STIPSI : approccio clinico Corso Formativo Coordinatori RSA Dott Gianni Miori U.O Gastroenterologia Ospedale S. Chiara 20 marzo 2010 Corso medici RSA STIPSI: funzionale e disturbi della defecazione - INCONTINENZA FECALE - PREVENZIONE STIPSI NEGLI ANZIANI - CASI CLINICI - PREPARAZIONE ALLA COLONSCOPIA - Corso stipsi Introduzione Definizione Epidemiologia Prevalenza Fisiopatologia Classificazione Etiologia Diagnosi Terapia Introduzione La stipsi è il piu’ comune sintomo intestinale che colpisce la popolazione generale nei paesi occidentali. La causa piu’ frequente è la forma “funzionale”, o quella secondaria a farmaci. Meno frequentemente sono implicate altre cause (metaboliche neurologiche ostruttive). Parleremo di definizione, epidemiologia, fisiopatologia, etiologia, valutazione della stipsi, nonché del suo trattamento e casi clinici. Inoltre alcune raccomandazioni di prevenzione della stipsi negli anziani. Tratto da diverse linee guida: (AGA guideline constipation, ; UpToDate www.uptodate.com versione 15.2 del 3/5/2006, RNAO: RNAO: Registered Nurses Association of Ontario ) Introduzione La stipsi non è una malattia ….ma un sintomo. ...è una alterazione dell’alvo caratterizzata dalla infrequente e difficoltosa emissione di una quantità scarsa di feci di aumentata consistenza per eccessiva disidratazione Corso stipsi Introduzione Definizione Epidemiologia Prevalenza Fisiopatologia Classificazione Diagnosi Terapia Stipsi: definizione Dare una precisa definizione della stipsi è difficile in quanto i parametri possono differire da una popolazione all’altra o da una area geografica all’altra. Definizione in base a: Sintomi riferiti dal paziente: sono variabili, riguardando non solo la frequenza delle evacuazioni ma anche la difficoltà alla evacuazione o la necessità o meno di “premersi”... Caratteristiche delle feci: parametri anche essi variabili, e difficilmente valutabili (frequenza evacuazioni, consistenza feci, peso, dimensioni..) Definizione (1) Frequenza: nel mondo occidentale la maggior parte degli individui evacua da 3 v/sett a 3v/die, quindi una prima definizione di stipsi potrebbe essere “ < a 3 evacuazioni a settimana” Consistenza e volume feci: dipende dal contenuto di fibre ed acqua (dure se contenuto acqua del 60%; normale 70%, cremose 80; liquide 90%) Definizione (2) Volume e peso: variabile, dipende dalla alimentazione (popolazioni rurali africa: 500 g/die; occidente: 150 g/die) E’ quindi importante capire cosa il paziente intenda quando si definisce stitico (diario quotidiano): in una discreta parte della popolazione la mancata quotidiana evacuazione è definita come stipsi..altre volte, per alcuni, è definita come una evacuazione quotidiana ma di feci dure..o la sola necessità di “premersi”..o la semplice difficoltà alla evacuazione ..o piu semplicemente …il tempo passato in gabinetto.. Definizione (3) Proprio per questi motivi di difficoltà a definire la stipsi un gruppo di esperti si è riunito a Roma definendo i seguenti criteri per porre la diagnosi di “Stipsi cronica funzionale” (SCF): Criteri diagnostici ROMA III 1) Functional Bowel disorders: (1) GASTROENTEROLOGY 2006;130:1480–1491 sforzo eccessivo alla evacuazione feci dure o caprine sensazione di evacuazione incompleta sensazione di ostruzione o blocco ano-rettale utilizzo di manovre manuali almeno 1 volta su 4 evacuazioni n° evacuazioni < 3 alla settimana STIPSI = almeno 2 criteri per almeno 3 mesi (senza lassativi) può essere considerata fisiologica una frequenza intestinale variabile da 2-3 v al giorno a 3 v alla settimana ! la STIPSI è un SINTOMO ! Criteri diagnostici per i “distubi funzionali” della defecazione Il paziente deve soddisfare i criteri diagnostici della stipsi funzionale Durante i tentativi di defecazione deve avere almeno 2 dei seguenti segni: - evidenza di defecazione alterata (test espulsione con palloncino o defecografia) -contrazione “inappropriata” dei mm del pavimento pelvico come lo sfintere anale o pubo rettale (manometria rettale) Epidemiologia (1) La stipsi è un problema che colpisce tutta la popolazione (adulti,bambini e specialmente gli anziani) e responsabile di costi sociali elevati (visite/ farmaci/OTC): USA: 2.5 milioni di visite / anno e molte centinaia di milioni di dollari. Nel regno unito 450.000 visite/anno, 20 milioni/ sterline per farmaci. Epidemiologia (2) Dati epidemiologici precisi non ci sono, per i problemi esistenti a definire la stipsi. PREVALENZA: verosimilmente sottostimata in quanto la maggior parte degli individui stitici NON si rivolge al medico. Autosomministrazione di farmaci: stimata nel 50 % dei pazienti che usano lassativi. Corso stipsi Introduzione Definizione Epidemiologia Prevalenza Fisiopatologia Classificazione Diagnosi Terapia PREVALENZA (1) La prevalenza stimata nella popolazione generale varia dall’ 2 al 27 % e dipende dai criteri usati per definire la stipsi: è bassa se si considerano gli studi basati sui criteri usati per ROMA II-III ed è ovviamente piu’ alta se si considerano gli studi basati sulla auto definizione: negli USA una media del 12,8% della popolazione si dichiara stitica con un picco del 23,3% negli over 60 che sale al 26 % nei maschi e 34 % nelle donne oltre i 65 (1) (2-3) (1) Am Journal Gastr. 2005 100:S1 (2) Talley: prevalence of GI Symptoms in the elderly Gastroenterology 1992 102:895 (3) Talley Constipation in an elderly comunity Am J Gas 1996 91:19 PREVALENZA (2) La stipsi è 3 volte piu frequente nelle donne Aumenta con l’età specie dopo i 65 aa aumentando considerevolmente negli anziani (26% maschi e 34 % donne) E’ maggiore nelle classi piu’ povere Maggiore nelle popolazioni di colore (1) (2) (1) (1). (1) Higgins: Eidemiology of constipation in North America a systemic review (Am. J. Gastroent. 2004; 99:750) (2) Prevalence of gastrointestinal symptoms ijn the elderly (Gastroenterology 1992) DATI EPIDEMIOLOGICI prevalenza registrata nel mondo occidentale: circa il 5 % (verosimilmente sottostimata per l’autotrattamento del problema) prevalenza nettamente maggiore se valutata in base alla definizione soggettiva del paziente circa 20 % rapporto F/M = 3:1 aumento drammatico della prevalenza con l’età > 65 aa - circa il 30-50% degli anziani usa regolarmente lassativi - percentuali ancora maggiori in caso di ricovero o istituzionalizzazione: RSA 50% ospiti sono stitici specie in “anziani fragili” ( Bosshard W drugs 2004) PREVALENZA: genere/età PREVALENZA: razza/età PREVALENZA: classi sociali ….quindi… Il 25% della popolazione generale si definisce stitica In realtà solo il 4% soddisfa i criteri diagnostici di Roma II (Claar GM. Atti sulla stipsi- Roma 6-7 febbraio 2004) RSA: 50% ( Bosshard W drugs 2004) Corso stipsi Introduzione Definizione Epidemiologia Prevalenza Fisiopatologia Classificazione Diagnosi Terapia FISIOPATOLOGIA (1) FUNZIONI DEL COLON ritardare il transito fecale (~ 24-30 ore) al fine di aumentare l’assorbimento dell’acqua immagazzinare le feci tra una evacuazione e la successiva muovere il materiale fecale verso l’ano POSSIBILI DISFUNZIONI: - rallentamento del transito intestinale (ipotonia/inerzia colica) - anomalie motorie (ipersegmentazione senza azione propulsiva) - riduzione della massa fecale - eccessiva disidratazione della massa fecale FISIOPATOLOGIA (2) FUNZIONI DEL RETTO La maggior funzione del retto è quella di serbatoio, per poter accogliere volumi fecali crescenti, per breve periodo di tempo. Pospone cosi’ la defecazione fino alla comparsa dello stimolo per evacuare. Questo permette di evacuare volontariamente al tempo piu’ appropriato FISIOPATOLOGIA (3) FUNZIONI DEL CANALE ANALE Mantiene la continenza fecale Controlla la defecazione (fondamentale importanza sociale!!) Il canale anale “riconosce” quando il retto è pieno (stimolo). Discrimina il contenuto del retto (solido, liquido, gassoso): sensibilità rettale. FISIOPATOLOGIA (4) FISIOLOGIA DELLA DEFECAZIONE (1) Di solito la defecazione è stimolata dal “riflesso gastro colico” (anche meccanismi ormonali) che insorge circa 20 minuti dopo il pasto . Il riflesso stimola la contrazione del colon spingendo il contenuto fecale nel retto. La distensione del retto è percepita dal cervello. Evoca per via riflessa l’inibizione del tono del IAS (RAIR) con rilassamento. FISIOPATOLOGIA (4) FISIOLOGIA DELLA DEFECAZIONE (2) Lo IAS si rilassa ed in tal modo si consente il contatto del contenuto fecale con le fini terminazioni sensitive del CA discriminando la natura del materiale (solido, liquido, gassoso). Per evitare l’evacuazione imminente il cervello manda un impulso volontario al EAS che si contrae. Le feci ritornano in ampolla rimandando l’evacuazione al momento sociale piu’ opportuno. FISIOPATOLOGIA (5) FISIOLOGIA DELLA DEFECAZIONE (3) Al momento opportuno il rilassamento volontario del EAS e del puborettale fanno iniziare l’evacuazione. Si produce un aumento dell’angolo ano rettale che da 90° passa a 140° rettilineizzando la via e facilitando la defecazione. L’espulsione delle feci, a questo punto, è favorita anche dai muscoli del torchio addominale (diaframma in particolare) che volontariamente si contraggono. FISIOPATOLOGIA (5) MECCANISMI DELLA DEFECAZIONE DISTENSIONE DEL RETTO (da parte della massa fecale) ridotta sensibilità del retto RILASCIAMENTO SFINTERE ANALE INTERNO (muscolatura liscia) riflesso inefficace TORCHIO ADDOMINALE + MOVIMENTI ESPULSIVI scorretto ponzamento RILASCIAMENTO SFINTERE ANALE ESTERNO (muscolatura striata) contrazione paradossa durante la defecazione (ANISMO o DISSINERGIA PELVICA) ESPULSIONE FECI Corso stipsi Introduzione Definizione Epidemiologia Prevalenza Fisiopatologia Classificazione Diagnosi Terapia CLASSIFICAZIONE della STIPSI Stipsi Funzionale colica (transito normale/ridotto) ano rettale (disturbi funzionali defecazione) Stipsi Secondaria organica da patologie sistemiche da farmaci STIPSI SECONDARIA STIPSI ORGANICA da lesioni ostruttive (stenosi) neoplastiche non neoplastiche: - malattia diverticolare - colite ischemica cronica - esiti chirurgici… BACK SEC TIME STIPSI SECONDARIA EZIOLOGIA VARIA PATOLOGIE SISTEMICHE sindrome da immobilizzazione ! FARMACI ENDOCRINE NEUROLOGICHE gravidanza lesioni del midollo ipotiroidismo morbo di Parkinson iperparatiroidismo neuropatia diabetica feocromocitoma sclerosi multipla glucagonoma s. di Guillan-Barrè antispastici calcio-antagonisti (ipertensione!!) antidepressivi antiparkinsoniani (in particolare i triciclici) (agonisti della dopamina, anticolinergici) oppiacei lassativi (per abuso/assuefazione) ( ipotonia colica, ipopotassiemia) diuretici ioni metallici ( ipopotassiemia) (alluminio, bismuto, calcio, ferro) FARMACI (2) Antispastici: buscopan, duspatal, debridat, rilaten, dicitel, lexil, debrum.. Antidepressivi: triciclici (laroxyl, anafranil Calcio antagonisti: adalat, norvasc, , baypress, lacipil, Isoptin, dilzene Antistaminici Supplemento di ferro, Calcio, FANS CLASSIFICAZIONE della STIPSI STIPSI FUNZIONALE Stipsi con transito NORMALE. E’ la forma piu’ frequente: TTI normale Stipsi con transito rallentato. TTI aumentato. Disordini della defecazione. Specie in donne anziane con anormalità manometriche o della defecografia. Ridotta sensibilità rettale (incontinenza paradossa, “soiling”) vedi poi Stipsi con transito normale Caratterizzata da dolore, meteorimo, incompleta defecazione. Risponde a dieta con fibre ed a lassativi osmotici Solo in caso di mancata risposta sono necessarie ulteriori indagini. Stipsi da rallentato transito. Senza evidenza clinica di evacuazione difficoltosa. Il primo esame da fare è il tempo di transito intestinale con marcatori radio opachi con modalità di esecuzione varia: esempio 20 marcatori al giorno 0 e poi eseguire singolo Rx al giorno 5 dopo 120 ore. La ritenzione di 4 o piu’ marcatori è anormale (limite confidenza 95%) ed indica rallentato transito. Difficoltà alla defecazione Dissinergia pelvica : eseguire manometria rettale ed esame di espulsione con palloncino. Se dubbio anche defecografia. Time Markers: calcolo del TTIm Questo esame è indicato in pazienti con stipsi cronica di natura funzionale (nei quali cioè sia stata esclusa con clisma opaco o colonscopia una ostruzione) Scopo dell’esame è di valutare la durata del transito oro-anale che generalmente varia da 2 a 5 gg in soggetti con assunzione adeguata di scorie e liquidi. Nel caso di rallentato transito puo’ differenziare una forma COLICA da una RETTALE. L’esame consiste nella assunzione di 10 cilindretti radio opachi ogni giorno per 10 gg sempre alla stessa ora e di eseguire un Rx DA l’11° giorno e contare il N° dei marcatori nel colon destro, colon sinistro e retto. Nei soggetti con normale transito all’11° giorno saranno visibili solo i cilindretti assunti negli ultimi 2-5 gg. NORMALE: < a 50 marcatori all’11° gg Time Markers (2) Se aumento del TTIm da rallentato transito COLICO = STIPSI PROPULSIVA. Se manometria normale “Inertia coli” (Chirurgo) Se aumento TTIm per rallentato transito RETTALE = STIPSI ESPULSIVA (disturbi funzionali della defecazione) CLASSIFICAZIONE della STIPSI STIPSI FUNZIONALE 1. Propulsiva: da cause che determinano RALLENTAMENTO del TRANSITO COLICO INTESTINALE (colon) 1. Espulsiva: da cause che determinano DISTURBO del MECCANISMO della DEFECAZIONE ano-retto (outlet obstruction) 1. TIPO MISTO - 1. può causare 2. - 2. può causare 1. (feci piccole e dure, difficili da espellere e che riducono la distensione/stimolazione del retto) (dilatazione colon a monte + rallentato transito) Corso stipsi Introduzione Definizione Epidemiologia Prevalenza Fisiopatologia Classificazione Etiologia Diagnosi Terapia STIPSI FUNZIONALE EZIOLOGIA (1) DIETA POVERA IN FIBRE AZIONE delle FIBRE: ritenzione acqua massa batterica fecale massa fecale frequenza evacuazioni tempo di transito intestinale ALTERATA MOTILITA’ DEL COLON - IPOATTIVITA’ MOTORIA idiopatica o inerzia colica (verosimili anomalie del sistema nervoso mioenterico) - IPERATTIVITA’ SEGMENTANTE (contrazioni segmentarie non propagate, senza effetto propulsivo) STIPSI FUNZIONALE EZIOLOGIA (2) Da notare che il piu’ delle volte nella stipsi funzionale “colica” (non legata ad alterazioni ano rettali) non si trova nessuna alterazione fisiopatologica: Stipsi con rallentato transito Disfunzioni pavimento pelvico Combinazione delle 2 IBS 11% 13% 5% 71% Stipsi con incontinenza (da accumulo fecale nel retto: “overflow incontinence” ) Normalmente l’incontinenza fecale è associata a disturbi del tono dello sfintere anale (ipotono) che compromettono il controllo della continenza. Alcune volte l’incontinenza, si manifesta con episodi ricorrenti ed incontrollati. Associata ad abnorme accumulo rettale di materiale fecale in soggetti con ridotta sensibilità rettale (..anziani specie istituzionalizzati, con depressione o “fragilità”). Materiale liquido puo’, in questo caso, fuoriuscire (piccole perdite che sporcano la biancheria o “soiling”) dallo sfintere girando attorno alle feci solide accumulate nel retto simulando diarrea (.. evitare terapia con antidiarroici!!). Clisteri bi settimanali previo PEG ed incremento fibre (?) e liquidi. Stipsi con incontinenza: Encopresi (da accumulo fecale nel retto: “overflow incontinence”(3) Il termine Encopresi è utilizzato per descrivere la ripetuta evacuazione di feci in luoghi inappropriati (per es., nei vestiti o sul pavimento) e si riferisce al rilascio volontario o involontario di feci normoconformate (a differenza del “soiling” in caso di emissione involontaria di modeste quantità di feci liquide o semiliquide). Dal punto di vista patogenetico si distinguono 2 forme: 1 - encopresi associata a stipsi, conseguente ad una ritenzione ostinata della defecazione, che dà luogo a perdita di feci per overflow; 2 - encopresi senza stipsi, da cause psicodinamiche (disturbi di tipo oppositivo-provocatorio, anomalie della condotta). Stipsi con incontinenza (da accumulo fecale nel retto: “overflow incontinence”(2) I meccanismi della continenza (sensibilità rettale e tono sfinteriale) sono tutti ben indagati dall’esame manometrico “standard”. Incontinenza vera o incontinenza da “overflow” (quindi da “stipsi”), tenesmo, “urgency” sono tutti sintomi che il paziente stesso confonde e che non sa descrivere La manometria permette di porre diagnosi di “ridotto tono sfinteriale” o “ridotta sensibilità rettale” o “dissenergia del pavimento pelvico” STIPSI FUNZIONALE EZIOLOGIA (3) DISTURBI dell’ EVACUAZIONE - lesioni anali: - emorroidi trombizzate - fistole - neoplasie ano-rettali - malattia di Hirschsprung - ragadi - proctite (deficit mioenterico del retto-sigma) - prolasso rettale, rettocele anteriore - anismo o dissinergia pelvica o defecazione ostruita - ridotta sensibilità rettale alla distensione - sindrome del perineo discendente (abbassamento della muscolatura del pavimento pelvico con il ponzamento) Corso stipsi Introduzione Definizione Epidemiologia Prevalenza Fisiopatologia Classificazione Etiologia Diagnosi Terapia APPROCCIO al PAZIENTE QUALI DOMANDE FARE ? ANAMNESI cosa intende per STIPSI ? (frequenza e modalità delle evacuazioni, caratteristiche delle feci) da quanto tempo è insorto il problema ? vi sono perdite ematiche visibili ? (caratteristiche e modalità) vi sono sintomi locali e/o generali ? (dolore, calo ponderale …) ci sono state variazioni della dieta e/o dell’idratazione ? (alcool?, caffè?) assume farmaci ? Se si quali? assume abitualmente lassativi ? c’è familiarità per K del colon ? (da considerare in relazione all’età del paziente) Anamnesi Vi sono sintomi esclusivi della stipsi ? ..non presenti nei pazienti normali? No, non vi sono sintomi specifici che differenziano i paziente con stipsi funzionale da quelli normali…è la presenza contemporanea di 2 o piu’ sintomi che permette di identificare i pazienti con stipsi cronica da soggetti normali (vedi criteri di Roma III) APPROCCIO al PAZIENTE COSA CERCARE all’ESAME OBIETTIVO ? ADDOME: meteorismo dolorabilità masse corda colica ISPEZIONE / ESPLORAZIONE RETTALE: emorroidi ragadi prolasso rettale neoplasie ano-rettali fecalomi tono sfintere anale esterno contrazione paradossa SA esterno durante ponzamento APPROCCIO al PAZIENTE STRUMENTI DIAGNOSTICI di 1° LIVELLO LABORATORIO: ESAMI STRUMENTALI: VES, PCR assetto marziale ormoni tiroidei elettroliti (Na, K, Ca) emocromo sangue occulto PTH glicemia colonscopia (clisma opaco d.c.) (colonscopia virtuale) QUANDO è INDICATA la COLONSCOPIA ? APPROCCIO al PAZIENTE STRUMENTI DIAGNOSTICI di 1° LIVELLO QUANDO è INDICATA la COLONSCOPIA ? se vi sono segni/sintomi di allarme (anemia sideropenica, sangue occulto +, perdite ematiche, cambiamento della forma delle feci) se età > 50 anni (non precedenti recenti colonscopie) se mai eseguita in storia di stipsi di lunga durata (ai fini di una diagnosi di esclusione) se la stipsi è insorta “di recente” (valutare intervallo di sicurezza = tempo trascorso da precedente esame strumentale negativo in rapporto al tempo necessario per lo sviluppo di patologia) APPROCCIO al PAZIENTE STRUMENTI DIAGNOSTICI di 1° LIVELLO QUANDO RIPETERE LA COLONSCOPIA ? 1. VALUTARE QUALITA’ ESAME PRECEDENTE - completezza dell’esame (= raggiungimento del cieco)…pulizia! - grado di pulizia intestinale - accuratezza del referto 1. CONSIDERARE L’ INTERVALLO DI SICUREZZA - eseguire colonscopia = “cercare” cause organiche di stipsi - l’intervallo di sicurezza è diverso a seconda dell’ipotesi diagnostica: per per per per neoplasia = 5-10 anni stenosi post-chirurgia = mesi malattia diverticolare = … meglio il clisma opaco … IBD = 2 anni ? (da correlare alla storia clinica) STIPSI ORG STIPSI STRUMENTI DIAGNOSTICI di 2° LIVELLO manometria ano-rettale (valutazione funzionale del retto e degli sfinteri) test di espulsione del palloncino (valutazione capacità di defecare un piccolo palloncino immesso nel retto) defecografia (valutazione fluoroscopica dei movimenti del pavimento pelvico e del retto) tempo di transito intestinale EMG (studio funzionalità dello sfintere anale esterno) Manometria ano rettale Permette di misurare: La pressione a riposo del IAS, la sua capacità di rilassarsi durante il ponzamento, la massima pressione volontaria dello EAS (“squeeze”), la presenza o meno del normale riflesso di rilassamento del IAS durante la distensione rettale con palloncino (RAIR). La soglia di sensibilità rettale. Manometria ano rettale Defecazione ostruita/anismo: contrazione paradossa del IAS durante ponzamento. Ritenzione fecale, abuso di clisteri: riduzione sensibilità rettale, con netto incremento del volume massimo. Hirscprung: assenza RAIR Ragade: aumento pressione IAS a riposo. Test di espulsione palloncino Un palloncino in lattice viene inserito nel retto e gonfiato con 50 ml di acqua o aria ed il paziente viene invitato ad espellerlo privatamente in bagno. L’incapacità alla esplusione in 2-5 minuti rafforza l’ipotesi di un disturbo espulsivo (Fleshman 1992) Quando richiedere la manometria? Indicata nei pazienti con stipsi persistente dopo aver eseguito gli esami di 1 livello (TTI, colonscopia) e che non hanno risposto ad un approccio terapeutico di I livello (modificazioni dietetico comportamentale + lassativi osmotici) In caso puo’ essere integrata con altri esami (defecografia) per evidenziare una eventuale defecazione ostruita Defecografia E’ una tecnica radiologica Un preparato di bario con consistenza simile a quella delle feci viene inserito nel retto. Il paziente viene invitato ad espellerlo mentre viene studiato in fluoroscopia (foto/video). Viene valutato il livello di svuotamento finale del retto, la misura dell’angolo ano/rettale, la discesa del perineo e la presenza o meno di rettocele. Biopsia rettale Nel sospetto di Hirschprung le biopsie rettali devono essere eseguite 3 cm sopra lo IAS e devono essere profonde per dimostrare la caratteristica assenza di plesso mioenterico. Corso stipsi Introduzione Definizione Epidemiologia Prevalenza Fisiopatologia Classificazione Diagnosi Terapia TERAPIA della STIPSI (1) 1. RASSICURARE il PAZIENTE (dopo aver escluso patologia organica) = la stipsi è un sintomo, non deve diventare una malattia ! 1. MODIFICARE i COMPORTAMENTI SBAGLIATI - assecondare sempre lo stimolo a defecare - creare una regolarità dell’alvo orario quotidiano regolare, cercando di sfruttare il riflesso gastro-colico (dopo i pasti) utilizzare eventualmente un lassativo o un piccolo clistere di stimolo dedicare il giusto tempo (15-20 minuti) all’atto della defecazione (senza ponzare!) - suggerire una postura corretta (per ridurre il bisogno di spingere) il water alla giusta altezza e un appoggio corretto dei piedi inclinazione dell’addome anteriormente rilassare i muscoli del piano pelvico - incrementare (se possibile) l’attività fisica TERAPIA della STIPSI (2) CONSIGLI DIETETICI - adeguata idratazione (1500-2000 ml di acqua al giorno) - aumento della quantità di fibre nella dieta (25-30 g al giorno) ALIMENTI CON ALTE QUANTITA’ DI FIBRE FRUTTA FRESCA ~ 2 g a porzione 1 mela, 1 arancia, 1 pera, 2 prugne, uva, 2 mandarini FRUTTA SECCA ~ 2-4 g a porzione LEGUMI ~ 5 g ogni 100 g fagioli, piselli, lenticchie, fave, ceci CEREALI ~ 5 g a porzione (50-100 g) riso non brillato, pane integrale, pane di segale, mais VERDURA ~ 2 g ogni 150 g insalata, pomodori, rape, carote crude, cavoli, fagioli verdi, carciofi, cavolfiori, spinaci 2 fichi secchi, 3 albicocche secche, 10 mandorle, 10 nocciole, 15 arachidi TERAPIA della STIPSI (3) Il TERRITORIO dello SPECIALISTA FARMACI sistemici - misoprostolo (200 mcg x 4/die) - tegaserod , prucalopride (procinetici serotoninergici) - lubiprostone, linaclotide (prosecretori) - eritromicina, nizatidina (aumento svuotamento e peristalsi) - betanecolo …solo in trials clinic futuri!! RIABILITAZIONE FKT + BIOFEEDBACK da utilizzare solo dopo completo studio funzionale SUPPORTO PSICHIATRICO necessario nei pazienti con disordini del comportamento alimentare e utile nei pazienti che: - negano le evacuazioni - riferiscono sintomi sproporzionati rispetto all’obiettività e ai riscontri dei test funzionali - lamentano dolore e gonfiore addominali o disturbi della defecazione continui e che non migliorano con la terapia TERAPIA CHIRURGICA limitata a casi selezionati e accuratamente valutati LASSATIVI (1) CLASSIFICAZIONE (a) FIBROLAX, PSYLLIUM, mucillagini PLANTEN, Psillio, ca polycarbophil, AGENTI CHE NORMACOL, MODULA, cellulosa e derivati AGIOLAX, NOVAFIBRA, FORMANO MASSA BENEFIBRA, crusca… (“bulking”) incrementano gomme vegetali (sterculia …) il peso e la massa fecale - bere almeno 1500-2000 ml di acqua al giorno assorbendo acqua.. - insorgenza di azione lenta: almeno 3-4 giorni - assumere lontano da altri farmaci (interferenza con l’assorbimento) - non provocano meteorismo o flatulenza LASSATIVI LUBRIFICANTI (AMMORBIDENTI FECALI) olio di ricino olii di vaselina, oliva, mandorle sodio docusato glicerina miscela 3 olii, VEROLAX, MACROLAX, GLICEROLAX, ZETALAX, supp. GLICERINA - le soluzioni oleose per os possono provocare danni della mucosa del piccolo intestino e malassorbimento di vitamine liposolubili. Segnalati casi di polmonite da aspirazione (anziani!) LASSATIVI (2) CLASSIFICAZIONE (b) Lattulosio (..disaccaride non assorbibile..) lattitolo Sorbitolo LASSATIVI OSMOTICI (e SALINI) ..richiamano acqua nel lume intestinale..gradiente osmotico DUPHALAC, LAEVOLAC, EPALFEN, LATTULAC, NORMASE, PORTOLAC (azione in 1-48 ore) - non indicati per la stipsi cronica - utili negli episodi acuti di stipsi - provocano facilmente meteorismo, flatulenza, crampi addominali sodio fosfato idrossido di magnesio solfato di magnesio FOSFO SODA FLEET, PHOSPHOLAX, magnesia S. Pellegrino (azione in 1-48 ore) - attenzione al contenuto in sodio e fosfato (ipertesi e anziani!) - interferiscono con assorbimento farmaci (distanziare di 2-3 ore) - vanno assunti con adeguata idratazione (500-2000 ml acqua/die) PEG 3350- 4000 (polietilenglicole) PERGIDAL, MOVICOL, ISOCOLAN, SELG, SELG-ESSE (con dimeticone) LASSATIVI (3) CLASSIFICAZIONE (c) derivati antrachinonici: aloe senna LASSATIVI STIMOLANTI cascara frangula ..irritanti !..provocano rabarbaro secrezione di acqua ed elettroliti con derivati difenilmetano: stimolazione del plesso Bisacodil mioenterico e quindi picosolfato della peristalsi - ALAXA, DULCOLAX, VERECOLENE, TISANA KELEMATA PURSENNID, EUCHESSINA, GUTTALAX, FALQUI, FAVE DI FUCA, HEPATOS, EPAREMA, DISCINIL COMPLEX, Amaro Medicinale Giuliani (agiscono in 8-12 ore) possono provocare crampi addominali l’uso cronico porta a grave ipotonia del colon (colon da catartici) determinano melanosi della mucosa del colon (reversibile) sono sicuri per l’uso a breve termine LASSATIVI (4) CLASSIFICAZIONE (d) Evacuazione stimolata dalla distensione del retto o da azione osmotica (glicerina) o stimolante (bisacodyl) CLISTERI EVACUATIVI Acqua, fosfato, glicerina, bisacodyl SUPPOSTE Agiscono in pochi minuti Possono beneficiarne i pazienti refrattari ai lassativi con grave stipsi. I clisteri a base di acqua sono piu sicuri (quelli a base di phosfato aumentano l’azione lassativa ma possono provocare iperfofatemia ed ipocalcemia se ritenuti). Possono provocare irritazioni anorettali. Non dovrebbero essere usati giornalmente. COSA FARE NEL PAZIENTE CHE ASSUME CONTINUAMENTE LASSATIVI ? (1) prima di tutto… SRADICARE UN USO SBAGLIATO O UN ABUSO pazienti che assumono lassativi per “prevenire la stipsi” pazienti con l’idea che l’alvo “deve” essere quotidiano per essere in buona salute (“per eliminare le tossine intestinali e purificare l’organismo”), con buona probabilità di gradimento dell’ idrocolonterapia … l’uso cronico di lassativi stimolanti può causare nel tempo una stipsi grave e quasi intrattabile (perdita della motilità colica) COSA FARE NEL PAZIENTE CHE ASSUME CONTINUAMENTE LASSATIVI ? (2) Provare a ridurli e sospenderli per un periodo, valutando la frequenza delle evacuazioni (..diario..). Sostituire i lassativi piu’ problematici con altri (stimolanti”bulcking”) Rivalutazione norme dietetiche (acqua e fibra) Eseguire eventuali test funzionali Approccio diagnostico alla stipsi cronica AGA guideline Anamnesi / Esame obiettivo/ Valutazione su possibili cause secondarie Non identificate cause secondarie colonscopia Non evidenziate cause organiche Studio del transito/manometria rettale Test di espulsione Tutto normale Disordine della defecazione Stipsi da transito lento Stipsi da transito lento + disfunzione del pavimento pelvico Ripetere il transito normale Stipsi con transito normale Si inizi il trattamento come fosse una stipsi da disfunzione del pavimento pelvico e se la risposta è inadeguata si tratti come stipsi da transito lento Stipsi con normale transito AGA guideline (modificata) Fibre, MOM (latte di magnesio) Miglioramento Nessun miglioramento Continuare il trattamento Aggiungere PEG Miglioramento Nessun miglioramento Continuare il trattamento Aggiungere lassativi stimolanti Miglioramento Nessun miglioramento Continuare il trattamento Tegaserod oppure Lubiprostone AGA guideline Stipsi da transito rallentato Fibre, MOM, (Bisacodyl, Dulcolax) Miglioramento Nessun miglioramento Continuare il trattamento Aggiungere PEG Miglioramento Nessun miglioramento Continuare il trattamento Misoprostol, Tegaserod Miglioramento Nessun miglioramento Colectomia subtotale Con ileo-retto anastomosi Disfunzione del pavimento pelvico AGA guideline Fibre, suppositori, clismi Biofeedback + fibre Nessun miglioramento Miglioramento Defecografia Follow-up clinico Anormale Valutazione dei difetti anatomici rettali Anormale Normale Biofeedbak, suppositori, clismi Intervento se non migliora Riparazione chirurgica Intervento chirurgico non necessario Ripetere test di espulsione Normale Stipsi con transito normale stipsi cronica nell’anziano Bosshard W 2004 Stipsi cronica (criteri Roma II) Colonscopia/manometria/anamnesi/EO Non identificate cause organiche/secondarie Misure non farmacologiche Rivalutare farmaci Ottimizzare introito di liquidi Incremento attività fisica Misure dietetiche: FIBRA Migliora continuare Non migliora Migliora Misure farmacologiche Lassativi di massa (se abbastanza liquidi) Lassativi osmotici (idrossido di Mg) PEG Lattulosio (..meteorismo..) Lassativi stimolanti possibilmente “ a cicli” Lassativi e clisteri Non migliora Altre opzioni: chirurgia Uso del PEG nella SCF: caratteristiche e meccanismo di azione Miscela di polimeri non assorbibili ad azione osmotica. Aumento contenuto di acqua . Non è assorbito, non è metabolizzato non è fermentato (no meteorismo). 3350 e 4000 di PM: il 3350 è + igroscopico Addizionati o meno con solfato di Na o Mg La somministrazione prolungata di piccole quantità quotidiane mantiene nel tempo la sua efficacia ( a differenza degli altri lassativi in cui bisogna > la dose). Indicata pertanto nell’uso della SCF Lassativi osmotici a base di PEG Nome commerciale PEG Dose (gr/ busta) Elettroliti NaMg/NaS Indicazioni Macro P 4000 18,5 + +/+ Radiologia Colonscopia Isocolan 4000 17,4/34,8 + + Stipsi cronica colonscopia Selg esse 4000 70 + + Pulizia colon in colonscopia Selg 250 4000 17,5 + + SCF Movicol 3350 13,8 + - SCF Onlipeg 4000 10 + - SCF PEG valutazione efficacia PEG vs placebo: numerosi studi controllati indicano che il PEG è efficace nel normalizzare l’alvo in pazienti con SCF e che l’assunzione a lungo termine mantiene un alvo regolare senza indurre effetti indesiderati PEG/vs lattulosio: PEG maggiormente efficace con meno effetti collaterali (gas intestinale) PEG nella SCF: dosaggio consigliato PEG 3350: il dosaggio per ottenere una normale frequenza evacuativa varia da 17 a 34 g (corrispondente a 1-2 buste al giorno) Iniziare con basse dosi fino a stabilizzazione Una volta stabilita la dose efficace il trattamento puo’ essere continuato anche per lungo tempo. PEG: tollerabilità e sicurezza La maggior parte delle informazioni disponibili derivano sugli studi sulla preparazione intestinale alla colonscopia. I disturbi sono collegati all’alto volume, ma se usati a basso volume (SCF) sono ben tollerati. Sapore sgradevole salino: legato al solfato di sodio e Mg. L’assenza del solfato migliora molto l’accettabilità. Sicuro anche negli anziani: non alterazioni elettrolitiche PEG: valutazioni farmaco economiche Oltre che efficacia e tollerabilità nella scelta del lassativo sono importanti considerazioni economiche. Il PEG costa di piu’ del lattulosio ma è piu’ efficace e meglio tollerato con un minor numero di visite dal mmg e quindi onere economico totale minore. Christie et all: economic impact of low dose PEG 3350 plus electrolytes compared with lactulose in the management of idiopathic constipation in the UH. Pharmacoeconomics 2002; 20:49-60 NMS neuromodulazione sacrale NMS neuromodulazione sacrale La NMS è un trattamento ottenuto tramite la stimolazione dei nervi del plesso sacrale con lievi impulsi elettrici da parte di un elettrostimolatore (InterStim-Medtronic) impiantato La terapia comprende 2 fasi 1 fase: stimolazione di prova che consente di determinare l’efficacia della stimolazione. E’ una proceura temporanea e reversibile. Consiste nella stimolazione con elettrocatetere collegato ad uno stimolatore esterno che emette lievi impulsi elettrici percepiti inizialmente come formicolio o parestesie nella zona genitale. La fase di prova puo’ durare qualche giorno. Compilazione diario. NMS neuromodulazione sacrale (2) 2° fase: se i sintomi del paziente sono chiaramente migliorati si passa all’impianto permanente. Il neurostimolatore impiantato funzione come un “pace maker” inviando continuamente impulsi elettrici al n. sacrale al fine di ripristinare la funzione od il controllo fecale/urinario. Lo stimolatore funziona sempre, è impiantato sotto la cute, ma può essere disattivato dal paziente stesso, dall’esterno in casi particolari (RMN, antifurti). La batteria dura 7 anni dopo di che si sostituisce completamente lo stimolatore. NMS neuromodulazione sacrale La terapia con InterStim deve essere presa in considerazione dopo il fallimento delle terapie mediche e prima di prendere in esame le opzioni chirurgiche. Disturbi del pavimento pelvico (incontinenza fecale-urinaria, stipsi). Elettrocatetere impiantato per stimolare i nervi sacrali con lievi disturbi elettrici. 2 fasi (prova/impianto permanente) Indicazioni InterStim Incontinenza fecale/urinaria: aumento in genere della capacità di ritardare la defecazione consentendo di raggiungere il bagno con netto aumento della qualità di vita del paziente in tutte le scale considerate (stile di vita, comportamento, Condotta, depressione, Stima di sé, imbarazzo) La stimolazione del n sacrale aumenta la continenza in maniera significativa. Indicazioni InterStim Stipsi: diversi studi su pazienti con disfunzione vescicale e stipsi hanno dimostrato un netto miglioramento anche della stipsi. La stimolazione del n sacrale costituisce una alternativa per i pazienti con grave ed intrattabile stipsi. La stimolazione di prova consente di prevedere l’esito della terapia. STIPSI: Grazie della cortese attenzione !! INCONTINENZA FECALE Perdita incontrollata di materiale fecale in individuo > ai 4 anni associata a: Alterata funzione sfinteriale (IAS, EAS) Alterata sensibilità rettale Impatto fecale (incontinenza da overflow) INCONTINENZA FECALE EPIDEMIOLOGIA L’I.F. è un problema comune, con una prevalenza del 2-15% della popolazione generale e fino al 46% delle RSA (Nelson RL 2004) Fattori di rischio popolazione generale: età, sesso, limitazione fisica, diarrea, urgenza fecale Fattori di rischio nelle RSA: alterazioni cognitive e della mobilità, diarrea e ritenzione fecale (Read NWet al, 1986; Drossman DA et al, 1986) IF: fisiopatologia Riduzione del tono sfinteriale del IAS (difetti anatomici o assotigliamento) Debolezza del EAS per danno sfinteriale, neuropatia, miopatia (Bharucha et al 2006) Alterata funzione del pubo rettale (Fernandez-Fraga et al 2002) Riduzione della sensibilità rettale (Sun WM et al, 1992) IF: Cause Disfunzione sfinteriale (traumi ostetrici, traumi chirurgici) Diabete mellito (ridotto tono IAS, diarrea secondaria a neuropatia autonomica) Alterata sensibilità rettale (diabete, sclerosi multipla, demenza, traumi,lesioni spinali) Impatto fecale (allettamento, demenza, scarsa fibra + liquidi)