PARKINSON INFUSIONE DUODENALE DI LEVODOPA: CHIARITE AL BESTA DI MILANO LE CAUSE DEI DROPOUT 11 aprile 2015 Uno studio italiano “real life”, pubblicato online su Neurology, ha permesso di identificare le due cause principali che portano i pazienti affetti da malattia di Parkinson (PD) in stadio avanzato alla sospensione dell’infusione duodenale di levodopa (DLI) durante il primo anno dopo l’impianto del dispositivo. Queste conoscenze suggeriscono l’adozione di contromisure per prevenire tale eventualità, alla quale sono maggiormente a rischio i soggetti più anziani. La DLI è una pratica dapprima sviluppata negli USA e successivamente importata in Europa. «Questo trattamento richiede l’applicazione di un dispositivo infusionale attraverso una gastrostomia percutanea endoscopica (PEG) per raggiungere il duodeno. Solitamente l’infusione viene effettuata nelle ore diurne e interrotta di notte» ricordano gli autori, coordinati da Alberto Albanese, dell’Istituto di Neurologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e del reparto di Endoscopia Diagnostica e Chirurgia Endoscopica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. «Le linee guida europee accordano una raccomandazione di livello C al ricorso alla DLI per il trattamento di gravi fluttuazioni motorie, discinesie e discinesie bifasiche. Dati sul lungo termine indicano che circa il 31% dei pazienti in DLI sospendono la terapia e che il 17% muore entro un periodo mediano di 8 anni» proseguono gli autori. «Queste cifre inducono qualche preoccupazione, soprattutto perché le cause della discontinuazione e della morte nei pazienti in trattamento con DLI sono ancora poco note». Per questo motivo è stato condotto presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano uno studio “real-life” su pazienti con PD in terapia con DLI, valutandone le condizioni di salute fino al giugno del 2014. Sono stati inclusi tutti i pazienti con PD trattati con DLI (35 soggetti consecutivi di cui 15 uomini e 20 donne). I soggetti hanno ricevuto l’impianto DLI tra l’ottobre del 2007 e il settembre del 2013. In tutti i pazienti DLI è stata somministrata in monoterapia nelle ore diurne mentre di notte i pazienti hanno ricevuto levodopa a rilascio prolungato o un’integrazione con dopaminoagonisti. I partecipanti sono stati valutati al basale e dopo l’impianto di DLI a intervalli regolari. Sono state inoltre verificate le loro condizioni motorie e si è preso nota degli eventi avversi. Al termine dello studio, 21 pazienti (60%) erano ancora in trattamento e DLI ha fornito un efficace controllo motorio in tutti i pazienti. «La sospensione della terapia» affermano Albanese e collaboratori «è stata causata in modo più frequente da eventi avversi correlati al device o all’infusione. Dieci pazienti dei rimanenti 31 hanno sospeso DLI. Si sono rilevate 2 cause principali di discontinuazione: l’infezione dello stoma (in 4 pazienti) e un peggioramento delle discinesie non gestibile con una riduzione dell’infusione (in 3 pazienti)». «L’infezione dello stoma», che si verifica in media 3,3+/-3,5 mesi dopo l’impianto specificano gli autori «è un evento correlato al dispositivo connesso alla cura e all’igiene post-impianto. Un migliore training di pazienti e caregivers può portare a una riduzione di questo problema» specificano gli autori. «La seconda più frequente causa di sospensione sono le discinesie che compaiono in media 10,5+/-2,1 mesi dopo l’impianto. In passato il peggioramento delle discinesie era stato riferito come causa di sospensione senza specificare il tempo dell’accadimento. La nostra osservazione indica che alcuni pazienti con una stretta finestra terapeutica non raggiungono una fase on priva di discinesie nelle prime fasi postimpianto». Nella maggior parte degli arruolati, la cessazione del trattamento è avvenuta nel corso del primo anno dopo l’impianto. Inoltre, il rischio di discontinuazione è apparso correlato all’età al momento dell’impianto ma non ad altre variabili demografiche o cliniche. «Abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul primo anno dopo l’impianto e suggeriamo che il training di pazienti e caregivers e lievi cambiamenti dello schema infusionale possano ridurre il tasso di dropout. Potrebbero essere richiesti richiami programmati durante questo periodo. Inoltre, il riposizionamento del tubo infusionale dovrebbe essere eseguito in centri esperti in perfusione duodenale e specificamente ben preparati su DLI». Arturo Zenorini Calandrella D, Romito LM, Elia AE, et al. Causes of withdrawal of duodenal levodopa infusion in advanced Parkinson disease. Neurology, 2015 Mar 25.