EpiComNews n. 25 Notiziario a cura del Servizio Epidemiologia e Comunicazione Dipartimento Sanità Pubblica Febbraio 2012 La salute della popolazione straniera immigrata nell’Ausl di Cesena Nel nostro territorio l’immigrazione straniera è ormai un fenomeno in crescita; gli immigrati da Paesi poveri rappresentano, con le persone a basso livello socio-economico, uno dei gruppi più a rischio di incorrere in disuguaglianze di salute e di accesso ai servizi. Il presente lavoro ha l’intento di fornire una lettura dei bisogni e della domanda di salute della popolazione immigrata per contribuire ad orientare la programmazione sociale e sanitaria in un’ottica di sempre maggior equità. Il contesto Aspetti demografici Al 1/1/2011 gli stranieri residenti nei Comuni del territorio cesenate sono 20.781, pari al 10% della popolazione complessiva; la percentuale è in linea col dato regionale (11%), mentre è superiore a quello nazionale (7% al 1/1/2010). La presenza di immigrati è in crescita, con incrementi consistenti dal 2003 agli anni successivi. Gli stranieri residenti sono una popolazione giovane rispetto a quella locale, equamente distribuita per sesso e con una presenza di minori pari al 22% del totale degli immigrati. La popolazione straniera si ripartisce in maniera pressoché uguale nei due distretti: 10.753 stranieri nel distretto di Cesena-Valle Savio e 10.028 nel distretto Rubicone. Rispetto alla popolazione totale, la percentuale di stranieri è più alta nel distretto del Rubicone (11% rispetto al 9% del distretto Cesena-Valle Savio). I Comuni con percentuale più elevata di residenti stranieri sono Savignano sul Rubicone (14,7%), Gatteo (12,6%) e San Mauro (12,2%). Le comunità più numerose sono quella albanese con 3.955 persone (19%), seguita dalla marocchina con 3.079 (15%), dalla rumena con 2.708 (13%), dalla bulgara con 1.624 (8%) e dalla cinese con 1.101 (5%). Nel distretto di Cesena-Valle Savio prevalgono rumeni (14%), albanesi (12%) e marocchini (12%). Nel distretto del Rubicone è ancor più forte la presenza di albanesi (26%) e marocchini (18%), seguiti da rumeni (12%) e cinesi (9%), la cui presenza si concentra prevalentemente in questo distretto (79% dei cinesi residenti nel territorio cesenate). La maggior parte degli stranieri regolari (86%) ha espresso la scelta del Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera Scelta; la quota di stranieri che non hanno espresso questo diritto è però più alta rispetto agli italiani (14% rispetto al 5%). Alla popolazione regolare va aggiunta la popolazione straniera presente senza un regolare permesso di soggiorno che la Caritas italiana stima sia pari al 10% della popolazione regolare. Percentuale di popolazione straniera residente (1998-2011) 12 10 8 6 4 2 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Distretto Cesena-Valle Savio A usl Cesena Italia Distretto Rubico ne Emilia-Ro magna Fonte: Provincia Forlì-Cesena Percentuale di residenti stranieri per Comune al 31.12.2010 14,7 Savignano sul Rubicone 12,6 Gatteo 12,2 San Mauro Pascoli 11,7 Gambettola 10,5 Mercato Saraceno 10,1 Sogliano al Rubicone 10,1 Roncofreddo 9,3 Cesena 9,2 Cesenatico 7,7 Sarsina Longiano 7,5 Montiano 7,4 Bagno di Romagna 7,2 Borghi 7,1 Verghereto 5,6 Fonte: Provincia Forlì-Cesena 1 Agli stranieri temporaneamente presenti (STP) sul territorio viene garantito l’accesso alle cure urgenti o essenziali e agli interventi di medicina preventiva presso le strutture del SSN (come previsto dalla legge 286/1998). STP in carico e nuovi iscritti. Ausl Cesena (2000-2011) 1200 1001 1000 731 800 600 400 200 511 361 361 736 724 500 2001 263 307 2002 509 396 264 626 414 455 0 2000 666 577 2003 2004 nuovi iscritti 2005 2006 275 200 141 2007 2008 2009 187 79 95 2010 2011 soggetti in carico Fonte: Anagrafe Sanitaria Nel 2011 gli stranieri temporaneamente presenti iscritti nell’anagrafe sanitaria STP (cioè quelli che hanno avuto un contatto con le strutture sanitarie) sono stati 187, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. L’età media degli STP è di 33 anni; il 63% è nella fascia di età 20-44 anni e i minori costituiscono il 12%. Le nazionalità più frequenti sono Albania (16%), Marocco (11%), Senegal (10%). A partire dal 2008 è previsto il rilascio del codice ENI – Europei Non Iscritti – che permette di fornire assistenza sanitaria anche ai cittadini comunitari che soggiornano in Italia da oltre tre mesi e che risultano privi di copertura sanitaria o che si trovano nelle condizioni di non poter richiedere l’iscrizione al SSN o disporre della tessera TEAM o del documento sostitutivo. A livello locale i numeri relativi a tali codici sono ancora bassi: nel 2011 hanno avuto una tessera ENI valida 29 persone (15 rumeni, 13 bulgari e 1 polacco). Condizioni socio-economiche Nell’ultimo periodo anche nella Provincia di ForlìCesena il mercato del lavoro ha fatto rilevare un andamento contrassegnato da spiccati elementi di difficoltà (fonte: Camera di Commercio di Forlì-Cesena). Nel comune di Cesena nel 2010-11 le domande presentate da stranieri sono state 666, rispetto alle 483 del 2009 (+38%) e rappresentano il 43% delle domande totali (quota in calo rispetto al bando precedente). Nel 2010 il tasso di occupazione complessivo (15-64 anni) è risultato pari al 68,8% in linea col dato regionale (67,5%) e superiore a quello nazionale (56,9%). Il sistema considera “occupate” anche le persone in cassa integrazione, aumentate nel periodo considerato. Le condizioni di deprivazione materiale1 (ISTAT) riguardano circa un terzo delle famiglie con stranieri (35%) rispetto al 14% delle famiglie composte solamente da italiani. Il divario è più rilevante nelle regioni del Nord e del Centro. Quasi un quarto delle famiglie con stranieri (23%) si è trovato in arretrato almeno una volta negli ultimi 12 mesi con il pagamento delle bollette, contro l’8% delle famiglie italiane. Tra le famiglie che vivono in affitto, oltre un quarto (26%) ha dichiarato di essere stata in arretrato con il pagamento del canone (rispetto all’11% di quelle italiane). Inoltre, le famiglie con stranieri si trovano più spesso in difficoltà nel far fronte alle spese quotidiane necessarie e nell’incapacità di far fronte a spese impreviste di importo pari a 750 euro (65%, rispetto a 31%). Il tasso di occupazione degli stranieri è pari al 63,7%, stabile rispetto al 2009. Il tasso di disoccupazione a livello provinciale è risultato pari al 6%, più elevato del valore regionale (5,6%) e inferiore a quello nazionale (8,3%); il dato è pressoché costante rispetto al 2009. Il tasso di disoccupazione degli stranieri è complessivamente diminuito (9,8% nel 2010 rispetto al 10,6% nel 2009), con differenze fra uomini (da 9,9% a 8,1%) e donne (da 11,5% a 12,2%). Un’indagine nazionale condotta nel 2009 (ISTAT) ha evidenziato come le famiglie con stranieri si trovano più spesso rispetto a quelle italiane, in condizioni di grave deprivazione abitativa, ovvero in una condizione di sovraffollamento unita ad almeno un altro grave problema abitativo quali: assenza di bagno interno o vasca da bagno o doccia; tetti, soffitti, finestre o pavimenti danneggiati; presenza di umidità; scarsa luminosità (nel 13% dei casi contro il 5% degli italiani). Solo il 23% delle famiglie con stranieri vive in abitazioni di proprietà, rispetto al 72% delle famiglie italiane. Nel biennio 2009-10 nel territorio dell’Ausl di Cesena le domande per l’inserimento nelle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) sono state 1.260. In Emilia Romagna (PASSI 2007-10) la percentuale di stranieri che ha dichiarato di avere difficoltà economiche è significativamente superiore a quella degli italiani. Il 27% degli stranieri ha riferito di avere molte difficoltà economiche (9% negli italiani), il 45% qualche difficoltà (34% negli italiani) e il 29% nessuna difficoltà (57% negli italiani). 1 L’indicatore sintetico di deprivazione materiale è rappresentato dalla quota di famiglie che presentano almeno tre deprivazioni tra le seguenti: 1) non riuscire a sostenere spese impreviste di 750 euro; 2) non potersi permettere una settimana di vacanza l’anno; 3) trovarsi in arretrato sui pagamenti; 4) non potersi permettere un pasto adeguato (almeno ogni due giorni; 5) non potersi permettere di riscaldare adeguatamente l’abitazione; non potersi permettere: 6) lavatrice, 7) tv a colori, 8) telefono, 9) automobile 2 La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi Accessi al Pronto Soccorso Nel 2010 sono stati registrati 9.570 accessi di cittadini stranieri (residenti e non) presso il Pronto Soccorso dell’Ausl di Cesena, pari al 10% del totale; gli accessi sono costanti rispetto all’anno precedente ed equamente distribuiti tra i due sessi. Considerando solo i residenti compresi nelle classi di età 0-64 anni, nell’Ausl di Cesena si registrano 379 accessi ogni 1.000 residenti stranieri rispetto ai 278 degli italiani. Gli stranieri accedono pertanto al Pronto Soccorso in misura maggiore rispetto agli italiani: +17% gli uomini, +33% le donne. Le ragioni di questo maggior utilizzo del Pronto Soccorso possono verosimilmente essere legate ad una sua maggiore accessibilità, ad una scarsa conoscenza dei servizi di base e delle loro modalità di fruizione. L’analisi dei diversi codici assegnati in uscita (indicatori di un utilizzo più o meno appropriato del Pronto Soccorso) non mostrano differenze tra italiani e stranieri: in entrambi prevale un utilizzo del Pronto Soccorso per problemi non sempre urgenti. La diagnosi generica di “malattia” rappresenta per gli stranieri la causa principale di accesso al Pronto Soccorso (56%), seguita da traumi accidentali (15%), infortuni sul lavoro (11%) e incidenti stradali (4%). Tassi standardizzati di accesso al Pronto Soccorso per 1.000 residenti di età minore di 65 anni. Ausl di Cesena 2007-2010 450 400 350 300 250 200 150 100 2007 2008 2009 2010 Donne italiane Uomini italiani Donne straniere Uomini stranieri Fonte: Data base Pronto Soccorso Pronto Soccorso Codice in uscita (residenti di età minore di 65 anni). Ausl di Cesena anno 2010 Stranieri Codice uscita bianco verde giallo rosso Altro Totale Italiani Totale N % N % N 1.710 5.046 400 14 419 22,5 66,5 5,3 0,2 5,5 7.358 28.192 2.826 145 1.591 18,3 70,3 7,0 0,4 4,0 9.068 33.238 3.226 159 2.010 7.589 100,0 40.112 100,0 47.701 bianco = non urgente, verde=urgenza minore, giallo =urgente, rosso= emergenza Fonte: Data base Pronto Soccorso Ricoveri ospedalieri Nel 2010 i ricoveri ospedalieri di cittadini stranieri residenti nell’Ausl di Cesena sono stati 2.390, pari al 7% del totale dei ricoveri, in linea col dato regionale. La popolazione straniera registra una maggior percentuale di ricoveri ordinari in urgenza (66% negli stranieri residenti rispetto al 49% negli italiani). Il tasso di ricovero ordinario per tutte le età è pari a 90 ricoveri all’anno ogni 1.000 stranieri residenti, minore rispetto al tasso degli italiani (131 ogni 1.000 italiani residenti) e in linea col dato regionale. Considerando solo la fascia 0-64 anni, il rischio di ricovero2 è più elevato nelle donne straniere rispetto alle italiane (+10%), mentre è più basso negli uomini stranieri rispetto agli italiani (-23%). L’andamento del tasso è in diminuzione in particolare per le donne straniere. Tasso grezzo di ricovero ordinario (residenti, tutte le età) per 1.000 abitanti Ausl di Cesena 2010 tassi grezzi italiani stranieri EmiliaRomagna* Italia* 131 90 127 90 126 84 *2009 Fonte: Schede di dimissione ospedaliera Tassi standardizzati di ricovero ordinario per 1.000 abitanti (residenti 0-64 anni) Ausl di Cesena 2007-2010 140 120 100 80 60 40 2007 2 Ausl Cesena 2008 2009 2010 Donne italiane Uomini italiani Donne straniere Uomini stranieri Rischio di ricovero = tasso standardizzato di ospedalizzazione degli stranieri / tasso standardizzato di ospedalizzazione degli italiani. 3 200 150 100 50 -6 4 -5 9 60 -5 4 55 -4 9 50 -4 4 45 -3 9 40 -3 4 35 -2 9 30 -2 4 25 -1 9 20 10 -1 4 0 15 Riguardo alle nazionalità prevalgono Albania e Marocco (40% dei ricoveri), Romania (10%) e Bulgaria (8%). 250 04 Tra le patologie più frequenti negli uomini stranieri si individuano le malattie dell’apparato respiratorio, i traumatismi e le patologie dell’apparato digerente. I ricoveri per tumori e malattie cardiocircolatorie sono più rilevanti fra gli italiani. Tassi età specifici di ricoveri ordinari (residenti di età minore di 65 anni) per 1.000 abitanti Ausl Cesena Anno 2010 59 I tassi di ricovero più elevati si registrano nelle donne straniere in età fertile (15-49 anni), principalmente per motivi connessi alla sfera riproduttiva e alla gravidanza, e nei bambini di 0-4 anni. Donne italiane Uomini italiani Donne straniere Uomini stranieri Fonte: Schede di dimissione ospedaliera Principali cause di ricovero per gli UOMINI in percentuale. Ausl Cesena 2010 M. apparato respiratorio Principali cause di ricovero per le DONNE in percentuale Ausl Cesena 2010 Complicazioni gravidanza, parto e puerperio M. apparato digerente M. apparato genito urinario Traumatismi e avvelenamenti M. apparato respiratorio M. del sistema circolatorio Malattie infettive e parassitarie M. apparato digerente M. sistema osteomuscolare e del tessuto connetivo Tumori 60 0 10 20 Stranieri Fonte: Schede di dimissione ospedaliera 50 60 straniere Numero di ricoveri e relativi importi di ricoveri di STP. Ausl Cesena 2000-2010 350 700 625 570 200 600 500 250 407 428 346 150 100 367 345 116 133 107 200 97 50 90 57 N. ricoveri Fonte: Schede di dimissione ospedaliera 10 20 09 20 07 20 06 20 05 20 04 20 00 100 0 0 20 400 300 171 132 123 290 264 180 150 500 420 Importi migliaia di € 300 03 STP, come sono per il Le cause più frequenti di ricovero concernono l’apparato riproduttivo (14%), di queste 6 per Interruzioni Volontarie di gravidanza (IVG) e 2 parti; disturbi dell'apparato respiratorio (11%) e disturbi mentali (11%). 4 40 Fonte: Schede di dimissione ospedaliera 20 Nel 2010 si sono registrati 57 ricoveri di corrispondenti a un importo di 290 mila euro; previsto dalle norme di legge, questi importi imputabili per il 73% alla Prefettura (urgenze) e 27% alle risorse Regionali (minori, psichiatria). 30 italiane 08 50 20 40 02 italiani 30 01 20 20 10 20 0 Salute materna e infantile La salute materna e infantile è uno degli ambiti prioritari di intervento per ridurre le disuguaglianze in salute in un’ottica di lungo periodo. Interventi rivolti alla salute prenatale e pediatrica consentono infatti di intervenire sulle fondamenta della salute lungo tutto l’arco della vita dell’individuo rappresentando quindi importanti investimenti per il futuro dei singoli e della collettività. La gravidanza Il contributo delle donne straniere alla ripresa della natalità è rilevante: nel 2010 i parti di donne straniere sono stati 456, circa un quarto (24%) dei 1.902 parti avvenuti nell’Ausl di Cesena. Le partorienti straniere si confermano mediamente più giovani rispetto alle italiane: circa il 60% delle straniere ha meno di 30 anni, rispetto al 25% delle italiane. Il tasso medio di parti per 1.000 donne in età feconda è risultato pari a 74 per le donne straniere rispetto al 35 per le italiane. Le donne straniere presentano inoltre un tasso di aborti spontanei doppio rispetto a quello delle italiane (2 vs 4 per 1.000). Tassi età specifici di parto per 1.000 donne in età feconda (15-49 anni). Ausl Cesena 2009 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 Italiane 40-44 45-49 straniere Fonte: Schede di dimissione ospedaliera Un’assistenza prenatale non adeguata favorisce un rischio più elevato di complicanze e di patologia neonatale; per valutare questa condizione sono stati esaminati alcuni indicatori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come predittivi di rischio per la salute materna e fetale. La percentuale di donne che effettuano la prima visita in gravidanza dopo l’undicesima settimana è più alta tra le donne straniere (22%) rispetto alle italiane (6%). Elaborazioni condotte a livello regionale evidenziano nelle donne con cittadinanza straniera un più alto rischio di parto pretermine rispetto alle italiane e di neonati con peso alla nascita molto basso (< 1500 gr.). Viceversa per le cittadine straniere è presente un minore ricorso al parto cesareo (a prescindere dall’età della madre), con differenze in base al Paese di provenienza della madre. Nel corso della gravidanza le donne straniere si rivolgono in larga parte ai servizi pubblici (83%), mentre le italiane a ginecologi privati (75%). Uno studio condotto nel 2010 dall’Ausl di Cesena oltre a confermare questi dati di letteratura, mostra che le donne straniere rispetto alle italiane: • presentano tassi più elevati di gravidanza nelle minorenni (5 rispetto a 7 per 1.000 donne di 1517anni), ma queste ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza molto meno rispetto alle coetanee italiane (30% rispetto a 77%) • partecipano in minor misura ai corsi in preparazione al parto (21% rispetto a 67%) rispetto alle primipare italiane • fumano meno in gravidanza rispetto alle italiane (3% rispetto a 8%) • allattano di più al seno (al 5° mese: 81% rispetto a 63%) più difficilmente tornano al lavoro dopo la nascita di un figlio (a 2 anni: 28% rispetto a 69%), probabilmente per carenza di una rete parentale di sostegno nella cura del bambino. • Le Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG) Nel 2010 a livello nazionale e regionale il tasso di IVG è risultato in calo rispetto all’anno precedente. L’integrazione, la stabilizzazione e la migliore conoscenza dell’offerta di servizi sembrano essere elementi che hanno operato a favore di una diminuzione dell’evento. Nel 2010 nell’Ausl di Cesena si sono registrate 341 IVG, di cui 128 in donne straniere con un tasso di abortività (numero di IVG per 1.000 donne di 15-49 anni) pari a 18 rispetto a 5 per 1.000 delle italiane; in Emilia-Romagna sono rispettivamente 24 e 6.4 per 1.000. I tassi delle straniere pur essendo più elevati sono in forte diminuzione. Tra le donne che ricorrono all’IVG prevalgono quelle con scolarità bassa: 88% nelle italiane e 94% nelle straniere. Le minorenni sono il 3% tra le italiane e l’1% tra le straniere. Le donne si rivolgono prevalentemente al consultorio pubblico (49% delle italiane vs 77% delle straniere) e al ginecologo privato (39% italiane verso 22% straniere). Circa la metà delle donne straniere ha già avuto una precedente IVG rispetto al 20% delle italiane. Tassi di ricorso a Interruzione volontaria di gravidanza Ausl Cesena 2005-2010 35 30 25 20 15 10 5 0 2005 2006 2007 2008 italiane 2009 2010 straniere Fonte: Schede di dimissione ospedaliera 5 Gli Screening I dati regionali e nazionali (Sistema di Sorveglianza PASSI 2007-09)3 segnalano un’adesione agli screening più bassa per le donne straniere rispetto alle italiane. In Emilia-Romagna: • il 70% delle donne straniere di 25-49 anni ha riferito di aver eseguito un Pap-Test preventivo negli ultimi tre anni (87% delle italiane) • il 62% delle straniere di 50-69 anni ha riferito di aver eseguito una mammografia preventiva negli ultimi 2 anni (84% delle italiane). Al fine di incrementare l’adesione allo screening della cervice uterina nel territorio cesenate è stato sperimentato un intervento che prevede incontri informativi e telefonate dei mediatori culturali alle donne straniere che non hanno risposto all’invito. Il risultato raggiunto è decisamente incoraggiante: la percentuale di adesione delle donne straniere è passata da 32% nel biennio 2007-08 al 49% nel 2009-10. questo dato conferma la crescente adesione da parte delle donne straniere se adeguatamente informate. I bambini In letteratura sono segnalati maggiori rischi per la salute dei bambini figli di genitori stranieri. Nell’Ausl di Cesena nel 2010 tra i minori di 0-14 anni di età si sono registrati 1.738 ricoveri di cui il 17% ha riguardato bambini stranieri: i minori stranieri presentano un tasso di ricovero più elevato (74 ogni 1.000 bambini) rispetto ai coetanei italiani (59 per 1.000). Per i figli di genitori stranieri le principali cause di ricovero sono “Malattie dell’apparato respiratorio” e “Malattie infettive ” che riconoscono tra i fattori di rischio condizioni di svantaggio sociale ma anche diverse modalità di accesso ai servizi. Tasso di ospedalizzazione per le principali patologie. Minori 0-14 anni. Ausl Cesena 2010 M. apparato respiratorio Malattie infettive e parassitarie Sintomi, segni, e stati morbosi mal definiti Traumatismi e avvelenamenti Malformazioni congenite • accedono al Pronto Soccorso più spesso degli italiani, in particolare nel primo anno di vita (1.165 accessi per 1.000 bambini stranieri rispetto 725 per gli italiani) 0 5 stranieri 10 15 20 italiani Fonte: Schede di dimissione ospedaliera • presentano carie più spesso degli italiani (a 11 anni: 44% rispetto al 16%). Malattie Infettive Le malattie infettive non sono particolarmente frequenti fra gli immigrati; le più diffuse (varicella, scarlattina) non mostrano né un incremento dell’incidenza né sensibili differenze con la popolazione italiana; alcune particolari patologie infettive (tubercolosi, malaria, HIV) meritano comunque una riflessione. La Tubercolosi (TB) è una malattia spesso associata a condizioni socio-economiche precarie e scadenti condizioni igieniche. In Italia è caratterizzata da una bassa incidenza (meno di 10 casi per 100mila abitanti) e colpisce maggiormente gli immigrati e gli anziani, si segnala un aumento della proporzione di casi in cittadini non italiani (45% nel 2008). È più frequente tra gli irregolari o tra gli stranieri di più recente immigrazione per i quali rappresenta 3 per lo più la riacutizzazione di un’infezione contratta nel Paese d’origine. Nel 2010 nell’Ausl di Cesena i nuovi casi di TB polmonare ed extrapolmonare sono stati 15, 10 dei quali occorsi a stranieri; negli anni 2006-2010 si è registrato un tasso di incidenza pari a 6 per 100mila abitanti nettamente inferiore alla media nazionale (10 per 100mila). Nell’Ausl di Cesena nel 2010 sono stati notificati 5 casi di Malaria tutti occorsi a soggetti di recente immigrazione provenienti da aree endemiche o di ritorno dai paesi di origine senza aver fatto la profilassi raccomandata. La popolazione immigrata pare essere più esposta all’infezione da virus HIV poiché soggetta a numerosi fattori di rischio: provenienza da Paesi ad alta endemia, emarginazione sociale, barriere linguistiche culturali e socio-economiche. PASSI (Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) 6 Il tasso di incidenza di nuove diagnosi da HIV 2010) in Emilia-Romagna è risultato pari 100mila abitanti (31 negli stranieri rispetto al italiani). L’andamento del tasso di incidenza (20069 per 7 degli per gli Tassi di incidenza di nuove diagnosi da HIV (per 100mila abitanti). Emilia-Romagna 2006-2009. stranieri è più elevato, anche se tende a decrescere negli anni. Tra gli stranieri il contagio avviene in genere per rapporti eterosessuali (75%), bassa la proporzione di diagnosi correlate all’uso di droghe iniettive e a rapporti omo-bisessuali. Gli stranieri presenta un rischio doppio di diagnosi tardiva rispetto agli italiani: questo comporta un ritardo dell’inizio del percorso terapeutico e un aumento della probabilità di trasmissione dell’infezione. Su 10 donne che hanno scoperto la sieropositività in gravidanza 8 sono straniere: il dato è rilevante in quanto l’utilizzo delle terapie antiretrovirali è efficace nella prevenzione della trasmissione dell’infezione al figlio e la percentuale di rischio di avere un bambino sieropositivo si abbassa se si ricorre all’allattamento artificiale anziché a quello al seno. Infortuni sul lavoro Gli infortuni sul lavoro sono da più di 5 anni in lenta diminuzione sia a livello nazionale che locale. In Italia nel 2009 (ultimo dato disponibile) si sono registrati 790.000 infortuni (-10% rispetto al 2008) e 1.050 morti sul lavoro (-6% rispetto all’anno precedente). La riduzione reale degli infortuni sul lavoro depurata della componente “perdita di lavoro” dovuta alla crisi economica, si può stimare pari a -7% per gli infortuni in generale e del -3% per quelli mortali. I lavoratori stranieri assicurati INAIL sono diminuiti lievemente rispetto all’anno precedente (-1%), la crisi economica ha inciso anche sulla riduzione degli infortuni, che sono calati del 17% in un solo anno, riduzione molto più accentuata rispetto a quella complessiva del 10%. In Italia nel settore Servizi Industria e Artigianato l’indice di incidenza infortunistica risulta più elevato per gli stranieri rispetto a quello dei colleghi italiani: si passa dai 28 infortuni indennizzati ogni 1.000 assicurati negli stranieri provenienti da Paesi a forte Pressione Migratoria (PFPM) a 23 degli italiani; in Emilia Romagna dai 43 ai 34. La maggiore incidenza negli stranieri è da imputare alla prevalenza di lavoratori di sesso maschile, impegnati in attività e settori più a rischio. (INAIL 2009). Il rischio di incorrere in un infortunio per gli immigrati è circa il doppio rispetto a quello degli italiani nella Fabbricazione dei mezzi di trasporto e nella metalmeccanica, nella Lavorazione di minerali non metalliferi è più alto del 45% e nell’Industria alimentare del 30%. Nel 2009 nel territorio dell’Ausl di Cesena sono stati riconosciuti 604 infortuni a persone nate all’estero (circa il 20% rispetto al totale degli infortuni). Il 17% degli infortuni degli stranieri avviene nel settore Costruzioni, il 14% in Agricoltura, il 12% nei Trasporti e l’11% nell’Industria Alimentare. Il 16% degli stranieri infortunati è nato in Marocco, il 12% in Albania e l’11% in Romania. Per quanto riguarda la gravità degli infortuni, pur registrando più incidenti rispetto agli italiani, gli stranieri presentano infortuni di gravità minore; nel periodo considerato si è però registrato il decesso di un lavoratore immigrato. Stili di vita e comportamenti a rischio Gli stili di vita e comportamenti a rischio hanno un ruolo rilevante nel determinare le condizioni di salute della popolazione, la loro analisi può fornire utili elementi di riflessione per le strategie di prevenzione e suggerire la necessità di intensificare le attività di educazione e promozione della salute rivolta alla popolazione straniera, da adattare alle culture dei paesi d’origine. Occorre precisare che gli stranieri intervistati parlano e comprendono bene la lingua italiana per poter sostenere un’intervista telefonica, e pertanto rappresentano un campione non rappresentativo di tutta la popolazione straniera, ma verosimilmente di quella presente da più tempo in Italia. Il Sistema di Sorveglianza PASSI (anni 2007-2010) consente di rilevare dati sugli stili di vita nelle persone straniere residenti in Emilia-Romagna tra i 18 e i 49 anni. salute: l’81% riferisce di sentirsi bene o molto bene rispetto al 76% degli italiani • fumano meno (26% rispetto al 34% degli italiani) Dai dati emerge che gli stranieri, rispetto agli italiani,: • percepiscono in modo migliore il proprio stato di 7 • sono in minor percentuale bevitori a rischio (14% vs 22%); questo aspetto mostra differenze significative in base alla nazionalità: il consumo a rischio è più diffuso negli stranieri provenienti dai paesi dell’Est europeo. • utilizzano più spesso i dispositivi di sicurezza stradale (cinture anteriori: 91% vs 89% e posteriori: 29% vs 18%) • sono più sedentari (28% rispetto al 19% degli italiani) In merito ad alcuni interventi di prevenzione emergono alcune difficoltà: • è più alta la percentuale di cittadini stranieri che riferiscono di non aver mai misurato la pressione arteriosa (16% rispetto all’7% degli italiani) o la colesterolemia (36% rispetto al 17% degli italiani) • Le donne straniere di 18-49 anni sono state vaccinate contro la rosolia nel 25% dei casi (53% le italiane). • La percentuale di persone straniere che riferisce di aver ricevuto consigli da parte degli operatori sanitari sui corretti stili di vita è minore rispetto a quella degli italiani. Considerazioni Conclusive La popolazione immigrata è più giovane rispetto a quella italiana ed è connotata da una situazione socio economica più difficile (tasso di disoccupazione più elevato, più frequenti condizioni di deprivazione materiale e abitativa); nonostante queste criticità non si evidenziano malattie particolarmente diffuse fra gli immigrati. I tassi di accesso al Pronto Soccorso sono superiori a quelli degli italiani, verosimilmente per un uso inappropriato (comune anche alla popolazione italiana) della struttura ed una non consolidata abitudine ad utilizzare i servizi per l’assistenza di base. Gli uomini stranieri vengono ricoverati meno degli italiani, mentre le donne straniere hanno tassi di ricovero maggiori delle italiane per condizioni legate alla gravidanza e al parto. La maggior parte delle donne straniere è assistita durante la gravidanza dai servizi pubblici, anche se l’accesso alle cure prenatali avviene ancora con maggiore ritardo rispetto alle donne italiane, con un potenziale rischio di assistenza prenatale inadeguata, parti pretermine e basso peso dei neonati. Viceversa ricorrono meno al taglio cesareo, fumano meno in gravidanza e allattano di più al seno i loro figli. I bambini figli di genitori stranieri accedono più frequentemente al Pronto Soccorso e vengono ricoverati più frequentemente dei loro coetanei italiani. Nelle donne straniere l’adesione agli screening mammografico e cervicale è inferiore rispetto alle donne italiane. Persistono alcuni indicatori di fragilità sociale che occorre contrastare (Interruzioni Volontarie di Gravidanza, Infortuni sul lavoro, etc.): ad oggi il fenomeno dell’IVG sembra essere in progressiva diminuzione, mentre gli infortuni sul lavoro restano uno dei problemi principali, ancora non di facile lettura per problemi legati al Sistema Informativo e alle caratteristiche del mercato del lavoro. Gli stranieri fumano meno degli italiani, sono meno frequentemente bevitori a rischio, ma sono più sedentari e più carenti riguardo a pratiche preventive quali misura della pressione arteriosa e della colesterolemia. Di difficile stima, ma da considerare con attenzione è la diffusione di disagio psichico e depressione spesso legata a criticità del progetto migratorio e a rapporti con un contesto che non sempre accoglie, ma discrimina e isola. L’emergere delle seconde generazioni di immigrati con l’insorgere di problemi connessi al possibile disagio dei giovani e l’invecchiamento delle prime correlato al presentarsi di patologie cronico degenerative invitano a sviluppare sempre più politiche di integrazione, favorire l’accessibilità ai servizi e accrescere le conoscenze in tema di prevenzione collettiva e di promozione della salute A cura di: Mauro Palazzi, Patrizia Vitali, Nicoletta Bertozzi, Giorgia Vallicelli (Servizio Epidemiologia e Comunicazione Dipartimento di Sanità Pubblica Ausl di Cesena) Per ricevere copia del presente report Tel. 0547 352031-352072 e-mail [email protected] 8