Bilancio: l’attivo circolante e le passività L’attivo circolante e il passivo Riferimenti normativi e disposizioni contabili 2424-2424 bis -2426 -2427 c.c. - Rappresentazione, definizione, valutazione e informazioni integrative OIC 13 – Le rimanenze di magazzino OIC 15 – I crediti OIC 14 – Disponibilità liquide OIC 19 – Fondi per rischi e oneri, trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato, i debiti OIC 20 – Titoli e partecipazioni OIC 23 – Lavori in corso su ordinazione L’Attivo Circolante è definito in via residuale rispetto alle Immobilizzazioni, pertanto esso accoglie quelle attività non destinante a permanere durevolmente nell’impresa. Il recupero dell’investimento effettuato (il ritorno in forma monetaria del investimento) prevedibilmente dovrebbe avvenire entro l’esercizio successivo. Esso è formato da (art. 2424 c.c.): I. Rimanenze II. Crediti III. Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni IV. Disponibilità liquide L’attivo circolante Rimanenze L’Attivo Circolante accoglie al punto C.I la classe delle Rimanenze, ampiamente intesa, che rappresenta una parte delle attività economiche presenti in Bilancio (a fine anno) che non sono state utilizzate nell’anno, ma disponibili per l’attività produttiva o per le attività accessorie dell’impresa generalmente per l’anno successivo. Nell’ambito delle Rimanenze, latamente intese, si distinguono due differenti categorie in funzione delle quali si modifica il criterio di valutazione: Le rimanenze di magazzino, ovvero le materie prime, i semilavorati e i prodotti utilizzati nella produzione destinata ad un mercato di massa (dove prima della collocazione del bene sul mercato non è identificabile il cliente-acquirente) OIC 13 I lavori in corso su ordinazione, ovvero le rimanenze di una lavorazione, il più della volte pluriennale, che è iniziata su committenza (il cliente-acquirente è noto prima di iniziare la costruzione e di collocare il bene sul mercato) OIC 23 L’attivo circolante Le Rimanenze di magazzino Le rimanenze si distinguono tra: Rimanenze di materie o merci; Rimanenze di prodotti e semilavorati. I conti accesi alle materie, alle merci, ecc. sono a funzionamento UNIFASE e si distinguono tra: Conti conto acquisto Conti conto vendita I saldi di questi conti si trasferiscono al conto economico e si presumono di competenza. Se poi al 31.12 esiste una rimanenza, si registra un incremento di attività economica che si valuta: al minore tra il costo di acquisto o di produzione e il valore di realizzazione desumibile dall’andamento di mercato. L’attività economica, che si viene così a valutare, si accoglie in un conto di reddito che funziona solo in DARE perché accoglie l’incremento derivante dalla misurazione della nuova attività economica e si chiama Rimanenze finali di materie (o merci o prodotti). L’attivo circolante Le Rimanenze di magazzino Acquisto e vendita di merci (analisi patrimoniale) Si acquistano merci per 100.000 euro più IVA (totale 120.000). I pagamenti dopo 30 giorni. Dopo 15 giorni dall’acquisto metà delle merci acquistate vengono vendute a 150.000 più IVA. Variazione Finanziaria + Attività finanziarie Negativa: + debiti per 360.000 Crediti IVA per 20.000 DARE Costo DARE Acquisto merci per 100.000 DARE Variazione Finanziaria Negativa: + debiti Iva per 40.000 + Attività finanziarie MACCHINARIO -100.000 Crediti per 180.000 Plusvalenza da Alienazione 100.000 Incremento di Passivo finanziario Incremento di Attivo finanziario Variazione finanziaria positiva più credito Iva per 60.000 finanziarie + Passività Debito per 120.000 NUOVO MACCHINARIO Incremento di Attivo non finanziario Incremento Di Attivo finanziario Incremento di Passivo finanziario Decremento di Attivo non finanziario RICAVO AVERE +300.000 Variazione Finanziaria Ricavo Positiva: + crediti per 240.000 Vendita merci AVERE per 150.000 AVERE + Passività Finanziarie AVERE Debiti IVA per 30.000 5 L’attivo circolante Le Rimanenze di magazzino Assestamento (analisi patrimoniale) Al termine dell’esercizio è “rimasta” la metà delle merci acquistate e sono valutate al minor valore tra il costo di acquisto e quello desumibile dall’andamento del mercato. Il valore di mercato sia 60.000 euro. Variazione Finanziaria Negativa: + debiti Iva per 40.000 + Attività economiche diAVERE costo Incremento di magazzino 50.000 Rimanenze fin. di merci 50.000 MACCHINARIO Decremento di Attivo non finanziario AVERE (Variazione delle rimanenze) -100.000 Incremento di Passivo finanziarioRicavo/rettifica N.B.: Dal momento che la valutazione avviene al costo, iscrivendo l’incremento della rimanenza tra i ricavi del conto economico si ottiene l’effetto di annullare l’impatto che i costi di acquisto avrebbero avuto sul reddito. Di fatto, quei costi vengono rinviati al futuro. È evidente però che se il valore di mercato è inferiore al costo di acquisto il conto economico rifletterà, in modo indistinto, la perdita di valore delle materie rispetto al costo sostenuto per il loro acquisto L’attivo circolante Le Rimanenze di magazzino Assestamento (analisi patrimoniale) Si osserva un incremento della rimanenza e questo si riflette come componente positivo di reddito. Se la valutazione è avvenuta al costo allora, di fatto, l’incremento del magazzino annulla il costo dell’eccesso dell’acquistato e del disponibile sul consumato o comunque non più consumabile. Stato patrimoniale 0 0 0 +50 0 +50 7 Rimanenze 50 Conto economico Materie prime 100 Variaz. Rim. 50 Impatto negativo sul CE = -50 (+ costi) L’attivo circolante Le Rimanenze di magazzino All’inizio dell’anno successivo alla riapertura dei conti, poiché tutte le attività acquisite generano dei costi, per presunzione di competenza, le attività economiche devono essere di nuovo considerate un costo (ovvero un decremento di attività), in attesa, alla fine dell’anno, di distinguere nell’ambito la parte di competenza dalla parte utilizzabile l’anno successivo, ovvero le attività economiche Analisi patrimoniale 0 0 0 - AE -50 0 -50 8 – Patrimonio Netto, cioè + componenti negativi (costi) L’attivo circolante Le Rimanenze di magazzino In partita doppia Si riaprono i conti: 1.1.200X+1 Rimanenze Iniziali di merci a Stato Patrimoniale 50.000 Decremento delle Magazzino a Rimanenze Iniziali di merci 50.000 Anche in questo caso il decremento del magazzino è accolto nell’apposito conto Variazione rimanenze. Tale conto dunque ha un funzionamento BIFASE: in DARE accoglie i decrementi del Magazzino ovvero le rimanenze iniziali e in AVERE gli incrementi del Magazzino ovvero le rimanenze finali. 9 L’attivo circolante Le Rimanenze di magazzino In fase di valutazione, le rimanenze devono essere valutate al minore tra il costo ed il valore di mercato. Tuttavia, se i beni sono fungibili non è facile conoscere il costo di acquisto esatto di quanto è rimasto in magazzino, in quanto, innanzitutto, non è facile conoscere il costo di quanto è stato utilizzato. L’art. 2426 c.c. dispone che il costo dei beni fungibili possa essere calcolato con i seguenti metodi: Metodo della media ponderata Metodo FIFO (First In, First Out) – Primo entrato, Primo Uscito Metodo LIFO (Last In, First Out) – Ultimo Entrato, Primo Uscito Si “immagina” che chi compia gli scarichi scelga le partite dalle quale attingere secondo una determinata regola. A seconda della regola abbiamo i due metodi: Il LIFO, secondo cui ogni volta che il magazziniere scarica va sempre a prendere i beni dalle partite più vicine nel tempo, ovvero quelle appena acquistate (quelle più nuove) e solo ove queste fossero virtualmente esaurite passa a quelle acquistate immediatamente prima. Il FIFO, secondo cui ogni volta che il magazziniere scarica va sempre a prendere i beni dalle partite più lontane nel tempo, ovvero quelle acquistate per prime (quelle più vecchie) e solo ove queste fossero virtualmente esaurite passa a quelle acquistate successivamente. L’attivo circolante Le Rimanenze di magazzino – Svalutazione Al 31.12.200X, si supponga che il costo valutato delle rimanenze al FIFO ammonti a € 30.000 e che il loro valore di presumibile realizzo desumibile dal mercato ammonti a € 25.000. Come accennato in precedenza, il valore delle rimanenze che deve comparire in bilancio ammonta a 25.000 (minore tra il costo e il valore di realizzo), in questo modo il conto economico riflette direttamente una perdita dovuta ad una previsione del recupero delle risorse investite più basso (25.000 anziché 30.000) Analisi patrimoniale -30.000 (Banca) Conto economico 0 0 Costi 30.000 Incrementi Magazzino 25.000 0 + 25.000 (Rimanenze finali di materie) -30.000 (Acquisti Materie) +25.000 (Incremento magazzino) Perdita implicita 5.000 L’attivo circolante Lavori in corso su ordinazione Nel caso di lavori molto lunghi, valutare la rimanenza al costo equivale a differire la rilevazione dell’intero margine dell’operazione al momento della vendita. Ad esempio se un ponte costa 3.500 e lo si costruisce in modo costante in 3 anni e mezzo e lo si vende a 5.000 alla metà del quarto anno si avrà: Al primo anno costi per 1.000 e incremento rimanenza per 1.000, complessivamente l’impatto sul reddito è zero. Al secondo anno costi per 1.000 e incremento rimanenza per 1.000, complessivamente l’impatto sul reddito è zero. Al terzo anno costi per 1.000 e incremento rimanenza per 1.000, complessivamente l’impatto sul reddito è zero. Al quarto anno, ricavi di vendita per 5.000, costi di costruzione per 500 e decremento della rimanenza per 3.000, complessivamente + 1.500. Questo atteggiamento è giustificato dalle esigenze di prudenza e soprattutto dalla scelta del principio della realizzazione, ma nel caso di lavori in corso su ordinazione la realizzazione si anticipa. Il legislatore, ed i principi contabili, permettono di valutare non al costo ma ai corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza (metodo della percentuale di completamento). L’attivo circolante Lavori in corso su ordinazione Valuto la Rimanenza Finale. Se il valore riconosciuto alla Rimanenza Finale è uguale al valore che la Rimanenza aveva all’inizio aumentata dei costi effettivamente sostenuti, l’operazione è redditualmente neutra per l’esercizio in chiusura. Analisi patrimoniale 0 0 0 + 50.000 (Rimanenze finali LICSO) 0 -20.000 (Decremento LICSO) -30.000 (Acquisti Materie) +50.000 (Incremento LICSO) Conto economico Rimanenza Iniz. 20.000 Costi sostenuti 30.000 Incrementi Magazzino 50.000 Impatto sul reddito 0 L’attivo circolante Lavori in corso su ordinazione Valuto la Rimanenza Finale. Se il Valore riconosciuto alla Rimanenza Finale è maggiore del valore che la Rimanenza aveva all’inizio aumentata dei costi effettivamente sostenuti, l’esercizio in chiusura incamera il margine. Analisi patrimoniale 0 0 0 + 100.000 (Rimanenze finali LICSO) 0 -20.000 (Decremento LICSO) -30.000 (Acquisti Materie) +100.000 (Incremento LICSO) Conto economico Rimanenza Iniz. 20.000 Costi sostenuti 30.000 Incrementi Magazzino 100.000 Impatto sul reddito 50.000 L’attivo circolante Lavori in corso su ordinazione Analisi patrimoniale Variazione Finanziaria Negativa: + debiti Iva per 40.000 + Attività economiche Rimanenze fin. LICSO MACCHINARIO -100.000 Incremento di Passivo finanziario AVERE Ricavo/rettifica di costo Incremento di magazzino LICSO Decremento di Attivo non finanziario AVERE Il conto Rimanenze finali LICSO si colloca nella voce SP, C.I.3 “Lavori in corso su ordinazione” Gli incrementi del magazzino LICSO sono accolti nel conto a funzionamento BIFASE “Variazioni dei lavori in corso su ordinazione” (CE, A.3) che accolgono in DARE i decrementi dell’attività mentre in AVERE gli incrementi della stessa. L’attivo circolante LICSO – valutazione al metodo della PERCENTUALE DI COMPLETAMENTO Significativa nella valutazione è la determinazione dello Stato di Avanzamento Lavori (SAL). L’OIC 23, D.II.a. e b., suggerisce una pluralità di metodi o parametri per la determinazione della percentuale di completamento Tra i più noti si ricordano: D.II.c. metodo del costo sostenuto (cost to cost) = Costi sostenuti/Costi totali stimati D.II.d. Metodo delle ore lavorate = ore lavorate/ore stimate totali D.II.e. Metodo delle unità consegnate = quantità consegnate/quantità da consegnare D.II.f. Metodo delle misurazioni fisiche La valutazione della rimanenza LICSO si otterrà moltiplicando il SAL per il corrispettivo pattuito. Il 24/6/2012 la Alfa riceve una commessa per la costruzione di uno yacht: il compenso pattuito è di €2.000.000 e la Alfa riceve in data 1/9/2012 un acconto sul totale di €800.000. I lavori iniziano il 25/6/2012 e al 31/12/2012 la percentuale di completamento è del 50%. In data 1/6/2013 i lavori vengono terminati e l’azienda committente versa per intero il saldo dovuto.