ENTE PER LE NUOVE TECNOLOGIE, L’ENERGIA E L’AMBIENTE Relazione sulle attività svolte nell’ambito del contratto tra ASM ed ENEA per la sperimentazione al banco di miscele di metano-idrogeno ENE-TEC Redatto Ing. Antonino Genovese, Ing. Giovanni Pede, Ing. Ennio Rossi Verificato Sottoscritto Il Responsabile della gestione del Contratto Il Capo Sezione Ing. Giovanni Pede Dott. Maurizio Romanazzo 1 2 INDICE Sommario 5 Introduzione 7 Finalità della campagna di prove al banco in ENEA 8 Programmazione della campagna di prova 8 Stima della riduzione delle emissioni di CO2 e considerazioni di carattere energetico “dal pozzo alla ruota”. 9 Strumentazione utilizzata Banco a Rulli Misura delle emissioni e dei consumi Strumentazione HORIBA per la misura delle emissioni tossiche e nocive Sistema AVL per l’acquisizione e l’analisi dei segnali provenienti dalla camera di combustione Sistema di gestione ri-mappatura centraline di iniezione/accensione 10 10 10 11 12 12 Caratterizzazione con le miscele e parametrizzazione del modello Attività preliminari Prove di parametrizzazione modello Tor Vergata, All.3 12 12 14 Rimappatura della centralina Procedura adottata per la rimappatura della centralina (All. 4) 15 15 Consumi ed emissioni su ECE 15 con metano e miscele 16 Considerazioni finali e conclusioni 17 Riconoscimenti 18 Allegato 1: Stato dell’arte 19 Allegato 2: Data Sheets Strumentazione Sistema AVL Trasduttore di pressione Strumentazione Race2000 delle Dimensione Sport 22 23 23 24 Allegato 3 Prove eseguite per la parametrizzazione del modello Minimo 1500 RPM 2500 RPM 27 29 31 33 Allegato 4 Rimappatura del motore Prove con la miscela senza modifiche di gestione Ipotesi di base per la rimappatura Scelta delle due mappature di riferimento Stechiometrica Miscela magra 35 36 36 36 36 38 Allegato 5 Caratterizzazione del mezzo nel funzionamento d’origine (a metano) e con le miscele Misure su Iveco Daily di tipo dinamico Prova con combustibile metano. Prova con miscela al 10% e settaggio “stechiometrico”. Prova con miscela al 10% e settaggio “magro”. Prova con miscela al 15% e settaggio “stechiometrico”. Prova con miscela al 15% e settaggio “magro”. 40 41 41 42 42 42 42 Allegato 6 Ricondizionamento del veicolo alla fine della prova 43 3 4 Sommario Obiettivo del programma di prova era verificare e dimostrare le potenzialità dell’uso di miscele di metano ed idrogeno in autotrazione, attraverso una sperimentazione effettuata presso il banco a rulli dell’ENEA Casaccia. La sperimentazione è stata condotta utilizzando un veicolo commerciale (Daily) alimentato a gas naturale, la cui strategia di controllo elettronico è stata modificata per consentire l’uso di queste miscele. Le prove sono state condotte utilizzando miscele di H2 in NG con n. 2 composizioni, 10 % e 15 % (in volume). L’attività si è articolata in due macrofasi, la prima per la caratterizzazione iniziale del mezzo (punto zero) e la parametrizzazione del modello in accordo con i risultati delle prove al banco, la seconda per la ri-mappatura della centralina (per adeguarne i parametri di gestione, anticipi di accensione e durata della fase di iniezione ecc., alle diverse caratteristiche delle miscele, rispetto al metano da solo), finalizzata al perseguimento degli obiettivi di progetto. L’attività si è conclusa con una nuova caratterizzazione del veicolo al banco a rulli, con la certificazione dei risultati ottenuti. Le emissioni di sostanze tossiche e nocive del motore modificato per l’uso delle miscele sono sempre migliori di quelle riscontrate all’origine. E’ stato pure verificato un (sostanzioso) vantaggio ottenuto in termini di riduzione dei consumi energetici (Wh/km) e di emissioni di CO2 (g/km), per la miscela a più alto contenuto di idrogeno (2.16% in peso) ed operando con λ = 1.4. 5 6 Introduzione I limiti di emissione sempre più stringenti, la necessità di ridurre i consumi energetici nel settore dei trasporti su strada, responsabili del 20% sul totale delle emissioni di CO2, l’opportunità di trovare alternative praticabili ai veicoli ad emissioni nulle, ZEV, ancora penalizzati dalla indisponibilità di celle a combustibile disponibili a costi accettabili, hanno portato da alcuni anni ad indagare sulle possibilità offerte dalle miscele di metano ed idrogeno, alle quali è stato dato il nome Hythane1. L’aggiunta dell’idrogeno, caratterizzato rispetto al metano da una più bassa energia di ignizione (0.02 mJ vs. 0.29 mJ) e da una maggiore velocità di propagazione del fronte di fiamma (2.6-3.2 m/s vs. 0.37-0.45 m/s), ¾ aumenta la velocità di avanzamento del fronte di fiamma, aumentando così il rateo di espansione effettivo ¾ riduce la variabilità ciclica del motore, permettendo una gestione dell’anticipo più precisa, che aumenta ancora il lavoro ottenibile ¾ riduce gli incombusti, sfruttando meglio il combustibile ¾ stabilizza la combustione anche con miscele molto magre Per contro, all’aumentare dell’idrogeno nella miscela, mentre l’energia per unità di peso cresce, l’energia per unità di volume (tonalità termica della miscela) diminuisce Per quanto sopra detto, l’aggiunta di idrogeno al metano comporta: ¾ una riduzione della potenza massima, anche con dosatura stechiometrica ¾ un miglioramento del rendimento complessivo del motore, con conseguente riduzione dei consumi. ¾ la possibilità di lavorare con miscele molto magre, con ulteriore miglioramento del rendimento (a prezzo di una ulteriore riduzione della potenza) ¾ la riduzione delle emissioni di CO2, per la sostituzione di atomi di carbonio con atomi di idrogeno e per la riduzione dei consumi di combustibile come conseguenza del miglior rendimento del motore Le miscele hanno un tenore di H2 in metano che può essere aumentato progressivamente; le esperienze condotte ad oggi sono state fatte con miscele a partire da una percentuale di idrogeno del 8% in volume (che corrisponde al contenuto di idrogeno di alcuni giacimenti di gas naturale), fino a percentuali (sempre in volume) del 36% di idrogeno. Un limite al di sopra del quale non conviene spingersi, a meno che non si vogliano mettere in conto sostanziose modifiche al veicolo, può essere indicato nel 20% (in volume) Questi combustibili sono oggetto di crescente interesse in Italia ed all'estero (Svezia, Stati Uniti), per le prospettive che sembrano offrire in termini di riduzione delle emissioni veicolari e per il ruolo che potranno avere nell'agevolare l'ingresso dell'idrogeno, un combustibile intrinsecamente pulito, nel mercato dei combustibili per autotrazione; sono state quindi svolte numerose campagne di prova per dimostrarne le potenzialità in termini di riduzione delle emissioni e dei consumi rispetto al metano, All.1. Tra gli ultimi progetti felicemente portati a termine, il Malmö-Hythane Project., con il quale si sono ottenuti, sinteticamente, una riduzione del 5-7% dei consumi energetici e del 10-20 % dell’emissione di gas effetto serra, insieme ad una riduzione delle emissioni di NOx e di CO sempre maggiore del 10%. La conversione ad Hythane 8 (8% in volume) degli autobus testati non ha comportato modifiche ai veicoli, ma solo alla mappatura dei motori, mentre per l’uso di miscele al 25% (circa), pure testate, occorrono interventi più sostanziosi. 1 In Italia, le prime esperienze in tal senso risalgono al 1996, e furono svolte dal Dipartimento di Energetica dell’Università di Pisa e dalla Divisione Tecnologie Energetiche Avanzate dell’ENEA, “Sperimentazione con miscele metano-idrogeno di un motore alimentato ad iniezione”, G.Pede, V. Sglavo, ENEA, Convegno ATA, Cassino, Giugno 1996 7 I risultati delle sperimentazioni sono quindi incoraggianti, perché si è verificato un concetto di “leva” nella riduzione delle emissioni, rispetto all’uso dell’idrogeno tal quale, intendendo con ciò che se una stessa quantità di idrogeno viene bruciata in miscela con il metano, l’effetto ottenuto in termini di riduzione delle emissioni complessive risulta maggiore che usando idrogeno puro Ad esempio, rifornendo con idrogeno puro il 5% dei veicoli che vanno a metano (dopo le necessarie modifiche, naturalmente), e quindi introducendo il 5% di idrogeno (in energia) sul mercato dl metano per autotrazione, si ridurranno del 100% le emissioni di CO2 per il 5% dei veicoli, e corrispondentemente del 5% le emissioni di CO2 totali; invece, aggiungendo la stessa quantità di idrogeno in miscela del 5% (sempre in termini energetici) con il metano su un tutti i veicoli a metano (sempre il 5% in termini energetici, quindi) le prove fatte in Svezia ci dicono che le emissioni si riducono del 10%, e corrispondentemente del 10% le emissioni di CO2, con un fattore di leva che è perciò pari a due. Oltre che dal punto di vista delle emissioni, i vantaggi dell’uso delle miscele rispetto all’idrogeno da solo sono intuibili tanto dal punto di vista dell’accettabilità economica per l’utente, poichè tali miscele offrono costi (per litro di benzina equivalente) ridotti rispetto all'idrogeno, quanto dal punto di vista dell'accettabilità psicologica, per una utenza che conosce da tempo miscele di idrogeno con altri gas, p.e. il gas di gasogeno (blau gas), al 40-50% composto da idrogeno. Le miscele metano-idrogeno, usate nei motori a combustione interna, possono infine costituire un sistema flessibile per consentire la crescita graduale del sistema idrogeno, che è innanzitutto un problema di produzione e di distribuzione Finalità della campagna di prove al banco in ENEA Nell’ambito del programma di ricerca europeo BONG-HY, cominciate ad inizio Gennaio 2006 e che si sono chiuse con il Convegno a Brescia del 16 Novembre 2006, sotto il coordinamento e la gestione tecnico-scientifica del Comune di Brescia e di ASM SpA, si è definito un programma di prova al banco a rulli di un Daily a metano modificato per l’uso miscele metano-idrogeno. L’attività sperimentale è stata svolta presso i laboratori dell’ENEA Casaccia, in collaborazione con le Università Cattolica di Brescia e quelle di Roma “Tor Vergata” e “La Sapienza”. Di seguito si riportano sinteticamente gli obiettivi della sperimentazione in ENEA: ¾ verificare la fattibilità dell’alimentazione con miscele metano/idrogeno (al 10% ed al 15%, in volume) senza modifiche “pesanti” al motore ¾ verificare quanto riportato dalla letteratura sulla riduzione dei consumi energetici (grazie al miglioramento del rendimento del motore) e sulla riduzione delle emissioni ¾ in particolare, verificare l’esistenza dell’effetto leva sopra ricordato, cioè la possibilità di una riduzione aggiuntiva delle emissioni di CO2 (attraverso la riduzione dei consumi), mantenendo invariate le altre emissioni (e, se possibile, riducendole) ¾ il tutto in condizioni più pesanti del ciclo di omologazione, quindi a carico maggiorato e considerando solo la parte urbana del ciclo ¾ costruire e validare un modello del motore per una migliore comprensione dei fenomeni e per l’ottimizzazione della ri-mappatura della centralina (Università di Roma Tor Vergata) Programmazione della campagna di prova Le prove al banco a rulli sono state effettuate in quattro fasi, la prima e l’ultima fase rivolte a caratterizzare consumi ed emissioni in condizioni standard (non da omologazione, ma più pesanti, come di seguito specificato) e dopo le modifiche, quelle intermedie alla modifiche del motore. Nella seconda fase, le prove al banco sono state eseguite solo in regime stazionario, allo scopo di parametrizzare il modello del motore studiato dallUniversità di Tor Vergata misurando l’andamento della pressione in camera di combustione (oltre alle pressioni e/o le portate in aspirazione) All.3. 8 Nella terza fase si è effettuata la messa a punto del motore per il funzionamento con le miscele al 10% ed al 15% di idrogeno, attraverso prove in stazionario per smagrimenti crescenti, passando dallo stechiometrico a λ = 1.4, e scelta di due messe a punto diverse, di minima CO2 e di minima riduzione delle prestazioni complessive, All.4. Stima della riduzione delle emissioni di CO2 e considerazioni di carattere energetico “dal pozzo alla ruota”. Per valutare la sensibilità della strumentazione necessaria all’effettuazione delle prove, abbiamo dovuto calcolare preliminarmente la riduzione delle emissioni di carbonio dovuta alla sola sostituzione di atomi di carbonio con atomi di idrogeno, cui si và ad aggiungere quella legata al miglioramento del rendimento. Riportiamo di seguito la stima fatta per la miscela al 15% di idrogeno, cui corrispondono i seguenti dati di base per il calcolo: Contenuto energetico CH4 50,00 CH4/H2 15% 51.51 Variazioni % (in massa) MJ/kg MJ/kg + 3% (in volume) 35.71 MJ/m3 31.96 MJ/m3 -11% Da questi dati si possono trarre le seguenti considerazioni: ¾ Per eseguire la stessa missione, l’energia che il motore deve erogare è la stessa, sia che vada a metano che a miscela, e perciò, a parità di rendimento totale, con la miscela al 15% il motore ha bisogno di un minore massa di carburante (-3%) in ingresso, rispetto al metano, grazie al 3% in più di potere calorifico (per l’appunto in massa) della miscela. ¾ La miscela al 15% di idrogeno in volume ha, in massa, il 2.16% di idrogeno, cioè contiene il 2.16% di metano in meno; quindi la miscela bruciando emette il 2.16% di anidride carbonica in meno rispetto alla combustione di una uguale massa di metano puro In definitiva, si consuma, a parità di missione, una minore massa (-3%) di combustibile, che contiene meno metano ed emette perciò meno CO2 (-2.16%): complessivamente si emette quindi il 5% circa di CO2 in meno (a parità di rendimento). La misura delle emissioni di CO2 deve perciò essere effettuata con strumentazione avente sensibilità adeguata ad apprezzare variazioni, in massa, della CO2 di almeno un ordine di grandezza inferiore all’1%, precisione che può essere assicurata solo da una misura di peso del combustibile utilizzato. L’analisi effettuata ci consente inoltre alcune interessanti considerazioni di carattere energetico, relative all’”effetto leva” che si è illustrato precedentemente. Abbiamo infatti che ogni miglioramento aggiuntivo rispetto al 5% sopra calcolato, ottenuto grazie al miglior rendimento del motore, costituisce perciò l’effetto leva assicurato dalle miscele. Il miglior rendimento del motore và però “scontato” dal costo energetico della produzione di idrogeno dal metano (ove non disponibile altrimenti). L’analisi energetica “dal pozzo alla ruota” và quindi integrata con i dati relativi alla produzione (in situ) di idrogeno dal metano, 84% di efficienza (EU mix2), applicati alla quantità di idrogeno aggiunta in miscela, nel nostro caso il 2.16% in peso. A conti fatti, il rendimento di produzione della miscela è inferiore dello 0.5% a quello del metano. Considerando un rendimento medio del motore del 20% (sul ciclo), le perdite aggiuntive dovute alla produzione (da metano) dell’idrogeno per la miscela sono 0.005/0.2, cioè il 2.5%, per cui l’eventuale miglioramento del rendimento del motore, nell’analisi del pozzo alla ruota và ridotto in ugual misura. 2 “Well-to-Wheels analysis of future automotive fuels and powertrains in the European context”, EUCAR / JRC / CONCAWE, 2006 9 Strumentazione utilizzata Banco a Rulli E stato utilizzato il banco a rulli del Centro Ricerche Casaccia, con il quale è possibile effettuare prove finalizzate allo studio delle prestazioni, consumi ed emissioni, di autoveicoli aventi qualsiasi motorizzazione. Il Daily ASM al banco Monitor di gestione e controllo Misura delle emissioni e dei consumi Mentre per la misura gli inquinanti (NOx, HC, CO) è stata adoperata la strumentazione Horiba di seguito descritta, relativamente alle emissioni di CO2 ed ai consumi di combustibile la sensibilità richiesta per la misura ha imposto l’uso di una bilancia di precisione (1 g, fondo scala 150 kg) per la pesatura delle bombole di combustibile, effettuata prima e dopo l’esecuzione della prova al banco. Allo scopo di ridurre ulteriormente l’errore, la prova su ciclo è stata effettuata per un tempo sufficiente a consumare almeno mezza bombola (da 50 litri, a 200 bar), e quindi circa 3 kg di combustibile gassoso. Dalla misura del consumo, nota la composizione del gas, è stato poi immediato risalire alla stima (per eccesso) delle emissioni di CO2, posto che il carbonio contenuto nelle emissioni di CO ed HC è trascurabile rispetto a quello contenuto nella CO2. 10 Strumentazione HORIBA per la misura delle emissioni tossiche e nocive La misura delle emissioni è stata effettuata utilizzando lo strumento Horiba OBS 1000 in grado di effettuare misure on-board. Tale sistema è in grado di misurare in modo continuo l’emissione di CO, CO2, HC, NOx prodotta da veicoli in movimento, sia nella concentrazione istantanea che nella massa istantanea, potendole rapportare sia alla distanza percorsa che al consumo di combustibile. Il sistema integrato comprende: - un analizzatore con tecnologia NDIR, il MEXA-1170HNDIR, misura in tempo reale le concentrazioni di HC, CO2 ed HC, senza bisogno di eliminazione dell’umidità dei gas. un sistema di misura con tecnologia ZrO2, il MESA-720NOx, misura la concentrazione istantanea dell’NOx ed il rapporto aria-combustibile (AFR). sensori di flusso opportunamente calibrati (con riconoscimento EPA riguardo alla precisione) misurano il flusso totale dei gas emessi, ottenendo così un profilo completo per la caratterizzazione dinamica delle emissione veicolari. Esiste inoltre la possibilità di integrare altre misure esterne (ad esempio decoder di bordo, sistemi GPS, misuratori di flusso di carburante, misuratori di potenza generata) per ottenere altre variabili di interesse da associare alle grandezze emissive (per ottenere ad esempio gr/kWh). Il tronchetto di misura del sistema Horiba Il prelievo è eseguito mediante una sonda riscaldata e tutta la camera di misura è a sua volta riscaldata per evitare la condensazione del vapore acqueo. La misura è corretta via SW per tener conto delle interferenze prodotte dal vapore acqueo in camera di misura. Le emissioni sono ricavata a partire dalla misura di portata dei gas emessi dal veicolo utilizzando un tronchetto di misura posto sullo scarico. Un pitot calibrato esegue la rilevazione dei gas emessi da cui si ricava la massa dei singoli inquinanti. 11 Esempio di risultati di misura con HORIBA OBS 1000 Sistema AVL per l’acquisizione e l’analisi dei segnali provenienti dalla camera di combustione Il sistema di misura è costituito da: - - Trasduttore di pressione ed adattatore candela. Il trasduttore proposto presenta caratteristiche compatibili con le candele montate sul motore predetto Amplificatore bicanale dotato di compensazione della deriva automatica, per l’acquisizione dei segnali provenienti dal trasduttore di pressione. Modulo per la costruzione della base angolare a mezzo di trasduttori induttivi. Il modulo consente la creazione di un segnale di CDM, prelevando il segnale induttivo da ruote dentate. Partendo dal segnale di CDM, il modulo costruisce e fornisce la velocità angolare sotto forma analogica. Acquisitore: oscilloscopio digitale Yokogawa DL 716 Sistema di gestione ri-mappatura centraline di iniezione/accensione Si tratta di un sistema completo per la gestione delle mappe di iniezione, anticipo, ecc, della centralina elettronica sottospecificata, composto dall’hardware necessario per interfacciarsi con la EPROM originale della centralina e dal software per la ri-scrittura della stessa e la gestione del programma. Per ulteriori dettagli, vedi All.2 Caratterizzazione con le miscele e parametrizzazione del modello Attività preliminari Per l’avvio delle prove è stato innanzitutto necessario mettere a punto la strumentazione AVL ed Horiba (vedi capitolo successivo) utilizzata per la misura dei parametri di funzionamento del mezzo in condizioni di esercizio (pressioni indicata, consumi ed emissioni), nonché la strumentazione Dim Sport, acquisita per la rimappatura della centralina del motore. 12 Strumentazione Horiba per la misura delle emissioni Strumentazione AVL, Yokogawa, Dim Sport, per la gestione della centralina Allestimento e prove preliminari della strumentazione di misura sono state condotte utilizzando il gas contenuto nelle bombole in dotazione al mezzo, mentre per la messa a punto del motore con le miscele e per le caratterizzazioni/certificazioni si sono utilizzate bombole di metano e di miscele di composizione nota. La misura del consumo di metano e delle emissioni di CO2 fornita dalla strumentazione Horiba è stata verificata mediante doppia pesata della bombola di metano e di quelle delle miscele, con discreto accordo tra i due valori. Le misure di consumo e di emissioni di CO2 riportate nella certificazione finale sono quelle ottenute mediante doppia pesatura delle bombole. 13 Pacco bombole miscela (al 15% idrogeno) e bombole sfuse metano/miscele I collegamenti della bombola esterna al motore sono stati realizzati immediatamente a monte del riduttore di pressione, escludendo l’impianto precedente, vedi figura in basso. Il collegamento originale verrà ripristinato prima della messa su strada del mezzo, con l’effettuazione di una prova di tenuta dell’impianto, vedi All.6 al presente rapporto. Vano motore con collegamento a bombola metano esterna Prove di parametrizzazione modello Tor Vergata, All.3 Sono state effettuate prove in stazionario a numero di giri costante ed a carico costante, per un numero complessivo di 9 punti, rappresentativi delle condizioni di carico minimo, medio ed alto, ad 800 RPM, 1500 RPM. 2500 RPM, 3500 RPM (vedi allegato 5). Durante queste prove è stato misurato l’andamento della pressione istantanea nel cilindro durante tutto il ciclo, per poter ricostruire il ciclo indicato del motore. I dati così ottenuti sono serviti alla parametrizzazione del modello svolta da Tor Vergata. 14 Rimappatura della centralina Grazie alla disponibilità della strumentazione Race 2000 Dim Sport, che utilizza un emulatore Met16 in sostituzione della eprom originale della centralina, per ogni condizione di funzionamento disponiamo dell’indicazione degli anticipi di accensione e dei punti di funzionamento sulla mappa di iniezione. E’ possibile, ovviamente, modificare questi parametri, insieme ad altre funzioni come ad esempio l’arricchimento in accelerazione, ed è questo che è stato fatto, individuando nuove mappature, per le quattro diverse condizioni di funzionamento di seguito indicate: 1. Miscela al 15%, combustione stechiometrica 2. Miscela al 10%, combustione stechiometrica 3. Miscela al 15%, combustione magra 4. Miscela al 10%, combustione magra Nuove mappature che verificassero quanto riportato in letteratura sulla riduzione dei consumi energetici (grazie al miglioramento del rendimento del motore) e sulla riduzione delle emissioni locali e globali. Procedura adottata per la rimappatura della centralina (All. 4) Il parametro emissivo che è stato considerato come vincolante per la messa a punto della mappatura nello stechiometrico è lo NOx, in quanto con l’aumento della velocità laminare di combustione si ha un aumento delle temperature massime e quindi una maggiore formazione di NOx.. Al contrario, CO ed HC sono sempre minori (a parità di lambda) poiché il combustibile contiene una minore quantità di carbonio e grazie ad una migliore combustione. Per le miscele magre sono stati considerati insieme agli NOx gli idrocarburi incombusti, che in questo caso possono aumentare sia perché la velocità laminare di combustione diminuisce notevolmente, comportando una incompleta ossidazione degli HC, sia per un eccessivo raffreddamento dei gas durante la fase di espansione, che “congela” la combustione in prossimità delle pareti della camera e degli interstizi dovuti alla geometria del pistone, alle fasce, etc. Le prime prove del motore con le miscele, effettuate senza alcuna modifica alla mappatura, hanno confermato il previsto aumento degli NOx, a causa di una aumentata velocità di combustione, cui si è posto rimedio con la modifica dell’anticipo. 650 900 800 600 700 NOx ppm 500 500 400 450 300 400 NOX Coppia 200 Coppia Nm 550 600 350 100 0 300 -8 -6 -4 -2 0 Delta anticipo 2 4 6 Nel grafico si può verificare come una riduzione dell’anticipo (cioè ritardare l’accensione rispetto al metano da solo) di 3 gradi corrisponda ad una diminuzione di NO considerevole, senza pregiudicare la coppia. Nonostante la correzione dell’anticipo, il funzionamento con la miscela metano-idrogeno sul ciclo ECE è risultato ancora insoddisfacente in termini di emissioni, per un valore eccessivo, superiore rispetto al metano, degli ossidi di azoto. Si è pertanto operato un arricchimento della miscela combustibile - aria nelle fasi di accelerazione, con aumento del relativo parametro in centralina, riuscendo così a riportare le emissioni di ossidi di azoto a valori inferiori rispetto al metano. 15 Per le miscele aria-combustibile magre, lo smagrimento progressivo della miscela (lasciando tutto invariato fino ad ottenere valori di NO uguali a quelli ottenibili con il solo metano, 100 ppm) è stato limitato a lambda = 1.45, in quanto si hanno forti perdite di potenza, vedi figura: Messa a punto miscela magra 700 NOX (ppm) Coppia (Nm) 2000 600 NOx ppm 400 1000 300 Coppia Nm 500 1500 200 500 100 0 0.95 1.05 1.15 Lambda 1.25 1.35 0 1.45 Fissato allora lambda 1.45 (valore che diminuisce di molto gli NO) si è effettuata una serie di prove variando l’anticipo all’accensione del motore nella ricerca di una ottimizzazione che portasse ad un aumento delle prestazioni. Gli NOx, però, crescevano esponenzialmente all’aumento di questo parametro mentre il guadagno in termini di potenza non era così elevato. Si è ritenuto quindi era più conveniente scegliere uno smagrimento minore senza variazione dell’anticipo, piuttosto che valori più elevati con anticipo ottimale. Consumi ed emissioni su ECE 15 con metano e miscele Si riassumono di seguito con l’aiuto di diagrammi, i risultati delle prove con le mappature definitive, per il metano e le due miscele provate, per entrambe le strategie di controllo della combustione, magra e stechiometrica. E m is s io n s , g /k m 1 ,2 0 1 ,0 0 g/km 0 ,8 0 0 ,6 0 0 ,4 0 0 ,2 0 0 ,0 0 NG HCNG 10 λ= 1 CO HCNG 10 λ = 1 ,4 HC HCNG 15 λ= 1 HCNG 15 λ = 1 ,4 NO X Emissioni regolamentate per il metano e per le quattro condizioni di prova con le miscele 16 Fuel and CO2 reduction, % 20,00 % 15,00 10,00 5,00 0,00 HCNG10 λ=1 HCNG10 λ=1,4 HCNG15 λ=1 HCNG15 λ=1,4 Fuel reduction CO2 reduction Riduzioni del consumo di combustibile e delle emissioni di gas “serra” per le quattro condizioni di prova con le miscele (vedi paragrafo precedente) Energy saving, % 12,0 10,0 % 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 HCNG10 λ=1 HCNG10 λ=1,4 HCNG15 λ=1 HCNG15 λ=1,4 Riduzioni del consumo energetico per le quattro condizioni di prova con le miscele Considerazioni finali e conclusioni L’analisi dei risultati delle prove ci permette alcune considerazioni che, sebbene provvisorie per la oggettiva limitatezza della campagna di prova svolta, ci sembrano incoraggianti per lo sviluppo delle attività. Come sempre, gli obiettivi di riduzione dei consumi e delle emissioni sono tra di loro conflittuali, e quindi l’ottimo dei risultati si ottiene con approcci diversi al problema, e cioè l’uso di miscele magre nel primo caso (riduzione dei consumi), quello di miscele stechiometriche nel secondo (riduzione delle emissioni). Questi due approcci corrispondono in effetti alle diverse filosofie progettuali adottate dalla Volvo (i cui motori equipaggiano i due autobus del “Malmo Hythane bus project”) e dall’IVECO (che costruisce il Daily usato per nostra sperimentazione) per la realizzazione delle loro motorizzazioni a gas naturale. Nel nostro caso, trattandosi di un motore dell’IVECO, progettato quindi per lo stechiometrico, l’adozione di una strategia di combustione magra ha dato in effetti risultati insoddisfacenti dal punto di vista del comportamento del veicolo (non essendosi potute effettuare modifiche dell’hardware del motore, come ad esempio l’aumento del rapporto di compressione e/o la sovralimentazione del motore); questo a causa della riduzione della potenza 17 specifica del motore, che peggiora ulteriormente la situazione determinata dal minor contenuto energetico per unità di volume (-11% per la miscela al 15% di idrogeno). Per entrambe le strategie di combustione adottate, però, il mezzo è stato in grado di seguire il ciclo, il funzionamento del motore regolare, i risultati in linea con le aspettative tanto in termini di riduzione dei consumi ed emissioni di CO2, consistenti ed in linea con le esperienze estere, che in termini di riduzione delle emissioni regolamentate, molto significative con lo stechiometrico. In definitiva, anche in base a quanto riportato dagli svedesi (che tra l’altro non hanno riscontrato perdite di potenza con le miscele) sembra di poter dire che partendo da motorizzazioni esistenti le strategie da adottare per la modifica debbano essere coerenti con la filosofia di base del costruttore, e quindi nel nostro caso con quella dell’IVECO. Di conseguenza, si considereranno i risultati ottenuti con lo stechiometrico come quelli rappresentativi di un possibile sviluppo del progetto che preveda una dimostrazione sul campo di automezzi provvisti di motorizzazioni IVECO. In questo caso, il comportamento del motore dal punto di vista dei consumi energetici migliora con le miscele al 15%, in misura più che proporzionale all’incremento del contenuto di idrogeno. Nell’ipotesi che l’idrogeno utilizzato non debba essere prodotto ad hoc a partire dal metano o sia prodotto da fonti rinnovabili, la riduzione dei consumi è del 5%. Altrimenti, l’analisi “dal pozzo alla ruota” ci dice (vedi prima) che la riduzione dei consumi del 5% và scontata del 2.5% , rimanendo comunque positiva. Si osservi comunque che con λ = 1.4 si farebbe molto meglio, arrivando al 7.5% netto anche in caso di idrogeno prodotto per reforming del metano (in stazione di servizio). Circa le emissioni di CO2, risulta confermato il fattore di leva uguale a 2 riscontrato dagli svedesi, la riduzione ottenuta è il doppio di quella legata alla sola sostituzione di atomi di carbonio nel combustibile con atomi di idrogeno. Per le emissioni regolamentate, invece, tra la miscela al 10% e quella al 15% non c’è una differenza sostanziale. Riconoscimenti Per tutte le attività di preparazione delle prove, approvvigionamenti, ordini e piano di sicurezza: P.I. Giovanni Bernardini Per la messa a punto della strumentazione di misura e di quella di gestione della ECU del motore: P.I. Claudio Chiesa Per la gestione della strumentazione di misura e la guida del mezzo: P.I. Francesco Conigli Per la gestione di altre attività: P.I. Francesco Sacco Un ringraziamento particolare và poi all’Ing. Fernando Ortenzi dell’Università “La Sapienza” per la competenza, l’impegno e la passione dimostrata in tutte le fasi dell’attività. 18 Allegato 1: Stato dell’arte 19 First experiences of methane-hydrogen mixture, with vehicles, were carried on in the framework of a programme financed by DOE and NREL, in Colorado, the "Denver Hythane Project”, from 1991 to 1993, whose results are shown in the table below: Table 1 Denver Hythane Project NMHC (g/mile) 0.59 0.04 0.01 0.01 Gasoline ULEV Natural gas Hythane CO NOx (g/mile) (g/mile) 14.1 1.7 2.96 0.7 2.2 0.2 0.9 0.2 In the same years, limited activities were carried on by the University of Pisa and ENEA, with interesting results: 700 600 500 400 A = 90° A = 50° 300 200 100 0 0 1000 2000 3000 4000 5000 In a next phase, according to an exhaustive review by R. Sierens and E. Rosseel, by University of Gent, Belgium that relates to laboratory testings in the second half of 90’, many other experiences are recorded: « Hoekstra et al. (1994, 1995) examined a V8 Chevrolet 350 engine at one particular speed (12.7 kW, 1700 rpm) with different hydrogen enriched compressed natural gas mixtures, to simulate a light-duty truck……. They found extremely low NOx values at λ =1.6 (φ = 0.625) for the 28 and 36 percent H2 blends 4.50 4.00 3.50 3.00 2.50 NOx,gr/HPh 2.00 0.93 1.50 0.85 1.00 0.50 0.00 0.78 rapporto equivalente 0.70 0% 0.63 20% 36% H2 in volume 20 Swain et al. (1993) and Yusuf et al. (1997) made tests with a 20 percent hydrogen–80 percent natural gas blend on two engines (2L Nissan and 1.6L Toyota) under light load conditions...For blended fuel, a 10 to 14 percent improvement in the brake thermal efficiencies over methane was found. Larsen and Wallace (1997) and Cattelan and Wallace (1994) tested a turbocharged 3.1L V6 engine under mid and high load conditions with a 15 percent H2 hythane blend and found similar trends (for the exhaust concentrations in ppm) as the light load tests by Swain et al. (1993) and Yusuf et al. (1997). Raman et al. (1994) described lean burn and stoichiometric combustion tests with a three-way catalyst. For the lean burn (5.7L GM V8) engine it was again shown that hydrogen extends the lean limit of natural gas, thereby enabling lower NOx emissions without excessive THC. When the BMEP advantage of hythane is sacrified by retarding the spark advance until methane and hythane produce equal BMEP, the NOx concentrations drop significantly. Bell and Gupta (1997) described tests with lean mixtures of natural gas blended with 5, 10, and 15 percent hydrogen on a 4 cylinder 2.5L GM engine at 2200 rpm and 50 percent WOT….Again the subject of the research was to extend the lean operating limit of the engine and to investigate the performance and emissions characteristics of the SI engine at these conditions. At the natural gas lean operating limit λ =1.56 (φ = 0.64) hydrogen addition allowed an increase in power (up to 47 percent again with 15 percent H2) due to an increase in the average flame speed maintaining a sufficient heat release rate for good combustion quality……Brake thermal efficiencies (15 percent H2) were higher than for the other fuelling cases at corresponding equivalence ratios..» During the last years, also a number of fleet testings were carried on. The recent Hythane® ((24.8% vol. Hydrogen, Frank Lynch, Hydrogen Components, Inc., HCI), bus demonstration project at Sunline transit in California used a 7% hydrogen by energy formula and the NOx emissions were reduced by 50%. Based on success with Hythane® buses, and the cost-effectiveness of Hythane® compared to available fuel cell technology, a number of projects are currently carried on all around the world, like the Beijing Hythane Bus Projet, whose demonstration phase will be to adapt 30 natural gas engines for Hythane operation. In Sweden, operation with Hythane® and natural gas had been compared for a heavy-duty natural gas engine and the study had revealed a small increase in efficiency. Subsequently, a couple of buses had been tested on the road with blend with a 8% hydrogen content (by volume). Tests during full load and constant load demonstrated a 20-30% reduction in HC-emissions and higher power with mixture. Transients bring to 50% less emissions both for HC and CO but a 50% increase of NOx. From the energy point of view, there is a 14% fuel reduction. 21 Allegato 2: Data Sheets Strumentazione 22 Sistema AVL Trasduttore di pressione Range di misura dinamico 0…200 bar Sensibilità nominale 15 pC/bar Linearità <= +/- 0.3% FSO Temperatura di funzionamento Fino a 400 °C Filettatura di montaggio M5 X 0.5 Amplificatore bicanale Range di misura Da 100 pC a 16000 pC Setting 1,2,5,10, 20, 50 bar/V Transducer Sensitivity 1.00 pC/bar….99.9 pC/bar Errore di linearità < +/- 0.01 % FS Frequenza di taglio superiore 200 kHz Output voltage -10 V……+ 10 V Modulo per la costruzione della base angolare a mezzo di trasduttori induttivi. Velocità angolare del motore 6 x 106 / numero di impulsi (denti) Angolo di marcatura Selezionabile: 0.1 deg.ca., 0.2 deg.ca., 0.5 deg.ca., o 1 deg.ca., corrispondente a 1800/900/600/180 impulsi Trigger Sincronizzato con l’angolo di marcatura Tensione di ingresso 9.5 V…….36 V 23 Strumentazione Race2000 delle Dimensione Sport La strumentazione per la rimappatura delle centraline acquistata è costituita da 3 componenti: • un software per la gestione e modifica delle mappe preseti nella eprom; • un emulatore di eprom che consente in tempo reale la modifica dei parametri motoristici; • un programmatore di eprom per la scrittura finale della nuova eprom. Di seguito si riportano la schermata generale del software di gestione delle mappe e le mappe di interesse per il lavoro in questione (mappa anticipo e iniezione dell’Iveco Daily CNG). Screenshot del Software per la rimappatura Race2000, in evidenza i parametri modificabili per il Daily Cng 24 Mappa di anticipo al variare del numero di giri e del carico motore del Daily Cng Mappa di iniezione al variare del numero di giri e del carico motore del Daily Cng L’emulatore Met16 è lo strumento che in sostituzione della eprom originale della centralina motore, consente di poter modificare rapidamente e a veicolo in moto i valori delle mappe, mentre più in 25 basso si riporta il programmatore di eprom EMP-21 realizzato dalla Needhams per la scrittura finale della eprom. Emulatore Eprom MET16 Programmatore eprom EMP-21 26 Allegato 3 Prove eseguite per la parametrizzazione del modello 27 Di seguito si riportano i valori misurati con la strumentazione AVL per la misura del ciclo indicato del motore Daily 2.8 Cng in esame. Le prove eseguite sono tutte in condizioni stazionarie e sono stati misurati 3 valori del carico per ogni RPM + una misura al minimo. I valori del numero di giri quindi considerati sono: 800; 1500;2500;3500. Anche se il regime di potenza massima del motore è più in alto rispetto ai 3500 RPM, non si ritiene necessario analizzare tale regime, come non si ritiene necessario considerare la piena ammissione del motore in quanto largamente fuori dall’ utilizzo nel ciclo ECE 15. Il carico motore % è un indice della potenza erogata dal motore ed è uno dei parametri, insieme al numero di giri, che tutte le centraline utilizzano per il controllo del motore. Esistono varie definizione standardizzate per il calcolo di tale parametro, riportate nello standard SAE J1979, ma non essendo tale veicolo compatibile con lo standard suddetto, non è possibile né acquisirlo da presa diagnostica, né utilizzare la definizione esatta del carico riportata nella norma. In termini generali il carico è un rapporto tra la portata effettiva aspirata e la massima portata aspirabile a quel numero di giri, oppure è la pressione nel condotto di aspirazione; entrambe le definizioni comunque portano ad una linearità più o meno marcata tra carico e potenza erogata. In questa sede comunque le prove a differenti carichi verranno effettuate variando la posizione del pedale dell’acceleratore, il che porta di fatto ad una variazione del carico. Tale valore del pedale dell’acceleratore verrà determinata utilizzando i valori della mappa Carico Specifico - quantità aria presente nella eprom della centralina motore e che il software per la sua modifica, che consente sia di individuare dai punti della mappa letti nell’istante considerato che di modificarli. Si riportano di seguito i diagrammi relativi ad una parte delle misure effettuate 28 Minimo RPM: 800 Andamento della pressione nel cilindro al variare dell’angolo di manovella al minimo Mappa Carico Specifico - Quantità aria al minimo, con in rosso i valori letti dalla centralina nella prova in esame 29 Mappa Anticipo e durata iniezione con i valori letti dalla centralina al minimo 30 1500 RPM Thottle:44-50 % Rpm: 1488 Andamento della pressione nel cilindro al variare dell’angolo di manovella a 1500 RPM e 44-50% di apertura farfalla Mappa Carico Specifico - Quantità aria e valori letti dalla centralina nella prova in esame 31 Mappa anticipo e valori letti dalla centralina nella prova in esame Mappa iniezione e valori letti dalla centralina nella prova in esame 32 2500 RPM Throttle: 50-56 % Rpm: 2618 Andamento della pressione nel cilindro al variare dell’angolo di manovella a 1500 RPM e 44-50% di apertura farfalla Mappa Carico Specifico - Quantità aria e valori letti dalla centralina nella prova in esame 33 Mappa anticipo e valori letti dalla centralina nella prova in esame Mappa iniezione e valori letti dalla centralina nella prova in esame 34 Allegato 4 Rimappatura del motore 35 Prove con la miscela senza modifiche di gestione Dopo la caratterizzazione nel funzionamento a metano, l’attività sperimentale sul motore è iniziata con l’effettuazione di una serie di prove preliminari: 1) Prova di semplice messa in moto con la miscela: l’esito è stato positivo in quanto il motore si è avviato al primo tentativo. Nel funzionamento in folle il motore ha risposto perfettamente all’acceleratore; non sono state avvertite differenze di rilievo rispetto al funzionamento a metano se non per una leggera variazione della tonalità del rumore che sembrava un po’ più “metallico”. 2) Prove stazionarie di confronto tra funzionamento a metano e funzionamento a miscela senza ottimizzazione. E’ stata riscontrata una riduzione del tenore di CO2 allo scarico ed una perdita di potenza. 3) Prove di confronto tra metano e miscela senza ottimizzazione su ciclo ECE. I risultati indicano una riduzione di circa il 7% del consumo e degli inquinanti eccetto che per l’NOX. Quest’ultimo, misurato in un secondo tempo per indisponibilità dello strumento, ha mostrato valori di circa 1,6 g/km, certamente superiori a quello del solo metano, ragione per cui l’utilizzo della miscela senza alcuna ottimizzazione è stato abbandonato. E’ risultata quindi evidente la necessità di effettuare la ri-mappatura della centralina, con le modalità di seguito descritte Ipotesi di base per la rimappatura Sono stati considerati entrambe le modalità di funzionamento del motore termico: • Stechiometrico (lambda =1); • Miscela magra (lambda >1) Per la strategia di controllo stechiometrica, il parametro emissivo che è stato considerato come vincolante per la messa a punto della mappatura è stato l’ NOx, in quanto con l’aumento della velocità laminare di combustione si ha un aumento delle temperature massime e quindi una maggiore formazione di NOx. Infatti, la formazione di NOx in un motore ad accensione comandata dipende fortemente dalla quantità di ossigeno presente nella camera di combustione (direttamente correlata con l’indice di eccesso d’aria lambda) e dalla temperatura dei prodotti della combustione. Al contrario, CO ed HC sono sempre minori (a parità di lambda) che per il metano poiché il combustibile contiene una minore quantità di carbonio e grazie ad una migliore combustione. Anche per le miscele magre il parametro di controllo sono stati gli NOx, in quanto passando verso lambda maggiori di 1 il catalizzatore installato sul veicolo perde la sua efficienza e proprio per miscele leggermente magre si hanno i picchi di NOx. Si è dovuto però tener conto anche del fatto che, per miscele molto magre, la velocità laminare di combustione diminuisce notevolmente con una incompleta ossidazione degli HC in camera di combustione, controllando che i valori misurati per questo inquinante rimanessero minori rispetto al metano. Si ricorda che le principali cause di produzione di incombusti allo scarico di un motore ad accensione comandata sono gli interstizi all’interno della camera di combustione (piccoli volumi in cui il fronte di fiamma è incapace ad entrare), lo strato di olio depositato sulle pareti del cilindro (l’olio adsorbe combustibile durante la fase di compressione e lo rilascia nella fase di espansione, a combustione terminata), ma anche una bassa velocità di combustione che non ha il tempo di ossidare tutto il combustibile prima che la valvola di scarico apra. Scelta delle due mappature di riferimento Stechiometrica Le prime prove del motore con le miscele, effettuate senza alcuna modifica alla mappatura, hanno confermato il previsto aumento degli NOx, a causa di una aumentata velocità di combustione, cui si 36 è posto rimedio con la modifica dell’anticipo. Nel grafico in basso sono riportate la coppia del motore, a 1500 RPM ed espressa in Nm, e le emissioni di ossidi di azoto espresse in ppm. 650 900 800 600 700 NOx ppm 500 500 400 450 300 400 NOX Coppia 200 Coppia Nm 550 600 350 100 0 300 -8 -6 -4 -2 0 Delta anticipo 2 4 6 Si può verificare come una riduzione dell’anticipo (un ritardo, rispetto al metano da solo) già di 3° gradi corrisponda ad una diminuzione di NO considerevole, senza pregiudicare la coppia. E’ stato ritenuto che una buona condizione di funzionamento si otteneva fissando l’anticipo uniformemente in 4°. Valori più elevati sono stati esclusi per non incorrere in mancate accensioni o in combustioni nei condotti di scarico che tra l’altro avrebbero danneggiato i sensori posti allo scarico. Nonostante la correzione dell’anticipo, sul ciclo ECE, il funzionamento con la miscela metanoidrogeno è risultato ancora insoddisfacente in termini di emissioni, per un valore eccessivo, superiore rispetto al metano, degli ossidi di azoto. Si è pertanto operato un arricchimento (del 25%) della miscela combustibile - aria nelle fasi di accelerazione, con aumento del relativo parametro in centralina, riportando le emissioni di ossidi di azoto a valori inferiori rispetto al metano. Nel grafico di seguito riportato, i picchi di ossidi di azoto sono nettamente diminuiti dopo la suddetta modifica, come confermato da i valori cumulativi in g/km riferiti all’intero ciclo. 60 NOx After NOx before Speed After Speed Before 1000 50 40 NOx ppm 800 30 600 20 400 10 200 Vehicle Speed Km/h 1200 0 0 -10 0 10 20 30 40 50 Time s. 60 70 80 90 Un risultato accessorio di queste prove su ciclo è stata la verifica delle diverse performances raggiunte da due diversi guidatori. Il confronto è stato fatto tra il pilota ordinario, ottimo guidatore, ed un altro meno bravo. Il risultato è stato che su 3 cicli (circa 3 km), il secondo ha prodotto circa il 37 doppio di CO, il 7% in più di NOX, il 2% in più di consumo. Si noti che questa circostanza ha suggerito la ripetizione delle prove sul metano che, per la loro durata maggiore (circa 40 cicli) erano state effettuate da un gruppo di guidatori che si alternavano. Per la maggiore affidabilità dei risultati quindi i risultati finali sono relativi a prove tutte eseguite dallo stesso guidatore. Miscela magra I test sono eseguiti a parità di parzializzazione dell’acceleratore (a parità di portata in aspirazione), quindi il confronto dei valori in volume è equivalente al confronto in massa. 1. Prima prova: smagrimento della miscela lasciando tutto invariato fino ad ottenere valori di NO uguali a quelli ottenibili con il solo metano (100 ppm). Non si è andati oltre lambda 1.45 in quanto si hanno forti perdite di potenza. Coerentemente con i dati rinvenuto da altri ricercatori è stato trovato l’andamento a campana dell’NOC, con massimo per 1,1. L’altra curva dà l’andamento della coppia motrice Messa a punto miscela magra 700 NOX (ppm) Coppia (Nm) 2000 400 1000 300 Coppia Nm 500 1500 NOx ppm 600 200 500 100 0 0.95 1.05 1.15 Lambda 1.25 1.35 0 1.45 I vari gradi di smagrimento sono stati ottenuti mediante il distacco della sonda lambda. A seguito di ciò avveniva che la logica della centralina non si accorgesse immediatamente dell’avaria, ma per qualche minuto interpretasse il segnale nullo proveniente dalla sonda come un difetto di combustione e cercasse di ovviare all’inconveniente con un aumento di combustibile iniettato. Solo dopo circa 5 minuti la centralina rilevava l’avaria segnalandola sul cruscotto ed interrompendo le correzioni. A questo punto era possibile effettuare lo smagrimento della miscela aria combustibile. Lo smagrimento è stato effettuato mediante riduzione percentuale della quantità di carburante iniettato. La riduzione è stata della stessa percentuale su tutta la gamma giri carico della mappa memorizzata. 2. Seconda prova: fissato lambda 1.45 (valore che diminuisce di molto gli NO fino a circa 50 ppm, ma la perdita di potenza è oltre il 40%.) si è effettuata una serie di prove variando l’anticipo all’accensione per recuperare prestazioni in potenza. Si è visto che gli NOx crescevano esponenzialmente all’aumento di questo parametro mentre il guadagno in termini di potenza non era così elevato. Si è visto poi che, dal punto di vista delle potenze, era più conveniente utilizzare valori più bassi di lambda senza variazione dell’anticipo, piuttosto che valori più elevati con anticipo ottimale. Si è scelto quindi un valore di lambda di 1.4 invece che di 1.45 come valore da adottare per la caratterizzazione del funzionamento con miscele magre senza variazione dell’anticipo. 38 Miscela magra con lambda = 1,45 600 330 325 500 NOX (ppm) Coppia (Nm) 320 315 300 310 305 200 Coppia Nm Nox ppm 400 300 100 295 0 290 0 5 10 Delta anticipo gradi 15 20 Cons.spc g/kWh miscela magra g/kWh 400 300 200 100 0 0,8 0,9 1 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 lambda 3. Prove con miscela al 10%. Per questo tenore di idrogeno sono state estese la maggior parte delle considerazioni fatte per il 15% . Sono state apportate solo alcune leggere correzioni suggerite dall’osservazione del comportamento durante le prove. Il settaggio “magro” è stato conservato a λ=1,4. Per il settaggio “stechiometrico” è stata effettuata una riduzione della variazione di anticipo. Si è adottata una diminuzione di 3°. Parimenti il valore dell’arricchimento in accelerazione è stato posto al 20%. 39 Allegato 5 Caratterizzazione del mezzo nel funzionamento d’origine (a metano) e con le miscele 40 Misure su Iveco Daily di tipo dinamico Le prove di tipo dinamico sono state eseguite sulla parte urbana del ciclo di omologazione, EUDC. Il microciclo prevede una serie di accelerazioni e decelerazioni con soste intermedie ( vedi figura ). Ogni microciclo ha la durata di 195 sec con una velocità media di 18.7 km/h ed una percorrenza di 1013 m. Il primo tratto si percorre in prima marcia con v=015 km/h, il secondo tratto prevede un cambio 1° - 2° marcia a 15 km/h per arrivare a 30 km/h mentre il terzo tratto viene eseguito con due cambi di marcia sino a 50 km/h con un cambio in scalata sino alla frenata. Le impostazioni del banco a rulli per l’esecuzione delle prove sono state le seguenti: Coefficiente di penetrazione aerodinamico: Cx = 0,35 Superficie frontale : 3,69 m2 Massa del veicolo: 3500 kg La massa del veicolo impostata per l’esecuzione delle prove è superiore (del 50%) a quella prevista dalla normativa, per cui i risultati ottenuti non sono confrontabili con le prove di omologazione. Tale scelta è dipesa dalla opportunità di verificare i benefici ottenibili in condizioni più simili a quelle reali di funzionamento del veicolo. Schermata comprendente 8 microcicli Per la corretta impostazione delle velocità richieste è stato utilizzato un software grafico di aiuto al guidatore. Il margine di errore ammesso è stato di ± 5%. In tutte le prove il numero degli errori di guida, espressi in numero di secondi di superamento del limite di errore, è stato sempre sotto i 20, corrispondente, per una prova di 20 km, allo 0,5% di errori. Il guidatore, per la massima affidabilità del risultato, è stato sempre lo stesso. Prova con combustibile metano. La prova di consumo ed emissioni è stata eseguita il 20 novembre 2006 e si è svolta in due fasi, mattina e pomeriggio, con pesatura intermedia della bombola di combustibile. La temperatura dell’aria è stata di 14 °C. La percorrenza totale della prova è stata di 39,244 km. Il consumo è stato di 5,25 kg, per cui il consumo specifico è di 134 g/km. La quantità di CO2 emessa, a calcolo, è stata di 368,5 g/km. Gli altri inquinanti sono stati desunti dalle sole prove pomeridiane, e sono i seguenti: 41 CO = 0,21 g/km HC = 0,21 g/km NOx = 1,06 g/km Prova con miscela al 10% e settaggio “stechiometrico”. La prova è stata eseguita il giorno 6 novembre 2006 nella mattinata. La temperatura ambiente era di 16 °C. Lo spazio percorso è stato di 19,175 km ed il consumo è stato di 2,494 kg, per cui il consumo specifico è di 130 g/km. La quantità di CO2 emessa, a calcolo, è stata di 352,7 g/km. Gli inquinanti sono i seguenti: CO = 0,18 g/km HC = 0,022 g/km NOx = 0,25 g/km Prova con miscela al 10% e settaggio “magro”. La prova è stata eseguita il giorno 6 novembre 2006 nel pomeriggio. La temperatura ambiente era salita a 20 °C. Lo spazio percorso è stato di 19,224 km ed il consumo è stato di 2,336 kg, per cui il consumo specifico è di 122 g/km. La quantità di CO2 emessa, a calcolo, è stata di 331,0 g/km. Gli inquinanti sono i seguenti: CO = 0,002 g/km HC = 0,567 g/km NOx = 0,80 g/km Prova con miscela al 15% e settaggio “stechiometrico”. La prova è stata eseguita il giorno 16 ottobre 2006 nel pomeriggio. La temperatura ambiente era di 24 °C. Lo spazio percorso è stato di 19,180 km ed il consumo è stato di 2,370 kg, per cui il consumo specifico è di 123 g/km. La quantità di CO2 emessa, a calcolo, è stata di 329,6 g/km. Gli inquinanti sono i seguenti: CO = 0,31 g/km HC = 0,12 g/km NOx = 0,38 g/km Prova con miscela al 15% e settaggio “magro”. La prova è stata eseguita il giorno 16 ottobre 2006 sempre nel pomeriggio. La temperatura ambiente è rimasta a 20 °C. Lo spazio percorso è stato di 22,00 km ed il consumo è stato di 2,565 kg, per cui il consumo specifico è di 117 g/km. La quantità di CO2 emessa, a calcolo, è stata di 313,6 g/km. Gli inquinanti sono i seguenti: CO = 0,07 g/km HC = 0,54 g/km NOx = 0,99 g/km 42 Allegato 6 Ricondizionamento del veicolo alla fine della prova 43 Data di arrivo del mezzo: 22/6/2006, Inizio prove: 21/7/2006; km mezzo:12758; Fine prove: 14/12/2006; km mezzo: 13298; Al termine delle prove le operazioni di ripristino della normale operatività del mezzo sono state le seguenti: 1. Rimozione della apparecchiature di misura e controllo apposte al mezzo. In particolare si è provveduto a disinstallare l’attrezzatura di emulazione della centralina di iniezione, si è eliminata la candela speciale recante il sensore di pressione, si è distaccato il sistema di alimentazione di combustibile da bombolaio esterno, si è rimosso il sistema di captazione del campione dei fumi posto all’estremità del tubo di scarico. 2. Ripristino delle condizioni di funzionalità originarie. E’ stata rimontata la candela convenzionale; è stata effettuata la riconnessione dell’alimentazione di combustibile proveniente dalle bombole di bordo al sistema di alimentazione del motore. Situazione modificata: l’alimentazione dell’idrogeno è collegata al posto del pressostato Ripristino del pressostato nella situazione iniziale 3. E’ stato effettuato un parziali rifornimento delle bombole di bordo travasando parte del contenuto di una bombola non utilizzata per le prove 44 4. Controllo della tenuta del sistema di alimentazione del metano. Secondo il parere preventivamente richiesto, verbalmente, al Centro Superiore Ricerche del Ministero dei Trasporti, nella persona dell’Ing. Vincenzo Scorsone, l’intervento eseguito sul circuito alta pressione rientra nelle operazioni di normale manutenzione, avendo comportato solamente lo smontaggio ed il successivo rimontaggio del pressostato, vedi figure in alto, utilizzando giunti di connessione a tenuta conica. Non è stata eseguita alcuna modifica su nessuna delle restanti parti del circuito. Non abbisognando pertanto di una ricertificazione ufficiale della prova di tenuta, la prova è stata eseguita in ENEA da personale qualificato. Il controllo di tenuta è stato effettuato con le opportune schiume rivelatrici di fughe e verificando nel tempo della conservazione della pressione nelle bombole. Dopo 4 giorni la pressione è rimasta al valore originario di 120 bar, vedi le due foto in basso. Manometro sulle bombole alla ricarica in ENEA (14/12) Manometro sulle bombole dopo alcuni giorni (18/12) 5. Rimozione del mezzo dal banco a rulli. Il mezzo è stato liberato dai vincoli meccanici di ancoraggio al banco, è stato condotto fuori dell’edificio di prova ed è stato reso disponibile per la riconsegna. 45