Corso di Preparazione di Esperienze didattiche di Fisica: Laboratorio didattico in rete G. Rinaudo, D. Allasia e V. Montel - S.F.P. 2002-03 3. Archimede (http://www.iapht.unito.it/fsis/fsispre.html) Richiami e considerazioni teoriche Le attività che proporremo faranno riferimento principalmente ai concetti di volume, di peso e di forza e alle leggi dei fluidi. Tutti questi concetti saranno rivisti associati al fenomeno del galleggiamento, con lo scopo principale di offrire una occasione di approfondimento e di sperimentazione a "livello adulto" su alcuni aspetti della fisica delle forze nei fluidi. Il galleggiamento dipende dall'equilibrio tra la forza-peso, che è diretta verso il basso, e la spinta di Archimede, che è diretta verso l’alto: se la spinta è uguale in intensità alla forza-peso, il corpo galleggia, se è minore, il corpo risulta comunque essere soggetto a una forza diretta verso il basso minore della forza-peso, perché alla forza-peso si sottrae la spinta dell’acqua che è diretta verso l’alto. Nel caso del galleggiamento, la spinta gioca quindi un ruolo simile a quello che gioca la reazione del piano di appoggio nel caso dell'appoggio su una superficie solida; tuttavia, a differenza di quel che avviene per la reazione del piano di appoggio, per la spinta dell'acqua non è affatto intuitivo capire quale è il punto di applicazione. Si potrebbe pensare ingenuamente che è nel centro della superficie più bassa dell'oggetto, cioè vicino al fondo, invece coincide con il baricentro del liquido spostato e viene chiamato il “centro di spinta”. Un approfondimento importante riguarderà proprio l'equilibrio di forze nei fluidi, che abitualmente non si discute in modo diretto, dato che l'equilibrio di forze e il concetto di baricentro vengono affrontati solo con riferimento a situazioni in cui l'appoggio è rappresentato da un piano solido e non da un fluido. Vediamo in dettaglio che cosa succede quando un oggetto galleggia, cioè si "appoggia" su un fluido e non su un piano solido. Raramente il centro di spinta coincide con il baricentro dell’oggetto. L’ideale, per un galleggiamento stabile, è che il baricentro cada sotto il centro di spinta: un baricentro “basso” infatti è sempre indice di stabilità. Nella figura 1 ad esempio è mostrato un galleggiante con un carico pesante sul fondo: il baricentro B cade ben al di sotto del centro di spinta C e quindi, anche se il galleggiante viene inclinato leggermente (come nella figura di destra), torna alla posizione iniziale perché la coppia delle due forze tende a farlo ruotare in un senso tale da riallineare il baricentro B con il centro di spinta C. spinta C spinta B forza peso B C forza peso Figura 1 1 Se invece il baricentro è più in alto del centro di spinta, come in figura 2, un piccolo spostamento fa rovesciare del tutto il galleggiante. spinta CB forza peso C B Figura 2 I bambini e il galleggiamento A seconda dell’età dei bambini, le cose da guardare e i percorsi cognitivi da seguire sono diversi e partono da “molto lontano”, basandosi principalmente sulle esperienze personali del toccare e del manipolare. Questo approccio è possibile ed anche estremamente fertile di spunti e risultanze nei primi anni del bambino, quando cioè la curiosità e la spontaneità prevalgono. Alla scuola materna o con il I° ciclo si potranno allora sviscerare le esperienze connesse con le caratteristiche che rendono diversi gli oggetti che vengono immersi nell’acqua. Successivamente, a seconda dell’interesse e della maturità degli alunni, si potranno proporre riflessioni connesse al peso e al volume dei materiali presi in esame, sempre in riferimento alla loro immersione nell’acqua. Con i più grandi (II° ciclo), pur coinvolgendo situazioni per lo più già note dal gioco o dai livelli scolari precedenti, si potrà affrontare in modo più ampio la fenomenologia del galleggiamento, che è piuttosto complessa e ricca di possibilità di discussione e si presta ad essere affrontata con una metodologia didattica basata sul coinvolgimento e sull’interazione reciproca. Per tutti, il metodo di lavoro sarà maggiormente “centrato” sulle previsioni circa il comportamento di certi oggetti una volta immersi in acqua; dal confronto fra le previsioni e i risultati si passerà quindi a discutere sul perché alcuni corpi affondano mentre altri galleggiano nonché a identificare le variabili. Alla domanda “galleggia o affonda?” alcuni ragazzi hanno risposto1: ¾ Per me è chiaro che ci sono alcuni materiali che galleggiano e altri che affondano, come il ferro (→ variabile peso) ¾ Però…questo pezzo di legno affonda (→ variabile peso) ¾ Per forza..non vedi che ci sono piantati dentro sette chiodi? (→ variabile peso) ¾ Non c’entrano i materiali: affondano solo quelli più pesanti (→ variabile peso) ¾ Il legno galleggia perché c’è molta aria dentro…la pallina fatta di carta di alluminio galleggia perché c’è l’aria di mezzo che la alleggerisce… (→ variabile densità) ¾ Va bene! Quello che conta è il rapporto fra peso e volume… (→ variabile densità) 1 “Lavorare con i ragazzi sul galleggiamento” - Quaderno n°6 La Fisica Nella Scuola XXIX (1996) pag.57 2 Un progetto galleggiamento Attività sul galleggiamento destinate ai bambini della scuola materna ed elementare devono perciò essere: • coinvolgenti, porgendo cioè i concetti di peso e volume applicandoli a situazioni ¾ contingenti ¾ sperimentabili e ¾ di semplice attuazione individuale • contestuali, trasformando in chiave del vissuto i saperi disciplinari che si sono scelti sul tema. • ludiche, per non trascurare l’approccio più consono alla fascia d’età in questione Il percorso scelto permetterà così di: • manipolare materiali diversi, riconoscendoli al tatto e alla vista • denominare correttamente le proprietà dei materiali di sperimentazione • porsi domande e formulare ipotesi • mettere in atto opportune strategie per controllare la validità delle proprie previsioni • documentare le proprie esperienze nei modi consoni all’età (verbalmente, con un disegno o con un testo) Le situazioni che più si prestano a essere interpretate in chiave di galleggiamento possono essere2: ¾ con cosa giocate quando siete al mare? ¾ cosa vi portate nella vasca quando fate il bagno? ¾ cosa succede ai vostri giocattoli quando sono nell’acqua? Parallelamente, le attività che si potranno proporre saranno legate a : ¾ immergere nell’acqua gli oggetti proposti ¾ osservare cosa succede ¾ descrivere in modo via via più circostanziato ¾ tentare una “generalizzazione” di comportamento ¾ tentare una “classificazione” dei diversi materiali nei termini di: peso, forma…. Immaginando di avere scelto i seguenti temi: a) l’acqua e le cose b) il galleggiamento c) liquido su liquido d) le forme dei materiali questi permetteranno ai bambini di acquisire le seguenti competenze: mat./I°ciclo 2 II° ciclo/media a) - osservare - disegnare - osservare - fare previsioni e ricerche - rielaborare e commentare b) - osservare - riferire al sé (il gioco, le situazioni..) - disegnare - osservare - ricercare (libro, video..) - assemblare i risultati con immagini - discutere Logbook 1998/99 - Scuola Materna di San Giovanni –1o Circolo di Ivrea 3 c) - discutere e contestualizzare - riferire al particolare - discutere e contestualizzare - riferire al generale d) - osservare - distinguere corpi che affondano o galleggiano - giocare con i vari oggetti - realizzare barchette… - disegnare - osservare - fare previsioni - progettare prove di verifica - misurare - graficare - discutere Le strategie d’attacco saranno: mat./I°ciclo - rilevare comportamenti dei diversi oggetti - contestualizzare - ritornare all’esperienze vissute II° ciclo - proporre modalità di azione, di pianificazione e di uso dei risultati e, per tutti: - discutere in gruppo - registrare i dialoghi e gli interventi Obiettivi: I° ciclo - manipolare oggetti - classificare - fare previsioni - intuire relazioni II° ciclo - eseguire esperimenti - misurare - ordinare e classificare - raccogliere i dati in tabelle - fare ipotesi (caute!) - prevedere conseguenze - progettare esperimenti Materiali: - parallelepipedi di legno - monete - sbarrette - biglie di vetro - palline di pongo - ovetti kinder - tappi metallici - tappi di sughero (interi o “affettati”) - palloncino - chicchi di… - conchiglie - gusci di noci - ghiande - carta Come usarli: - da sole o come zavorre entro oggetti - riempiti con una, due…monete - come barchette - alla cui base incollare una, due..monete - gonfio, poco gonfio, sgonfio - come barchette - carta (alluminio) 4 Conduzione delle attività Materna, 1° ciclo, 2° ciclo ¾ Facciamo galleggiare o affondare le cose ¾ Distinguiamo quelle che galleggiano sempre ¾ Distinguiamo quelle che affondano sempre ¾ Poniamoci la domanda: “come mai le cose galleggiano o affondano?” ¾ Programmiamo esperimenti o un oggetto alla volta o un oggetto sopra l’altro 1° ciclo, 2° ciclo ¾ Facciamo intervenire: o peso o forma o forza dell’acqua o corpi che si inzuppano o corpi pieni d’acqua o oggetti lanciati ¾ Programmiamo esperimenti: o con un oggetto (o più) dentro l’altro o cambiando la forma o cambiando modo di immergere un oggetto 2° ciclo ¾ Programmiamo misure (per separare variabili): o volume acqua spostata (cilindro graduato) o peso oggetto ¾ Organizziamo tabelle/dati e, per i più maturi: ¾ Interpretiamo i risultati (relazione fra le variabili) ¾ Formuliamo la legge che regola il fenomeno Le attività Proponiamo tre attività: le prime due aiutano soprattutto a riflettere, a livello adulto, sulle grandezze in gioco (peso e volume) ma possono essere adattate facilmente a livello di scuola primaria, la terza invece affronta il tema dell’equilibrio di un corpo immerso: - le forze nell’acqua: si misura la forza-peso di un "pesce" di pongo in aria e in acqua usando un dinamometro tarato e si determina la spinta di Archimede dalla differenza delle due forze; - le boe: è sempre sull’osservazione e il confronto della forza – peso di oggetti immersi in acqua; - le barche: costruire una barca che galleggia è abbastanza facile, ma più difficile è costruirla in modo che galleggi stabilmente e non si rovesci al minimo spostamento del carico; l’attività aiuta a capire come fare. 5 Archimede (scheda sintetica per il “weblog” http://labscienze.splinder.it) Anche i bimbi della scuola materna o del I° ciclo sanno che gli oggetti si comportano in modo “diverso” quando vengono immersi nell’acqua e le caratteristiche dei fenomeni che succedono li interessano e li incuriosiscono. Facendo leva sulla curiosità e la spontaneità naturale si potranno proporre le prime attività, basandosi principalmente sulle esperienze personali del toccare e del manipolare. Successivamente, a seconda dell’interesse e della maturità degli alunni, si potranno proporre riflessioni connesse al peso e al volume dei materiali presi in esame, sempre in riferimento alla loro immersione nell’acqua. Con i più grandi (II° ciclo), pur coinvolgendo situazioni per lo più già note dal gioco o dai livelli scolari precedenti, si potrà affrontare in modo più ampio la fenomenologia del galleggiamento, che è piuttosto complessa e ricca di possibilità di discussione e si presta ad essere affrontata con una metodologia didattica basata sul coinvolgimento e sull’interazione reciproca. Lo scopo principale deve essere sempre di offrire stimoli per svolgere attività sostanzialmente di gioco o di gara, abituando i bambini a osservare, misurare e scoprire relazioni fra diverse grandezze fisiche. Proponiamo due attività che aiutano soprattutto a riflettere, a livello adulto, alle grandezze in gioco (peso e volume) ma che possono essere adattate facilmente a livello di scuola primaria: - le forze nell’acqua: si misura la forza-peso di un "pesce" di pongo in aria e in acqua usando un dinamometro tarato e si determina la spinta di Archimede dalla differenza delle due forze; - le boe: è sempre sull’osservazione e il confronto della forza – peso di oggetti in aria e immersi in acqua. Una descrizione più completa e suggerimenti di altre attività si trovano sul sito dell’università http://www.iapht.unito.it/fsis/fsispre.html. 6