MODELLIZZAZIONE DEL RUMORE DA TRAFFICO AEROPORTUALE: L’AEROPORTO CRISTOFORO COLOMBO DI GENOVA Alberto Baudà 1, Davide Borelli 1, Andrea Marinoni 1, Corrado Schenone2 1 D.I.M.S.E.T., Dipartimento di Macchine, Sistemi Energetici e Trasporti, Via Montallegro 1, Genova D.I.P.T.E.M., Dipartimento di Ingegneria della Produzione, Termoenergetica e Modelli Matematici, Via all'Opera Pia 15, Genova 2 SOMMARIO Il presente lavoro descrive la modellizzazione del rumore da traffico aeroportuale associato alla operatività dell’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova. La modellizzazione è stata condotta mediante codici di calcolo commerciali quali AEM (Area Equivalent Method, versione 6.0c), utile nel determinare preliminarmente la necessità di uno studio completo relativo all’inquinamento acustico aeroportuale data una variazione del traffico, INM (Integrated Noise Model, versione 6.1) ed HNM (Heliport Noise Model, versione 2.2). I risultati forniti dai codici di calcolo sono stati quindi validati mediante il confronto con i dati ottenuti da rilevamenti fonometrici effettuati in zone prossime all’aeroporto e all’interno del sedime aeroportuale stesso. Ottenuti da ENAV i tabulati del traffico aeroportuale, si sono quindi condotte simulazioni previsionali relative al rumore nell’intorno aeroportuale nelle attuali condizioni di traffico e nelle condizioni di traffico previste dal Piano di Sviluppo Aeroportuale per l’anno 2010. Si è prodotta infine una classificazione acustica rispondente ai criteri definiti dal D.M. 31 ottobre 1997 analizzando i diversi insediamenti e le relative caratteristiche e sovrapponendovi infine gli output combinati ottenuti relativi allo stato attuale e alla previsione al 2010. Un’ulteriore analisi previsionale ha riguardato l’ipotesi dello spostamento al largo dell’aeroporto formulata dal Renzo Piano Building Workshop. 1. INTRODUZIONE 2. L’AEROPORTO C. COLOMBO DI GENOVA La progressiva apertura delle frontiere tra gli Stati porta con sé una costante crescita degli scambi e quindi dei trasferimenti di beni e persone. Sulle lunghe distanze questi avvengono quasi esclusivamente con la modalità aerea, ma anche sulle piccole distanze tale modalità è ormai spesso conveniente, grazie anche alle politiche di “deregulation”, che, eliminando i monopoli e aprendo il mercato alla concorrenza, hanno fatto sì che le tariffe siano diminuite [1]. L’aumento di traffico aereo presuppone la costruzione di nuovi aeroporti e l’ampliamento degli esistenti per soddisfare la crescente domanda non solo di passeggeri, ma anche di merci. Questo porta, nel caso di un nuovo aeroporto, ad una difficile scelta di collocazione, soprattutto in territori come quello italiano dove la morfologia del terreno è articolata e la densità di popolazione è alta; nel caso di un aeroporto esistente si va invece ad aggravare problemi già esistenti. L’approccio corretto consiste, pertanto, in una razionale pianificazione degli aeroporti e del loro inserimento nel territorio: si dovrà quindi cercare di valutare il maggior numero di alternative possibili e le diverse variabili in gioco, utilizzando allo scopo programmi informatici e simulatori. In questo modo verrà valutato, e quindi minimizzato, anche il problema dell’inquinamento acustico che costituisce la limitazione ambientale più significativa nella scelta dell’insediamento di un nuovo aeroporto e nello sviluppo di quelli esistenti [2, 3]: partendo da dati effettivi sarà possibile tracciare le curve di isolivello attuali e quelle a saturazione. L’impiego di modelli matematici previsionali dell’inquinamento da rumore del traffico aereo risulta dunque uno strumento indispensabile per una molteplicità di scopi connessi con il controllo dell’impatto ambientale negli insediamenti urbani. Dati generali dello scalo L’aeroporto internazionale di Genova “Cristoforo Colombo” è uno dei principali scali italiani relativamente al traffico nazionale e per quello riguardante i paesi dell’Unione Europea, abilitato sia al traffico IFR che VFR. Inoltre, funge da supporto per tutti gli aeroporti dell’Italia settentrionale nel caso di condizioni meteorologiche avverse (generalmente in caso di nebbia). L’aeroporto di Genova ha una collocazione assolutamente particolare, in effetti esso si trova all’interno dell’area urbana del Comune di Genova a pochi chilometri dal centro cittadino ma, essendo stato ricavato sul mare, in posizione defilata rispetto alle aree abitate. L’area aeroportuale sorge tra le delegazioni cittadine di Cornigliano, Sestri e Pegli. Queste aree presentano, da un punto di vista socio-urbanistico caratteri molto variegati che, nel tempo si sono sovrapposti e che oggi coesistono in maniera spesso conflittuale. La fascia costiera è caratterizzata da una forte presenza di edifici residenziali ma essa ospita anche: 1. la linea ferroviaria Genova - Ventimiglia; 2. lo scalo ferroviario di Genova Sestri; 3. l’autostrada A10 Genova - Ventimiglia; 4. l’unica direttrice di traffico, non autostradale, che collega il Ponente cittadino con il Centro; 5. un tratto del Porto di Genova 6. il polo industriale di Cornigliano con la presenza delle acciaierie, 7. il Porto Petroli, 8. i cantieri navali di Sestri Ponente; 9. il VTE (Voltri Terminal Europa) con il suo scalo ferroviario. Da questo sintetico elenco appare evidente come il contesto territoriale in cui si è sviluppato l’aeroporto di Genova sia molto complesso e come la presenza di sorgenti di rumore concorrenti sia notevole. Sentieri di decollo ed atterraggio A causa della sua particolare disposizione, l’approccio all’aeroporto avviene secondo un unico sentiero di avvicinamento, che coincide con la direttrice congiungente il Monte di Portofino con la pista dell’aeroporto con un angolo di circa 3°, utilizzando la pista 29. Questo sentiero è utilizzato per circa il 90% degli atterraggi. Quando le condizioni del vento non lo permettono, viene utilizzata come alternativa per la sola procedura di decollo la pista 11, in quanto non è possibile per aeromobili dell’aviazione commerciale effettuare gli atterraggi lungo tale pista a causa della vicinanza delle colline. Questo secondo sentiero di discesa (da ovest verso est) è utilizzato nel 10% dei casi circa e comunque solo per l’aviazione generale. Le traiettorie di decollo e atterraggio dipendono dal tipo di velivolo; per questo aspetto si è fatto riferimento alla banca dati di INM. Comunque tutti i velivoli hanno in comune una virata verso Sud effettuata alla fine della fase di decollo. Caratteristiche Tecniche Le caratteristiche tecniche dello scalo ligure sono sinteticamente riassunte in Tab. 1. Tabella 1: Caratteristiche tecniche dello scalo aereo genovese. Indicatore di località Coordinate ARP Direzione e distanza dalla città Elevazione di riferimento Temperatura di riferimento Codice di riferimento pista Categoria antincendio Designazione piste Orientamento magnetico Dimensioni piste (m) Tipo di superficie Resistenza Pista di rullaggio Superfici piazzali di sosta LIMJ/GOA WGS84: Latitudine 44°24’48’’ N Longitudine 008°50’15” E 4 NM (7.4 Km) Ovest 13 FT (4 m) 27.5 C° 4E 8° ICAO 11/29 104°/ 284° 2915 x 45 Conglomerato bituminoso PCN 69/F/A/W/T Lunghezza 1940 Larghezza 30 Aviazione commerciale: 200.000 m2 Aviazione generale: 75.000 m2 3. MODELLIZZAZIONE DEL RUMORE AEROPORTUALE La modellizzazione del rumore aeroportuale per lo scalo Cristoforo Colombo è stata condotta mediante i codici di calcolo ufficiali della Federal Aviation Administration statunitense, sicuramente i più diffusi e testati a livello mondiale. Modelli fisici per valutare l’inquinamento acustico in un aeroporto sono stati sviluppati a partire dagli anni Settanta. Infatti nel 1971 la SAE (Society of Automotive Engineers, USA) pubblica il rapporto ARP 1114, seguito nel 1981 dal rapporto SAE-AIR-1751 e nel 1986 dal rapporto SAE-AIR-1845, in cui si sviluppano modelli e specifiche a riguardo. Quest’ultimo rapporto condivide molti punti con il Documento 29 dell’ECAC (European Civil Aviation Conference) [4, 5] e con la Circolare 205 dell’ICAO (International Civil Aviation Organization) [6]. Inoltre, a livello nazionale, è stato riconosciuto dall’ANPA (Agenzia Nazionale Protezione Ambiente) come modello di calcolo utilizzabile per i lavori di tutte le Commissioni aeroportuali [7]. Nel 1977 FAA (Federal Aviation Administration) implementò il modello di calcolo SAE in forma di codice numerico, pubblicando la prima versione del simulatore INM (Integrated Noise Model). Tale codice è stato più volte revisionato, con l’introduzione di algoritmi di calcolo e dati relativi alle caratteristiche acustiche degli aerei e dell’ambiente sempre più precisi [8]. AEM (Area Equivalent Method) versione 6.0c AEM (Area Equivalent Method) consiste in una procedura di screening usata per determinare la necessità di ulteriori analisi con INM (Integrated Noise Model). AEM, la cui prima versione di risale al 1984, fornisce una stima del cambiamento delle curve di isolivello sonoro di un aeroporto in seguito ad una variazione di traffico, dati i tipi di velivolo ed il numero di operazioni per ogni velivolo [9]. In particolare, AEM calcola l'area (in miglia quadrate) contenuta dalla curva isolivello a 65 dB(A). L’indice di valutazione usato è il LDN (Day-Night average sound Level), definito come: ⎡ 15 L DN = 10 log ⎢ 10 24 ⎣⎢ LD 10 + 9 10 24 LN +10 10 ⎤ ⎥ (dB) (1) ⎦⎥ dove LD è il livello equivalente continuo diurno e LN quello notturno (tra le ore 22.00 e le 07.00) penalizzato di 10 dB. Il software usa una procedura di screening del rumore della Civil Aeronautics Board (CAB) statunitense, che stabilisce un cosiddetto “criterio di aumento” del 17% dell'area contenuta dalla curva di isolivello sonoro dei 65 dB(A), che, in termini di livello di rumore dell'aeroporto, si traduce mediamente nell'aumento di circa 1.5 dB(A) del livello stesso. Se quindi la differenza dovuta ad un cambiamento di traffico è inferiore al 17% nessun altro studio è necessario, altrimenti c'è la necessità di un ulteriore studio accurato con INM. AEM rappresenta quindi l'informatizzazione della procedura CAB sotto forma di un foglio di calcolo Microsoft EXCEL 97/2000 e determina l'area delle curve LDN in miglia quadrate per un mix assegnato del parco aeromobili ed un certo numero di velivoli, usando regressioni lineari che pongono l'area della curva di rumore LDN come funzione del numero di operazioni giornaliere medie annue. I parametri di AEM derivano direttamente da INM e sono generati per ogni velivolo; un processo sviluppato da una procedura CAB consente ad AEM di sommare le aree prodotte dai singoli velivoli allo scopo di ottenere un contorno singolo per l'aeroporto in esame. Dal punto di vista operativo, dopo aver indicato il valore LDN delle curve di isolivello richieste, si è passati ad eseguire un conteggio (comprensivo di eventuali sostituzioni) di tutti gli aerei transitati nell’arco del giorno di riferimento che, − profili di sorvolo; − descrizione delle traiettorie d’atterraggio e relative operazioni; − descrizione delle traiettorie di decollo e relative operazioni; − descrizione delle traiettorie di sorvolo e relative operazioni. Inseriti questi dati nel software, si sono potuti ottenere output grafici e testuali; per ottenere correttamente le informazioni relative agli atterraggi è stato tuttavia necessario post-processare i files creati dall’interfaccia utente di HNM, saltando il passaggio dell’UI (User Interface). INM (Integrated Noise Model) versione 6.1 Figura 1: Output di AEM nell’ambito dello studio è stato l’8 luglio 2005. Rispetto a tale condizione si è ipotizzato un incremento del traffico del 20%, così come stimato dal Piano di Sviluppo Aeroportuale [10] per il periodo che va fino al 2010, e si è valutata, con AEM, la necessità di procedere ad una nuova valutazione dell’impatto acustico dell’aeroporto. Dato che AEM considera nel suo computo tutti i movimenti di ogni singolo aereo come eseguiti su un’unica pista, in un’unica direzione e senza differenziazione tra decolli ed atterraggi, si è provveduto a sommare tutte le operazioni LTO (Landing-Take Off) di ogni velivolo, distinguendo solo tra operazioni notturne e diurne. AEM non consente, al contrario di INM, la creazione di nuovi aeromobili non contenuti nel database, quindi si è dovuto provvedere a sostituire alcuni di questi con i mezzi più simili disponibili, dal punto di vista della massa e del tipo e numero di motori [9]. AEM non contempla inoltre l’eventualità del computo di elicotteri ma, come mostra Fig. l , la soglia di incremento del 17% per la curva a 65 dB(A) è stata nettamente sorpassata anche senza tener conto dell’aumento previsto del traffico di elicotteri, indicando così la necessità di una più accurata simulazione con INM ed HNM. HNM (Heliport Noise Model) versione 2.2 Heliport Noise Model è un programma che serve a valutare l’impatto del rumore dovuto agli elicotteri nelle vicinanze degli eliporti. La versione attualmente in uso, rilasciata nel 1994, è ormai decisamente obsoleta: nonostante ciò tale programma è ancora considerato ad oggi il migliore (e praticamente l’unico) software di modellizzazione del rumore dovuto agli elicotteri disponibile al pubblico. I dati richiesti da HNM per poter procedere ad una simulazione sono [11]: − altitudine e temperatura dell’eliporto; − definizione dell’eliporto; − definizione degli elicotteri; − profili d’atterraggio; − profili di decollo; Integrated Noise Model è il codice di calcolo più diffuso per la modellizzazione del rumore aeroportuale ed è utilizzato, nella versione 6.1, da più di 700 organizzazioni in ben 50 Paesi. Già dall’uscita di INM 6.0 nel Settembre 1999, la FAA, con la collaborazione del Dipartimento dei Trasporti americano e il Volpe Center, introdusse la possibilità di utilizzare lo spettro in terzi di ottava per ogni aeromobile. Questo permette di valutare l’assorbimento atmosferico e di utilizzare il livello sonoro ponderato C. Il modello è usato principalmente per scopi di pianificazione degli usi del territorio, per studi di impatto ambientale e per valutazioni della rumorosità indotta in insediamenti abitativi nei casi di nuovi aeroporti, nuove piste, aumenti di traffico e modifiche alle traiettorie e alle procedure. I dati di ingresso riguardano l’aeroporto e le condizioni operative dei velivoli. Per l’aeroporto sono necessarie le seguenti informazioni: − quota dell’aeroporto sul livello del mare; − temperatura giornaliera su media annuale; − pressione atmosferica su media annuale. Per gli aeromobili sono necessarie le seguenti informazioni: − tipo e versione dell’aereo; − tipo dell’operazione: decollo, atterraggio, touch-and-go, sorvolo, rullaggio; − numero delle operazioni di volo in ciascun giorno per i due periodi, diurno e notturno; − dati Rumore – Potenza – Distanza NPD (Noise Power Distance); − traiettoria tridimensionale seguita dall’aeromobile. Grazie alla collaborazione offerta dall’Ufficio Tecnico della società che gestisce l’aeroporto, è stato possibile ottenere, da parte di ENAV, i dati necessari relativi al traffico aereo e alcuni studi precedenti riguardanti l’impatto acustico dell’aeroporto sul territorio. All’ENAV sono stati reperiti i dati del traffico relativi alle date in cui sono state effettuate le tre rilevazioni che si descriveranno nel seguito e quelli riguardanti il giorno più trafficato dell’anno 2005, identificato nel giorno 8 Luglio, considerato “giorno critico” sul quale eseguire la simulazione relativa allo stato attuale. Si sono quindi preliminarmente generati i files rappresentanti l’elevazione del terreno nella zona circostante l’Aeroporto: è stato necessario ricrearli ex novo poiché INM utilizza un formato proprietario .3cd non distribuito al di fuori degli USA. Inoltre è stato importato previa conversione un file CAD di tipo .dxf da usare come sfondo per rendere più comprensibile l’interpretazione degli output grafici di INM. Molti aeromobili non erano presenti nel database del software in quanto principalmente afferenti a flotte europee e si è quindi dovuto procedere alla loro “creazione”: in particolare sono da notare l’aeromobile FA50, definito secondo le specifiche della FAA, e le sostituzioni per gli aeromobili GLEX, P180 e P166, definiti secondo similitudini di stazza, motori caratteristiche geometriche, eccetera. Successivamente si è dovuto definire l’indice di valutazione LVAj, non contemplato nel pur vasto database di INM. Per la definizione di tale indice (Eq. 1), si è dovuta indicare la pesatura in frequenza con filtro A, la tipologia di indice (exposure based) ed i parametri che compaiono nella seguente Eq. 2: LE = 10log (W1E1 + W2E2 + W3E3) – 10log (T) (2) dove: LE = l’indice in questione, nel nostro caso LVAj; W1,W2,W3 = le pesature per i periodi diurno, serale e notturno, che, in riferimento alla normativa italiana [12], sono stati assunti pari a: W1=1, W2=1 e W3=10; E1,E2,E3 = le frazioni di esposizioni al rumore riferite ai suddetti periodi; 10log (T) = dieci volte il logaritmo in base 10 del rapporto tra il numero di secondi nelle 24 ore ed un tempo di riferimento, nel nostro caso 1 secondo. Al termine della fase di modifica del codice, definiti i dati d’ingresso, si è proceduto all’esecuzione delle simulazioni, introducendo una tolleranza pari a 0.1 dB nel grado di definizione delle curve [8]. Merging finale degli output Per combinare gli effetti del rumore prodotto da elicotteri ed aeroplani, in modo da avere un unico output, nella versione 6.0c di INM e in quelle successive è presente un programma chiamato HnmGrd.exe, il quale consente di convertire il file binario for22.dat (nel quale sono salvati i livelli di rumore calcolati da HNM) in un file nmplot.grd leggibile da INM, il quale lo combinerà con quello prodotto da lui stesso in un singolo file nmplot.grd, rappresentante la somma logaritmica del rumore prodotto da elicotteri ed aeroplani insieme. Tale file potrà poi essere visualizzato come curva di isolivello sonoro. 4. VALIDAZIONE DEL MODELLO NUMERICO Al fine di verificare l’accuratezza del modello prodotto, si sono condotti rilievi fonometrici nell’intorno aeroportuale, misurando i valori di LVAj in tre postazioni caratterizzate da una differente posizione relativa rispetto alle piste aeroportuali. Una prima postazione di misura (Pos. 1) era localizzata in un’area urbana prossima all’aeroporto, distante da esso 1100 m, nel quartiere di Sestri Ponente. Una seconda postazione era situata su un’altura prospettante la pista aeroportuale, in località Pegli Vetta (Pos. 2), ad una distanza di circa 1700 m dalla pista. Entrambi i luoghi si trovano in posizione dominante verso il mare e quindi verso l’aeroporto, in quanto sul versante sud di due colline a ridosso della costa. Un terzo rilevamento è stato effettuato all’interno del sedime aeroportuale (Pos. 3), di fronte alla caserma dei Vigili del Fuoco, in prossimità dell’ARP (Aerodrome Reference Point) della pista. Le tre postazioni di misura sono indicate in Fig. 2. La scelta delle postazioni di misura è stata condotta in modo da avere una distribuzione mista sul territorio, sia come direzione, sia come distanza dall’aeroporto, così da ottenere dati significativi di confronto con i risultati dei codici di Figura 2: Postazioni di rilevamento fonometrico calcolo INM e HNM ai fini della validazione del modello.Un fonometro-analizzatore è stato utilizzato per misurare il SEL (Sound Exposure Level) corrispondente ad ogni evento sonoro aeroportuale, in modo da poter calcolare i livelli di valutazione del rumore aeroportuale diurno e notturno (LVad, LVAn) e quindi il livello di valutazione del rumore aeroportuale totale giornaliero LVAj, conformemente al D.M. 31.10.1997. A partire dal SEL di ogni evento registrato, si sono valutati i livelli di valutazione del rumore aeroportuale diurno e notturno (LVAd, LVAn) mediante le seguenti relazioni: ⎡1 L VAd = 10 log ⎢ ⎢⎣ Td ⎡1 L VAn = 10 log ⎢ ⎢⎣ Tn Nd ∑ 10 SELi 10 i =1 ⎛ Nn SELi ⎜ 10 10 ⎜∑ ⎝ k =1 ⎤ ⎥ ⎥⎦ dB(A) ⎤ ⎞ ⎟ + 10⎥ ⎟ ⎥⎦ ⎠ dB(A) (3) (4) dove: Td è la durata del periodo diurno (61200 s); Nd è il numero totale di operazioni registrate nel periodo diurno; Tn è la durata del periodo notturno (25200 s); Nn è il numero totale di operazioni registrate nel periodo notturno. Il livello di valutazione del rumore aeroportuale totale giornaliero LVAj riferito a tutte le operazioni nell’arco della giornata dalle ore 00.00 alle ore 24.00, è dato dalla relazione: LVAn ⎤ ⎡ 17 LVAd 7 L VAj = 10 log ⎢ 10 10 + 10 10 ⎥ dB(A) 24 ⎢⎣ 24 ⎥⎦ (5) I valori di LVAj così determinati per le tre postazioni di misura sono stati quindi confrontati con i valori calcolati dal codice di calcolo, per le stesse condizioni di traffico aeroportuale. Un primo confronto ha evidenziato scarti di una certa entità tra valori numerici e dati misurati. Si sono quindi introdotti nel codice di calcolo una serie di correzioni, al fine di tarare il modello stesso sulla base dei dati sperimentali. Innanzitutto si sono definite in termini via via più esatti rispetto ai primi tentativi le caratteristiche dei velivoli non inclusi nel database originale di INM, che presenta un alto livello di definizione per gli aerei statunitensi, ma non Tabella 2: Confronto dei risultati dei rilevamenti con i risultati dei codici di calcolo INM e HNM in termini di LVAj LVAJ dB(A) POS. 1 POS. 2 POS 3 Via dell’acciaio Pegli Vetta Aeroporto 13 luglio 14 luglio 20 luglio 48.3 53.1 66.2 48.5 52.3 65.9 Risultati rilevamenti fonometrici Risultati codici di calcolo contiene le caratteristiche di emissione, ad esempio, di aerei europei come i Piaggio P180 e P166 o il Dassault Falcon 50. Gli aggiustamenti condotti in tale senso hanno prodotto lievi miglioramenti, ma i livelli di rumore simulati non si discostavano sensibilmente dai risultati precedenti. A questo punto si è supposto che la scarsa accuratezza non dipendesse dalla caratterizzazione degli aerei non presenti nel database, quanto piuttosto dalla non corretta attribuzione di un modello agli aerei che vi erano invece rappresentati. In altri termini, si è guardato con più attenzione alle corrispondenze stabilite tra gli aerei in decollo e atterraggio e quelli proposti dal database: ad esempio, l’aereo che aveva compiuto il maggior numero di operazioni nei giorni dei rilevamenti, il Boeing 737, è in effetti presente nel database di INM ben cinque volte, a seconda delle diverse versioni e motorizzazioni. In assenza di informazioni a proposito nei dati raccolti e trasmessi da ENAV, all’inizio si era scelto come rappresentativo il modello 737D17; in seguito si è passati al 737222 e, infine, al 737N17, con il quale si è riscontrato un notevole miglioramento della accuratezza delle simulazioni. Dopo l’affinamento del modello così condotto, si sono ottenuti dal merging dell’output dei codici INM e HNM i risultati riportati in Tab. 2 e, ad esempio per il 20 luglio, in Fig. 3. Come appare dall’osservazione della tabella, in cui i dati ricavati dai rilievi fonometrici sono confrontati con quelli ottenuti dalle simulazioni, i risultati sono molto simili, confermando così la accuratezza della modellizzazione condotta. 5. RISULTATI E DISCUSSIONE Si sono condotte una serie di simulazioni previsionali relative al rumore nell’intorno aeroportuale nelle attuali condizioni di traffico e nelle condizioni di traffico previste dal Figura 3: Curve isolivello relative al giorno 20 luglio 2005 (scala originale 1:25000) Figura 4: Curve isolivello relative allo stato attuale dell’aeroporto (scala originale 1:30000) Piano Regolatore Aeroportuale per l’anno 2010. La modellizzazione ha consentito di estendere l’analisi dell’impatto acustico dell’aeroporto a tutte le aree interessate e di estendere lo studio a diversi scenari futuri, prendendo in esame l’evoluzione del traffico aereo e scelte urbanistiche attualmente in discussione. Nella valutazione riferita allo stato attuale, si sono utilizzati i dati di traffico aeroportuale, forniti dall’ENAV, relativi a tre giornate appartenenti, una per ciascuno, ai periodi 1 ottobre – 31 gennaio, 1 febbraio – 31 maggio e 1 giugno – 30 settembre, così come previsto dal D. M. 31.10.1997. I risultati sono riportati in Fig. 4. La modellizzazione ha confermato quanto già noto al gestore aeroportuale: i livelli di rumore sono piuttosto contenuti sia in virtù della posizione dell’aeroporto e dei corridoi di decollo e atterraggio, che incidono sull’area marina antistante la costa o su aree ad esclusivo uso portuale o industriale, sia a causa del traffico relativamente contenuto che gravita sull’aeroporto C. Colombo. Il limitatissimo numero di esposti e lamentele da parte della cittadinanza è conseguenza di tale fortunata localizzazione dell’aeroporto, prossimo al centro città, ma sufficientemente distante dalle aree costiere urbanizzate. Si è quindi modellizzato il rumore prodotto dal traffico aeroportuale nelle condizioni previste per il 2010, nell’ ipotesi, propria del Piano di Sviluppo Aeroportuale, di un incremento del traffico a tale data pari al 20% rispetto allo stato attuale. Fig. 5 mostra il risultato delle simulazioni in forma grafica. Visti i contenuti livelli sonori propri della condizione attuale, anche a fronte di un incremento sensibile dei traffici, i Figura 5: Proiezione futura a breve termine (anno 2010, scala originale 1:30000) Figura 6: Sovrapposizione tra lo scenario futuro al 2010 e la zonizzazione acustica aeroportuale ipotizzata (scala originale 1:25000) livelli di rumore in corrispondenza dei ricettori continuano ad essere del tutto accettabili Poiché ad oggi non è stata ancora adottata una zonizzazione acustica aeroportuale delle aree circostanti l’aeroporto, si è prodotta una classificazione acustica rispondente ai criteri definiti dal D.M. 31 ottobre 1997 analizzando i diversi insediamenti e le relative caratteristiche e sovrapponendovi infine gli output combinati ottenuti rispetto allo stato attuale e alla previsione al 2010 (Fig. 6). Il confronto ha indicato il rispetto dei valori limite di rumore ipotizzati sia nello stato attuale, sia nello scenario futuro. In Fig. 7 è infine rappresentata la situazione ipotizzata dal Renzo Piano Building Workshop per la futura risistemazione del waterfront, che prevede lo spostamento dell’aeroporto su un’isola artificiale circa 790 metri più al largo, con il corrispondente aumento del traffico aereo di circa il 30% rispetto alla condizione attuale. La simulazione indica una riduzione dei livelli sonori in corrispondenza delle aree urbanizzate rispetto alla attuale localizzazione e permette pertanto di stimare che anche incrementi di traffico che superino quello previsto potranno essere accolti dall’aeroporto senza che i livelli di rumore associati alla operatività dello scalo eccedano i valori limite di legge e, soprattutto, arrecando un disturbo alla cittadinanza comunque tollerabile. 6. CONCLUSIONI La compatibilità tra il traffico aereo ed il territorio presuppone la preventiva valutazione degli effetti del rumore come forma di inquinamento delle aree contigue agli aeroporti al fine di inquadrare tali effetti nel rispetto dei valori ambientali del comprensorio servito e di assicurare la compatibilità fra aeroporto e ambiente. I codici di simulazione utilizzati attualmente non consentono in generale un approccio dei più amichevoli, in quanto essi non sono pensati e sviluppati per utenti non statunitensi: sono previsti quindi database che scarseggiano degli aerei principalmente presenti nelle flotte europee. Inoltre esiste il problema della estrema difficoltà di importare files di elevazione del terreno nel particolare formato proprietario .3cd esistente solo per aree nordamericane. Non sono valutati, infine, dai suddetti codici di calcolo gli indici di valutazione LVAd, LVAn e LVAj previsti dalle norme comunitarie e nazionali. L’adeguamento agli standard europei di tali modelli è un’operazione indispensabile per avere simulazioni più accurate e rappresentative dell’impatto acustico dovuto al traffico aeroportuale. Figura 7: Ipotesi Renzo Piano Building Workshop (scala originale 1:40000) La modellizzazione del rumore da traffico aeroportuale per l’aeroporto C. Colombo di Genova ha indicato da una parte la necessità di una attenta taratura del modello numerico mediante il confronto con dati misurati, dall’altra l’efficacia dei codici di calcolo nella analisi del clima acustico nell’intorno aeroportuale, sia in termini di analisi dettagliata sul territorio degli effetti prodotti, sia di valutazione previsionale rispetto a scenari futuri. Nello specifico, il rumore associato allo scalo genovese è risultato relativamente contenuto sia nelle condizioni attuali, sia a fronte di una crescita del traffico aereo del 20% nei prossimi anni. Inoltre è risultata decisamente migliorativa l’ipotesi di uno spostamento dell’aeroporto di circa 790 metri più al largo, che permetterebbe un’ulteriore crescita dei movimenti con livelli di rumore compatibili con i valori limite di legge e con un accettabile disturbo alla popolazione esposta. BIBLIOGRAFIA 1. G. Sciutto e M. Galaverna, Tecnologie dei trasporti e territorio, SCIRO, 2000. 2. R. Passatore, F. D’Amico e D. Maffeo, Rumori degli aerei e tutela dell’ambiente, S.A.G.A.T., 1993. 3. K. McK. Eldred, Airport Noise, in M. J. Crocker (ed.), Handbook of Acoustics, chap. 70, John Wiley & Sons, Inc., Toronto, 1998. 4. ECAC.CEAC Doc. 29: Report on Standard Method of Computing Noise Contours around Civil Airports, European Civil Aviation Conference, terza ed., Dic. 2005. 5. ECAC.CEAC Doc. 29R: Methodology for Computing Noise Contours around Civil Airports, European Civil Aviation Conference, Maggio 2004. 6. Circular 205 - Recommended Method for Computing Noise Contours around Airports: AN/1/25, ICAO, 1988. 7. Agenzia Nazionale Protezione Ambiente, nota prot. N.6117 del 15 marzo 2001. 8. Gulding, Olmstead, Roof, Fleming, Rapoza e Gerbi, INM - Integrated Noise Model version 6.0 technical manual, FAA, Settembre 1999. 9. Autori vari: AEM - Area Equivalent Method version 6.0c, F.A.A., Novembre 2001. 10. Società Aeroporto di Genova S.p.A. Piano di Sviluppo Aeroportuale, 2002. 11. Fleming e Rickley, HNM - Heliport Noise Model version 2.2 user’s guide, F.A.A., Febbraio 1994. 12. G. Brambilla, I decreti sul rumore aeroportuale – Analisi delle diverse procedure operative, CNR, Roma, 2000.