Il sistema bancario cinese è molto fragile per l’elevato peso dei Non Performing Loans, dovuti soprattutto alle pressioni politiche in favore delle imprese statali in difficoltà e alla scarsa attitudine commerciale Sono le banche il punto debole della Cina NUOVA ASIA di Stefano Chiarlone di molte banche. Il governo di Pechino sta ora cercando di correre ai ripari. Nel 2007, infatti, è previsto che anche il sistema bancario si apra agli investimenti stranieri e…. a trasformazione del sistema bancario cinese è iniziata nel 1978, quando venne abbandonata la struttura monopolistica con la creazione di quattro banche specializzate: la People's Bank of China, per l’industria e il commercio, la Bank of China, per le transazioni relative ai cambi internazionali, la China Construction Bank per l’investimento immobiliare e la Agricultural Bank of China. Nel 1984, fu creato un two-tier system, dividendo la politica monetaria dall’attività creditizia: fu costituita l'Industrial and Commercial Bank of China per rilevare il portafoglio della People’s Bank of China, che divenne una banca centrale pura. Nel 2003, in vista dell’apertura completa del sistema bancario agli investitori internazionali prevista dal 2007, fu creata la China Banking Regulatory Commission (CBRC) che assunse la responsabilità della vigilanza bancaria. Ormai la specializzazione funzionale delle quattro banche pubbliche (SOB) non è più attiva e ciascuna opera in un regime di formale concorrenza. Inoltre, in Cina operano 12 Joint Stock Commercial Banks (JSCB), di rilevanza nazionale, 112 City Commercial Banks (CCB), di rilievo comunale, molte cooperative di credito, trust and investment companies e società finanziarie. Inoltre, L 130 NUOVA ASIA _Il distretto finanziario Pudung, a Shangai. Sullo sfondo i grattacieli delle banche. La riforma del sistema finanziario è una delle priorità del governo cinese fogli bancari e rese le banche formalmente responsabili delle loro strutture di Profit and Losses. Nel 1998, la Banca Centrale abolì le limitazioni quantitative e applicò un più convenzionale meccanismo di requisiti di riserva, incoraggiando le SOB ad aprire più linee di credito ai consumatori e alle piccole e medie imprese per ridurre il peso delle imprese di Stato sui loro bilanci. Infine, nel 1999, costituì quattro asset-management companies per rilevare, a valore di libro, gli NPL originati prima del 1996 e cederli sul mercato a valori scontati. La debolezza dei ratio patrimoniali delle SOB ha costretto lo stato a ricapitalizzarle per riportare il capital adequacy ratio (CAR) sopra l’8% sia nel 1998 che nei primi anni di questo millennio. Nel 2003 ha iniettato 22,5 miliardi di dollari nella Bank of China e nella China Construction Bank, che per i loro migliori livelli di efficienza sono state scelte come le prime SOB sulle quali sperimentare un percorso di ristrutturazione Contrasto_Imagechina molte banche straniere sono autorizzate a compiere operazioni in Yuan nelle 13 città in cui questa possibilità è stata introdotta. Il sistema bancario cinese è molto fragile per l’elevato peso dei Non Performing Loans (NPL), dovuti soprattutto alle pressioni politiche verso l’erogazione di credito a imprese di Stato in difficoltà e alla scarsa attitudine commerciale di molte banche. Il governo ha tentato ripetutamente di ridurre queste fragilità. Nel 1994 ha costituito tre Policy Banks per liberare le SOB dal credito legato a motivazioni politiche: esse non erano autorizzate a raccogliere depositi, ma potevano detenere, a differenza delle SOB, partecipazioni azionarie. La Commercial Bank Law del 1995 stabilì ratio prudenziali per i porta- SONO LE BANCHE IL PUNTO DEBOLE DELLA CINA Inoltre, non stupisce che in un periodo nel quale gli impieghi sono cresciuti in doppia cifra, la quota degli NPL sul totale sia diminuita. Tuttavia, nel periodo considerato, il valore nominale degli NPL è aumentato del 10%. Inoltre, la situazione è eterogenea fra le differenti banche: a marzo 2005 la condizione peggiore riguarda le SOB (15%), che rappresentano oltre il 53% degli attivi bancari della Cina, mentre le JSCB (4,9%) e le CCB (11,5%) si trovano in condizioni migliori, sebbene non si avvicinino neppure lontanamente agli NPL delle banche straniere in Cina (1,2%). Finora, le SOB hanno potuto sopravvivere a questa fragilità perché l’elevato grado di risparmio della popolazione le rendeva particolarmente liquide, grazie alla mancanza di alternative praticabili per i depositi. Tuttavia, la crescente influenza delle JSCB e il fatto che alcune CCB stiano cercando di estendere la loro operatività riducendo la loro iniziale natura di banche locali (per questo motivo per esempio, la Contrasto_Imagechina(2) volte a trasformarle in società per azioni prima di un’eventuale quotazione. A queste misure hanno fatto seguito interventi sulla struttura organizzativa e ulteriori cessioni di NPL, nella prima metà del 2004, a prezzo di mercato. I CAR sono passati, rispettivamente, dal 7,0% all’8,6% e dal 7,6% al 9,4%, fra fine 2003 e fine 2004. Nel 2005 anche la Industrial and Commercial Bank of China ha ricevuto 15 miliardi di dollari di ricapitalizzazione, un valore inferiore nonostante le sue maggiori dimensioni, ed è stata approvata una riforma per la sua trasformazione in una società per azioni. È difficile valutare i risultati di tutte queste iniziative. Secondo la CBRC, gli NPL sono il 12,4% dei prestiti in essere a marzo 2005, in calo rispetto al 13,3% di metà 2004. Questi numeri suggeriscano un miglioramento, ma valgono molti caveat. In primo luogo, le stime degli NPL non includono gli special mention loans che a giugno del 2003, ultimo dato disponibile, erano circa l’11% del totale. NUOVA ASIA Beijing CCB ha modificato il suo nome in Bank of Beijing) potrebbe modificare questo scenario. Infine, l’apertura del mercato alle banche internazionali dal 2007 potrebbe sottrarre a quelle cinesi la clientela più prestigiosa. Sebbene queste iniezioni di concorrenza possano soltanto fare bene al sistema economico cinese, al governo non rimane altro che accelerare il percorso di riforma e indirizzarlo verso un aumento della cultura commerciale e della corporate governance per salvaguardare le banche domestiche. Il loro modello di relazione con le imprese, sinora, è una sorta di relationship banking troppo sensibile a meccanismi di conoscenza e di pressione politica. La conseguenza è che sebbene le _Uno sportello della Banca Centrale cinese e, qui sotto, alcune impiegate della China Construction Bank, nello Wenzhou società private e collettive generino circa la metà della produzione industriale e siano nettamente più efficienti e produttive, esse assorbono meno del 20% dei prestiti erogati. Questa discriminazione, che non aiuta l’evoluzione del sistema industriale e ha favorito l’alimentarsi di una bolla immobiliare, dipende da vari fattori. Fra quelli più rilevanti, vanno citati la pessima corporate governance di molte banche, l’assenza per le imprese private della garanzia pubblica (almeno implicita), la limitata trasparenza dei bilanci di molte imprese e il tetto che fino all’ottobre 2004 ha ridotto gli spread applicabili sui tassi di interesse, impedendo di prezzare adeguatamente il rischio. Un primo passo verso la modernizzazione del sistema bancario è stato, nell’ottobre 2004, l’eliminazione del tetto ai tassi di interesse. Un investimento è, infatti, vantaggioso per l’investitore se il tasso di rendimento atteso è superiore all’interesse richiesto dal finanziatore. In una situazione nella quale i tassi di interesse sono omogeneamente bassi risultano convenienti sia i progetti inefficienti, sia quelli eccessivamente rischiosi. Questa situazione ha favorito sia la nascita di una bolla speculativa in molti settori dell’economia cinese, sia la prosecuzione dell’attività di SOE non profittevoli. In altri contesti, a esse sarebbero stati applicati tassi di interesse più elevati in proporzione della loro elevata rischiosità e alcune sarebbero fallite. Infine, molte imprese private sarebbero state disposte a pagare un tasso più elevato di quello prevalente ma, ciò nonostante, non hanno potuto accedere al credito perchè le banche non potevano applicarlo e hanno preferito non finanziarle: si può parlare di razionamento del credito nonostante la forte crescita degli impieghi. Un altro passaggio rilevante è stato quello di concedere ad alcune banche di quotarsi in borsa per migliorare i meccanismi di corporate governance, come la Minsheng Bank, la Shanghai Pudong Development Bank e la Shenzhen Development Bank. Tuttavia, la borsa esercità un effetto benefico sulla corporate governance delle imprese solo se viene messa nelle condizioni di sanzionare la cattiva gestione con il cambio del controllo azionario. Queste novità non sono sufficienti a migliorare il funzionamento del sistema bancario cinese. La via maestra per perseguire questo obiettivo è aumentare la concorrenza, per spingere le banche meno efficienti a ristrutturarsi, e consentire alle banche più produttive di aumentare le loro quote di mercato. A questo fine, occorre sia ridurre le pressioni politiche sull’erogazione del credito, sia accentuare l’acquisizione di competenze bancarie di livello internazionale nella valutazione dei rischi e nella gestione della politica creditizia. Per la prima questione occorre garantire maggiore indipendenza alle banche tramite adeguati meccanismi di corporate governance e board indipendenti formalmente e di fatto dalle pressioni politiche. Per la seconda, l’ingresso di istituti finanziari stranieri nel sistema bancario cinese è uno snodo di importanza cruciale che riguarda sia le SOB, sia CCB e JSCB. Allo stesso tempo, per gli investitori stranieri potrebbe rappresentare un’opportunità per familiarizzare con il mercato cinese prima della liberalizzazione prevista per il 2007. Nel dicembre 2003, il tetto sul possesso di quote in banche domestiche è stato portato dal 15% al 20% 134 Contrasto_Imagechina(2) SONO LE BANCHE IL PUNTO DEBOLE DELLA CINA _Nella foto sopra Liu Mingkang, Presidente della China Banking Regulatory Commission. A destra John Bond, Presidente della HSBC, che ha investito 1,75 miliardi di dollari nella Communication Bank di Pechino per singolo azionista e al 25% totale per incoraggiare le banche straniere ad assumere posizioni strategiche, ma di minoranza, sia nelle SOB, sia nelle JSCB e nelle CCB. Recentemente il governo cinese ha mostrato un crescente interesse verso questa possibilità, sebbene i termini per l’accesso di operatori stranieri nel sistema finanziario rimangano onerosi e restrittivi. Bank of China e China Construction Bank hanno segnalato l’interesse di investitori stranieri a entrare nel loro capitale, per collaborare alle procedure di ristrutturazione. Investire nel capitale di una SOB comporta un investimento rilevante a fronte di una partecipazione azionaria limitata. Questa scelta potrebbe non garantire una adeguata capacità di influire sulle decisioni della banca partecipata, tuttavia consente di accedere a un network immenso ed è una forma di tutela da eventuali regolamentazioni discriminatorie nei confronti delle banche straniere. In alternativa, molte JSCB e CCB stanno cercando di attrarre investitori strategici esteri. Infatti, ogni operatore estero può sviluppare la propria rete molto lentamente e, tipicamente, inizia dai territori più impor- NUOVA ASIA QUOTA DEI PRESTITI NON ESIGIBILI DELLE MAGGIORI BANCHE CINESI SUL TOTALE DEI PRESTITI State Owned Banks Joint Stock Commercial Banks City Commercial Banks Rural Commercial Banks Foreign Banks 31.03.2005 15 4,9 11,5 6,1 1,2 30.06.2004 15,6 5,16 nd nd nd Fonte: China Banking Regulatory Commission QUOTA (%) DELLE VARIE TIPOLOGIE SUL TOTALE DEGLI ATTIVI BANCARI CINESI State Owned Banks Joint Stock Commercial Banks City Commercial Banks Altre 31.12.2004 53,7 14,9 5,4 26,0 31.12.2003 54,9 13,9 5,3 25,9 Fonte: China Banking Regulatory Commission TASSO DI CRESCITA DEGLI ATTIVI ANNO SU ANNO DEI PRINCIPALI OPERATORI BANCARI CINESI AL 31/12/2004 State Owned Banks Joint Stock Commercial Banks City Commercial Banks Altre Fonte: China Banking Regulatory Commission 31.12.2004 11,2 22,2 16,3 13,6 tanti dal punto di vista economico. Le banche locali di quelle zone corrono il rischio di perdere la migliore clientela se non sono in grado di adeguare i loro servizi a quelli delle banche estere. In questo caso, a esse rimangono due strade da percorrere. La prima è cercare di estendere la loro operatività al di là del territorio di riferimento (come alcune cercano di fare). La seconda è integrare operatori internazionali nel loro capitale. Questi ultimi, a loro volta, si garantiscono l’accesso al sistema bancario cinese con un investimento più limitato in istituti meno oberati da NPL ed evitano i maggiori costi di un investimento greenfield. Per esempio, la Newbridge Capital si è assicurata, con il 17,9% del capitale, il controllo della Shenzen Development Bank e la HSBC ha acquistato il 19,9% della Bank of Communication (quinta banca cinese) oltre ad avere una quota della Bank of Shanghai. Standard Chartered ha acquisito il 19,9% della Bohai Bank, la prima nuova JSCB aperta dal 1996 a oggi e dotata di una licenza nazionale, che consente di pianificare una crescita organica. Allo stesso tempo, è possibile, per ora, investire in più CCB creando, di fatto, delle reti di rilevanza più che locale. Per esempio, la Commonwealth Bank of Australia alla quota (11%) acquisita con un investimento estremamente limitato nell’ottava CCB cinese (Jinan CCB), sta abbinando l’acquisizione del 19,9% della quinta CCB cinese (Hangzhou CCB) situata in una zona di elevato sviluppo industriale. Tali operazioni e la modernizzazione che porteranno al sistema bancario cinese dovrebbero avere un impatto molto forte sulla concorrenza interna poiché una banca cinese, con costi di accesso ai depositi e del lavoro molto bassi, e competenze tecniche di istituzioni più avanzate avrà un forte vantaggio competitivo che spingerà le altre banche ad adeguarsi rapidamente per non soccombere. È probabile che l’interesse del governo alla ristrutturazione delle banche domestiche attraendo competenze di livello internazionale e quello di molti operatori ad accedere a un mercato vasto e dal potenziale molto elevato concorreranno ad accentuarne l’internazionalizzazione nei prossimi anni. Tuttavia, il percorso di destatalizzazione del sistema bancario cinese sarà comunque lungo perché il governo cinese farà di tutto per garantire la sopravvivenza e la competitività degli operatori domestici.