IL MELODRAMMA LUDOVICA, SABRINA, LUCIA, ROBERTO DEFINIZIONE DEL GENERE IL MELODRAMMA E’ UN GENERE TEATRALE IN CUI I PERSONAGGI SI ESPRIMONO CON IL CANTO E LA MUSICA. LA MUSICA NON ACCOMPAGNA LE PAROLE, MA E’ LA PARTE FONDAMENTALE DELLA RAPPRESENTAZIONE DA CUI DIPENDONO TUTTI GLI ALTRI ELEMENTI. IL TEATRO IL TEATRO E’ QUELL’EVENTO CHE SI VERIFICA OGNI QUAL VOLTA C’E’ UNA RELAZIONE TRA ALMENO UN ATTORE CHE AGISCE DAL VIVO E UNO SPETTATORE CHE NE SEGUE LE AZIONI. IL DRAMMA E’ UN’OPERA LETTERARIA CHE DEVE ESSERE RAPPRESENTATA A TEATRO. E’ LA FORMA PRINCIPE IN CUI SI PRESENTA LA STORIA TEATRALE. ESSO NECESSITA DELLLA PRESENZA DI UN’ELEMENTO IN PIU’ RISPETTO AL NORMALE TEATRO: L’AUTORE. IL DRAMMA NECESSITA INOLTRE DI UN DIALOGO E NON DI UN MONOLOGO. PERCHE’ SI VERIFICHI UN EVENTO TEATRALE E’ NECESSARIO DISTINGUERE: • LA SCELTA CONSAPEVOLE DELLA FORMA TEATRALE; • LA DEFINIZIONE DI UNO SPAZIO SCENICO IN CUI ESSA POSSA AGIRE; • IL TEMPO STABILITO DELL’AZIONE. IL TEMPO E’ L’ELEMENTO CHE PIU’ DI TUTTI DETERMINA LE CARATTERISTICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE. DALL’IDEAZIONE FINO ALLA SCENA VERA E PROPRIA IL TEMPO TEATRALE PRENDE IL SOPRAVVENTO SU QUELLO INDIVIDUALE, COINVOLGENDO, NEL MOMENTO DELLA RAPPRESENTAZIONE ANCHE IL PUBBLICO. LO STUDIO DEL TEMPO E’ PARTE INTEGRANTE DELLO STUDIO DELL’ATTORE. IN AMBITO TEATRALE SI DISTINGUONO DUE CONCETTI DI SPAZIO DIFFERENTI: • SPAZIO FISICO, CIOE’ QUELLO DI SCENA IN CUI VIENE RAPPRESENTATA L’OPERA; • SPAZIO IMMAGINARIO, DEFINITO ANCHE MITOPOIETICA. LE IMMAGINI DEL TEATRO LA PIANTA DI UN TEATRO CLAUDIO MONTEVERDI MONTEVERDI FU IL PRIMO PROTAGONISTA DELLA STORIA DEL TEATRO MUSICALE. OPERO’ ALLA CORTE MANTOVANA DEI GONZAGA COME VIOLINISTA. QUI’ FU NOMINATO “MAESTRO DELLA MUSICA” E SI DEDICO’ ALL’INSEGNAMENTO, ALLA DIREZIONE DI UN GRUPPO FEMMINILE E ALLA COMPOSIZIONE DELE SUE OPERE. A MANTOVA FU MOLTO APPREZZATO DAL DUCA VINCENZO, CUI SUCEDETTE IL FIGLIO FRANCESCO CHE NON SEPPE RICONOSCERE IL SUO TALENTO E CHE LO LICENZIO’. NACQUE E STUDIO’ A CREMONA, GUIDATO DAL MAESTRO DEL DUOMO. GIA’ A 15 ANNI COMPOSE LA PRIMA RACCOLTA VOCALE. DOPO MANTOVA OPERO’ A VENEZIA DOVE VENNE NOMINATO MAESTRO DI CAPPELLA E DOVE FU MOLTO APPREZZATO E STIMATO. NON ACCETTO’ MAI DI RITORNARE A MANTOVA. MONTEVERDI MORI’ NEL 1643 DOPO UNA BREVE MALATTIA, E FU SEPPELLITO A VENEZIA. . NEL 1607 RAPPRESENTO’ PER LA PRIMA VOLTA LA SUA OPERA PIU’ FAMOSA: L’ORFEO. L’OPERA RISCOSSE UN GRANDE SUCCESSO. LA SUA MUSICA SI DIFFUSE IN POCO TEMPO IN TUTTA EUROPA E LA SUA INFLUENZA FU DETERMINANTE SIA NELLA MUSICA SACRA E PROFANA, SIA NELLA SPERIMENTAZIONE DI NUOVI LINGUAGGI. MONTEVERDI… IMMAGINI E RITRATTI L’ORFEO L’ORFEO E’ L’OPERA PIU’ FAMOSA DI CLAUDIO MONTEVERDI. E’COMPOSTA DA UN PROLOGO E DA CINQUE ATTI E NARRA DELLA DISCESA NELL’ADE DI ORFEO CHE TENTA DI RIPORTARE L’AMATA EURIDICE ALLLA VITA TERRENA DOPO L’IMMINENTE MORTE DELLA RAGAZZA, POCO DOPO LE NOZZE TRA I DUE. SI BASA SULLA MITOLOGIA GRECA. RISALE AL TARDO RINASCIMENTO ED E’ CONSIDERATO IL PRIMO CAPOLAVORO MELODRAMMATICO. FU COMPOSTO NEL 1607 PER ESSERE ESEGIUTO A MANTOVA IN PERIODO CARNEVALESCO. RISCOSSE UN GRANDE SUCCESSO ED FU ESEGUITO IN MOLTE CITTA’ ITALIANE. NON VENNE PIU’ INTERPRETATO DOPO LA MORTE DI MONTEVERDI FINO AL XIX SECOLO, QUANDO NUOVE VERSIONI LO RESERO PIU’AUTENTICO GRAZIE ALL’USO DI STRUMENTI D’EPOCA E GRAZIE ALLA LIBERTA’ DEGLI ATTORI DI IMPROVVISARE. RISPETTO AD ALTRI AUTORI, LO STILE MONTEVERDIANO E’ PATETICO, MA SEMPRE PER FINALITA’ ESPRESSIVA. LA TRAMA DELL’ORFEO ATTO PRIMO: EURIDICE ED ORFEO STANNO PER CELEBRARE LE LORO NOZZE CORONATI DA AMICI E PASTORI. ATTO SECONDO: DOPO LE NOZZE SILVIA ANNUNCIA LA MORTE DI EURIDICE PER VIA DI UN MORSO DI SERPENTE. ORFEO VUOLE SCENDERE NELL’ADE PER CERCARE DI RIPORTARLA ALLA VITA. ATTO QUINTO: ORFEO TORNA SULLA TERRA DOVE PIANGE LA SUA AMATA PERSA. SUO PADRE APOLLO LO CONSOLA. ATTO TERZO: ORFEO DISCENDE NEGLI INFERI DOVE SI IMBATTE IN CARONTE CHE GLI IMPEDISCE L’ACCESSO. ORFEO LO ADDORMENTA CON LA LIRA E USA L’IMBARCAZIONE DI CARONTE PER ATTRAVERSARE L’ACHERONTE. ATTO QUARTO: ORFEO, SOSTENUTO DA PROSPERINA, ESPONE LA SUA VOLONTA’ ALLE DIVINITA’; PLUTONE ACCONSENTE MA A PATTO CHE ORFEO, NEL SALVARLA NON GUARDI MAI EURIDICE. IL PIANO FALLISCE. ORFEO ED EURIDICE… UN MITO SEMPRE ATTUALE REGISTRI VOCALI E CANTANTI ALLA CANTANTE SOPRANO, SPESSO VENIVA AFFIDATO IL RUOLO DI PROTAGONISTA FEMMINILE. LA CANTANTE CONTRALTO (REGISTRO CHE NASCE DALL’UNIONE DELLE DUE PAROLE CONTRATENOR E ALTO), AVEVA QUASI SEMPRE IL RUOLO DELL MAGA O DELLA STREGA. NEL MELODRAMMA I CANTANTI ERANO FONDAMENTALI E IN BASE AL PROPRIO REGISTRO VOCALE, CIOE’ LA TONALITA’ DELLA VOCE, AD OGNUNO VENIVA AFFIDATO UN RUOLO BEN PRECISO. DI CONSEGUENZA I RUOLI VARIAVANO A SECONDA DEI CANTANTI DISPONIBILI PER QUELLA TAL RAFFIGURAZIONE. AL CANTANTE TENORE SPETTAVA IL RUOLO DI PROTAGONISTA MASCHILE. AL CANTANTE BARITONO O, PIU’ RARAMENTE BASSO, SI AFFIDAVA IL RUOLO DI CONTROPARTE DEL PROTAGONISTA O DI ANTAGONISTA. I CANTANTI RAFFIGURAVANO PERCIO’ DEI “TIPI FISSI”, DEI PROTOTIPI DI PERSONAGGI CUI, DI OPERA IN OPERA SI VARIAVA SOLO IL NOME. IN OGNI OPERA ERA CIOE’ PRESENTE IL BUONO, IL CATTIVO, IL TACCAGNO, IL BURLONE, IL FURBETTO, CUI SI ASSEGNAVANO RUOLI FISSI (BUONOPROTAGONISTA, CATTIVO- ANTAGONISTA…). L’ORCHESTRA E’ FORMATA DA INSIEMI DI STRUMENTI DETTI FAMIGLIE, TRA CUI SI RICORDANO: GLI ARCHI, LE PERCUSSIONI, I FIATI (FORMATI DA LEGNI E OTTONI). SOLO IN SEGUITO, MA NON IN ETA’ MELODRAMMATICA, SI CAPIRA’ CHE PER UNA QUESTIONE DI CATTIVO PROPAGARSI DELLE ONDE SONORE, SARA’ BENE TROVARE UN’ALTRA SISTEMAZIONE ALL’ORCHESTRA: LA CLASSICA FOSSA DELL’ORCHESTRA, AL DI SOTTO DEL PALCOSCENICO. (ES, TEATRO REGIO DI TORINO). L’ORCHESTRA E’ L’INSIEME DI TUTTI GLI STRUMENTI MUSICALI UTILIZZATI PER RAPPRESENTARE UN’OPERA. NEI PRIMI TEATRI L’ORCHESTRA ERA SITUATA AL LIVELLO DEL PALCOSCENICO, COPRENDO PERTANTO LA VISUALE AL PUBBLICO E FAVORENDO IL CATTIVO PROPAGARSI DEL SUONO. IN ETA’ MELODRAMMATICA SI ASSISTE AD UN NETTO SLANCIO DELL’ORCHESTRA NELLE OPERE: SI ACCENTUA LA DISTINZIONE TRA ARIA, ESEGUITA DALL’ORCHESTRA E RECITATIVO, ESEGUITO DAI SOLI CANTANTI. PUO’ ESSERE DI DUE TIPI: DA CAMERA O SINFONICA. L’ORCHESTRA SINFONICA E’ QUEL TIPO DI ORCHESTRA CHE E’ COMPOSTA DA MINIMO 40 ELEMENTI E NE PUO’ SUPERARE IL CENTINAIO. QUELLA DA CAMERA E’ COMPOSTA DA UN NUMERO RIDOTTO DI ELEMENTI. DAL XIX SECOLO L’ORCHESTRA E’ ANCHE UTILIZZATA PER ESEGUIRE BRANI DA SOLA, SENZA DOVER NECESSARIAMENTE ESSERE INSERITA IN AMBITO TEATRALE. LE IMMAGINI DELL’ORCHESTRA LA SCENOGRAFIA LA SCENOGRAFIA E’ DA COLLEGARSI A TRE ELEMENTI: IL LUOGO DELLA RAPPRESENTAZIONE, LO SVILUPPO ARCHITETTONICO E FIGURATIVO E IL PROGRESSO TECNOLOGICO. LA SCENOGRAFIEA E’ L’INSIEME DI TUTTI QUEGLI ELEMENTI CHE SERVONO, NON SOLO AD ABBELLIRE LA SCENA, MA A RENDERNE L’EPOCA E IL LUOGO IN CUI LA SI RAPPRESENTA. NEL TEATRO ROMANO SI ARRICCHISCE DI ESPEDIENTI TECNICI. NEL MEDIOEVO LA SCENOGRAFIA NEL MELODRAMMA LA SCENOGRAFIA E’ ACCOMPAGNA IL DRAMMA LITURGICO MOLTO ALL’AVANGUARDIA E TROVA IL NELLE CHIESE; NEL XVI SECOLO, APPRODA SUO FONDAMENTO NEL TEATRO GRECO. INVECE NEI LUOGHI TEATRALI, HA VISSUTO NEL RINASCIMENTO L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA, L’INTERVENTO DI NUOVI ARCHITETTI E L’USO DELLA PROSPETTIVA. NASCONO I PRIMI MECCANISMI DI CAMBIO SCENA E LE PRIME MACCHINE SCENICHE. IL MELODRAMMA ERA LO SPETTACOLO PER ECCELLENZA DELL’ETA’ BAROCCA E NASCE COME INTRATTENIMENTO TRA UNA SCENA E L’ALTRA DELLA VERA E PROPRIA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE. LE SCENOGRAFIE TEATRALI IL VOCABOLARIO DEL MELODRAMMA ARIE: sono le melodie cantate dai vari personaggi dell’opera nei vari atti e scene. ATTI: gli atti sono i momenti significativi in cui viene divisa un’opera e al termine dei quali normalmente si cambia la SCENOGRAFIA. CAMERATA DEI BARDI: gruppo di studiosi fiorentini che cercò di far rivivere le antiche TRAGEDIE GRECHE, creando spettacoli che includessero anche il canto. Nasce così, un nuovo genere compositivo dove MUSICA, POESIA, COSTUMI e SCENOGRAFIE si fondono in un unico avvenimento: il MELODRAMMA. LIBRETTO: quaderno sul quale viene scritta tutta l’opera da persone addette chiamate LIBRETTISTI. OPERA BUFFA: tipo di opera nata nel 1600. E’ composta da INTERMEZZI MUSICALI e SCENETTE che narrano in modo comico episodi di vita quotidiana e che venivano inseriti tra un atto e l’altro per far divertire il pubblico ed ingannare l’ATTESA del cambio di scenografia. OUVERTURE: brano solo suonato dall’ORCHESTRA che, in epoca barocca, serviva a dare inizio all’opera. RECITATIVI: parti declamate dai personaggi, solitamente in versi, accompagnate dal solo CLAVICEMBALO ed ispirate alla STORIA ANTICA e alla MITOLOGIA.