A. Barberio et al. Large Animal Review 2009; 15: 147-152 Diagnosi e controllo della Salmonellosi nelle bovine da latte 147 N A. BARBERIO, M. BADAN, G. VICENZONI Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Struttura Complessa Territoriale di Verona e Vicenza Viale Fiume, 78 - 36100 Vicenza RIASSUNTO La salmonellosi è un’importante malattia negli animali da reddito, per la gravità dei sintomi e per i risvolti di natura sanitaria conseguenti alla trasmissione all’uomo. Nel bovino la salmonellosi si manifesta clinicamente come sindrome setticemica, enterica, o abortigena. Possono essere colpiti animali di tutte le età, anche se la malattia si manifesta più frequentemente nei vitelli. La diagnosi di laboratorio può essere effettuata mediante isolamento in coltura, PCR, o titolazione anticorpale. Il rischio principale per l’introduzione di Salmonella in allevamento, è l’ingresso di soggetti eliminatori, pertanto è opportuno prevedere per gli animali introdotti una quarantena di almeno 3 settimane, ed un controllo microbiologico sulle feci. Un altro importante fattore di rischio è la contaminazione ambientale ad opera di animali sinantropi. La misura di prevenzione da applicare in questo caso è ridurre al minimo la possibilità di contatto fra tutte queste specie e gli animali allevati, evitando in particolar modo la contaminazione fecale di alimenti e mangiatoie. Quando l’infezione viene individuata in una stalla, le misure di biocontenimento da applicare sono molteplici e possono essere riassunte nei seguenti punti: controllo dei bovini presenti in azienda, pulizia degli ambienti di stabulazione, miglioramento delle strutture zootecniche e delle condizioni di benessere degli animali, lotta agli animali sinantropi. In sintesi le misure da adottare in presenza d’infezione sono riconducibili a due linee direttrici: l’analisi del rischio in tutte le fasi di produzione, e la sua gestione, modificando tutti gli elementi strutturali e di “management”, in grado di favorire la diffusione e l’endemizzazione dell’infezione. PAROLE CHIAVE Salmonellosi, vacca da latte, epidemiologia, malattie infettive. INTRODUZIONE La salmonellosi è una malattia importante negli animali da reddito, sia per la gravità dei sintomi associati, sia per i risvolti di natura sanitaria conseguenti alla trasmissione all’uomo, per contatto diretto o tramite alimenti contaminati. L’agente causale è un bacillo gram negativo, appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae, di cui sono stati identificati oltre 2.000 sierotipi1. Tutti i ceppi di Salmonella di interesse per la patologia bovina (S. Typhimurium, Dublin, Montevideo, Newport) appartengono alla specie Salmonella enterica subspecie enterica e sono classificati in base al sierotipo2. Un’ulteriore subclassificazione delle Salmonelle viene effettuata in base alla fagotipizzazione, tecnica che differenzia i ceppi di Salmonella in base alla loro sensibilità a degli specifici virus batteriofagi3. Fra i ceppi di Salmonella Typhimurium isolati dal bovino, il fagotipo più importante è il “definitive type” (DT) 104, poiché presenta caratteristiche di multiresistenza agli antibiotici, e determina una grave sintomatologia negli animali e nell’uomo. Salmonella Typhimurium DT104 presenta una caratteristica multiresistenza a cinque antibiotici: ampicillina, cloramfenicolo, streptomicina, sulfamidici e tetraciclina, perciò viene definita come “R-type ACSSuT”. Alcuni ceppi hanno sviluppato inoltre resistenza nei confronti dei chinolonici di prima generazione (acido nalidixico)4,5, e manifestano ridotta sensibilità ai chinolonici di seconda generazione (enrofloxacin, marbofloxacin, danofloxacin)5,6. Autore per la corrispondenza: Antonio Barberio ([email protected]). Nel bovino la salmonellosi si manifesta clinicamente come sindrome setticemica, enterica, o abortigena. S. Typhimurium e S. Dublin sono i due sierotipi coinvolti in oltre il 90% delle infezioni1. I bovini infetti possono eliminare Salmonella anche per lungo tempo7,8 senza manifestare alcun sintomo clinico. Questo aspetto è di notevole importanza sotto il profilo della sicurezza alimentare, per il rischio di contaminazione del latte. Gli episodi di tossinfezione causati da questo alimento, sono prevalentemente legati al consumo di latte o formaggi a base di latte crudo, ed il ceppo coinvolto con maggior frequenza è Salmonella Typhimurium DT1049,10,11. Per questi motivi una corretta e tempestiva diagnosi della malattia è di estrema importanza, anche nelle aziende di vacche da latte, dove fortunatamente l’incidenza dell’infezione è inferiore a quella rilevata in altre specie12,13,14. È altresì importante conoscere ed applicare tutte le misure di controllo idonee ad impedirne la diffusione nelle stalle vaccine. EPIDEMIOLOGIA Introduzione in allevamento Le fonti d’infezione di Salmonella sono numerosissime, poiché si tratta di un microrganismo ubiquitario e trasmesso da moltissime specie animali. L’acquisto di animali infetti portatori del microrganismo è la più frequente modalità di introduzione della Salmonella in allevamento, in particolare per Salmonella Typhimurium DT1047,15. Altri importanti fattori di rischio riportati in letteratura sono: il contatto al pascolo con animali di altre aziende15, la presenza di uccelli in allevamento, in particolare anatidi, a contatto con gli anima- 148 Diagnosi e controllo della Salmonellosi nelle bovine da latte li o gli alimenti, la contaminazione dei pascoli con letame o liquame infetto15,16. L’acquisto di alimenti contaminati è un fattore di rischio per l’introduzione del microrganismo in azienda citato in letteratura1,17,18, ma la percentuale di alimenti zootecnici risultati contaminati da Salmonella è generalmente bassa19. La contaminazione in azienda dei concentrati o dei mangimi proteici, conseguente allo stoccaggio in edifici o contenitori aperti, è risultata invece un fattore di rischio di notevole importanza per la diffusione dell’infezione salmonellare nelle aziende di vacche da latte8. Diffusione in allevamento L’eliminazione di Salmonella avviene soprattutto con le feci, pertanto il mantenimento e la diffusione dell’infezione in allevamento sono conseguenti principalmente alla trasmissione orofecale. L’infezione può essere contratta anche attraverso l’inalazione di aerosol o per via oculocongiuntivale, ma avviene con minor frequenza. La disseminazione del microrganismo nella stalla ad opera dei soggetti eliminatori è legata soprattutto al “management” aziendale, ed i principali fattori di rischio della diffusione di Salmonella negli allevamenti di bovine da latte sono: la stabulazione libera degli animali, lo spargimento delle deiezioni in forma liquida (fertirrigazione con liquame) ed il pascolo degli animali sui terreni concimati8. Per quanto concerne i vitelli, un recente studio condotto negli USA20 ha evidenziato che il principale rischio di contrarre l’infezione dalle vacche infette è l’utilizzo del box parto anche come infermeria. Un aspetto estremamente importante per l’epidemiologia della Salmonellosi è la possibilità che, a seguito d’infezione, alcuni soggetti rimangano eliminatori del microrganismo per lunghi periodi, anche 18 mesi7: tale eventualità si riscontra soprattutto nelle infezioni da Salmonella Typhimurium DT104, e da Salmonella Dublin. Per quanto riguarda quest’ultimo sierotipo, un recente lavoro ha messo in evidenza che i soggetti con il rischio più elevato di divenire portatori cronici sono le manze che s’infettano dall’età di 12 mesi in poi, e le vacche che contraggono l’infezione nel periodo del periparto21. Il principale serbatoio d’infezione è comunque rappresentato dagli ambienti di stabulazione: l’eliminazione con le feci del microrganismo da parte degli animali infetti determina una notevole contaminazione ambientale. Salmonella può infatti sopravvivere fino a 41 mesi nei residui fecali essiccati e 10 mesi nei liquami non trattati, negli stagni e nei pascoli1. Nel letame e nei liquami l’inattivazione di Salmonella è funzione soprattutto della temperatura e della stratificazione: per avere una riduzione del 90% dei batteri presenti sono necessari nel letame almeno 20 giorni se la sua temperatura è di 4° C, 2 giorni se è di 37°C, mentre nel liquame 16 giorni a 4°C, e 2,5 a 37° C22. Queste differenze nei tempi d’inattivazione in funzione della temperatura, devono essere tenute presenti in quanto gli strati superficiali di letame e liquame sono normalmente a temperature molto inferiori rispetto alle porzioni interne. sindrome abortigena è meno frequente di quella enterica23. Schematicamente possiamo suddividere i quadri sintomatologici in quattro forme: • forma subclinica: caratterizzata da escrezione del microrganismo in assenza di segni clinici evidenti, e con eliminazione del microrganismo anche intermittente, • enterocolite acuta senza ripercussioni evidenti sulle condizioni generali: caratterizzata da un quadro solo enterico, in genere la guarigione è spontanea, • enterocolite acuta con compromissione delle condizioni generali: caratterizzata da febbre, inappetenza, diarrea acquosa frammista a muco, giallastra e fibrinosa, a volte emorragica (Fig. 1), e nelle vacche in lattazione drastico calo della produzione lattea, • enterocolite cronica: caratterizzata da diarrea intermittente, • forma setticemica: caratterizzata da febbre, anoressia, dispnea, emorragie sottosclerali, rapido peggioramento delle condizioni generali e morte. Può dar luogo a varie complicanze quali meningiti, polmoniti, poliartriti ed anche osteomieliti1. Possono essere colpiti animali di tutte le età, anche se la malattia si manifesta più frequentemente nei vitelli: Salmonella Dublin colpisce di solito i soggetti di età compresa fra le 6 e 12 settimane23, mentre Salmonella Typhimurium si manifesta su soggetti da 1 a 12 settimane23,24. Salmonella Typhimurium DT104, rispetto alle altre forme di salmonellosi, si distingue per l’elevata mortalità, pari anche al 40% dei soggetti ammalati, e per la capacità di indurre una grave patologia anche negli animali adulti7,25. Nelle vacche la sintomatologia clinica, caratterizzata da diarrea, inappetenza e calo di produzione, si manifesta più frequentemente nel postpartum, probabilmente a causa di una maggiore sensibilità all’infezione. Tale fenomeno è dovuto al rallentamento del metabolismo epatico, che altera le caratteristiche della flora intestinale7, e all’abbassamento del tenore di acidi grassi volatili nel rumine, che consegue alla riduzione dell’ingestione. Salmonella infatti viene inattivata a seguito dell’esposizione agli acidi grassi volatili normalmente presenti in un rumine attivo26. Le lesioni anatomopatologiche osservabili nei soggetti venuti a morte a seguito della malattia, variano in funzione della forma clinica che ha colpito l’animale. Nei vitelli che hanno contratto la forma setticemica sono presenti di solito emorragie petecchiali sulle sierose, sulle mucose e nel sottocute, associate a splenomegalia, epatomegalia, congestione ed edema polmonare23. I vitelli colpiti dalla forma enterica acuta si presentano disidrata- DIAGNOSI Diagnosi clinica ed anatomopatologica La sintomatologia clinica della salmonellosi è abbastanza variabile, la malattia può dare febbre, depressione e diarrea caratterizzata da feci acquose, che in alcuni casi contengono sangue, muco e cenci necrotici di mucosa intestinale16. Si può osservare anche aborto che compare in tutte le fasi della gestazione, anche se nei bovini, a differenza di altre specie, la Figura 1 - Diarrea emorragica in un vitello di 10 giorni di età affetto da salmonellosi. A. Barberio et al. Large Animal Review 2009; 15: 147-152 ti ed in qualche caso anche lievemente itterici. È presente epatomegalia, ed il fegato è di colore bronzeo o arancione scuro, con presenza di aree grigio-biancastre di necrosi. La colecisti può presentarsi aumentata di volume, con la parete edematosa e foci necrotici sulla mucosa. Le lesioni del tratto gastroenterico possono variare per gravità e localizzazione, ma generalmente sono limitate al digiuno ed all’ileo. A seconda dell’intensità della malattia si può manifestare: enterite con essudato catarrale, fibrinoso ed anche la comparsa di pseudomembrane difteroidi (Fig. 2). I linfonodi meseraici sono sempre notevolmente aumentati di volume, e può essere presente anche peritonite, localizzata ai tratti intestinali colpiti (Fig. 3). Dal punto di vista istologico le lesioni dei tratti intestinali patologici sono caratterizzate da necrosi ed ulcerazioni della mucosa, infiltrazione di neutrofili e monociti, trombosi e vasculite nella sottomucosa23. Nei vitelli morti a seguito d’infezione da Salmonella Typhimurium DT104, un reperto tipico è la presenza di abomasite, che può esitare anche in ulcere abomasali25,27 (Fig. 4). 149 Infine, la diagnosi di laboratorio di Salmonella viene impiegata per valutare la contaminazione ambientale. L’esame colturale su materiale proveniente dagli ambienti di stabulazione degli animali, e sulle deiezioni non ancora maturate, è risultato uno dei metodi più sensibili per l’individuazione degli allevamenti infetti da Salmonella, rispetto al campiona- Diagnosi di laboratorio La diagnosi di laboratorio può essere effettuata mediante: isolamento in coltura, messa in evidenza di materiale genico, o anche per via indiretta, con la misurazione degli anticorpi verso il microrganismo. Ognuna di queste metodologie ha un suo specifico campo d’applicazione, in funzione dell’obiettivo diagnostico da raggiungere, che può essere: • la diagnosi di malattia (salmonellosi), in soggetti clinici o deceduti con sintomatologia clinica, • l’individuazione di soggetti infetti, ma clinicamente sani, • la verifica della circolazione del microrganismo in allevamento. L’esame colturale28 è altamente specifico, ma la sua sensibilità per l’individuazione di allevamenti infetti è estremamente variabile, anche in funzione del numero e della tipologia di campioni prelevati29. Inoltre nei portatori asintomatici l’eliminazione del microrganismo è intermittente, ed alcuni soggetti, anche se sottoposti a campionamenti ripetuti nel tempo, risultano positivi solo nel 5% dei campioni di feci analizzati30. È possibile impiegare metodi di biologia molecolare, quali PCR qualitativa e PCR real time, a partire dal terreno di arricchimento31,32, o direttamente da campioni di feci33. L’utilizzo di queste metodiche ha dimostrato pari o maggiore sensibilità rispetto all’esame colturale, oltre che maggiore rapidità nel tempo di analisi33,34,35, ma in caso di positività è necessario effettuare anche esami colturali tradizionali, per poter poi definire il sierotipo ed il fagotipo di Salmonella isolata. A differenza dell’eliminazione fecale di Salmonella, il titolo anticorpale nei confronti degli antigeni somatici, non presenta fluttuazioni così elevate, e per questo motivo è stato adottato in alcuni paesi per l’identificazione degli allevamenti infetti30. Attualmente nel settore dei bovini da latte il test sierologico viene impiegato in Danimarca per il piano di controllo dell’infezione da Salmonella Dublin, in cui sono testati sia il latte di massa sia il siero di singolo animale per la classificazione dell’allevamento36. L’analisi dei dati relativi a questo piano di sorveglianza ha evidenziato un buon valore predittivo negativo (99% con una prevalenza d’infezione della mandria del 15%), e quindi si è dimostrato affidabile per la corretta classificazione degli allevamenti effettivamente negativi per Salmonella36. L’utilizzo del test sierologico per l’individuazione dei singoli eliminatori asintomatici non fornisce invece sufficienti garanzie37, in quanto la persistenza di titoli anticorpali si è rivelata spesso non correlabile allo stato di portatore. Figura 2 - Enterite fibrinosa con pseudomembrane difteroidi in un vitello affetto da salmonellosi, deceduto a 12 giorni di età. Figura 3 - Peritonite localizzata ad un’ansa intestinale in una vacca infetta da Salmonella Typhimurium DT104, deceduta 7 giorni dopo il parto. Figura 4 - Abomasite con presenza di ulcere in un vitello affetto da salmonellosi causata dal ceppo Salmonella Typhimurium DT104, e deceduto a 14 giorni di età. 150 Diagnosi e controllo della Salmonellosi nelle bovine da latte mento di gruppi di singoli animali38,39. Per i controlli ambientali, i materiali o gli ambienti da cui è più probabile isolare la presenza di Salmonella sono: • i box per le vacche ammalate38, • i box parto38, • i vasconi per i liquami38,39. CONTROLLO DELL’INFEZIONE Misure di biosicurezza Salmonella è un agente batterico ubiquitario, in grado d’infettare numerose specie animali, e di sopravvivere nell’ambiente esterno. Queste caratteristiche rendono complessa l’attività di prevenzione nei confronti di questo microrganismo, ed in particolar modo l’adozione di misure efficaci ad impedirne l’entrata in allevamento. Il rischio principale per l’introduzione di Salmonella in allevamento, ed in particolare per Salmonella Typhimurium DT104, è l’ingresso di soggetti eliminatori7, che può avvenire con l’acquisto di animali7,15, o il contatto con soggetti infetti di altre aziende in situazioni di promiscuità, quali pascoli comuni ed alpeggio15,16. Nell’allevamento di destinazione è necessario prevedere per gli animali acquistati una quarantena di almeno 3 settimane: durante questo periodo i soggetti non devono avere contatti con altri animali dell’allevamento e devono essere controllati con test di laboratorio per escludere l’eventuale presenza di infezione da Salmonella. Più problematica è la gestione degli animali reintrodotti in azienda dopo il periodo di alpeggio: molto spesso tali animali costituiscono un gruppo numeroso, per il quale non è facilmente attuabile l’applicazione di misure di quarantena pari a quelle previste per i soggetti acquistati. Anche su queste bovine è comunque raccomandabile effettuare la ricerca di Salmonella spp nelle feci, prelevando almeno 2 campioni ripetuti a distanza di tempo (due settimane). Nel caso il gruppo di bovine sia numeroso (> di 20), il controllo può essere effettuato campionando i soggetti in pool di 5 ciascuno40, mantenendo un valore di sensibilità diagnostica accettabile. La seconda modalità con cui Salmonella può essere introdotta in un’azienda di vacche da latte, è la contaminazione ambientale ad opera di altri animali domestici presenti, o di sinantropi. A questo riguardo bisogna tener presente che la Salmonella può infettare gatti, cani, topi, uccelli domestici e selvatici, mammiferi selvatici, oltre naturalmente all’uomo. Pertanto ognuna di queste specie può veicolare la Salmonella, oltre che rappresentare un serbatoio dell’infezione26. Considerato che la principale via di trasmissione è orofecale, la prima misura di prevenzione è ridurre al minimo la possibilità di contatto fra tutte queste specie e gli animali allevati, evitando in particolar modo la contaminazione fecale di alimenti, mangiatoie, abbeveratoi ed attrezzature per alimentare il bestiame, in particolare quelle impiegate per l’alimentazione dei vitelli, che sono più sensibili all’infezione26. Il contagio può avvenire anche attraverso alimenti acquistati, soprattutto mangimi ad elevato tenore proteico17. L’acquisto delle materie prime o dei mangimi composti deve pertanto avvenire in maniera oculata, da fornitori qualificati che diano adeguate garanzie di controllo sui prodotti forniti, con particolare attenzione a questo microrganismo. Va tenuto presente, inoltre, che la contaminazione può interessare anche gli alimenti di produzione aziendale, a seguito dello spandimento di letame o liquame infetto. È raccomandabile, pertanto, effettuare le pratiche di concimazione con letame o liquame, che abbia subito un processo di maturazione sufficiente ad eliminare la presenza di Salmonella ed altri patogeni. Il rischio di contaminazione degli alimenti vegetali può essere ridotto impiegando efficaci tecniche di insilamento, in quanto Salmonella viene inattivata a pH inferiore a 518. A tale fine, è importante ricordare che valori di pH inferiore a 5 vengono sicuramente raggiunti nel silomais e nel pastone, mentre gli insilati d’erba possono non raggiungere questi valori d’acidità17. Considerata l’ubiquitarietà di Salmonella, le possibilità di contaminazione degli ambienti dell’azienda non possono purtroppo essere azzerate dalle misure di biosicurezza fin qui riportate, pertanto deve contestualmente essere attuata una rigorosa metodologia di pulizia e sanificazione periodica degli ambienti di stabulazione e delle attrezzature, con particolare attenzione a quelle impiegate per l’alimentazione dei vitelli. Per quanto concerne i locali di stabulazione degli animali, va curata in particolare l’igiene del box parto e del box di ricovero degli animali ammalati, che sono risultati, da tutte le indagini condotte, gli ambiti da cui più facilmente veniva isolata Salmonella16,18. Infine, va ricordato che la suscettibilità all’infezione viene abbassata anche massimizzando la capacità di resistenza degli animali26. Pertanto, mantenere i bovini in buone condizioni di benessere riduce la possibilità che contraggano l’infezione; in particolare massima cura dovrà essere dedicata ai soggetti più sensibili, le vacche nel periodo di transizione, ed i vitelli di età inferiore a 30 giorni. Misure di biocontenimento Quando l’infezione o la malattia viene rilevata in un’azienda di vacche da latte, le misure di biocontenimento da applicare sono molteplici e possono essere riassunte nei seguenti punti: • controllo dei bovini presenti in azienda, • pulizia degli ambienti di stabulazione, • miglioramento delle strutture zootecniche e delle condizioni di benessere degli animali, • lotta agli animali sinantropi. Inoltre, se si ha a che fare con ceppi altamente patogeni per l’uomo, quali Salmonella Typhimurium DT104, vanno stilate, in collaborazione con il servizio di igiene e sanità pubblica, delle raccomandazioni relative alle norme igienico sanitarie per il personale dell’azienda, al fine di minimizzare il rischio di trasmissione dell’infezione salmonellare dagli animali all’uomo41 (Tabella 1). Il controllo delle bovine stabulate in azienda deve prevedere almeno tre azioni: • la verifica, mediante ricerca di Salmonella nelle feci, di tutti gli animali recettivi presenti in azienda, e l’isolamento dei soggetti positivi, • la macellazione dei soggetti risultati eliminatori cronici, • il divieto di movimentazione per impedire la diffusione dell’infezione ad altri allevamenti. In particolare, la macellazione degli eliminatori cronici ed il divieto di movimentare tutti i soggetti potenzialmente infetti, si sono dimostrate le misure più efficaci per ridurre la prevalenza degli allevamenti infetti nel piano di controllo attuato in Olanda42. È importante ricordare poi che, nella maggior parte dei casi, si può assistere ad un’eliminazione dell’infezione da Salmonella, anche senza ricorso a terapia antibiotica. L’utilizzo degli antibiotici per eliminare l’infezione richiede inoltre la somministrazione per “os”, utilizzabile solo negli animali giovani, con il rumine non ancora sviluppato. Nei soggetti adulti il trattamento antibiotico è invece quasi sempre inefficace e A. Barberio et al. Large Animal Review 2009; 15: 147-152 151 Tabella 1 - Norme igienico-sanitarie da applicare in un allevamento di vacche da latte in presenza di un focolaio di salmonellosi. • Divieto di utilizzo del latte aziendale se non sottoposto a pastorizzazione o trattamento equivalente (bollitura) • Impedire l’accesso in azienda o il contatto con deiezioni animali a persone, anche familiari che rientrano nelle seguenti categorie: – bambini ed anziani – persone trattate con agenti terapeutici immunodepressivi – persone affette da patologie che determinano immunodeficienze • Utilizzare indumenti protettivi per le attività da svolgere nelle aree di stabulazione degli animali • Non mangiare, bere o fumare quando si è nelle aree di stabulazione degli animali o comunque a contatto con essi • Cambiarsi gli indumenti e le calzature impiegati nelle aree di stabulazione degli animali prima di entrare in casa • Lavarsi e disinfettarsi bene mani e braccia o altre parti del corpo eventualmente venute a contatto con le deiezioni animali prima di passare dai locali di stabulazione animali alla propria abitazione produce effetti collaterali dovuti all’interferenza del farmaco con la microflora ruminale. Inoltre la terapia antibiotica può determinare la colonizzazione dell’intestino da parte di altri batteri Gram-, facilitando la comparsa di microrganismi multi resistenti43, e può prolungare il periodo di escrezione1,23. L’individuazione e la segregazione dei soggetti eliminatori di Salmonella impedisce che questi contaminino gli altri bovini, soprattutto nel caso l’infezione sia sostenuta da Salmonella Typhimurium DT104, per la quale il principale “reservoir” d’infezione sono i bovini stessi. L’altro aspetto su cui intervenire è la gestione igienico sanitaria ed il miglioramento delle condizioni strutturali dell’azienda, al fine di eliminare o ridurre il peso dei fattori di rischio che facilitano la diffusione e la cronicizzazione dell’infezione salmonellare41 (Tabella 2). non prevede fasi di “tutto vuoto” nelle strutture zootecniche. Tali caratteristiche però non devono giustificare l’assenza di efficaci misure di biosicurezza per quest’infezione, che può determinare situazioni di particolare rischio per la salute dell’uomo in caso di contaminazione del latte, in particolare nelle aziende che attuano la vendita diretta di latte crudo. Le misure da adottare in presenza d’infezione sono riconducibili a due linee direttrici: l’analisi del rischio in tutte le fasi di produzione e la sua gestione, modificando tutti gli elementi strutturali e di management in grado di favorire la diffusione e l’endemizzazione dell’infezione. ❚ Diagnosis and control of Salmonellosis in dairy cattle SUMMARY CONCLUSIONI Il controllo dell’infezione da Salmonella nelle stalle dei bovini da latte presenta alcune problematiche legate alle peculiarità di questa tipologia d’allevamento. La necessità di mungere gli animali è un fattore che rende più difficile l’applicazione di misure di quarantena per i soggetti in lattazione, in quanto la stabulazione in strutture separate risulta spesso di difficile attuazione. L’utilizzo del pascolo da parte di alcune aziende, ancorché limitato ad alcune categorie di animali ed a periodi di tempo limitati, costituisce un fattore di rischio aggiuntivo. A ciò si aggiungono le maggiori difficoltà che si incontrano per evitare la diffusione dell’infezione, in quanto il ciclo di produzione, a differenza di altre tipologie d’allevamento, Salmonella is an important pathogen in domestic livestock, for the severity of the disease and the risk of transmission to humans. Signs of clinical salmonellosis in cattle can include septicaemia, diarrhoea and abortion. Salmonellosis can affect cattle of every age, although the clinical disease is more common in calves. Laboratory diagnosis can be performed with bacteriological culture, PCR or serology. The main risk for introduction of Salmonella infection in a farm is the purchasing of asymptomatic shedders, consequently all the new cattle introduced in the farm should be isolated for 3 weeks and tested with a bacteriological culture. Another important risk factor, associated with Salmonella entrance in dairy farm, is the environmental contamination by synanthropic animals. The control measures to be applied include minimizing the possibility of contacts between all these animals and the cattle, and Tabella 2 - Disposizioni relative alla gestione aziendale ed al miglioramento delle strutture da applicare in un allevamento di vacche da latte in presenza di un focolaio di salmonellosi. Strutture zootecniche: • Messa a disposizione di un numero di gabbiette singole per vitelli tali da garantirne la stabulazione per almeno 15 giorni dopo la nascita • Messa a disposizione di un’area di stabulazione specifica da adottare come infermeria Pulizia e manutenzione degli ambienti di stabulazione degli animali: • Radicale pulizia dei locali di stabulazione comprendendo anche abbeveratoi, mangiatoie e gabbiette dei vitelli • Sanificazione degli ambienti e delle attrezzature secondo le indicazioni fornite dal servizio veterinario • Rimozione giornaliera delle deiezioni dai locali di stabulazione Alimenti, disinfestazioni e spandimento liquami • Effettuare interventi di derattizzazione e lotta contro le mosche tramite ditta specializzata • Spargere i liquami soltanto su terreni sottoposti ad aratura e non su prati • Tenere farine, granaglie, semi di cotone al riparo dall’ambiente esterno possibilmente in silos o comunque chiusi in modo da non permetterne la contaminazione fecale da roditori, uccelli, cani e gatti 152 Diagnosi e controllo della Salmonellosi nelle bovine da latte the use of rodent proof and bird proof feed storage, to avoid faecal contamination of feed. When the infection is recognized in a farm, several control measures should be adopted, but they can be summarized in the following points: test all the cattle of the farm, clean and sanitize all the barns and the equipment, improve housing and management of cattle, initiate control programs for rodents, flies, and feral cats. These measures, that should be adopted during an outbreak, follow two paths: to apply the risk analysis to all the steps of farm activity, and to control the risk, changing the housing systems and the management activities that can increase the risk of wide spreading and persistence of Salmonella in the farm. KEY WORDS Salmonellosis, dairy cattle, epidemiology, infectious diseases. Bibliografia 1. Klee W. (2004): “Salmonellosi”. In “Medicina interna e chirurgia del bovino”, 1° edizione italiana a cura di Giovani Sali G., Le Point Veterinarie Italie, Milano, 582-586. 2. Velge P., Cloeckaert A., Barrow P. (2005). 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