maiale o pollo estratto di spezie proteine di frumento molti condimenti e spezie (che non sono solo sale, erbe o pepe, ma spesso anche prodotti chimic i) maltodestrina salsa di soia prodotti fermentati o rinforzati alle proteine acido citrico (o concentrato) sciroppo di mais aroma di caramello (colorante) Le etichette spesso non riportano il nome corretto degli “insaporitori” contenenti glutammato, ma solo sigle: - E620 _ Acido glutammico - E621 _ Glutammato monosodico (M.S.G.) - E622 _ Glutammato monopotassico - E623 _ Glutammato di calcio - E624 _ Glutammato monoammonico - E625 _ Di-glutammato di magnesio Si consiglia di evitare nei bambini la somministrazione di tutti i prodotti alimentari che contengono anche solo una di queste sigle. Edulcoranti che si trovano in alimenti e bevande identificati dalle sigle: da E950 a E 967, - E420 _ Sorbitolo - E421 _ Mannitolo - E950 _ Acesulfame K - E951 _ Aspartame - E952 _ Ciclamato - E953 _ Isomalto - E954 _ Saccarina - E967 _ Xilitolo - E965 _ Maltitolo Additivi totalmente composti da glutammato monosodico: - Glutammato monosodico (dado vegetale per brodi); - Proteine vegetali idrolizzate; - Proteine vegetali; - Proteine strutturate; - Farina di avena idrolizzata; - Sodio caseinato; - Calcio caseinato; - Estratto di lievito. Additivi che contengono M.S.G. sono: - Estratto di malto; - Aromi naturali; - Aromi naturali di manzo o pollo; - Aromi; - Brodi; - Carne; - Spezie; - Condimenti. Non contengono M.S.G.: - Enzimi; - Proteina concentrata di soia; - Proteina isolata di soia. Dalla tabella sopra riportata si evince che le “proteine isolate della soia” non contengono M.S.G (glutammato monosodico), ma la soia è il vegetale che contiene più glutammato! Alimenti (100 grammi di prodotto) e contenuto di Acido glutammico in ordine decrescente (espresso in grammi) Proteine isolate della soia 16.8 Polvere di albume 10.77 Grana 9.543 Parmigiano 8.696 Alga spirulina 8.386 Latte in polvere 7.572 Pecorino 7.302 Farina di soia 6.689 Polvere di uovo 6.19 Lievito di birra secco 5.651 Arachidi 5.39 Mandorle secche 5.373 Pomodori secchi 5.202 Mandorle 5.171 Noci secche 5.152 Burro d'arachidi 5.023 Arachidi tostate 4.949 Couscous 4.6 Pasta di semola 4.596 Tonno, cotto 4.464 Lenticchie 4.35 Tonno sott’olio, senza sale 4.349 Farina di frumento tipo O 4.198 Grissini 4.026 Germe di grano 3.995 Sesamo 3.955 Sgombro sott'olio 3.841 Pistacchi 3.819 Pesce spada, cotto 3.79 Crusca 3.748 Nocciole 3.71 Sardine sott’olio 3.674 Segale 3.661 Sgombro, cotto 3.559 Gambero 3.465 Ceci 3.375 Fagioli neri 3.294 Orzo decorticato 3.261 Fagioli secchi 3.195 Fette biscottate 3.192 Acciuga o alice 3.038 Pane di tipo 0 2.99 Cacao amaro 2.948 Pinoli secchi 2.926 Farina di orzo 2.741 Pane di segale 2.603 Orzo perlato 2.588 Funghi secchi 2.579 Biscotti prima colazione 2.567 Pane d'avena 2.413 Miglio 2.396 Pop corn 2.255 Soia 1.966 Farina di grano saraceno 1.948 Olive nere 1.919 Cioccolato fondente amaro 1.87 Noci pecan 1.829 Mais, giallo 1.768 Riso integrale, chicchi lunghi 1.618 Basilico essiccato 1.565 Quinoa 1.559 Uova di gallina - tuorlo 1.55 Ceci secchi bolliti 1.55 Farina di riso integrale 1.473 Fagioli secchi bolliti 1.447 Fagioli borlotti, lessi 1.424 Lenticchie, lesse 1.399 Fagioli freschi 1.381 Fagioli neri, lessi, non salati 1.351 Cioccolato al latte 1.316 Riso 1.268 Fagioli cannellini, lessi 1.259 Lievito di birra fresco 1.235 Fagioli cannellini, in scatola 1.21 Latte di pecora 1.019 È importante diminuire il carico di glutammato per bloccare un eventuale stato infiammatorio dei neuroni, ma soprattutto per bilanciare il livello di GABA che potrebbe essere penalizzato da quello eccessivo del glutammato, pertanto è fondamentale una alimentazione adeguata, che preveda una drastica diminuzione degli alimenti che contengono le eccitotossine. È stato osservato che alla base di molti sintomi dell’ASD c’è una disregolazione della trasmissione sinaptica glutaminergica, le eccitotossine ambientali e alimentari, il mercurio, il fluoro e l’alluminio possono aggravare il quadro clinico, oltre ad avere effetti negativi sul pathway di segnalazione cellulare. In molte patologie neurologiche e psichiatriche, tra le quali il Parkinson, l’Alzheimer, la malattia di Huntington, l’epilessia, il disturbo bipolare, la depressione maggiore e la schizofrenia è stata osservata, attraverso la spettroscopia con tecnica di Risonanza Magnetica (MRS), un alterazione dei livelli di glutammato in specifiche strutture anatomiche del cervello. Tale metodica è in grado di rilevare e quantificare i livelli cerebrali di glutammato, perché ha un suo specifico spettro di risposta agli impulsi di risonanza magnetica, si riesce ad estrapolare il livello di glutammato dal gruppo dei metaboliti del Glx. La parte che tratta la birra è tratta da:http://www.fedoa.unina.it/4138/1/Pepe.pdf