LE DISPLASIE
ARTICOLARI
Una piccola guida
per due grandi problemi del cane:
le displasie dell’anca
e del gomito
a cura di
Fondazione Salute Animale
(FSA) e Innovet
Chi è FSA
La Fondazione Salute Animale (FSA) è un’istituzione no profit,
creata nel 1992 da SCIVAC (Società Culturale Italiana
Veterinari Animali da Compagnia) per il controllo delle malattie
ereditarie del cane, e per la diffusione della medicina
preventiva nel settore degli animali da compagnia.
Oltre ad aver attivato assieme alla SOVI dei programmi per la
diagnosi delle oculopatie genetiche, la FSA ha organizzato
una Centrale di Lettura ufficiale per le displasie di anca
e di gomito nel cane accreditata dall’ENCI nel 2002.
A tutt’oggi, sono più di 700 i medici veterinari accreditati
ad eseguire nei modi richiesti gli esami radiografici di anca
e gomito, e ad inviarli alla Centrale di Lettura della FSA
per la certificazione ufficiale della displasia.
Chi è Innovet
Innovet, giovane “innovation company”, lavora in Medicina
Veterinaria con l’intento di trasferire la conoscenza
e l’innovazione, generate dalla ricerca scientifica, al mercato
della salute animale.
Lo scopo è di fornire al Medico Veterinario strumenti utili
e soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita
ed il benessere degli animali da affezione. Innovet si dedica
da anni allo studio ed alla ricerca nel settore delle malattie
osteoarticolari.
Grazie a questo forte impegno, Innovet ha acquisito
competenze d’eccellenza nella condroprotezione
per la gestione innovativa dell’artrosi nel cane e nel gatto.
La displasia dell’anca e la displasia del gomito sono due
delle malattie ortopediche che più frequentemente affliggono
il cane durante il delicato periodo dello sviluppo e che
condizionano poi tutta la sua vita.
Quelli della crescita sono, infatti, anni cruciali per il sistema
scheletrico di un cucciolo, specie se appartenente a razze
di taglia grande/gigante.
Diversi fattori - genetici, ambientali, traumatici e nutrizionali possono in particolare convergere su anca e gomito,
alterandone la corretta
conformazione,
ed avviando gravi
danni
degenerativi,
comunemente
noti con
il termine
di “artrosi”.
Questo opuscolo
rappresenta
un utile strumento rivolto
al proprietario, perché
conosca meglio
il problema “displasia”
e, soprattutto, perché
possa affrontarlo
in modo informato
e responsabile,
con la piena
collaborazione
di allevatori
e medici
veterinari.
Cosa sono le displasie dell’anca
e del gomito
Sono le più diffuse malattie
ortopediche su base ereditaria
che affliggono molte razze canine
femore
durante la crescita.
Possono essere causa di notevole
disagio per il proprietario e di grande
sofferenza per i soggetti colpiti,
limitandone pesantemente l’attività
e compromettendone gravemente
la qualità di vita.
La displasia dell’anca è una
malformazione di questa articolazione,
tale per cui, durante la crescita,
si crea un gioco articolare eccessivo:
la testa del femore non combacia
più perfettamente con la cavità
del bacino (cavità dell’acetabolo)
che naturalmente la ospita, si deforma
e l’acetabolo si appiattisce.
Anche la displasia del gomito
è una malformazione scheletrica
del periodo dello sviluppo, tale
per cui le tre ossa (radio, ulna
e omero) che compongono questa
articolazione crescono in modo
disarmonico tra loro, ed asincrono
in lunghezza.
Il risultato è la comparsa di diverse
condizioni patologiche, tutte
accompagnate da dolore, zoppia
e sviluppo di artrosi.
cavità
dell’acetabolo
testa del
femore
bacino
Anca normale
cavità
dell’acetabolo
appiattita
femore
testa del
femore
deformata
bacino
Displasia
Le razze più predisposte
Durante il loro sviluppo, praticamente tutti i cani possono
soffrire di displasia dell’anca o del gomito. Ma sono i cani
appartenenti a razze di media e grossa taglia (compresi
i meticci), che per il loro peso e statura
soffrono maggiormente a causa
di questi gravi distrurbi scheletrici.
Di seguito riportiamo l’elenco
delle razze maggiormente colpite
da queste due displasie articolari,
con il relativo tasso di prevalenza.
Bulldog
73,6
Dogue de Bordeaux
55,8
Mastino napoletano
48,3
San Bernardo
46,9
Cane Corso
40,1
Terranova
25,3
Rottweiler
20,4
Golden Retriever
20,0
Pastore Tedesco
19,1
Labrador Retriever
12,1
Tabella 1: prevalenza della displasia
dell’anca in alcune principali razze di cani
razza
displasia
del gomito
(%) *
Chow Chow
47,3
Rottweiler
40,7
Bovaro del Bernese
28,8
Terrier nero russo
27,5
Terranova
24,7
Dogue de Bordeaux
21,7
Bulldog americano
19,5
Pastore tedesco
19,4
Golden Retriever
11,4
Labrador Retriever
11,1
Tabella 2: prevalenza della displasia del gomito
in alcune principali razze di cani
* Fonte: OFA - Orthopedic Foundation for Animals - dicembre 2008 (www.offa.org)
Illustrazioni di Daniele Totaro
o
displasia
dell’anca
(%) *
razza
La causa è genetica
Le displasie si ereditano: si trasmettono cioè
dai genitori ai figli e a trasmetterle non sono
solo i cani visibilmente displasici, cioè malati.
Possono farlo anche genitori che,
pur essendo apparentemente sani,
sono in realtà portatori nel proprio DNA
di alcuni dei tantissimi (oltre 100) geni
per la displasia e, dunque, sono
potenzialmente in grado di trasmetterla
alle generazioni future.
I cuccioli appartenenti a razze
a rischio possono considerarsi esenti
(cioè liberi) da queste due malattie
scheletriche solo quando le loro articolazioni
sono normali e la displasia non si è
manifestata né in entrambi i genitori né in
tutta la loro parentela.
Per questo motivo, è fondamentale
che gli allevatori selezionino attentamente
i soggetti destinati alla riproduzione,
controllandone il profilo genetico e valutandone
attentamente il maggior numero possibile
di parenti e discendenti.
I fattori di rischio
La displasia dell’anca e la displasia del gomito
sono malattie cosiddette multifattoriali.
Alla predisposizione genetica possono cioè sommarsi
altri fattori, che aggravano l’espressione della malattia
displasica e/o ne accelerano il decorso.
L’alimentazione
Tra i fattori di rischio, un ruolo di primo piano
spetta all’alimentazione.
Per la displasia dell’anca, sono sotto accusa
in particolare le diete ipercaloriche
ed iperproteiche. Regimi dietetici di questo
genere provocano nei cuccioli, specie di taglia
grande e gigante, un incremento del peso
assai più rapido di quello previsto
dallo standard di razza e, nel contempo,
determinano un’accelerazione della crescita
ossea, non controbilanciata da uno sviluppo
proporzionale dei necessari supporti
muscolari e legamentosi.
Occhio al calcio
Nelle forme di displasia del gomito, il fattore nutrizionale
maggiormente sotto accusa è il calcio.
Diete eccessivamente arricchite con questo minerale
possono infatti interferire con la corretta trasformazione
e maturazione delle cartilagini in accrescimento e,
di conseguenza, ripercuotersi sulla crescita in lunghezza
delle ossa del gomito.
Altri fattori
Altri fattori che possono aggravare una displasia sono:
l’esercizio fisico esagerato, in soggetti ad esempio avviati
troppo precocemente ad intense attività agonistiche
o di lavoro; eventuali traumi, cui i cuccioli sono
particolarmente esposti per loro naturale vivacità;
possibili malattie ossee concomitanti.
L’artrosi: un’inevitabile
conseguenza
GENETICA
Displasia e artrosi sono
FATTORI
DI RISCHIO
tra loro profondamente legate.
Con l’andar del tempo
DISPLASIE
ed il continuo movimento,
la conformazione alterata
provoca, infatti, l’usura
dei sottili strati di tessuto
ARTROSI
- le cartilagini - che rivestono
e proteggono le facce ossee contrapposte
ontrapposte di queste
articolazioni. Ed è a causa dell’artrosi che accompagna
la displasia che il cane comincia ad avvertire dolore, riduce
la sua attività fisica, zoppica e fatica a muoversi.
Nell’anca sana,
la testa
del femore
è rivestita da
un cuscinetto
lubrificato
- la cartilagine che tiene separate le due ossa
dell’articolazione, consentendo
un movimento fluido, scorrevole
e privo di usura.
(Immagini tratte da: Mortellaro CM,
Petazzoni M, Vezzoni A, Atlante BOA.
Approccio ortopedico orientato alla
razza, 2008, Innovet editore, p. 17).
Nell’anca affetta
da grave
displasia,
la cartilagine
si usura, in certi
punti scompare,
così le ossa
strisciano direttamente una
sull’altra senza essere lubrificate,
e finiscono per consumarsi
e deformarsi.
Questo provoca dolore
e limitazione dei movimenti,
sintomi che possono
compromettere pesantemente
la qualità di vita del cane,
anche in giovane età.
Displasie: come riconoscerle
I primi segni di displasia dell’anca possono comparire
già all’età di 3-4 mesi.
Nelle forme più gravi, quando cioè le teste femorali
sono completamente disarticolate, i segni della malattia
possono manifestarsi ancor più precocemente.
La sintomatologia è subdola e molto variabile.
Il cucciolo può apparire semplicemente riluttante a muoversi,
a saltare, a salire in macchina o sulle scale, a giocare con
gli altri cani o a “fare le feste” stando in piedi sulle zampe
posteriori.
Tutte manifestazioni che, se sottovalutate o fraintese
come atteggiamenti da cucciolo “pigro”, e, dunque,
non trattate precocemente, sono destinate a peggiorare,
compromettendo gravemente la qualità di vita del nostro
amico a quattro zampe. A causa dell’artrosi che verrà
ad instaurarsi, il cane, sebbene ancora in giovane età,
sarà costretto a macchinose manovre per alzarsi o sdraiarsi
a terra. Inoltre, nel tentativo di limitare il dolore a carico
dell’articolazione, sposterà il peso sugli arti anteriori, oppure
utilizzerà entrambe le zampe posteriori durante la corsa,
con un’andatura detta “a salti di coniglio”.
Anche per la displasia del gomito i primi segnali d’allarme
possono comparire precocemente, a 4-5 mesi di età,
con zoppia, anche poco appariscente e saltuaria,
accompagnata talvolta da rotazione esterna delle zampe
e, magari, deviazione dei gomiti all’interno. Attenzione,
però, i cuccioli che zoppicano in maniera evidente sono
solo l’apice dei soggetti affetti da displasia del gomito.
Moltissimi cani possono presentarsi soltanto restii
al movimento, con andatura rigida, innaturale,
a piccoli passi: tutti segni che, purtroppo,
nascondono spesso una displasia bilaterale,
a carico cioè di entrambi i gomiti.
Cosa può fare il proprietario
Un proprietario informato e consapevole
è una pedina essenziale per prevenire
queste displasie e controllare l’artrosi
che ne deriva.
Per garantire al proprio amico a 4 zampe
una buona qualità di vita, è bene applicare
le seguenti regole.
1. Scegliere cuccioli figli di genitori esenti
Quando si decide di acquistare un cucciolo, specie
se appartenente ad una razza predisposta alla displasia,
è importante rivolgersi ad allevatori seri ed affidabili,
che utilizzino riproduttori esenti da tali malattie.
Per questo, FSA gestisce da tempo la Centrale di Lettura
per il controllo ufficiale delle displasie dell’anca e del
gomito del cane. Tale organismo valuta le radiografie
dei soggetti impiegati per la riproduzione, verifica i segni
radiografici delle due malattie ereditarie e rilascia
un apposito certificato, con valore ufficiale sul grado
della displasia o sulla sua assenza. Quando acquistiamo
un cucciolo è quindi importante richiedere all’allevatore
copia di tale certificato riferito ai genitori del nostro nuovo
cucciolo, anche
se non c’è mai la
certezza che tutti
i cuccioli che
hanno genitori
senza displasia
siano anch’essi
liberi da questa
malattia.
2. Favorire la diagnosi precoce
È opportuno sottoporre il cucciolo, specie se
appartenente ad una razza predisposta, ad una precoce
visita ortopedica specialistica, a partire dalle 14-16
settimane per tutte le razze, e dalle 16-18 settimane per
quelle giganti. Se necessario, è utile concordare con il
veterinario di fiducia un controllo radiografico.
3. Regolare l’alimentazione
I cuccioli a rischio devono essere alimentati con diete
appropriate, specificatamente formulate in base alla loro
taglia, all’età, e al tipo di vita che conducono.
In particolare, sono da evitare gli eccessi
energetici e le esagerate integrazioni in minerali
e vitamine. L’ipernutrizione, infatti, si rivela
un fattore di grave danno per le articolazioni
in crescita: sia perché il sovrappeso grava
esageratamente sulle giunzioni in sviluppo,
sia per gli squilibri di natura metabolica che
l’ipernutrizione può provocare, a discapito della corretta
trasformazione della cartilagine in osso.
4. Controllare l’esercizio fisico
Il livello ed il tipo di attività fisica devono essere adattati
su misura allo stato delle articolazioni del cane in crescita.
Cuccioli a “rischio displasia” dovrebbero evitare regimi
di allenamento o impegni agonistici e/o di lavoro troppo
intensi, in modo da ridurre l’uso eccessivo ed incontrollato
delle fragili articolazioni in crescita.
5. Prevenire l’artrosi
Prevenire l’artrosi è la chiave di un
approccio di successo ai soggetti
displasici. Spesso, infatti, poche
settimane o pochi mesi
di incongruenza articolare possono
portare l’artrosi a livelli tali
da invalidare
il successo
di interventi
chirurgici
di prevenzione,
e costringere a chirurgie
di salvataggio, spesso invasive e non sempre efficaci.
Per aiutare i cuccioli predisposti alla displasia a ridurre
il rischio di grave artrosi, sono utili i condroprotettori:
sostanze che, se somministrate con razionalità, tempestività
e costanza nei soggetti a rischio, consentono
di proteggere e rinforzare la cartilagine.
Così facendo, i condroprotettori aiutano a ridurre
lo sviluppo dell’artrosi, o, se già presente, a limitarne
i danni e a ritardare la comparsa di sintomi evidenti
(dolore, zoppia) ad essa correlati.
In ogni caso, sarà il veterinario di fiducia a stabilire
precisi protocolli di controllo dell’artrosi secondaria alla
displasia, basati ad esempio sulla combinazione
dei condroprotettori con il controllo dell’alimentazione
(e, dunque, del peso dell’animale), un’attività fisica
regolare e, se necessario, una chirurgia correttiva
di natura preventiva.
6. Seguire sempre
i consigli
del Veterinario
Diagnosticata
la malattia,
è necessario seguire
scrupolosamente
le indicazioni
del veterinario
di fiducia, che
adeguerà i piani
di terapia all’età
del cane ed alla
gravità dell’artrosi
di cui è portatore.
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