“La gestione dello stress in ambito lavorativo” 6 Marzo 2013 Dott.ssa Michela Colosio 1 Piano di lavoro Obiettivo: • Diffondere una maggiore consapevolezza sui temi che riguardano il proprio ruolo, le competenze richieste, il rapporto con i diversi interlocutori e i possibili rischi da stress. • Sviluppare i comportamenti organizzativi necessari per una migliore gestione dello stress. Argomenti: • Il proprio ruolo e le competenze richieste • I possibili rischi: lo stress • Alcuni suggerimenti L’esposizione di strumenti e modelli teorici di riferimento si alternerà a momenti di confronto fra i diversi attori coinvolti 2 Il patrimonio di un’organizzazione Tecnologia/ organizzazione Risorse finanziarie Risorse Umane Le “Risorse Umane” sono uno dei fattori che costituiscono il patrimonio di un’organizzazione Conoscere i diversi fattori è il punto di partenza per la definizione di strategie efficaci 3 Qualità Risorsa Umana Qualità Risorsa Umana Competenze richieste dal ruolo 1 Competenze possedute dall’individuo È importante quindi che la risorsa sappia gestire il ruolo nella sua complessità 4 Il ruolo Status Posizione Mansione Settore Livello Posto Incarico Funzione Nomina Inquadramento 5 Il ruolo In generale, il ruolo può essere definito come l’insieme strutturato di aspettative e comportamenti attesi riguardanti un individuo che occupa una determinata posizione in una rete di relazioni sociali. In ambito lavorativo è una “spazio di attività” affidato ad una persona che occupa una determinata posizione all’interno di un sistema. 6 Il ruolo Area discrezionale espressione della modalità individuale di interpretare e agire il ruolo Area prescritta i comportamenti richiesti per il ruolo che si ricopre 7 Il ruolo le aspettative rivolte ad un ruolo sono differenti in relazione all’attore sociale che concretamente le rivolge. Giovani ……………………… ………………. Insegnanti Ruolo Bibliotecario Sindaci/Assessori Responsabili Colleghi 8 Il ruolo Le aspettative dei diversi attori possono: Essere ambigue Essere incompatibili tra loro Modificarsi nel corso del tempo 9 Il ruolo Ricoprire al meglio un ruolo non significa solo svolgere correttamente dei compiti, significa interpretare quotidianamente le attese dei diversi interlocutori e dell’ambiente e rapportarsi consapevolmente con la loro complessità. 10 La competenza conoscenze • Area intellettuale • Area gestionale • Area relazionale capacità Esperienze finalizzate motivazione comportamento competenza contesto Prestazione 11 Le capacità da possedere Flessibilità di pensiero Visione d’insieme Organizzazione Abilità relazionale Intelligenza sociale Negoziazione 12 Le capacità da possedere Area intellettuale Flessibilità di pensiero: approcciarsi ai problemi senza essere condizionati da schemi o da chiusura preconcetta, integrando i dati che provengono dall’esterno ampliando così il campo d’indagine. Visione d’insieme: considerare i diversi aspetti della situazione che si affronta in modo integrato, tenendo sotto controllo il maggior numero di variabili possibile. 13 Le capacità da possedere Area gestionale Organizzazione: impostare in modo funzionale ed efficiente le attività avendo ben chiaro l’obiettivo da raggiungere, cogliendo le priorità, individuando le risorse disponibili e prevedendo eventuali ostacoli. 14 Le capacità da possedere Area relazionale Abilità relazionale: sapersi muovere risultando efficace nei diversi contesti, comunicando in modo chiaro il proprio pensiero, stando attenti ai feed-back dell’interlocutore e dell’ambiente. Intelligenza sociale: saper “leggere”, comprendere e prevedere il contesto di riferimento oltre alle motivazioni, le aspettative e i comportamenti dei diversi interlocutori, utilizzando tale comprensione per instaurare e mantenere rapporti efficaci. Negoziazione: porsi come un interlocutore autorevole e credibile, ascoltando le motivazioni dell’altro e superando le possibili obiezioni facendo passare il proprio punto di vista. 15 Autovalutazione “chi conosce gli altri è sapiente, ma chi conosce se stesso è saggio” Tao, 33 L’autovalutazione è un’occasione per aumentare il grado di consapevolezza delle nostre risorse. 16 I possibili rischi 17 Lo stress: definizione STRESS Nasce in ambito metallurgico, indica la tensione a cui è sottoposto un metallo In Psicologia lo STRESS è una risposta di difesa a determinati stimoli diversi e considerati pericolosi GLI STRESSOR (sollecitazioni ambientali, psichiche e relazionali) Lo stress non consiste quindi nel subire passivamente certe situazioni, ma in una reazione personale verso determinati eventi valutati negativamente e considerati pericolosi. 18 Lo stress: definizione Lo stress è quindi l’insieme delle risposte adattative che mettiamo in atto per rispondere alle diverse sollecitazioni ambientali (stressor) Lo stress non ha quindi di per sé un valore negativo, anzi, viene considerato in modo adattivo, in quanto permette all’organismo, posto di fronte a stimoli stressanti (stressor), di mettere in atto risposte che tendono a ristabilire l’equilibrio. 19 Lo stress: definizione Ogni STRESSOR predispone il corpo al meccanismo di attacco o fuga con la conseguente possibilità di fronteggiare le condizioni, ambientali o interne all’organismo, da cui origina lo stress. 20 Lo stress Ogni stressor percepito coscientemente o meno causa reazioni regolative neurologiche, locomotorie, ormonali e immunologiche. 21 Lo stress Stressor risposta di attacco o fuga reazioni regolative fronteggiamento della situazione adattamento all’ambiente 22 La nostra Reazione Davanti ad un pericolo (stressor) il nostro organismo risponde automaticamente: Aumento del ritmo cardiaco Aumento della frequenza respiratoria Si irrigidiscono i muscoli Aumenta la coagulazione e la vasocostrizione periferica Aumenta la sudorazione Si blocca la digestione 23 La nostra Reazione Lo stress è quindi una reazione sana del nostro organismo e indica che stiamo affrontando una situazione di emergenza. Sia di fronte ad un vero pericolo fisico sia davanti ad un pericolo immaginato/temuto, mente e corpo mettono in atto una serie di meccanismi fisiologici atti a garantire un’efficace risposta di adattamento. 24 Stress pericoloso Ma allora quando lo stress diventa pericoloso? 25 Stress pericoloso Si parla di stress pericoloso quando le richieste esterne (ambientali e non) superano le nostre risorse percepite. richieste esterne nostre risorse percepite A quel punto lo stress diventa uno stato di tensione continua e sgradevole causata da un compito o da una richiesta a cui non sappiamo se siamo effettivamente in grado di rispondere. 26 Sindrome generale di Adattamento La risposta che l'organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di svariati tipi di stressor, quali stimoli ambientali (ad es. caldo/freddo, rumore), psichici (ad es. noia, paura, divergenza d’opinioni), socio-relazionali (ad es. senso di respinta, senso di dipendenza) è detta "Sindrome Generale di Adattamento” (Selye) si compone di tre fasi distinte: Allarme Resistenza Esaurimento 27 Sindrome generale di Adattamento Allarme Resistenza L'organismo risponde agli stressor mettendo in atto meccanismi di fronteggiamento sia fisici sia mentali. Esempi sono costituiti dall'aumento del battito cardiaco, pressione sanguigna, tono muscolare, diminuzione delle secrezione salivare, etc.). L'organismo tenta di adattarsi alla situazione e gli indici fisiologici tendono a normalizzarsi anche se lo sforzo per raggiungere l'equilibrio è intenso. Se la condizione stressante continua, oppure risulta troppo intensa, il soggetto può venire sopraffatto non Esaurimento riesce più a difendersi, la naturale capacità di adattarsi viene a mancare .e possono prodursi effetti sfavorevoli permanenti a carico della struttura psichica e/o somatica. 28 Reazione soggettiva La reazione dello stress è mediata dalla nostra soggettività Persone esposte agli stessi eventi stressanti rispondono ad essi differentemente e non tutti sviluppano quindi sintomi da stress 29 Reazione soggettiva Da cosa sono determinate queste differenze? 30 Reazione soggettiva lo stress non è solo qualcosa che sta là fuori, nell’ambiente, ma è il risultato di un processo di valutazione dell’individuo. 31 Elaborazione cognitiva Negli esseri umani la risposta allo stressor è influenzata dalle funzioni cognitive. Gli stressor, subiscono infatti sempre un'elaborazione di tipo cognitivo, dalla quale dipende in gran parte la reazione della persona. 32 L’elaborazione cognitiva Neutro Stimoli Valutazione cognitiva Minaccia Personalità Esperienza passata Pensieri automatici RISPOSTA ATTACCO O FUGA 33 Fattori essenziali Lo stress dipende da come giudichiamo ed interpretiamo l’evento. Fattori essenziali nell’insorgere dello stress: 1) la valutazione 2) le abilità di coping 34 Fattori essenziali VALUTAZIONE SOGGETTIVA 35 La valutazione degli eventi Valutiamo se la situazione che dobbiamo affrontare rappresenta per noi irrilevante neutro minaccia sfida fuga attacco 36 La valutazione degli eventi Valutiamo se abbiamo le risorse/i mezzi per affrontare la situazione Ci chiediamo: “sono in grado di affrontarla?”… “posso farcela?” In questa valutazione entra in gioco il grado di conoscenza e di fiducia che abbiamo nelle nostre capacità per affrontare la situazione. 37 Il coping: definizione “l’insieme dei tentativi per controllare gli eventi ritenuti difficili o superiori alle nostre risorse” (Lazarus) La nostra capacità di far fronte alle situazioni problematiche attraverso efficaci strategie Questi tentativi dipendono da: Esperienze già avute in situazioni analoghe Convinzioni riguardanti noi stessi e l’ambito in cui viviamo Disponibilità di risorse personali ed ambientali 38 Due tipi di coping 1) coping centrato sul problema: l’individuo agisce sul problema trovando soluzioni efficaci 2) coping centrato sull’emozione: l’individuo si sforza di ridurre le reazioni emozionali negative dello stress 39 Chi decide lo stress? Vivere una situazione come più o meno stressante dipende da diversi fattori psicologici Siamo noi infatti che con il nostro modo di vivere gli eventi li rendiamo più o meno stressori e che con il coping li affrontiamo in modo positivo o negativo. 40 Distress e Eustress Lo stress permette l’ adattamento all’ambiente circostante. Nella sua accezione più ampia dunque lo stress non ha valenza negativa. La assume però nel momento in cui esistono le condizioni di preallarme ma non la possibilità di fuggire o lottare, come nel caso di esperienze di vita a cui non si può porre rimedio, es: lutti, malattie, attività professionali pressanti, situazioni socioeconomiche disagiate e così via. In questi caso si parla di DISTRESS, (Dis: Cattivo, morboso). Provoca scompensi emotivi e fisici difficilmente risolvibili. 41 Distress e Eustress Quando invece l’individuo può efficacemente reagire modificando a proprio favore le condizioni esterne si parla di EUSTRESS (Eu: buono, bello). Lo stress buono, è quello indispensabile alla vita, che si manifesta sotto forma di stimolazioni ambientali costruttive ed interessanti. Un esempio può essere una promozione lavorativa, la quale attribuisce maggiori responsabilità ma anche maggiori soddisfazioni. 42 Stress positivo Dobbiamo quotidianamente convivere con lo stress, quindi perché non utilizzarlo a nostro vantaggio? Quando lo stress è positivo? Prestazione Maggiore efficacia Liv. di stress 43 Rimedi contro il distress Possiamo trovare strategie per affrontare le situazioni in modo adattivo ed efficace 44 I sintomi principali Tra i sintomi più frequenti dello stress ricordiamo: Frequente sensazione di stanchezza generale Accelerazione del battito cardiaco Difficoltà di concentrazione Attacchi di ansia Disturbi del sonno Dolori muscolari Ulcera dello stomaco Facilità ad ammalarsi Irritabilità Abbassamento delle difese immunitarie Etc… 45 Interventi sugli stressori Identificare quali sono gli stressori nella nostra vita, cercare di eliminarli, ridurli o modificarli. 46 Comportamenti a rischio Alcune ricerche (Friedman e Rosenman, 1959) hanno esaminato il rapporto tra la personalità e la tolleranza allo stress; in particolare è stato possibile suddividere i comportamenti umani in due gruppi, definiti Tipo A e Tipo B. Gli individui appartenenti al Tipo A (più esposti allo stress), presentano una maggiore probabilità di soffrire di qualche disturbo fisico/psichico dovuto alla pressione di eventi stressanti. Essi sono, per esempio, molto vulnerabili nei confronti delle malattie cardiovascolari (infarto, ictus, ipertensione etc.). Coloro che appartengono al Tipo B invece, (più capaci di fronteggiare situazioni potenzialmente stressanti), di conseguenza meno esposti al rischio di ammalarsi. 47 Comportamento di tipo A e B (1/2) A • Competitività spinta e diffusa a tutti gli aspetti della vita. Tendenza alla sfida e alla lotta • Aggressività (spesso repressa) presente costantemente in tutte le interazioni personali e sociali • Impazienza, insofferenza per i diversi ritmi altrui • Tensione muscolare, difficoltà al rilassamento, ipervigilanza • Alimentazione irregolare ed eccessiva B • Competitività selettiva e proporzionata all’importanza degli obiettivi da raggiungere • Aggressività "fisica" indotta da stimoli adeguatamente frustranti aggressività di base ridotta • Capacità di adeguarsi e di tollerare la diversità degli altri ed i loro differenti ritmi • Rilassamento muscolare, discorso tranquillo, facilità di rilassamento • Alimentazione controllata 48 Comportamento di tipo A e B (2/2) A • Tendenza a voler fare e ottenere un illimitato numero di cose in un limitato periodo di tempo • Necessità di avere sempre il controllo totale nelle situazioni • Spinta all'acquisizione di oggetti, beni, in generale al consumo • Fumo, alcool, attività orali ripetitive • Poca attività fisica • Pochi interessi oltre al lavoro B • Tendenza a proporzionare le cose da fare e da ottenere in rapporto al tempo disponibile • Ridotta importanza dell'avere costantemente il controllo in tutte le situazioni • Relativa indifferenza al consumo e all'acquisizione di cose inutili • Fumo e alcool molto limitati • Attività fisica • Interessi alternativi al lavoro 49 Tipo A e B Le persone che posseggono le caratteristiche del Tipo A sono anche quelle che risentono in misura maggiore dello stress, anche in ambito lavorativo. Infatti le pressioni lavorative, le scadenze, il sovraccarico, le difficoltà con i colleghi, le richieste lavorative a cui è difficile rispondere, possono incidere profondamente sui modi con cui una persona percepisce e considera il proprio lavoro. Sentirsi sotto grave tensione costituisce un esito negativo, mentre sentirsi sfidati e in grado di rispondere a tali sfide rappresenta un risultato positivo. 50 Stress sul lavoro 51 Stress sul lavoro Da sempre l’ambiente di lavoro è un vero e proprio centro di produzione di stress, per svariati motivi. Tra i principali fattori stressogeni in ambito lavorativo troviamo: • Un ambiente di lavoro inadeguato: l’ambiente di lavoro è molto importante, lavorare con attrezzature inadeguate o in un ambiente sgradevole e inadatto (scarsa illuminazione, cattiva areazione, rumore eccessivo, etc…) può incidere negativamente sul proprio lavoro. • La monotonia delle attività svolte: Le attività sono sempre le stesse e sono eseguite in modo meccanico e senza partecipazione. 52 Stress sul lavoro • Incertezza nella definizione dei ruoli e nelle istruzioni ricevute: quando molte persone si ritrovano regolarmente insieme, è possibile che si verifichi uno stato di tensione. Le differenti personalità possono entrare in conflitto e può verificarsi un’incertezza nella definizione chiara dei diversi ruoli, influenzando così negativamente l’efficienza del gruppo stesso o generando confusione nelle istruzioni ricevute. Possono nascere rivalità che portano a contrasti che non hanno nulla a che fare con il lavoro da svolgere. Un generale dissenso nei confronti di obiettivi e procedure, può compromettere il buon completamento di un incarico o di un progetto. 53 Stress sul lavoro • La quantità di lavoro assegnata è eccessiva o insufficiente: sebbene scadenze o termini da rispettare facciano parte del lavoro, per cui un progetto deve essere completato entro una data prestabilita, non sempre questo avviene in modo semplice e naturale. A volte le scadenze sono stabilite da persone non direttamente coinvolte nel progetto e quindi si rivelano irragionevolmente serrate o addirittura impossibili da rispettare. Il risultato è che si finisce per essere frustrati o arrabbiati. Viceversa, anche quando la quantità di lavoro assegnata è scarsa e di conseguenza gran parte del tempo impiegato al lavoro trascorre nella noia e nell’improduttività, si può facilmente cadere nella trappola dello stress. 54 Stress sul lavoro • Un management insensibile: la maggior parte delle persone lavora alle dipendenze di un superiore, il quale spesso anziché essere dotato di leadership, non è in grado di comunicare, di motivare e sostenere i propri collaboratori, scadendo invece in critiche poco costruttive, in eccessi di aggressività, atteggiamenti direttivi poco funzionali e corretti. • Inadeguatezza sul piano del ruolo ricoperto: chi riveste un ruolo di responsabilità, spesso è stato investito di tale ruolo per le proprie competenze professionali, pur essendo privo di quelle doti di buon leader che gli consentirebbero di essere un buon capo. Questo senso di inadeguatezza sul piano della qualifica può generare molto stress. 55 Stress sul lavoro • Rapporti difficili con i colleghi: chiunque abbia lavorato con persone “difficili” sa quanto può essere faticoso. La rabbia e il risentimento tra colleghi possono inasprirsi fino al punto di provocare grave stress e alla fine persino malattie. • L'insufficienza o la mancanza di un riconoscimento o di una ricompensa per una buona prestazione. • L'assenza di discrezionalità e di controllo: quando non è possibile controllare in modo diretto i propri compiti e viene a mancare la possibilità di poterli svolgere nella maniera che si desidera. • La presenza di eccessive responsabilità. 56 Stress sul lavoro • L'insoddisfazione, la mancanza di realizzazione personale: quando manca, per esempio, la certezza di un lavoro stabile o la possibilità di avanzamento professionale. Oppure non è possibile esprimere il proprio talento e le proprie capacità. • L'essere oggetto di pregiudizi, minacce, vessazioni: queste situazioni portano a ciò che viene definito "mobbing". 57 Abilità di fronteggiamento Se ci sentiamo stressati e non sono in vista dei cambiamenti organizzativi nel posto in cui lavoriamo possiamo comunque fare qualcosa per stare meglio. E’ necessario riconoscere i primi segnali d’allarme e identificare le strategie utili per gestire lo stress. Ognuno di noi reagisce in modo diverso allo stress percepito, ciascuno ha strategie diverse per vincerlo. Se riusciamo a identificare le strategie che ci hanno aiutato in passato possiamo utilizzarle anche per far fronte allo stress percepito nel presente. 58 Abilità di fronteggiamento Ecco alcuni suggerimenti: A) Acquisiamo consapevolezza di cosa ci sta realmente stressando Cerchiamo di identificare le fonti di stress, anche elencandole materialmente su un foglio. Quale aspetto della nostra vita lavorativa ci crea maggior sofferenza o tensione? Ci preoccupa di più? È su questo o questi aspetti che è urgente intervenire. 59 Abilità di fronteggiamento B) Modifichiamo la valutazione cognitiva dell’ambiente Prima di tutto riconosciamo la differenza tra le cose che possiamo controllare e quelle che non possiamo controllare. Chiediamoci come stiamo vivendo la situazione, se esistono modi alternativi di affrontarla. Se riteniamo la nostra realtà lavorativa immodificabile, cerchiamo di dare minore importanza agli eventi che ci accadono quotidianamente. Se il nostro capo ci bistratta perché ha un brutto carattere, non prendiamola come qualcosa di personale e soprattutto evitiamo di cadere nel circolo vizioso delle ripicche e dei dispetti (magari sotto forma di “dimenticanze” o di ritardi nella consegna del lavoro). Cerchiamo di mantenere comunque un atteggiamento professionale e distaccato. 60 Abilità di fronteggiamento C) Pianifichiamo le attività È fondamentale iniziare ogni giornata pianificandola nei dettagli in modo tale da ottimizzare le proprie risorse. Spinti dalla preoccupazione di non riuscire a portare a termine il lavoro, spesso tendiamo ad accelerare i tempi e a darci da fare tutto il giorno senza sosta. Agire così, spinti dall’agitazione e senza essersi dati prima delle priorità e un’organizzazione, porta a perdere tempo e disperdere energie, anziché produrre maggiormente, come si intenderebbe fare. 61 Abilità di fronteggiamento Può essere utile: • Scrivete ogni cosa che deve essere fatta • Evidenziate le questioni più urgenti • Stralciate dalla “lista urgenti” le questioni che non avete voglia di affrontare, risolvete quelle per prime, per non pensarci più! • Preparatevi a cancellare o posticipare le questioni non importanti se alla fine della giornata non vi resta tempo sufficiente per affrontarle. • Stabilite un orario limite entro il quale lavorare e non superatelo. • Chiedete aiuto o delegate • Abituatevi a terminare un lavoro prima di iniziarne un altro. Potete anche non finire tutto quanto riportato sull’elenco, ma almeno avrete completato la maggior parte dei compiti, invece di 62 averli tentati tutti senza risultato. Abilità di fronteggiamento D) Prendiamoci delle pause Facciamo dei break nel corso della giornata, anche semplicemente per fare dei respiri profondi e sentire che la nostra mente si rilassa. Poi saremo in grado di tornare al lavoro con rinnovata energia e lucidità. E) Pensiamo positivo Prendiamo nota del lavoro fatto bene e ricompensiamoci. Poniamoci degli obiettivi a breve termine e sentiamoci soddisfatti quando li abbiamo raggiunti. Cerchiamo di non considerare le critiche come un attacco personale, ma come un’opportunità per crescere nel nostro lavoro. 63 Abilità di fronteggiamento F) Impariamo a coltivare lo humor, a ridere di noi G) Rivediamo la scala di valori Diamo il giusto peso a ciò che esiste al di fuori del lavoro: la famiglia, gli amici, altri interessi. Tutti ambiti in cui la situazione può essere migliore e le soddisfazioni compensare lo stress da lavoro. 64 Regole per ridurre gli stressori (1/4) Alcune delle strategie utili possono essere le seguenti: • Non affaticarti in cose di poco conto, fai una scelta. Tutto ciò che è eliminabile eliminalo, ciò che non lo è diluiscilo nel tempo • Impara a gestire il tuo tempo (lavoro, svago, riposo). Sviluppa altri interessi oltre al lavoro, praticare con una certa continuità almeno un hobby, permette di distrarre la mente e ricaricare le batterie • Impara a programmare: mettere ordine nella vita aiuta a rimanere ancorati alla realtà 65 Regole per ridurre gli stressori (2/4) • Separa la vita privata da quella lavorativa imponendoti di non lavorare nei fine settimana: anche se si lavora meno, la propria produttività professionale aumenterà man mano che si diventa più rilassati e concentrati • Investi tempo nelle relazioni con persone con cui ti trovi bene: può essere utile dedicare almeno 30 minuti al giorno ai rapporti sociali. Può trattarsi di una telefonata o andare a trovare degli amici. • Non concentrare troppi cambiamenti nello stesso periodo 66 Regole per ridurre gli stressori (3/4) • Fai esercizio fisico con regolarità: l’esercizio fisico costante libera endorfine endogene, una sorta di “droga naturale” che aiuta a prevenire sia i danni cardiovascolari che quelli muscoloscheletrici • Controlla la dieta, non assumere troppa caffeina o teina • Dormi a sufficienza per rigenerare le energie • Apprendi tecniche specifiche per rilassarti • Stai attento alle vacanze troppo dinamiche! • Cerca di correre il meno possibile 67 Regole per ridurre gli stressori (4/4) • Smetti di preoccuparti per il futuro la trappola consiste nella convinzione irrazionale che con questo ragionamento si stia programmando e tenendo sotto controllo gli eventi In realtà ci si sta solo preoccupando e ossessionando Può aiutare chiedersi solo: “qual è la cosa peggiore che potrebbe capitare?” e trovare delle soluzioni. • Smetti di preoccuparti per il passato, ormai è passato e non puoi modificarlo, andrà meglio la prossima volta! 68 Riassumendo • Vivi il presente in modo consapevole! Il presente è l’unico tempo che ci è dato di vivere! • Credi nelle tue potenzialità, se non hai fiducia in te stesso chi può averla in te? 69